venerdì 16 maggio 2008

Felice Lima cacciato dalla mailing list di Magistratura Democratica


I magistrati si parlano fra loro a mezzo di mailing list riservate.

Ce n’è una per ogni corrente e da pochi mesi anche una “generale” dell’A.N.M., aperta su richiesta proprio anche di Felice Lima e di altri di noi.

Felice era iscritto a tutte queste mailing list.

Nell’ottobre del 2007 gli è stato vietato di scrivere sulla mailing list del “Movimento per la Giustizia” perchè i dirigenti della corrente hanno deciso di non consentire che sulla loro mailing list venissero espresse idee in contrasto con la linea politica della corrente, decisa dagli organi dirigenti della stessa.

Anche a seguito della deriva antidemocratica presa dal Movimento per la Giustizia, i cui dirigenti hanno censurato ogni dissenso interno, è nata l’idea di aprire questo blog.

L’altra decisiva ragione che ci ha spinti ad aprire questo blog è la necessità di uscire da un circuito di comunicazione chiuso e autoreferenziale e aprirsi a un dialogo e a un confronto sinceri con tutti gli altri.

Peraltro, uno dei problemi delle mailing list riservate dei magistrati è che è espressamente vietato riportare fuori di esse ciò che vi viene scritto, sicchè la maggior parte del dibattito e del confronto fra i magistrati resta oggi segreto.

Questa mattina Felice Lima è stato espulso dalla mailing list di Magistratura Democratica.

L'espulsione è stata compiuta con una laconica e poco comprensibile mail che riportiamo testualmente: «Dopo l’ennesimo messaggio inviato alla lista generale, in applicazione dei criteri indicati nella mia mail del 21.4.2008, si procederà all’esclusione di Felice Lima dalla mailing list. Linda D’Ancona».

Precisiamo che la mail in questione viene resa pubblica perchè inviata a Felice Lima personalmente e con modalità tali da renderne legittimo da parte sua l'uso ritenuto da lui più opportuno.

Riportiamo anche il testo di una mail con la quale Felice ha comunicato alle altre mailing list di magistrati la sua espulsione da quella di Magistratura Democratica.

Quello che davvero impressiona e dà la misura della gravità del momento è che le correnti “Movimento per la Giustizia” e “Magistratura Democratica” sono proprio quelle che si definiscono - non si sa proprio più sulla base di che - “progressiste” (figurarsi se fossero “reazionarie”) e che la motivazione ufficiale dell'espulsione consisterebbe nel fatto che Felice scriveva troppe mail!?

Ha scritto Felice Lima a tutti i colleghi:

«Cari colleghi,

scusatemi se scrivo questa mia per raccontare di un fatto che mi riguarda personalmente (è la prima volta, perchè ho sempre scritto di cose che non mi riguardavano personalmente), ma ritengo possa essere in qualche modo interessante sapere che oggi sono stato espulso dalla mailing list di Magistratura Democratica.

Riporto qui sotto la comunicazione della motivazione della mia espulsione.

Non sono sicuro di avere capito, ma la motivazione ufficiale sembra che sia perchè ho scritto troppe mail.

In tal senso depone l’espressione “dopo l’ennesimo messaggio inviato alla lista generale” - “ennesimo” senza ulteriore precisazione: dunque, non “ennesimo diffamatorio” o “ennesimo illegale” o simili - e il rinvio ai “criteri indicati nella mail del 21.4.2008” che parlava appunto di “autolimitazione”.

Ovviamente, ritengo che sia pieno diritto dei padroni di qualunque casa buttare fuori chiunque non sia loro gradito e, dunque, non ho nulla da recriminare sulla mia espulsione dalla mailing list di MD.

Penso, però, che ogni volta che a qualcuno sia impedito di parlare bisogna porsi degli interrogativi.

Un caro saluto.

Felice Lima»



Riportiamo a questo link un commento di Stefano Racheli su questo episodio.


27 commenti:

Anonimo ha detto...

E' un atto vergognoso, che denota mancanza di coraggio e una vigliacca censura. Mi dispiace per il Dott. Lima, e sono pienamente solidale con lui.
Paola Risi

Anonimo ha detto...

...Sono a tal punto indignata che non riesco a dormire...ho sempre davanti agli occhi lo sguardo malinconico di Giovanni Falcone, la sua risposta ferma e decisa, nonostante tutto, alla domanda di un'intervistatrice: "chi glielo fa fare? ha mai pensato di abbandonare in un momento di sconforto"? La sua risposta: spirito di servizio. NO, MAI."
Paola Risi

Anonimo ha detto...

Ho letto il suo discorso introduttivo per l'ultimo congresso di MD: adesso capisco...
è un utile monito, una coraggiosa esortazione che riguarda ogni singolo cittadino, non solo i Magistrati. Ognuno di noi deve smettere di invocare la responsabilità altrui e iniziare a domandarsi veramente cosa possa fare concretamente per cambiare le cose.
Paola Risi

p.s.: ho scritto una lettera di protesta a tutti gli indirizzi di e-mail di Magistratura Democratica che sono riuscita a reperire.

Anonimo ha detto...

Ha tutta la mia solidarietà.
Ricordi comunque che le azioni di forza appartengono a coloro che non hanno argomenti da difendere.
"Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima."
Martin Luther King

Mathilda

Anonimo ha detto...

Mai disturbare l'autista...dicendogli cose che non gradisce...
Meglio non salire su quell'autobus, tano non va da nessuna parte.

Anonimo ha detto...

Un atto che, secondo me, esprime intolleranza ed indisponibilità al confronto verso chi dice cose "fuori del coro" e probabilmente scomode.
Non ho mai capito in quali termini debba intendersi l'etichetta, autoattribuitasi da certe correnti, di "progressisti".
Qualunque significato abbia, questi non mi sembrano dei progressi.

Anonimo ha detto...

Piena solidarietà al Dott. Lima.

Luciana

P.S.

Dovrebbe sentirsi orgoglioso di cotanta censura.
Qualche volta di certe compagnie non se ne sente davvero la mancanza. ;)

Anonimo ha detto...

Qual'è il significato intrinseco della parola "Democratica" accanto a quella "Magistratura"?
Alessandra

Anonimo ha detto...

Qual'è il significato intrinseco della parola "Democratica" accanto a quella "Magistratura"?
Alessandra

Qello identico che accompagnava le Repubbliche dell'Est, fino al 1989.
bartolo

"Uguale per tutti" ha detto...

L'intervento di Felice per l'ultimo congresso di Magistratura Democratica al quale fa riferimento Paola Risi nel suo commento dell'1.59 può essere letto sul sito di MD a questo link e in questo blog a questo link.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Per quanto possa servire la solidarietà da parte di una cittadina qualsiasi...

Vi leggo sempre, T.

Anonimo ha detto...

Quando si vogliono relegare alla clandestinità certe vitali necessità come la VERITA'e la LIBERTA' queste trovano una straordinaria forza negli individui per essere riaffermate.
Tentare di soffocare le voci è proprio l'arma perdente della FORZA.
Alessandra

salvatore d'urso ha detto...

Magistratura Democratica... e dopo tale gesto cosa ha di democratico? Come in politica si usano belle parole per camuffare il marcio delle proprie azioni.

MD...

Io gli rimarrei quella sigla...

Cambierei l'ultima parola...

Magistratura Dispotica... le è più consono...

Ma io dico... ma quando vi deciderete tutti seriamente a cambiare i vostri rappresentanti? Per voi dovrebbe essere più facile rispetto ai rappresentanti del popolo presenti in politica...

Se ciò non avviene vuol dire che c'è molto di marcio anche nella stessa magistratura... e nelle sue correnti... cosa che è già risaputa... però si continua come se nulla fosse...

Dott. Lima lei ha tutta la mia solidarietà per quanto ingiustamente accaduto.

Sappiamo bene invece chi si deve Vergognare di tali comportamenti...

Anonimo ha detto...

Ovviamente, mi associo anch'io, al coro di solidarietà espressa nei confronti del giudice Lima.
Credo che la cancellazione, debba essere letta come intento punitivo nei confronti di coloro" La (cui)sincerità non consiste nel dire, ma nell'intenzione di comunicare la verità".
(Taylor Coleridge)

un caro saluto

Lia Gambino

Anonimo ha detto...

Felice Lima, che è anche un magistrato, è uomo di cultura, di grande senso del dovere, ma soprattutto di profondo rispetto dell’uomo in quanto tale, al di là di qualsiasi mansione esso ricompra nel consesso sociale. Io non ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona, ma ho avuto modo di leggere le sue idee, su molte questioni che il blog ha affrontato dalla sua costituzione.
Felice Lima è un uomo del cambiamento, non accetta di lasciare le cose come stanno se le reputa ingiuste e causa di privilegi irritanti. E’ persona che si impegna per ciò che crede. Insomma se ci fossero più persone con le sue qualità, l’Italia “non sarebbe il paese che è”. I magistrati si occuperebbero dell’efficienza dei propri uffici più di quanto fanno per la loro condizione economica; i politici si occuperebbero dei cittadini più deboli piuttosto che delle reti di potere che garantiscono loro il prestigio; i giornalisti eserciterebbero l’esercizio critico tipico del loro mestiere piuttosto che svolgere il ruolo di “agenzie pubblicitarie” dei politici potenti.
Ora, come tanti signori come lui, che non intendono lasciare le cose come le trovano se le reputano da cambiare (ed alcuni nomi sono ripresi nell’articolo di Stefano Racheli), è bersaglio di chi dallo status quo trae i propri privilegi. Si cerca di isolarlo, di ridurlo al silenzio, di neutralizzarlo. Il suo senso dell’egualitarismo esistenziale lo rende uno dei peggiori nemici del privilegio, del principe.
E poi ha un grosso difetto: quello di interrogarsi sulla “direzione del vascello”. Non si limita a prendere atto della direzione presa dal vascello su cui viaggia, ma si interroga se tale direzione è appropriata o meno. Non solo. Ma invita tutti coloro che viaggiano sul vascello a pensarci su, ad interrogarsi se la direzione è quella giusta.
Già immagino il manovratore, che lo scruta con astio, raccoglie informazioni su di lui, verifica il seguito che consegue presso la ciurma. E prima che sia troppo tardi decide di gettarlo in mare. Fuori dalla mailing list. La direzione che MD intende seguire “ è cosa di pochi”, non tutti detengono evidentemente i privilegi per intervenire, solo chi è allineato con il manovratore. Figurarsi poi se ad intervenire è un uomo del cambiamento. Finisce che tutti si perda quel poco di privilegi che con ferocia si tenta di mantenere.
Con questo tipo di atteggiamenti MD dimostra di essere alla frutta, di non riuscire più a garantire la rappresentanza di quella parte dei magistrati che definiamo progressista, di perseguire interessi sclerotizzati che non hanno alcun legame con i problemi con i quali i magistrati si confrontano. E’ in sostanza la fine della sua funzione e di quella dell’ANM. Prima si prenderà atto di ciò, prima soluzioni adeguate potranno maturare da una dialettica aperta. Mailing list “escludenti” come quella di MD non aiutano il confronto. Chi crede nel confronto di persone che hanno autonomia di pensiero dovrebbe trarne le conclusioni e tirarsi fuori dalla mailing list. Si vuole stare dietro ai capi o si vuole tentare, insieme, di risolvere i problemi?
Comunque se il giudice Lima è stato espulso dalla mailing list, ciò significa che ha toccato, una volta in più, qualche nervo scoperto. Ma quale nervo….Cosa mai avrà detto……
L’ultima cosa che io ricordo abbia scritto si riferiva alla votazione in commissione disciplinare per il trasferimento Forleo finita se non sbaglio 3 a 1, con due astenuti uno di MD e l’atro di MG; mentre due membri laici più uno UNICOST votano a favore ed il presidente contro (spero di non sbagliare). Quindi il non-voto di Magistratura Democratica e Movimento per la Giustizia è determinante. Il giudice Lima dice che i due astenuti avrebbero voluto un approfondimento della questione Forleo, senza ottenerlo. E si astengono, lavandosi le mani, anche se evidentemente non ritengono che le prove in possesso della commissione siano determinanti (altrimenti perché dovrebbero chiedere l’approfondimento istruttorio). Si astengono e determinano il segno del voto; considerata l’aritmetica del voto l’astensione è determinante per l’approvazione del trasferimento. Ed “in dubio pro reo?” Si chiede il Giudice. Speriamo quanto meno sia considerato nel voto al plenum. Insomma quanto riportato dal giudice Lima mette in evidenza il carattere politico di un voto che invece dovrebbe avere natura tecnica. Che ciò infastidisca il manovratore?

Anonimo ha detto...

Mamma mia!!!! Ma che sta succedendo??? in questo periodo sembra ci sia un attacco alla libertà di espressione che si snoda su tutti i fronti...è assurdo sapere che mailing list di magistrati adottino tali comportamenti ( già è incredibile per me aver scoperto che le discussioni che vi si fanno devono rimanere segrete!!!).
ma possibile ci sia un regresso democratico tale???
Dott. Lima, mi auguro di poter leggere i suoi post per lungo, lunghissimo tempo su questo blog!!
Tutta la mia solidarietà
Valentina La Mela

Anonimo ha detto...

Evidentemente se alla Camera può capitare di venire interrotti (dipende da quello che si dice) è logico che in una mailing list possa capitare lo stesso (dipende da quello che si scrive).

Anonimo ha detto...

Un popolo silenzioso osserva e non comprende, mentre i giusti scrivono e spiegano con fatti circostanziati i mali della casta.
Un popolo indignato legge e scrive sui blog della rete globale e si organizza per capire e per spiegare a coloro che non scrivono e non leggono. Un Grillo parlante buca il silenzio e in due assemblee nazionali raccoglie in un giorno centinaia di firme autenticate che crescono in quella successiva. Il regime si autoprotegge ma è debole e in crisi, diventa aggressivo e scioglie i capataz per censurare il giusto che avanza.
Inutile battaglia del regime, ormai attaccato dai paesi della comunità europea. Il trono del potere trema sotto i colpi del diritto e della giustizia infangata.
Quanto potranno resistere queste sanguisughe nell'incredibile scesa di stile?
L'italia s'è desta e ogni blog sarà la tromba che scuoterà la coscienza degli eroi.
Grazie di esistere popolo attento!

Anonimo ha detto...

Ho sentito parlare il dott.Lima ad una conferenza di addiopizzo e con tutta sincerità sono rimasta estasiata dalla schiettezza,onestà,pacatezza,spessore culturale e umano del giudice Lima! un uomo superpartes,che analizza un problema nella sua struttura e non partendo a priori da preconcetti e pregiudizi!
anzi qualcuno ce l'ha:la voglia di legalità,onestà intellettuale e libertà democratica!
ma purtroppo mi rendo conto che tutto questo non può che dare fastidio ovviamente!...meglio barabba che Gesù!
la notizia della espulsione mi ha rammaricato molto.
solidarietà e vicinanza a lei dottore che possiamo solo prendere da esempio!
coraggio!
piè

Anonimo ha detto...

La lettera!!!
Gentile De Luca,
per fortuna, il “re” calabrese sta per morire!
Il suo stato di salute, peggiorato progressivamente, è stato determinato dall'abitudine di vestire perennemente l'abito adamitico, mentre tutta la Corte lo vedeva in Alta Uniforme!!!
Ho letto ieri che Manganelli, a Casal di Principe per la festa della Polizia di cui egli è Capo, ha detto, rivolgendosi ai camorristi di quella città, di non essere degni di essere appellati con il nome di “cosca dei casalesi” in quanto quel nome è patrimonio di tutti i cittadini onesti di Casal di Principe e non di cialtroni criminali che ne infangano il prestigio. Il capo della polizia ha anche attaccato i tanti opinionisti tv che parlano di criminalità: «Ci sono troppi sociologi, tuttologi, sapienti del nulla che si siedono sulle poltrone televisive e parlano di camorra e mafia solo per aver scimmiottato qualche carta che hanno letto da qualche parte». Leggendo oggi sul Quotidiano l'articolo di Luigi M. Lombardi Satriani, “'Ndangheta, la Chiesa calabrese si mobiliti” non ho potuto fare a meno di associare lo stesso all'elenco stilato da Manganelli. Infatti, in Calabria, i cialtroni 'ndranghetisti non sono che una sparuta minoranza e la Calabria che vogliono infangare è dei calabresi poveri e onesti. Non ha assolutamente alcun senso, come proposto da Satriani, istituire in questa Regione “La giornata della 'ndrangheta”. Non fosse altro, per le stesse dichiarazioni fatte da Monsignor Bregantini con riferimento ai progetti di attentato nei suoi confronti da parte di alcuni cialtroni intercettati e per le quali egli, senza ombra di dubbio, asserisce di non essere mai stato in pericolo di vita per mano mafiosa. Concludendo che il suo trasferimento dalla Diocesi di Locri-Gerace a quella di Campobasso non è scaturito da questa circostanza. Il nostro, invece, nell'articolo in oggetto, ce lo fa passare, il trasferimento appunto di Bregantini, come diretta conseguenza di quella intercettazione. Che dire? Come per alcuni magistrati, anche per Bregantini, sono oramai molti i calabresi a non credere che il destino della loro vita sia passato attraverso le telefonate di pochi cialtroni! D'altronde, di tutti gli attentati avvenuti nel nostro Paese con le loro tragiche conseguenze, mai nessuno di questi è stato organizzato per telefono. E Manganelli, esperto nella lotta ai cialtroni, lo sa perfettamente!!!
Con la solita stima, bartolo iamonte.

Anonimo ha detto...

Dott. Lima ho letto il suo intervento al Congresso Md 2007 e mi sono commossa.
Non ricordo di aver mai letto un’analisi così lucida puntuale e propositiva della magistratura da fare invidia al miglior CEO di multinazionale.
Ecco penso che il problema da lei superbamente descritto stia proprio lì.. gli uomini ci sono, lei ne è l’esempio lampante, in ogni settore della nostra sfiduciata società, ma vengono zittiti, messi fuori gioco rimossi perché fanno paura, perché sono una minaccia alla nullità precostituita, alla consuetudine alla inefficienza tutelante per i molti (non tutti) ignavi della società. Molti più nel pubblico che nel privato, ma anche lì presenti con la loro incapacità cronica il loro accontentarsi del banale, dell’inutile, dello spreco.
E ci giochiamo le nuove generazioni che emigrano per non perire nell’oblio consegnando questa nostra Italia al nulla.
Grazie Dott Lima grazie per aver acceso una speranza ….. forse qualcuno ha il coraggio di uscire dal coro e di lottare per un futuro migliore..
Con grande stima
Silvia

Unknown ha detto...

Caro Dott. Lima, per quanto possano valere le mie parole e le mie considerazioni, inutile dire che ha tutto il mio sostegno e la mia più profonda solidarietà.

E se possa fare rabbia o causare inquietudine una simile condotta di alcuni suoi colleghi che si sono arroventati il diritto di escluderla perchè "dava e da fastidio" con la purezza del suo pensiero e la limpidezza della sua onestà e poi con la medesima faccia tosta si pongono dall'alto dei loro scranni a giudicare il prossimo a volte con sufficienza, pensi, per quanto sia possibile, in positivo: potrà continuare come ha sempre fatto ad esercitare la sua professione e la sua umanità con ancor più libertà, amore e passione non scendendo mai a compromessi con nessuno e rivendicando per se e per tutti quelli che la vedono come lei, una libertà d'espressione che oggi rappresenta una grande risorsa e ricchezza da condividere.

Con amicizia

Indiano

Anonimo ha detto...

Felice Lima, Ti conosco, Ti stimo, dimettiti dalla magistratura e vieni a fare l'avvocato. Sarai certamente libero e avrai grandi soddisfazioni.
Giuseppe Gerbino, avvocato, Palermo

Anonimo ha detto...

--- No comment, ovviamente, ma come recitava una canzone di qualche tempo fa: "era già tutto previsto".
Quando, qualche tempo fa, mi affacciai a questo preziosissimo blog firmandomi Avvilitoveramente, in relazione alla mia disillusione ed al fatto che proprio i magistrati più attivi, scrupolosi e fedeli custodi della costituzione subissero attacchi inauditi e indegni di uno stato di diritto, un frequentatore del blog (mi sembra di capire, notoriamente assai polemico) mi invitò ad andare ad accendere un cero per il fatto di aver vinto un concorso così prestigioso... sic...
Fortunatamente lo spirito del mio intervento fu correttamente inteso dai più, a partire dalla Redazione.
Purtroppo ogni giorno è buono per una cattiva notizia, intesa nel senso di ennesima caduta della legalità e della democrazia. In tale contesto, come si fa a non sentirsi "avviliti", tenendo conto che l'eroismo (con ciò intendo tenacia, forza e volontà smisurate) sono purtroppo patrimonio di pochi? Ovviamente avvilimento non significa accettazione supina, rassegnazione o cedimento, ma... quanta fatica ci attende!!!! Per parafrasare un'altra canzonetta, "ci vuole un fisico bestiale"!

Con immutata riconoscenza per esistere e per provarci.

(ancora ma spero non per sempre)uditore Avvilitoveramente

Anonimo ha detto...

Per "Avvilitoveramente".

Carissimo Collega,

grazie di cuore per la tua affettuosa solidarietà.

Quanto al fatto che "ci vuole un fisico bestiale", è vero!

Però non è cosa che deve stupirci.

E' la vita che è così.

La si può vivere "seguendo la corrente" oppure cercando un senso.

Se mi posso permettere di darti il mio modesto incoraggiamento, la mia esperienza è che "ne vale la pena".

I primi ai quali facciamo ciò che facciamo siamo noi stessi.

Vivere davvero costa sacrificio, ma ne vale la pena.

Nella fatica, nell'impegno si trova quel po' di bellezza e di verità che noi poveri uomini possiamo attingere.

E per di più ci si accorge che ci sono tanti altri che si impegnano e ce li si ritrova amici.

Concludo con due citazioni: una seria e una "leggera".

Quella seria è di Aristotele, che ha scritto:
"La morte e le ferite saranno dolorose per l’uomo coraggioso, che le subirà contro voglia, ma le affronterà perché è bello affrontarle, ovvero perché è brutto non farlo. E quanto più completa sarà la virtù che possiede e quanto più sarà felice, tanto più soffrirà di fronte alla morte: è per un uomo simile, soprattutto, che la vita è degna di essere vissuta, ed è lui che sarà privato dalla morte dei beni più grandi, e lo sa. E ciò è doloroso” (Etica Nicomachea, III, 9, 1117 b 7-13).

Quella "leggera" è un elogio dell'indipendenza, tratto da una scena del film "Cyrano de Bergerac", che abbiamo appena pubblicato su questo blog a questo link.

Grazie della tua attenzione e partecipazione. Resta con noi.

Un caro affettuoso saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Carissimo dott. Lima, il suo incoraggiamento è oltremodo prezioso per me in questo momento!
La ringrazio x entrambe le citazioni, confessando di voler cominciare da quella faceta... per ovvie ragioni!
In questo periodo sono prioritariamente impegnato a combattere contro le innumerevoli lacune personali contro le quali inevitabilmente, quando si passa dai libri al pratico, ci si imbatte... e meno male che almeno alle spalle avevo altre esperienze lavorative, sebbene completamente diverse. Non desiderando però divenire un magistrato magari bravissimo ad interpretare leggi e dicta giurisprudenziali ma avulso dalla realtà sociale che lo circonda, cercherò il più possibile di mantenermi attento ai temi che riguardano la categoria ed a quelli più generali.
Questo blog, a costo di ripetermi, è uno strumento preziosissimo anche per coloro che, come me, ci si affacciano solo saltuariamente.
Grazie ancora, pertanto, all'impegno suo, a quello di tanti altri colleghi onesti nonché a tutti i sinceri democratici, anche "non addetti ai lavori" che collaborano sul blog.
P.S. Una nota a margine su M.D. Confesso che nell'immaginario di chi, come me, non è più giovanissimo, questa corrente rappresentava, un tempo, quell'ideale di magistratura più delle altre attenta al rispetto dei valori costituzionali, a partire dal principio di uguaglianza sostanziale. Le pubblicazioni storiche, quali "Questione Giustizia" ancora oggi affrontano temi (immigrazione, sicurezza sul lavoro, ecc.) che nella vita reale delle aule giudiziarie sembrano spariti o meglio, sono affrontati con tutt'altra chiave di lettura. Essendo "idealista" ma non massimamente ingenuo, sapevo da tempo, purtroppo, che le cose non stavano (più) così e che, ad onta di tantissimi aderenti sinceri, anche questa, al pari di altre correnti, era divenuto un mero strumento di gestione del potere; anche perché, nella mia micro-esperienza personale con la giustizia vissuta (dall'altra parte del banco, intendo) ho avuto modo, purtroppo, di scoprire che nella mia cittadina aderiscono ad M.D. proprio alcuni magistrati tra i più retrivi e più sensibili alle ragioni dei forti a scapito di quelle dei deboli.
E' triste però scoprire che la realtà è addirittura peggiore di come la si immagina da un angolo visuale estremamente pessimista!
Leggo (purtroppo velocemente) che all'interno di M.D. si sia sviluppato un sia pur timido dibattito interno, ma sinceramente mi sembra molto poco di fronte alla gravità degli accadimenti recenti e degli episodi di censura di ben altra memoria storica. Ieri sera ho provato a registrarmi alla m.l. di M.D., per rendermi di persona conto di questo dibattito, ma purtroppo non ci sono riuscito... sicuramente ciò è dipeso da mia imbranatezza informatica, forse da sovraffollamento notturno della rete ma... ho pensato perfino che fosse stata disposta una "moratoria" delle iscrizioni in un periodo così delicato...
Cmq., sia M.D. che altre correnti hanno iniziato un corteggiamento spietato nei confronti dei nuovi assunti. Le correnti per così dire "gialle" sulla questione stipendiale, M.D. inviandoci pubblicazioni gratuite, l'agenda, ecc... I contenuti di questi testi sono stupendi, risultano tali anche dopo una rapidissima e frettolosa lettura, ma purtroppo, sembrano anzi azzarderei proprio sono, totalmente avulsi dalla giustizia reale praticata nelle aule di tribunale... ho un'esperienza ancora troppo limitata, è vero, ma mi è bastato ad esempio il periodo alla sezione lavoro per capire quanto ormai il concetto di uguaglianza sostanziale, anche nella mente dei colleghi più onesti e scrupolosi, sia quasi stato cancellato, per fatti concludenti, senza cioè il bisogno di una formale modifica costituzionale...
Mi sono dilungato eccessivamente e spero di non aver annoiato troppo, ma credo che questi temi siano comunque collegati al deficit di democrazia reale che purtroppo giorno dopo giorno cresce sempre più.
Purtroppo i miei giovani colleghi si associano chi per le convenzioni bancarie, chi per la convenzione telefonica, ecc... E' un dato, non una sterile lamentela.
A molti di loro sarà capitato di dover fare una sentenza secondo le indicazioni dell'affidatario, senza condividerla, ma credo che pochi abbiano provato una seria sofferenza fisica nel dover stendere una sentenza che dava torto ai lavoratori (che in quel caso, oggettivamente, non ideologicamente, avevano ragione, vi era perfino cassazione in tal senso!), perché quello era l'orientamento culturale dell'affidatario (per il resto, peraltro, preparato e laborioso)...
A me è accaduto, per ora sono sopravvissuto e spero di farne tesoro per il futuro, quindi a maggior ragione ancora i Suoi incoraggiamenti sono indispensabili.
Approfitto con l'ultima nota a margine anche per ringraziare il dott. Racheli per lo splendido scritto e per chiedere a chi vorrà come fare ad ascoltare in rete (se reperibile) la canzone a cui fa riferimento-ù
Avvilitoveramente

Anonimo ha detto...

Carissimo Collega,

grazie di cuore per il tuo bellissimo intervento, che offre a questo dibattito un contributo davvero prezioso.

Approfitto dell’occasione per chiederti se potessi inviarci all’indirizzo della Redazione un tuo recapito privato, se preferissi anche anonimo, dove potere proseguire il nostro dialogo. Ma, ovviamente, non ti sentire in alcun modo in obbligo di farlo.

Così come ci tengo a dirti che tutti i componenti della Redazione sarebbero felicissimi se tu avessi piacere – se del caso anche in forma anonima, mediante il ricorso a uno pseudonimo – di scrivere un tuo articolo per il blog, nel quale esporre il tuo punto di vista sulla magistratura e su tutto ciò che ti interessa.

Quanto alle vicende di Magistratura Democratica, mi sembra doveroso chiarire che anche io, come te, penso che MD abbia dato un contributo assolutamente decisivo alla storia positiva della magistratura e della giustizia italiane.

Personalmente sono grato – come magistrato e come cittadino – a MD per tanta parte della sua storia.

Il problema è che sia le persone che i gruppi inevitabilmente cambiano con il cambiare delle situazioni.

Il problema, quindi, non è esprimere giudizi definitivi – “buoni”, “cattivi” – e a ben vedere neppure esprimere giudizi tout court, ma seguire gli eventi e rapportarsi ad essi così come avvengono qui e ora.

Le scelte – fatte da Magistratura Democratica e dal Movimento per la Giustizia – di sottrarsi al confronto e censurare il dissenso al proprio interno sono fatti con i quali confrontarsi, non per esprimere o modificare i giudizi della storia, ma per provare a fare qualcosa perché ci sia ancora qualcuno che concepisca il battersi per dei valori in un modo diverso dal partecipare a un sistema di mediazioni utilitaristiche.

Su questo punto, mi permetto di riportare qui una mail che ho inviato alla mailing list di un’altra corrente dell’A.N.M., nella quale un collega scherzava affettuosamente sul fatto che sono stato espulso dai luoghi di confronti delle due correnti per le quali avevo sempre votato.

Ho scritto lì:

«Caro M., ti rispondo scherzosamente dicendo: ma chi, al momento del voto, non finisce per scegliere "il male minore"?

E sempre scherzando sul fatto che finora li avevo sempre votati: magari non erano così quando li votavo e ora sono peggiorati.

Sai, succede che noi (inteso tutti noi) non siamo ciò che crediamo di essere, né ciò che diciamo di essere.

Siamo ciò che siamo. E spesso cambiamo senza che ce ne accorgiamo. Ci cambiano i fatti più delle decisioni che consapevolmente prendiamo.

A 47 anni, con casa di proprietà, lavoro a tempo indeterminato, moglie e figli, nonostante mi illuda di essere lo stesso di quando avevo 22 anni ed ero celibe, senza casa e senza lavoro nonostante dica più o meno le stesse cose, è ovvio che non sono più lo stesso e che le cose che mi agitano, mi preoccupano, mi entusiasmano non sono le stesse di allora.

Uno dei fondatori di M.D. una volta mi ha detto: "Quando abbiamo cominciato, noi di M.D. eravamo sempre sotto processo penale e disciplinare. Oggi siamo al Ministero".

Questo cambia oggettivamente le cose.

Che uno lo voglia o no, le situazioni cambiano le persone.

Non mi ricordo più (perchè tutto va troppo in fretta e si sovrappone) cosa pensasse e dicesse Anna Finocchiaro anni fa (eravamo colleghi nello stesso ufficio). Leggendo quello che dice oggi, vedendola farsi scrivere il programma da Salvo Andò, sentendola tessere le lodi di Andreotti e tutto il resto mi rendo conto che mettere in conto di potere avere un futuro ai vertici di qualche istituzione (una volta ha dichiarato che se fosse uomo l'avrebbero già fatta Presidente della Repubblica) cambia il modo di guardare le cose e di procurarsi le opportunità.

Non è un problema della destra o della sinistra. Né di M.D. o M.I..

Pensa a come la vostra corrente sia stata cambiata in questi ultimi mesi da fatti e situazioni.

Ovviamente il "cambiata" non intende esprimere alcun giudizio di valore, né positivo né negativo. Siete in movimento. Si tratta di gestire bene queste dinamiche. E' chiaro che man mano che avrete più potere dovrete confrontarvi sempre più serratamente con questo problema.

Credo che ognuno - persona, gruppo, entità qualsivoglia - debba preoccuparsi di assicurarsi un qualche strumento informativo su se stesso.

Noi non possiamo essere buoni giudici di noi stessi. Siamo troppo coinvolti.

Dunque, dobbiamo provare a darci degli strumenti.

In grande parte resteremo comunque nell'impossibilità di un vero giudizio su di noi (mi ha commosso mia figlia di 13 anni alla quale l'altro giorno ho chiesto cosa pensasse di sé rispetto a una certa cosa di cui discutevamo e lei, con disarmante sincerità, mi ha detto: "Papo (mi chiama così), ma io non lo so cosa penso di me su questo").

Ma in parte ci potranno aiutare degli indicatori.

Se "epuriamo" gli indicatori a poco a poco diventiamo quello che la storia ci insegna che sono diventati tutti gli epuratori.

E bada - e lo sai - che, diversamente da quello che hai scritto, non è un problema solo dei rivoluzionari. Lo è anche dei conservatori.

Sono convintamente cattolico. Ma in quante occasioni Madre Chiesa ha "epurato"?

A mio modesto parere è il destino di tutti i poteri, rivoluzionari e no.

Siccome la cosa che cromosomicamente sentono come primaria è la difesa del potere in sé (perchè in buona o malafede lo ritengono lo strumento indispensabile per "fare il bene", "per fare la rivoluzione", "per diffondere la fede", "per fare progredire economicamente il paese", eccetera), man mano che la collocazione al potere inquina gli ideali primigeni, le ragioni della difesa del potere crescono via via nella gerarchia delle priorità e succede ciò che è noto e assolutamente costante nella storia.

Per farti una metafora letteraria, pensa all'anello del "Signore degli anelli". Metterlo al dito dà a chi lo detiene un potere enorme, ma contemporaneamente lo trasforma, assimilandolo all'essenza dell'anello medesimo.

Senza l'anello non hai il potere di fare ciò che sarebbe bello fare. Con l'anello hai quel potere ma a poco a poco il potere si impadronisce di te.

Nessuno di noi - io stesso, tu, ogni corrente in quanto tale, ogni gruppo, ogni famiglia, ogni condominio, tutti - ci dobbiamo confrontare con questo che è nel DNA del nostro "fare".

Per concludere, il "personaggio" che più mi affascina (sotto il profilo emotivo, perchè la ragione ha in me altri "miti") è Ernesto Guevara, detto "Che" :-)

Fece la rivoluzione. La vinse. Ma si rese conto di non starci bene al potere. E ripartì per andare a farsi ammazzare sulla Sierra.

Sembra ovvio che se tutti fossimo Che Guevara il mondo non andrebbe da nessuna parte, ma è anche vero che non andrebbe da nessuna parte neppure se tutti fossimo Fidel Castro (uno, cioè, che ha ritenuto lecito qualunque strumento di repressione pur di “difendere la rivoluzione”).

E per tornare serio, so per certo che sarai d'accordo con me sul fatto che il mondo non andrebbe da nessuna parte neppure se tutti fossimo come te e neppure se tutti fossimo come me.

C'è un disperato bisogno del contributo di tutti, perchè ognuno fa bene la sua parte, ma per una bella recita serve che siano coperte tutte le parti. Servono gli intelligentoni e gli artisti. I laboriosi e i pigri. Quelli che si mettono in politica e quelli che odiano la politica. Quelli ortodossi e quelli eterodossi. Eccetera.

Il guaio di questi giorni è che mi pare che le "bande" tutte, le "correnti" tutte, i "partiti" tutti, abbiano una tendenza più o meno marcata a "serrare le fila". E' istintivo. Quando c'è crisi, quando la partita diventa difficile, quando l'incertezza aumenta, "serrare le fila" sembra la cosa più furba da fare. Ma invece è la peggiore».


Quanto a ciò che hai scritto sulla perdita “per fatti concludenti” del principio di uguaglianza, non posso che condividere il tuo pensiero.

Non a caso questo blog si ispira proprio a quel principio.

Batterci per difenderlo è, a mio modesto parere, un dovere di ogni uomo. Perché ogni violazione per principio di uguaglianza è sempre un inaccettabile abuso in danno di uno o più esseri umani.

Ed è un dovere speciale e specifico di ogni magistrato. Fuori dal rispetto di quel principio il lavoro del giudice non è neppure pensabile ed egli si trasforma da tutore del diritto in “braccio armato” del potere.

Dunque, come ho già scritto nella mia precedente risposta, non avere mai dubbi sul fatto che vale assolutamente la pena di battersi per la giustizia e per l’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge. Qualunque sia il prezzo da pagare, solo così onoreremo noi stessi e daremo un senso alla nostra stessa esistenza, di magistrati ma prima ancora di uomini e donne.

Mi scuso con tutti per la lunghezza di questo intervento.

Un caro saluto.

Felice Lima