venerdì 20 novembre 2009

Quanto lavorano i magistrati italiani e a che serve la legge sul “processo breve”

Da Annozero del 19 novembre 2009









5 commenti:

Claudio P ha detto...

Scusata, ma che cosa è diventato questo blog? Una cassa di risonanza per le elucubrazioni di Travaglio e soci?
Un tempo si affrontavano seriamente i temi legati alla giustizia.

La Redazione ha detto...

Quella di Travaglio è stata l'unica voce - l'unica - alla quale è stato dato fiato dopo che il cervello si era informato sulla reale situazione della magistratura italiana.

La legge è sovrana, ma se è anche somara son guai per tutti.

L'importante è che le decisioni siano prese sulla base di presupposti veri e che il sistema giudiziario italiano sia in grado di fare i processi in due anni è falso.

Quindi l'approvazione di quel disegno significherebbe non fare i processi. E non fare i processi significa CAOS.

E' utile saperlo prima. E chi diffonde dati falsi è in malafede,
qualunque colore politico abbia. Ed in questi anni contro la magistratura sembra essersi schierato l'arcobaleno.

Felice Lima ha detto...

Per Claudio P. (commento delle 17.16).

Gentile Claudio P.,

mi farebbe la cortesia di dirmi cosa c'è di "non serio" nelle cose, a mio parere terribilmente serie, dette da Travaglio nell'intervento riportato sul blog?

Solo se Lei indicherà cosa ritiene "non serio" in quell'intervento, infatti, si potrà capire cosa secondo Lei si deve fare per parlare seriamente delle questioni della giustizia.

Una cosa intanto appare certa: un ministro che dice che il "processo breve" cancellerà solo l'uno per cento dei processi, non è una cosa seria.

Infatti, come già notato da tanti e dallo stesso Travaglio in un articolo del Fatto di oggi, se fosse vero che solo l'1% dei processi verrà cancellato dalla legge c.d. sul "processo breve" ciò vorrebbe dire che il 99% dei processi si celebra già in due anni per grado.

Il che, ovviamente, è banalmente falso e, dunque, non serio.

In attesa dei Suoi chiarimenti, le progo cordiali saluti.

Felice Lima

Silvio Liotta ha detto...

Chiederei a Claudio P di comportarsi, lui, seriamente, evitando di dare dell'"elucubrante" ad un giornalista serio e preparato come Travaglio, in particolare su aspetti giudiziari. Se Claudio P non ha ancora capito le capacità tecniche di Travaglio in relazione alla traduzione giornalistica di problematiche giudiziarie, pazienza. Ci risparmi però i predicozzi su chi è serio e chi no.

Silvio Liotta (molto stanco dei luoghi comuni ripetuti ossessivamente e privi di qualsiasi argomentazione logica)

Anonimo ha detto...

poichè la mistificazione parte sempre da un qualcosa di vero (l'inganno più efficace)e poichè mi pare tanto che ci prendano in giro 'con metodo', non sarà mica che l'un per cento dei processi destinati a morte (di cui parla la maggioranza a fronte del 4o per cento di cui dicono i magistrati)fa riferimento a quei soli processi che saranno 'ammazzati' immediatamente, cui però si dovrebbero aggiungere, per completezza (e la maggioranza se ne guarda bene) quelli successivamente ammazzati 'a respiro' cioè nell'ambito dei sei anni in questione? Se così fosse, allora entrambi i dati sarebbero di per sè veritieri: sia l'uno che il quaranta per cento, peccato che l'uno sarebbe però parziale, perchè la domanda non è: quanti processi saranno ammazzati immediatamente, bensì: quanti processi saranno comunque ammazzati...Pacifico Lanzo T.se