venerdì 23 ottobre 2009

Cari colleghi, dove eravate?






di Gabriella Nuzzi
(Giudice del Tribunale di Latina)






Da Il Fatto Quotidiano del 30 settembre 2009


L’imprevedibilità degli eventi, insuperabile limite umano.

Essa ha segnato il cammino della Storia, aprendo ai grandi cambiamenti e alle conquiste di civiltà.

Nell’apparente quiete di un ancient regime ormai assai prossimo alla perfezione, l’imprevedibile è accaduto.

Una falla nel sistema. L’inaspettato logorìo dei meccanismi di controllo.

Meccanismi perversi, criminosi, grazie ai quali gruppi di potere trasversale hanno usurpato posti strategici all’interno delle istituzioni del Paese, generando un tentacolare sovra-apparato che ne plagia il funzionamento democratico per asservirlo al culto del dominio personale e del profitto.

Meccanismi spietati, dietro i quali sono celati i misteri delle innumerevoli stragi della nostra storia repubblicana, servite solo a instillare nel popolo suddito, atterrito e prostrato al bisogno, l’illusione di un governo stabile e forte, in grado di fronteggiare e sconfiggere l’ombra di un apparente nemico, di cui, in realtà, era già prigioniero.

Meccanismi di spionaggio e dossieraggio illegali, micidiali armamenti di un potere senza colore, invisibile e onnipresente, il vero grande Segreto di Stato; impiegati per ordire, con la clava della denigrazione, strategie di annientamento di uomini scomodi impegnati nella ricerca della verità, da seppellire, per sempre, nel sepolcro della grande menzogna.

Imprevedibilmente, quei meccanismi sono impazziti, il controllo è sfuggito di mano.

Dietro la patina scrostata di un mondo surreale, si intravedono, ridotti in macerie, gli antichi spazi di libertà, autonomia, eguaglianza sociale, ai quali i nostri padri hanno donato, nella lotta, le loro semplici vite.

Da ogni parte si levano cori di autorevoli voci; indignate, incitano a levare gli scudi, perché la democrazia è in grave pericolo.

Le forze politiche di opposizione organizzano proteste a difesa della Libera Stampa, l’associazione nazionale delle toghe invoca tutele alla sua indipendenza.

Dov’ erano costoro quando suonavano i primi campanelli d’allarme?

Dov’erano, quando scoppiavano i casi dei colleghi De Magistris e Forleo, impunemente additati come cattivi magistrati; quando, senza decenza, veniva profusa alla pubblica opinione l’enorme bugia della “guerra” tra le Procure di Salerno e Catanzaro?

Dov’era allora la verità?

Eppure, l’evidenza dei fatti era scritta nelle carte, migliaia di atti processuali che raccontano dell’illecita gestione di finanziamenti e appalti, di corruzioni giudiziarie, di indagini avviate e poi sparite nel nulla, di agenzie di sicurezza e organi di informazione, di magistrati controllati, delegittimati, esautorati delle loro funzioni.

Dov’erano quei politici, quelle toghe, le illustri firme del giornalismo italiano che oggi gridano allo scandalo dell’autoritarismo?

La paura li aveva forse paralizzati, rendendoli ciechi, muti, sordi?

Non preferirono, allora, seguire le scorciatoie della denigrazione, degli insulti gratuiti o, ancor peggio, dell’indifferenza e del silenzio, tutti compatti nella irrazionale difesa di simulacri sacri ed inviolabili, da preservare ad ogni costo?

E dov’era la grande “libera stampa” quando si levavano, isolate, le coraggiose voci del dissenso?

Non si adeguò forse anch’essa – né più né meno della “stampa di regime” – ai diktat dell’oscuramento, della mistificazione, dell’omertà e dell’emarginazione, dimostrandosi suddita del proprio padrone?

Certo è che quella verità avrebbe consentito di svelare i meccanismi del sistema e di arrestarne il funzionamento.

Troppo scomoda però, forse perché non partigiana.

Più facile e conveniente espellere i virus e ridurli in quarantena.

Dunque, il tempo delle domande – e delle riflessioni – non è ancora finito.

Sorge il dubbio che le nobili cause, rispolverate oggi con tanto fervore, siano utili a rinvigorire qua e là il consenso in un popolo stanco e stremato.

Intanto, l’imprevedibile può ancora accadere.

Che taccia il chiacchiericcio volgare di chi, assai vigliaccamente, ancora getta acqua al suo mulino per giustificare le nefandezze compiute; che i fatti siano finalmente resi alla pubblica opinione; che le responsabilità siano accertate e punite.

La ricerca della verità accomuna Giustizia e Informazione, ma non è una lucina debole e fioca, che si accende e si spegne all’intermittenza della ipocrisia e della convenienza politica.

E’ un faro immenso, luminosissimo, perennemente fisso sulla coscienza umana, unica vera guida verso un autentico rinnovamento.

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La fotografia è tratta dal sito Realtà Sannita.



16 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo scritto.
Nel blog che frequento ho pubblicato per intero questa lettera. Nessuno ha fatto un commento. Nessun interesse. Sarò pure nullo, non saprò suscitare interesse, ma come si può restare insensibili di fronte a uno scritto che scava nelle nostre coscienze e che ci mette chiaramente di fronte alle nostre responsabilità? Certo, le istituzioni, i massmedia, sono largamente responsabili di quel che è accaduto alla dottoressa Nuzzi, ma una parcella di responsabilità ricade pure su ognuno di noi e ci prende in difetto. Talvolta vien da chiedermi, io semplice anonimo vecchio e usato, se non si avvicini il momento in cui tutte le persone come me, stufe di questa cotinua discesa agli inferi, venendo allo scoperto, chiederanno a coloro che continuano con coraggio a difendere l'interesse generale: "siamo qui, diteci quel che si deve fare hic et nunc".

Anonimo ha detto...

Uno dei problemi più gravi e mai abbastanza messi in luce riguarda la reale affidabilità di coloro che materialmente compiono le indagini per conto del P.M. Tutta la nostra storia post- fascista è intrisa di depistaggi da parte degli organi dipendenti dall'esecutivo o dal ministero dell'interno e dalla difesa. Di qui la necessità di sottrarre all'influenza di tali corpi la P.G. che deve indagare in relazione a crimini commessi da apparati dello stato.

Anonimo ha detto...

Grazie di averci provato D.ssa Nuzzi, La sua lettera in un paese normale andrebbe pubblicata sui libri di testo assieme a quella del Dott. de Magistris, ma noi un paese normale non lo siamo.Ma possono tutte le persone essere corrotte? Personalmente non voglio credere che per alcuni individui ci sia l'impunità a vita perchè anche se non ci sarà un Giudice a Berlino la scheggia impazzita potrà essere anche dal versante non corrotto.Continuiamo a sperare perchè più buio di mezzanotte non può venire, anche se da noi è sempre mezzanotte.Calabrese onesto

Felice Lima ha detto...

Carissima Gabriella,

grazie davvero.

Con tutto il cuore.

Con commozione, con rabbia, con amarezza.

Ma anche con la pace interiore di chi sa che niente fa stare meglio che non avere tradito se stessi.

Ha scritto Aristotele: “La morte e le ferite saranno dolorose per l’uomo coraggioso, che le subirà contro voglia, ma le affronterà perché è bello affrontarle, ovvero perché è brutto non farlo. E quanto più completa sarà la virtù che possiede e quanto più sarà felice, tanto più soffrirà di fronte alla morte: è per un uomo simile, soprattutto, che la vita è degna di essere vissuta, ed è lui che sarà privato dalla morte dei beni più grandi, e lo sa. E ciò è doloroso” (Aristotele, Etica Nicomachea, III, 9, 1117 b 7-13).

Grazie Gabriella di avere affrontato consapevolmente le ferite perchè era giusto farlo e brutto non farlo.

E grazie di avere conservato il sorriso e l'amore per la verità.

Ti saremo debitori per sempre.

Felice Lima

Vincenzo Scavello ha detto...

Ancora Grazie Dott.ssa Nuzzi.
Finchè nel nostro Paese ci saranno persone come Lei, non tutto è ancora perduto!

Lei si chiede dove fossero le grandi firme del giornalismo quando, in questi ultimi tre anni, venivano inferti colpi mortali ad una Magistratura LIBERA, non soggiogata ai potenti di turno.

Ce lo siamo chiesto anche noi, anche scambiandoci opioni all'interno di questo autorevolissimo Blog. Eravamo però rassicurati dagli scritti di Carlo Vulpio, che offriva una cronaca nuda e puntuale di quanto stava avvenendo.

D'improvviso, però, il bravo giornalista fu messo alla porta da un'ipocrisia gretta e ammantata di falso perbenismo.

Nessuna manifestazione, nessun grido di dolore dall'Ordine dei giornalisti, nessuna indignazione forte da parte della Politica, a parte le prese di posizione dei soliti - pochi - amici dei Diritti Costituzionali.

Il "Veltrusconismo" stava avviando il Paese verso una strisciante normalizzazione delle coscienze, nonostante i sussulti convulsivi di una democrazia che non si vuole lasciare andare.

Domani saremo in tanti a gridare la nostra rabbia ad Amantea, per riprenderci il destino di una terra, ormai agonizzante, per il vile attacco delle ecomafie. Saremo in tanti a chiedere ragione delle "navi dei veleni" e del perchè le denunce della Capitaneria di porto di Cetraro si sono fermate. Chiederemo ragione del perchè e su quale tavolo sono state occultate quelle carte che parlavano di alte percentuali di sostanze tossiche nelle acque del nostro mare. Chiederemo ragione della vertiginosa crescita della casistica di ammalati di tumore di giovani uomini e donne di trent'anni. Qualcuno dovrà prendere coscienza della radioattività di intere colline ... qualcuno dovrà muoversi perchè si concluda questo stillicidio di vite e di speranze.

Domani saremo in tanti ad Amantea a vedere sporcata la partecipazione di tanti giovani dalla presenza di tanti politici in cerca di consensi.

A loro, Dott.ssa Nuzzi, la stessa sua domanda: dov'eravate quando i primi tronconi d'inchiesta si sono fermati; dov'eravate quando la Jolly Rosso di arenava nel mare di Amantea e le cui stive, stando alle testimonianze, venivno svuotate nottetempo. Dov'era e cosa faceva la politica quando a Crotone si costruivano le Scuole con i rifiuti tossici della Pertusola.

Domani chiederemo ai Calabresi di prendere nelle proprie mani le speranze di un futuro che rompa l'inedia di questo stagnante presente. Chiederemo che si avviino, al più presto, gli interventi di bonifica di tutti i Siti inquinati e chiederemo che si fermi l'inizio della costruzione del ponte di Messina, annunciato per il 23 Dicembre.

Chiederemo ... con l'amara consapevolezza che i Palazzi della Politica continueranno a tenere chiuse le loro imposte, perchè non arrivi, alle orecchie soffocate dal cerume, la rabbia di un intero Popolo.

Grazie anche a Lei Dott. Lima!

Domani anche noi, con commozione, con rabbia, con amarezza, sfileremo a testa alta per non soccombere di fronte a chi ha affidato il destino nostro e dei nostri figli ALLE MAFIE!

Un Abbraccio

siu ha detto...

Commozione, rabbia, amarezza, che condivido tutte; eppure non m'impediscono di provare anche il calore intenso, il sollievo, la soddisfazione profonda e profondamente umana che dà ciò che ha, o meglio è, senso. Quel senso che manca, ormai da troppo tempo, ormai dovunque intorno.
E' (forse solo) grazie all'esistenza -al sentire, all'agire, all'essere- di persone come Gabriella Nuzzi, Luigi De Magistris, Felice Lima, che immediatamente sento di poter e dover resistere, e so che il tunnel oscuro e mostruoso dentro il quale siamo stati cacciati a forza non è senza uscita; che il senso, della realtà e del mio stesso stare al mondo, non è perduto, è solo incredibilmente, appunto, disumanamente, eclissato.
Non tutto è perduto, dice Vincenzo Scavello (e come non essere idealmente ad Amantea con lui, a condividerne i fini e la speranza...).
Ma io credo che niente sia perduto. Grazie proprio alle Nuzzi, ai De Magistris, ai Lima, e anche alle poche ma rocciose persone intorno a me che, nel loro piccolo come si dice, non hanno smarrito o venduto nè il loro cuore, nè la loro intelligenza.
Giorno verrà.
Grazie a tutti.

siu ha detto...

Felice coincidenza che interpreto come un segno di ottimismo, il titolo del post odierno a questo link...
http://triestedailyphoto.blogspot.com/

francesco Grasso ha detto...

OGNI MEDAGLIA HA IL SUO ROVESCIO.
Carissima Gabriella Nuzzi, oggi lei è un magistrato della Repubblica italiana! UN MAGISTRATO!!!!!!
Non fa più parte di un branco che non merita nel suo alveo un magistrato. Oggi lei fa parte di una minoranza che rappresenta, di diritto ,lo Stato. Oggi lei respira quel "profumo" di cui parlava P. Borsellino,potrà guardarsi allo specchio,potrà guardare negli occhi i suoi figli e quelli degli altri.La sua famiglia, per lunghe generazioni, la potrà ricordare con grande orgoglio.Sarà una vera donna.
In più
oggi, grazie alle Forze della Resistenza,all'apporto determinante di questo rilevantissimo sito,
le cose sono cambiate!!!!
Se ha partecipato alla manifestazione delle " Agende rosse" del 26 settembre a Roma( quella ,con vile determinazione,ignorata dalla Stampa) avrà notato che le cose sono veramente cambiate,ne avrà colto il nesso con i progressi recenti nelle indagini in corso! Avrà avuto modo di avvertire,con nettezza, quel "PROFUMO" di cui parlava P. Borsellino,avrà provato un'emozione indescrivibile,impagabile,un'emozione che la viltà della stampa ha impedito a l'intero Popolo italiano di provare.
Il prezzo è stato alto,ma sarà ampiamente ripagata.
Un caro abbraccio.

pensiero libero ha detto...

Grazie Dott.ssa Nuzzi...

Per quanto possa essere arduo e difficoltoso il cammino per ridare a questo paese la dignità estortagli io continuerò sempre e comunque a lottare e sono liero di vedere che questa strada sia percorsa da persone come lei... dove io non posso far altro che inchinarmi e togliermi il cappello.

pensiero libero ha detto...

Bellissimo questo articolo

pensiero libero ha detto...

Bellissimo questo articolo

http://penlib.blogspot.com/2009/10/in-belgio-la-resistenza-di-un-farabutto.html

Dina Di Menno Di Bucchianico ha detto...

Oltre che brava, coraggiosa, piena di dignità, sei anche bella.
Bella non solo per come ci appari in questa foto, ma bella dentro.
L'Italia ha bisogno di MAGISTRATI come te.
Dieci, cento, mille Gabriella.
E non pensare che coloro che ti hanno giudicata godano della stessa tua stima.
Quindi non demordere, non scoraggiarti e continua con orgoglio a svolgere il tuo lavoro.
Vedrai che prima o poi tutti i nodi verranno al pettine perchè Colui che sta lassù, non è mercante che paga di sabato.
Abbi Fede
Un abbraccio pieno di affetto e di solidarietà.
Dina Di Menno Di Bucchianico

Anonimo ha detto...

C'è stata molta disinformazione, ma chi è stato ammesso nel club della magistratura ha il dovere di informarsi un po' meglio. E non parliamo di chi sta al C.S.M. oppure è un leader dell'A.N.M.
Non ne parliamo proprio.

Cara collega, non ho il piacere di conoscerti: accetta, ti prego, la mia personale solidarietà, forse maturata con troppa lentezza, ma già affiorata in passato quando su questo blog chiedevo che ne fosse stato delle firme di tutti (tranne uno, mi pare) i sostituti della Procura di Salerno.
Che non è - tanto per dire - la Procura di Mistretta, con tutto il sacrosanto rispetto per chi lavora in quella piccola sede siciliana; ma è una sede di Corte d'Appello.
Com'è possibile che l'A.N.M. abbia rimosso venticinque firme, cioè praticamente la volontà di tutto un importante ufficio giudiziario?
Ernesto Anastasio

menici60d15 ha detto...

Mi spiace dirglielo, dr.sa Nuzzo, ma lei ha un serio problema come professionista del diritto...

Segnalo il commento La magistratura e la separazoine dei valori:il caso della "Nave dei veleni"sul mio sito menici60d15

Anonimo ha detto...

Per menici60d15
Sono andato sul link e ho cercato di leggere l'articolo. Innanzitutto la ringrazio per aver arricchito il mio povero vocabolario di termini a me assolutamente ignoti, quali noxa, meme e focale. Utilizzo il termine arricchito in maniera impropria perchè ho scoperto questi nuovi vocaboli, ma non son certo di averne pienamente compreso il significato. Devo specificare che mi avvicino a questi nuovi concetti dal profondo dei miei ottanta anni.
Venendo a bomba lei scrive:
"Lei non conosce o non accetta il principio della separazione dei valori. La Giustizia e la Verità sono entità separate e distinte. Le persone come Lei, o come me, che pensano che Giustizia, Conoscenza e Informazione siano legate, siano strettamente connesse, siano parte di un fascio di valori che non può essere smembrato, e forse nomi diversi dati alla stessa cosa vista da diverse angolature, sono prive di quella concezione equilibrata che nelle attività intellettuali conferisce professionalità e responsabilità, ed è quindi il prerequisito per il successo."
Io la prego di non ridere se le manifesto, non solo ignoranza, ma pure una certa lentezza di comprendonio: mi sbaglio o lei condivide pienamente il punto di vista della dottoressa Nuzzi facendo pure dell'amaro umorismo?

Salvatore ha detto...

Mi rincuora sapere che ci sono magistrati, e prima ancora persone, che credono nella giustizia,lottano per la verità e non accettano compromessi. Compromessi che portano alla via più facile, ma non certo ad avere la coscienza pulita. E sarà anche grazie alla sua condotta se la giustizia alla fine trionferà!