lunedì 22 febbraio 2010

Guerra tra Procure 2: un film già visto che non vale il prezzo del biglietto.


E' di oggi la notizia della reazione della Procura di Roma nei confronti di quella di Firenze, accusata di scorrettezza (si veda, ad esempio, qui)

Come sapete questo Blog ha assistito in anteprima alla proiezione cinematografica che ha avuto come protagonisti le Procure di Salerno e di Catanzaro. Una fiction che le prime critiche avevano subito stroncato come frutto di una sceneggiatura male orchestrata nella quale i ruoli di vittime e di carnefici erano stati preventivamente assegnati e la cui regia è apparsa dilettantesca.


L'epilogo era quindi scontato e la trama per nulla affascinante.

Eppure alcuni di coloro che avevano denotato impegno per la riuscita di quella impresa stanno per raccoglierne i frutti.

La qual cosa incoraggia, dopo la sciagurata “opera prima”, sceneggiatori e regista a tentare un improbabile sequel di un vero fiasco cinematografico sotto gli occhi di tutti, con l'unica diversità rappresentata dai ruoli oggi interpretati dalle procure di Firenze e di Roma e da un certo incremento del numero delle pagine dell'inchiesta (20.000 contro 1.300) che i cittadini non avrebbero dovuto conoscere.

Come sapete il manifestino cinematografico dell'ANM sulla violazione del "riserbo" è già affisso da alcuni giorni.

Ma chi è il produttore di questi flop?

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso che un discorso di De Magistris stia qui come il cacio sui maccheroni:
http://www.ustream.tv/recorded/4823969
La parte sugosa comincia a 1(H),03(mn).
Credo che la prima "guerra" fra procure come l'attuale seconda "guerra" dipende dal fatto che, prendendo da De Magistris, sia in un caso come nell'altro, si è toccato il "midollo bipartisan".
I signori che appaiono nelle ultime inchieste non sono del Beaujoulais nouveau d'annata, ma sono dei buoni grandi vini maturati durante decenni e che hanno visto passare governi, giunte e caste di tutti i colori.
Chi tocca questi signori finisce per toccare inevitabilmente il "midollo". In questa situazione chiunque ha ancora un pò di sensibilità non può che provare della comprensione ascoltando lo straziante grido di dolore che si leva da questa umanità di potenti uniti come un sol uomo in difesa dei loro "ideali".

Anonimo ha detto...

Perbacco!
Da quando ho letto (sia pur frettolosamente) l'apparente ermetico comunicato ANM ho provato l'ennesima sconfortante sensazione di disagio: il problema è che le conclusioni a cui era giunto Nanni64 (nel post dedicato a tale comunicato)sentivo di poterle trarre anch'io, ma non osavo confessarlo neppure a me stessa.
Ma se due più due continua, nonostante tutto, a far banalmente ma inesorabilmente quattro, lo studiato contorsionismo del comunicato, la precisazione che esso non intende esprimere una critica al dimissionario collega romano, le notizie apparse in quest'ultimo post, sembrerebbero dar ragione alla più pessimistica delle analisi: dobbiamo dunque davvero rassegnarci a guardare un brutto sequel di una già pessima "opera prima"?
Carissimi colleghi più esperti e navigati (io, lo ammetto, sono di prima nomina, neanche troppo brillante e sopperisco appena con la buona volontà) ovviamente non mi rivolgo a quelli già sensibilizzati ma a tutti gli altri ma davvero vogliamo rassegnarci a morire rassegnati?
Davvero non riusciamo a capire che il "farsi i fatti propri", (nell'accezione di disimpegno ed indifferenza, non vorrei ingenerare equivoci) in questo come in altri settori non paga? Che l'aver lasciato soli colleghi rei solo di ostinarsi a vedere la legge uguale per tutti non è stata una catastrofe solo per i singoli ma per l'intera categoria? Che una volta varcati certi confini (fino a poco fa ritenuti invalicabili)tornare indietro diviene quasi impossibile?
Perché lasciamo che la difesa della dignità della magistratura sia ormai sentita più all'esterno che all'interno?
Naturalmente questo è solo un piccolo grido di dolore, anche stridulo, di un piccolo magistrato di provincia, che non servirà a nulla se non a far sentire meno sconfortato, per un istante, il suo autore, pensando a quanto forse sia addirittura peggio mollare del tutto, tentazione talvolta ricorrente.

Un caro saluto ai colleghi e a tutti quanti hanno deciso di non "farsi gli affari propri", (nell'accezione sopra precisata)e soprattutto a quelli che riescono ad essere più concludenti e fattivi della sottoscritta!

Graziella Fenza,
g. trib. Crotone

Anonimo ha detto...

Il PM Toro era della Procura di Roma e sapeva...e sappiamo come ha utilizzato la notizia.
Dopo Catanzaro qualche anticorpo avrà rafforzato la strada?
Alessandra

Anonimo ha detto...

Sono da poco tornata da una presentazione del libro di Luciano Violante dal titolo "Magistrati". Il libro è una sapiente , graziosa, fragile ,barchetta di carta che naviga su un'oceano magmatico e oscuro composto da due emisferi :La Politica, ovvero il potere politico e la Giurisdizione, ovvero il potere della magistratura . La barchetta che naviga su carte nautiche note ad un politico e magistrato di lungo corso come è Violante , tocca varie sponde e porti che descrive quasi sempre con garbo e lucidità . Alla fine della lettura però ci accorgiamo che la barchetta ha viaggiato su carte nautiche del secolo scorso non su acque reali . Ed è bene così perchè sarebbe stata immediatamente inghiottita dai flutti se avesse osato sfidare acque vere.Dice Violante che il primato della politica è accettabile a condizione che non si traduca in irresponsabilità della politica. Ma ecco come questa garbata affermazione potrebbe incontrare i minacciosi flutti della realtà . E' di oggi sul sole 24 ore un articolo dal titolo "Arresti bi-partisan a Milano":
"..Il gip di Milano, Giuseppe Gennari, scrive ..che l'inchiesta ha permesso di «mettere in luce un vero e proprio sistema di corruzione». Seguito di un precedente filone di indagini sul clan della 'ndrangheta dei Barbaro-Papalia... Emerge, «un sistema, appena tratteggiato ma chiaramente visibile, di rapporti politico-imprenditoriali sistematicamente costruiti sull' illegale favore reciproco.. di soggetti (politici e amministrativi)che mettono la loro intera rete di poteri e conoscenze al servizio dell'imprenditore disposto a retribuirli profumatamente».
In un simile contesto ,formato da reti ecomomiche-finanziarie-politiche illegali che spazzano via l'imprenditoria onesta , se questa non si piega ai dicktat mafiosi, che senso ha rivendicare il primato della politica sulla giurisdizione ? E' necessario all'opposto costrure nuovi argini giuridici adatti alla globalizzazione dei mercati e delle merci . Questi argini devono essere solidi come mai prima nella storia dell'umanità e devono avere il proprio centro di gravità e una stella polare nei diritti fondamentali del cittadino e nella ferrea difesa dello Stato di Diritto. Si dirà che non tutta la politica è ridotta a strumento del business, ma allora questa Politica nobile come prima cosa non dovrebbe ricattare la Giurisdizione e viceversa il magistrato che non accetta di essere un burocrate dovrebbe respingere con fermezza i ricatti inevitabili della Politica che oggi si praticano sordidamente in privato ,anche teorizzandoli .
Ovviamente il libro è molto sfaccettato e ricco di spunti interessanti , come quasi tutte le opere di Luciano Violante. Ma , siccome la lingua batte dove il dente duole, io ho privilegiato un aspetto del libro che mi tocca in prima persona. Maria Cristina

Anonimo ha detto...

Il giorno dell'ipocrisia
nel porto delle nebbie

http://www.repubblica.it/politica/2010/02/23/news/g8_davanzo_procure-2397736/

Anonimo ha detto...

“Corruzione, oggi la Casta fa quadrato”. Intervista a Piercamillo Davigo sul ritorno di Tangentopoli
Il giudice: “Si ruba di più ma i partiti non mandano a casa nessuno”.

di Marco Travaglio, da Il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2010


http://temi.repubblica.it/micromega-online/corruzione-oggi-la-casta-fa-quadrato-intervista-a-piercamillo-davigo-sul-ritorno-di-tangentopoli/

Neo-Machiavelli ha detto...

Molte volte ho avuto l’impressione che sono troppe guerre dentro la magistratura, contro la politica o contra la polizia con danni dei contribuenti, consumatori e società per bene. Guadagna la criminalità. Ho l’impressione che la giustizia a carabinieri, poliziotti e forze dell’ordine del G8 di Genova, processi ad Andreotti, Berlusconi, Bertolaso, … hanno costato soldi dei contribuenti, tempo della giustizia, tempo delle forze dell’ordine, beneficiando la grande criminalità, aumentando insicurezza dei cittadini, … Molte volte ho l’impressione che sia prioritario inventare nuove forme di giustizia.