giovedì 8 luglio 2010

Le condizioni di lavoro dei magistrati






di Egidio de Leone
(Giudice del Tribunale di Urbino)





Innanzitutto mi presento: mi chiamo Egidio de Leone, sono entrato in magistratura nel dicembre 2007 e sono in attesa della I valutazione di professionalità, sostanzialmente (per farmi intendere dai non addetti ai lavori) faccio il giudice da circa un anno. Sono giudice civile a 360 gradi, giudice delle esecuzioni immobiliari e componente del collegio penale.

Perché scrivo e perché qui?

Scrivo per stanchezza della non verità e dell’approssimazione con la quale viene illustrato il lavoro del magistrato sia da chi non ha mai messo piede in un Tribunale (e forse sarebbe meglio informarsi prima di scrivere, accusare etc.) sia dai “pretesi” addetti ai lavori che spesso ignorano colpevolmente.

Qui perché non sono iscritto alle correnti, non nutro interesse verso le stesse e non ho capito (o forse ho capito) perché esistono e perché ritengo di avere il dovere di spiegare a chi chiede “giustizia” come (nel senso di in che forme, modi, tempi) la si può ottenere.

La prova per testi.

Ci sarebbero molti aspetti che vorrei affrontare, ma non voglio tediare chi mi legge e così parto subito con un esempio. Esempio in cui è facile intravedere la crisi del sistema, i modelli di lavoro, i tipi di lavoratore e tutte le relative conseguenze. Sarò poco tecnico ma voglio che la questione sia compresa anche e soprattutto dai non addetti ai lavori.

Nel processo civile vige il principio dell’onere della prova: Tizio sostiene che Caio gli ha rotto la bicicletta e chiede che Caio la ripari o gli corrisponda il costo dei lavori necessari per la riparazione.

Secondo le leggi vigenti Tizio per avere una sentenza favorevole, insomma per avere “ragione” con la condanna di Caio a pagargli i danni, deve dimostrare nel processo che Caio un dato giorno ad una certa ora ha rotto la bicicletta, che per ripararla servono x euro oppure che l’ha già riparata pagando x euro.

Per provare ciò avrà normalmente bisogno di un testimone che dica: ho visto Caio rompere la bicicletta di Tizio in un dato giorno e ad una certa ora. Così Tizio si rivolgerà ad un avvocato che introdurrà la causa e compirà tutti gli adempimenti necessari per arrivare un giorno davanti al giudice (sorvolo su tutti gli aspetti tecnici relativi a queste fasi) che dovrà decidere quali mezzi di prova ammettere. Infatti l’avvocato di Tizio avrà chiesto di ammettere la prova testimoniale di Sempronio che (secondo lui) ha visto Caio rompere la bicicletta di Tizio.

Il giudice, e sorvolo sul modo in cui il giudice può arrivare processualmente a questa decisione, dovrà decidere se la prova testimoniale richiesta è ammissibile e rilevate. Laddove per ammissibile si intende che non è vietata dalla legge e per rilevante si intende che è utile ad assumere la decisione finale. Nel caso fatto la prova sarà sia ammissibile che rilevante, ma pensate ora a casi molto più complessi (non vi faccio esempi altrimenti corro il rischio di confondere le idee) in cui sarà necessario un approfondito giudizio di ammissibilità e rilevanza e poniamoci insieme le seguenti domande: a che serve quel giudizio? Come si deve prendere la decisione? Quali sono i modelli organizzativi attualmente esistenti nella prassi?

Il giudizio serve essenzialmente ad evitare che vengano sentiti testi le cui “verità” non possono essere utilizzate (perché vietato dalla legge) per emettere la sentenza o che non servono per emetterla.

Ancora non vi ho detto veramente perché. Infatti anche un bambino potrebbe dire: senti tutti i testi e poi quando devi decidere scarti le testimonianze vietate dalle legge e quelle che non ti servono per decidere. Vero, verissimo, ma allora perché mi viene chiesto di prendere quella decisione prima di sentire i testi? Perché secondo quando previsto dal codice (e tralascio volutamente la riforma del 2009 e la c.d. testimonianza scritta che per motivi che qui prenderebbero troppo tempo non avrà mai applicazione pratica) per sentire un teste servono: un giorno di udienza, un giudice, un cancelliere, gli avvocati, il teste, carta e penna, un computer (se si accende) e una stampante (se funziona e se c’è il toner e la carta).

A ciò deve aggiungersi che per sentire un teste sempre secondo il codice: il giudice legge le domande che gli avvocati hanno preparato, poi può chiedere chiarimenti al teste, il tutto deve essere puntualmente verbalizzato magari indicando anche l’atteggiamento del teste al cospetto del giudice. In pratica per fare una decina di domande, il giudice dovrebbe avvertire il teste che deve dire la verità, leggere la domanda, magari riformulandola per renderla comprensibile al teste (il linguaggio giuridico non è propriamente di immediata comprensione), ascoltare la risposta, dettare al cancelliere cosa verbalizzare, quindi far firmare il verbale al teste, fissare un’altra udienza per sentire altri testi, firmare il verbale e così via. Se non c’è il cancelliere e vi assicuro che non c’è quasi mai (perché deve fare tanto altro lavoro e non ha il dono dell’ubiquità) puoi fare come faccio io, rimedi un computer vecchio, ricicli una stampante (il tutto grazie alla fortunosa presenza di persone volonterose e competenti all’interno dell’ufficio) e verbalizzi con il computer (anzi tutti, a partire dal CSM, ti dicono che devi fare così) così se sei veloce a scrivere fai prima se invece non sai nemmeno dove sono i tasti della tastiera ci metti il doppio del tempo.

Il tutto richiede, anche per me che scrivo a dieci dita, una quantità di tempo impressionante. Per sentire una quindicina di testi ci metti almeno sei o sette ore.

Bene mi direte voi tanto questo è il lavoro che fai. No questo è solo il 10%, volendo esagerare, del lavoro che deve fare un giudice civile.

Ma torniamo alla domanda iniziale del bambino: il giudizio di ammissibilità e rilevanza lo devi fare prima e non dopo altrimenti lavori a vuoto e la causa dura almeno 6 mesi/un anno in più, ma anche molto, molto di più.

Quindi ricapitolando secondo il codice il giudice civile deve studiare ogni fascicolo subito, capire di cosa si discute, cosa serve per decidere, quindi, vedere quali prove sono state chieste, verificare se sono ammissibili e rilevanti, ascoltare tutti i testi e quindi decidere la causa. Il tutto farcito da termini processuali di difesa non abbreviabili (e per carità sacrosanti) e facendo la stessa cosa per un migliaio di fascicoli.

Posto che l’udienza è solo la punta dell’iceberg del lavoro del giudice civile, e che in udienza non si sentono solo i testi ma si compiono mille altre attività, non posso fare udienza ogni giorno, altrimenti chi le scrive le sentenze? Chi decide se le prove richieste sono ammissibili e rilevanti? Posso fare udienza due, esagerando tre, volte alla settimana e allora, lavorando di media 10 ore al giorno, puoi beccare la causa in cui tutte le prove richieste sono inammissibili e irrilevanti e la causa nel complesso può durare un anno (e non meno, vi assicuro che codice alla mano una decisione prima di un anno è praticamente impossibile) oppure, ed è la normalità dei casi, puoi far guadagnare alla causa un anno, forse due, solo che dovendo sentire il teste personalmente con tutte le attività di cui sopra la causa dura comunque un’eternità.

E se invece ammettessi sempre tutti i mezzi di prova richiesti senza nemmeno aprire il fascicolo? Se le domande le facessi fare agli avvocati in un’altra stanza diversa dall’aula di udienza, oppure nel corridoio (vi assicuro che accade anche questo), e facessi verbalizzare loro e io mi limitassi a indicare la prossima data di “udienza” e a firmare il verbale? Poi quando arriva il momento di decidere non tengo conto delle prove inammissibili e irrilevanti e anche il bambino di cui sopra è contento.

Quest’ultimo modello ha poi un altro indiscutibile vantaggio: la decisione sull’ammissione dei mezzi di prova, come la stesura di una sentenza, deve essere fatta entro un certo tempo, è evidente allora che più studi il fascicolo, più tempo ti serve, più lunghi sono i tuoi ritardi, più alta la probabilità di essere considerato un fannullone dall’opinione pubblica e un cattivo magistrato dai tuoi colleghi e dal CSM (si proprio quello che ti dice che devi fare tutto tu, che dietro ogni fascicolo ci sono delle persone etc.) con le conseguenze relative in termini di carriera.

Ah, quasi dimenticavo di dire che (salvo approfondimenti tecnici dei quali non vi voglio tediare in relazione alla riforma del 2009 che ha introdotto la c.d. testimonianza scritta) il modello da ultimo prospettato è illegale, nel senso che è palesemente contrario alla legge, ma, di fatto, è anche l’unico umanamente praticabile se hai 1500 cause sul ruolo, altrimenti per sentire un teste dovresti rinviare di due anni alla volta e ogni processo durerebbe (almeno) una decina di anni.

Ricapitolando sulla questione delle prove per testi, con i rischi insiti ad ogni astrazione, ci sono due modelli di giudici civili: quello che segue la legge, lavora di più, solo se è fortunato accorcia i tempi del processo, sarà condannato dall’opinione pubblica e in sede disciplinare per i ritardi accumulati; quello che lavora di meno (e giustamente perché 10 ore al giorno compresi sabati e domeniche le lavorano in pochi), non segue la legge, non abbrevierà mai tempi del processo, sarà condannato dall’opinione pubblica per la lungaggine del processo ma non in sede disciplinare.

Io, ma forse si era già intuito, seguo il primo modello, ma sono giovane, non ho figli, ho una compagna che ha tanta pazienza e al momento non ho problemi di salute.

Aggiungo, infine, che se tutti i colleghi lavorassero nel modo in cui lo faccio io il sistema giustizia civile (con ogni probabilità) collasserebbe definitivamente nel giro di qualche mese. Forse allora quelli che lavorano in modo diverso non possono esser biasimati, perché in fin dei conti, salvano la loro integrità fisica e psichica e fanno in modo che il carrozzone vada comunque avanti, forse anche io, per necessità, dovrò giungere prima o poi a questo compromesso, forse.

O forse qualcuno inizierà a capire che, senza false modestie, io sono una risorsa “scarsa”, nel senso che il lavoro che faccio non lo può fare qualunque laureato in giurisprudenza, e di assoluta centralità per la vita democratica ed economica del paese, paese che dovrebbe rispettarmi e non denigrarmi e soprattutto mettermi nelle condizioni di lavorare al meglio.

Esemplificando, l’altro giorno (1.7.2010) ero in sciopero (nel senso “ridicolo” che ho rinunciato alla retribuzione corrispondente alla giornata di lavoro) ma ero in ufficio, ho fatto un’udienza, ho scritto una sentenza, altre decine di provvedimenti vari etc. quando, all’improvviso, alle cinque del pomeriggio è salata la rete informatica del Tribunale e non c’era nessuno che potesse risolvere il problema allora mi sono metaforicamente guardato in faccia e ho detto: ma vaff ... ho raccolto i fascicoli e sono tornato a casa, insieme ai fascicoli, ovviamente.




23 commenti:

Staff ha detto...

Da cittadino italiano, con amara tristezza, confermo questa situazione. Grazie Dott. Egidio per la verità.

Rossazzurro ha detto...

Ditemi che non è vero !

Arrivano i «giudici a progetto». Ausiliari fino al 2015 potranno sostituire i magistrati nelle cause civili per smaltire l'arretrato. Saranno scelti tra ex magistrati, avvocati, notai, professori di diritto e ricercatori, in attività o pensionati, raccolti in un apposito albo. Saranno i singoli giudici a nominare i propri «aiutanti». L'obiettivo è quello di ridurre la mole di cause civili pendenti, arrivate alla cifra «monstre» di 5,4 milioni, ma l'opposizione protesta e parla di «privatizzazione della giustizia» e di «violazione della Costituzione». La disposizione riguarderà i procedimenti che saranno dichiarati prioritari dai tribunali e dalle corti di appello.

qui il testo dell'articolo
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-07-08/ausiliari-tagliare-cause-082949.shtml?uuid=AYKI405B&fromSearch

Unknown ha detto...

Non ho capito nulla…e saltando di palo in frasca.
Nei legal-thriller americani vedo sempre un giudice che entra il tribunale e si dirige verso l’anticamera del suo ufficio. Sulla porta lo aspetta lo sceriffo e dai film pare di capire che questi sia il “suo” sceriffo, probabilmente l’equivalente di un ufficiale di PG al suo esclusivo servizio.
Il giudice entra in anticamera e si scopre che in realtà è un ante-ufficio. Dentro pronti ed a disposizione ci sono una segretaria ed un assistente. L’ufficio è funzionale e non manca nulla. Almeno nei film.
Il nostro giudice dopo aver risposto al saluto dei suoi stretti e personali collaboratori entra nel suo ufficio. Di fronte a lui, in fondo al suo ufficio, una porta che lo spettatore scoprirà portare alla sua aula di udienze.
Se l’anteufficio è decoroso questo ufficio è pomposo, almeno nei film, biblioteca, pare che sia la biblioteca privata del giudice, d’altronde è nel suo ufficio, un tavolo da riunione, una solenne scrivania. Non si capisce bene il perché ma tutti i giudici americani dei film gialli hanno i capelli bianchi e le bretelle rosse. Forse magistrati rossi politicizzati? Lo spettatore rimane nel dubbio.
Una cosa curiosa: nei film americani il testimone prestano giuramento e se mente di fatto si autocastra, ovvero si taglia i genitali con le proprie mani.

Una volta sono entrato in tribunale. Per ragioni laiche non giudiziarie.
Una freccia ci indirizzò verso il seminterrato e da lì nell’ufficio nel GIP. Il tutto era molto decoroso e consono alla attività che svolgeva. Somigliava vagamente ad un sottoscala adibito a ripostiglio.
Una cosa bisogna dire : nel mentre ero li non vidi topi sbucare da sotto o tra i faldoni.

Mi sono quindi fatto un’idea di come risolvere il problema giustizia: far toccare con mano ai cittadini l’aspetto logistico della nostra macchina giudiziaria. Desisterebbero dal chiedere giustizia

Tiziano Solignani ha detto...

Sono un avvocato, da poco cassazionista, anche se mi considero ancora «giovane», seguo da un po' di tempo questo blog via rss sia per l'interesse dei suoi interventi sia perchè credo che uno dei tanti mali della nostra giustizia sia la mancanza di un dialogo vero tra avvocatura e magistratura.

Mi piace molto questo intervento, che prende uno dei tantissimi aspetti semplici dell'amministrazione della giustizia e dimostra, con parole comprensibili a tutti, come possa essere complicato e dispendioso in termini di tempo e risorse impiegate rispetto al risultato.

Soprattutto mi piace il fatto che questo intervento sia stato scritto con franchezza e con freschezza, in totale sincerità, con riferimento a prassi che sono tanto generalmente deprecate quanto tuttavia praticate, come l'assunzione della testimonianza da parte degli avvocati seduti nei corridoi, e senza prendere come unico punto di riferimento le disposizioni di legge, che così spesso sono lontane dalla realtà.

Con riguardo al problema del tempo necessario per le escussioni dei testi, peraltro, l'ultima trovata del nostro legislatore è quella di assumere degli ausiliari, linko per comodità la mia list «Legalit» in cui se ne è parlato stamattina: http://groups.google.it/group/legalit/browse_thread/thread/eff3bd408db03b8f?hl=it

Quanto alla testimonianza scritta, l'opinione del dr. de Leone è identica alla mia e a quella di tantissimi altri operatori del diritto: non verrà pressochè mai applicata; anzi, approvare un istituto di questo genere è servito solo a far comprendere ancora una volta quanto il legislatore sia remoto rispetto ai veri problemi e alle vere esigenze della giustizia quantomeno civile.

Buona giornata a tutti.

avv. Tiziano Solignani
foro di Modena
http://blog.solignani.it

Unknown ha detto...

Ho sempre pensato che la funzione del parlamento sia quella di fare le proposte di leggi delegando l’estensione delle medesime a persone competenti in materia. Ho sempre, stupidamente lo ammetto, che i disegni di legge che mirano ad una riforma dei codici civile, penale, di procedura dell’uno e dell’altro sia competenza dei magistrati e del mondo accademico coordinati dal Ministero della Giustizia. Di solito per risolvere un problema ci sono diverse soluzioni e come potrebbe essere altrimenti ed è qui che entra in gioco la poltica. Approvare la riforma della giustizia secondo il disegno di legge denominato Paolo o quello denominato Pietro?

Se poi si parla di codice marittimo passerei la palla alla marina militare con il compito di mettere per iscritto le soluzioni e passare poi agli esperti giuridici la loro stesura in codici.

Sicuramente sono in errore. Le leggi le propongono, le scrivono e le approvano in Parlamento.

siu ha detto...

Anch'io, come l'avvocato Solignani, ho apprezzato molto "il fatto che questo intervento sia stato scritto con franchezza e con freschezza, in totale sincerità.."
Auguro al giovane giudice de Leone, con tutta la mia forte e affettuosa solidarietà, di rimanere com'è adesso più a lungo possibile.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

UNA SOLA PAROLA, A LETTERE MAIUSCOLE E IN GRASSETTO: AGGHIACCIANTE!

Anonimo ha detto...

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emendc&leg=16&id=00492391&idoggetto=00588789&parse=si&toc=no

4. Il giudice, nelle cause in cui fissa o è già stata fissata l'udienza per la precisazione delle conclusioni, ovvero per la discussione orale, ad una data successiva ai sei mesi, può nominare, anche con decreto pronunciato fuori udienza e comunicato alle parti, un ausiliario per la sollecita definizione della controversia. Con lo stesso provvedimento il giudice fissa l'udienza per la discussione della proposta di cui al comma 8.

5. Il capo dell'ufficio giudiziario forma un albo degli ausiliari presso lo stesso ufficio e vigila affinché, senza danno per l'amministrazione della giustizia, gli incarichi siano equamente distribuiti. Nell'albo possono essere iscritti esclusivamente i soggetti in possesso dei seguenti requisiti: magistrati onorari, anche se cessati dal servizio da non più di cinque anni; avvocati con anzianità di iscrizione all'albo di almeno cinque anni; notai, anche collocati a riposo; magistrati ordinari, amministrativi e contabili collocati a riposo; avvocati dello Stato collocati a riposo; docenti o ricercatori universitari di materie giuridiche, anche collocati a riposo.

6. L'ausiliario accetta l'incarico prestando giuramento davanti al cancelliere di adempiere fedelmente il suo ufficio, con apposita dichiarazione sottoscritta e depositata nel fascicolo processuale entro dieci giorni dalla comunicazione della nomina. L'ausiliario ha l'obbligo di astenersi e può essere ricusato dalle parti per i motivi indicati nell'articolo 51 del codice procedura civile. Della ricusazione conosce il capo dell'ufficio giudiziario.

7. Entro novanta giorni dalla nomina, l'ausiliario deposita in cancelleria una relazione contenente la sintetica esposizione dei fatti oggetto di causa ed una proposta di decisione, con la concisa esposizione dei motivi di fatto e di diritto sulla base dei quali ritiene che la causa deve essere decisa. La relazione è comunicata alle parti costituite con ogni mezzo idoneo ed è notificata al contumace.

non ho capito bene... Giudici privatizzati?

Vittorio Ferraro ha detto...

Aggiungo al commento di oggi, delle ore 09,11, che si prevede anche che "la parte che rifiuta una proposta il cui contenuto corrisponde al verdetto del giudice verrà penalizzata sul piano economico."

Se a questo emendamento del Governo alla manovra economica aggiungiamo la mediazione-conciliazione obbligatoria e la proposta di affidamento ai notai di una parte della materia delle separazioni coniugali il gioco è quasi fatto.

Sposo in pieno le parole del presidente dell'OUA De Tilla: "è la demolizione della giustizia italiana"

Pierluigi Fauzia ha detto...

Riguardo al testo riportato dall'anonimo delle 9.11,ad occhio e croce, mi sembra ci possa essere un contrasto con l'art 102 Cost.

Credo che sia decisivo un profilo che però non è risolto dal testo riportato (ed in verità non ho avuto tempo di visitare il link):bisogna capire che valenza dare alla relazione dell'ausiliario.

Se la relazione si impone al giudice che è obbligatoriamente tenuto a rispettarla si apre un altro problema di compatibilità con l'art 101.

Se invece (come credo) sia nulla più che un parere, la nuova legge è assolutamente inutile.

Sarebbe bello leggere un autorevole parere della Redazione o di qualche altro Magistrato,sicuramente più competenti del sottoscritto.

Un caro saluto

P.F.

Pierluigi Fauzia ha detto...

Non avevo letto il commento del Dott. Ferraro.

Allora messi da parte i possibili profili di incostituzionalità possiamo dire che è una riforma inutile.

Egidio de Leone ha detto...

In primo luogo vorrei ringraziare quanti hanno apprezzato il mio intervento e hanno espresso la loro solidarietà.
Grazie.

Quanto all'emendamento proporrei un approccio fondato sull'eterogenesi dei fini oppure, se preferite, in un più rassegnato "Quandu autru nu tieni, cu mammata te curchi" (per citare un proverbio salentino).

Ho letto il testo (disponibile qui http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=16&id=00492409&part=doc_dc-sedetit_isr-ddlbl_2228cilddl31m2010n78rmuimds&parse=no) e così ad occhio sicuramente, come già evidenziato, emergono profili più che discutibili, ma anche, con estrema onestà intellettuale, degli spunti importanti.

Parto da questi segnalandone due:
il primo riguarda il fatto che "L'assunzione della deposizione può essere registrata mediante l'utilizzo di dispositivi fonografici o audiovisivi"; il secondo riguarda il comma 17.

Il primo aspetto è un'assoluta novità della quale alcuni colleghi auspicavano l'introduzione. Per dirla in parole povere basterebbe una c.d. "webcam" e la possibilità di firmare digitalmente il file audio/video (penso sia possibile) e potremmo trarre dei vantaggi.

Qui però potreste dirmi che la disposizione prevede altro: richiesta di una delle parti, il cancelliere, la cura e la spesa della trascrizione etc..

Non posso, per motivi di tempo essere molto tecnico, e quindi, richiamato per gli addetti ai lavori il principio di libertà delle forme e quello del raggiungimento dello scopo come causa di esclusione della nullità dell'atto, mi rivolgo ai non addetti facendo uso di altro proverbio (questa volta tratto dal mio napoletano): "è trasut e' sicc e s'è mise e chiatt'".

Sul secondo aspetto potremmo (forse) iniziare a parlare del c.d. ufficio del magistrato o del processo, modello non sconosciuto già a livello legislativo e pratico, per un esempio concreto potete visitare questo sito http://www.osservatoriogiustiziacivilefirenze.it/

Passando a tutti gli altri aspetti discutibili non mi allarmo e non sono sorpreso.

Non voglio offendere nessuno, ma difficilmente oggi (per tempi, modi e persone) potremmo leggere un testo di legge tecnicamente valido e costituzionalmente incensurabile.
In altre parole questo Paese ha perso molto terreno in fatto di cultura in generale e soprattutto in cultura giuridica.
Per comprenderne i perché dovremmo leggere e scrivere trattati o forse solo leggere i giornali, ma oggi mi sento pragmatico.
Sotto questo profilo non sono allarmato perché so di poter sollevare una questione di legittimità costituzionale e posso anche immaginare la risposta.

Tutto ciò non toglie che questo Paese abbia necessità vitale di una "rivoluzione" culturale (sia in campo giuridico che in tutti gli altri settori) che inverta una tendenza che nelle sue ripercussioni sociali presenta aspetti devastanti.

Anonimo ha detto...

Sono contento (non avevo dubbi ) che c'è una parte sana nel sistema,anche se non cambia le cose. Vorrei ricordarle che la retribuzione non è pari ad un medico che lavora 10 ore al giorno sottoposto ad uno stres notevole(con competenze forse più delicate) ed al primo errore(umanamente comprensibile)viene messo alla pubblica gogna (paga in prima persona).Sento tante lamentele da parte del personaledella giustizia, giuste per la carenza di organico ,la logistica,l'infrastruttura,ma ad oggi non vi ho visto scioperare in piazza chiedendo questo ma bensi per altre cause(non che siano di minor rilievo).Purtroppo però lei sà, alla fine chi paga è l'utenza,la stessa che finanzia il sistema e giustamente si infuria quando non va.Il problema che lei pone è sacrosanto ma lo è altrettanto l'immunità.Credo per il bene del paese sia giunta l'ora di finirla di lavorare all'italiana ovvero al rimbalzo delle responsabilità(non che lei sia responsabile delle lentezze del sistema)e che ci sia meritocrazia oggettiva niente più nomine di simpatia ecc.Apprezzo il suo articolo ma purtroppo non condivido chi agisce il modo non convezionale che affondi il sistema cois forse inizieranno a lavorarci sul serio.Mi scusi ma da utente ne ho viste un po e mi creda a volte non vorrei pagare le tasse proprio per non alimentare più il sistema giuridico cosi com'è.Una cosa lei ha detto che ha una compagna paziente e non ha figli bè la risposta è naturale chi le ha chiesto di fare il giudice?Poi vorrei ricordarle che tanti appartenenti alle forze dell'ordine lavorano anche di più rischiando la propria pelle e per molto meno della sua retribuzione.Cordialmente JAKY

Egidio de Leone ha detto...

Non mi sento "parte sana" ma solo una persona che cerca di fare il suo lavoro.

A quanto mi risulti (per esperienza diretta) un medico che lavora in Ospedale guadagna più di me, ma lei avrà altri dati. Poi un medico può avere altre fonti di reddito, io no.

Quanto all'immunità, premesso che esiste una legge sulla responsabilità dei magistrati, le consiglio la lettura del blog di Bruno Tinti e le sintetizzo la differenza tra l'errore medico e il c.d. errore giudiziario: un medico ha la finalità di salvare la vita del paziente se colposamente sbaglia è responsabile, io decido chi ha torto e chi ha ragione tra due o più parti, in sostanza sbaglio sempre.
Se poi il problema è favorire o danneggiare dolosamente qualcuno... altro che responsabilità servirebbero i calci in c...
Le assicuro che si mi avvedessi di una cosa del genere metterei subito un paio di scarpe robuste (oltre che denunciare il fatto, ovviamente).

Sulle "nomine di simpatia" sfonda una porta aperta. Penso che la scelta di scrivere su questo blog parli da sola.

"chi mi ha chiesto di fare il giudice?"
Effettivamente mi pongo spesso una domanda simile, visto che lavoravo in Banca d'Italia in condizioni lavorative perfette, vicino “casa” e guadagnando anche di più.
Però il problema è un altro: perché un giudice deve lavorare nelle condizioni in cui lavora?
Lo stesso dicasi per le Forze dell'Ordine.
Non mi pare che il miglioramento delle condizioni dell'una categoria debba andare a discapito dell'altra.

Le assicuro che dal “basso” sono partite e continuano a partire una miriade di iniziative volte a migliorare il sistema giustizia.
Gli ostacoli giuridici e “politici” (chi gestisce e come si gestisce l'informatizzazione della giustizia?) sono però a volte insormontabili e, in fin dei conti, una gran parte dei miei colleghi potrebbe rispondere alle sue legittime critiche dicendo: io faccio il magistrato, non il manager o l'informatico ergo non mi devo preoccupare io della migliore organizzazione in termini di efficienza o dell'informatizzazione.
Io non concordo, ma è innegabile che ci sia un evidente problema di competenza e capacità. In altre parole i magistrati sono selezionati tra migliaia di concorrenti per le conoscenze e capacità giuridiche non certo per quelle organizzative e informatiche. Se poi, una volta vinto il concorso, ti viene chiesto di essere un buon organizzatore anche nella gestione informatica del tuo lavoro allora i conti non tornano e non può esservi stupore e sorpresa.

Cordiali saluti.

Unknown ha detto...

Nel nostro paese manca semplicemente il senso dell'organizzazione o più semplicemente la volontà.

In Tribunale l’organizzazione laica deve essere affidata ad una persona competente in materia, un direttore amministrativo che non capisca nulla di giurisprudenza (e a che pro?) Una persona che diriga il personale laico, la segretaria va in maternità, gestire il magazzino materiali, a (detta del dott. Tinti una foresta trasformata in carta ) la pronta riparazione della catenella dello sciacquone ( o i magistrati se la tengono fino a casa?), la sostituzione della stampante, del vetro rotto dell’archivio, l’elenco di reperibilità di elettricisti, idraulici, imprese di pulizie.
Così come nelle aziende esiste la figura del capo del personale, del capoufficio alla manutenzione, dei manutentori e della riparazione.
Ogni operaio ha una dotazione di materiali ed attrezzi consoni alla sua mansione.

Un giudice scrive, anzi detta, le parti essenziali di una sentenza ma l’impostazione generale è curata da una segretaria efficiente e preparata in materia.

Per gli stipendi….se il giudice è il potere giudiziario non vedo perché non debba guadagnare quanto i “colleghi” dei poteri legislativo ed esecutivo. Anzi di più.
Nel potere legislativo si presume lo spirito di servizio e se non il gettone di presenza una diaria minima , il potere esecutivo, preposto è bene ricordarlo, ad attuare la politica espressa dal parlamento ha uno stipendio (1), ma perché questo stipendio dovrebbe essere più alto di quello di un magistrato?

Conclusioni da cittadino: le figure di magistrati ed insegnati delle scuole dell’obbligo o educari in genere sono i pilastri di una società. Io la vedo così ( non sono ne l’uno ne l’altro…faccio l’elettricista)

(1) Per attuare occorre competenza ma i governi fatti da tecnici sono malvisti…va a sapere perché.

Unknown ha detto...

PS
Alla fine in un tribunale dovremmo avere 5 figure dfondamentali:

IL GRANDE CAPO
(coordinatore dei magistrati )

il direttore amministrativo responsabile per la cassa, con un registro a due colonne ENTRATE ( multe + entrate dal ministero) /USCITE (dagli stipendi alla benzina)

il dirigente laico per il personale civile,

il dirigente di PG.per la polizia.

Anonimo ha detto...

Giustizia: Domani PD presenta proposte su civile e organizzazione.
Iniziative riguardano anche le carceri.
Sarebbe ora di sentire qualche proposta dall'opposizione.
Con un Ministero della Giustizia, tanti avvocati e magistrati prestati per consulenze dobbiamo ricevere contentini incastrati dal ministro in una manovra finanziaria dopo tre anni di annunci (più precisamente prese di giro dei cittadini ).
Emendamento frettolosamente partorito e frettolosamente cancellato.
Alessandra

Mauro C. ha detto...

La “franchezza e la freschezza”...comunque non va mai repressa, semmai incentivata e premiata. (Il giornalista Romano Picaro invitava a “scrivere qualcosa che valga più del silenzio…anche se banale e logorroico o irriverente, piuttosto che trincerarsi nel silenzio”). Se tutti “divulgassero” le inadeguatezze di sistema non avremmo tanti dipendenti della PA complici consapevoli di uno sfascio generale cui nascondersi e giustificarsi (non dipende da me, sono le norme, lei ha ragione ma non la posso aiutare: ma pensi?) poi del disservizio: certo! Ora è bene però stabilire con chi prendersela. Ad esempio: se un vigile (o un polis) che ha vinto il concorso con il solito aiutino che non si nega a nessuno (o magari preparato ed entusiasta di mostrarlo, come Alberto Sordi) e incappa in quell'avv. che lo fa poi sfigurare in pubblico perché il divieto non era stato sufficientemente pubblicizzato (colpa del sindaco “V. De Sica”, che non s'arrende...sino alla Cassazione, che gli dà torto...ma non lo condanna a versare i 1.000 euro alla “cassa delle ammende”, riservata “solo” per i poveracci da inibire a divinis? Il mancato pres. dell'Ordine del mio capoluogo – per un pelo, 6 a 7, forse perché più serio dell'altro più “Valente” -- mi diceva che la SS CC forse cerca di ridurre la massa di ricorsi... da divenire sede di 3° grado di giudizio? Dico io, ma ieri ne parlava Sergio Romano, quasi convinto, non sapendo che circa 3 anni fa lo paventava il primo presidente Marvulli, salvo poi che Calderoli dicesse che non sapesse ciò che avesse detto il giorno prima), chi ha colpa? La scuola che non prepara e non informa, il concorso con il “compare” in commissione o il soggetto che, indipendentemente da quanto chiesto all'esame, per dignità e autotula, come un'autodidatta, si debba preparare (e informare) in modo adeguato ol ruolo da svolgere? Guardi, caro giudice, tutte le difficoltà che un lavoro fatto a “regola d'arte” (specie se ben curato) comportano lo si avvertono anche nel privato, spesso non remunerato in modo adeguato, o addirittura non rispettando i termini contrattuali o non onorando il saldo. “Il cliente lo si giudica dal saldo”, diceva un odontotecnico-dentista abusivo (con l'avallo del medico compiacente!). Infatti poi fuggì senza rilasciarmi fatture, dissero che lavorava bene; vuoi mettere a confronto i salti “Di Gioia” per i 2 collassi procurati(mi?) da un direttore di clinica UNIVERSITARIA (!?), ligio nel rilasciare ricevuta (150 mila, anni 70,) fiscale? Meno grave però dell'avv. avallato dall'ordine (e dai 3 giudici): né parcella e né fatture, a fronte del mio credito (con fattura, versamento Iva – mai rimborsata -- vistati dal notaio) sfumato! Ma al peggio non c'è fine.segue

Mauro C. ha detto...

seguito...Al giudice di pace che aveva emessa la sentenza a favore del mio cliente (un commercialista, evasore totale, con la procura a conoscenza...?), chiedo: si farebbe difendere dall'avvocata*******? “Certo”! Gli lascio le carte da esaminare. Dopo 3 gg mi telefona (sarà l'unica chiamata), e chiede di spedirle per fax l'istanza di rimessione in termini che io gli volevo lasciare prima (??). Altro incontro: “Si legga la memoria (integrativa, di una facciata, per la VII sez. SS.CC.) e ci rifletta”. Acconto, con fattura (ora che non ho partita Iva?!). Altro viaggio per concludere, pagamento anticipato (???). Camera di consiglio, 3/11/09, deposito dell'ordinanza, 25/02/2010(??). A me arriva tramite corriere il 20/04 (? dopo varie telefonate nelle cancellerie): in tutto 20-30 righe...l' avv. nemmeno citata (“suo difensore”, quale: il nominato d'ufficio o chi?; il PG, anonimo). Il ricorso “va dichiarato inammissibile” (l'avevo previsto) nonostante i “motivi(poi)specificati”...pagamento delle spese e 1.000 euro alla Cassa delle Ammende. E il “gratuito patrocinio”(un fantasma inafferrabile): va “bene” l'avv. (non illibata) ma le cancelliere della VII, non hanno nemmeno letto le ultime 6 righe? non dico le 300 riservate ai giudici: una fatica tremenda? Certo, posso esprimere doglianze al primo Presidente, di fresca nomina, ma solo quando mi si chiarisce se la memoria depositata in Corte d'Appello (chissà perché io, inesperto, abbia spedito il tutto direttamente a piazza CAVOUR) sia arrivata e stata letta dagli Ermellini.Il consigliere che da Gip riferì a De Magistris di una “tresca” tra un suo collega e una pm, mi confida che tutto dipende dall' avvocato...ma io mi sono rivolto alla SS.CC. - gli dico - e non all'avv., per cui, se non lo fa il loro pres., la PG dovrebbe almeno tutelarmi dal rischio di incappare in uno condannato per reati inerenti il suo ruolo! Scriveva su questo blog un avv.: “Il problema della Giustizia è racchiuso nell'indagine del Dott. De Magistris Toghe Lucane.Quello che viene descritto in Toghe Lucane avviene in tutti i Tribunali Italiani ed è per questo motivo che il nostro Paese si trova in questa situazione disastrosa ed per questo motivo che il povero De Magistris è tanto perseguitato.” Come non essere d'accordo! Tuttavia, ev-viva la sincerità. Montanelli rispose a un giovane che alla sua età non si può essere depressi. Lui sì. Infatti fu uno dei grandi depressi. Un ex ottimista che poi ha conosciuto il mondo...parlava di giustizia-scandalo che non fa più scandalo. P.S. Cosa devo imprecare io che dalle dalle 22:... alle 17: 00 non riesco a mandare questo messaggio, già ripristinato 4 volte (per mancanza di corrente...“alternata”?) e con la rete che fa le bizze... “senza limiti”, di ché? E vogliamo parlare di “massimi sistemi”? Nemmeno il Maximo D'Alema ne parla più, io invece sempre...affinché almeno si renda certo l'arrivo in tempo utile dell' A/R e se la si riceva che qualcuno almeno obblighi a mettere data e firma per esteso, io ci metterei anche l'ora se il bando prevede con rigore (agli “altri”?) anche l'ora. La cartolina ritorna dopo 20 gg, timbro postale del giorno di scadenza (15/03/10 alle ore 12:00!), ma non c'è l'ora e alla firma uno scippo (al diritto, da far rivalere in tribunale?). In “compenso” sul sito-Poste la racc. risulta ferma alla centrale, dal 13/03/10? Ma poi dopo 2 proroghe il tutto viene annullato. 13.000 i partecipanti “truffati”dalla giunta regionale con assessore un' avv.dell'Idv (? meno male che quel giorno che in Appello difendeva un'altro assessore del suo partito non ho perso l'occasione di dirgliele come si deve), ora vice pres. del consiglio reg. e di nuovo indagato oltre che assieme all'ìntera giunta. Tutti difesi dall'interno, da avv, di partito che stanno o stavano nel consiglio: a costo zero. Per loro!

Truman ha detto...

Complimenti per l'articolo (che sa tanto di "complimenti per la trasmissione!" ;-)
Adesso capisci, Egidio, per quale motivo io voglio continuare ad occuparmi di penale?
Il c.p.c. dovrebbe essere completamente riscritto, sulla falsa riga del c.p.p. (in tal senso, l'art. 702 bis c.p.c. è un buon inizio...).
Buon lavoro, giudice! Ma, ogni tanto, i fascicoli lasciali a casa e usa quel cellulare per fare quanttro chiacchiere con un vecchio amico! ;-)

F.L.

P.S.: Un bacio alla "compagna paziente" ed un forte abbraccio a te!

Anonimo ha detto...

Mi sono imbattuto nell'articolo perchè da anni il mio sogno è diventare un magistrato,perciò cerco quotidianamente sui motori di ricerca testimonianze e consigli di chi ce l'ha fatta e di chi sta per affrontare il concorso, quasi per "tranquillizzarmi" e affrontare già mentalmente le difficoltà che di sicuro incontrerò. Sono iscritto al 3° anno di Giurisprudenza e la dura realtà è che mi aspettano ancora anni lunghi e faticosi prima di poter sperare di realizzare questo obiettivo di vita. Inoltre, quasi tutti, colleghi di università e persone già laureate, da sempre mi "mettono in guardia" dalla difficoltà di questo percorso professionale, incitandomi a puntare ad altro,a non precludermi altri sbocchi professionali( quasi tutti,dopo la laurea, preparano "solo" l'esame di ammissione alla professione di avvocato e non ci pensano proprio aa imbarcarsi in un percorso così "tortuoso" come il concorso per entrare in magistratura). La realtà è che io sento che questa sta diventando come una MISSIONE per me, il desiderio di diventare un servitore dello Stato, un garante della GIUSTIZIA ,è troppo forte rispetto ai timori e alle difficoltà che si palesano, lontane ma "inquietanti" all'orizzonte. Poi,però, leggo importanti testimonianze come questa, e quasi mi passa la voglia di crederci perchè non vorrei dedicare tutta la mia vita ad un sogno che poi,nella vita vera,diventi solo una delusione..

francesco Grasso ha detto...

CARO ANONIMO 29 luglio 2010 h.11.20

Il magistrato che vuole essere persona ligia al dovere lo può fare!!! Anzi è l'unica carriera che ti consente di essere una persona perbene. Non te lo consentirà mai ,per esempio, la carriera universitaria e quasi tutte le altre ove si gestisce potere.
Io conosco magistrati che conoscono solo la legge e il proprio dovere,uomini semplicisimi, viaggiano col treno, fanno a piedi, come qualsiasi cittadino, la strada per recarsi al tribunale(uno di questi è il S. Proc. Generale che ha sostenuto l'accusa con successo per i gravissimi fatti di Genova che ha coinvolto i vertici della Questura)e respirano il profumo della legalità.
A questi, in pochi hanno il coraggio di avvicinarli per proposte indecenti!
Se sei una persona perbene, IMPEGNATI AL MASSIMO FIN DA ORA E VEDRAI CHE LA TUA VITA SARA' STUPENDA!
Se ti interessa la carriera a tutti i costi,scavalcare gli altri,il potere, i soldi,cose a portata di mano in una posizione di tale potere, allora è altro discorso, e le tue attuali preoccupazioni possono avere un senso.
Gli scontri col potere giudiziario corrotto sono sempre possibili,ma oggi i magistrati onesti non sono più soli(v. Caltanisseta, Palermo, Firenze ecc.).

gielleemme ha detto...

Giellemme.

Faccio l'avvocato da 22 anni
( avrei potuto scrivere "esercito la professione di avvocato") , ma credo che sia più consona l'espressione da me usata.
Ben vengano i Giudici che "soffrono" la singola decisione, che sentono il peso del fare. Lo stesso dicasi degli avvocati.
Secondo me non è una questione di essere giovani o anziani, alle prime armi o esperti, in tutti i sensi.
Uno o è così o non lo è.
Se Lei è così, stia sicuro, non cambierà mai.Come non sono mai cambiato io ( pur alternando periodi di maggior o minor senso di sicurezza /adeguatezza.
Buon lavoro e auguri per la salute e per i figli che verranno).