La Quinta Commissione del CSM, che istruisce le pratiche per le nomine dei dirigenti degli uffici giudiziari e formula le proposte di nomina al Plenum, ha udito Giovanni Bombardieri, da anni in contesa con Raffaele Seccia per la nomina a Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria.
Il CSM ha già nominato due volte Bombardieri, incassando altrettante bocciature dal Consiglio di Stato.
Scopo dell’audizione, dopo il secondo annullamento della
nomina all’ambita carica e con la spada di Damocle del Commissario ad acta, che interverrà se il CSM non
provvederà alla nuova nomina entro il prossimo 4 maggio secondo gli stringenti
criteri segnati dal Giudice amministrativo, era quello di accertare il possesso
da parte dell’aspirante Procuratore dei cosiddetti prerequisiti: indipendenza,
imparzialità ed equilibrio.
Al centro dell’audizione la lunga chat tra Bombardieri e Luca
Palamara, allora componente del CSM e “riveritissimo” Presidente proprio della
Quinta.
Il sospetto, indotto dal contenuto di detta chat, è che la
nomina di Bombardieri a Procuratore reggino sia stata il frutto di un orribile
patto: la revoca della domanda a Procuratore aggiunto della Capitale per
lasciare spazio a Giuseppe Cascini di Area in cambio della garanzia alla futura
nomina a Procuratore di Reggio.
Bombardieri effettivamente revocò quella domanda a
Procuratore aggiunto, Cascini fu nominato a quel posto e, successivamente, con
Palamara relatore della pratica, Bombardieri fu nominato all’unanimità
Procuratore di Reggio Calabria.
Bombardieri, dal canto suo, ha negato l’esistenza di un tale
accordo.
Non sembra, però, che il sospetto sia stato pienamente
fugato. Dopo la sua audizione, il togato Andrea Mirenda ha fatto ciò che era
naturale fare: proporre di sentire Palamara.
Ma, apriti cielo: la linearità e la logica al CSM non sono
di casa. Per tutti gli altri componenti della Commissione, infatti, Palamara è
pregiudizialmente inattendibile.
Nun se po’ senti’!
L’affermazione si attaglia al veto su Palamara, il quale,
come chiunque altro potenzialmente nelle condizioni di fornire dati utili
all’istruzione, potrebbe e dovrebbe essere udito.
Ma ci riferiamo al principio espresso dalla Quinta
Commissione del CSM, quella che dovrebbe selezionare i “migliori” magistrati per innalzarli al soglio dirigenziale.
Anche la meno ferrata delle matricole di Giurisprudenza sa
che il giudizio di attendibilità/inattendibilità si compie ex post, dopo la sua audizione, riguarda le dichiarazioni rese e
non è una qualità intrinseca della persona.
Ma in una parte del CSM, evidentemente, oggi come ieri, si (s)ragiona in
base a criteri di convenienza insondabili per i comuni mortali.
Tanto quello di Magistropoli resta territorio franco; lì, a
tutti i livelli, i radar di controllo permangono inattivi o, comunque, se ci
sono, le rilevazioni non destano reazioni.