tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post4762367976234970566..comments2024-03-28T14:52:13.795+01:00Comments on UGUALE PER TUTTI: Le ragioni dell’astensione alle elezioni del C.D.C. dell’Associazione Nazionale MagistratiLa Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-79777841271584697762007-09-30T09:48:00.000+02:002007-09-30T09:48:00.000+02:00Gentilissimo Dario (Quintavalle), grazie del Suo c...Gentilissimo Dario (Quintavalle), grazie del Suo commento molto interessante. Le segnalo che il tema che ci suggerisce (e che cercheremo di approfondire ancora) è trattato nel mio intervento "Le responsbailità dei magistrati nella crisi della giustizia" pubblicato nel blog il 25.9.2007.<BR/>Un cordiale saluto.<BR/>Felice LimaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-87437236360977676502007-09-30T08:58:00.000+02:002007-09-30T08:58:00.000+02:00Apprezzo molto l’intento lucidamente autocritico d...Apprezzo molto l’intento lucidamente autocritico di questo blog. Alla domanda se anche quella dei magistrati sia una casta, risponderei di no: non lo sono almeno fin quando hanno il coraggio di interrogarsi sul loro ruolo.<BR/> <BR/>Se non una casta, però, sono certamente una corporazione, che, come tutte, tende naturalmente alla sua conservazione. La corporazione ha il problema di regolarsi al suo interno, di governare le aspirazioni dei suoi membri, le loro carriere. <BR/>Il modo in cui viene formato il vertice dell’ANM ha rilevanza in quanto sono gli equilibri all’interno dell’associazione che poi determinano la composizione del CSM. E il CSM governa a sua volta le carriere dei magistrati, e la composizione degli uffici giudiziari. <BR/><BR/>Proviamo allora ad essere ancora più coraggiosi: e chiediamoci se e quanto tutto questo sistema favorisca l’autonomia e l’indipendenza dei giudici, e quanto invece la condizioni. <BR/>Ho detto “dei giudici”, non della magistratura. Perché non è affatto automatico che l’autonomia della magistratura si traduca in autonomia dei singoli magistrati. <BR/>Nei paesi di antica democrazia liberale, è l’indipendenza del giudice il valore da difendere, mentre spesso un “ordine giudiziario” nemmeno esiste: ci sono solo singoli giudici. <BR/><BR/>I nostri magistrati sono indipendenti dal potere politico. Ma – mi domando - sono indipendenti anche dagli altri magistrati? E soprattutto, sono indipendenti da sé stessi e dalle loro umane aspirazioni? <BR/>Selezionati in giovane età e con tutta una vita davanti a loro, essi hanno normali ambizioni di carriera. In altri paesi, l’indipendenza di un giudice è garantita dalla sua inamovibilità, ma anche dall’assenza di un percorso di carriera. <BR/>Domandiamoci allora: questo sistema favorisce l’indipendenza del giudice? <BR/><BR/>Già nel 1903 uno dei più alti gradi della magistratura dell'epoca, il conte Eduardo Piola Caselli ammoniva che «i gradi e le promozioni suscitano gare ed ambizioni che contraddicono quello che dovrebbe essere l’atteggiamento mentale appropriato ad un magistrato e spingono i magistrati a dedicarsi a quelle poche cause e processi dove possono farsi onore trascurando i minuti affari di ogni giorno, nel disimpegno dei quali invece sta in massima parte l'importanza sociale della giustizia». <BR/><BR/>Un ultimo punto, sul quale proporrei che ci si soffermasse, è il gran numero di magistrati che ricevono incarichi dal potere politico, in posizioni di alta amministrazione, soprattutto al Ministero della Giustizia. Un recente dossier dei radicali (http://www.radicali.it/view.php?id=104716) denuncia che tutti gli incarichi di vertice del ministero della Giustizia (non solo incarichi tecnici di studio, ma di amministrazione attiva) sarebbero stati assegnati a magistrati in base a un criterio lottizzatorio volto a cooptare esponenti di tutte le correnti. <BR/><BR/>Dunque, mentre esiste una carriera dei magistrati all’interno della magistratura, bene o male governata dal CSM, esiste una carriera parallela all’interno del Ministero – favorita dall’impegno correntizio - sul quale il CSM non ha alcun controllo. <BR/>L’atto di incarico di un direttore generale o di un capo dipartimento comporta una fiducia politica, non meramente tecnica. Domandiamoci allora: quanto sono compatibili gli incarichi ministeriali, che presuppongono la fiducia della politica, con l'autonomia e l'indipendenza del magistrato e della magistratura?<BR/><BR/>Sono temi, credo, su cui varrebbe la pena riflettere ed interrogarsi.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-6617636783201675592007-09-29T13:00:00.000+02:002007-09-29T13:00:00.000+02:00Apprezzo questa iniziativa: è dura lasciare la tor...Apprezzo questa iniziativa: è dura lasciare la torre ed esporre apertamente le proprie tesi. <BR/>Con l'invito ad essere più sintetici.<BR/>Avv. Carlo Villari del foro di NapoliAnonymousnoreply@blogger.com