domenica 14 marzo 2010

Anche un membro del C.S.M. (magistrato) nello scandalo Berlusconi, Rai, Agcom




di Marco Lillo e Peter Gomez
(Giornalisti)



da Il Fatto Quotidiano del 14 marzo 2010


Non c’è solo l’Agcom nella squadretta di manganellatori messa in piedi sotto il comando di Silvio Berlusconi per azzittire gli show politici sulla Rai.A Il Fatto Quotidiano risulta che numerose intercettazioni trascritte dalla Guardia di Finanza riguardano la Commissione di vigilanza sui servizi radiotelevisivi.

In particolare un ruolo chiave nella “strategia” messa in piedi da Silvio Berlusconi per arrivare allo stop di Michele Santoro (una vera ossessione per il Cavaliere) lo riveste Giorgio Lainati, deputato del Pdl e vicepresidente della Commissione.

Questo ex giornalista Mediaset promosso dal padrone deputato nel 2001 è sempre stato un bulldog degli interessi del Cavaliere nel Parlamento. Quando il commissario dell’Agcom Giancarlo Innocenzi (il coach della squadretta del presidente) deve riunire tutti i fedelissimi insediati nei gangli dell’informazione, è proprio Lainati il primo della lista.

Innocenzi entra in fibrillazione alla fine di novembre quando si scopre che Santoro, dopo la puntata con Patrizia D’Addario, dopo la trasmissione incentrata sul sottosegretario Nicola Cosentino e la camorra, ora sta preparando un focus sul caso Berlusconi-Mills.

Più che il commissario dell’Autorità Garante delle Comunicazioni, sembra il commissario tecnico della squadretta del suo padrone e dirama le convocazioni per un incontro urgente.

Il presidente del Consiglio gli ha dato un incarico preciso: “Elaborare la strategia per arrivare alla chiusura di Annozero ma anche di Ballarò’e magari di Parla con me”.

Innocenzi chiama subito la sua sporca mezza dozzina per organizzare un incontro.

Da vero pasdaran della causa che arriva a dire: “Per me conta solo una persona”, cioè l’amato Berlusconi (da lui definito indifferentemente “Capo” o “Padrone”) si lancia ventre a terra a caricare “gli uomini del presidente”.

All’appello dei fedelissimi registrato dagli investigatori i convocati sono il direttore generale della Rai, Mauro Masi; il consigliere di amministrazione dell’azienda pubblica , Alessio Gorla e - difficile anche solo a immaginarsi - un magistrato importante: Cosimo Ferri.

Proprio lui il potente presidente della settima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, quella che stabilisce gli incarichi direttivi.

Innocenzi lo convoca ogni volta che c’è da prendere una decisione importante.

Per esempio, prima di preparare le due lettere che dovevano essere inviate dall’Agcom e dal direttore generale della Rai Mauro Masi per soffocare in una tenaglia Annozero, Innocenzi chiede al consigliere della Rai Alessio Gorla (che subito le fornisce in via riservata) le carte che servono a Cosimo Ferri.

Nei fedeli resoconti al premier delle sue attività, Innocenzi cita sempre Cosimo Ferri come uno degli uomini che stavano dando una mano per supportare con adeguate motivazioni legali la strategia per colpire i nemici mediatici del Cavaliere.

Innocenzi riferisce a Lainati tutte le sue mosse. Gli racconta di avere chiamato il direttore generale della Rai Mauro Masi, il consigliere di amministrazione della concessionaria pubblica, Alessio Gorla e di avere comunicato a tutti l’obiettivo: “Bisogna trovare una soluzione per evitare che Santoro faccia il processo Mills”.

Nelle telefonate è citato spesso ma non appare mai il presidente dell’Agcom.

Mentre il suo braccio destro, Roberto Viola, è in contatto continuo con Innocenzi e funge da pontiere tra i due.

Comunque a giudicare dai risultati, tra tutti proprio Giorgio Lainati, si rivelerà il giocatore decisivo della partita.

Alla fine, dopo mille fallimenti e mille lavate di capo del capo ai suoi “killer” pasticcioni e incapaci è stata proprio la commissione di vigilanza a regalare l’assist vincente che ha permesso all’Agcom di segnare il goal.

Il provvedimento firmato dall’Autorità (e annullato dal Tar due giorni fa) che è riuscito a ottenere l’oscuramento di Annozero, Ballarò e delle altre trasmissioni politiche durante la campagna elettorale delle regionali, infatti, è stata l’attuazione di un regolamento approvato dalla Commissione di Vigilanza il 10 febbraio scorso.

Quel regolamento, è stato censurato implicitamente dai giudici amministrativi che non potevano certo annullarlo senza scatenare un conflitto tra potere giudiziario e legislativo.

Ma nella motivazione dell’annullamento dell’atto dell’Agcom è evidente la censura per un regolamento parlamentare che impone di applicare a tutte le trasmissioni preelettorali le severe regole delle tribune.

Non c’è dubbio che il protagonista di quella partita, l’uomo che ha promosso e difeso contro ogni critica il regolamento che imbavaglia gli show politici pubblici lasciando campo libero a quelli privati del suo ex datore di lavoro, è proprio Lainati.

Quando Innocenzi lo chiama dopo l’ennesima trasmissione di Michele Santoro indigesta al Capo, il vicepresidente della commissione parlamentare che dovrebbe garantire l’informazione corretta a tutti i cittadini risponde: “Io faccio il soldato, voi ditemi quello che devo fare e io lo faccio”.

Lainati è il pasdaran della squadretta e morde il freno quando lo chiamano per la battaglia.

È infuriato anche con il Cavaliere che continua a scegliere uomini troppo mosci, come Fabrizio Del Noce o Mauro Masi, che lui chiama Alice nel paese delle meraviglie.

È colpa del presidente del Consiglio che li ha messi in quei posti se la meta non arriva.

E Santoro riesce ad andare in onda.

Dopo la puntata di Annozero sul caso Mills è lui stesso a proporre a Innocenzi: “Facciamo un esposto e vediamo cosa riuscite a farci poi voi dell’Agcom”.

I due organizzano subito un incontro con i parlamentari del centrodestra più vicini.

L’ex sottosegretario alla Giustizia Iole Santelli, oggi membro della commissione di Vigilanza anche lei, risponde alle convocazioni e alle telefonate prontamente.

Ma anche il presidente della commissione parlamentare, Alessio Butti, e il leghista Davide Caparini, a sentire Innocenzi e Lainati, sono d’accordo.

Chissà se è tutto vero quello che dicono al telefono, una cosa è certa, alla fine la commissione di Vigilanza riuscirà nel suo obiettivo



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Dalla Redazione di Uguale per Tutti:
In relazione alla gravità dei fatti riferiti in questo e altri articoli di stampa riportati sul nostro blog, precisiamo che riportiamo questi articoli perché sono notizie di stampa - e dunque già di dominio pubblico - relative a fatti di interesse per chi si occupa di amministrazione della giustizia. Non abbiamo alcun elemento per stabilire se ciò che riferiscono i giornali sia vero o no e in che termini. Riteniamo indispensabile che sulle notizie in questione ci sia il più ampio dibattito.


13 commenti:

Anonimo ha detto...

La vicenda è veramente inquietante, anche se sorprende fino a un certo punto (la tendenza alle "mani libere" del Presidente del Consiglio è ormai un dato acquisito). In merito all'inchiesta di Trani vorrei capire una cosa: se si è partiti da un'indagine sui tassi usurari delle carte di credito, com'è possibile che le intercettazioni hanno interessato alcuni componenti della Autorità garante per le telecomunicazioni (che non c'entra nulla con la questione, trattandosi di vicenda che rientra tra le competenze del Garante per la concorrenza ed il mercato)?
Grato fin d'ora a chi mi saprà rispondere.
Cari saluti alla redazione ed al Dott. Lima in particolare.
Pierfrancesco La Spina

Anonimo ha detto...

Gentile redazione.
trovo sconcertante che una volta ancora si sia consentita una raffica di intercettazioni a strascico volte a far "igiene" politica e sociale più che a reprimere reati.
Poi non si lamenti la magistratura (silente, e dunque solidale, con i colleghi che hanno passato - ovvero consentito che si passasse - alla stampa materale tanto politicamente sensibile quanto penalmente inconsistente) se poi la politica - tutta - ritiene necessario cambiare la disciplina delle intercettazioni.
Se le norme attuali (che sarebbero adeguate in un paese normale con GIP realmente consapevoli del proprio ruolo di terzietà e di controllo) vengono applicate così, difficile è difenderle...
Possibile che il PM che ha in mano tali intercettazioni non faccia di tutto per evitare che finiscano sui giornali?
Sono solo io l'indignato?
Saluti, S

PS la Vostra nota di redazione non fa onore al Vostro impegno onesto e trasparente e rischia di apparire un pò doppiopesista...

La Redazione ha detto...

Per l'anonimo delle 11.49.

Se leggerà il post "La difesa della riservatezza non è nel codice di procedura penale." troverà spunti che possono aiutarla.

In questo caso si è realizzata un anticipazione delle informazioni che sarebbero state in ogni caso lecitamente diffuse di qui a qualche tempo, dato che esse rivestono le caratteristiche che ne giustificano la divulgazione, prima tra tutte l'interesse pubblico.

Della violazione del segreto può dolersi soltanto l'indagine, non le persone in essa coinvolte.

Anonimo ha detto...

ho letto il post segnalato.
resto nel mio radicale dissenso.
evidentemente ho un idea dei diritti fondamentali degli individui (e del giudice che dovrebbe tutelarli nel complesso bilanciamento tra esigenze contrapposte) un pò diversa dalla vostra.

La Redazione ha detto...

Liberissimo.

Se poi argomentasse, ciò sarebbe d'aiuto.

Anonimo ha detto...

No,signor S. non è solo lei indignato.
Trovo pericoloso che vengano usate le intercettazioni giustamente definite " a strascico", sopratutto in modo così sfacciatamente strumentale. Sicuramente da un'intercettazione qualsiasi possono uscire tanti pettegolezzied anche notizie di altri reati, ma se effettivamente le persone terze intercettate non sono indagate hai un bel sostenere che è solo questione di tempo e poi sarebbero state lecitamente diffuse. Che poi, tali anticipazioni escano su determinati quotidiani, caratterizzati da evidente partigianeria, non è sicuramente sinonimo di equidistanza. Non si lamentino poi i giudici che si possa pensare che da parte loro ci sia "un'ombra?" di faziosità e denuncino un giorno si e l'altro pure il tentativo di delegittimarli: fanno tutto da soli.

Besugo ha detto...

Quando si prevaricano le trasmissioni televisive di approfondimento dell'informazione su i fatti e si lascia libero sfogo alle opinioni dei fede-li dipendenti, opportunamente inseriti ai vertici degli organi d'informazione, qualsiasi campagna elettorale è avulsa dalla democrazia.

In merito alla valutazione di eventuali reati o meno, possiamo ritenere competente la Magistratura inquirente e non l'opinine delle persone interessate dall'indagine, e tanto nemmeno l'opinione del ministro della giustizia.

Sulla valutazione etica del tenore e del contenuto delle conversazioni riportate, c'è senza dubbio da indignarsi per lo spregio della Costituzione Repubblicana, appalesato dal capo dell'esecutivo, il quale si mostra come il padrone e non il servitore fedele della Nazione.

A volte mi domando, ma in quale mondo ho vissuto in questi settantanni? Quali scuole ho frequentato, così lontane dal senso delle frasi che oggi non riesco a comprendere nella maggior parte degli scritti che leggo?

Oggi, invece, sento di comprendere in modo completo, il senso delle parole di Roy Batty:

« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.

Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.

E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo...
come lacrime nella pioggia.

È tempo... di morire. »

Chiazzese ha detto...

Scusate, a quelli che hanno parlato qui di “intercettazioni a strascico” vorrei chiedere: è sufficiente che il ministro dica che l’asino vola perché voi lo ripetiate?

Anonimo ha detto...

l'espressione "intercettazioni a strascico" non l'ha certo inventata il ministro Alfano, ma fa parte di uno slang ormai consolidato da anni così come consolidato è il fenomeno cui si riferisce. trovo piuttosto singolare che qualcuno trovi offensiva l'espressione...
S

Felice Lima ha detto...

Per "S." (commento delle 15.32)

S., Lei non ha letto il commento di "Chiazzese" al quale ha risposto.

E così la Sua risposta risulta illogica.

Chiazzese, infatti, non ha detto in alcun modo che l'espressione "intercettazioni a strascico" sarebbe "offensiva".

L'ha definita insulsa: come dire che "l'asino vola".

E sembra di tutta evidenza che chi, senza conoscere gli atti del procedimento di Trani, afferma che lì sono state fatte "intercettazioni a strascico" è, nella migliore delle ipotesi, una persona che parla a vanvera. Ossia affermando cose che non sa. Nella peggiore il servo di qualcuno.

Poiché la stampa attribuisce questa espressione anche al Ministro della Giustizia, spero vivamente che lui rientri nel primo caso: persona che afferma irresponsabilmente cose che non sa.

Anche se non è una gran consolazione.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Per Besugo.
Appunto.....in che mondo pensa di essere vissuto? In un mondo popolato di anime pure e disinteressate ed improvvisamente siamo piombati all'inferno?
No non credo, anzi, probabilmente il controllo era più radicato e ramificato per cui certi comportamenti esistevano ma restavano nella ristretta, si fa per dire, cerchia degli interessati e noi non ne venivamo a conoscenza.
Niente giustifica il tentativo di imbavagliare le libere opinioni, ma meravigliarsi mi sembra esagerato. Non è ancora tempo di morire, ne vedremo ancora delle belle.
Per quanto riguarda le indagini di Trani, è difficile capire come da un'indagine sulle carte di credito si sia arrivati, tra le altre cose, ad indagare Berlusconi perchè si è lamentato, pesantemente ed inopportunamente, sul trattamento che subisce settimanalmente da Santoro e C..
Il dubbio che si usino misure diverse un pochino si affaccia.

Chiazzese ha detto...

Che il Ministro, pur non conoscendo alcunché degli atti, dica che quelle eseguite dalla Procura di Trani sono “intercettazioni a strascico”, non sorprende affatto; ciò che sorprende, anzi desta seria preoccupazione, è che qualcuno possa ripetere del tutto acriticamente quello che dice il Ministro, e cioè che si tratta di “intercettazioni a strascico”. Mi viene quindi da pensare che se il Ministro dicesse che “l’asino vola”, quel qualcuno ripeterebbe: “l’asino vola”. Così è più chiaro?

Vittorio Ferraro ha detto...

Per chi ha voglia di chiarirsi le idee segnalo un interessante articolo di Bruno Tinti, sul blog antefatto.it, intitolato "Se questo è un ministro".