tag:blogger.com,1999:blog-80878495207614056192024-03-13T22:51:39.994+01:00UGUALE PER TUTTILa legge! ... è ... dev'essere ... speriamo che sia ... dobbiamo fare in modo che sia ...La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.comBlogger1303125tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-70451872725805077472024-03-13T09:56:00.001+01:002024-03-13T09:57:06.395+01:00Poco da insegnare. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHaWP6VYVMrjB13pLy3QpyE16yn2zNiIMkxMG2nJL7ltydQ9XtoDmRVvJObteIRV_Z2ZiQBRbrMRXotbmYhmE9M0WaUW_VERp1ZNr2iOMq4jmHfZTPDfeGzl_nO8ouKbsexClwulgBEWM06CG6EfR0sGmowj0_pOHh1PDK8HP0TJ8gVRqBqMBaqktPZ-U/s1920/scuola.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1920" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHaWP6VYVMrjB13pLy3QpyE16yn2zNiIMkxMG2nJL7ltydQ9XtoDmRVvJObteIRV_Z2ZiQBRbrMRXotbmYhmE9M0WaUW_VERp1ZNr2iOMq4jmHfZTPDfeGzl_nO8ouKbsexClwulgBEWM06CG6EfR0sGmowj0_pOHh1PDK8HP0TJ8gVRqBqMBaqktPZ-U/s320/scuola.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: right;"> <span style="color: #cc0000;">di Andrea Reale - Magistrato </span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il plenum del 6 marzo ha designato i componenti togati del direttivo della Scuola Superiore della Magistratura, il cui bando risaliva al luglio 2023.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">I criteri eccessivamente generalisti che dovevano improntare la scelta hanno fatto dire ad un consigliere molto indipendente che si trattava di un “ setaccio in cui passavano i dinosauri (non i granelli )”.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">E infatti 50 candidati sono stati immediatamente “defenestrati ” senza una riga di motivazione.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Pare, invece, che la sestina vincente (sarebbe bello conoscere la cabala e puntare sui sei numeri del Superenalotto delle correnti) sia stata “giocata” soltanto tra pochi preselezionati senza comparazione e con il metodo pubblicizzato qualche anno fa da un ex consigliere del CSM (purtroppo caduto in disgrazia….): tre a me, due a te e uno a loro!</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Dopo mesi e mesi di trattive (estenuanti) e di mediazioni, è stata partorita la sestina vincente.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Altro che opzione trasparente e meritocratica: sembrerebbe essere stata preferita una trattativa privata tra gruppi per arrivare alla “ quadratura”, piuttosto che un metodo di esplicitazione della discrezionalità tecnica tipica del CSM.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">A pensarla così, stavolta, non sono però solo quei pochi malpensanti cani sciolti che si annidano nella magistratura (uno dei quali scrive questa mail), ma anche i “laici”, tanto amati dalle correnti quando servono ad intessere tele e alleanze, tanto detestati quando si permettono di svergognare il Sistema invalso tra i partiti della magistratura che controllano il governo autonomo.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Ad ascoltare i lavori del plenum del 6 marzo scorso, infatti, sembra essere tornati indietro di 5 anni almeno, sicuramente prima dello scandalo dell'hotel Champagne. A pronunciare le critiche feroci al correntismo ( absit iniuria verbis ), stavolta, però, sono (quasi) tutti i consiglieri laici, il togato troppo indipendente di cui sopra e due componenti togati che hanno cercato, con grande onestà intellettuale, di prendere le distanze da quello che sembra il perpetuarsi di un copione ultradecennale, rimasto invariato anche dopo il peggior scandalo della Storia dell'Ordine giudiziario dalla proclamazione della Repubblica.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Oltre “ i macigni sopra la delibera ” scagliati da autorevoli esclusi (uno dei quali ex assistente di studio presso la Corte Costituzionale; un altro magistrato di cassazione, già componente delle sezioni unite); dopo le perplessità espresse da una consigliera togata sui criteri di scelta utilizzati, i componenti laici del Consiglio si sono succeduti in interventi (che invito ad ascoltare su Radio Radicale) particolarmente urticanti.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">La consigliera ECCHER ha denunciato il metodo adottato, compresa l'anomala trasmissione preventiva delle domande agli aspiranti candidati.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">La consigliera BERTOLINI invece è stata molto più tranciante. Della stessa mi pare giusto riportare integralmente alcune parti dell'intervento perché incisivi: “ <i><b>avete messo in campo vecchi metodi spartitori che non hanno tenuto in considerazione la qualità delle scelte: ognuno doveva avere i propri rappresentanti..... vecchia liturgia fatta di rivendicazioni maggioritarie, di reciproche accuse, di spartizioni correntizie, di scelte al ribasso, di esclusioni eccellenti a favore di logiche di appartenenza: sono emerse e hanno avuto la meglio le logiche corporative, proprio quelle che sappiamo essere il vero vulnus della Magistratura italiana.. ... Prima avete scelto i nomi e poi gli avete cucito addosso la delibera</b></i>”.</div><div style="text-align: justify;">Ha concluso l'intervento dicendo che la scuola delineata dall'ultima scelta del CSM rappresenta “<b><i>ancora una volta un mero centro di potere</i></b>”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il consigliere GIUFFRE' ha spiegato le ragioni della mancata presentazione di una “<i><b>sestina alternativa</b></i>” e il rischio di compromessi “deteriori” raggiunto, denunciando come “<i><b> non si riuscivano a incastrare le caselle ” e come alcuni nominativi di magistrati valorosi e particolarmente qualificati fossero stati “sacrificati ” “ nottetempo ” e all'insaputa di certi consiglieri, per “ soddisfare gli equilibri delle tre principali correnti di questo Consiglio Superiore</b></i> ”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"> All'interno del CSM però esistono fieri difensori delle tradizioni, che non hanno perso occasione di attaccare quei pochi coraggiosi che sin dall'inizio avevano previsto l'ennesima spartizione cencelliana, pienamente compiutasi anche stavolta.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si è sentito dire da alcuni togati, non so con quale intima convinzione, che l'iter procedurale è stato “ alterato ” perché “ le appartenenze associative sono entrate per escludere prescindendo dal curriculum ” e che “ i soggetti che si reputavano appartenenti alle associazioni sono stati impallinati sui giornali prescindendo dalla valutazione curriculare” , addirittura alla stessa stregua dei giochi “ sottotraccia” che facevano i “ chattanti ” (sic!) per colpire quelli di gruppi diversi!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Peccato non avere riferito che la notizia dei primi prescelti circolava nei palazzi tra gli stessi consiglieri e che “ anche le pietre sapevano quali erano i progetti”, oltre che i nominativi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E' stato accusato persino di “ mistificazione ” chi ha denunciato le “ turbolenze ” che avevano caratterizzato i precedenti iter di designazione della SSM e che aveva avuto l'ardire di denudare i giochi (almeno una metà….) che sembravano fatti in partenza.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"> Particolarmente toccante, quasi commuovente, infine, la citazione del grande scrittore Amos OZ, fatta da un altro consigliere (da sempre molto attento alla rifondazione etica dell'associazionismo giudiziario) con le espressioni tratte dal suo testo “Contro il fanatismo”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Partendo dal particolare (“ La sestina che votiamo è un compromesso ma è un compromesso cui abbiamo il dovere di sottoporci ”) è giunto al principio generale: “Il compromesso è sinonimo di vita. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dove c'è vita c'è compromesso. Il contrario di compromesso è fanatismo”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Peccato non avere riportato anche il convincimento di AMOS OZ sui compromessi: “Non esistono compromessi felici: un compromesso felice è una contraddizione !”</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ecco: a me pare che proprio con questa delibera il CSM confermi di essere destinato all'infelicità!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-45594313163624943762024-01-23T19:01:00.003+01:002024-01-23T19:04:47.099+01:00Il pluralismo ... di pochi <div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHOL8pjoZI43CwRrs7H_lX4SM8DpKo9k_ofmSstAxH5Cc0I95FXEkwkhyphenhyphen9EjRvPPl3JNq8HYGyWIbfyfTbBuj_JWkeHY3oDnYUbhigiJOzs1H1YDLeQvjbRAULvf9fvv0AMecXB8-37qwn1jbmWGyLS2jsRRFOMcbSCzRdcuquovfii9Xk6kPxZmmnDa0/s770/spartizione.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="462" data-original-width="770" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHOL8pjoZI43CwRrs7H_lX4SM8DpKo9k_ofmSstAxH5Cc0I95FXEkwkhyphenhyphen9EjRvPPl3JNq8HYGyWIbfyfTbBuj_JWkeHY3oDnYUbhigiJOzs1H1YDLeQvjbRAULvf9fvv0AMecXB8-37qwn1jbmWGyLS2jsRRFOMcbSCzRdcuquovfii9Xk6kPxZmmnDa0/s320/spartizione.jpg" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div>Pubblichiamo un documento, che facciamo nostro, redatto dai colleghi dei 101, anzi del centouno Cost.: <i>La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge.</i><div><i><br /></i></div><div><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;">La maggioranza del CDC ha sfruttato la conferenza stampa del Vice Presidente del Consiglio Superiore della
Magistratura del 18.1.2024 per rimarcare il presunto ruolo di “indirizzo politico in materia giudiziaria” del CSM. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Infatti, nel documento “Parole ed Equilibrio” approvato domenica 21 dalla maggioranza del CDC si legge – tra
l’altro – che “<i>ogni deliberazione assunta in materia di organizzazione e di amministrazione comporta, di necessità, una scelta
tra opzioni culturali e politiche divers</i>e”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">È palese l’assonanza con l’ultimo deliberato di Area-DG sulla proposta dei sei magistrati per il Comitato
Direttivo della Scuola Superiore della Magistratura, nel quale è dato leggere un plauso alla VI Commissione del
CSM per aver valutato i curricula dei candidati “<i>alla luce dei criteri indicati dal bando e dell’esigenza di garantire un
direttivo improntato al pluralismo professionale e culturale</i>”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La domanda nasce spontanea: secondo quali criteri vengono vagliate le “diverse opzioni culturali e politiche”??? Su
quali basi viene garantito il “pluralismo culturale”???
Come possono i Consiglieri del CSM apprezzare i “valori” impersonati dai singoli candidati se non facendo
riferimento alla militanza/vicinanza a questa o a quella corrente, trait d’union tra i consiglieri e i “territori”, alle
indicazioni dei quali, beatamente, si rivendica ancora oggi, dall’interno stesso del Consiglio, di continuare a
prestare le orecchie?
E come potrebbero mai essere apprezzati i valori impersonati dai magistrati che non appartengono né militano
in nessun partito? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non ci vuole molto per capire che “<b>l’indirizzo politico</b>” del CSM, tanto rivendicato dalla maggioranza
dell’ANM, snatura l’essenza e distorce la funzione del Consiglio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La nostra Costituzione, infatti, ha disegnato il CSM non come organo di rappresentanza e di indirizzo politico,
ma come organo di garanzia, rappresentativo delle diverse categorie di Magistrati e arricchito da altri esperti di
comprovato spessore professionale. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non per nulla l’art. 104 Cost. prevede la non rieleggibilità immediata dei
Consiglieri affinché possano operare ispirati solo dalla legge e non al consenso elettorale, principio chiaramente
eluso dalle elezioni dominate dalle correnti, le quali – durante ogni consiliatura – pensano a come accrescere il
proprio consenso elettorale. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’idea del Csm espressa nel comunicato congiunto di Area, Md e Unicost – invece - è quella di un organo di
governo autonomo comandato da gruppi di potere di tipo partitico: l’esatto opposto di quell'organo tecnico di
garanzia, imparziale e di alta amministrazione, previsto dalla Costituzione; origine, causa e copertura delle
degenerazioni correntizie e del nominificio al quale il CSM, di fatto, è stato troppe volte ridotto. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"> Anche la non adesione di Magistratura Indipendente non è altro che la manifestazione dell’ennesimo gioco di
potere tra le correnti interno all’ANM: dopo il rinvio di sabato, motivato con la espressa necessità di ricercare
una sintesi finalizzata a preservare il “valore dell’unità” dell’ANM, domenica mattina si è registrato lo
smarcamento di Magistratura Indipendente.
Evidentemente arroccata sulla necessità di stoppare ogni manifesta critica al Ministro e al Governo, MI ha
giustificato il proprio recesso con la debole scusa che MD aveva reso pubblico il proprio comunicato già sabato
sera. </div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Giochi di partito interni all’ANM, che – purtroppo – si ripercuotono anche nell’attività consiliare, secondo la visione del Consiglio rappresentata e promossa dalle correnti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">All’unisono, invece, tutte hanno disatteso la nostra proposta.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Eppure, ricordando che la Costituzione attribuisce ai (singoli) magistrati – certamente anch’essi organi </div><div style="text-align: justify;">costituzionali – l’esercizio della funzione giurisdizionale, ci eravamo sostanzialmente permessi, anche </div><div style="text-align: justify;">evidenziandone le parole in grassetto, di richiamare il condivisibile pensiero del Presidente della Repubblica: </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">“<i><b>Si tratta, in sostanza, della tutela dei diritti e della garanzia di giustizia che vi è connessa; senza queste </b></i><i><b>lo Stato democratico, fondato sull'uguaglianza e sulla pari dignità delle persone, sarebbe gravemente </b></i><i><b>compromesso. Principale corollario dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge è l'imparzialità </b></i><i><b>nell'esercizio della giurisdizione […] Il Consiglio superiore riveste un ruolo di garanzia </b></i><i><b>imprescindibile nell'ambito dell'equilibrio democratico. Pertanto, è di grande urgenza approvare </b></i><i><b>nuove regole per il suo funzionamento, affinché la sua attività possa mirare a valorizzare le indiscusse </b></i><i><b>professionalità di cui la Magistratura è ampiamente fornita”.</b></i></div><div><br /></div><div>Cristina Carunchio, Giuliano Castiglia, Ida Moretti e Andrea Reale</div></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-19225673668691853102023-12-21T17:27:00.002+01:002023-12-21T18:25:53.338+01:00Spoil system <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3FZJfmFUeKe4kyKbcn60XkUwhnxFoUtqMyJEGthz4w_oFQ6sBkLkuQ4M9wLCXZMINcwVR0Bq3OE20lmXCyXhs24gH-DCs1kd4n6zjvEW_R_IZc_3zcmrhTmJ4VSE_wtvsHIKdV47oNzF4Sz7VNrwa91XwwNnhEbQLvJZ8Bh-sS3BEOTS7WcfgPG8Bqxk/s1600/Immagine%20WhatsApp%202023-12-21%20ore%2013.54.10_06280782.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1575" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3FZJfmFUeKe4kyKbcn60XkUwhnxFoUtqMyJEGthz4w_oFQ6sBkLkuQ4M9wLCXZMINcwVR0Bq3OE20lmXCyXhs24gH-DCs1kd4n6zjvEW_R_IZc_3zcmrhTmJ4VSE_wtvsHIKdV47oNzF4Sz7VNrwa91XwwNnhEbQLvJZ8Bh-sS3BEOTS7WcfgPG8Bqxk/s320/Immagine%20WhatsApp%202023-12-21%20ore%2013.54.10_06280782.jpg" width="315" /></a></div><br /><div><br /></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">Titola il quotidiano il Dubbio: "L’invasione di toghe a via Arenula sovverte la democrazia.". </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">ma chi chiama le toghe a via Arenula?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">il Padre Eterno? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Chiediamo per un amico…</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nel merito, lo diciamo da sempre, vi è pieno accordo sulla necessità di dare sostanza alla separazione dei Poteri, anche attraverso la cessazione della pratica dei “ fuori ruolo” ( e fuori luogo…) piazzati nei vari Ministeri, così come - per simmetria - del correntismo in magistratura che della politica è diretto strumento.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ognuno a casa sua, nel reciproco rispetto!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il Ministero della Giustizia si doti di un proprio corpo burocratico di esperti con compiti scientifici, anche di produzione normativa se serve; all’occorrenza chiamerà avvocati, magistrati, professionisti, esperti etc. per audizioni su singoli problemi specifici oppure istituirà commissioni e tavolo permanenti, senza che vi sia bisogno di sospendere il rapporto di servizio dei singoli magistrati i quali, una volta auditi, torneranno sulle scrivanie ad attendere ai compiti per i quali sono pagati.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se così volessero il legislatore e la politica, finirebbe finalmente la prassi perversa delle “porte girevoli”’ che spesso vede il ritorno dei “ ministeriali” nella giurisdizione in posizioni dirigenziali ( tralascio ogni commento…); e poi, altra cosa che non sarebbe male, recupereremmo 200 magistrati al loro vero mestiere in un momento di vacche magre ( ne mancano 1700, una voragine non colmabile tramite concorso prima di 5-6-7 anni, tenuto conto dei naturali pensionamenti).</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Insomma, per tornare alla domanda iniziale, chi vuole davvero tutto questo?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il povero giornalista, perduto nel mondo di Alice in Wonderland, non lo sa: qualcuno lo aiuti…</div><div><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-45882275750384146362023-12-07T09:23:00.002+01:002023-12-07T09:26:36.607+01:00Chi indaga e chi è indagato? <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQl3NI9cOvDdrTdYCi8f3R8JJq_v5W5xFg0vkE5tv9Nki5UUIxaRPZ2UywZlzCZJYrWrA6MJC04qavWKdYWhpQwSg9tKrk0w88CxRUA0IKIxj937HGoIpqITSpvte7_Bpcux47PMzw1jHt7JD6_4a97-VBpzdPk7faCTG6iytLl71bWERLoPNDs2YUE9M/s728/crosetto.jpg_613881476.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="490" data-original-width="728" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQl3NI9cOvDdrTdYCi8f3R8JJq_v5W5xFg0vkE5tv9Nki5UUIxaRPZ2UywZlzCZJYrWrA6MJC04qavWKdYWhpQwSg9tKrk0w88CxRUA0IKIxj937HGoIpqITSpvte7_Bpcux47PMzw1jHt7JD6_4a97-VBpzdPk7faCTG6iytLl71bWERLoPNDs2YUE9M/s320/crosetto.jpg_613881476.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il Ministro (della Difesa) Crosetto aveva pubblicamente espresso il timore "… di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni. Siccome ne abbiamo viste fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee...". </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E’ il tema della cd. opposizione giudiziaria che si realizzerebbe mediante indagini “ad orologeria” , spesso in prossimità delle cadenze elettorali, con svantaggio di una parte politica. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Le parole del Ministro non sono originali, nel senso che prima di lui mille altre volte concetti analoghi sono stati in passato espressi da altri politici (spesso con ruoli istituzionali importanti), dalla stampa e da commentatori di ogni ideologia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mai in passato, però, era stata aperta un’indagine, sia pure conoscitiva. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Invece, questa volta, dalle parole del Ministro nasce l’iscrizione al modello 45 di un incartamento presso la procura della Repubblica di Roma.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Cos’è il modello 45? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ce lo spiega il sito internet del Ministero della Giustizia: “<i>Registro degli atti non costituenti notizia di reato (modello 45). Da una corretta interpretazione delle disposizioni contenute nell’art. 335, le quali fanno obbligo al P.M. di iscrivere il nome della persona cui il reato è attribuito (comma 1) e di annotare ogni mutamento della qualificazione giuridica del fatto o delle sue circostanze (comma 2), deriva che le informative non costituenti notizia di reato non dovranno essere riportate nel registro delle notizie di reato, bensì in un diverso registro, del tutto autonomo dal primo e non assimilabile all’attuale registro generale “C”. </i></div><div style="text-align: justify;"><i>In esso verranno iscritti, con l’indicazione della data e del contenuto, tutti gli atti ed informative che non debbano essere iscritti nei registri delle notizie di reato relativi a persone note o ignote: tutti gli atti ed informative, cioè, del tutto privi di rilevanza penale (esposti o ricorsi in materia civile o amministrativa; esposti privi di senso, ovvero di contenuto abnorme o assurdo; atti riguardanti eventi accidentali, ecc.).</i></div><div style="text-align: justify;"><i>L’iscrizione dell’informativa pervenuta nell’uno o nell’altro registro dipenderà dalla valutazione che ne dovrà fare il P.M. a norma dell’art. 109 del decreto legislativo 28 luglio 1989 n. 271 (disposizioni di attuazione del c.p.p.).</i></div><div style="text-align: justify;"><i>Nel caso in cui il P.M. ritenga che la notizia, già iscritta nel registro degli atti non costituenti notizia di reato, richieda il compimento di indagini preliminari, prima che queste vengano disposte dovrà essere fatta una nuova iscrizione nel registro delle notizie di reato, con indicazione (nella colonna 2) della provenienza; correlativamente il passaggio dovrà essere annotato nella colonna 7 del registro degli atti non costituenti notizia di reato.</i>”</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E’ quindi plausibile ipotizzare che qualcuno abbia segnalato alla procura capitolina l’intervista del Ministro Crosetto e che il fatto sia stato, nell’immediatezza, catalogato come materiale inutile ai fini penali. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ciò nondimeno il Ministro è stato chiamato a deporre davanti a quell’ufficio giudiziario, vuoi per confermare il contenuto dell’intervista, vuoi per smentirlo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">“Esposti privi di senso, ovvero di contenuto abnorme o assurdo …”, se questa fosse l’ipotesi che ha dettato l’iscrizione della notizia al modello 45 non si comprende cosa vi sia da approfondire. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se invece un senso le parole del Ministro lo hanno, allora si tratterà di stabilire se le sue sono solo congetture oppure siano idee suffragate da eventi già realmente accaduti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E poiché la tesi è quella della strumentalizzazione politica delle procure della Repubblica, ognuno vede come la convocazione del Ministro presso l’ufficio pubblico chiamato in causa strida proprio con l’imparzialità che è richiesta all’indagante: dovrà cioè stabilire, una procura della Repubblica, se sia oppur no plausibile che la sua azione sia talvolta connotata da finalità politiche. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Chi indaga e chi è indagato è affidato, in questo caso, ad un puro rapporto di forza e sarebbe stato molto meglio evitarlo. Il processo alle idee non si può fare. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Anche perché potrebbe capitare che ad ascoltare il Ministro sia un procuratore aggiunto che un paio di lustri or sono aveva pubblicamente messo in dubbio la legittimazione del governo (di centrodestra) a proporre riforme in materia di giustizia …</div><div><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-72790390339958439362023-12-02T11:54:00.006+01:002023-12-02T22:47:34.932+01:00Quando ad esser bocciato è chi dà le pagelle. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWHLq3oM6l8ZWJdS9OhTfJa7efAilfN0U-OKAUNQAlJqwrNZM3EWETocWNM0YpShhZnK0MEjFXoPW7TB7ZVHLMHyW6DM9O5XvTtebMQwgd7X7UmRgz_DqBKTVoVfvA3SqLqE06fs4CFh6aK_ud9N4VY9DXBHAecOTp356Nr1zlF_-KYzfEB9nBK5YUY1A/s1132/pagella.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1132" data-original-width="768" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWHLq3oM6l8ZWJdS9OhTfJa7efAilfN0U-OKAUNQAlJqwrNZM3EWETocWNM0YpShhZnK0MEjFXoPW7TB7ZVHLMHyW6DM9O5XvTtebMQwgd7X7UmRgz_DqBKTVoVfvA3SqLqE06fs4CFh6aK_ud9N4VY9DXBHAecOTp356Nr1zlF_-KYzfEB9nBK5YUY1A/s320/pagella.jpg" width="217" /></a></div><br /><div><br /></div><div><br /></div><div>Sufficiente, discreto, buono, ottimo.</div><div><br /></div><div>Anzi, pessimo!</div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma non era questo il Governo che si riprometteva di spezzare le reni al correntismo? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E invece gli attribuisce ulteriori strumenti di ricatto nei confronti dei magistrati che dalle correnti vorrebbero liberarsi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sì, perché introdurre una scala di valutazioni differenziate, conferisce al “maestro” il potere di stilare graduatorie secondo i propri gusti, vale a dire quelli dell’appartenenza, delle casacche. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ecco perché l’ANM se ne sta zitta zitta, è l’ennesimo favore che le viene concesso da governanti miopi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oppure occhiuti, perché vien da pensare ad accordi sottobanco proprio col correntismo che, solo a chiacchiere, s’afferma di voler contrastare. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lo strumento conferito ai maestrini (elettivi, si badi bene) del CSM è molto subdolo e sarà difficilmente aggredibile dinanzi al giudice amministrativo: cosa vuoi lamentarti se hai preso solo buono anziché ottimo? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’idea che i magistrati debbano essere licenziati in numero che soddisfi gli appetiti “giustizialisti” di chi si proclama garantista è, sia consentito il francesismo, un'idea cretina. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A meno che il Governo non snoccioli i numeri di quanti prefetti, quanti questori, quanti generali abbia licenziato nell’ultimo decennio.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In definitiva non s’impone un test psichiatrico per i magistrati, ma di misurazione del quoziente intellettivo di chi progetta leggi che ottengono risultati platealmente contrastanti con gli scopi dichiarati. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Della serie “non so se mi rendo conto di quello che faccio”. Bocciato. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-37137913382064498872023-10-19T09:30:00.002+02:002023-10-19T09:30:45.408+02:00Separazione delle carriere<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik9x1wtGSFsg47JQMwFbdqHRTXkNtx_TdUbmvoD76jo62TCVYv2qgpd7ipgd76zsDi-1VAjifH3CyyGfimgRJ35OyvKqb013pw81nQ-BG3KadFJupcY0pgHMPuFnY3DktVf29EFDsDjZzKMEBBb0FWyO01aWxPJdIr-49txVrcxC7uLX_zU2vFZcI6EvI/s1536/carlo-Nordio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="946" data-original-width="1536" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik9x1wtGSFsg47JQMwFbdqHRTXkNtx_TdUbmvoD76jo62TCVYv2qgpd7ipgd76zsDi-1VAjifH3CyyGfimgRJ35OyvKqb013pw81nQ-BG3KadFJupcY0pgHMPuFnY3DktVf29EFDsDjZzKMEBBb0FWyO01aWxPJdIr-49txVrcxC7uLX_zU2vFZcI6EvI/s320/carlo-Nordio.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mentre il Governo si appresta ad introdurre l'ennesima eccezione per trattenere fuori ruolo oltre ogni limite di tempo uno dei mille magistrati assunti alle sue dipendenze (in sostituzione di altrettanti del governo precedente) riportiamo un intervento di Andrea Mirenda che pone l'accento sulla più urgente delle riforme che darebbe un senso, vero e sostanziale, al principio della separazione dei poteri. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Irrimediabilmente offuscato se un capo di gabinetto o un direttore di un ente nominato politicamente va a fare il capo di una procura della repubblica. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma questa "separazione delle carriere" è scomoda per tutti e non è all'ordine del giorno, neppure di questo Governo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ecco il testo.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">In disparte ogni valutazione sul merito delle decisioni, ovviamente riservata al giudice dell'impugnazione, credo che la vicenda Apostolico o quella fiorentina ci offrano, comunque, una preziosa opportunità per discutere serenamente, senza contingenti fini strumentali, intorno al valore etico e deontologico della cosiddetta "apparenza di indipendenza".</div><div style="text-align: justify;">Una raccomandazione, questa, puntualmente recepita anche in sede unionale, a riprova del suo preciso valore fondativo in ambito giurisdizionale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Molti sono i pericoli di appannamento dell'apparenza di indipendenza, non solo - come oggi certa stampa vorrebbe far credere - quando il magistrato manifesti, in piazza o sui social e in modo più o meno scomposto, il proprio pensiero civile e politico; invero, questo principio entra in crisi - forse con non minore intensità - anche quando il magistrato si pone in condizioni di percettibile subalternità al potere politico e/o amministrativo, come sovente accade nelle ipotesi più esposte di "fuori ruolo".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Immaginiamoci, ad esempio, i casi del Capo di gabinetto, del Direttore Generale o del Sottosegretario presso una delle tante articolazioni ministeriali. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Siamo davvero certi che questi magistrati, per quanto tecnicamente valorosi, non palesino una chiara opzione politica ai danni non solo della separazione dei poteri ma anche, e ancor più, della terzietà</div><div style="text-align: justify;">della toga?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ecco, mi permetto di osservare che l'oramai ineludibile dibattito consiliare su questi temi troverebbe grande giovamento se preceduto da quello franco, non paludato e orizzontale, tra noi tutti, giudici e pubblici ministeri, anche alla luce dei principi costituzionali e comunitari che presiedono alla materia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il giudice, in sintesi, deve o no apparire indipendente? E se sì, quali le manifestazioni, quali i comportamenti idonei a mettere a rischio questo valore? Quali i ragionevoli limiti interni alla libertà di manifestazione di pensiero del giudice, tenuto conto che chi - come noi - ha poteri immensi non può</div><div style="text-align: justify;">razionalmente rivendicare i medesimi diritti degli altri cittadini, secondo l'adagio elementare "tanti poteri/tanti doveri"?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E soprattutto, nel Terzo Millennio, c'è ancora bisogno del pensiero engagé di noi magistrati?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Una società civile globalizzata e "di rete", capace di interrogarsi e di elaborare una vastità di opinioni immaginabile solo vent'anni fa, ha ancora bisogno del faro togato?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oppure quel faro rischia di essere, in questo tempo liquido, solo velleitario fattore di confusione e disorientamento ordinamentale?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ecco, penso che un simile dibattito sarebbe di grande giovamento per tutti noi Consiglieri; ci aiuterebbe a mettere a fuoco, oltre ogni furbizia e autoreferenzialità correntizia, un tema che - se abbandonato al suo destino randomico - sarà foriero di gravi conseguenze generali.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Andrea Mirenda</div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-15465941491960744882023-10-16T09:24:00.002+02:002023-10-16T16:19:52.750+02:00L'imparziale di destra. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZni0zW351X2lGzj8Liu-IzBgMehRGxJUtmZ1QuauWNZhDqkbyBC2vNmYOjNuvYQSGShVsmpiaRGE_uoxKZOoLa9sxCKRmoDp9gSg4gA-0fP-d0dDnRMcXYOPeGXss_bQHiZiygCg4P2RvCwFhoLghO7b0S1M4SaiVkj72vPKw5QwN5YM1qxxgPODOUYk/s800/154749633-20c2f1a3-af65-4aca-b407-ddb8dd0ce9a1.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZni0zW351X2lGzj8Liu-IzBgMehRGxJUtmZ1QuauWNZhDqkbyBC2vNmYOjNuvYQSGShVsmpiaRGE_uoxKZOoLa9sxCKRmoDp9gSg4gA-0fP-d0dDnRMcXYOPeGXss_bQHiZiygCg4P2RvCwFhoLghO7b0S1M4SaiVkj72vPKw5QwN5YM1qxxgPODOUYk/s320/154749633-20c2f1a3-af65-4aca-b407-ddb8dd0ce9a1.webp" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: right;"><span style="color: #cc0000;">di Nicola Saracino - Magistrato </span></div><div style="text-align: right;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dalla Corte di Cassazione al Governo, senza tappe intermedie. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oggi giudico, ma domani governo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Senza essere iscritto ad un partito politico, che quello è vietato ad un magistrato. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E dallo scranno del Governo mi metto a pontificare sul perché sia indispensabile che i magistrati, oltre ad esserlo, appaiano imparziali.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma imparziali di destra o di sinistra? Vien da chiedersi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché è a tutti evidente che l’immonda pantomima scatenatasi intorno al caso del giudice Apostolico è soltanto un pretesto per additare decisioni giudiziarie sgradite come frutto di astio politico, anziché di ordinaria applicazione di norme giuridiche. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ed il Governo in carica non si distingue da quelli precedenti che pure hanno demolito colleghi onesti quando hanno toccato corde sgradite al potere. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con la differenza che i governi di sinistra, di solito, trovano agile sponda istituzionale nel CSM che risponde ai comandi della politica, allo “sconcerto” del potente quando è un amico. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questo caso l’aggressione viene da destra e la risposta del potere togato è stata un no. Con la richiesta d’apertura d’una “pratica a tutela” della dottoressa Apostolico, sottoscritta da numerosi consiglieri superiori, s’è posto lo sbarramento a qualsiasi velleità di colpirla disciplinarmente.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il dott. Mantovano evoca, ancora, applicazioni della legge da intelligenza artificiale, senza pensiero né senso critico, rimettendo alla sola Consulta il potere di giudicare le leggi secondo i valori della Carta costituzionale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dimenticando che il disastro giuridico, questa volta, si deve ad un DM (decreto ministeriale) verosimilmente elaborato dalle toghe governative; non è una legge, ma un atto che deve osservarla e che se vi contrasta vale come il due di bastoni a briscola. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Anzi, quel DM è talmente mal pensato che ha posto esso stesso in pericolo la corretta applicazione dell’intera normativa sul doveroso controllo dell’immigrazione. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’avranno concepito - a comando - proprio quei magistrati "indipendenti" che vengono chiamati a servire il governo di turno, dal quale prendono ordini, quali che siano. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dottor Mantovano, se mai tornerà a fare il giudice, chieda alle parti in causa se appare loro politicamente "imparziale".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-79357687694528570902023-10-07T17:12:00.007+02:002023-10-07T18:26:53.048+02:00Il bue e l'asino. <div style="text-align: right;"><span style="background-color: white;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8ygjA0CrDLd7v8wFYLduxEjz4aSBXxByPM3kEmZD3dE_Wf3QSLwyRk-UcaR3UrkQTCOitSyTZocMP5ugYKsvUdxegiF2APjbWbRAwW_Frdwprj4RXKLA6TXMlk9-7UcTHG6cgCTX41MrgV8xEBLFwLt99mU9ptL1KWejQDp59gxAHx4_ssWSR3aacuj0/s750/bue-asino.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="750" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8ygjA0CrDLd7v8wFYLduxEjz4aSBXxByPM3kEmZD3dE_Wf3QSLwyRk-UcaR3UrkQTCOitSyTZocMP5ugYKsvUdxegiF2APjbWbRAwW_Frdwprj4RXKLA6TXMlk9-7UcTHG6cgCTX41MrgV8xEBLFwLt99mU9ptL1KWejQDp59gxAHx4_ssWSR3aacuj0/s320/bue-asino.jpg" width="320" /></a></div></span></div><div><br /></div><div style="text-align: right;"><span style="color: #cc0000;">di Nicola Saracino - Magistrato </span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Soltanto pochi anni fa la Corte Costituzionale (sent. n. 170/2018) aveva ribadito (perché già lo aveva detto con la sent. n. 224/2009) che è conforme alla Costituzione la legge che vieti l’iscrizione dei magistrati a partiti politici, o la loro partecipazione sistematica e continuativa a partiti politici, anche perché è la stessa Costituzione (art. 98, comma 3) a demandare al legislatore di valutare se e come limitare quelle possibilità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A voler esser precisi la Costituzione ha previsto espressamente solo la possibilità di vietare l’iscrizione del togato ad un partito politico, non anche di partecipare alla relativa attività. Ma una lettura non formalistica della disposizione costituzionale legittima l’estensione del divieto anche alla partecipazione alla vita di partito. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La Consulta ha, quindi, ravvisato “… <i>lo sfavore nei confronti di attività o comportamenti idonei a creare tra i magistrati e i soggetti politici legami di natura stabile, nonché manifesti all’opinione pubblica, con conseguente compromissione, oltre che dell’indipendenza e dell’imparzialità, anche della apparenza di queste ultime: sostanza e apparenza di principi posti alla base della fiducia di cui deve godere l’ordine giudiziario in una società democratica</i>”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E come mai, vien da chiedersi, nonostante la lungimiranza del Costituente, siamo, per l’ennesima volta, al cospetto di una polemica innescata da un provvedimento giudiziario che si sospetta ispirato da motivazioni politiche avverse a quelle del Governo? Si noti, accuse lanciate ancor prima della diffusione di un video ritraente l’autore di quel provvedimento ad una manifestazione in favore dello sbarco di migranti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sulla scia della vicenda catanese, dopo pochi giorni, s’è innestato anche un provvedimento col quale il tribunale di Firenze ha negato che la Tunisia sia uno stato “sicuro” ai fini del rimpatrio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Alcuni osservatori segnalano che il presidente del collegio fiorentino è un noto appartenente di Magistratura Democratica (una corrente di magistrati definita “di sinistra”) e che un altro giudice aveva rivestito in passato ruoli di alta amministrazione con governi politicamente antagonisti di quello attuale. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Abbiamo quindi tre diversi elementi che si possono individuare come cause scatenanti del sospetto di parzialità del giudice.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il primo è dato dalla condotta individuale del magistrato che ritenga di non tenere per sé i propri convincimenti ideologici (anche su singoli temi di rilevanza sociale) ma anzi li diffonda attraverso internet o comunque non tema di partecipare a manifestazioni pubbliche e d’essere quindi riconosciuto. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il secondo consiste nella “appartenenza” del magistrato ad associazioni togate (le cd. “correnti”) che vengono riconosciute all’esterno per i loro tratti ideologici e politici, quando addirittura essi non siano pubblicamente rivendicati. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il terzo scaturisce dalla collaborazione del magistrato ad attività che non dovrebbero essergli proprie, come quelle di ausilio alla politica quando essa si fa “governo”. Sono assai numerosi i magistrati che abbandonano temporaneamente i propri compiti per andare ad aiutare il Governo di turno e ad ogni cambio di Governo vi è una transumanza di toghe sul tragitto che dalle aule di giustizia conduce agli uffici ministeriali e viceversa. Perché ogni Governo chiama “i suoi” magistrati di fiducia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Partendo dall’ultimo punto, il Governo in carica non fa eccezione e gli uffici ministeriali si sono riempiti di toghe “appartenenti” ad una corrente tradizionalmente classificata come conservatrice. Un magistrato è addirittura Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con funzioni di Segretario del Consiglio ed il Ministro della Giustizia è un magistrato in pensione che mai, quando era in attività, ha nascosto le proprie idee politiche sui temi della giustizia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Gli stessi osservatori che oggi, per così dire, fanno le pulci ai provvedimenti giudiziari sulla base della vita anteatta dei loro autori c’è da scommettere che non dubiteranno, un domani, dell’imparzialità dei togati che sono alle dipendenze dell’attuale governo e che torneranno ad esercitare la giurisdizione. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ecco la prima trave che la politica non ha voluto affrontare: vi è penuria di magistrati, gli organici sono largamente scoperti, i tribunali soffrono. </div><div style="text-align: justify;">Si abbia il coraggio - come peraltro suggerisce oggi l’avvocatura - di attingere i collaboratori in altri ranghi lasciando ai magistrati i propri compiti ed evitando di “colorarne” politicamente la futura attività giurisdizionale, perché è inevitabile che ciò avvenga. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Le correnti, nate come associazioni professionali di magistrati, hanno nel tempo assunto una struttura analoga a quella dei partiti politici, sia pure nel microcosmo della gestione del potere togato. I magistrati italiani sono piuttosto democratici, votano moltissimo. Votano per scegliere i propri rappresentati “sindacali” a livello locale e poi a livello nazionale; votano, a livello locale, per eleggere i Consigli Giudiziari ed a livello nazionale per eleggere i componenti togati del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura). Il voto implica campagne elettorali, organizzazione sul territorio, un elettorato da curare e da premiare.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Cosa siano divenute le correnti è la storia che questo Blog racconta da oltre quindici anni. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Anche in questo caso la nostra proposta di troncare la politicizzazione del CSM estraendone a sorte i candidati è stata snobbata dalla politica, di destra e di sinistra. </div><div style="text-align: justify;">E’ legittimo pensare, anzi, che sia proprio la politica a desiderare magistrati di destra e magistrati di sinistra. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Infine, la manifestazione individuale da parte del togato delle proprie idee politiche (generali o su singoli temi) non può certo essere impedita invocando l’art. 98 della Costituzione che limita solo la partecipazione alla vita dei partiti politici. Né è ipotizzabile (e manco auspicabile) che il magistrato debba esser privo di valori politici, culturali, ideologici. L’apparenza di imparzialità dev’essere sempre salvaguardata in relazione ai processi nei quali il magistrato è chiamato a svolgere le sue funzioni, alle singole vicende sottoposte al suo esame. Nelle quali applicherà la legge secondo scienza e coscienza, con quel tanto di ineliminabile “filtro” dato dalla propria personale esperienza, sociale e professionale, dalla propria cultura, non soltanto giuridica. A contare dovranno essere solo gli argomenti addotti a sostegno della decisione che, in sede d’impugnazione, saranno cassati se sbagliati, non perché di destra o di sinistra. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché se bastasse l’etichetta di magistrato “di destra” o “di sinistra” a comprometterne l’imparzialità e quindi la credibilità, sarebbe la politica (di destra e di sinistra), prima ancora della magistratura, a dover recitare un fragoroso mea culpa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il bue e l'asino, stavolta, hanno entrambi le corna. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-56866032355192899692023-10-06T15:31:00.003+02:002023-10-06T15:39:34.744+02:00Notizie dal territorio. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7ING1CGcLHAiEWT6QfVTOL_5vW_Rr0UmEM7JMVT0klRe1loSJdAMFWD1weiJRaxckuzTOLEhFEwnZQNgQtmScBlV4x6WW5-qftdKxC5TmXotin7julOlDKKRSuqFF4bdM2uyB_ywwYTJQ8Gf1o9hbWDXdUeyPAuKJzlIScM-FzYzikQIhV3MHzyqsQtM/s690/apostolico-e1696521595907-690x362.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="362" data-original-width="690" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7ING1CGcLHAiEWT6QfVTOL_5vW_Rr0UmEM7JMVT0klRe1loSJdAMFWD1weiJRaxckuzTOLEhFEwnZQNgQtmScBlV4x6WW5-qftdKxC5TmXotin7julOlDKKRSuqFF4bdM2uyB_ywwYTJQ8Gf1o9hbWDXdUeyPAuKJzlIScM-FzYzikQIhV3MHzyqsQtM/s320/apostolico-e1696521595907-690x362.jpg" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div><div style="text-align: right;"><span style="color: #cc0000;">di Nicola Saracino - Magistrato </span></div><div><br /></div><div>E’ piena tempesta tra politica e magistratura. </div><div><br /></div><div style="text-align: justify;">Con la prima che accusa i magistrati di frapporsi alla politica di contrasto all’immigrazione, boicottando i legittimi decreti del governo per “partito preso”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E così, spostando l’argomentazione dal merito della materia - i quasi 5.000 euro di cauzione pretesi dal migrante per evitargli il “trattenimento” – a quella personale, viene messa in dubbio l’imparzialità del giudice. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Anche attingendo a documenti come filmati risalenti nel tempo che lo ritraggono mentre partecipa ad una manifestazione in favore dello sbarco di migranti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Giustificate le immediate preoccupazioni manifestate dall’ANM per bocca del suo presidente Santalucia: da dove viene quel documento, perché lo si tira fuori proprio adesso? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questa sensibilità, va notato, manca del tutto quando l’ANM evita di vedere quel che accade all’interno del potere togato, che sfoggia condotte del tutto assimilabili a quelle oggi criticate con seria preoccupazione. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vi è un intero capitolo del primo saggio a firma Sallusti-Palamara che si occupa del cosiddetto “cecchinaggio”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In cosa consiste? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quando si vuole ostacolare un magistrato che aspira ad un incarico importante si fa in modo che “escano” notizie, spesso di fonte imprecisata, capaci di offuscarne l’immagine, non di rado bastevoli a smorzarne gli appetiti di carriera, inducendolo a revocare la domanda. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il favore col quale queste notizie spurie vengono raccolte in sede istituzionale dal Consiglio Superiore della Magistratura è testimoniato dalla prassi, ammessa da più d’un consigliere superiore, di attingere le cd. “notizie dal territorio”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vale a dire che - accantonata ogni regola formale del procedimento amministrativo - ciascun consigliere o meglio ancora ciascuna fazione di consiglieri (i gruppi consiliari) si mostrano assai disponibili ricettori di informazioni de-formalizzate e sottratte a qualsiasi contraddittorio con l’interessato, con buona pace delle garanzie che dovrebbero assistere ogni magistrato della Repubblica a presidio della sua autonomia dal potere. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma da quale altro potere dev’essere autonomo un magistrato, se non da quello capace di incidere sulla sua vita professionale? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In definitiva il video di ignota provenienza oggi utilizzato per sminuire la credibilità dell’autore di una sentenza, il cui “merito” è assai poco dibattuto, non è diverso dai sistematici dossieraggi in uso al CSM per sbarazzarsi di candidati poco graditi, quando il loro “merito” non risulti agevolmente dubitabile.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Bastano notizie dal territorio ... </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-25106318336495953122023-07-28T10:58:00.002+02:002023-07-28T16:41:09.151+02:00Lo rifarà? <p style="margin: 0px 0px 0.75em; text-align: justify;">Con sentenza n. 34380/22 le Sezioni Unite della Corte di Cassazione avevano cassato la decisione della Sezione Disciplinare del CSM secondo cui interferire sulla vita professionale dei colleghi confabulando coi consiglieri superiori per spingere l'amico (di corrente) e osteggiare il nemico non avrebbe leso il canone della <a href="https://toghe.blogspot.com/2021/01/lepoca-della-scorrettezza.html" style="color: #800040;" target="_blank">correttezza</a>.</p><p style="margin: 0px 0px 0.75em; text-align: justify;">Le puntate precedenti sono leggibili <a href="https://toghe.blogspot.com/2020/05/lettera-di-un-magistrato.html" style="color: #800040;" target="_blank">qui </a>e <a href="https://toghe.blogspot.com/2022/02/poteva.html" style="color: #800040;" target="_blank">qui</a>.</p><p style="margin: 0px 0px 0.75em; text-align: justify;">Quella presidente del Tribunale era stata, infine, assolta dall'addebito non perché i fatti non fossero veri ma perché ritenuti di "scarsa rilevanza" da un giudice disciplinare composto da soggetti (i consiglieri superiori) evidentemente ben felici di raccogliere le pressioni del territorio e quindi assecondare i loro serbatoi elettorali. </p><p style="margin: 0px 0px 0.75em; text-align: justify;">Così quei fatti - sussistenti - non le hanno impedito di ottenere (a maggioranza) la riconferma nel suo ruolo di presidente del tribunale.</p><p style="margin: 0px 0px 0.75em; text-align: justify;">A questo punto la domanda è: continuerà a spadroneggiare sulla vita professionale dei colleghi utilizzando canali di conoscenza privilegiati e non formali?</p><p style="margin: 0px 0px 0.75em; text-align: justify;">Se questa è la condizione dei magistrati in Italia sia evidente a tutti che non possono garantire i diritti dei cittadini perché non sono indipendenti risultando violate tutte le procedure che sovraintendono alla loro vita professionale, decisa secondo percorsi occulti. </p><p style="margin: 0px 0px 0.75em; text-align: justify;">Occulti perché i dati raccolti attraverso confabulazioni private non entrano nelle carte dell'istruttoria - sulla cui base il CSM dovrebbe adottare le sue deliberazioni - e sono a conoscenza solo di alcuni consiglieri superiori, di solito quelli della corrente di appartenenza del segnalante. </p><p style="margin: 0px 0px 0.75em; text-align: justify;">Il messaggio dato dal CSM ai giovani colleghi con le ultime decisioni che hanno relegato nell'irrilevanza condotte invece molto gravi è, in definitiva, assai desolante.</p><p style="margin: 0px 0px 0.75em; text-align: justify;">E' la conferma della totale inefficacia della finta riforma del CSM di cui si vantava il ministro Cartabia.</p><p style="margin: 0px 0px 0.75em; text-align: justify;">Fuffa. </p><p style="margin: 0px 0px 0.75em; text-align: justify;"><br /></p><p style="margin: 0px 0px 0.75em;"><br style="background-color: #eeeecc; font-family: "Trebuchet MS", Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 12.61px;" /></p>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-80630461114775407802023-07-24T00:02:00.006+02:002023-07-24T09:44:22.550+02:00La logica della loggia.<div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5nXAAjiHbuhScd4YIU5PqQnhZEWiTItZxddrgZclVC3IIOm0wW-cLT3UNG55gNcTHWgjgG2-ptGVE1Grm-RC4VoFsbDqn9LMDjPr97JwCQdfg6uK8XvusJewYYqbwyZffzoG98QWmXfU2izisIJCkaL2WL1gc8qy2FlCecGCMBxy8YnwPfLNhRzmJqzM/s659/loggia.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="439" data-original-width="659" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5nXAAjiHbuhScd4YIU5PqQnhZEWiTItZxddrgZclVC3IIOm0wW-cLT3UNG55gNcTHWgjgG2-ptGVE1Grm-RC4VoFsbDqn9LMDjPr97JwCQdfg6uK8XvusJewYYqbwyZffzoG98QWmXfU2izisIJCkaL2WL1gc8qy2FlCecGCMBxy8YnwPfLNhRzmJqzM/s320/loggia.jpeg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: right;"><span style="color: #cc0000;">di Nicola Saracino - Magistrato </span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Chi, da oggi in poi, continuerà a chiamarlo “il sistema Palamara” commetterà un falso imperdonabile. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché Palamara è morto (figurativamente, non è più un magistrato), il sistema gli è sopravvissuto e gode di eccellente salute. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Luca Palamara era stato rimosso dalla magistratura per un fatto ben preciso, collegato alle captazioni avvenute all’interno dell’Hotel Champagne. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con altri soggetti (consiglieri superiori, parlamentari) si confabulava sulle sorti della Procura di Roma, in prossimità della scelta, ad opera del Consiglio superiore della magistratura, del suo nuovo “capo”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ebbene il giudice disciplinare ha applicato a Luca Palamara la sanzione più grave (rimozione dall’ordine giudiziario) addebitandogli di aver interferito su scelte proprie del CSM, da compiere in autonomia e senza suggerimenti, per così dire, esterni al Consiglio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il fenomeno delle chat rese pubbliche dal trojan non ha avuto, in sostanza, quasi alcun rilievo nella rimozione dell’ex presidente dell’Associazione Nazionale dei Magistrati dall’ordine giudiziario, poi avallata dalla Corte di cassazione. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sul versante penale, come si sa, tutto si è chiuso con un patteggiamento per ipotesi di reato quasi bagatellari se confrontate con quelle poste alla base dei provvedimenti che autorizzarono le captazioni sul cellulare dell'indagato, che non si sarebbero potute fare se, sin dall’origine, gli indizi fossero stati letti con maggiore prudenza, il che avrebbe dovuto far escludere ogni ipotesi di corruzione. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La retromarcia della procura perugina (che si è rimangiata tutte le accuse più gravi per lasciare sul tavolo solo quella di un generico “traffico di influenze”) è infatti avvenuta prima ancora che l’istruttoria dibattimentale avesse luogo e quindi non è dipesa da elementi forniti dalla difesa dell’imputato che non fossero già a sua conoscenza prima della richiesta di giudizio per fatti corruttivi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma tant’è, dalle captazioni palamariane è scaturito ampio clamore mediatico accompagnato dallo sconcerto istituzionale di rito e dall’evocazione, in seno allo stesso CSM, di pericolose derive massoniche paragonabili alla loggia P2. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il “sistema” disvelato al grande pubblico dalla lettura delle chat era, in realtà, già noto ai magistrati che in gran numero lo alimentavano con le loro forsennate aspirazioni carrieristiche. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La raccomandazione era eretta, per l’appunto, a sistema. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nonostante il coinvolgimento di numerosi membri, il precedente CSM non venne sciolto dal Presidente della Repubblica e si tennero nuove elezioni per soppiantare i consiglieri “spintaneamente” dimessisi dall’incarico. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La Procura generale della cassazione, titolare dell’azione disciplinare (insieme ad un Ministro della Giustizia mai pervenuto sullo specifico tema), aveva sostanzialmente graziato i questuanti, cioè i carrieristi che pietivano il voto per ottenere il posto ambito. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tanto è stato scritto su quanto sciagurata fosse stata quella scelta ed è inutile ripetersi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Erano invece incorsi in sanzione disciplinare gli autori di condotte volte a danneggiare un concorrente, specialmente se ciò fosse avvenuto per ragioni di appartenenza correntizia (soci dello stesso gruppo di potere togato). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sanzione che era stata comminata anche ad un presidente di un tribunale del nord che nei giorni scorsi era sottoposto alla valutazione del CSM di conferma al posto direttivo per il secondo quadriennio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il CSM, a maggioranza, ha stabilito che quel presidente potesse continuare l’incarico nonostante la precedente condanna disciplinare. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ci può stare, in astratto. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Senonché, alle solite diatribe correntizie che hanno fatto seguito a quella votazione, con la minoranza che gridava all’ennesimo scandalo, i consiglieri di maggioranza (quelli, cioè, che col loro voto avevano valutato positivamente il presidente, confermandolo) hanno reagito offrendo delle spiegazioni che paiono in netto contrasto con le scelte sin qui compiute ed ampiamente pubblicizzate dallo stesso CSM in sede disciplinare, di trasferimento d’ufficio per incompatibilità cd ambientale, di valutazione della professionalità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si noti che una toga con un precedente disciplinare non può nemmeno far da relatore ad un corso di formazione per i neo magistrati. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questo caso era stata ritenuta idonea alla presidenza di un tribunale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ebbene, pubblicamente nella seduta del CSM del 19 luglio un consigliere superiore ha affermato: "<i>Vi invito a essere un pò coerenti con noi stessi. Chi di voi non prende informazioni sul territorio quando va in una nomina? Chi di voi non chiama qualcuno che conosce sul territorio per sapere che tipo è quel collega o non riceve in maniera indiretta o diretta informazioni sul collega?</i>"</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nei giorni successivi i consiglieri di MI (Magistratura Indipendente) hanno lamentato l’inefficacia delle procedure interne di valutazione dei magistrati - dettate dallo stesso CSM ed attuate dai Consigli Giudiziari periferici, dislocati su tutto il territorio nazionale – tanto da giustificare il ricorso a fonti di conoscenza non catalogate dalle norme e gli interessamenti degli estranei al procedimento purché mossi da “interesse pubblico”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un uno-due che, in termini pugilistici, mette knock-out gli interessati cantori della favoletta del cd “sistema Palamara”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Palamara è stato rimosso per aver confabulato sulla scelta del procuratore di Roma, per giunta caldeggiando un candidato di indiscusso valore come Marcello Viola che, vinto il ricorso contro la sua bocciatura a quella carica, ottenne in seguito dallo stesso CSM il posto, di pari prestigio, di Procuratore della Repubblica di Milano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Chi ha stabilito e come che l’intervento di Palamara fosse contrario all’interesse pubblico? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nessuno.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Eppure la condanna disciplinare di Luca Palamara è passata in cosa giudicata. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Personalmente ho sempre ritenuto quella sanzione eccessivamente severa, ma non ingiusta. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché non rileva che un magistrato sia mosso da un “interesse pubblico” quando raccomanda ed interferisce sull’operato del CSM; quel che rileva è la modalità, platealmente illecita, di chi si immischia in affari esulanti dalla sua competenza, regolata dalla legge e dalle circolari. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A garanzia di tutti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché un magistrato che voglia concorrere ad un qualsiasi posto non deve temere interferenze esterne di colleghi che non hanno titolo per esprimere alcun giudizio nei suoi riguardi, né deve sollecitare raccomandazioni per caldeggiare la sua posizione. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Esiste un procedimento amministrativo con regole ben precise sulla relativa istruttoria. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ovvio che se il CSM si fa influenzare da elementi estranei al fascicolo molte sue decisioni poi cadano sotto la scure del giudice amministrativo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il ricorso a fonti di conoscenza spurie, non regolamentate, non controllabili né verificabili nella loro attendibilità, inserisce preoccupanti elementi di “massoneria” nell’organizzazione magistratuale, proprio come pubblicamente denunciato subito dopo i fatti dell'Hotel Champagne.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se davvero questi sono i metodi ai quali fanno ricorso i consiglieri superiori è concreto il rischio di affidare a potentati di qualsiasi natura, comunque illecita, la scelta dei vertici degli uffici giudiziari. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con quella logica - aberrante – i consiglieri superiori eletti dal Parlamento (quindi non magistrati) potrebbero legittimamente raccogliere dossier sui magistrati coinvolti in procedure di interesse del Consiglio Superiore, al di fuori di ogni garanzia formale e sostanziale. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Abbiamo un problema: il Sistema non era Palamara. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-73118949866352557542023-07-07T16:35:00.002+02:002023-07-08T08:26:52.534+02:00I garantiti. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmG0PO1p3S5868o4Rna3xcHA74gitkUaBVySDhIdW0yaTUe750Pg95IWZa_HTMevbftuJl1xMzLMSnl7_UXr7z92zBcYtCmquMCx_jVjWMlhlcvB6Ex-b0Mu8-VilsIGMtMyiq4CjdHxM4-RbvZNO0sR_m-Vi2DHITynVusKVpMhzgkGoZvzCkqnGYL98/s800/nordio.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmG0PO1p3S5868o4Rna3xcHA74gitkUaBVySDhIdW0yaTUe750Pg95IWZa_HTMevbftuJl1xMzLMSnl7_UXr7z92zBcYtCmquMCx_jVjWMlhlcvB6Ex-b0Mu8-VilsIGMtMyiq4CjdHxM4-RbvZNO0sR_m-Vi2DHITynVusKVpMhzgkGoZvzCkqnGYL98/s320/nordio.webp" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: right;"><span style="color: #cc0000;">di Nicola Saracino - Magistrato </span></div><div style="text-align: right;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La divisione tra giustizialisti e garantisti offre, da sempre, una visione squilibrata della giustizia perché </div><div style="text-align: justify;">la spada non dovrebbe mai prevalere sulla bilancia, né viceversa. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Le cronache di questi giorni, oltre a riproporre l’atavico scontro tra due visioni, entrambe strabiche, suggeriscono l’idea di uno strappo ulteriore che col garantismo nulla ha a che vedere.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Questa “filosofia” aveva sempre operato, sul piano normativo, ampliando le garanzie di carattere processuale volte a limitare indebite anticipazioni di “pena” sotto le mentite spoglie di misure cautelari ovvero esigendo un maggiore grado di gravità degli indizi necessari all’affermazione di colpevolezza.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ebbene, persino l’abrogazione dell’abuso d’ufficio è stata spacciata, senza troppa cautela, come misura di stampo “garantista”, trascurando totalmente che questa volta è stata eliminata una norma di carattere sostanziale, punitiva: la stessa norma incriminatrice.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">E poiché l’abuso era il reato tipico dei pubblici ufficiali, per effetto della sua eliminazione si può affermare che abusare del potere non è reato. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con questo intervento - definitivamente caducatorio di una norma penale già resa moribonda per via di precedenti mutilazioni operate da chi oggi simula un pianto da coccodrillo – il potere si è, senz’altro, “garantito”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma ciò non ha nulla a che vedere con le garanzie che assistono i comuni cittadini che incappino nel processo penale, anzi non c’è più difesa dagli abusi di potere, ormai non più punibili. Probabilmente neanche da quelli dei magistrati. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’attualità, poi, costringe a sillabare i fondamentali dell’azione penale italiana, voluta “obbligatoria” dal Costituente. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L’obbligatorietà è tale solo se esiste un controllo sul corretto esercizio dell’azione penale che, sul piano processuale, è stato attuato assegnando ad un giudice (il Giudice per le indagini preliminari) il compito di contraddire il pubblico ministero che non voglia muovere un’accusa nonostante le contrarie indicazioni delle indagini; in tal caso glielo impone, con un vero e proprio “ordine”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questo è un atto di ragione e non di volontà, non conta nulla che il pubblico ministero non “voglia” esercitare l’accusa in una determinata vicenda. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lo dovrà fare perché così impone la legge, per il tramite dell’ordine del giudice. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E non conta nulla che quello stesso pubblico ministero probabilmente chiederà l’assoluzione o il non luogo a procedere nel prosieguo del processo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quello che conta, invece, è che il processo si farà ed il suo esito non è legato alle richieste del pubblico ministero, potendo sfociare in condanna anche contro il suo parere. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questo è il quadro. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Le contrarie aspirazioni di chi vorrebbe un pubblico ministero totalmente libero di agire o non agire, secondo volontà e non secondo ragione, implicherebbero l’abrogazione anche di un altro reato tipico dei pubblici ufficiali, quello di rifiuto od omissione di atti d’ufficio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché l’arbitrio, l’idea che il potere può tutto, totalmente estranea al pensiero liberale, esige garanzie. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">D'impunità. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-53027501580444288002023-06-11T08:27:00.003+02:002023-06-11T08:56:27.124+02:00Castratori di canguri. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj1Gf8pYHN-j_L7sEHUqHnCBEdPuf0W0CsttvmxN8FupNrOIcLWOmlCtlesJdgZHPjKQ0ZTI5BuLjMQ16jD5hKU1Ov5KTPyMRP1VHq-NwGEpxiaXpFVogqERyv3azWXroBXF_uX547g_b_CDbpvUVZF6qdCKzopOLLD5tVw6R_o4tRTPMnWcdx0xc-/s612/istockphoto-165741278-612x612.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="612" data-original-width="525" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj1Gf8pYHN-j_L7sEHUqHnCBEdPuf0W0CsttvmxN8FupNrOIcLWOmlCtlesJdgZHPjKQ0ZTI5BuLjMQ16jD5hKU1Ov5KTPyMRP1VHq-NwGEpxiaXpFVogqERyv3azWXroBXF_uX547g_b_CDbpvUVZF6qdCKzopOLLD5tVw6R_o4tRTPMnWcdx0xc-/s320/istockphoto-165741278-612x612.jpg" width="275" /></a></div><br /><div><br /></div><div style="text-align: justify;">Palle balzanti, ci vuole prontezza per coglierle. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Prima palla.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Una delle tracce dei temi del concorso in magistratura contiene uno sbaglio? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://toghe.blogspot.com/2023/05/la-sorte-e-cieca-ma-la-sventura-ci-vede.html" target="_blank">E’ colpa del sorteggio dei commissari di concorso</a>, meglio che siano cooptati dalle correnti, assurti a comitati scientifici. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Peccato che quell’errore, se di errore si tratta, è comune a moltissime sentenze della Corte di cassazione e monografie di illustri professori di diritto penale. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tentativo maldestro, non hai vinto, ritenta. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Seconda palla. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In un corso organizzato dalla Scuola della Magistratura capita che alcuni relatori (non magistrati, sia detto) si lascino andare a commenti stupidi ed inopportuni, con messaggistica privata maldestramente ostesa a tutti, visto che l’oratore, alquanto imbranato, aveva condiviso inavvertitamente il proprio desktop. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Era un corso a frequenza mista, in parte in presenza ed in parte a distanza con collegamento telematico. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ecco l’occasione per sparare a zero su questa seconda modalità, platealmente utile allo scopo e che fa risparmiare milioni di euro allo Stato che non deve rimborsare i costi di viaggio, vitto ed alloggio ai partecipanti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I corsi si tengano in presenza! Dice <a href="https://www.magistraturademocratica.it/articolo/nm6484be5ce40ba3-72539601" target="_blank">Magistratura Democratica</a>. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Che cosa c’entri il comportamento sbagliato dei relatori con la modalità telematica del corso è un mistero, mentre non lo è l’intento di approfittare dell’episodio per imporre alle reclute la “bella presenza” dei relatori correntizzati, così di solito cooptati. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A spese vostre. </div><div><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-79721761627357556292023-06-07T18:22:00.002+02:002023-06-07T18:22:35.019+02:00E adesso ve lo spiego io il sistema<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaznvphGi9AXojiVyPypcKKv9D3S-wjLD-RDcO1QI3_sH5P-jzqCmiiRVNsD23z2y5SGxPetkNeevlKLu6GIsHa1up3t0eQCfmX-HhcDCBFGTTllS3IFptVr16ViB4UHZ8ZCbQIYgFg5m_PSnyY0xpi8ibidyUtpM3Avr6DMPSRiK6aXrmICbimzMVgA/s640/marcello-basilico.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="426" data-original-width="640" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaznvphGi9AXojiVyPypcKKv9D3S-wjLD-RDcO1QI3_sH5P-jzqCmiiRVNsD23z2y5SGxPetkNeevlKLu6GIsHa1up3t0eQCfmX-HhcDCBFGTTllS3IFptVr16ViB4UHZ8ZCbQIYgFg5m_PSnyY0xpi8ibidyUtpM3Avr6DMPSRiK6aXrmICbimzMVgA/s320/marcello-basilico.webp" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div><div><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La settimana scorsa il quotidiano
“il Dubbio” ha pubblicato una intervista a Marcello Basilico, consigliere togato del Csm nonché capo del
gruppo consiliare della corrente Area all’interno dell’organo di autogoverno
della magistratura.<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Alla domanda se il nuovo
consiglio della Magistratura abbia “preso le distanze” da quello precedente
nelle nomine ai posti direttivi e direttivi il consigliere ha affermato
testualmente “E non abbiamo nemmeno elementi per ritenere che quelle nomine
siano state frutto di scelte scorrette. Il fatto che Luca Palamara facesse
parte del Consiglio in cui sono stati nominati determinati dirigenti non
significa che per questo solo motivo queste nomine fossero tutte frutto di
logiche spartitorie.”</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Davvero divertente questa
intervista. Da scompisciarsi dalle risate avrebbe detto Totò.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">In sintesi, “tutto bene, Madama
La Marchesa!”.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Al CSM, nel Basilico-pensiero,
esistono sì le correnti ( bontà sua) … ma non il correntismo.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">E già questo basterebbe per
sussultare sulla sedia!</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Non pago, l’esponente di Area
aggiunge che il correntismo consiliare non è mai esistito, neppure nei Consigli precedenti.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">E le nomine palamarizzate? Qui
addirittura l’intervistato ha anticipato la domanda e subito ci ha
tranquillizzato: “tuttapposto”!</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perché, dice, non ci sono le
prove dell’illegittimità di quelle nomine…</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ma allora, viene da chiedersi, perché Palamara è stato radiato dalla magistratura ?</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Forse per aver realizzato da solo
il sistema da lui raccontato nel dettaglio e disvelato dalle chat assurte agli
onori delle cronache ?</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Eppure il Csm decide
collegialmente, come sa anche uno studente al primo anno di giurisprudenza.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ma se per un attimo, un solo
attimo, volessimo anche ritenere verosimile ciò che racconta il dott. Basilico,
qualcuno ci potrebbe spiegare che ci stanno a fare le correnti in Consiglio?</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ah già, sì è vero:
garantiscono il pluralismo culturale quali motori di idealità !!!!</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Perdonate la dimenticanza!</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Noi pensavamo anche che non
esistessero truffatori senza truffati ma è chiaro che ci sbagliavamo.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">E non ci resta che ringraziare il
consigliere per averci aperto gli occhi.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p><br /></div>"Uguale per tutti"http://www.blogger.com/profile/05472387083711112078noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-62318008718790543312023-05-30T19:20:00.003+02:002023-05-30T19:49:43.172+02:00La sorte è cieca ma la sventura ci vede benissimo.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI9IA2wKfr-yi9TCLwHXsATtbAq0GY41Mcsoo44FvdyU0XkM0L_Xc8QX2Tcp4L8_lietKTxo75BuXVEMYo6jwWJVi22JRoy9bGX33LyTy3SUZtYuDtGP75QfUSJK80knLr2zTZ9-hp5Gd9LXqZ98LoqRLxkzloiTsLPDEKoww9U0lWrh2aqjorQ3wq/s707/gattonero.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="707" data-original-width="559" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI9IA2wKfr-yi9TCLwHXsATtbAq0GY41Mcsoo44FvdyU0XkM0L_Xc8QX2Tcp4L8_lietKTxo75BuXVEMYo6jwWJVi22JRoy9bGX33LyTy3SUZtYuDtGP75QfUSJK80knLr2zTZ9-hp5Gd9LXqZ98LoqRLxkzloiTsLPDEKoww9U0lWrh2aqjorQ3wq/s320/gattonero.jpg" width="253" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Capita, è capitato, che in uno strafalcione incappi anche chi non dovrebbe. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nell’ultimo concorso in magistratura una delle tracce elaborate dalla commissione (della quale fanno parte magistrati, avvocati e professoroni) conteneva un evidente errore, linguistico con ricadute giuridiche. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La sorte - quando si dice fortuna – ha voluto che quella traccia non fosse sottoposta ai candidati perché non estratta dalla rosa che si deve necessariamente comporre per evitare imbrogli (anche questi, purtroppo, non sconosciuti alle cronache). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I membri della commissione provenienti dalla magistratura sono, per l’appunto, sorteggiati tra chi aspira ad esserne parte e dimostri il possesso di alcuni titoli e requisiti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E’ trapelato che l’errore nell’elaborazione di quella traccia fosse riferibile proprio ad un magistrato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma questa è solo la nascita dello “scandalo”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché un tema, sebbene proposto da un solo membro della commissione, deve essere approvato collegialmente. E nessuno ha impedito che lo strafalcione comparisse in uno dei temi che potevano essere proposti ai giovani dottori in legge. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tutti insieme, magistrati, avvocati e professoroni, non si sono accorti dell'erroraccio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tutti colpevoli, nessun colpevole? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E’ preferibile, invece, distribuire equamente le responsabilità e quindi se somarata vi è stata e se essa è partita da un singolo, va anche rimarcato che non ha trovato alcun ostacolo nel vaglio al quale erano tenuti tutti gli altri componenti la commissione. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La vicenda è stata colta al balzo da una corrente togata, Magistratura Democratica, per svilire il metodo del sorteggio a monte della selezione della commissione esaminatrice che si vorrebbe, invece, accuratamente lottizzata dal potere correntizio, l’unico imperante in magistratura. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E’ facile immaginare, a quel punto, che i candidati all’esame da magistrato non dovrebbero temere soltanto gli eventuali infortuni nella predisposizione delle tracce, ma prestare molta attenzione alle stesse soluzioni date ai problemi giuridici di volta in volta prescelti, poiché le prove potrebbero essere valutate “ideologicamente” e non soltanto giuridicamente. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché di questo si tratta, nella migliore delle ipotesi: l’ideologia che tenta d’impadronirsi della stessa gestazione dei futuri magistrati. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In quella peggiore, è il correntismo che propaga i suoi tentacoli non solo tra i magistrati, ma anche tra gli aspiranti tali. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E la sfortuna, di solito, ci vede benissimo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-6861133171411356652023-05-21T11:23:00.004+02:002023-05-21T13:59:50.003+02:00Senza capo … né coda. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPyMFElJZhCPa-am-1C9lAx8oc3PjM2JvDRFc4CMAEpilr-DGQqYwzMr-vn8mdde7H50nSOZfXUaTg8fcwbuSqP2r8GRgwDM8cdfAbZxHhEprmt5K_U0NAgj8nN2kFzXWb46-N3PWDGWQbn0wg8XutjS0jdWfmvUD4GjOKI9DMRZ6IYzl7tPI2caEF/s512/pinelli.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="384" data-original-width="512" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPyMFElJZhCPa-am-1C9lAx8oc3PjM2JvDRFc4CMAEpilr-DGQqYwzMr-vn8mdde7H50nSOZfXUaTg8fcwbuSqP2r8GRgwDM8cdfAbZxHhEprmt5K_U0NAgj8nN2kFzXWb46-N3PWDGWQbn0wg8XutjS0jdWfmvUD4GjOKI9DMRZ6IYzl7tPI2caEF/s320/pinelli.jpg" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;"><i>«Reputo sia inaccettabile che un Paese civile non abbia il procuratore capo di Firenze, non abbia il procuratore capo di Napoli, non abbia il presidente del tribunale dei minorenni di Roma, che non abbia una guida in uffici chiave del Paese, magistrati che devono anche coordinare i magistrati più giovani. Credo sia inaccettabile e vi assicuro che finché avrò risorse, e ne ho parecchie, mi batterò ogni giorno, h24, sabato e domenica inclusi, per giungere a questo risultato».</i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dichiarazioni impegnative, quelle del vice presidente del CSM Pinelli riportate dalla stampa.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Preoccupazioni esagerate: c’è una procura della Repubblica a Firenze, a Napoli ed anche un tribunale dei minorenni a Roma.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La mancanza del “capo” non è mai stata d’ostacolo al regolare funzionamento degli uffici giudiziari. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Anzi, talvolta. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Che il CSM sia divenuto un nominificio lo sappiamo da ben prima dei tempi di Palamara, l’ossessione carrieristica delle toghe sgomitanti ha avuto il sopravvento ed il CSM non si occupa d’altro da lustri. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non s’interessa del buon funzionamento degli uffici, delega tutto ai “capi”, selezionandoli tra quelli che hanno i migliori risultati elettorali in seno al “parlamentino delle toghe”, cioè i voti partitici delle correnti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ecco cosa nasconde lo slogan della scelta del “migliore” per ogni ufficio: la corsa correntizia all’accaparramento dei “migliori” uffici per la propria casacca. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A costo di sottrarsi, reiteratamente, agli annullamenti del Consiglio di Stato: ci sono dei patti da rispettare. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A questa forsennata e dissennata cuccagna sembra dare ulteriore vigore il vice presidente Pinelli, assai dotato di risorse, a quanto pare. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si preoccupa per i giovani magistrati senza capo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Peccato che il “capo” è sovente più giovane dei magistrati che già prestano servizio nell’ufficio giudiziario.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La sopravvalutazione dei compiti del dirigente dell’ufficio giudiziario spinge, ineluttabilmente, verso la gerarchizzazione, un paradosso per i giudici che dovrebbero vivere, invece, di indipendenza. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questa la coda, assai indesiderabile per i cittadini, della filosofia del “capo” predicata in ambito togato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se davvero la preoccupazione fosse quella di non lasciare vacanti le funzioni organizzative degli uffici giudiziari sarebbe molto semplice assicurarne la continuità prevedendo, <i>ex ante</i>, un meccanismo di <a href="https://toghe.blogspot.com/2021/04/la-sostenibile-bellezza-della-rotazione.html" target="_blank">rotazione</a> tra i magistrati, capace di tranquillizzare anche il vice "capo" del CSM.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-36340652346815637412023-05-16T09:27:00.005+02:002023-05-16T09:42:45.636+02:00ANM di lotta e di governo.<div style="text-align: right;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvQbsuqg6FesbDyR2arRh7RCCNS03VDpXQ0S4tIhFg6KvzBpa7PmCEmNnpylyUiPm8Zata9lg0BZWaY2scTSvzpEB0byS-3mVdoFF1_gAGeF_JqPYi9iAH2OkFJ_ZwbVOjbsYL7uiIbtoC-VuESzb-BHhkYljIFfV_wu-LcrSRZlwhzjEM3I1G7qNE/s1280/nordio-anm-1280x720.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvQbsuqg6FesbDyR2arRh7RCCNS03VDpXQ0S4tIhFg6KvzBpa7PmCEmNnpylyUiPm8Zata9lg0BZWaY2scTSvzpEB0byS-3mVdoFF1_gAGeF_JqPYi9iAH2OkFJ_ZwbVOjbsYL7uiIbtoC-VuESzb-BHhkYljIFfV_wu-LcrSRZlwhzjEM3I1G7qNE/s320/nordio-anm-1280x720.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="color: #cc0000;"><br /></span></div><div style="text-align: right;"><span style="color: #cc0000;">di Nicola Saracino - Magistrato </span></div><div style="text-align: right;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Agitati. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Come al solito i magistrati fibrillano quando accade qualcosa che, apparentemente, non sia stata previamente concordata con loro. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">All’epoca della vicenda riguardante la dr.ssa Clementina Forleo e, successivamente, di quella etichettata come ”guerra tra le procure” di Salerno e Catanzaro, le iniziative punitive contro i magistrati trovarono ampio supporto interno alla casta dei magistrati che, per bocca dei loro rappresentanti, invogliavano il Ministro della Giustizia ad esercitare l’azione disciplinare e plaudivano senza ritegno al trasferimento della dr.ssa Forleo, del quale venne poi sancita l’illegittimità dal giudice amministrativo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Oggi il Ministro accusa alcuni magistrati della Corte d’Appello di Milano di aver favorito la fuga di un cittadino russo posto, cautelarmente, agli arresti domiciliari anziché essere custodito in carcere.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Tenuto conto degli intendimenti del Ministro, che vorrebbe le misure cautelari sempre disposte da un collegio anziché dal giudice singolo e questo in funzione della garanzia dell’indagato, la sua stessa iniziativa sembra smentire i propositi dichiarati: a dire di Nordio, infatti, il collegio, in questo caso, avrebbe errato per eccesso di garanzia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si metta d’accordo con sé stesso, insomma. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi pare chiaro che ritengo la sua iniziativa legittima anche se è facile pronosticarne la completa infondatezza: Nordio perderà questa causa. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il Ministro accusi, il CSM giudichi: così stanno le cose. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tornando al discorso degli “agitati”, l’ANM si è riunita lo scorso fine settimana ed ha deliberato una protesta contro il Ministro cui si imputa proprio di aver adottato quell’iniziativa disciplinare.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tacendo che il Ministro si avvale, per qualsiasi decisione debba prendere, di un apparato burocratico largamente composto da magistrati, spesso appartenenti alle stese correnti (partitini togati) che hanno in mano le redini dell’ANM. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se l’agitazione fosse una cosa seria, anziché la solita messinscena, l’ANM avrebbe dovuto, prima di ogni altra cosa, pretendere dai suoi soci correntisti che sono al servizio del Ministro di abbandonare l’incarico perché non si collabora con chi attenta all'indipendenza dei magistrati. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma questo avrebbe significato mettere in dubbio il dogma del dominio del Ministero della Giustizia saldamente nelle mani delle correnti e quindi della stessa ANM, capace di condizionare ogni scelta occupando tutti i posti chiave ministeriali, in barba al principio della separazione dei poteri. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Indipendentemente, da quel principio. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-2969761385831488882023-05-04T09:16:00.006+02:002023-05-05T15:43:20.885+02:00L'odiato algoritmo. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh30ccP4pVfQevV7Jqgg5d8S-V8TM5uXOQDvbmG8irSAKNIIg1Sss7baCgo1tCSJfkdHaTjHcI0sNufdNPkEcwGBuhMJta5lRlkYsoAHoQk2VgerZavqU-GGZDJ3bAjPjAVDqa3ekeZQEh1ZRw7GHw1waaLa5U1LB706ZQj8vUQ8f9v0nv1VVX_WxTW/s1280/cos-%C3%A8-un-algoritmo-1280x720.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh30ccP4pVfQevV7Jqgg5d8S-V8TM5uXOQDvbmG8irSAKNIIg1Sss7baCgo1tCSJfkdHaTjHcI0sNufdNPkEcwGBuhMJta5lRlkYsoAHoQk2VgerZavqU-GGZDJ3bAjPjAVDqa3ekeZQEh1ZRw7GHw1waaLa5U1LB706ZQj8vUQ8f9v0nv1VVX_WxTW/s320/cos-%C3%A8-un-algoritmo-1280x720.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: right;"><span style="color: #cc0000;">di Nicola Saracino- Magistrato</span> </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">C’è una <i>querelle </i>che si trascina da molto tempo e riguarda l’individuazione del procuratore “capo” di Reggio Calabria. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Secondo il Consiglio di Stato (il giudice amministrativo che ha il dovere di annullare gli atti del Consiglio Superiore della Magistratura risultati illegittimi) quello in carica non doveva essere nominato perché vi era un concorrente dotato di requisiti maggiori. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Lo ha detto già due volte, perché la prima non scongiurò la reiterazione dell’illegittimità ad opera del CSM che infatti si è visto annullare anche la seconda nomina adottata in difformità dall’"algoritmo" imposto dal Consiglio di Stato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Algoritmo: così è stato recentemente definito il rispetto delle regole da chi gli preferisce la protervia del potere.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché un giudice, quale che esso sia, questo fa: impone, in concreto, il rispetto delle regole. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questo caso quelle contenute nel testo unico sulla dirigenza giudiziaria, una guida - non derogabile - per il Consiglio Superiore della Magistratura nello svolgimento del compito di nominare i dirigenti degli uffici giudiziari. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ed eccoci così al terzo atto della “commedia” che con molta probabilità vedrà il Consiglio Superiore della Magistratura sottrarsi ancora una volta all’algoritmo per affermare, contrastandolo, il suo arbitrio, il suo smisurato potere favorito anche dall’immunità dei Consiglieri superiori per i voti espressi in seno all’organo collegiale. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Che arrechino danno o commettano illeciti, ciò non avrà conseguenze per i privilegiati sottratti ad “algoritmi” da rispettare. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Eppure, senza neppure lambire il tema della "giustizia predittiva", proprio sull'algoritmo si basano, ironia della sorte, scelte piuttosto importanti in materia di organizzazione della giustizia: quando non si tratta di distribuire onori, ma soltanto oneri, ad esempio, è proprio l’algoritmo a stabilire quanto lavoro (quanti fascicoli, procedimenti) assegnare a ciascun magistrato e ciò avviene in modo automatico, ad evitare che si possa verificare la scelta del giudice per la singola pratica o in altre parole l’arbitro della partita.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ecco, persino quelle poche regole stabilite dal testo unico sulla dirigenza giudiziaria - che lasciano in ogni caso notevole spazio alla “discrezionalità” del Consiglio superiore della magistratura - provocano l’orticaria al potere, non più libero di agire secondo i rapporti di forza, di patti, favori e ricatti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E’, questo, l’algoritmo del potere e della sua cattiva stampa: facile, sulla sua base, pronosticare l'ennesimo sberleffo alle sentenze del Consiglio di Stato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ingiustizia predittiva. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-47673003966731088002023-04-29T13:21:00.003+02:002023-04-30T12:57:51.199+02:00INAUDITO !<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRhSF9azZdnZz19esqG7_3zT4sb-TDDLvie1ivs3cu_0rT-JO_BxzH2yEIY-xDBLX1Lfz3Z5eNaVDROPLdyNQVB3jHjey__ElCXM8-wu352ZAznDbj33wilq2657qmTsE0Jkdqj54u9BZSttX-FaJ1WfXlr8xvSYIFqt1vgIgVWzdPdCseOBS8AOU6pg/s254/sordo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="254" data-original-width="198" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRhSF9azZdnZz19esqG7_3zT4sb-TDDLvie1ivs3cu_0rT-JO_BxzH2yEIY-xDBLX1Lfz3Z5eNaVDROPLdyNQVB3jHjey__ElCXM8-wu352ZAznDbj33wilq2657qmTsE0Jkdqj54u9BZSttX-FaJ1WfXlr8xvSYIFqt1vgIgVWzdPdCseOBS8AOU6pg/s1600/sordo.jpg" width="198" /></a></div><br /><div><i>‘Un c’è cchiù surdu…</i></div><div>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La Quinta Commissione del CSM, che istruisce le pratiche per le nomine dei dirigenti degli uffici giudiziari e formula le proposte di nomina al Plenum, ha udito Giovanni Bombardieri, da anni in contesa con Raffaele Seccia per la nomina a Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Il CSM ha già nominato due volte Bombardieri, incassando altrettante bocciature dal Consiglio di Stato.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Scopo dell’audizione, dopo il secondo annullamento della
nomina all’ambita carica e con la spada di Damocle del Commissario <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ad acta</i>, che interverrà se il CSM non
provvederà alla nuova nomina entro il prossimo 4 maggio secondo gli stringenti
criteri segnati dal Giudice amministrativo, era quello di accertare il possesso
da parte dell’aspirante Procuratore dei cosiddetti prerequisiti: indipendenza,
imparzialità ed equilibrio.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Al centro dell’audizione la lunga chat tra Bombardieri e Luca
Palamara, allora componente del CSM e “riveritissimo” Presidente proprio della
Quinta.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Il sospetto, indotto dal contenuto di detta chat, è che la
nomina di Bombardieri a Procuratore reggino sia stata il frutto di un orribile
patto: la revoca della domanda a Procuratore aggiunto della Capitale per
lasciare spazio a Giuseppe Cascini di Area in cambio della garanzia alla futura
nomina a Procuratore di Reggio.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Bombardieri effettivamente revocò quella domanda a
Procuratore aggiunto, Cascini fu nominato a quel posto e, successivamente, con
Palamara relatore della pratica, Bombardieri fu nominato all’unanimità
Procuratore di Reggio Calabria.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Bombardieri, dal canto suo, ha negato l’esistenza di un tale
accordo.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Non sembra, però, che il sospetto sia stato pienamente
fugato. Dopo la sua audizione, il togato Andrea Mirenda ha fatto ciò che era
naturale fare: proporre di sentire Palamara.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ma, apriti cielo: la linearità e la logica al CSM non sono
di casa. Per tutti gli altri componenti della Commissione, infatti, Palamara è
pregiudizialmente inattendibile.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Nun se po’ senti’!<o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">L’affermazione si attaglia al veto su Palamara, il quale,
come chiunque altro potenzialmente nelle condizioni di fornire dati utili
all’istruzione, potrebbe e dovrebbe essere udito.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ma ci riferiamo al principio espresso dalla Quinta
Commissione del CSM, quella che dovrebbe selezionare i “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">migliori</i>” magistrati per innalzarli al soglio dirigenziale.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Anche la meno ferrata delle matricole di Giurisprudenza sa
che il giudizio di attendibilità/inattendibilità si compie <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ex post</i>, dopo la sua audizione, riguarda le dichiarazioni rese e
non è una qualità intrinseca della persona.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ma in una parte del CSM, evidentemente, oggi come ieri, si (s)ragiona in
base a criteri di convenienza insondabili per i comuni mortali. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Tanto quello di Magistropoli resta territorio franco; lì, a
tutti i livelli, i radar di controllo permangono inattivi o, comunque, se ci
sono, le rilevazioni non destano reazioni. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p><br /></div>"Uguale per tutti"http://www.blogger.com/profile/05472387083711112078noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-15408034944683222052023-03-17T18:00:00.002+01:002023-03-17T18:56:23.674+01:00Il chattismo finalmente all'attenzione del Csm<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6SpOb3bC0ppqITg4HMUyR7LQ91GKMt3jGj475X8LxTyXG-aY_U914TBCmMNSXnTxqQNtVXOEwVbrLQWOUvcy9yleI_1Vd-g9fAi4WOViBDMWS09gSyZVj-uWb-hYkd-aS6yVE8NZz5Ev5-yB0HuldynZCvJiqO4Vh_NUhVw1x3Em1DpzezvkEv9PcxA/s1536/Csm_Pinelli-1536x810.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="810" data-original-width="1536" height="169" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6SpOb3bC0ppqITg4HMUyR7LQ91GKMt3jGj475X8LxTyXG-aY_U914TBCmMNSXnTxqQNtVXOEwVbrLQWOUvcy9yleI_1Vd-g9fAi4WOViBDMWS09gSyZVj-uWb-hYkd-aS6yVE8NZz5Ev5-yB0HuldynZCvJiqO4Vh_NUhVw1x3Em1DpzezvkEv9PcxA/s320/Csm_Pinelli-1536x810.webp" width="320" /></a></div><br /><div><span style="text-align: justify;">Novità molto importanti, </span><span style="text-align: justify;">questa settimana,</span><span style="text-align: justify;"> al Csm.</span></div><div>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Dopo quello che fonti ben informate hanno definito come un profondo
e franco confronto, la quinta commissione, ossia quella che si occupa dei
conferimenti degli incarichi direttivi e semi-direttivi, ha deciso - all’unanimità
– di adottare come protocollo di lavoro quello di acquisire sempre, per ciascun
candidato semidirettivo/direttivo, le eventuali chat con Luca Palamara che lo dovessero
riguardare onde valutarne i c.d. prerequisiti (imparzialità, indipendenza,
equilibrio).<br />
<br />
Si tratta, per il vero, di dati già presenti presso il CSM che, peraltro, nella
scorsa consiliatura, sono stati usati, quando lo sono stati, asimmetricamente
(studiatamente contro alcuni, sapientemente ignorati per talaltri…).<br />
<br />
La commissione ha anche espresso l’intenzione di avviare al più presto una
discussione generale dell’intero Consiglio sui riflessi deontologici del
“chattismo “, nella prospettiva di proporre una circolare che vieti ai
magistrati di intercedere presso i consiglieri - per sè o per altri - ai fini
dell’ ottenimento di incarichi o vantaggi personali.<br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br style="mso-special-character: line-break;" />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Se tale circolare dovesse vedere la luce sarà sicuramente lecito per i magistrati segnalare ai consiglieri i problemi del proprio ufficio onde ricevere
sollecite risposte e ausilio dall’istituzione consiliare; ma vietato darsi
alle “auto/etero petulanze”, in conformità, del resto, al progetto di
codice etico dei vari CSM europei della Rete Encj. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Il risultato peraltro sconfesserebbe la famigerata direttiva
dell’ex procuratore generale Salvi che aveva escluso la rilevanza disciplinare
delle autopromozioni, anche se petulanti.<o:p></o:p></span></p><br /></div>"Uguale per tutti"http://www.blogger.com/profile/05472387083711112078noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-5797927825650115322023-03-05T10:29:00.010+01:002023-03-05T20:50:28.114+01:00Valutazioni non professionali. <div style="text-align: right;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr_tpwR2ujQAoED5gfNReeT_iNy82O_N-M4d7-oh_A_7GGHFsxL5GWN4mNOwX_UWrRIg0Q4KazoaKnQDtYeqvdDCu2hQYNLuobPlyOWSB9zTbDp6uD7qGInCpxQP0OMnqdnTI72-2tsGpWLaTx4A-iWmam9CbZgXxjTjV9x4d3CtsACihKcOD65o07/s640/nomine-csm-davigo-in-pole-position-per-palazzo-dei-marescialli2.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="431" data-original-width="640" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr_tpwR2ujQAoED5gfNReeT_iNy82O_N-M4d7-oh_A_7GGHFsxL5GWN4mNOwX_UWrRIg0Q4KazoaKnQDtYeqvdDCu2hQYNLuobPlyOWSB9zTbDp6uD7qGInCpxQP0OMnqdnTI72-2tsGpWLaTx4A-iWmam9CbZgXxjTjV9x4d3CtsACihKcOD65o07/s320/nomine-csm-davigo-in-pole-position-per-palazzo-dei-marescialli2.jpeg" width="320" /></a></div><br /><span style="color: #cc0000;"><br /></span></div><div style="text-align: right;"><span style="color: #cc0000;">di Nicola Saracino - Magistrato</span> </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma è mai possibile che secondo il CSM quasi tutti i magistrati vadano promossi?</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Uno dei luoghi comuni più abusati è proprio quello che spaccia l’elevata percentuale di valutazioni positive del merito dei magistrati come una disfunzione. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Viene taciuto che la valutazione periodica non può essere vista come un concorso selettivo.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">La selezione è avvenuta a monte attraverso uno dei concorsi da sempre riconosciuto tra i più impegnativi per i laureati in giurisprudenza. Talmente selettivo che molte volte non si coprono neppure tutti i posti banditi, una percentuale resta scoperta per assenza di “idonei”, nonostante di solito vi partecipino un numero di aspiranti almeno dieci volte superiore ai posti da coprire. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La valutazione quadriennale alla quale ogni magistrato è sottoposto dopo aver superato il concorso di ammissione serve, innanzitutto, ad intercettare quelle ipotesi di inidoneità sfuggite alle maglie già molto strette del concorso di accesso in magistratura: si potrebbe verificare, nonostante la serietà del concorso, che qualcuno lo abbia superato per una soffiata della buona sorte, al di là dei suoi meriti effettivi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Basteranno pochi anni, o anche solo pochi mesi, per scoprire che Gastone non può scrivere sentenze né muovere accuse.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ipotizzare che le valutazioni della professionalità servano a stilare una graduatoria di bravura dei magistrati è il primo degli equivoci sui quali si agita la polemica che periodicamente fa capolino sui media. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I magistrati si distinguono tra loro solo per diversità di funzioni, alle quali devono essere idonei. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nel sistema delineato dalla riforma cd Mastella le valutazioni di professionalità non servono a dare un voto all’attività del magistrato, ma soltanto a verificarne la persistente idoneità al ruolo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Tanto è vero che l’esito di quella verifica può assumere soltanto tre valori: positivo, non positivo, negativo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non esiste, nella legge, il compito di graduare il merito del magistrato in quella specifica sede della valutazione quadriennale della professionalità. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per esprimere il giudizio positivo al CSM basta verificare che tutti i parametri di valutazione raggiungano un livello di sufficienza. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La legge non prevede, né a mio avviso ammette, che la valutazione possa spingersi ad una ulteriore graduazione dei giudizi come avverrebbe a scuola: discreto, buono, ottimo è un fuor d’opera in relazione alla funzione di quella valutazione che, s’è detto, è soltanto quella di verificare la persistente idoneità del togato a svolgere la funzione di magistrato. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ad un giudizio non positivo segue un periodo di ulteriore verifica di un anno ed a quello negativo di due anni per porre l’interessato nella condizione di rimediare alle “insufficienze”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un graduazione è prevista soltanto per queste ultime, infatti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché solo quella “grave” giustifica una valutazione negativa. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se, dopo il biennio previsto dalla legge, quella insufficienza non è colmata al magistrato viene tolta la toga, è dispensato dal servizio, cioè licenziato. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Indubbia la drammatizzazione del tema. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per questo la legge si è presa cura di indicare specificamente le “materie” sulle quali si esercita la valutazione svolta dal Consiglio Superiore della Magistratura, esse sono la capacità, la laboriosità, la diligenza e l’impegno. Sempre la legge indica il dovere del CSM di ancorare il giudizio a dati oggettivi, per evitare che la valutazione di professionalità divenga uno strumento di indebita pressione sulla toga.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A quelle materie il CSM, con le sue circolari, ne ha aggiunte di ulteriori, non previste dalla legge e le ha chiamate “prerequisiti”: si entra nel vago, nell’insondabile, spesso nell’arbitrario. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Indipendenza, equilibrio, imparzialità.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Doveri la cui violazione è già sanzionata disciplinarmente, con fattispecie punitive che di facciata dovrebbero essere “tassative”, vale a dire ben descritte dalla legge proprio per evitare l’arbitrio del giudice (che poi è sempre il CSM, in una sua articolazione). Ed il codice disciplinare già prevede autonomamente la sanzione della rimozione dall’ordine giudiziario, nei casi più gravi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Queste materie (i cd. prerequisiti), pur non previste dalla legge, sono quindi entrate nel vaglio quadriennale dell’attività del magistrato, purtroppo con l’avallo - non sufficientemente meditato - del giudice amministrativo, al quale basta che il rilievo mosso dal CSM al magistrato in sede di valutazione di professionalità appaia “verosimile”, cioè non serve la prova, a differenza di quanto avviene nel giudizio disciplinare (si veda, ad es. TAR Lazio 12567/2022). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Messa così la valutazione diventa autentica clava non regolamentata nelle mani del potere correntizio che domina al CSM, tanto da sfociare in un, vago quanto temibile, “giudizio globale sulla personalità del magistrato” (Tar Lazio, già citato). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il potere correntizio è qui evocato perché sovente, anzi quasi sempre, anche una valutazione di carattere tecnico qual è quella sulla professionalità viene assunta sulla base di votazioni settarie, faziose, nel senso che tutti i membri di un gruppo (di potere) esprimono lo stesso voto. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché il CSM non è come la commissione del concorso di accesso in magistratura.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il CSM, a differenza della commissione di concorso, è elettivo, sbandiera e rivendica la sua “politicità”.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Politicità che si riversa anche in compiti che la legge vorrebbe invece esclusivamente tecnici ed ancorati a dati oggettivi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dopo questi cenni si può dar conto di una polemica “politica” sollevata da una pratica recentemente esaminata dal CSM e che riguardava un magistrato attinto da sospetti di collusione con ambienti criminali, sospetti del tutto fugati sia in sede penale che disciplinare: quel magistrato si era cioè difeso negli ambiti nei quali è previsto che gli si possano muovere accuse specifiche, quella penale e quella disciplinare. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il CSM, alla fine, ha riconosciuto il positivo superamento della valutazione di professionalità, ma “a maggioranza”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I componenti di un gruppo di potere magistratuale, di una corrente denominata AreaDG, volevano rimuovere quel magistrato, cogliendo l’occasione di una valutazione che una dissennata giurisprudenza amministrativa consente si svolga sulla base della mera verosimiglianza dell’addebito, esclusa ogni necessità di provare specifiche accuse. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Di quell’opzione “politica” si fa vanto quel gruppo accusando - neppure velatamente - gli altri componenti del CSM di non affrontare la "questione morale", per giunta in una sede puramente tecnica quale dovrebbe essere quella in discorso, a garanzia non del singolo magistrato ma dell'indipendenza di tutti i magistrati. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se ne ha conferma a questo link, nel paragrafo intitolato <a href="https://www.areadg.it/ultimo-comma/csm-e-questione-morale-una-falsa-partenza" target="_blank">Le relazioni pericolose di un magistrato in valutazione. </a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In quel particolare caso, peraltro, s’era verificato che all’interessato - che con la valutazione negativa avrebbe perso il lavoro - non era stato in pratica neanche dato il “monito” che, per legge, deve precedere la valutazione del biennio decisivo, quello “vitale” che segue una prima valutazione negativa. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ciò perché, reputandosi il CSM padrone del tempo e ritardando a suo arbitrio le valutazioni di professionalità, aveva ritenuto di valutare, per licenziare un magistrato, non già il biennio che aveva fatto seguito alla prima valutazione negativa - come espressamente pretende la legge - ma il biennio successivo al quadriennio già negativamente valutato. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il lettore attento, e si spera anche qualche cronista, dispone ora di strumenti di conoscenza ulteriori sul tema della valutazione di professionalità del magistrato, questione che non va decisa per “partito preso” da un CSM politico, ma sulla base della rigorosa applicazione della legge. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-58868458458031960722023-02-08T08:48:00.001+01:002023-02-08T08:57:36.845+01:00Aria nuova al C.S.M.<p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjv4TucOZ1Bw7oQ5g2chIREaIJyQRzzGugWqwsajBg4jdnmYtxcGHsu7whSoHh8RrpUZwcS4NsX0uPS9jI-JjypCfWcDTypvJZFBM4CK8NR-3IZ3-O90HCTjV8zXlr_0fxZ0lk4Pqpug1OeLVYySi_kFQSkl1dA_0qfWD-og5flL0zpco07blpnzQKmg/s720/Imagoeconomica_1418701-720x390.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="720" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjv4TucOZ1Bw7oQ5g2chIREaIJyQRzzGugWqwsajBg4jdnmYtxcGHsu7whSoHh8RrpUZwcS4NsX0uPS9jI-JjypCfWcDTypvJZFBM4CK8NR-3IZ3-O90HCTjV8zXlr_0fxZ0lk4Pqpug1OeLVYySi_kFQSkl1dA_0qfWD-og5flL0zpco07blpnzQKmg/s320/Imagoeconomica_1418701-720x390.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="text-align: justify;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="text-align: justify;">Da oggi iniziamo la pubblicazione periodica di stringati resoconti delle attività più significative dell’unico consigliere togato indipendente del Csm, in quanto eletto previo sorteggio degli eleggibili.</span></div><p></p><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">----------------------------------------------------------------</p><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p><span style="text-align: justify;">Il 25 gennaio scorso il plenum
del Csm ha eletto a maggioranza il proprio vicepresidente nella persona dell’avv.
Fabio Pinelli.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Tale votazione è stata preceduta
da quella di approvazione della delibera della Commissione Verifica titoli che aveva
escluso vi fossero condizioni di ineleggibilità per tutti i consiglieri.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ebbene, quest’ultima delibera del
Csm ha avuto un solo voto contrario, quella del consigliere togato dott. Andrea
Mirenda, che si è espresso per l’ineleggibilità del prof. Roberto Romboli. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Il voto del consigliere indipendente
è dipeso dalla considerazione che l’art 104, comma 3, della Costituzione prevede
che i componenti laici del Csm debbano essere scelti dal Parlamento “tra
professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati dopo
quindici anni di esercizio”. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ebbene, il prof. Romboli è stato
professore ordinario di Diritto costituzionale all’università di Pisa dal 1987
al 2021 e dall’ottobre 2022 è professore emerito presso lo stesso ateneo. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Quindi essendo un professore emerito,
non un ordinario, non avrebbe avuto il requisito previsto.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Del resto, quando i costituenti quando hanno
voluto riferirsi a figure professionali in quiescenza lo hanno detto espressamente. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">L’articolo 135 della
Costituzione, per esempio, prevede che i giudici della Corte costituzionale
possano essere scelti “fra i magistrati anche a riposo, i professori ordinari
di università in materie giuridiche e gli avvocati dopo venti anni di
esercizio”.<o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p>"Uguale per tutti"http://www.blogger.com/profile/05472387083711112078noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-31715594162413801322023-01-21T10:51:00.002+01:002023-01-21T14:16:01.271+01:00Ridateci Fofò.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3jSKKXjKBrXzyPOnndT5Vo76Gl4lc3vqEvcYd5f_nEWnKZDFvPAr4MJ7rQxnhIwC_QrL8Nl_vu4sulbHTZivWsXs7IF7alKMcsgMJeuclws_d1lmAMxRHI-gbAkzfRBHkn-UyhCDTzOkP2hNUrLuaXYg7-QZxaUHG7AvJWKtCoUVgBpQ3NLQYT1Qx/s1024/bonafede-e1592380772559-1024x555.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="555" data-original-width="1024" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3jSKKXjKBrXzyPOnndT5Vo76Gl4lc3vqEvcYd5f_nEWnKZDFvPAr4MJ7rQxnhIwC_QrL8Nl_vu4sulbHTZivWsXs7IF7alKMcsgMJeuclws_d1lmAMxRHI-gbAkzfRBHkn-UyhCDTzOkP2hNUrLuaXYg7-QZxaUHG7AvJWKtCoUVgBpQ3NLQYT1Qx/s320/bonafede-e1592380772559-1024x555.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: right;"><span style="color: #cc0000;">di Nicola Saracino - Magistrato </span></div><div style="text-align: right;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il terribile virus paralizzava il Paese. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il lock-down veniva accettato dai più quale porzione di libertà da sacrificare in nome della salute pubblica. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La compresenza di persone era infatti il miglior veicolo per la diffusione del virus. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La paralisi andava limitata con i mezzi possibili. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con riguardo alla Giustizia venne in soccorso l’informatica e la telematica: era possibile celebrare i processi anche a distanza, senza, appunto, la compresenza delle persone coinvolte (parti, avvocati, cancellieri, giudici e, non ultimo, il pubblico). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In questo catastrofico quadro ebbe origine la disciplina cd “emergenziale” dei processi, civili e penali. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La personale esperienza professionale mi induce a limitare lo sguardo al settore civile per dire che quelle poche norme, ideate e promulgate in tutta fretta, hanno consentito alla giustizia civile non solo di sopravvivere al Covid ma addirittura di migliorare le proprie performance essendosi registrato un generalizzato aumento della cd “produttività” del sistema, vale a dire che sono aumentate le definizioni delle cause. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questo perchè, per la prima volta, una riforma processuale aveva effettivamente liberato risorse di tempo da dedicare alla stesura dei provvedimenti (sentenze ed ordinanze) da parte dei giudici; l'udienza telematica ha il pregio di far risparmiare molto tempo a tutti (avvocati, cancellieri, giudici). E quel risparmio di tempo s'era tradotto in un innegabile aumento dei provvedimenti che i giudici possono redigere. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quel sistema, concepito quando al Ministero della Giustizia era insediato Salvatore Bonafede, è stato via via prorogato anche dal successivo Governo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Al quale, tuttavia, è venuto in mente di intervenire su meccanismi già sperimentati che avevano offerto ottima prova sul campo.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">La presunzione gioca sempre brutti scherzi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Siamo in epoca di PNRR (Piano nazionale di resistenza e resilienza) la cui attuazione è condizione alla quale vengono subordinati i finanziamenti europei. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ed allora, trascurando che era stato già fatto molto per modernizzare il processo civile, s’è pensato di innovare ulteriormente la disciplina del processo telematico, stravolgendo le abitudini degli operatori (avvocati, cancellieri, magistrati) appena acquisite e che non erano affatto “vecchie” in quanto maturate in un solo biennio di vita del processo civile telematico sostitutivo di quello in “presenza”. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E’ così che vede la luce la riforma che prende il nome dal Ministro della Giustizia Cartabia che, in pochi tratti, è stata capace di smantellare quanto di buono era stato già fatto dal predecessore.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché d’un colpo ha fatto scomparire l’udienza come concetto di riferimento del processo civile che per puro nominalismo viene soppiantata dallo scambio di note telematiche pre-autorizzato dal giudice.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con conseguenze devastanti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Gli applicativi software ministeriali, infatti, proprio sull’udienza sono calibrati e la sua (prematura ed inutile) scomparsa ha letteralmente mandato in tilt gli uffici giudiziari. </div><div style="text-align: justify;">Riforma che deve essere apparsa così intelligente al nuovo governo tanto da anticiparne addirittura l’entrata in vigore. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con quali devastanti effetti sarà presto visibile a tutti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In molti uffici giudiziari si annuncia il ritorno alla compresenza ed alla carta, tanto risulta ostico l’impiego della telematica non tempestivamente aggiornata da chi ne ha il compito (il Ministro della Giustizia). </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con un equivoco suicida. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non sarà un ritorno alla “normalità” ma un anacronistico salto nel passato. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si abbandonano strumenti innovativi che hanno funzionato egregiamente perché sostituiti da congegni infernali la cui praticabilità risulterà preclusa agli operatori, anche i più volenterosi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il che fa suonare quell’acronimo (PNRR) in modo sinistro, quasi uno sberleffo, una sorta di pernacchia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il meglio è nemico del bene.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ridateci Fofò ... </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-39876324410724533142022-11-23T11:32:00.007+01:002023-02-05T13:02:54.040+01:00No, forse non poteva ...<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibOiUVZRoovOcbhnoKdP3u-tTKyl09YjMbqdpus6jYHakxIUkJ0TbZyYSBUAjxBrID-5kqcPeKlvYhKQ7CY042f7xMiJvIrZSpU0olnIxsSHF8XyYFGN_YiwzlFWZbA2Y3zB2gJ5JcBycI4SmZkND1tdyCytsyZVjkbl6CUKF2bI2Wqo4UfAzvuIyH/s1000/homer-dubbioso.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="988" data-original-width="1000" height="316" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibOiUVZRoovOcbhnoKdP3u-tTKyl09YjMbqdpus6jYHakxIUkJ0TbZyYSBUAjxBrID-5kqcPeKlvYhKQ7CY042f7xMiJvIrZSpU0olnIxsSHF8XyYFGN_YiwzlFWZbA2Y3zB2gJ5JcBycI4SmZkND1tdyCytsyZVjkbl6CUKF2bI2Wqo4UfAzvuIyH/s320/homer-dubbioso.webp" width="320" /></a></div><br /> <p></p><p style="text-align: justify;">Con sentenza n. 34380/22 le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno cassato la decisione della Sezione Disciplinare del CSM secondo cui interferire sulla vita professionale dei colleghi confabulando coi consiglieri superiori per spingere l'amico (di corrente) e osteggiare il nemico non avrebbe leso il canone della <a href="https://toghe.blogspot.com/2021/01/lepoca-della-scorrettezza.html" target="_blank">correttezza</a>.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">La vicenda - a questo punto una "saga" - vede dunque schiudersi un nuovo capitolo la cui scrittura è affidata alla Sezione Disciplinare che dovrà comporsi subito dopo l'insediamento dell'appena rinnovato CSM. </p><p style="text-align: justify;">Le puntate precedenti sono leggibili <a href="https://toghe.blogspot.com/2020/05/lettera-di-un-magistrato.html" target="_blank">qui </a>e <a href="https://toghe.blogspot.com/2022/02/poteva.html" target="_blank">qui</a>.</p><p><br /></p><p> </p><p> </p>La Redazionehttp://www.blogger.com/profile/17683857798694263431noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8087849520761405619.post-26590955971232877982022-11-22T22:24:00.000+01:002022-11-22T22:24:50.952+01:00Qualche suggerimento per il nuovo Ministro<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiGnOMVSfqOyavyD0YVFFoQES2jk24JcDstoFuE-PBztlrUX1sB6EOAMRijlZzVljepQwIS9MOja9hpxGAMV1PljUziLhnlXHXTakkfW6dlw4v1fvUwyEze0X1fVxlA5GZHs_1T89kVQ2CRweFQYDKicGyg-snqXeWUKOjqO3HojzwT2_ukdKAeJ4xZ" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br class="Apple-interchange-newline" /><img alt="" data-original-height="194" data-original-width="259" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiGnOMVSfqOyavyD0YVFFoQES2jk24JcDstoFuE-PBztlrUX1sB6EOAMRijlZzVljepQwIS9MOja9hpxGAMV1PljUziLhnlXHXTakkfW6dlw4v1fvUwyEze0X1fVxlA5GZHs_1T89kVQ2CRweFQYDKicGyg-snqXeWUKOjqO3HojzwT2_ukdKAeJ4xZ" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: right;"><span style="color: #cc0000;"><b>di Guido Salvini - Magistrato</b></span></div><p></p><p><br /></p><div style="text-align: justify;">Sono GIP, con poche interruzioni, dall'entrata in vigore del Codice attuale e guardo con preoccupazione ai compiti e al futuro soprattutto del mio ufficio, un ufficio che nel 1989 ho visto nascere.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">L'immagine è quella di un asino zoppo che dovrà trainare quello che di solito traina una locomotiva.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">È vero che con l'aumento delle citazioni dirette al Tribunale gli uffici GIP-GUP saranno sgravati di qualche processo ma ben maggiori sono le nuove competenze che gli si attribuiscono.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nuove udienze per il controllo della tempestività dell'iscrizione della notizia di reato da parte dei Pubblici ministeri e sul rispetto dei termini per le indagini. L'aumento dei proscioglimenti quando non vi sia una ragionevole probabilità di condanna, regola del tutto giusta ma che aumenterà il numero delle sentenze da scrivere. L'ampliamento dei riti speciali, dal giudizio abbreviato condizionato al patteggiamento.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Soprattutto l’ufficio GIP-GUP assumerà sempre di più, con l'immediata applicabilità di tutte le sanzioni sostitutive, le funzioni anche di Giudice di sorveglianza e dell'esecuzione della pena.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dopo aver disposto le sanzioni sostitutive in sede di cognizione tratterrà i fascicoli, ed è probabile che le stanze ne saranno piene, sino alla loro completa esecuzione con tutti problemi e gli ulteriori interventi che ciò comporta</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ed in più la giustizia riparativa un mondo tutto da scoprire ma che comporterà a cascata altri compiti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con le nuove norme introdotte le competenze dell'ufficio GIP- GUP quindi si estendono e diventano immense. Vanno da piccoli problemi che un tempo erano di competenza della Pretura, ad esempio i decreti penali che saranno più numerosi e in cui dovrà calcolare anche la diminuzione di 1/5 della pena se la somma irrogata verrà pagato subito sino alle grandi indagini di corruzione, di mafia di competenza delle Direzioni Distrettuali Antimafia e di norma delle Corti di Assise. In pratica tutto o quasi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Uno scenario insostenibile, lo ha scritto recentemente su un quotidiano anche il presidente Aggiunto dell'Ufficio Gip di Milano, certamente uno degli uffici “strategici” per saggiare il funzionamento della riforma e, come quasi tutti, con molti posti in organico scoperti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Molti lettori lo sanno, ma è bene ricordarlo, che nelle nostre sezioni GIP e GUP sono le medesime persone che nello stesso processo possono essere solo GIP o solo GUP e si scambiano quindi fascicoli con un sistema di incompatibilità incrociate. Sono anche compiti molto diversi, il GIP emette le misure cautelari e i sequestri e autorizza le intercettazioni, il GUP giudica in udienza preliminare e nell'abbreviato ed entrambi hanno mille altre competenze. Con il rischio, con l'effetto espansivo dei compiti previsto dalla riforma, di saltare da un ruolo e da un provvedimento all'altro ogni giorno e di fare tutto così così</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">In realtà l'organizzazione, la ripartizione delle competenze e il numero dei magistrati assegnati erano stati pensati al momento del varo del Codice attuale quanto il numero e l'eterogeneità degli istituti erano incomparabilmente minori.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non voglio criticare la riforma animata da principi importanti sul senso dei giudizi, non rendendo più necessari quelli che non lo sono, e sul senso dell'esecuzione della pena. Ma in un sistema razionale, per raggiungere qualsiasi obiettivo l'organizzazione dovrebbe precedere o almeno essere contemporanea alla norma, non il contrario. E non saranno certo poche settimane di slittamento a darci quello che sinora è mancato.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E mi interessano poco i continui duelli, spesso politicamente strumentali, tra i giustizialisti e gli ultragarantisti che hanno soprattutto l'effetto di paralizzare qualsiasi riforma razionale della giustizia. Credo in Italia sia l'unico paese europeo in cui il dibattito sulla giustizia ha formato due partiti stabili e tra loro irriducibili.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Qualcosa bisogna immaginare, al di fuori delle dispute ideologiche.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Credo che sia venuto il momento di abolire l'udienza preliminare e con essa la figura del GUP. Nella situazione attuale, ma in prospettiva potrà essere ancora peggio, i fascicoli restano già parcheggiati nel suo ufficio, prima che sia possa possibile fissare l'udienza, anche 1 anno -1 anno e mezzo e nessun sistema in realtà può sopportare quattro gradi di giurisdizione.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Con una scelta più coraggiosa, come avevano proposto alcuni parlamentari non schierati durante la discussione della riforma Cartabia, tutti i processi dovrebbero essere direttamente convogliati alla nuova udienza filtro dinanzi al Tribunale dove si potrà chiedere il proscioglimento anche in base alle nuove regole di giudizio, chiedere i riti alternativi che certo non sparirebbero o iniziare il giudizio ordinario.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si salterebbe così un passaggio e una, frequente, fase di stasi dei fascicoli senza ledere i diritti di nessuno. Parte dei giudici della sezione GIP-GUP dovrebbe passare in Tribunale rinforzandolo e quelli che resterebbero potrebbero finalmente affrontare nel solo ruolo di GIP, con una funzione finalmente omogenea, i compiti loro propri, l'esame delle richieste dei Pubblici Ministeri con una possibilità di approfondimento maggiore. Riducendo il rischio che qualcuno, in difficoltà, finisca ad accogliere a scatola chiusa le istanze dell'accusa. In questo modo si affronterebbe certamente molto meglio l’ondata di nuovi compiti che la riforma introduce.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sarebbe da eliminare anche l'assurdo giudizio immediato che, a dispetto del nome è uno di quei treni “accelerati”, cioè lenti, di un tempo e comporta una mezza dozzina di inutili passaggi di carte tra PM, GIP e GUP mentre l'imputato, quasi sempre detenuto, aspetta</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Bisognerebbe poi comincia a pensare, al di fuori dei pregiudizi di casta e degli schemi prefabbricati, anche ad un più intelligente utilizzo del “personale”, cioè i magistrati, risorsa limitatissima. Anche con idee impopolari. Nessuna struttura organizzata, basterebbe consultare un qualsiasi sociologo del lavoro, consente che risorse ancora nel pieno della loro efficienza si spostino per loro volere verso settori secondari, sotto utilizzando così capacità preziose. Oggi invece nel settore pubblico della giustizia magistrati di anche meno di 50 anni (che corrispondono ai 35-40 di un dirigente di una azienda commerciale o industriale) sulla base di una loro semplice scelta defluiscono, nel pieno delle loro capacità, dalla prima linea, gli uffici dei Gip e i Tribunali, al ruolo di Appello per i restanti 20 anni, in una retrovia tranquilla e poco usurante, soprattutto ora in cui processi di appello sono divenuti “cartolari” cioè senza udienza. Per mantenere sufficienti gli organici d'appello si dovrebbe piuttosto pensare ad un giudice singolo e non collegiale almeno per i processi celebrati dal giudice monocratico in primo grado. In più innalzare, a richiesta, i limiti massimi di servizio a 72 anni in modo da recuperare una quota di magistrati soprattutto in secondo grado. Questo a fronte della scopertura degli organici della magistratura che ha raggiunto ormai ben 1600-1700 unità, assenze non rimpiazzabili a breve dato che anche l'ultimo concorso produrrà, per le bocciature (anche in italiano non solo in diritto), ben 1/3 di meno dei posti banditi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un’altra necessità che s'impone è il trasferimento altrove di una miriade di micro-impegni che trasformano l'udienza in una attività amministrativa. Con la riforma le sanzioni sostitutive, soprattutto il Lavoro di pubblica utilità, aumenteranno esponenzialmente. Chi non frequenta le aule non lo sa o finge di non saperlo ma una semplice guida in stato di ebbrezza in cui viene chiesta la sanzione sostitutiva non rappresenta certo una velocizzazione ma l’esatto contrario. Infatti, si snoda già ora a partire da quel momento una serie di udienze, che dovrebbero essere dedicate ad altro, per reperire l'Ente convenzionato e ottenere il programma personalizzato dall'UEPE, l'Ufficio esecuzione penale esterna. Un piccolo reato stradale diventa così un piccolo maxi-processo e questo con la riforma si moltiplicherà perché le sanzioni sostitutive saranno richieste anche in caso di pene sino a 4 anni. Se per un reato che prende la via della sanzione sostitutiva vi saranno il doppio o il triplo di udienze con lo stesso numero di giudici, il risultato sarà l’opposto della riduzione dei tempi. La soluzione è semplice ma comporta un impegno, soprattutto della politica. Ammessa la sanzione sostitutiva il giudice non deve vedere più fascicolo, devono occuparsene le autorità amministrative. Diversamente si rischia la paralisi.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sono proposte diverse tra loro ma hanno un filo comune, guardare alla giustizia non come terreno di scontro ma come un oggetto da far funzionare.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sono proposte non ideologiche, di cui il Ministero potrebbe tenere conto, volte a far funzionare la nuova legge che altrimenti, in una eterogenesi dei fini, provocherà il contrario di quanto sperato, non accelerazione che abbiamo promesso all'Unione Europea ma il rallentamento del sistema sino al suo impantanamento. Mi sembrano approcci razionali sulla base delle forze di cui si dispone. Speriamo che qualcuno vi rifletta.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div>AltraPropostahttp://www.blogger.com/profile/05889904110024669047noreply@blogger.com2