domenica 31 gennaio 2021

La magistratura ha perso credibilità



Il punto della situazione (non bella) in un'intervista a Giuliano Castiglia.



"Abbiamo deciso di scrivere la lettera appello perché pensiamo che in un ruolo in cui si trovano i due colleghi non ci possono essere ombre. Ma non è un'accusa alle persone, è un problema di salvaguardia dell'istituzione". Così, in una intervista esclusiva all'Adnkronos, il gip di Palermo Giuliano Castiglia, componente del Comitato direttivo centrale dell'Anm, spiega la decisione di firmare, con altri 50 colleghi magistrati, una lettera in cui viene chiesto al Procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi e al togato del Csm Giuseppe Cascini, di "smentire in modo convincente" il racconto di Luca Palamara. Nel libro 'Il Sistema', scritto con il giornalista Alessandro Sallusti, l'ex potente Presidente dell'Anm, ricorda diversi incontri privati di Salvi e Cascini. In particolare nella lettera dei magistrati si fa riferimento a un incontro di Palamara con Salvi nel corso del quale il Procuratore della Cassazione avrebbe "caldeggiato la sua nomina a un importante incarico pubblico". Mentre quando parlano di Cascini i magistrati fanno riferimento a una "pesante e indebita interferenza in un procedimento disciplinare a carico di un collega", cioè Henry Woodcock.


Tra i firmatari spiccano i nomi di Clementina Forleo, gip di Roma, Gabriella Nuzzi, giudice del Riesame di Napoli, il sostituto procuratore generale di Messina Felice Lima, il pm di Bari Francesco Bretone, il gip di Ragusa Andrea Reale. "Io non lo so se sono vere - e spero ovviamente che non lo siano - ma è chiaro che queste notizie creano una situazione di imbarazzo che pensiamo vada risolta. E va risolta con una adeguata e convincente smentita di queste notizie, che rassereni la situazione. E' un problema di credibilità delle istituzioni - dice Giuliano Castiglia - Siamo di fronte a magistrati che sostanzialmente gestiscono, chi in parte e chi, sotto il profilo disciplinare in toto, l'amministrazione di 8.000 magistrati e quindi indirettamente condizionano tutta la gestione amministrativa dell'ordinamento giudiziario. E sono ruoli su cui non ci possono essere cadute di credibilità di questo genere. I colleghi che hanno questo ruolo devono essere credibili al 100 per cento".


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venerdì 29 gennaio 2021

Mentire e smentire.



La vita gioca talvolta degli scherzi lessicali. 
E quindi una "e" che diventa "contro" è capace di riscrivere la cronaca degli ultimi lustri.

Cascini e Palamara, Palamara e Cascini: due magistrati, due amici, che hanno guidato per anni l'uno affianco all'altro l'Associazione Nazionale Magistrati e poi, come in una staffetta, si sono succeduti anche al Consiglio Superiore della Magistratura ove attualmente siede il dott. Giuseppe Cascini. 

Ebbene oggi i due sono "contro". 

Tutto nasce dalle rivelazioni contenute nel libro "Il Sistema" secondo le quali il dott. Cascini avrebbe avvertito l'allora consigliere superiore Palamara che, per via di intercettazioni scottanti in possesso del dott. Woodcock, sarebbe stato meglio lasciar celebrare il processo disciplinare a suo carico dal nuovo Consiglio Superiore della Magistratura che sarebbe subentrato di lì a poco. 

E' un fatto che ciò si è puntualmente verificato (cioè il disciplinare al dott. Woodcock è stato celebrato dinanzi al nuovo CSM). 

Il dott. Cascini ha smentito le affermazioni del suo (ex) amico  con dichiarazioni che non fugano tutte le perplessità, come segnalato dal dott. Felice Lima che gli ha mosso alcune obiezioni. 

Eccole. 

******* 

Dottor Giuseppe Cascini,
rispondo al suo “comunicato” (che riporto qui sotto) con un certo imbarazzo, perché mi dispiace di dovere essere sempre io a ricordarle quale incarico lei ricopra e quali doveri questo comporti.

Mi scusi. Magari io sarò “troppo esigente”, ma lei certo provoca costantemente con il suo comportamento e le sue parole. E questo suo comunicato è un autentico oltraggio alla intelligenza dei lettori e un ulteriore grave vulnus all’immagine dell’ufficio che lei ricopre.


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giovedì 28 gennaio 2021

Il cecchinaggio.



Al cecchinaggio è dedicato un capitolo de "Il Sistema", libro intervista  di Luca Palalmara e Alessandro Sallusti che proprio in queste ore sta scuotendo il “palazzo”.

In cosa consiste?  

La vita dei magistrati, contrariamente a quanto vorrebbe la Costituzione, non è regolata “soltanto” dalla legge. 

Vi sono le mille  “circolari” adottate dal Consiglio Superiore della Magistratura   le quali, anziché limitarsi a porre norme di dettaglio che meglio specifichino quelle di rango legislativo, ne introducono di nuove ed autonome che “condizionano”  ogni aspetto della vita professionale di un togato.  

Uso volutamente il termine “condizionano” perché quella è la loro vera funzione. 

Spesso introducono una regola che immancabilmente s’accompagna alla possibilità di derogarvi quando il CSM,  in concreto e dopo le sue valutazioni discrezionali, lo ritenga opportuno


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mercoledì 27 gennaio 2021

Dall'autopromozione all'autoassoluzione?

di Carmen Giuffrida - Magistrato 



Siamo tre correnti e ci sono tre nomine da fare, Roma, Napoli e Milano. E' semplice: una a me, una a te e uno a lui. Indipendentemente dalle forze e dai nomi in  campo. E infatti passano Alfonso per Magistratura Indipendente, Riello per Unicost e Salvi per Area.

E' così semplice che,  tanto sulle  mailing list territoriali e nazionali quanto su questo blog, alcuni di noi lo hanno ripetutamente denunciato. Eppure le nostre voci sono rimaste inascoltate. 

Oggi, questa spartizione correntizia fatta a tavolino ce la racconta personalmente nell'intervista  a Sallusti uno dei suoi indiscussi protagonisti: Luca Palamara, primo magistrato consigliere del CSM radiato dalla magistratura.

Ma la nostra domanda rimane: è proprio lui, Palamara, colui che, crocifisso, consentirà alla magistratura di espiare tutti i peccati e poi risorgerà chissà  riciclandosi in politica (o magari in letteratura)? O si tratta piuttosto di un barabba che sulla croce espia solo i suoi propri peccati mentre tanti altri barabba sono ancora in giro a peccare?

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Ricatto, vendetta o verità?





Ieri sera Matteo Salvini ha fatto riferimento al libro "Il sistema" dicendosi preoccupato dalle rivelazioni in esso contenute.

Immediata la riposta del conduttore che sembrava averla già pronta: "eh, ma se lo diceva prima, ormai è stato espulso" (più o meno, c'è il video qui sopra).   

Ebbene il giornalismo anglosassone, a fronte di un fatto, s'interroga se questo sia vero o sia falso.

Il giornalismo italiano, ad essere indulgenti "svogliato", si chiede se quel fatto sia ... "credibile"!

Cioè non interessa se il fatto sia vero,  quando si abbiano "motivi" per screditare la fonte di una notizia. 

Nell'ascoltare il conduttore ieri sera si è avvertita la sensazione che il "sistema" abbia già predisposto la sua strategia difensiva per resistere all'uragano che di qui a poche ore dovrebbe investirlo.          

Ma si rivela stratagemma di scarso valore.  


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martedì 26 gennaio 2021

Il Sistema


di Nicola Saracino - Magistrato 


"C’è di tutto ma non c’è tutto". 

Risuona nella mente quanto Luca Palamara dice al suo discreto,  e quasi trasparente,   intervistatore Alessandro Sallusti. 

L’ovvio riferimento è al contenuto delle comunicazioni captate dal trojan inoculato nello smartphone dell’ex consigliere superiore per alcune, assai dense, settimane.

Da quelle conversazioni emerge uno spaccato,  per nulla rassicurante, della magistratura italica, tanto pudica in pubblico quanto sguaiata e volgare al suo interno.     

Nelle ultime pagine del libro un’utile “rubrica” con centinaia di nomi (anche quello del recensore)  che guidano un  lettore che sia mosso da sbrigativa curiosità nella ricerca di specifici episodi e persone. 

E’ l’aspetto pruriginoso, probabilmente quello che rappresenterà per molti la più immediata spinta all’acquisto del “saggio”. 

Perché, alla fine,  di un vero e proprio saggio si tratta e questo è il vero merito del testo. 


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domenica 24 gennaio 2021

L'epoca della scorrettezza.

 
di Nicola Saracino- Magistrato 
 

Ci siamo occupati della materia delle sanzioni disciplinari dei magistrati in modo piuttosto approfondito  non soltanto raccontando i processi che maggiormente hanno evidenziato il pericolo del loro uso strumentale per ostacolare inchieste “scomode” (solo di conseguenza scomodi i loro autori).
  
Abbiamo analizzato la materia  anche il profilo teorico e questo sin dall’introduzione della riforma Mastella del 2006, quella ampiamente concordata proprio con i magistrati attraverso al loro associazione (ANM) e quindi frutto di un compromesso al ribasso col quale la politica che apparentemente aspirava ad una maggiore qualità della giurisdizione  ha finito per assecondare  la consegna della magistratura alle correnti e quindi il carrierismo e la politicizzazione, condotti all’estremo.

Le chat palamariane non sono che la “conseguenza” di quelle scellerate scelte. 

Dal punto di vista teorico siamo stati forse i primi e gli unici a sconfessare gli intenti dichiarati di quella riforma, i suoi due capisaldi, autentiche bufale.

La prima. 

Obbligatorietà dell’azione disciplinare contro i magistrati. Ma quando mai? La Procura  Generale della Cassazione, titolare della relativa iniziativa, può “cestinare” in piena autonomia e senza alcun controllo neutrale gli esposti contro i magistrati.  Di quei fatti nessuno ne saprà mai nulla perché anche l’accesso agli atti risulta, di fatto, impresa alquanto improba. 

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sabato 23 gennaio 2021

Servi della legge ma senza padroni, né esterni né interni.





Ieri 22 gennaio Andrea Reale è stato ospite della trasmissione Fatti e misfatti.
 Ha parlato in maniera chiara, diretta ed efficace di sorteggio temperato, quale metodo di elezione dei consiglieri superiori (in termini semplici: si sorteggia tra i magistrati con una certa anzianità un numero multiplo di candidati rispetto ai posti da coprire e tra essi si svolge l’elezione).

Si tratta di un rimedio a costo zero, che a Costituzione invariata farebbe venir meno il terreno sotto i piedi delle correnti della magistratura, per quello che oggi sono diventate, vale a dire meri centri di potere, consentendo loro di tornare ad essere fucina di idee sulla giurisdizione. In tal modo, infatti, nessuno avrebbe la certezza di essere designato dai gruppi associati e, dunque, nessuno più si assocerebbe con il recondito fine di prepararsi la strada per la candidatura al CSM, che è quasi sempre una designazione dei vertici delle correnti, che comporta all’evidenza un dovere di riconoscenza verso i capi, circostanza questa che impedisce poi l’indipendente esercizio della giurisdizione.

Il problema più grande che oggi esiste in magistratura, infatti, non è tanto quello della indipendenza esterna, della indipendenza cioè dagli altri poteri dello Stato, per dirla in altre parole, dalla politica ufficiale, quanto l'indipendenza interna, che è condizionata fortemente da quelle associazioni di privati che sono le correnti.

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venerdì 22 gennaio 2021

I misfatti spiegati coi fatti.


 

Il giudice Andrea Reale racconta i misfatti della magistratura a Fatti e misfatti, la trasmissione di TGcom24  di Paolo Liguori.  

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giovedì 21 gennaio 2021

Legiferare informati - 2



Il dott. Francesco Bretone, sostituto procuratore generale a Bari, chiarisce che le correnti riescono sempre a trovare l'inganno. Non bastano palliativi sulla legge elettorale   del CSM. Serve il sorteggio.
Ed il disciplinare in mano a gruppi di potere è pericolosissimo.  

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Legiferare informati -1


 Pubblichiamo la registrazione dell'audizione parlamentare del collega Andrea Mirenda, magistrato di sorveglianza a Verona.

 Il Parlamento finalmente sa,  dalla viva voce  di magistrati non inseriti nel sistema delle correnti.  

  


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Il capriccio di ripensarci.



Il  Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso nella giornata di ieri di porre nel nulla la delibera che aveva penalizzato la dottoressa Gabriella Nuzzi. 

Quella che in sostanza aveva dato ingresso all’odiosa figura dell’ergastolo disciplinare

La dottoressa Nuzzi aveva già fatto notificare al CSM  un ricorso presentato al giudice amministrativo e la delibera adottata in “autotutela“ dal CSM ne dà espressamente conto, così ancorando al contenzioso annunciato l’opportunità, anzi la doverosità, dell’annullamento  di un atto difficilmente difendibile in sede giurisdizionale.
 
Si registrano, tuttavia, voci di singoli esponenti del CSM che si sono espressi in termini dissonanti rispetto alla posizione ufficiale e formale dell'organo collegiale.

Salvo smentite si può leggere (fonte ADN Kronos): “Astenuto il laico Cavanna che ha definito  ''singolare'' che si debba deliberare su una pratica alla luce delle  ''reazioni in chat e mailing list dei magistrati'' a commento dalla  decisione del Csm adottata a dicembre: ''Per motivi di principio non   posso accettare che le decisioni del Csm possano essere condizionate   da fattori esterni, o che non si possa decidere discostandosi dai  propri precedenti''.


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mercoledì 20 gennaio 2021

Abnormità per abnormità: ostendere o occultare?


 
Sono giorni nei quali riemerge l’accanimento del CSM contro la collega Gabriella Nuzzi e quindi rivivono le vicende che più di dieci anni or sono condussero alla decapitazione della Procura della Repubblica di Salerno. 
 
 Questo blog è una sorta di bacheca storica su quei fatti e chi ne ha voglia può farsene un’idea in questa sezione del sito. 

 In soldoni,  tra i principali addebiti mossi ai PM salernitani vi era quello di avere “osteso” nella motivazione, ritenuta sovrabbondante,  di un provvedimento di sequestro fatti e nomi di persone che secondo il CSM di Nicola Mancino  ed anche secondo l’ANM di Cascini e Palamara non erano rilevanti ai fini processuali.
 
 Quel decreto di sequestro  - i cui autori pagarono caramente sul piano disciplinare tanto da sopportarne ancor oggi le conseguenze – superò ogni vaglio nei gradi di impugnazione processuali ed era, dunque, legittimo. 

 Molti dei nomi citati nel provvedimento di sequestro sono poi riapparsi in successive vicende di cronaca giudiziaria, talvolta legate al mondo massonico.

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lunedì 18 gennaio 2021

Tensione morale



Spesso la virtù incute timore. 
Consci di non esserne all'altezza la dileggiamo, la sminuiamo, aggredendo le persone che ne sono portatrici.  
Specialmente quando pensiamo di averla avvicinata ma la virtù, guardandoci dritto negli occhi, ci volta la schiena. 

Scorge una realtà diversa da quella che noi vorremo vedesse. 

Pubblichiamo la lettera del maggio 2020 con la quale la dottoressa Gabriella Nuzzi (insieme ad altre colleghe) ha rinunciato ad essere candidata alle elezioni del Consiglio Giudiziario di Napoli, sia pure da indipendente, nelle liste di Area Democratica per la Giustizia.




Al Coordinamento Distrettuale Area DG  Napoli

Alcuni mesi orsono, abbiamo accettato la proposta di Area DG Napoli di partecipare, come candidate, alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Giudiziario nel distretto.

Abbiamo accettato la proposta di candidarci per il desiderio di realizzare insieme, con iniziative concrete, un progetto di rinnovamento dell’organizzazione giudiziaria, libera da logiche corporative e clientelari, progetto di cui Area DG sembrava rendersi promotrice.


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domenica 17 gennaio 2021

A che ora, figliolo? I minuti contano ...




 Il 2 dicembre scorso il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura - dovendo pronunciarsi sui piani di tirocinio dei MOT (i magistrati che, appena assunti, sono affidati alla guida di colleghi più esperti, che devono formarli professionalmente) in servizio nel distretto di Corte di appello di Napoli -, su proposta della VI Commissione, ha adottato una delibera che, prendendo atto della nomina dei magistrati affidatari nominati dal Consiglio giudiziario partenopeo, ha invitato l’organo di autogoverno locale a non affidare più in futuro magistrati in tirocinio alla dott.ssa Gabriella Nuzzi, in quanto raggiunta in passato (si badi, nel 2009) da una sanzione disciplinare.

Il caso è noto: la dott.ssa Nuzzi fu trasferita d’ufficio ad altra sede e ad altre funzioni, unitamente ad altro collega della Procura della Repubblica di Salerno, perché furono accusati di aver emesso un decreto di sequestro troppo lungo e troppo motivato nell’ambito di una inchiesta per gravi reati (corruzione in atti giudiziari, abuso di ufficio, falso ideologico ed altro) che coinvolgeva magistrati del distretto di Catanzaro.

  Dopo diversi anni nei quali ha svolto funzioni giudicanti la dott.ssa Nuzzi è tornata nella sua città, Napoli, dove dal 2013 (dunque, non da ieri) ad oggi si è occupata della formazione dei giovani magistrati in tirocinio, con risultati all’evidenza più che positivi, sol che si consideri che nel 2018 fu nominata magistrato collaboratore del Consiglio giudiziario (cioè magistrato che addirittura organizza il tirocinio dei MOT).


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La toppa ed il buco



La vicenda della “raccomandazione” in odio a Gabriella Nuzzi  ha suscitato dibattito tra i magistrati vivo a tal punto da determinare una spiegazione ulteriore  della singolare delibera,  riconoscendo così i suoi stessi autori che le  motivazioni espresse erano alquanto carenti.
 
Raccomandazione in odio perché, come insegna la Procura Generale della Cassazione,  sono legittime le raccomandazioni buone,  quelle che esaltano il raccomandato  e ci sono poi le  raccomandazioni cattive, quelle che gettando cattiva luce sui colleghi,  andrebbero invece punite.
 
Ebbene a colmare la cripticità di quella delibera sono intervenuti i consiglieri superiori di Area Democratica per la Giustizia che l’avevano sostenuta in blocco, monoliticamente, convintamente. 

Vediamo perché l'avevano votata e promossa.


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sabato 16 gennaio 2021

L'ergastolo disciplinare




Coloro che seguono il blog da molti anni sanno che uno dei temi maggiormente seguiti è stato ed è quello dell’uso del processo disciplinare nei confronti dei magistrati, disciplinare troppo spesso mezzo per ostacolare i processi piuttosto che per sanzionare condotte effettivamente sbagliate e meritevoli di sanzione. 

E’ quindi ormai catalogabile come “storia” del blog Uguale per tutti l’impegno nelle vicende, assai risalenti nel tempo, di Luigi De Magistris e, subito dopo, della bufala della “guerra tra le procure di Salerno e di Catanzaro”. 

Quest’ultima determinò la decapitazione della procura della Repubblica salernitana ed il trasferimento disciplinare dei dottori Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani. 

IL CSM, condizionato da indebiti interventi del Presidente della Repubblica di allora Giorgio Napolitano e dell’Associazione Nazionale Magistrati  - capeggiata all’epoca da Luca Palamara e da Giuseppe Cascini – operò come un plotone di esecuzione di ordini dall’alto. 


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giovedì 14 gennaio 2021

Segnalazione di merito




Operatore ecologico (= netturbino). 

Collaboratore scolastico (= bidello).

Addetto alle vendite (= commesso).

Assistente alla persona (= badante).

Cambiare il nome delle cose non cambia le cose. 

La segnalazione di merito è la raccomandazione e sta per essere sdoganata dal Consiglio Superiore della Magistratura quale pratica comune tra magistrati.

Sulla falsariga dell’editto della Procura Generale della Cassazione, si afferma in sostanza che penalizzare un candidato sminuendone il valore non è condotta  dagli identici effetti pratici della magnificazione del concorrente.
 
Detto  con franchezza,  sta per passare una castroneria di questo genere: se dico Tizio è migliore di Caio sto compiendo un’opera meritoria di supporto all’autorità che ha il potere di scelta; se invece dico Caio è peggiore di Tizio sto commettendo una scorrettezza sanzionabile.
 
Ma secondo logica le due affermazioni pari sono, dicono la stessa cosa.

La realtà le vede entrambe illecite perché un concorso si decide sulla sola base degli atti del procedimento e  non sul vociare degli estranei. 

Può allora concludersi che il Consiglio Superiore della Magistratura si autocertifica quale  collettore di “segnalazioni di merito” ed è  quindi il principale e consapevole artefice di raccomandopoli. 

Non era colpa di Palamara. 

 


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martedì 12 gennaio 2021

Professori e somari.




Il “sistema Palamara” lo avevano chiamato.
 
Come se da solo fosse capace di “violentare” gli indifesi colleghi del CSM,  imponendo loro la logica spartitoria che da decenni è la cifra che ne distingue l’operato. 

Uno a me, uno a te ed uno a lui. 

E non rompete le scatole con la motivazione delle nostre scelte che è ormai un’attività tanto faticosa quanto inutile ed ipocrita. 

Se qualcuno dovesse scandalizzarsi non se la prenda con questo blog.  

Che la motivazione sia un’autentica rottura di balle lo dice proprio la difesa del  CSM nel giudizio avente ad oggetto una delibera di straordinaria importanza, quella che doveva “selezionare” i magistrati cui affidare la gestione della Scuola della Magistratura.


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