lunedì 22 dicembre 2008

Perchè hanno tutta questa urgenza di fermare l'inchiesta di Salerno






Trascrizione:

di Marco Travaglio
(Giornalista)


“Buongiorno a tutti.
Oggi, in questa ultima puntata prima di Natale vorrei ancora soffermarmi sulla vicenda di Salerno e Catanzaro perché continuano ad arrivarmi, giustamente, delle richieste di chiarimento, per quanto riguarda ciò che siamo riusciti a far vedere, credo sia stato molto importante, nella puntata di giovedì sera di Annozero.

Una puntata che sta già terremotando la magistratura fin dalle sue fondamenta.
Chi ha notizie o conosce qualche magistrato può farsi dire che il comportamento del segretario dell’Associazione Magistrati ha lasciato interdetti molti suoi colleghi, soprattutto perché la ricostruzione di Annozero ha mostrato dove stia il marcio tra le procure di Catanzaro e di Salerno.
Il fatto che, invece, il rappresentante ufficiale dell’associazione magistrati abbia continuato a prendersela con Salerno senza dire una parola su quello che è successo a Catanzaro ha lasciato molti interdetti, addirittura c’è chi chiede un cambio al vertice dell’ANM.
Sarebbe opportuna un’autocritica.
Dopo entriamo nel merito delle cose che ancora non abbiamo detto la scorsa settimana, però io penso che quello che sta succedendo, cioè il fatto che magistrati come De Magistris siano stati lasciati soli di fronte ad attacchi politici inauditi - non credo che, a parte i magistrati del pool di Milano nella metà degli anni Novanta, ci sia mai stato nessun pubblico ministero bersagliato da decine e decine di interrogazioni e interpellanze parlamentari, seguite da ispezioni, da una mole enorme di provvedimenti disciplinari, per non parlare della pratica di trasferimento - tutto ciò non sarebbe mai potuto accadere.
Ed è potuto accadere non perché l’ANM abbia voluto prendersela con De Magistris, ma perché ha trascurato colpevolmente il caso Catanzaro per troppi anni.
Ha voluto coprire il CSM che ha trascurato colpevolmente il caso Catanzaro, è stata poi presieduta dal giudice Luerti, il quale si è poi scoperto essere intimo amico del principale indagato di De Magistris, Antonio Saladino, il leader della Compagnia delle Opere in Calabria.
Non solo amico ma, come abbiamo sentito nella ricostruzione sceneggiata da Annozero con attori che leggevano il testo dell’interrogatorio di Luerti davanti alla procura di Salerno, Luerti viveva addirittura in una comunità - e vive in una comunità - prima a Catanzaro e poi a Salerno dei Memores Domini, una confraternita di Comunione e Liberazione.
Di frati di Comunione e Liberazione che fanno voto di povertà, castità e obbedienza.
Il fatto che poi nel decreto di perquisizione scritto da Salerno per andare a Catanzaro a prendere le carte ci sia un accenno a questa parte di interrogatorio, dove si parla del voto di castità di questo magistrato, non significa affatto che i suoi colleghi abbiano voluto sindacare la sua vita privata e affettiva: vuol dire che gli hanno semplicemente posto il problema del fatto che, forse, un magistrato non dovrebbe essere nelle condizioni di imbarazzo che ora derivano a costui dall’essere parte di una confraternita della quale fanno parte anche persone che vengono coinvolte in vicende giudiziarie.
Se fai voto di obbedienza a una confraternita, bisognerà vedere quanto sei obbediente a quella confraternita rispetto a quanto sei obbediente alla legge.
Io penso che questo dottor Luerti sia una persona assolutamente perbene, ma certamente non basta essere persone perbene, bisogna anche sembrare imparziali quando si è magistrati.
Pensate soltanto a quando faceva il magistrato a Catanzaro e viveva nella casa di Saladino che poi si è rivelato essere - non sappiamo se abbia commesso reati o no - una persona piuttosto disinvolta nei rapporti d’affari e politici.
E adesso fa il magistrato a Milano, in una regione che è presieduta da un membro influentissimo di Comunione e Liberazione che per anni ha detto pubblicamente di aver fatto anche lui questo voto di castità, e di essere anche lui membro di questa comunità, di questa confraternita.
Il fatto che questo Luerti presiedesse l’Associazione Magistrati ha sicuramente influenzato la sua posizione quando ha dovuto rilasciare delle dichiarazioni su quello che stavano facendo a De Magistris.
De Magistris è stato esautorato delle sue indagini e l’ANM di fatto non ha preso la posizione che avrebbe dovuto prendere.
Gli sono state avocate, probabilmente in maniera illegale o irregolare, le indagini e l’ANM ha taciuto, e alla fine è stato trascinato davanti al CSM con delle accuse risibili, come abbiamo detto, e pure trasferito in base a quelle accuse risibili che ricordano un po’ quelle in base alle quali adesso vengono crocifissi i magistrati di Salerno.
Avere scritto troppe pagine in un decreto di perquisizione, avere fatto accenni presunti alla vita privata di questo o quel personaggio.
Insomma, stupidaggini mentre dall’altra parte c’è un verminaio - a Catanzaro - con persone che non dovrebbero più poter fare i magistrati.
Allora, visto che l’ANM ha cominciato con il piede sbagliato in questa vicenda, ha proseguito con il piede sbagliato, mentre oggi basterebbe dire: “siamo cambiati, il segretario Luerti non c’è più, ora c’è un nuovo vertice, c’è il dottor Cascini, il dottor Palamara.
Chiediamo scusa per aver sottovalutato il caso. Chiediamo scusa per avere fatto i Ponzio Pilato quando avremmo dovuto schierarci dalla parte giusta.
Adesso, però, viste le carte, alla luce di quello che ci mostra Salerno, vedremo se quelle pagine sono troppe, troppo poche, ma vogliamo far sapere che quello che è successo ai danni del dottor De Magistris lo riteniamo inaccettabile, e che nessuno provi più a fare altrettanto nei confronti di altri magistrati”.
Naturalmente questo non significa che De Magistris abbia sempre ragione, può avere sbagliato come sbagliano tutte le persone.
Gli errori dei magistrati, quando riguardano le loro indagini, vengono corretti da altri magistrati nei ricorsi dei vari gradi di giudizio.
Se qualcuno voleva lamentarsi delle indagini di De Magistris aveva soltanto da rivolgersi al GIP, al Tribunale del Riesame, alla Corte d’Appello, alla Corte di Cassazione e se aveva ragione avrebbe trovato giustizia.
Invece, c’è chi ha ritenuto che gli eventuali errori, tutti da dimostrare, di De Magistris si potessero risolvere levandogli le inchieste.
Questa è una cosa assolutamente inaccettabile, anche perché poi si è scoperto che, secondo la procura di Salerno, le inchieste gli sono state tolte non perché erano sbagliate ma perché erano giuste e quindi bisognava impedirgli di proseguirle.
Perché sia chiaro di cosa stiamo parlando, purtroppo ancora si fa finta di non capire, l’ipotesi accusatoria - noi non sappiamo se sia buona o non buona - è questa, da parte dei magistrati di Salerno nei confronti dei loro colleghi di Catanzaro: questi colleghi si sarebbero praticamente venduti le indagini di De Magistris ai principali imputati, cioè il senatore Pittelli di Forza Italia e il solito Saladino, in cambio di favori.
Assunzioni di parenti, segnalazioni, finanziamenti, eccetera.
L’accusa più grave è quella di corruzione in atti giudiziari.
Voi ricordate che si è parlato molto di corruzione in atti giudiziari ai tempi del caso delle toghe sporche, quando nel 1996 scattarono gli arresti al Tribunale di Roma.
Quando i magistrati di Milano andarono a Roma a prendere i giudici Squillante e Metta, quello che aveva fatto la sentenza del Lodo Mondadori.
All’epoca i magistrati coinvolti erano tre o quattro.
Qui sono addirittura sette, in una procura molto più piccola come quella di Catanzaro.
Stiamo parlando di un intero ufficio giudiziario che viene coinvolto a partire da: ex capo della procura di Catanzaro, Lombardi.
Procuratore aggiunto tutt’ora in funzione a Catanzaro, che per molti mesi ha fatto il procuratore capo facente funzioni quando Lombardi è stato trasferito, e si chiama Salvatore Murone.
Il procuratore generale facente funzione fino a qualche mese fa, Dolcino Favi, e il nuovo procuratore generale che ha preso il posto vacante, Enzo Iannelli.
Più tre sostituti procuratori.
Questa è la formazione. Voi capite che la gravità dell’accusa è spaventosa, stiamo parlando dei vertici.
Quando sono andati a prendere i giudici delle toghe sporche, i magistrati di Milano non hanno colpito così in alto: il più importante era Squillante che era il capo dei GIP di Roma, ma gli altri erano normali giudici di tribunale o Corte d’Appello, ed erano anche meno come numero.
Tanto perché voi abbiate idea, io non sono qui a dire che l’accusa regge o no, non spetta a me: c’è un decreto di sequestro, se uno non lo ritiene fondato si rivolge al Tribunale del Riesame invece che al governo, al Capo dello Stato, al CSM o all’opinione pubblica, come ha fatto Iannelli andando a strillare che quella perquisizione e quel sequestro erano illegittimi e addirittura eversivi.
Capo di imputazione A: corruzione giudiziaria.
Sono accusati il procuratore capo uscente Lombardi, il suo aggiunto Murone e il senatore Pittelli.
Scrivono i magistrati di Salerno che, quando il procuratore Lombardi e il suo aggiunto Murone, hanno revocato a De Magistris l’inchiesta Poseidone, quella sui depuratori mai costruiti perché il solito comitato d’affari si è fregato 800 milioni di euro, ciò è avvenuto dopo che era stato indagato il senatore Pittelli.
Peccato che Pittelli abbia nel suo studio legale, a lavorare, il figlio della convivente e poi seconda moglie del Procuratore Lombardi.
Il quale, infatti, appena è stato iscritto Pittelli si è astenuto dall’occuparsi di quell’indagine, però ha tolto anche De Magistris, con il risultato che l’indagine, scrivono i magistrati, è stagnata per molti mesi, è stata disintegrata dai magistrati che sono stati chiamati a occuparsene dopo e questo naturalmente non è un fatto casuale ma doloso.
Lombardi voleva distruggere quell’indagine per fare un favore al suo amico Pittelli, il quale a sua volta aveva preso nello studio il figlio della seconda moglie di Lombardi.
Il figlio della seconda moglie di Lombardi, che si chiama Pierpaolo Greco, era entrato in una società immobiliare - la Roma9 srl - insieme a Pittelli ed altri avvocati dello studio Pittelli.
Poi Pittelli aveva addirittura difeso il procuratore Lombardi nel giudizio disciplinare alle sezioni riunite della Cassazione, che è una cosa allucinante: un procuratore che si fa difendere da un indagato del suo stesso ufficio in un procedimento davanti alle sezioni unite della Cassazione.
E’ uno che probabilmente non dovrebbe più fare il magistrato, non è che deve essere trasferito come, invece, è accaduto.
Capo di imputazione B: sono accusati il procuratore aggiunto Murone, il procuratore generale facente funzione Favi, l’ex procuratore Lombardi - il solito trio - più i due imputati più famosi, Saladino e Pittelli.
L’accusa è di nuovo corruzione giudiziaria e c’è pure un falso in atto pubblico.
Qui ci si riferisce all’altra inchiesta tolta a De Magistris: la Why Not, sui soldi stanziati dallo Stato e dall’Europa per l’informatizzazione e il lavoro interinale in Calabria che poi sono stati fregati dai comitati d’affari.
Why Not viene tolta dal procuratore generale Dolcino Favi non appena De Magistris indaga Mastella.
La Poseidone appena indaga Pittelli, qui appena indaga Mastella.
Fanno notare i magistrati: De Magistris, poco prima che gli togliessero l’indagine avevano fissato la data, per pochi giorni dopo, di una perquisizione fondamentale.
La perquisizione nel giornale del partito di Mastella, l’Udeur. Il giornale si chiama “Il Campanile”.
Si ipotizzava, e l’abbiamo letto poi sull’Espresso, che la famiglia Mastella usasse per fini domestici parte dei fondi pubblici che andavano al Campanile, i famosi torroncini della signora Sandra, i famosi rimborsi benzina per il figlio che gira sul Porsche Cayenne, le famose polizze assicurative che sempre il figlio di Mastella garantiva al Campanile, compensi a Clemente Mastella per i suoi fondamentali editoriali che apparivano sul Campanile - che andava a ruba naturalmente quando c’erano gli editoriali di Mastella.
Bisognava andare a perquisire la sede del Campanile per acquisire le carte che dimostrassero l’uso buono o non buono di questi fondi pubblici.
Alla vigilia di questa perquisizione, gli levano l’indagine e naturalmente la perquisizione salta.
Dopodiché cosa fa il procuratore Favi? Manda gli atti su Mastella al Tribunale dei Ministri dicendo: “sei un ignorante, De Magistris: i reati commessi da un ministro li giudica il Tribunale dei Ministri di Roma, e tu non sei competente”.
Manda queste carte a Roma, così si viene a sapere che è nel mirino Il Campanile e che sta per essere perquisito.
Immaginate quando fanno la perquisizione a babbo morto cosa possono trovare, visto che al Campanile già sanno che viene qualcuno a prendere le carte.
Come avvertire uno dicendo “vengo a perquisirti, sistema un po’ le cose”.
Il fascicolo viene poi dato ad altri pubblici ministeri che, secondo Salerno, spezzettano il quadro complessivo dell’accusa, lo parcellizzano e lo polverizzano.
Dicono, i magistrati di Salerno, che anche questo atto è stato doloso: l’hanno fatto apposta a levargli l’inchiesta per rovinarla e hanno usato, ecco l’accusa di falso, una motivazione falsa per giustificare una cosa gravissima, come l’avocazione di un inchiesta.
Cioè che, siccome Mastella aveva chiesto al CSM di trasferire De Magistris, allora lui quando l’ha iscritto nel registro degli indagati l’ha fatto per vendicarsi.
Praticamente De Magistris era in conflitto di interessi.
E’ una cosa che ricorda la fiaba del lupo e dell’agnello.
Mastella da mesi sa che De Magistris sta lavorando, tant’è che persino i giornali hanno scritto che ci sono delle telefonate tra Mastella e alcuni imputati, come Saladino, il piduista Visignani, eccetera.
Dopo aver saputo che stanno lavorando sulle sue telefonate, e che quindi è imminente la sua iscrizione nel registro degli indagati, Mastella si precipita al CSM e come ministro della Giustizia chiede di trasferire urgentemente De Magistris, che così perderebbe l’indagine.
A questo punto, il suo procuratore gli leva l’indagine dicendo che De Magistris è in conflitto di interessi con Mastella, e non il contrario!
Come il lupo, stando sopra, accusa l’agnello che sta sotto di intorbidargli l’acqua del ruscello.
Ecco, la fiaba del lupo e dell’agnello entra in un provvedimento giudiziario.
Secondo i magistrati di Salerno non è solo un provvedimento assurdo, è anche un reato perché si è commesso un falso in atto pubblico per espropriare il titolare di un indagine nel momento clou dell’indagine medesima.
Ritardi, poi, nelle indagini fatte dai suoi successori, il blitz al Campanile ormai è un blitz annunciato e va come va.
Mastella viene poi stralciato, come abbiamo detto, e mandato a Roma; se non che il Tribunale dei Ministri restituisce a Catanzaro le carte dicendo: “ma noi non siamo competenti! E’ vero che Mastella è ministro in questo momento, ma non vi siete accorti che negli atti di De Magistris le cose contestate a Mastella risalgono a un periodo precedente di quando è diventato Ministro”.
Quindi è competente Catanzaro, mica il tribunale dei ministri.
Dove sta il dolo in questa avocazione? Scrivono i magistrati di Salerno che uno dei protagonisti di questo esproprio dell’indagine, il procuratore aggiunto Murone, si è visto assumere dei parenti da Saladino, e qui si fanno i nomi di un cugino e un protetto del procuratore Murone che lavorerebbero con la Why Not di Saladino.
Poi, i soliti favori che Pittelli, indagato anche nella Why Not oltre che nella Poseidone, ha fatto - come abbiamo visto prima - al figliastro del procuratore Lombardi.
Terzo capo di imputazione, capo C: abuso, falso e favoreggiamento. C’è la solita triade di magistrati Favi, Murone, Lombardi.
Praticamente, qui si parla del fatto che dopo aver tolto l’indagine a De Magistris hanno anche revocato l’incarico al suo consulente informatico-telefonico, il famoso Genchi, il mago degli incroci dei tabulati telefonici.
Quello che ha fatto scoprire decine e decine di omicidi grazie proprio all’incrocio dei tabulati telefonici e che adotta lo stesso sistema antimafia in queste indagini di pubblica amministrazione.
Dato che è molto bravo e ha scoperto tutti questi legami che dicevamo prima, e dato che rischia - scrivono i magistrati nell’accusa - di essere molto bravo anche se non c’è più De Magistris con i suoi successo, allora gli tolgono l’incarico per evitare che continui a lavorare.
E gli mandano pure il Ros dei Carabinieri a portare via un pezzo del suo archivio, con risultati dannosi per l’inchiesta.
Capo di imputazione D: qui entrano in scena i magistrati che sono subentrati a De Magistris e che sono arrivati dopo la sua revoca.
Infatti, c’è il nuovo procuratore generale Iannelli, ci sono i due PM che si sono occupati dell’inchiesta Poseidone, Garbati e De Lorenzo, e c’è sempre Favi, il procuratore generale facente funzioni di un anno fa.
Sono accusati di abuso, falso e favoreggiamento. Perché?
Perché avrebbero indagato, addirittura, tramite il Ros dei Carabinieri, sul consulente Genchi.
Per indagare su una persona questa deve essere iscritta nel registro degli indagati, perché le indagini possono durare un certo periodo e la persona deve potersi difendere.
Invece, pare che abbiano indagato su di lui, acquisendo lavoro suo e ipotizzando che avesse abusato del suo potere insieme a De Magistris, ma senza iscriverlo nel registro degli indagati.
Indagavano una persona non indagata formalmente per dimostrare, scrivono i magistrati di Salerno, falsamente che Genchi commettesse dei reati nelle sue indagini per conto di De Magistris.
Alla fine, tutto questo sarebbe servito a chiedere l’archiviazione della posizione di Mastella.
Qui stiamo parlando dell’indagine Why Not, che per Mastella viene stralciata e si chiede e ottiene l’archiviazione.
I magistrati di Salerno scoprono che nella richiesta di archiviazione i PM che sono subentrati a De Magistris non ci mettono tutte le carte che c’erano a carico di Mastella: se ne tengono alcune e ne mandano al GIP soltanto una parte.
Così il GIP non ha il quadro complessivo, tant’è che il GIP dice: “beh, se gli elementi erano solo questi non c’erano nemmeno motivi per iscriverlo”.
Così tutti a dire: “ecco! Avete visto? Il GIP ha stabilito che De Magistris ha iscritto Mastella anche se non ce n’erano i presupposti”.
Ma il GIP non aveva il quadro completo delle accuse di De Magistris a Mastella, perché i PM non gliel’hanno dato.
E perché non gliel’hanno dato? Perché hanno stabilito che dato che Genchi, il consulente informatico, aveva raccolto certi dati - dicono loro - illegalmente, quelli non li potevano dare al GIP.
E in realtà erano proprio i dati fondamentali che spiegano per quale motivo Mastella era finito sotto inchiesta.
Quindi anche la richiesta di archiviazione di Mastella sarebbe un atto illegale, insabbiato da questi magistrati. Questa è l’accusa, poi vedremo se è buona o non è buona, ma la racconto perché voi vi rendiate conto di quanto è grave l’ipotesi accusatoria che ha dato origine a questo blitz di Salerno a Catanzaro.
Vado rapidamente alla fine: capo E.
C’è il nuovo procuratore generale Iannelli, ci sono gli stessi due PM Garbati e De Lorenzo, accusati di nuovo di abuso, falso, favoreggiamento e calunnia.
Perché? Perché quando hanno stralciato dal fascicolo Why Not la posizione di Mastella e hanno chiesto l’archiviazione, hanno praticamente tralasciato una serie di indagini che, se approfondite, avrebbero potuto portare la posizione di Mastella in condizioni più critiche rispetto a quelle che già emergevano quando ci stava lavorando De Magistris.
Infatti ci sono tutte le testimonianze dei consulenti: oltre a Genchi c’è anche il consulente contabile, quello che si occupa dei giri di soldi, Sagona i quali dicono: “ma noi a questi magistrati subentrati a De Magistris gli abbiamo chiesto di poter approfondire la pista dei soldi, ma loro non ce le facevano mai fare, queste indagini. Ci dicevano di non farle.
Noi siamo stati praticamente bloccati, anche dopo la perquisizione al Campanile, e alla fine è ovvio che hanno archiviato: non ci hanno lasciato approfondire le indagini... se c’era De Magistris le approfondivamo e vedevi che magari le accuse si rivelavano più che fondate”.
Perché c’è la calunnia, in questo caso, oltre al favoreggiamento a Mastella, il falso e l’abuso? Perché viene contestato a questi magistrati di avere salvato Mastella per l’interesse di Mastella, naturalmente, ma anche per dimostrare che De Magistris era un farabutto, che ce l’aveva con Mastella.
Io do poche carte al GIP, il GIP fa l’archiviazione, scrive che Mastella non andava neppure indagato e così sono riuscito a sputtanare De Magistris e dimostrare che abbiamo fatto bene a buttarlo fuori come un copro estraneo.
Capo F: il solito procuratore generale Iannelli, quello appena arrivato; i pubblici ministeri Garbato e De Lorenzo, quelli che hanno preso le indagini di De Magistris su Why Not; Curcio, quello che ha preso la Poseidone e Murone, procuratore aggiunto, che li sorveglia tutti quanti.
Questi sono accusati di abuso, falso e favoreggiamento nei confronti di tutta una serie di politici e personaggi di livello nazionale che sono usciti da questi fascicoli e sono stati a loro volta archiviati.
Sapete che le indagini di De Magistris sono state dimagrite dai nuovi arrivati, che hanno fatto archiviare e prosciogliere tutti i politici e i personaggi nazionali concentrandosi soltanto su alcune figure locali.
Tutto questo a favore di Pittelli, Bonferroni, Lorenzo Cesa, il generale Cretella, Galati - che all’epoca era nell’UDC e adesso nel Popolo della Libertà - che sono stati stralciati nel procedimento Why Not.
Ancora Cesa, Galati, Chiaravalloti - ex presidente della regione -, il generale Cretella, Papello, il senatore Pittelli e Schettini - segretario di Frattini - che erano indagati in Poseidone: anche loro stralciati verso il proscioglimento.
Con queste richieste di archiviazione si sono separate le varie posizioni, per cui si è perso il quadro d’insieme - questo sostengono i magistrati - mentre invece c’erano elementi che era doveroso approfondire e indagare ancora.
Si è fatto tutto molto in fretta, questa è l’accusa.
Capo G: ci sono ancora il procuratore generale Iannelli, i due nuovi PM di Why Not Garbati e De Lorenzo, accusati di favoreggiamento e rifiuto di atti d’ufficio.
Perché rifiuto di atti d’ufficio? Qui è il problema: quando la procura di Salerno comincia a scoprire che De Magistris ha ragione a denunciare l’insabbiamento delle indagini e la persecuzione nei suoi confronti per isolarlo e per screditarlo, onde dimostrare di aver fatto bene a togliergliele, i magistrati di Salerno cominciano a chiedere al procuratore generale di Catanzaro di esibire copie degli atti di queste indagini, per vedere se è vero che sono state insabbiate.
Vedono che il procuratore generale Iannelli le carte non gliele vuole mandare, non gliele vuole mandare tutte, fa resistenza, manda solo dei pezzi... mentre loro hanno bisogno di vederle tutte.
Perché l’accusa è proprio quella che ne inguantassero una parte per non mandarle magari al GIP e far archiviare qualcuno che, se si fosse visto tutto il quadro d’insieme, non sarebbe stato archiviato.
Allora, l’accusa qui è rifiuto di atti d’ufficio e favoreggiamento nei confronti dei soliti indagati, perché i magistrati suddetti avrebbero rifiutato di trasmettere a Salerno gli atti completi della Why Not.
Peraltro non erano atti coperti da segreto, come dice la procura di Catanzaro: dicono i magistrati di Salerno che erano atti extra investigativi.
A loro interessava soprattutto sapere come e con quali ordini e mandati erano stati date le deleghe delle indagini ai magistrati che hanno sostituito De Magistris, come sono state tolte le consulenze ai Genchi e ai Sagona, oppure sono atti già pubblici perché già finiti davanti al Tribunale dei Riesame, come quelli del caso Mastella che è stato già archiviato.
Quindi, quando dicono di dover proteggere il segreto investigativo o addirittura il segreto di Stato su certe carte del consulente Genchi, secondo Salerno, non è vero niente.
Infatti, c’è scritto persino che Genchi avrebbe raccolto 578.000 richieste anagrafiche di tabulati telefonici mentre, in realtà, Genchi ha smentito e ha detto che sono 700 i telefoni che ho dovuto controllare, in queste gigantesche indagini.
700, se contate che ciascuna persona di questo livello ha di solito una decina di telefoni, fra portatili e fissi, vi rendete conto che è un numero basso.
Ultima accusa: abuso, falso, calunnia e diffamazione a carico di Iannelli, Murone e di un giudice che faceva parte del Consiglio giudiziario di Catanzaro, che era quello che doveva dare i pareri sulla bravura o meno dei magistrati di Catanzaro.
Questi si sarebbero messi d’accordo, o comunque avrebbero agito separatamente, per sputtanare De Magistris, diffondendo notizie false su di lui proprio per coprire le ragioni vere che li avevano indotti a metterlo da parte e a farlo punire dal CSM.
Qui ci sono tutta una serie di dichiarazioni che sono state fatte da questi alti magistrati di Catanzaro, che accusano addirittura De Magistris di assenteismo!
Pensate, dopo averlo accusato di lavorare troppo e di costruire castelli accusatori di fantasia, all’improvviso lo accusano di non lavorare!
Se non avesse lavorato, perché l’avrebbero mandato via? L’avrebbero tenuto lì come tanti altri che non lavorano e non danno fastidio a nessuno.
Ho voluto essere molto tecnico e molto preciso, oggi, perché credo che sentiremo ancora parlare di questa inchiesta.
Anzi, lo spero.
Penso che l’unica speranza per la Calabria e la Basilicata di un po’ di giustizia in certi palazzi di giustizia, sia proprio legata al fatto che i magistrati di Salerno, che abbiano o no esagerato non ci interessa in questo momento, possano concludere la loro inchiesta.
Se potranno concludere la loro inchiesta, potremo ancora dire che in Italia c’è speranza che la legge sia uguale per tutti.
Se dopo De Magistris, saranno bloccati anche loro e se l’ANM non cambierà linea e non ammetterà di essersi sbagliata, vuol dire che l’anno che sta per iniziare inizia sotto i peggiori auspici.
Grazie e passate parola!”



16 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma questo perché ci affligge ancora?
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www.ricostruire.it

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Azzardo ? Perchè sfiora il Colle ?

Anonimo ha detto...

Marco Travaglio mi irrita
>
*Forse* questo Blog ha trovato in M.Travaglio una sponda.Sono ospite, ma i *Fatti* sono Fatti, diversi dalle opinioni, e pertanto dovrebbero trovare spazio ovunque. Dovrebbe essere consentito dare l'opportunità di provare che non si digita a vanvera. Se dico una cosa, è quella.
>
Il metodo socratico mi è congeniale: assumo l'interlocutore in buona fede, perché sono anche ingenuotto, ma sto sul chi vive. Da questa dicotomia caratteriale scaturiscono Analisi, che spesso trovano conferma indiretta in cancellazioni e bandi: tutti mi hanno bannato,di null'altro "reo", che esporre con ""Continenza ed obiettività"" le risultanze di uno "Studio". Continenza ed obiettività sono le discriminanti del Diritto di Cornaca e di Critica, tutelati dal Codice Penale
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Che un prete si fo...ta la cassetta delle elemosine, non me ne frega più di tanto: ai preti non ho mai creduto, perché mi hanno "educato" loro :) Che Berlusconi banni, lo trovo normale. Che lo facciano anche coloro che dicono di porsi in alternativa, mi manda in bbestia, ma non per molto tempo ancora: davvero andrà a finire che mi schiererò con Berlusconi e coltiverò i miei personalissimi interessi. Lo fanno tutti, del resto.
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I Fatti
*****
E' già irritante in sé che un gionalista IMPONGA in campagna elettorale un Candidato, se poi questo candidato è "Brillantina"... va beh è già passato qualcosa sullo specifico. Lo "Studio" da anni. Stop!
Se poi a quanto sopra si aggiungono: CANCELLAZIONI, Bandi (sia pure solo per qualche giorno) e DEVIAZIONI dell' URL, che rimandava al Blog "AntiGrillino", "reo" di affondare il bisturi su nervi scoperti, è già quanto basta per chiedere l'iscrizione a Forza Italia.
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E mica è firnuta qui: questa è recentissima.Più per cambiare, che per altro, a margine di un post, POCO FA, era stato aggiunto : http://mignotteria.splinder.com/
E' l'URL dell'altro Blog, interamente dedicato a "Brillantina", roba vecchia: le scorse politiche di Aprile 2008. Mi intercettava l'Astensione, e questa era un motivo in più, per approfondire l'Analisi.Ep... pene, ops, volevo dire, ebbene: quell'URL, correttisimo, provato anche in altri blog, lì nel Blog del "Damerino Giulivo", è diventato "Non corretto", degia vue: già visto.Incaxxato? Non più: salterò il fosso per tempo: mica sono scemo.
-
www.ricostruire.it

Anonimo ha detto...

Chiedete a Facci di fare un articolo altrettanto dettagliato che ci spieghi le ragioni della procura di Catanzaro!
Travaglio sta facendo per l'informazione italiana quello che ha fatto il maestro Manzi negli anni '60 per l'alfabetizzazione italiana!
Marco ci sta insegnando a leggere nuovamente!

Anonimo ha detto...

Per quanto compare oggi su l'Espresso ?


di Marco Damilano

“Contro Berlusconi il fortino Quirinale”

Anonimo ha detto...

>>>Travaglio sta facendo per >>>l'informazione italiana quello >>>che ha fatto il maestro Manzi >>>negli anni '60 per >>>l'alfabetizzazione italiana!
>>>Marco ci sta insegnando a >>>leggere nuovamente!
___________________________
Mi scuserà, se mi permetto dissentire. "Alfabetizzazione" di cosa? Tutti abbiamo capito tutto da subito. Non credo affatto che Lei senza le Travagliate, non ci sarebbe arrivato da solo. E allora, mi permetta sottoporLe una prospettiva diversa, dopo di che ognuno resterà nella propria opinione.
L'esempio più calzante sarebbe "Brillantina",
ma è un collega di molti degli utenti di questo Blog, e mi astengo dal tornare sull'argomento per obbligo di ospitalità.
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Un Uomo vale per la coerenza: non si può criticare Berlusconi ed adottarne i metodi. E' esattamente quanto fa da anni Travaglio. Da tutti ho sempre avuto repliche, spesso piccate, ma pur sempre repliche.MAI si è registrato in quel Blog una discesa del Divo tra i comuni mortali in quel Blog. Nell'aprile u.s, sfidato ad un pubblico confronto, si è nascosto dietro la "Redazione", che ha dovuto fare una figuraccia. Non si contano i pezzi propositivi postati in quel Blog.
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Alt! Usciamo dal "personale". Fa impressione un Giornalista che: 1) Sforna un libro ogni due mesi 2) Sordo a qualsiasi ragione, ad ogni campagna elettorale imponga lo stesso candidato, poco cale chi 3) Da una parte Berlusconi, dall'altra i "Cattivi", mai una parola su... "Brillantina".... Ops :-)
4) Dopo INCIUCIO, che ha documentato la Percezione, fa esattamente come l'altro campione dell'AntiPolitica Tradita, o come l'altra, dopo "W Zapatero". Scusi, davvero mi permetta chiederLe con rispetto: secondo lei quale conclusione andrebbe derivata per caduta naturale da: INCIUCIO e da "W Zapatero", che a suo tempo ho imparato a memoria, pronto a perdermi in un volo sulla tratta Catania-Roma? Ma poi l'ho vista da vicino: un altro po'mi avrebbe querelato.
Chi accidente l'ha autorizzata a presentare una Petizione: IMPRODUTTIVA, come tutte le petizioni, e a sostegno del mantenimento della RAI come servizio pubblico? Per quale accidente di motivo la RAI non deve essere PRIVATIZZATA? Forse perché garantisce lauti contratti?
-
Mi sento preso per il kulo, e non Le ho detto tutto.
-
www.ricostruire.it

Anonimo ha detto...

L'intervento di Travaglio è già passato in giudicato? noto che i capi di imputazione sono già diventati capi di condanna.
Oramai irrevocabili.
O si può sperare in un altro grado di giudizio?

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Anonimo delle 7.56.

Gentile Anonimo,

involontariamente Lei mette il dito nella piaga.

Lei si chiede se "si può sperare in un altro grado di giudizio", ma non si accorge che proprio questo è il problema.

Per i cittadini qualunque il procedimento penale si svolge come segue.

Un pubblico ministero fa le indagini che vuole e, quando ha finito di farle, decide se gli sembra di avere o non avere prove di colpevolezza di qualcuno.

Se gli sembra di non averne, chiede al G.I.P. l'archiviazione e tutto finisce lì.

Se gli sembra di averne, chiede al G.I.P. il rinvio a giudizio e da quel momento l'indagato ha tutti i diritti di difesa che il nostro processo penale garantisce IN ABBONDANZA a tutti.

Sennonché, il problema con le indagini di De Magistris prima e di Salerno poi è che alcuni cittadini "più uguali degli altri" hanno fermato (De Magistris) e stanno fermando (Salerno) le indagini, impedendone la conclusione, con metodi assolutamente al di fuori di ogni regola legale.

Dunque, ci piacerebbe tanto potere avere quello che Lei chiama "un altro grado di giudizio" e che noi chiamiamo più correttamente "un regolare procedimento penale".

Ma purtroppo ciò non è stato, non è e purtroppo non sarà possibile, perchè il potere in Italia ha deciso che quelle persone lì non vanno - non tanto processate - ma proprio neppure indagate.

Dunque, sembra che non avremo questo "altro grado di giudizio".

Sicchè, così stando le cose, è dovere di qualunque persona per bene cercare di capire cosa è stato e viene "fermato" e perchè.

Dopo di che, interrogarsi su questo non ci farà sapere come sarebbe finito un vero procedimento, perchè c'è un solo modo per sapere come finisce una cosa ed è lasciarle fare il suo corso.

Dunque, non sapremo mai come sarebbe finito il procedimento in questione se lo si fosse lasciato svolgere come accade quando riguarda normali cittadini qualunque.

L'oggetto della discussione, conseguentemente, diventa un altro e certo non per colpa nostra o di Marco Travaglio.

Oggetto della discussione diventa: chi, come e perchè ha compiuto e sta compiendo un atto tanto eversivo dell'ordine democratico quale è impedire ad ogni costo che un procedimento segua il suo corso.

Di questo stiamo parlando.

Con riferimento a questo tema l'articolo di Travaglio è perfetto e, purtroppo, invece, il Suo commento - ci consenta di dirglielo con tutto il rispetto - del tutto illogico.

In ogni caso, anche noi, come Lei, sognamo che si possa avere quel "grado di giudizio" di cui Lei parla. Se Lei conosce qualcuno che ce lo può ottenere, La preghiamo accoratamente di spendere una parola in tal senso.

Se Le chiedessero cosa esattamente vogliamo, risponda: un normale procedimento come tutti gli altri. Una cosa che segua il corso di tutti gli altri procedimenti, a norma del codice di procedura penale.

Solo questo. Né più e né meno.

Un caro saluto.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Gentile Redazione,
“Per i cittadini qualunque il procedimento penale si svolge come segue.

Un pubblico ministero fa le indagini che vuole e, quando ha finito di farle, decide se gli sembra di avere o non avere prove di colpevolezza di qualcuno.

Se gli sembra di non averne, chiede al G.I.P. l'archiviazione e tutto finisce lì.

Se gli sembra di averne, chiede al G.I.P. il rinvio a giudizio e da quel momento l'indagato ha tutti i diritti di difesa che il nostro processo penale garantisce IN ABBONDANZA a tutti.”
Conosco un caso di un cittadino qualunque in cui detta procedura è stata disattesa ed invero è successo il seguente iter: un colonnello della Dia insieme ad un pubblico ministero hanno esibito una foto ad un collaboratore di giustizia questi ha dichiarato di riconoscere in quell'effige un mafioso, quindi, immediatamente, in assenza di qualsiasi indagine, hanno richiesto al Gip il mandato d'arresto. Questi lo ha accolto! In seguito, nonostante tutto l'impegno della Dia, Polizia e Carabinieri, per trovare ulteriori indizi, l'impianto accusatorio è stato arricchito solamente:
1) con altri tre riconoscimenti fotografici da parte di altrettanti collaboratori,
2) con una lontana parentela con un presunto intestatario di beni del sodalizio mafioso (mai arrestato),
3) la circostanza di un precedente per favoreggiamento personale,
4) l'acquisizione dei cosiddetti O.P./85, 10 anni di segnalazioni su strada dell'imputato con soggetti ritenuti mafiosi!
Questo cittadino qualunque, a differenza di coimputati meno qualunque che sono stati assolti, è stato condannato in primo secondo e terzo grado.
Tutto questo ha una durata di circa 20 anni, sarebbe il caso di una seria e profonda riflessione, da parte dei magistrati onesti affinché denuncino le storture dei propri colleghi.

Anonimo ha detto...

Sulla (proposta) soppressione dell'Ordine dei Giornalisti
>
Che c'entra l'Ordine dei Giornalisti con questo Forum? C'entra, centra.
Il Giornalista veste i panni del P.M.Ergo, proporre la Soppressione dell'Ordine dei Giornalisti è come proporre la soppressione del CSM, come Istituzione, quella prevista dai Padri costituenti.Il Giornalista va tutelato dalle ritorsione della Classe spolitica: basta una citazione da sola a gettare nello sconforto una famiglia.La parcella dello studio legale è proporzionata alla somma richiesta in risarcimento,che è stratosferica, proprio perché ritorsiva. A quel punto interviene il Pater (Ordine) :" Unni sta ennu co sceccu, quello diritto di cronaca è". Oppure: "Sì, c'è diffamazione: ti cancello e ti tolgo la licenza di uccidere".Non è che ogni cazzatella che accade, la si può raccontare al giudice.
Ma questo nell'Aldilà, forse. Nell'Aldiquà: quello è solo un carrozzone, il cui fine è la riscossione della quota associativa. Me la posso vantare: dopo appena un anno piantai la grana e non versai più una sola lire: depennato. Embeh?! Dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia non pallo.
-
www.ricostruire.it

Anonimo ha detto...

Pare che il procedimento why not stia seguendo il suo corso (106 avvisi di concluse indagini, su repubblica si legge che dopo l'avocazione il numero di indagati è triplicato).

La domanda "cosa aveva scoperto de Magistris"? potrà avere quindi una risposta.

(si badi, non è detto che le iniziali ipotesi investigative siano state recepite e coltivate dai ppmm subentranti, ma se costoro avessero sbagliato in tal senso, lo dirà il GIP rigettando le archiviazioni o il GUP trasmettendo gli atti in procura perché si indaghi su tizio o caio per i reati x e y non contestati)

(si badi ancora, se non bastasse, c'è sempre travaglio, però con un'avvertenza: per convincermi che tizio è corrotto, non mi basta sapere "cosa ne pensa" la tal procura della repubblica, ma vorrei conoscere quali sono gli elementi in base ai quali pensa ciò)


Anche le indagini della procura di SA su quella di CZ visto possono andare aventi, visto che SA ha acquisito copia degli atti di why not.

Anche la domanda "c'è stato un complotto ai danni di de Magistris"? potrà avere quindi una risposta.

credo quindi che l'auspicio di "uguale per tutti" ("un normale procedimento come tutti gli altri. Una cosa che segua il corso di tutti gli altri procedimenti, a norma del codice di procedura penale) sia tuttora concretamente realizzabile.

saluti

wallander

Cinzia ha detto...

Caro Bartolo,
sotto il profilo personale tu hai perfettamente ragione.
La storia giudiziaria di questo paese è costellata di errori ed io sono certa che anche la tua vicenda rientra tra quelli.
Ciò non toglie nulla però alle ragioni della Redazione. Quello che la Redazione descrive è l'iter che va seguito e che garantisce, ammesso che non vi siano falli, giustizia. Non c'è scelta per vivere bisogna rischiare di sbagliare, purtroppo accade che gli errori siano tendenziosi, voluti, precostruiti o comunque coperti e credo che la Redazione di questo blog, così come i suoi stimati collaboratori e non ultimi i suoi sostenitori, conoscono perfettamente e non sottovalutano il problema su cui tu metti l'accento. Inoltre mi sembra non possa essere negato che in questo spazio di autocritica se ne faccia sempre e su ogni argomento che tocca la magistratura.
Rimane però il fatto inconfutabile che la procedura da seguire è quella sopra indicata e non si possono, o non si dovrebbero!, inventare giochi di fantasia in proposito.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Mi sia consentito dirlo: Prospero Pirotti, Autore Unico, mi irrita, Marco Travaglio no !

Anonimo ha detto...

Cara Cinzia,
ma figurati: io amo questa Redazione!
Sai da cosa deriva la mia rabbia? ...Una infinità di giudici onesti conoscono perfettamente il “sistema”, e tacciono! Anzi, molti di questi, nel momento di scegliere (freudianamente) prendono le parti dei “manovratori”! Hanno famiglia anche loro!!!
Pazienza.
Grazie, sei veramente una persona splendida!

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Wallander (commento delle 13.13).

Gentile Wallander,

purtroppo non possiamo condividere ciò che Lei dice.

Perchè vede, le indagini sono come la ricerca: sono fortemente condizionate dalla persona dell'investigatore e del ricercatore.

Metti due studiosi davanti a un gruppo di provette e non si sa se e chi scoprirà qualcosa.

Metti due investigatori su una pista e non sai se e chi scoprirà qualcosa.

Metti Valentino e Casey Stoner su una moto e non sai chi vincerà. Ognuno dei due piloti ha un suo stile, sue capacità, eccetera.

Poi, se addirittura fai scendere dalla moto Valentino e ci metti Mario Rossi, allora davvero è difficile che la moto giunga tra le prime.

Se ha visto Annozero dell'altra sera (o se ha letto il decreto di perquisizione redatto dai colleghi di Salerno) saprà che la Procura Generale di Catanzaro, dopo avere avocato l'inchiesta Why not illegalmente - cioè in assenza di qualunque norma di legge che autorizzasse una tale cosa, per la quale nessuno è stato punito né sarà punito (trova qualche notizia a questo link), ha condotto la scelta dei magistrati ai quali assegnare il prosieguo delle indagini in maniera quanto meno discutibile: due magistrati, in particolare, hanno reso testimonianza riferendo l'uno di essere stato costretto ad abbandonare l'inchiesta quando si è accorto che gli altri coassegnatari lo ostacolavano e l'altro - magistrato giovanissimo ancora uditore con funzioni, dunque certamente non la miglioe delle scelte possibili - di essere stato richiesto da uno dei magistrati coinvolti nella vicenda di violare il segreto d'ufficio e raccontare cosa era accaduto in una riunione degli inquirenti. Al suo rifiuto, il magistrato inq uestione gli avrebbe detto: "Ma perchè credi che ti ci abbia messo a fare io lì?"

Valuti Lei se questo possa essere qualificato come "fare avere alle indagini il loro corso naturale".

La Redazione

Anonimo ha detto...

Cara redazione, cari lettori,
leggo su altra sezione del blog (ma di certo saprete già) che il prossimo 10 gennaio la sez. disciplinare del C.S.M. si riunisce d'urgenza per discutere del trasferimento cautelare per il procuratoe di Salerno.
Non ho notizie in proposito, purtroppo, ma temo di indovinare che anche stavolta sulle M.L. delle varie correnti ANM non vi siano state prese di posizione coraggiose da parte della categoria.
Davvero non è possibile far nulla di concreto per evitare il terzo "caso" simile in pochi mesi? (di trasferimento punitivo, intendo, perché temo già di sapere l'esito della disciplinare...)
Spero di non sembrare troppo ingenuo!

Auguri a tutti

vs. Avvilito