martedì 11 marzo 2008

La legge elettorale e la Corte Costituzionale


di Mirko Viola
(Studente universitario. Aderente a CittàInsiemeGiovani)

Ho letto il post pubblicato da Beppe Grillo sulla illegittimità della legge elettorale.

E’ vero! questa legge è incostituzionale senza alcun ombra di dubbio. Ma purtroppo, già due anni fa quando studiavo Diritto Costituzionale, ahimè avevo scoperto che è praticamente impossibile impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge elettorale, a causa degli strani meccanismi previsti dal nostro ordinamento per chiedere alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sulla illegittimità costituzionale di quella o quell’altra legge.

Qui di seguito vi trascrivo l’intervento di Beppe Grillo in questione e illustro il meccanismo di funzionamento della Corte Costituzionale (cercherò di essere il meno complicato possibile).

Il post di Beppe Grillo:

«Lo spettacolo di un Presidente della Repubblica che guarda, in silenzio, il Presidente della Corte di Conti Tullio Lazzaro mentre dichiara che la corruzione in Italia dilaga negli appalti, nella sanità e nelle forniture è desolante. Napolitano non dice una parola, non sente il dovere di andare in televisione, davanti all’affermazione: “Il non agire protratto per anni provoca danni incalcolabili”.

Le Istituzioni sono diventate i Notai dello Sfascio. Prendono atto, registrano, evidenziano. Lo Stato si inabissa, ma con piena consapevolezza dei Grandi Burocrati. I cittadini, come le stelle, stanno a guardare.

Ho riletto la Costituzione, i suoi 139 articoli, una trentina di pagine.

L’articolo 1 specifica:
- la sovranità appartiene al popolo

L’articolo 48 contiene due punti:
- il voto è personale ed eguale, libero e segreto
- il diritto di voto non può essere limitato

La legge elettorale “porcata” imposta dal centro destra nel 2006 ha cancellato un referendum e eliminato la preferenza diretta. Una legge incostituzionale.

Non si può andare alle elezioni con questa legge, il risultato sarebbe illegittimo, impedire la scelta diretta del candidato limita il diritto di voto, aver cancellato il referendum ha tolto ogni sovranità al popolo.

Nella Costituzione sono riportate le “Garanzie Costituzionali”.

L’articolo 134 riporta:
- la Corte Costituzionale giudica sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni.

Ho deciso di fare un esposto alla Corte Costituzionale perchè dichiari incostituzionale la legge “porcata” e la faccia decadere.

L’articolo 136 infatti specifica:
- quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale a norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione.

La Corte ha due mesi per decidere prima delle elezioni. Se dichiarerà la legge incostituzionale si potrà votare comunque con la legge precedente o spostare il voto dopo il referendum, indetto per maggio e subito annullato con una mossa da bari di professione.

Questa classe politica autoreferenziale ha cancellato due referendum sulla legge elettorale.

Decide a tavolino chi ci deve rappresentare in Parlamento. E’ costituzionale questo?

E se lo fosse, allora che cosa è incostituzionale? Stay tuned!»

_____________

Come funziona la Corte Costituzionale:

La principale funzione della Corte Costituzionale è quella di decidere se una data legge dello Stato (cioè approvata dal Parlamento) o delle Regioni è legittima o meno, cioè è compatibile o meno con la nostra Carta Costituzionale (art. 134 Cost.).

La Costituzione è superiore a qualsiasi legge statale o regionale e prevale su queste.

Questo vuol dire che se una legge dello Stato o della Regione viene dichiarata “illegittima” dalla Corte Costituzionale, essa viene immediatamente abrogata, cioè cancellata, ovvero come se non fosse mai esistita.

La Corte Costituzionale non verifica la legittimità di tutte le leggi che vengono approvate dal Parlamento e dalle Regioni, ma procede alla “verifica di costituzionalità” soltanto quando viene attivata. In che modo si può attivare la Corte Costituzionale?

1° modo, detto “sindacato in via principale”: secondo questo primo meccanismo, la Corte Costituzionale può essere attivata dai cosiddetti “enti territoriali maggiori” cioè dallo Stato e dalle singole Regioni.

Lo Stato (su proposta del Presidente del Consiglio) e le Regioni (su proposta del Governatore) possono però ricorrere alla Corte Costituzionale soltanto per chiederle che si pronunci sulla legittimità di norme o leggi relative ai rapporti tra Stato e Regioni, cioè relative alle competenze che la Costituzione riconosce allo Stato e alle Regioni, in modo da risolvere i loro eventuali “conflitti di competenze”.

2° modo, detto “sindacato in via incidentale”: secondo questo secondo meccanismo, la Corte Costituzionale può essere attivata da un qualsiasi giudice di un qualsiasi processo ordinario (civile, penale, amministrativo ...): se nel corso di un processo, il giudice si rende conto che per risolvere il caso che ha davanti è necessario applicare una norma che presenta “vizi di illegittimità costituzionale” (cioè che secondo il giudice potrebbe essere illegittima), allora il giudice stesso può chiedere alla Corte Costituzionale di decidere se quella determinata norma è incostituzionale o meno, perchè da quella norma dipende il suo giudizio.

Ora, questi sono gli unici modi attraverso cui la Corte Costituzionale può giudicare le leggi e decidere se sono o meno legittime, cioè compatibili con la nostra Costituzione.

Questo ha come conseguenze che:

1) nessun cittadino può direttamente ricorrere alla Corte Costituzionale per chiedere di pronunciarsi sulla legittimità costituzionale di una legge.

2) soltanto il giudice può farlo ma soltanto per quelle leggi che possono provocare “controversie” tra i cittadini nei giudizi (penali, civili, amministrativi).

Possiamo allora noi cittadini chiedere alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sulla legittimità della legge elettorale?

La risposta è (ahimè) NO, perchè:

1) noi cittadini non possiamo ricorrere alla Corte Costituzionale, ed anche se i giudici della Corte Costituzionale fossero consapevoli e convinti della illegittimità dell’attuale legge elettorale, a causa delle procedure di attivazione che vi ho sopra spiegato non potrebbero comunque dichiararla illegittima e quindi “eliminarla”.

2) purtroppo la legge elettorale non è per sua stessa natura suscettibile di provocare un contenzioso tra soggetti, cioè non può essere determinante per la risoluzione di un determinato caso civile, penale ecc..

L’obiettivo “abrogazione dell’attuale legge elettorale” non può quindi essere raggiunto attraverso questa via.

Avendo studiato questi meccanismi, mi sono sentito in dovere di informarvi per evitare di alimentare troppe speranze.

Ho inviato questa esposizione anche a Beppe Grillo. Spero che me la pubblicherà.


14 commenti:

Anonimo ha detto...

Bah, se siamo in mano a Beppe Grillo da una parte e ai corrotti dall'altra stiamo freschi !

Ricordo ancora quando Massimo Severo Giannini si candidò alle politiche in una lista autonoma: prese una percentuale ridicola di voti.

E questo è il "popolo": ha votato Cicciolina, voterebbe Beppe Grillo e non ha votato Massimo Severo Giannini !

"Te le do io" le elezioni ...

salvatore d'urso ha detto...

X paolo emilio

io penso che Beppe Grillo stia facendo davvero ottime cose con le sue iniziative... certo si potrebbe facilemnte e velocemente liquidarlo etichettandolo con del populista o del qualunquista...

ma chi segue con attenzione ciò che dice e fa capisce che non è così...

che non è solo...

che ciò che dice non è solo lui a dirlo e a pensarlo... ma è l'intero suo blog e molti cittadini ancora che magari non lo seguono direttamente ma che comunque pensano tali cose.

Lui crede nel civismo, nei movimenti civici e non nei partiti oggi troppo autoreferenziali con il potere di decidere e fare in mano a pochi, e di questi pochi magari non sono nemmeno eletti ma agiscono nell'ombra... dei partiti che sembrano un pò logge massoniche... anzi che la facciata è il partito ma che dietro esistano logge massoniche che vadano oltre mischiandosi così da partito in partito fino a diventare nell'ombra una sola cosa ma all'apparenza dei cittadini risulta una realtà politica divisa e un pò contrapposta...

Una volta i partiti si differenziavano per gli ideali promossi, oggi difficilmente si notano delle differenze ideologiche, rappresentano tutto e niente, ma sempre con la stessa intenzione di percorrere la stessa strada...

Una volta si parlava di P2... oggi qualcuno dice che c'è qualcosa di peggio... che per governare il paese non si ha più nemmeno il bisogno di stare al governo... e forse è vero... ma il popolo vive sempre nell'illusione che questo o quel partito salverà il paese... in attesa di questo prodigio si contestano e si guarda con sospetto una piccola parte della società civile che vuol apportare un cambiamento drastico al sistema politico italiano che di democratico pare non abbia più nulla...

Il problema è che i partiti si son radicati fin troppo all'interno di tutte le comunità, in ogni comune piccolo o grande hanno i loro rappresentanti nelle amministrazioni, nei comuni piccoli addirittura siccome non si riesce a formare una lista di partito hanno avuto la brillante idea di fare delle liste civiche, liste civetta, poichè al loro interno ogni rappresentante faceva parte di questo o quel partito, anche teoricamente contrapposti ideologicamente...

La politica, quella vera in questo paese è morta e sepolta, ma c'è ancora chi questo non l'ha capito e spera... in un prode cavaliere che con la sua spada luminescente falci i vigliacchi malfattori... solo che ogni mattina... al risveglio di ogni medesimo sogno si ritrova tutto sudato...

E quindi perchè anzichè essere tifosi o agnostici... non si cerca di capire se realmente esiste un movimento politico di partito o civico che combatte per qualcosa di giusto e che cerchi di restituire al suo paese la democrazia estortagli? Perchè non ragionare secondo la propria coscienza ed affidarsi a qualcosa di nuovo, limpido e pulito rappresentato dalle stesse persone che magari vedi e saluti tutti i santi giorni? Che senza alcun interesse personale inseguono un fine diverso da quello perseguito da questa politica cercando di riportare un pò più di normalità in questo paese?

Ma Grillo, ascoltato con attenzione, e travisando dalle sue tragicomiche metafore il vero messaggio che sta cercando di inviarci, può davvero essere una soluzione nonostante lui in politica direttamente non ci entrerà mai? Sta lanciando semplicemnte un nuovo modo di fare politica... ma secondo molti, chissà perchè... è sbagliato.

Beh, sbagliato o meno... in questo paese di errori fino ad oggi se ne son fatti molti... ed io piuttosto che provare la solita minestra penso che sia più che giusto assaggiarne una nuova e vedere se qualcosa cambierà davvero anzichè affidare il nostro paese sempre in mano ai soliti avvoltoi... perchè ad affidare il paese in mano a quelle persone siamo noi... ed è questa la cosa che più mi turba e mi fa star male.

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa, ma da ignorante in materia non potrebbe esserci una soluzione come questa:
Ipotizzando che un "trombato" alle elezioni contesti la validità delle stesse in un dibattimento civile, il giudice non potrebbe essere portatore di richiesta alla Corte Costituzionale?
Altro escamotage. Il cittadino fa causa allo Stato perche' non gli permette di votare la preferenza contestando la validità costituzionale della legge elettorale dinnanzi ad un giudice che, a questo punto, potrebbe fare ricorso alla Corte Costituzionale.
Sto facendo ipotesi assurde?

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Beppone.

A noi le Sue ipotesi non sembrano per nulla assurde e, anzi, assolutamente ragionevoli.

Ovviamente, il problema è che in entrambi i casi da Lei prospettati la causa si presenterebbe come tendente ad annullare ex post le elezioni frattanto celebratesi.

Grazie del contributo prezioso.

Un caro saluto.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Certo ormai le elezioni sono celebrate, ma anche quelle del 2006.. :) anche se forse è tardi per fare causa adesso.

salvatore d'urso ha detto...

Veramente so che Grillo ha fatto un esposto alla Corte Costituzionale per chiedere che venga abrogata vista l'evidente incompatibilità costituzionale...

Comunque si è provato anche col referendum... ma si è visto come l'hanno preso in considerazione... come pure il nostro tanto caro amato Presidente della Repubblica, che dall'alto del Colle monita tutto e tutti... coloro che non rispettano le regole della Casta... e invece la Costituzione sembra non essere applicata con rigore, e pensare che è stato da poco festeggiato il 60° anniversario della nostra stuprata costituzione... basta pensare alle passate elezioni e a quelle del 13 e 14 aprile, intanto presidente della repubblica, vari rappresentanti dei cittadini in parlamento e giornalisti vari han detto che si dovrebbe informare di più i cittadini sui vari articoli della nostra amata costituzione quando poi sono i primi che fanno a gara a chi deve stuprarla di più...

I corrotti sono coloro, che a mio parere, rappresentano l'antistato.

Anonimo ha detto...

L'idea di Beppe e' carina ma a mio modo di vedere impraticabile. In entrambe le ipotesi prospettate si dovrebbe sollevar eccezione di incostituzionalita' che dovrebbe, per approdare alla Corte Cost., superare il "filtro" del giudice adito(non e' detto che questi sia d' accordo con l'incostituzionalita' prospettata..)... quanto poi all'idea del cittadino che evoca in giudizio lo stato perche' leso nel suo diritto a sceglier il candidato che preferisce.. insomma e' molto romantico ma difficile da praticare.. combattiamo le battaglie che possono essere affrontate..

Generazione V ha detto...

Per Paolo emilio: con tutto il rispetto per cicciolina paragonare beppe grillo a lei mi sembra un pò azzardato.
-primo xche beppe grillo non è candidato
-secondo perchè i primi a fare antipolitica sono i politici stessi (vedi legge elettorale, caso demagistris e forleo) chiudendosi in una vera casta
- terzo beppe grillo è solo il detonatore di una generazione, soprattutto di giovani, che tentano di portare avanti un pensiero comune di rinnovamento del modo di pensare che sia post ideologico...
ma forse chi ancora appartiene al vecchio modo di pensare ed è abituato a dare l'etichetta a tutto e a tutti, generalizzando come fa Lei, questo non lo capisce. un saluto

Anonimo ha detto...

Per "Generazione V":

Caro ragazzo, se non vuoi ricevere "etichette" impara prima a non darle agli altri.

Con simpatia.

Generazione V ha detto...

La mia non era un'etichetta ma una risposta oggettiva alla tua affermazione dai contenuti abbastanza chiari. Un saluto con simpatia anche a te

belerofonte ha detto...

Secondo me l'Organo al quale spettava mettere "fuori gioco" la legge in commento non è,o meglio non era, la Corte costituzionale.
Scriveva Martines," il Presidente della Repubblica nell'esercizio delle sue funzioni vigila sul funzionamento del meccanismo costituzionale ed interviene nel momento in cui le regole che lo disciplinano non vengono osservate, al fine di assicurare il rispetto, formale e sostanziale, della Costituzione".
Ora ogni legge per entrare in vigore, dopo che viene approvata da entrambe le Camere, deve essere Promulgata dal Presidente della Repubblica.
Quest'ultimo,però,non è tenuto a promulgare le leggi. Egli secondo l'art 74 della Costituzione può rinviare la legge alle Camere accompagnandola con un messaggio nel quale esporrà i motivi per cui ha ritenuto di non dover promulgare. Quando può,e deve, fare ciò? Quando la legge presenta vizi di legittimità formale, cioè quando il suo procedimento non sia stato quello previsto nella Costituzione, o vizi di legittimità sostanziale, cioè quando la norma contenuta nella legge sia in contrasto con una norma contenuta nella Costituzione.
Esercitando in tal modo un controllo sulla legge di legittimità costituzionale.
Tuttavia le Camere sono libere di accogliere o meno i rilievi del Presidente della Repubblica.
Quindi se le Camere dovessero riapprovare la legge senza eliminare i vizi denunciati nel messaggio presidenziale, il Presidente della Repubblica dovrà promulgarla. Ma se la legge integra gli estremi di attentato alla Costituzione il Presidente della Repubblica può rifiutarsi nuovamente di promulgare la legge.
Dopo questa premessa mi ricollego alle parole iniziali di Martines e pongo le seguenti domande:
1)La legge elettorale 270/05' presenta vizi di incostituzionalità?

2)Se la risposta alla domanda precedente è positiva, doveva il Presidente della Repubblica rinviare la legge alle Camere così da bloccare il procedimento di formazione di legge?

3)Se le Camere avessero continuato ad approvare la legge nello stesso testo,che fra l'altro non dà agli elettori la possibilità di scegliere direttamente i candidati contrastando con la norma dell'art 48 della Costituzione, che sancisce fra l'altro, la libertà del voto, poteva ancora il Presidente della Repubblica rinviarla alle Camere?

Anonimo ha detto...

Volevo solo segnalare che chi vuole provare a lottare contro qesta legge elettorale incostituzionale trova una lista delle iniziative di protesta su www.midimetto.com/altreproteste.html

Anonimo ha detto...

Hai pensato al fatto che uno dei primi dei non eletti di una lista potrebbe fare ricorso al TAR contro la sua non elezione denunciando l'antidemocraticità della legge elettorale? In tal caso il giudice avrebbe la possibilità di sottoporre il Porcellum al vaglio della Corte Costituzionale.

Anonimo ha detto...

grazie, ottima analisi