lunedì 14 gennaio 2008

Siamo decisamente molto e pericolosamente più razzisti di quanto vogliamo far credere



Abbiamo riportato qui qualche giorno fa un articolo di stampa intitolandolo “Siamo decisamente più razzisti di quanto vogliamo far credere”.

Continuiamo quel “discorso”, riportando un altro articolo di stampa.

Teniamo moltissimo a richiamare l’attenzione di tutti su questo tema, perché riteniamo che la situazione sia già molto grave (e non “lo possa diventare in futuro”).

Tanti tendono a sottovalutare la cosa e invitano a “non esagerare”, a considerare i mille episodi quotidiani che si registrano come, appunto, “episodi” e non come segni di una deriva inquietante.

Ma è accaduto e accade che possano andare in onda nei TG di tutte le televisioni filmati nei quali si vedono le ruspe del Comune di Roma che distruggono le baracche con gli effetti personali di poveri sbandati, solo come “ritorsione” per un delitto non commesso da loro, ma da una persona della loro stessa “nazionalità”, senza che questo susciti indignazioni altrettanto visibili e vistose.

Oppure filmati nei quali si vedono imbarcare su un grande aereo militare centinaia di extracomunitari verosimilmente aventi diritto all’asilo politico per essere “spediti”, ammanettati senza alcuna ragione legittima, in un paese che, come la Libia, non riconosce neppure la Convenzione di Ginevra.

Chi pensa che “non ci sia da preoccuparsi”, sappia che tutte le tragedie politiche, culturali e sociali cominciano sempre così, con la sottovalutazione di indizi già molto significativi della malattia.

E’ la “parabola della rana bollita".

Basta leggere un po’ di libri di storia o, se si vuole un racconto più “leggero”, rivedere “La vita è bella” con il quale Roberto Benigni ha vinto l’oscar.

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di Paolo Brogi
(Giornalista)

dal Corriere della Sera del 12 gennaio 2008


«Scuolabus separati per bimbi rom»

«Obiettivo, evitare le liti». Ma l’assessore: rischiamo di tornare ai tempi di Rosa Parks.

In un quartiere romano il P.R.C. fa asse con la C.D.L.: nessun imbarazzo.

ROMA – Apartheid su via Palmiro Togliatti? Ieri il consiglio del VII Municipio di Roma, uno dei caposaldi «rossi» della cintura a cavallo tra Prenestina e Casilina, ha approvato a maggioranza una mozione presentata da Rifondazione comunista (votata da Sinistra democratica, più tutto il centro destra, contrario il Pd) in cui si chiede all’assessore comunale alla scuola di valutare la richiesta di tornare a separare i bimbi rom dagli altri bimbi sugli scuolabus, richiesta avanzata da un gruppo di genitori mobilitati dopo un litigio avvenuto tra ragazzini.

Secca la replica dell’assessore Maria Coscia (Pd): «Sapevo che nel VII Municipio c’era stato qualche problema, ma pensavo che fosse stato governato. Nel senso di includere e non di escludere ... Mica possiamo tornare ai tempi di Rosa Louise Parks ...».

Eppure da quel comprensorio di case popolari e di ex borgate che si chiamano Centocelle, Prenestino, Quarticciolo, Alessandrino o La Rustica, insomma la settima circoscrizione della città, rischia di spuntare all’alba del 2008 un po’ grottescamente quell’autobus giallo del ‘55 a Montgomery.

Epicentro è il 117 circolo didattico di Roma, alla Rustica.

Ad accendere la miccia nel parlamentino del VII retto da un presidente, Roberto Mastrantonio, unico rappresentante dei Comunisti Italiani tra i diciannove minisindaci di Roma, è stato Lucio Conte di Rifondazione Comunista.

Più cautamente Mastrantonio si è tenuto alla larga dall’auletta al momento della votazione, comportamento adottato anche dalla consigliera verde Mariani.

Presi in contropiede i rappresentanti del Pd, costretti poi in sei, i presenti al momento della votazione, a restare in minoranza.

Due i punti messi nero su bianco: col primo si chiede di valutare la richiesta avanzata dai genitori di rivedere il sistema attuale di trasporto, il secondo suggerisce invece di contribuire a un migliore sostegno scolastico dentro la scuola per i bimbi rom.

«Premesso che durante il trasporto il comportamento vivace di alcuni bambini rom nei confronti degli altri bambini ha determinato le proteste dei loro genitori – recita la mozione approvata – e che anche la presenza sul pullman di due accompagnatori non ha fatto rientrare le preoccupazioni dei genitori che hanno chiesto di far portare a scuola i loro figli su un pullman senza la presenza dei bambini rom, visto che i genitori hanno chiesto che questa situazione venga rimossa e si torni alla situazione degli anni precedenti in cui si raggiungeva la scuola su pullman diversi ... il Consiglio del Municipio VII chiede al Presidente di sottoporre all’assessore comunale alla scuola nell’ambito della prevista valutazione dello stato del progetto di trasporto scolastico la richiesta dei genitori del 117 circolo ...».

Seguono poi le richieste di un maggior sostegno scolastico all’insegna dei «diritti universali riconosciuti a tutti i bambini».

«Mozione imbarazzante? E perché mai ... – reagisce il consigliere del Prc – I problemi vanno affrontati, i cittadini sentiti. Oltre a quel litigio tra bambini qua si è messo in moto qualcosa di più. Così sono andato dal presidente e con lui ho concordato questa mozione ...».

Il capogruppo del Pd Marinucci allarga le braccia.

Dice: «Se è per questo ha avuto anche l’adesione dei due di Sinistra Democratica. E poi si è sentita la capogruppo di A.N. che diceva: “Ma perché non l’abbiamo proposta noi?”. Qua, se non stiamo attenti, torniamo alle carrozze in treno per soli negri ...».

Il presidente Mastrantonio obietta: «Io sono per il mantenimento del servizio, certo, ma se si determinano condizioni di ingovernabilità che facciamo?».

15 commenti:

Anonimo ha detto...

brevemente: tre considerazioni a commento (premesso che è ben difficile in questo caso parlare di razzismo):
- non mi sorprende che l'iniziativa romana sia partita dai comunisti, essi sono in fatti molto abili nella discriminazione dissimulata o evidente ma "moralmente corretta", fa parte integrante della loro ideologia. purtroppo si muovono con estrema goffaggine quando, avendo il potere, rivolgono le loro attenzioni alle categorie da discriminare e eventualmente reprimere, siano esse costituite da zingari, lavoratori autonomi o semplici contadini "ricchi".
- destinare alla Libia (paese dal quale comunque parte la maggior parte degli irregolari presenti in Italia) non dovrebbe destare preoccupazione: il fatto che la Libia sia paese democratico e rispettoso dei diritti umani dovrebbe essere garantito dall'aver ottenuto a larga maggioranza la presidenza della commissione ONU sui diritti umani. cosa dovrebbe temere un clandestino magari senegalese, partito dalla Libia e quivi rimandato?
- leggo sul vostro blog, a proposito della lettera aperta dei giudici milanesi, questa affermazione (del giornalista): 'L’unico servizio che provoca condanne e carcere» è «la bolgia dantesca» del «turno delle direttissime: una trentina di arresti al giorno per reati bagatellari, commessi quasi solo da stranieri irregolari che determinano condanne tra i 3 e i 12 mesi», le uniche «tutte rigorosamente espiate».'
ciò letto mi domando: è più essere razzista il giornalista quando afferma che i reati bagatellari siano commessi "quasi solo" da stranieri irregolari, o sono più razzisti i magistrati, grazie ai quali gli unici a scontare regolarmente le condanne sono gli stranieri stessi?

finiamola una buona volta di blaterare di razzismo, e iniziamo invece a considerare, di volta in volta, le questioni di conflitto culturale che si vengono a creare tra gruppi etnci, linguistici o ideologici diversi, cercando di dirimerle alla luce della ragionevolezza, del diritto e anche dell'onestà intellettuale di chiamare le cose col loro nome.

baron litron

"Uguale per tutti" ha detto...

Gentile Baron Litron,

Lei scrive:
"... premesso che è ben difficile in questo caso parlare di razzismo ..."

e poi:
"finiamola una buona volta di blaterare di razzismo, e iniziamo invece a considerare, di volta in volta, le questioni di conflitto culturale che si vengono a creare tra gruppi etnici, linguistici o ideologici diversi, cercando di dirimerle alla luce della ragionevolezza, del diritto e anche dell'onestà intellettuale di chiamare le cose col loro nome".

Le segnaliamo che:

1. Lei ci invita a smetterla di "blaterale". Consideri che essere scortese con i suoi interlocutori non aiuta minimamente il dialogo. Se noi Le rispondessimo che è lei che "blatera", il discorso giungerebbe immediatamente a un punto morto.

Dunque - e lo diciamo a Lei, ma anche a tutti coloro che, facendoci cosa graditissima, scrivono qui - per favore, si impegni a discutere in maniera educata e cortese. La qual cosa aiuterà il dialogo e renderà più convincenti le Sue posizioni.

2. Lei ci invita a chiamare le cose con il loro nome e siamo d'accordo: proprio per questo consideriamo la proposta di far viaggiare i bambini rom in un pullman solo per loro un esempio lampante e incontrovertibile di razzismo.

3. In una famosa e tristissima barzelletta il protagonista dice: "Non sono io che sono razzista, è lui che è negro".

Il principale percorso culturale del razzismo è trovare ragioni che giustifichino la discriminazione a cui da luogo.

Gli americano non erano razzisti, perchè i "negri" erano effettivamente (secondo loro, ovviamente) "diversi".

Neppure Hitler era razzista, perchè quello degli Ebrei era (sempre, ovviamente, secondo lui) "un problema complesso".

Noi non siamo razzisti, perchè è l'Islam che è "diverso" e peggiore (sempre, ovviamente, secondo noi) del cattolicesimo (e sappia che molti di noi della Redazione siamo convintamente cattolici, ma non crediamo per questo di essere "migliori" o "peggiori" di nessuno, così come crediamo che la religione non possa essere elemento di discriminazione sotto alcuna forma).

Ora non siamo noi razzisti a isolare (e far sentire isolati) i bimbi rom su un pullman che contiene solo loro, ma sono i bimbi rom che creano quello che Lei chiama "un conflitto culturale" (immagino che ciò dica non essendo padre di alcun bambino discriminato per "conflitti culturali").

Quanto a cosa dovesse succedere in Libia agli extracomunitari mandati lì in manette consideri quanto segue.

A) L'accordo fra l'Italia e la Libia in materia è rimasto segreto, cosa inaudita per un Paese sedicente democratico.

B) Nel corso di un incontro sul tema dell'immigrazione tenutosi a Roma organizzato dal C.S.M., il dr Alessandro Pansa, Direttore Generale dell'Immigrazione, rispondendo a una osservazione su questo, ci ha tenuto a dire di avere scritto lui l'elenco di ciò che l'Italia prometteva alla Libia in cambio dell'accettazione degli extracomunitari e ha letto l'elenco seguente: "1. diecimila sacchi per cadaveri; 2. apparecchiature elettroniche per l'identificazione dei cadaveri; 3. generi letterecci" (tende, brande e simili).

Tragga da ciò le evidenti conclusioni.

C) Il Parlamento europeo ha biasimato l'Italia per le deportazioni di Lampedusa con una Risoluzione del 15 aprile 2005 che può leggere cliccando qui, nella quale è scritto, fra l’altro, che il Parlamento europeo “ritiene che le espulsioni collettive di migranti verso la Libia da parte delle autorità italiane, compresa quella del 17 marzo 2005, costituiscano una violazione del principio di non espulsione e che le autorità italiane siano venute meno ai loro obblighi internazionali omettendo di assicurarsi che la vita delle persone espulse non fosse minacciata nel loro paese di origine”.

Lei parla dei "comunisti" per dire quanto siano "cattivi".

Noi - che non abbiamo alcun partito o colore politico di appartenenza collettiva (ci sono fra noi persone di diverse idee politiche) - pensiamo che sia molto fuorviante e mistificante trattare queste questioni secondo lo schema falso della destra e della sinistra.

Si tratta, infatti, di problemi gravi, che non possono risolversi con la solita inutile contrapposizione di "squadre".

Non a caso, peraltro, come avrà letto nell'articolo, la mozione in questione è stata votata insieme da "comunisti" e tutta la "casa delle libertà". E' surreale che Lei accusi i "comunisti" di "discriminazione dissimulata" e poi, per un verso nulla dica degli altri votanti non comunisti della delibera e, per altro verso, dica che questo non è un caso di razzismo.

Con riferimento a ciò che hanno lamentato i colleghi di Milano in ordine al fatto che solo gli extracomunitari espiano le pene inflitte loro, ciò non dipende da razzismo dei giudizi, ma dal fatto che il nostro sistema penale è concepito per essere duro con i deboli e morbido e complice con i forti.

Su questo può leggere ciò che abbiamo scritto nell'articolo Una giustizia forte con i deboli e debole con i forti.

Un caro saluto, ribadendo l'invito alla cortesia e al rispetto dei Suoi interlocutori.

La Redazione

Anonimo ha detto...

gentilissima redazione,
quando dico "blaterare" non mi riferisco in particolare ai vostri articoli (non ho trovato firma in fondo al post, per cui non posso scusarmi personalmetne con chi l'ha scritto. voglia anonimamente accogliere le mie scuse), ma a un più generale vizio che noto con preoccupazione crescere in tutti i mezzi d'informazione e di comunicazione.
ora, voi mi fate giustamente degli esempi che purtroppo con il caso in questione c'entrano come i cavoli a merenda (senza alcuna discriminazione razzista verso i cavoli, beninteso).
ho usato un'espressione forse infelice, quando ho parlato di conflitti culturali, e allora vo a spiegarmi meglio.
se il problema dello scuolabus era di rapporti interpersonali tra studenti, che sfociavano spesso e volentieri in rissa (non conosco i fatti, ma è questo che si evince leggendo l'articolo), e se queste risse scoppiavano non tra italiani o tra rom, ma quasi sempre tra italiani e rom, la soluzione PRATICA più semplice a mio avviso è quella di separare i due gruppi, in evidente e in apparenza irresolubile conflitto (di qual natura, culturale, monetaria, sessista, griffata o calcistica lascio alle SSVV di giudicare). ed è effettivamente una soluzione razzista, se proprio vogliamo chiamare "razza" i rom. in un paese civile e soprattutto rispettoso del diritto e della responsabilità personale delle azioni di ciascuno, al secondo o terzo episodio di violenza all'interno dello scuolabus si sarebbe dovuto procedere all'identificazione e conseguente punizione dei responsabili, di qualunque "razza" essi fossero. questo per lo specifico dello scuolabus.
sul discorso generale invece dell'isolamento dei rom non voglio pronunciarmi, per non finire in discussioni eterne su uova e galline. tengo però a ribadire che, a mia personale opinione, se un certo gruppo etnico, linguistico, geografico, ideologico o religioso (e qui metteteci pure chi volete) si comporta n certi modi con sconcertante regolarità, è molto facile che lo stesso gruppo venga in seguito, e in conseguenza degli atti compiuti singolarmente o in gruppo dai suoi membri, connotato con nomi più o meno graditi. e badate che la cosa va in entrambe le direzioni.

quanto alle altre osservazioni che mi fate:

riguardo alla Libia, sapevo che i magistrati non brillano per umorismo, ma esserne tanto privi da non saper riconoscere il sarcasmo è anch'esso un fatto "preoccupante". d'ora in poi mi vedrò costretto, per non essere frainteso, ad aggiungere l'apposita faccina tutte le affermazioni non incontrovertibilmente da prendere alla lettera, con grave insulto, mi duole dire, all'intelligenza di chi potrebbe e vorrebbe farne a meno. in sostanza, desideravo semplicemente rilevare una palese contraddizione tra le condizioni effettive del regime libico e i riconoscimenti ottenuti dallo stesso regime in sede ONU. traete piuttosto voi le conclusioni sull'affidabilità di certe organizzazioni internazionali in tema di diritti umani, ed aggiungetevi pure la commissione europea, che io personalmente considero parimenti deprecabile in materia.

riguardo ai comunisti: non ho affatto detto che siano "cattivi", ma che ragionano per categorie astratte, cosa ampiamente dimostrato dalla loro ideologia e dalla storia dei paesi che li hanno conosciuti. e il ragionare per categorie astratte quello sì che è razzismo, e della peggior specie. mi sapete spiegare in parole semplici che differenza ci sia tra l'ammazzare un africano "perché è negro", e bollire le mani ad un orchestrale "perché è espressione della classe borghese"?
forse i negri sono meno meritevoli di punizione dei borghesi? allora si continua con i distinguo, le discriminazioni, i razzismi di tutti i colori?
siamo seri, suvvia.

sul riferimento ai giudici milanesi: di nuovo,non volevo certo essere inutilmente polemico, né imputare comportamenti scorretti a magistrati che rispondono soltanto a leggi che non hanno scritto loro. di nuovo, a me l'affermazione del giornalista è parsa, alla luce di quanto affermate in questo post, gravemente razzista (gli stranieri irregolari commettono moltissimi delitti), tanto quanto a voi è sembrato razzista dire che "i ragazzi rom scatenano risse, e vanno quindi separati dagli italiani".

infine, attenti alle metafore, mordono volentieri: la rana può non accorgersi che l'acqua si sta scaldando, ma l'acqua potrebbe non essere ciò che i cuochi credono di aver versato.

vi saluto, sperando di essermi un po' chiarito, e vado allo stadio, dove posso esercitare il mio razzismo latente contro arbitri, livornesi e guardialinee, nel confortevole riparo dell'anonimato....

baron litron

Anonimo ha detto...

La questione del "razzismo", così come impostata in questo post, mi sembra prettamente ideologica e non priva di un certo astratto "buonismo", visto molto, ma molto da lontano.

In effetti, questi messaggi, a mio modesto modo di vedere, non faranno altro che, paradossalmente, alimentare il razzismo, quello vero.

Mi spiego: se passa il messaggio che gli zingari sono povere persone emarginate dalla società ricca e opulenta, e non un popolo che per la maggior parte si auto-emargina da ogni possibile integrazione, essendo dedito al furto (e ora anche alle rapine...) per propria radicatissima "cultura", si otterranno due risultati. Il primo sarà il rancore di tutti coloro che hanno subito furti in casa o borseggi per la strada, che si sentiranno presi in giro, e diranno: "ma come, ora i magistrati non difendono la legge, ma i delinquenti ? E a noi chi ci pensa ?" Discorso sentito innumerevoli volte al bar, al mercato, in mezzo alla gente comune, non certo in mezzo agli avvocati penalisti, con i quali magari andate a cena, e che vivono (bene...) grazie ai soldi dei loro clienti !

Il secondo sarà il formarsi di una piccola "claque" di estremisti, magari interessati, che applaudirà la redazione, con il contemporaneo allontanarsi, tuttavia, della maggior parte dei vostri lettori.

Le reazioni della redazione a chi la pensa diversamente appaiono poi francamente eccessive. Insorgete subito con tono autoritario e condannate chi, come "baron litron", usa termini magari non proprio sopraffini, ma in verità per nulla offensivi nei confronti di alcuno. Addirittura tirate in ballo ancora Hitler...mi sembra, il vostro, veramente un atteggiamento "ideologico", scusate !

La realtà è che non si può eludere il problema degli zingari e degli immigrati clandestini, molto spesso delinquenti, dicendo che siamo "razzisti".

Vedete, la Spagna di Zapatero, applaudita a suo tempo da tutte le forze "progressiste" e radicali (in senso lato) italiane, ha rimpatriato l'anno scorso, manu militari, circa 100.000 immigrati clandestini. Ha fatto, all'uopo, accordi con i paesi africani dai quali emigravano. Quindi, se si vuole, i problemi si risolvono !

Il vostro allarme sarebbe molto più giustificato se anche in Italia esistesse la stessa severità...anzi, che dico, se esistesse almeno una parvenza di legalità !

Invero, qualora veramente nascessero in Italia dei sentimenti razzisti, la colpa sarebbe anche di chi se la prende più con pretesi sentimenti "intolleranti" che con i veri delitti commessi da ladri e delinquenti, recidivi reiterati che girano tranquilli per la strada, occupandosi di loro soltanto per parlare di come, poverini, sono trattati male dalla società italiana...

Parlate meno di razzismo. Combattetelo con i fatti, non con le parole.

Infine, se le leggi sono troppo blande, usate il vostro potere di "lobby" per renderle più severe, e non solo per tutelare interessi corporativi !

Vedrete che gli italiani ve ne saranno grati. E anche gli immigrati onesti, che potranno più facilmente distinguersi dai loro connazionali delinquenti, estirpando così le vere radici di ogni potenziale razzismo.

"Uguale per tutti" ha detto...

Gentile Anonimo delle 16.03,

ci permettiamo di invitarLa a riflettere su una cosa: Lei parla di illegalità, di clandestini, di "rom ladri e ora rapinatori". Ma l'oggetto del contendere sono ragazzini di scuola elementare innocenti, non clandestini, non ladri e non rapinatori.

Non Le sembra che proprio il fatto che Lei non riesca a vedere bambini innocenti e solo perchè sono rom pensi a ladri e rapinatori sia un indice di quanto grave è la malattia della quale stiamo parlando?

Ma Lei se lo immagina in Germania uno scuolabus solo per i bambini Calabresi, che un ipotetico lettore come Lei di un ipotetico blog tedesco giustificasse dicendo: "Si sa che purtroppo i Calabresi in Germania non fanno altro che estorsioni e stragi"?

Lei ritiene "ideologica" la nostra posizione e ci segnala il pericolo che se non la cambiamo potremmo perdere molti lettori.

Noi La preghiamo di cuore di non ragionare così.

Noi, infatti, per un verso contestiamo che difendere i valori della costituzione possa essere "ideologico".

Mentre, per altro verso, accettiamo qui - e davvero con piacere - persone di qualunque opinione e provenienza (addirittura anche gli "Anonimi", che ringraziamo pure sinceramente della loro presenza), ma è ovvio che, così come non discriminiamo, vogliamo sperare di non essere discriminati.

Noi pubblichiamo con piacere anche il commento scritto da Lei, che non condividiamo per nulla, e La ringraziamo di avercelo mandato.

Confidiamo che Lei continui a leggerci anche quando non è d'accordo e a scrivere qui i Suoi commenti, che consideriamo preziosi per noi e benvenuti sul nostro blog.

Se ci sono lettori che vogliono leggere solo cose che condividono, siamo destinati a perderli di sicuro, perchè la "filosofia" del nostro blog è incompatibile con la logica del "gruppo" e del "parliamoci sono fra quelli che la pensiamo nello stesso modo".

Crediamo, fra l'altro, che questo sia uno dei motivi per i quali i "giornali" in Italia sono ridotti come sono: la gente sembra non volere "informazione", ma solo sentire qualcuno che gli dia ragione, sempre, comunque, "a prescindere".

Lo sforzo che stiamo facendo qui è quello del confronto.

E' faticoso, ma "ci crediamo".

Ci sembra (e speriamo non sia un illusione) che piano piano anche lettori che all'inizio cercavano di capire "da che parte stiamo" si siano resi conto che non stiamo "da una parte". E questo ci fa molto piacere.

Speriamo che il nostro sforzo abbia un seguito, ma ci rifiutiamo di finire anche noi nella logica dell'Auditel.

Un grazie davvero a Lei per la Sua attenzione e partecipazione, che speriamo vivamente voglia mantenere.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Al solito queste notizie vengono date dagli organi di informazione sadicamente per vedere dalla finestra quale reazione politica scatenano. Se l'accaduto fosse successo senza stranieri senza far notizia si sarebbe subito dovuto provvedere (visto che evidentemente non c'erano) a far accompagnare i bambini sul pulmino oltre che dall'autista da personale scolastico addetto. Si tratta di minori che si possono anche involontariamente far male fra loro.
Anche l'altra notizia lasciata passare come forma di razzismo del sindaco di Milano di escludere bambini clandestini è stata data soltanto in forma da suscitare la solita rissa politica.
Come donna quindi per letteratura più pratica il mio primo pensiero è stato che i bambini sono sempre innocenti e da proteggere quello che nessuno ha voluto esternare in questa richiesta di inclusione è in che forma. Nessuno ha spiegato che questi bambini saranno accolti dopo una verifica delle profilassi obbligatorie come per i nostri bambini .Una recente conquista del nostro paese per scongiurare malattie anche mortali.Nessuno si fa carico del tormento delle mamme di far vaccinare un piccolo bambino per nuove profilassi come la meningite o l'epatite ancora non obbligatorie ma che il medico paventa come necessarie.
Allora? quando si sentono queste notizie non è il razzismo che affiora ma la paura delle incertezze e della mancanza di assicurazioni e informazioni.Non è tanto che siamo diventati una nazione che aveva scongiurato i mali della povertà e ancora siamo in zona rischio.
Alessandra

Anonimo ha detto...

Gentile redazione,

Grazie della vostra tolleranza.

Tuttavia, permettetemi di ribadire che i "ragazzini innocenti" di cui parlate sono proprio molto spesso (non sempre, ma molto spesso...) la longa manus di chi li sfrutta per delinquere, e nessun "buon sentimento" potrà cambiare la realtà delle cose.

E se siamo arrivati ai provvedimenti che dite è proprio per il "buonismo" di tante leggi ovvero per la mancata applicazione di altre.

Non credo, poi, che tutti i bambini calabresi in Germania siano dediti a furti e a taccheggi ! I loro genitori (con qualche eccezione, come sempre...) sono buoni cittadini e onesti lavoratori, laddove la maggior parte degli zingari in Italia, purtroppo, non lo è. C'è una bella differenza !

Per ultimo, sono d'accordo sul fatto che difendere i valori della Costituzione non è, certamente, ideologico. Ma lo può diventare se, viceversa, si vede la Costituzione come un "totem" o un "idolo" immutabile. La Costituzione è soltanto un documento di una nazione vinta e militarmente occupata, frutto di un "compromesso storico", nato a Yalta, fra i comunisti filosovietici e i democristiani filoamericani di allora, con qualche inserto "laico".

Essa può mutare, è già mutata e necessariamente muterà, come tutte le cose umane.

Prima della Costituzione ci sono state grandissime dottrine giuridiche e morali, e ve ne saranno sicuramente anche dopo.

In ultima analisi, la Costituzione è soltanto una legge, in senso lato. E la legge è sempre, e soltanto, uno strumento.

E' un mezzo, non un fine.

Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

Cara Redazione mi trovi sicuramente d'accordo con il post da voi pubblicato.Mi ramarica soltanto che alcuni nel esporre il proprio pensiero,cosa legittima e democratica,guardino da un'altra parte.Voltino il capo per non vedere dove siamo arrivati,fino a che punto mass media e ignoranza popolare ci hanno portato.Al sig. Baron vorrei ricordare che la "discriminazione dissumalata e moralmente corretta" non fa parte dell'ideologia comunista,che taluni lo facciano portando alta la bandiera rossa non fa di questi portatori di valori comunisti.Nessun tipo di discriminazione è parte integrante dell'ideologia comunista.Preciso anche che le mie idee politiche sono molto lontane da qualsiasi estremismo,ma queste imprecisioni sono il motivo che sta alla base dell'insofferenza politica del nostro Paese.
Alla Redazione i miei migliori complimenti e sopratutto ringraziamenti...teneteli svegli!!

Anonimo ha detto...

Cara redazione,
sarà pure razzismo, la deliberazione del tasporto separato dei bimbi a scuola. Io, però, vedo di più una decadenza a favore non soltanto dei bimbi rom, ma di tutti gli exstracomunitari, islamici, disagiati in genere che nel breve futuro sono destinati a sostituire la nostra oramai decaduta civiltà.
bartolo iamonte

Anonimo ha detto...

Ho apprezzato contenuto e tenore del post e ne condivido pienamente lo spirito.

Rilevo solo che la situazione descritta non prende atto della posizione ufficiale espressa da Rifondazione.

Rifondazione è intervenuta duramente stigmatizzando l'operato del proprio consigliere e richiedendone ed ottenendo le dimissioni da consigliere circoscrizionale.
Questa informativa era facilmente ricavabile da Liberazione di ieri e di oggi (che pubblica la notizia in PRIMA pagina).

D'altro canto basta leggere il comunicato stampa del consiglio di quartiere per rendersi conto che l'incauto consigliere si è trovato in una situazione complessa da gestire.

Come voi dite io credo che ci sia da molto preoccuparsi perché siamo in una situazione in cui media, destra e lo stesso vaticano soffiano sul fuoco dei peggiori egoismi di una società sempre più sorda e meschinamente arroccata. Nostro dovere di blogger è quello di lavorare per fare chiarezza e permettere alle forze politiche di lavorare al meglio ed in serenità, anche mettendo in conto qualche passo falso.

Anonimo ha detto...

spiace andare tanto fuori argomento, e spiace dover contraddire il signor Claudio, ma affermare che "Nessun tipo di discriminazione è parte integrante dell'ideologia comunista." è una menzogna gigantesca, sbugiardata sia dalla teoria marxista-leninista che dalle pratiche politiche e sociali messe in atto dai regimi comunisti (nazionali, regionali, provinciali e comunali) ogni qualvolta ne hanno avuto agio.
Il solo fatto di dividere la società in classi arbitrarie o ereditarie, e desiderarne tra di esse la supremazia di una sola è indice chiaro di discriminazione, ideologica, economica, sociale e in certi casi anche etnica. il tutto in nome di un'uguaglianza desiderata quanto impossibile e sicuramente (a mio avviso) non auspicabile.

scusate la digressione, torno a discriminare qualche innocente.
baron litron

Anonimo ha detto...

Leggete i post che avete ricevuto da parte degli estremisti "politicamente impegnati".

Avevo detto poco fa che li avreste attirati. Non mi ero sbagliato.

Attenti piuttosto voi a non colorarvi politicamente, altrimenti finirete come tanti blog, ciascuno del suo colore e letto soltanto da lettori "impegnati"...e molto spesso "tesserati" !

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Anonimo delle 18.45.

Gentile Lettore,

grazie per il Suo suggerimento.

Lei pone l'attenzione su un problema reale.

Sul punto pensiamo:

1. che siamo assolutamente certi di non volerci "colorare" politicamente in alcun modo (ferme restando, ovviamente, le opinioni - diverse - che ciascuno di noi personalmente ha);

2. crediamo che la riduzione di tutte le questioni a una bagarre politica "di parte", settaria e preconcetta sia una grave mistificazione alimentata da chi con l'alibi e dietro il paravento della "parte politica" (di qualunque parte politica) si ritiene legittimato a tutto;

3. crediamo che debba essere possibile parlare e confrontarsi anche fra chi la pensa in un modo diverso;

4. come abbiamo già detto, offriamo questo spazio a chi voglia utilizzarlo con questo atteggiamento e questa apertura;

5. chiediamo ai nostri lettori il rispetto di questi principi;

6. abbiamo pubblicato tutti i commenti finora giunti per questo post e, come si vede, sono di vario "colore"; vi preghiamo di evitare (e vi ringraziamo di cuore di averlo evitato finora) di "inasprire" il confronto con inutili ideologismi e slogan "di parte".

Siamo convinti che non serve proprio a nulla ALZARE LA VOCE e usare toni scortesi e violenti.

Finora non c'è stato bisogno di farlo - e ve ne siamo grati - ma "censureremmo" commenti scortesi e aggressivi.

Proponiamo a Voi quanto fin qui esposto e Vi offriamo il rispetto da parte nostra di questi principi. Chiediamo a Voi di offrirci altrettanto.

Le cose che valgono hanno un costo. Rinunciare a un po' di orgoglio e di arroganza non dovrebbe essere un "prezzo" troppo alto.

Grazie e un caro saluto a tutti, di qualunque colore siate.

La Redazione

Anonimo ha detto...

E' avvilente leggere certi commenti. In confronto il detto scherzoso (?) "io non sono razzista, è lui che è negro", più volte invocato dalla redazione di questo blog per evidenziare sdrammatizzando le contraddizioni, appare ispirato da un più nobile spirito di tolleranza e rispetto dei diritti umani. Del resto, oggi è più che mai chiaro che la quasi totalità delle affermazioni, ossessivamente riportate dai mezzi di comunicazione, quando rivelano malcelati pregiudizi verso una razza (mi permetto di chiamarle con il loro nome: affermazioni RAZZISTE) iniziano con "io non sono razzista, ma..." Essendomi personalmente imbattuto, per personale ed approfondita conoscenza, in protagonisti attivi (razzisti) e passivi (rom ed altri immigrati) di episodi di quotidiano razzismo, ho osservato un fatto determinante. Quasi mai i razzisti (compresi i non-razzisti-ma) conoscono personalmente, e bene (cioè non solo perché fanno loro le pulizie...) singoli individui appartenenti ad etnie di cui diffidano. Ne conoscono l'immagine collettiva, stereotipata, che TV e giornali hanno fornito loro. Da applicare, beninteso, a TUTTI i rom, o a tutti gli arabi ecc. Fino a pochi giorni fa ho sentito un'anziana signora, che pur non ha MAI conosciuto alcuna persona rumena, che "MAI si sarebbe messa in casa una rumena... con tutto quello che si sente in giro!" Cosa vuol dire "in giro"? Vuol dire in TV: la signora è un'assidua telespettatrice di Emilio Fede, il cui taglio "informativo" è noto a tutti. La propaganda dei giornalisti italiani di 70 anni fa era poco più faziosa. E ritengo oggi vittime di una martellante propaganda sia gli italiani razzisti (che non lo sono per indole innata, solo un razzista potrebbe pensare questo!) che gli stranieri discriminati. Su questi ultimi un'ulteriore riflessione è opportuna. Voi che parlate tanto dei rom senza conoscerli, sapete che MOLTI di loro (sì, molti, anche se la TV non ve lo dice) cercano lavoro? Sapete cosa si sentono rispondere? Sapete, quando i "gaggè" italiani non hanno il coraggio di rispondere "NO" (perché magari sono "antirazzisti", "di sinistra" ecc.) cosa leggono nelle facce imbarazzate che hanno di fronte? E cosa sentono, da esseri umani, quando sono trattati da subumani? Non dimenticherò mai la voce dell'amico Xxxx, quando mi disse che aveva capito perché una persona lo evitava sempre. Era pacata, come sempre, forse rassegnata: "Io capisco che tu non vuoi dire come stanno le cose. Tu lo sai ma sei un amico, e ti dispiace dirlo. Io ho capito qual'è il problema, è che sono uno zingaro. E' un po' razzista, eh? Perché io non ho fatto niente di male, né a questa persona né ad altri, sono solo zingaro." Effettivamente Xxxx era un onesto lavoratore incensurato, di quelli che mai verranno descritti in TV, di quelli che non fanno notizia. Anche perché smentirebbero gli stereotipi.
Un ultimo appunto su quanto ha qui malinconicamente scritto Bartolo Iamonte su "tutti gli extracomunitari, islamici, disagiati in genere che nel breve futuro sono destinati a sostituire la nostra oramai decaduta civiltà." Mi ha fatto tornare in mente un vecchio commento anonimo (pseudonimo "Usi&costumi"), di ben altro tono, comparso altrove in rete anni fa, ma che avevo conservato:
"Eh, le nostre vecchie e care tradizioni: quel papà che ha fatto accoppare la figlia perché tradiva il marito. Il tizio che scioglieva nell'acido i bambini. Quelle allegre stragi nelle stazioni. Eh, signora mia dove andremo a finire, con tutti questi immigrati. Non ci ricorderemo più le consuetudini dei nostri cari..."

Dario Lo Cicero
Palermo

Anonimo ha detto...

Spiace caro Baron ma non è prorpio così.Primo perchè se si parla di ideologia ci si riferisce solo alla teoria,dato che i fatti storicamente ci dicono che il comunismo ha miseramente fallito,ed è difficile accettare una pre-impostata divisione in classi come segno di discriminazione,l'uomo e la sua società è divisa in classi da ben molto prima delle teorie marxiste.Le discriminazioni e divisioni in classi con elevate disuguaglianze è caratteristica della destra,non certo della sinistra comunista.Secondo,è vero che il principio di differenza deve essere tutelato ma un generale principio di uguaglianza non solo deve essere auspicato ma ricercato,perché è FONDAMENTO DI DEMOCRAZIA.Non mi riferisco al lato economico ma a quello sociale,uguaglianza davanti alla legge,pari opportunità di autorealizzazione,uguaglianza nei diritti e nei doveri di cittadino.Se non è auspicabile questo...