domenica 15 novembre 2009

Il precariato delle leggi.

Se davvero il processo diventerà “breve”, una causa civile lunga più di due anni per ciascun grado obbligherà lo Stato ad indennizzare le parti per il ritardo col quale la loro domanda di giustizia è stata evasa. Il decorso del biennio, cioè, non farà certo terminare la causa e non verrà meno il dovere di deciderla nel merito. Diversamente il cittadino non saprebbe a chi rivolgersi per far valere i propri diritti e sarebbe tentato di farsi ragione da sé. Infatti lo Stato annovera tra i suoi principali compiti proprio quello di far rispettare le leggi attraverso la giurisdizione.

Nella materia penale, invece, è previsto che, decorso il biennio, il processo si estingua e lo Stato rinunci a far valere la legge. Non è ammessa, cioè, la possibilità che il processo, sia pure in ritardo, sia portato a termine con l'applicazione della legge, magari accordando anche in tale ipotesi un indennizzo se il tempo impiegato è stato irragionevolmente lungo.

Il concetto alla base del bizzarro istituto della “prescrizione del processo” è quello che ravvisa nella punizione di un colpevole soltanto un potere dello Stato, alla stessa stregua di un diritto soggetto a decadenza, come se si trattasse di un qualsiasi affare privato. Trascura del tutto che la punizione dei colpevoli è uno dei principali doveri dello Stato di diritto. E se lo Stato ha un dovere, il decorso del tempo, determinato dalla sua inefficienza, non può certo liberarlo da questo fondamentale compito del quale è debitore verso la collettività.


La prescrizione del processo, cioè, realizza una rinuncia dello Stato all'esercizio della giurisdizione con la quale si esprime e si attua la sovranità, dato che non ha senso dettare le leggi se poi non se ne assicura il rispetto da parte di tutti i consociati.

Il concetto di fondo, appena delineato, era alla base di analogo disegno di legge presentato nel 2006 da alcuni parlamentari dello schieramento oggi all'opposizione (Legislatura 15º - Disegno di legge N. 878).

Non è qui in discussione, dunque, la “colorazione” politica di una simile idea, ma la sua tenuta logica e giuridica.

La contraddizione risalta se si considera il diverso istituto della prescrizione del reato, in base al quale dopo un certo tempo dalla sua commissione il reato si estingue se non è già stato accertato con sentenza definitiva. La ragione della prescrizione del reato è solitamente ravvisata nel rilievo che a distanza di molto tempo dalla commissione del reato si annulla l'interesse a punire il colpevole anche perché una pena eseguita troppo tempo dopo il reato non assolverebbe più alla sua funzione rieducativa. Il tempo necessario a prescrivere si calcola sempre dalla data di commissione del fatto e varia in funzione della gravità dei reati. In presenza di un reato non prescritto, quindi, è ancora “vivo” l'interesse (potere/dovere) dello Stato alla punizione del colpevole. La sovrapposizione della prescrizione cd. processuale, e cioè la previsione di termini differenziati per il compimento della prescrizione sostanziale rispetto a quella processuale, dà luogo ad una contraddizione logica evidente poiché, in una situazione data, non possono coesistere comandi di segno opposto, come quello che impone di punire il colpevole e quello che vieta di processarlo.
E' paradossale che s'imponga la ragionevole durata del processo con una norma irragionevole.

In definitiva può affermarsi che l'idea della “prescrizione processuale” altro non è se non un escamotage nominalistico per abbreviare indistintamente i termini di prescrizione dei reati, un maldestro maquillage col quale, anziché accorciare la durata dei processi, s'introduce il precariato di tutte le leggi penali incriminatrici, trasformate in norme “a tempo breve”.

26 commenti:

siu ha detto...

Tutto sono fuorchè esperta in materia, ma la lettura di quest'ultimo post rafforza ulteriormente la mia convinzione che il cosiddetto "processo breve" attualmente in discussione sia, al di là dei suoi prevedibili, devastanti e demenziali effetti, sostanzialmente, profondamente anticostituzionale.
Il mio sentito grazie, una volta di più, alla Redazione.

Giuliano Castiglia ha detto...

Volendo per un momento ammettere che siamo di fronte ad una proposta vera e non ad una richiesta trattabile, questo ddl presenta infiniti profili di inconstituzionalità. Quello più evidente, però, è che ipotizza un processo ipoteticamente destinato a NON attuare la giurisdizione in contrasto - oltre che, tra l'altro, con l'espresso canone dettato dall'art. 111, comma 1, Cost., secondo il quale "la giurisdizione SI ATTUA mediante il giusto processo regolato dalla legge" - con i doveri fondamentali di uno Stato.
In uno Stato, infatti, è lo Stato, appunto, che assume il dovere di riparare, ripianare o risolvere i conflitti tra gli associati. Quello prefigurato dal ddl presentato al Senato sarebbe per lo Stato un non tollerabile tradimento verso i suoi doveri. Non tollerabile perchè, in assenza di giurisdizione statale, la regolazione dei conflitti non può che avvenire secondo il sistema della giustizia privata ed i suoi dettami, il principale dei quali è la legge del più forte; verrebbe meno, quindi, l'essenza dello Stato.
Insomma, per farla breve, lo Stato abdicherebbe ad una funzione sovrana senza la quale l'idea stessa di Stato svanisce.

Felice Lima ha detto...

Condivido pienamente il ragionamento svolto nel post e aggiungo, per offrire un esempio, che la legge in discussione è uguale a una che dicesse: poiché è intollerabile che attualmente la lista d'attesa negli ospedali per ottenere una T.A.C., una ecografia o un altro accertamento diagnostico è inaccettabilmente lunga, dall'1 gennaio 2010 le liste d'attesa non potranno superare i trenta giorni. Tutte le analisi che non potranno essere fatte entro trenta giorni, non verranno più fatte.

Questo darà al nostro Paese una sanità dai tempi eccezionalmente brevi.

Felice Lima

P.S. - "Scusi, e chi non potrà farsi le analisi?" "Beh, chissenefrega. Mica un governo può risolvere tutti i problemi. Si arrangi. Sposi un miliardario".

"Scusi e quello a cui hanno stuprato la figlia e il processo gli si è estinto?" "Fine. Che problema c'è. Mica i cittadini possono aspettarela giustizia per anni".

Felice Lima ha detto...

E' scritto nel post che "Il concetto alla base del bizzarro istituto della “prescrizione del processo” è quello che ravvisa nella punizione di un colpevole soltanto un potere dello Stato" e non anche un suo dovere.

E' evidente che quella così riassunta è la visione dello stato che hanno coloro che stanno fuori e/o contro lo Stato.

E' lo Stato visto dal lato degli imputati.

Lo Stato, i magistrati, la polizia non come strumenti di tutela del bene e dell'utile, ma come "nemici".

Lo Stato visto dall'Antistato. Ma - e qui è il tragico - dall'Antistato al potere.

Felice Lima

Unknown ha detto...

un processo che dopo due anni attiva la prescrizione è una porcata; ok
un processo che dura normalmente 15 anni è peggio di una porcata, è una presa in giro che arricchisce gli avvocati e dissangua lo stato in sprechi.
Schifani dice che la legge si può cambiare.
Insisto perchè nessuno (neanche di pietro) fa proposte?
AGIAMO, basta parlarci

Silvio Liotta ha detto...

Qualche considerazione su il ddl presentato da Gasparri concernente “Misure per la tutela del cittadino (sappiamo anche come si chiama, ndr) contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo”. Considerazioni che mi suscitano dei dubbi dubbio, oltre quelli puntualmente sollevati dall’articolo in discussione.

1
La legge promuove l’abbreviazione dei tempi dei processi, con la finalità di garantire maggiore efficienza nella definizione delle cause processuali. Ma se l’obiettivo è la maggiore efficienza nella celebrazione dei processi, non si capisce perché per i reati di “allarme sociale” tale efficienza non venga promossa. Perché, dunque, per questi reati, per i quali l’efficienza dovrebbe essere massima, invece si permette che i processi durino “indeterminatamente”?

2
Perché la norma non richiama le disposizioni (se esistenti) che individuano i criteri attraverso i quali un reato può definirsi di “allarme sociale”? Se tali criteri non sono stati individuati per legge, la definizione di un determinato reato come “allarmante” socialmente rischia di essere del tutto arbitraria, essendo sganciata da una valutazione approfondita degli impatti e degli effetti che i reati definiti di “allarme sociale” dovrebbero produrre sul contesto sociale.

3
Stesse considerazione vanno fatte per la definizione dei “ragionevole durata” dei processi. In assenza di criteri oggettivi che possano individuare un tempo ragionevole per tipologia processuale, richiamarsi ad uno sterile verbalismo come “ragionevole durata” non fa che assecondare la superficialità con cui il parlamento e gli specillasti della materia affrontano le criticità che incidono sui tempi dei processi, molte delle quali non sono imputabili al sistema amministrativo della giustizia (disponibilità ed allocazione di risorse materiali ed umane), ma ai codici, come magistrati che hanno analizzato il loro impatti sui tempi processuali hanno messo in evidenza.

4
Ultima questione che pongo a titolo esemplificativo. Nel DDL l’articolo 2 (Estinzione del processo per violazione dei termini di durata ragionevole) lettera b prevede che dalla sentenza di primo grado non possono decorrere più di due anni senza che sia stata pronunciata la sentenza che definisce il giudizio di appello, altrimenti il reato si estingue (sic); da quanto ne so io in alcuni casi i termini per la presentazione del ricorso in appello possono essere di oltre 1 anno.

Mi sa che se passasse questa legge sarebbe più onorevole per tutti dirimere le controversie a scazzottate.

Un saluto
Silvio

Anonimo ha detto...

vaglielo a spiegare a un padre cui è stata stuprata una figlia che trascorsi i due anni si deve mettere il cuore in pace............

menici60d15 ha detto...

Per dimostrare l’assurdità dell’ultima sparata dei governanti che questa infelice nazione si è data, Felice Lima paragona la legge “tronca processi” sulla prescrizione dopo 2 anni ad una ipotetica eliminazione delle code per le Tac ottenuta facendo decadere i pazienti dalla lista d’attesa se l’esame non è eseguito entro 30 giorni. Il paragone tra le code per le Tac e le code per le sentenze può essere ulteriormente sviluppato: segnalo il commento "Quando “less is more”. Liste di attesa per le Tac, per i processi, e liste di priorità per il controllo dei cancerogeni in Calabria" sul mio sito menici60d15.wordpress.com

Anonimo ha detto...

che ragionamento impeccabile! E'(alla luce della Costituzione) insostenibile un ragionamento incompatibile con questo. Grazie di esserci! Maria Pacifico, Lanzo Torinese rrorrone@alice.it

Anonimo ha detto...

quello che vorrei dirvi, da iscritto al PDl, è che voi inserite nel vostro ragionamento delle fallacie logiche. Dovete comprendere il senso di questa legge e il senso è che è una legge necessaria per evitare la persecuzione giudiziaria di certi giudici comunisti, nei confronti del Presidente del Consiglio il quale, essendo stato eletto, ha il diritto e il dovere di governare. Impedire questo diritto/dovere è profondamente sbagliato oltre che illegale.
Per evitare ogni forma di accanimento giudiziario si è ritenuto opportuno varare questa legge che, se pur in alcuni versi criticabile anche profondamente, si rende necessaria per poter far si che il governo governi, come accade in ogni Stato di diritto.
Ovviamente se tale accanimento venisse meno, verrebbe meno anche il senso stesso di tale legge.
Purtroppo, in un Paese come il nostro in cui la sinistra detiene il controllo dei media, dei giornali e dei giudici, appare quanto meno improbabile poter sperare in un tale ravvedimento.

cordialmente

Silvio Minorini

nb: abbiate pazienza ma non riesco ad iscrivermi e devo scrivere da anonimo. Faccia fede il mio nome e cognome.

saluti

graziella ha detto...

Vorrei chiedere al signor Minorini in quale Paese abita perchè non è certo l'Italia!Affermare che la sinistra " detiene il controllo dei media, dei giornali e dei giudici" è quanto meno menzognero o frutto di una radicale distorta visione della realtà italiana.La stragrande maggioranza dei media appartiene a Berlusconi persino alla RAI che dovrebbe essere pubblica i dirigenti e direttori del TG sono quasi tutti sue "creature" Minzolini docet.. Egli afferma anche " è una legge necessaria per evitare la persecuzione giudiziaria di certi giudici comunisti, nei confronti del Presidente del Consiglio il quale, essendo stato eletto, ha il diritto e il dovere di governare. Impedire questo diritto/dovere è profondamente sbagliato oltre che illegale."In qualunque PAESE CIVILE una persona come Berlusconi non avrebbe neanche potuto candidarsi!!in qualunque Paese Civile un politico quando è indagato anche per reati di gran lunga minori rispetto a quelli per cui è indagato il Vostro Presidente si dimette,in qualunque Paese Civile nessun cittadino penserebbe di definire con disprezzo i Magistrati che fanno il loro dovere semplicemente perchè questa è DEMOCRAZIA!In ultimo Berlusconi non è stato eletto dal popolo le consiglio di leggere la nostra Costituzione.Un ultima domanda in quale Paese vive lei?ritenere illegale l'esercizio della DEMOCRAZIA e accettare incondizionatamente che il Capo si faccia le leggi per soddisfare i propri privati interessi può accadere solo in uno stato fascista ciò che ancora l'Italia non è.C'è ancora nel nostro Paese, per nostra fortuna, una minoranza che crede nella legalità,una minoranza che ogni giorno è sempre più numerosa non condizionata dai media di Berlusconi e rispettosa della Costituzione.
Concludo ringraziando tutti i Magistrati che credono ancora nella loro professione e per i quali nutro profondo rispetto.
Graziella Mattaliano.

Filippo de Lubac ha detto...

Le riflessioni del Dr. Lima ed i commenti al "post" (tranne quelli di qualche inguaribile ingenuo) confermano quanto ho sostenuto su toghelucane.blogspot. La Legge sul "Processo Breve" è un bluff, serve solo per trattare ed ottenere una qualche forma di protezione di un cittadino (uno di numero) dalla Legge. E' letteralmente impossibile che si approvi una simile Legge e, ancor di più, improponibile che Napolitano la controfirmi. Non abboccate al bluff!

boris mosconi ha detto...

buongiorno,
vi leggo dall'anno scorso e vi faccio i complimenti per il blog.
io non capisco perché il governo voglia fare così tante riforme sulla giustizia. la non obbligatorietà dell'azione penale e la dipendenza dei PM dal governo non sarebbero abbastanza per garantire l'impunità a politici e le persone importanti loro amiche?
adesso non si stanno tirando la zappa sui piedi? non rischiano che diminuisca il consenso?

inoltre dicono che questa nuova legge sarebbe escluso per i reati di mafia, terrorismo, rapine, omicido...
(poi hanno escluso anche reati riguardanti l'immigrazione, sessuali e di microcriminalità, come avete detto chiaramente voi, tutti tranne quelli compiuti dalla classe dirigente)
non capisco: il concorso esterno in associazione mafiosa e camorristica non è un reato di mafia? e quindi non sarebbe da escludere.
grazie
Boris Mosconi

Anonimo ha detto...

signorina graziella se lei non conosce lo jus governandi non è colpa mia. Lei deve sapere che chi governa non deve essere impedito a governare nè può essere giudicato nell'esercizio del suo potere e del suo mandato.
purtroppo i media di sinistra, la satira di sinistra e voi stessi di questo blog in compagnia di vari magistrati state ostacolando questa norma costituzionale e state mettendo in pericolo lo stato di diritto.

silvio minorini

graziella ha detto...

Signorino Silvio purtroppo per lei non esiste nessun jus governandi codificato nel senso da lei indicato neanche in Italia.Le consiglio di leggere attentamente la nostra Costituzione,come fanno i miei studenti,che è molto chiara,inequivocabile e comprensibile. Lei deve sapere che la nostra Costituzione non ha alcuna norma che stabilisca che chi governa non può essere giudicato nell'esercizio del suo potere e del suo mandato, se così fosse il suo presidente del consiglio non avrebbe avuto bisogno del lodo Alfano ne la consulta avrebbe potuto dichiararlo incostituzionale.La invito a rileggere l'articolo 96 della "nostra"Costituzione.
Per quanto riguarda l'impedimento a governare sarebbe bene che il Suo Presidente si ricordasse di governare per il bene del Paese e non per i profitti delle sue imprese.La prego inoltre di non etichettare con disprezzo le persone che non conosce perchè l'uso dell'intelligenza e della propria autonoma e consapevole libertà di pensiero non ha connotazioni politiche ma nasce da un profondo rispetto per i valori fondanti di una sana e vera democrazia.
Graziella Mattaliano

Anonimo ha detto...

graziella

innanzitutto il cavaliere Berlusconi è garante della Costituzione e PdC di tutti gli italiani e tutti gli italiani gli devono rispetto in ogni caso e in ogni luogo.
Poi faccio notare che il questo governo è l'unico antidoto alla dittatura stalinista di sinistra che altrimenti avrebbe condotto ad un nuovo ventennio che nessuno si augura.
dovresti studiare la storia e parlare di Berlusconi elogiandolo

credo che glielo devi, tutti glielo dobbiamo. Lui lavora per il bene comune e si sacrifica per tutti noi e un po' di rimorso dovrebbe venirti per la tua ingratitudine.

il sacrificio non paga a quanto pare.

Silvio Minorini

dimenticavo.. Bagnasco, il cardinal Bagnasco, cardinale di tutti gli italiani lo ha definito un fulgido esempio di onestà morale e baluardo della famiglia tradizionale.

poi se ti vuoi mettere anche contro Bagnasco e quindi contro Gesù fai pure.

graziella ha detto...

La ringrazio per la sua risposta per me "illuminante".Sono le persone come lei che confermano quanto mi ha insegnato la mia religione,il Buddismo.Noi scegliamo sempre chi rispecchia le nostre più profonde e vere tendenze,Lei ha scelto Berlusconi,persona che è il suo specchio io NO e quindi non mi rappresenta.E' tutta qui la differenza.Un ultimo consiglio rifletta sulle parole pronunciate da Gesù quando si recò al Tempio e sul suo Amore per la giustizia e la Verità che non possono essere oggetto di scambio.Pensare con stereotipi e pregiudizi ci allontana dalla realtà e ci impedisce di essere "buoni cristani"...se mai avessimo l'illusione di esserlo.

Anonimo ha detto...

graziella anche io amo la giustizia per questo parteggio per Berlusconi.
le faccio notare che non mi deve citare il cristianesimo so bene cosa è. e rifacendomi al vangelo sono favorevole all'igienizzazione delle nostre città per natale da extracomunitari clandestini e gente simile. la invitò a leggere la proposta nel comune bresciano chiamata white cristhmas. anche lei si impegni a difendere i valori cristiani aiutando se possibile a cacciare gli ultimi dalla vista dei primi.

cordialmente

silvio minorini

Besugo ha detto...

Esilarante Anonimo, firmato Silvio (maiuscolo) minorini (minuscolo), ho apprezzato la sua verve comica al punto da sbellicarmi dalle risate. Nemmeno l'insuperabile FEDE (Emilio) esterna tanta dedizione al suo amato Silvio (cavaliere). L'afflato in soccorso del condottiero più potente della storia (minuscola) di questi ultimi centocinquanta ani, provoca in me, un moto di ilarità irrefrenabile.
E poi, certe grossolane inesattezze costituzionali, inserite ad arte, sono incomparabili espedienti satirici.
Certamente, Lei, celia con noi per scuotere la prostrazione quotidiana, causata dalla lettura di accadimenti contingenti, postati nel Blog.
La prego, non ci lasci soli con la nostra quotidiana uggia.
RingraziandoLa sentitamente per i suoi pregevoli interventi, colgo l'occasione per porgere cordiali saluti.

Stefano
Genova

P.S.

Beati gli ultimi ...

MauroC ha detto...

Per l' "illuso buon cristiano"...

Sarà pure una congiura per "Fini ad personam". Ma a sbottare, al Question time del 23/09/09, contro i suoi alleati di governo per dire che negli ultimi tempi i tribunali sono peggiorati(lo dico anch'io, specie dal 2003 in poi...nei 5 anni di governo-cdx, le sanzioni della Cedu, sulla violazione all'art. 6 - per la durata...- sono triplicate), è il ricchissimmo sen.-avv. Giuseppe Consolo (padre della Romanoff)di An che , nel sentirsi raggirato, mostra ad Alfano alcuni atti scritti a mano (quando al telefono me lo disse un cancelliere della corte d'appello di Potenza non gli ho creduto, ma 50 gg fa l'ho constatato di persona; e si trattava di un processo importante, contro l'intera Giunta regionale di csx, e altri, accusata di "abusi...", in totale 13 persone), come nel tribunale, non informatizzato, della città che offre la più grande manifestazione canora del
paese “canzonato”).

Ma di che parli? del “vangelo” di Matteo: “10-Beati i perseguitati per causa della giustizia...di questo popolo ... diventati duri
di orecchi, e hanno chiuso gli occhi...” o di Luca?: “26-Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.....vedendo non vedano e udendo non intendano... ciò che dice il giudice disonesto”?

Ma la Chiesa, visto le frequentazioni... di Calderoli, Maroni- che crocifigge quelli che la Cei dice di voler accogliere? - Cota che ricorda al prof. Ainis l’art.118 del R.D. del 30/04/1924 n.965, nonché dal R.D. del 26 aprile 1928 n. 1297? “Il Crocifisso, quindi, non è presente abusivamente nelle nostre aule scolastiche...” - dopo 2 anni di regime,guarda caso, corsi e ricorsi storici? - E di lì tutto il codazzo a seguire di codini leghisti, ferventi baciapile!, Calderoli, Bricolo, Salvini,...!Ma il Cota, “pretoriano” che finge di difendere il crocifisso per salvare il suo capo messo in “croce”, ha letto “Le Libertà negate”, di Ainis?
Ora la Chiesa di Bagnasco é "esattamente ciò contro cui Gesù predicò e contro cui insegnò ai suoi discepoli a combattere".(Nietzsche)? Cioè quella che fuori dal duomo di Monza, avvisa:
"L’accattonaggio alle porte delle chiese non è espressione sincera di povertà". Presunti bisognosi indigenti infastidiscono "i fedeli"?!
Nel paese al “97%”(?) falsamente e ipocritamente “cattolico” [per convenzione e non per convinzione: le parrocchie sono vuote... Bertone andò a Cuba per compensare le defezioni in favore degli evangelici cercando di fare proselitismo - che loro hanno sempre vietato, a detta del capo rabbino - tra popolazioni in miseria ...della santeria che sanno di paganesimo...con il papa che chiude occhi e orecchie sui lefebriani e non di Williamson... "avete la bibbia in casa?", l'84% (?) risponde di sì; quanti la leggono?, il 13% , nella “Patria del Cristianesimo”].
E mentre di Peppone non resta traccia (morto e sepolto sotto il "muro" di "Berl...no") a "La vita in diretta" il don "Camillo"-giornalista "embedded(as)soldato” dà del comunista a Zagrebelsky e si guadagna un posto nell'ufficio stampa del Cavaliere; ma per La Russa non basta... neanche la dose inoculata al conduttore dai Minzolin, e con fare militaresco lo mette sull' “attenti/o!” (da crociato, porta bandiera, antislam da “Scontro di civiltà” d' ultimo grido: “possono morire!”?), poi con un'overdose d'insulti riporta l' “equilibrio” nel dibattito; Sposini si difende sostenendo che a contrastare c'era anche il prete... ma nessuno si è sprecato sulle offese al prestigio e alla dignità dell'ex pres. della Corte Costituzionale;poco cosa per Ignazio? --->segue

MauroC ha detto...

----> seguito Scrive silvio:
"In un Paese come il nostro in cui la sinistra detiene il controllo dei media, dei giornali..."??? "Infatti", Bill Gates - da Fazio - disse che il suo potere economico fosse meno potente di quello mediatico dello Squalo...e forse del Caimano se sommato a quello, indefinibile e conflittuale, di capo di governo...per cui i giudici dovranno schiattare di rabbia(sul "palco...scenico") sino al collasso come il Peter Finch(nel film di Weir)-Di Pietro, in quanto portatori di quella verità(giudiziaria) che non piace alla massa, sondata e imbonita, di elettori/spettatori? E la verità come concetto mediatico(e processuale) non esiste, vi sono ampi spazi di manovra, la Cassazione ne ammette la "putativa", è un concetto metafisico, di "Mi(e)nzo(gna)liniana" memoria, recente!?

Pierluigi Fauzia ha detto...

Egregio Silvio Minorini,

Delle tante fesserie lette,una mi lascia letteralmente basito:"..sono favorevole all'igienizzazione delle nostre città per natale da extracomunitari clandestini e gente simile.."

Con quale faccia lei dica di rifarsi al Vangelo nell'esprimere queste idee ancora non mi è chiaro.

Leggendo i deliri di chi come lei crede di essere un autentico alfiere dei valori cristiani,mi torna in mente un passo della I lettera di Giovanni (2,3-6) "Da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti.Chi dice: "Io l'ho conosciuto", e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente completo. Da questo conosciamo che siamo in lui:chi dice di rimanere in lui, deve camminare com'egli camminò."

Forse ha ragione Besugo:è meglio riderci sopra.

Anonimo ha detto...

ma una riserva di legge costituzionale per tutte le norme che a) introducano / aboliscano reati; b) modifichino il processo penale no?

con una maggioranza qualificata si eviterebbero parecchie leggi ad personam

Unknown ha detto...

Un altro ragionamento è il seguente:
"Se il giudice non riesce a condannare un sospetto in n. anni....PEGGIO PER LUI!"

Nei post si è spesso fatto un esempio atroce. Il padre a cui hanno stuprato la figlia.

Cosa prevede l'umana natura per quei soggetti che si vedono negare la giustizia gestita dalla collettività?

Cosa succedeva in tempi remoti( e non), fra quei soggetti che non avevano accesso alla giustizia perchè non c'era?

Anonimo ha detto...

Premetto che il provvedimento sulla prescrizione breve mi trova in totale disaccordo e che lo trovo inaccettabile.
Tuttavia trovo altrettanto inaccettabile la indefinita durata dei procedimenti, tanto più in materia penale.
Ho in questa materia come in tutte le altre su cui l'attuale Governo intende mettere ho a messo mano la solita spiacevole sensazione: il problema è correttamente ma le modalità di soluzione proposte sono enormemente distanti dal risultato cui dichiarano di voler tendere.
Lascio volutamente da parte ogni valutazione sui motivi per i quali ciò avviene e semplicemente prendo atto di cosa la politica dovrebbe essere e di cosa è diventata.
In una normale dialettica, preso atto del problema, il Governo propone la sua soluzione al Parlamento che ne discute.
Se, come auspicabile, la politica fosse composta da una maggioranza di persone "onorevoli" e aperte al dialogo ed al confronto, il dibattito parlamentare finirebbe per creare una disciplina ragionevole e davvero diretta alla soluzione del problema, tracciando una strada.
Ed invece allo stato attuale il Governo propone una strada da seguire, spesso palesemente distante dalla soluzione del problema. A fronte delle osservazioni di chi fa rilevare il proprio dissenso il Governo dichiara che come al solito la propria apertura al dialogo (?) non viene raccolta e che andrà avanti per conto suo, possibilmente mediante decretazione ovvero con votazioni sulle quali viene imposta la maggioranza.
Se si protesta anche contro tale modalità di operare si viene inevitabilmente tacciati di "comunismo", a dir poco.
Ed allora forse il difetto di fondo sta nelle regole della nostra politica, scritte e non.
Volutamente tralascio ogni altra osservazione e riflessione sula politica italiana e mi limito a porre l'accento sulla stortura sopra accennata, senza risolvere la quale temo rimarremo impantanati nella costante e continua lite improduttiva e inutile, o meglio, utile a chi la politica ha il potere di comprarla.
Alessio - Avvocato civilista

Unknown ha detto...

Forse è necessaria una doverosa precisazione:

In un paese civile preso atto del problema giustizia il Governo incarica persone qualificate a proporre delle soluzioni.
Nel nostro caso: mondo accademico e Potere Giudiziario.

Le possibile soluzioni presentate al parlamento saranno necessariamente più di uno e qui sia apre il dibattito politico in un probabile scenario del tipo:

La soluzione A è da scartare perchè penalizza le classi meno agiate (partiti di area sociale) oppure che deve essere modificata nel punto 2 perchè troppo restrittiva del libero mercato,oppure la soluzione C è da scartare perchè troppo ed inutilmente costosa.

Il Parlamento si affronta quindi su soluzioni valide preparate da esperti del settore, ciascuna soluzione con i pro ed i contro.