domenica 6 dicembre 2020

Le correnti sono unite, i magistrati no.



Dopo un parto travagliato solo ieri l’associazione nazionale magistrati è riuscita a dotarsi degli organi esecutivi, avendo eletto il presidente ed il segretario. 

La seduta del comitato direttivo centrale si è prolungata per molte ore ma al di fuori dell’ufficialità: l’evento era infatti trasmesso in diretta da Radio Radicale e per la maggior parte della sua durata l’audio ed il video erano oscurati in quanto i protagonisti confabulavano altrove, nei segreti corridoi.
E così che le correnti fanno gli accordi. 

Non sono proprio abituate a discutere in pubblico e questo sebbene lo Statuto dell’ANM preveda la pubblicità delle riunioni del comitato direttivo centrale, come si notava ieri una pubblicità “ingannevole”. 

Tutte e quattro le correnti hanno quindi fatto il patto e suddiviso le cariche sulla base di un programma a tal punto evanescente che (quasi) nessuno potesse trovare ragioni per distanziarsene. 

Ragioni essenziali solo per gli eletti nella Lista 101, che non è una corrente e contro il correntismo si batte.   

Lo spauracchio agitato dai 101 è quello del sorteggio del componenti del CSM accompagnato alla rotazione degli incarichi direttivi: proprio il cibo del quale le correnti si nutrono, col quale alimentano carrierismo e lottizzazione in magistratura. 

Alcune correnti, come Magistratura Indipendente, si sono addirittura rimangiato il programma elettorale  che includeva l’apertura verso il sorteggio, invece esclusa dal documento che in sostanza hanno sottoscritto.  

Altre correnti, come Autonomia e Indipendenza, hanno colto la palla al balzo per riciclare esponenti di vertice che erano appena cessati dal Consiglio Superiore della Magistratura per piazzarli in ruoli visibili nell’ANM, alla faccia della sbandierata incompatibilità tra cariche associative ed istituzionali. 

La corrente dominante, quella di sinistra denominata Area, col maggior numero di eletti, pur di assicurarsi lo scudo di una giunta pseudo unitaria non ha esitato   a defenestrare il presidente uscente la cui testa era simbolicamente pretesa da Magistratura Indipendente solo per esibirne lo scalpo, a mo’ di vacuo trofeo.

Unicost, decimata dall’affaire Palamara, sconta le colpe del suo mentore e si accoda senza identità al carrozzone correntizio. 

Di buono c’è che nonostante l’inciucio non si possa più spendere l’immagine di finta unitarietà della magistratura italiana. 

Ve n’è una parte - piccola solo perché organizzatasi in lista appena due settimane prima delle elezioni -  che ammette e non nega i gravi problemi della magistratura italiana che non sono di apparenza, di credibilità, come vorrebbero far intendere le correnti. Sono invece guai di sostanza, strettamente collegati proprio all’ingerenza delle fazioni, delle correnti, nella vita professionale dei magistrati e quindi sulla giurisdizione che risulta guidata “politicamente”.

Gli eletti della lista 101 sono gli unici ad aver preso le distanze dal “buonismo” della Procura Generale della Cassazione che manda indenni da conseguenze gli arrivisti ed i maneggioni, i professionisti dell’autopromozione, quelli che sgomitano per essere raccomandati: per la Procura Generale l’archetipo del correntista, che non può essere perseguito poiché altrimenti non resterebbe nessuno a guidare l’ANM.  

1 commenti:

Giammauro PASQUALE ha detto...

Buongiorno leggo su un quotidiano l'intervista al neoPresidente ANM dr Santalucia.Le solite dichiarazioni di intenti e poi a un certo punto dichiara:vigileremo sule iniziative parlamenta a proposito di Giustizia.A me viene in mente l'aforisma sempre attualissimo di Flaiano...la situazione e' grave ma non e' seria.Gli uffici al Ministero sono pieni di magistrati che li presidiano, fuori ruolo e pagati.E allora di cosa si parla? Giammauro PASQUALE.Spero nessuno di art 101.