giovedì 24 gennaio 2008

Luigi De Magistris si è dimesso dall'A.N.M.


Dopo Ilda Boccassini, anche Luigi De Magistris si è dimesso dall'Associazione Nazionale Magistrati.

Quella che segue è la sua lettera di dimissioni.

Nei prossimi giorni pubblicheremo il testo delle incolpazioni per le quali Luigi è stato condannato e di quelle per le quali è stato assolto. Poi anche la memoria difensiva depositata al C.S.M..

La requisitoria del Procuratore Generale e l'arringa del difensore possono essere ascoltate interamente su Radio Radicale.

_________________

All’Associazione Nazionale Magistrati
ROMA

Già da alcuni mesi avevo deciso – seppur con grande rammarico – di dimettermi dall’Associazione Nazionale Magistrati.

I successivi eventi che mi hanno riguardato, le priorità dettate dai tempi di un processo disciplinare tanto rapido quanto sommario, ingiusto ed iniquo, mi hanno imposto di soprassedere.

Adesso è il tempo che “tutti i nodi vengano al pettine”.

Vado via da un’associazione che non solo non è più in grado di rappresentare adeguatamente i magistrati che quotidianamente esercitano le funzioni, spesso in condizioni proibitive, ma sta – con le condotte ed i comportamenti di questi anni – portando, addirittura, all’affievolimento ed all’indebolimento di quei valori costituzionali che dovrebbero essere il punto di riferimento principale della sua azione.

L’A.N.M. – che storicamente aveva avuto il ruolo di contribuire a concretizzare i valori di indipendenza interna ed esterna della magistratura – negli ultimi anni, con prassi e condotte censurabili ormai sotto gli occhi di tutti, ha contribuito al consolidamento di una magistratura “normalizzata” non sapendo e non volendo “stare vicino” ai tanti colleghi (sicuramente i più “bisognosi”) che dovevano essere sostenuti nelle loro difficili azioni quotidiane spesso in contesti di forte isolamento; ha fatto proprie tendenze e pratiche di lottizzazione attraverso il sistema delle cosiddette correnti; ha contribuito – di fatto – a rendere sempre più arduo l’esercizio di una giurisdizione indipendente che abbia come principale baluardo il principio costituzionale che impone che tutti i cittadini siano uguali di fronte alla legge.

L’A.N.M. è divenuta, con il tempo, un luogo di esercizio del potere, con scambi di ruoli tra magistrati che oggi ricoprono incarichi associativi, domani siedono al C.S.M., dopodomani ai vertici del ministero e poi, magari, finito il “giro”, si trovano a ricoprire posti apicali ai vertici degli uffici giudiziari.

È uno spettacolo che per quanto mi riguarda è divenuto riprovevole.

Anche io, per un periodo, ho pensato, lottando non poco come tutti i miei colleghi sanno, di poter contribuire a cambiare, dall’interno, l’associazionismo giudiziario, ma non è possibile non essendoci più alcun margine.

Lascio, pertanto, l’A.N.M., donando il contributo ad associazioni che, nell’impegno quotidiano antimafia, cercano di garantire l’indipendenza concreta della magistratura molto meglio dell’associazionismo giudiziario.

Non vi è dubbio che anche il Consiglio Superiore della Magistratura, composto da membri laici, espressione dei partiti, e membri togati, espressione delle correnti, non può, quindi, non risentire dello stato attuale della politica e della magistratura associata.

I magistrati debbono avere nel cuore e nella mente e praticare nelle loro azioni i principi costituzionali ed essere soggetti solo alla legge.

So bene che all’interno di tutte le correnti dell’A.N.M. vi sono colleghi di prim’ordine, ma questo sistema di funzionamento dell’autogoverno della magistratura lo considero non più tollerabile.

Il C.S.M. deve essere il luogo in cui tutti i magistrati si sentano, effettivamente, garantiti e tutelati dalle costanti minacce alla loro indipendenza.

Non è possibile assistere ad indegne omissioni o interventi inaccettabili dell’A.N.M., come ad esempio negli ultimi mesi, su vicende gravissime che hanno coinvolto magistrati che, in prima linea, cercano di adempiere solo alle loro funzioni: da ultimo, quello che è accaduto ai colleghi di Santa Maria Capua Vetere.

Non parlo delle azioni ed omissioni riprovevoli – da parte anche di magistrati, non solo operanti in Calabria – sulla mia vicenda perché di quello ho riferito alla magistratura ordinaria competente e sono fiducioso che, prima o poi, tutto sarà più chiaro.

Certo, lo spettacolo che mi ha visto in questi giorni protagonista, in un processo disciplinare che mi ha lasciato senza parole, ha contribuito a radicare in me la convinzione che questo sistema ormai è divenuto inaccettabile per tutti quei magistrati che ancora sentono e amano profondamente questo mestiere e che siamo ormai al capolinea.

Io sono orgoglioso – sembrerà paradossale – che questo C.S.M. mi abbia inflitto la censura con trasferimento d’ufficio. Era proprio quello che mi aspettavo. Ed anche scritto, in tempi non sospetti.

Ho già detto, ad un mio amico antiquario, di farmi una bella cornice: dovrò mettere il dispositivo della sentenza dietro la scrivania del mio ufficio ed indicare a tutti quelli che me lo chiederanno le vere ragioni del mio trasferimento.

La mia condanna disciplinare è grave e infondata, nei confronti della stessa farò ricorso alle sezioni unite civili della Suprema Corte di Cassazione confidando in giudici sereni, onesti, imparziali, in poche parole giusti.

La condanna è, poi, talmente priva di fondamento, da ogni punto di vista, che la considero anche inaccettabile.

Mi viene inflitta la censura, devo lasciare Catanzaro ed abbandonare le funzioni di pubblico ministero in sostanza perché non ho informato i miei superiori in alcune circostanze e perché ho secretato un atto solo ed esclusivamente per salvaguardare le indagini ed evitare che vi fossero propalazioni esterne che danneggiassero le inchieste; senza, peraltro, tenere conto delle gravissime ragioni che hanno necessariamente ispirato alcune mie condotte.

Troppo zelo, troppi scrupoli, troppo amore per questo mestiere.

Del resto il procuratore generale che rappresentava l’accusa in giudizio, nel rimproverarmi, definendomi anche birichino, ha detto che concepisco le mie funzioni come una missione.

Ebbene, questa decisione, a mio umile avviso, contribuisce ad affievolire l’indipendenza della magistratura, conduce ad indebolire i valori ed i principi costituzionali, ci trascina verso una magistratura burocratizzata ed impaurita sotto il maglio e la clava del processo disciplinare.

Il rappresentante della Procura generale della Cassazione in udienza, il dr Vito D’Ambrosio, ex politico, il quale per circa dieci anni è stato anche presidente della Giunta della Regione Marche, ha sostenuto, durante il processo, sostanzialmente, che non rappresento, in modo adeguato, il modello di magistrato.

Ed invero, il modello di magistrato al quale mi sono ispirato è quello rappresentato da mio nonno magistrato (che ha subito anche due attentati durante l’espletamento delle funzioni), da mio padre (che ha condotto processi penali di estrema importanza in materia di terrorismo, criminalità organizzata e corruzione), dai miei magistrati affidatari durante il tirocinio, dai tanti colleghi bravi e onesti conosciuti in questi anni, da quello che ho potuto apprendere ed imparare, sulla mia pelle in contesti ambientali anche molto difficili, dall’esperienza professionale nell’esercizio di un mestiere al quale ho dedicato, praticamente, gran parte della mia vita.

Il mio modello è la Costituzione repubblicana, nata dalla resistenza.

Il modello “castale” e del magistrato “burocrate” non mi interessa e non mi apparterrà mai, nessuna “quarantena” in altri uffici, nessun “trattamento di recupero” nelle pur nobili funzioni giudicanti, potrà mutare i miei valori, né potrà far flettere, nemmeno di un centimetro, la mia schiena.

Sarò sempre lo stesso, forse, debbo a questo appunto ammetterlo, un magistrato che per il “sistema” è “deviato ed eversivo”.

Pertanto, questa sentenza è, per me, la conferma di quello che ho visto in questi anni ed un importante riscontro professionale alla bontà del mio lavoro.

Certo è una sentenza che nella sua profonda ingiustizia è anche intrinsecamente mortificante.

Imporre ad un pubblico ministero, che si sa che ha sempre professato e praticato l’amore immenso per quel mestiere, di non poterlo più fare – sol perché ha “osato”, in pratica, indagare un sistema devastante di corruzione e cercato di evitare che una “rete collusiva” ostacolasse il proprio lavoro e, quindi, condannandolo per avere, in definitiva, rispettato la legge – è un po’ come dire ad un chirurgo che non può più operare, ad un giornalista di inchiesta che deve occuparsi di fiere in campagna, ad un investigatore di polizia giudiziaria che deve pensare ai servizi amministrativi.

Farò di tutto, con passione ed entusiasmo intatti, nei prossimi mesi, per dimostrare quanto ingiusta e grave sia stata questa sentenza e che danno immane abbia prodotto per l’indipendenza e l’autonomia dei magistrati, ed anche e soprattutto per la Calabria, una terra (che continuerò sempre ad amare comunque finisca questa “storia”) che aveva bisogno di ben altri “segnali” istituzionali.

Lavorerò ancor più alacremente nei prossimi mesi – prima del mio probabile allontanamento “coatto” dalla Calabria – presso la Procura della Repubblica di Catanzaro per condurre a termine le indagini più delicate pendenti.

Non mi sottrarrò ad eventuali dibattiti pubblici anche tra i lavoratori, tra gli operai, tra gli studenti, nei luoghi in cui vi è sofferenza di diritti, per contribuire – da cittadino e da magistrato, con la mia forza interiore – al consolidamento di una coscienza civile e per la realizzazione di un tessuto connettivo sinceramente democratico.

Il Paese deve, comunque, sapere che vi sono ancora magistrati che con onore e dignità offrono una garanzia per la tutela dei diritti di tutti (dei forti e dei deboli allo stesso modo) e che non si faranno né intimidire, né condizionare, da alcun tipo di potere, da nessuna casta, esercitando le funzioni con piena indipendenza ed autonomia, in una tensione ideale e morale costituzionalmente orientata, in ossequio, in primo luogo, all’art. 3 della Costituzione repubblicana.

La lotta per i diritti è dura e forse lo sarà sempre di più nei prossimi mesi: nelle istituzioni e nel Paese vi sono ancora, però, energie e valori, anche importanti.

Si deve costruire una rete di rapporti – fondata sui valori di libertà, uguaglianza e fratellanza – che impedisca all’Italia di crollare definitivamente proprio sul terreno fondamentale dei diritti e della giustizia.

È il momento che ognuno faccia qualcosa – in questa devastante deriva etica e pericoloso decadimento dei valori – divenendo protagonista per contribuire al bene della collettività e del prossimo, non lasciando l’Italia nelle mani di manigoldi, affaristi e faccendieri.

23 gennaio 2008

Luigi De Magistris


55 commenti:

Anonimo ha detto...

BRAVO!!

Anonimo ha detto...

sono orgoglioso di essere connazionale di luigi de magistris

Davide ha detto...

ha fatto bene.
la rettitudine si misura nel non accettare il vizio degli organi malati.
La sua credibilità ne esce senza dubbio rafforzata.

Anonimo ha detto...

Gentile dottore de Magistris,
i calabresi poveri e onesti aspettano adesso anche quelle da magistrato, dimissioni, per poi, quando Lei decide di candidarsi, eleggerlo a Presidente della Giunta Regionale Calabrese. 100 mila firme già espresse a suo sostegno sono una chiamate alle armi politiche, disertare non è da Lei!!!
bartolo iamonte

Anonimo ha detto...

I migliori se ne vanno.
Caro Dott:De Magistris, accompagni per un tratto della loro strada gli studenti di Calabria che con lei hanno avuto la forza di ribellarsi.
Alessandra

Andrea ha detto...

Senza dubbio la scelta di De Magistris di dimettersi dall'ANM la ritengo perfetta. Forse non avrei fatto una lettera di dimissioni, con quei contenuti, diretta proprio all'ANM, alla quale avrei limitato due sole righe al massimo, ...e per conoscenza al CSM. Quei contenuti li avrei inseriti in una lettera aperta a tutta la popolazione, ritenendola, seppure solo una parte di essa, maggiormente idonea a recepire il messaggio.
L'esito della vicenda appare proprio il risultato delle inchieste. De Magistris, così come Forleo, siano felici perchè hanno esattamente colto nel segno!!! D'altra parte NON è nelle competenze morali, e nemmeno nelle possibilità tecniche di un Magistrato, risolvere e capovolgere realtà complesse come quelle che hanno affrontato, soprattutto nella considerazione che buona parte della popolazione non ha la maturità e la cultura necessaria per vivere attivamente e concretamente le vicende del proprio Paese. L'atteggiamento della popolazione conta in maniera determinante in queste cose, e la politica sa bene come reagisce la gente. Si interessa all'inizio e poi passa ad altro. Basta aspettare il momento di disinteresse e poi si può eliminare le persone scomode. La Magistratura seria è arrivata sin dove poteva; ora il prossimo passo spetta alla popolazione. Vediamo se è meritevole del lavoro fatto e di cui può goderne i benefici.
Un sincero abbraccio a tutta la Calabria (dal Veneto!!!)

Anonimo ha detto...

16:03 CUSUMANO AGGREDITO, HA MALORE IN AULA
Il capogruppo dell'Udeur al Senato Tommaso Barbato ha aggredito Nuccio Cusumano subito dopo l'intervento nel quale l'esponente del Campanile ha annunciato il suo sì al governo Prodi. Cusumano, dopo essersi messo a piangere, si è sdraiato tra i banchi colto da malore. Ora dei colleghi gli sono intorno per cercare di prestargli i primi soccorsi. Barbato ha gridato a Cusumano degli insulti, tra cui "cornuto e frocio". Poi, è stato allontanato dai commessi e da alcuni senatori del centrodestra. Ora sta arrivando tra i banchi di Palazzo Madama il medico del Senato per prestare le prime cure.[...]

Questi oltre alle tante altre qualità sono pure dei criminali!

Anonimo ha detto...

.... ecco pronta la risposta...

De Magistris, Palamara (Anm) : "Non siamo normalizzatori"
giovedì 24 gennaio 2008

'Non ci sentiamo, e personalmente non mi sento, un normalizzatore. La storia professionale di ciascuno di noi e' a disposizione di tutti''. Cosi' il segretario dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, replica al pm di Catanzaro Luigi De Magistris, sottolineando che il sindacato delle toghe non puo' fare la ''difesa aprioristica degli iscritti'' e che comunque ''tutti i magistrati'' devono rispettare le decisioni dei giudici, compresa quella emessa dalla sezione disciplinare del Csm nei confronti del magistrato. (ANSA)

Vincenzo Scavello ha detto...

Barbato, fermamente legato al Partito-Famiglia di Mastella non tiene assolutamente conto o non sa, che l'elezione in Parlamento non ha vincoli di mandato e che ognuno è vincolato soltanto alla sua buona o cattiva coscienza. Altro che concussione!

Bravo Davide!
Quando si interviene per manifestare il proprio punto di vista è bene farlo, sempre, con la propria faccia e con il proprio nome e cognome.

De Magistris si dimette dall’Associazione Nazionale Magistrati; una corporazione che non ha saputo o voluto stringersi ufficialmente a fianco di un collega che avrebbe dovuto difendere contro tutto e contro tutti. Mi piacerebbe sapere chi è in possesso delle 100.000 firme raccolte in suo favore e se mai siano state considerate dai giudici del CSM, dal loro Vice Presidente e dal loro Presidente.
Grazie e onore a quei Magistrati che, invece, hanno dato e continuano a dare il loro sostegno, senza nascondimenti e con chiarezza. Sono loro che ci fanno sperare in una Giustizia non sempre asservita alle logiche della politica.

Un Abbraccio

Anonimo ha detto...

Però, se farà "politica", che dia veramente le dimissioni dalla magistratura, e che non resti IN ASPETTATIVA per poi riprendere a fare il magistrato una volta che non fosse rieletto !

Anonimo ha detto...

ho appena ascoltato il sen. Mastella al Senato penso sia veramente necessario, comunque, chiarire che non è possibile in italia individuare in una sola persona il capro espriatorio di degenerazioni diffuse non solo a livello politico in tutto il paese.

Anonimo ha detto...

DE MAGISTRIS: CANCELLIERE PROCURA A DI PIETRO, MOBILITIAMOCI (ANSA) - CATANZARO, 24 GEN - ''In quest'ultimo mese in cui De Magistris potra' fare ricorso, sarebbe opportuno che si facesse una serrata e pubblica opera di sostenimento del magistrato, ancora piu' dura dell'autunno scorso, per tentare il tutto per tutto a scongiurare l'attuazione dell'esito ingiusto del Csm''. A scriverlo e' un cancelliere della Procura di Catanzaro, Ida Annamaria Rotella, in una lettera a Antonio Di Pietro che e' stata pubblicata sul sito del leader di Italia dei Valori. ''La ringrazio - scrive Ida Rotella a Di Pietro - per essere stato l'unico politico che ha sostenuto pubblicamente De Magistris, credo che in lei e' sicuramente rimasto il cuore di Magistrato. Nel mio ufficio sono una delle poche persone che e' moralmente vicina a questo magistrato, ma dopo il responso del Csm che ha disposto il prossimo trasferimento dello stesso, ho avuto la sensazione che egli sia stato abbandonato dall'opinione pubblica e lo si sostenga solo sottovoce. Dov'e' l'indignazione popolare? Dove sono i ragazzi di 'Adesso ammazzateci tutti'? Dove sono i giornalisti 'dissidenti' che hanno creato 'il caso' sui media?''. ''La Giustizia - prosegue il cancelliere - sembra essere in 'coma', il mio ufficio, ad esempio, sta 'naufragando' per mille motivi; nessuno ci ascolta e la Calabria e' sempre piu' in ginocchio. Perche' Italia dei Valori non si e' ancora mobilitata? Forse stiamo aspettando di sfilare al grido di 'giustizia per De Magistris' alla stazione ferroviaria, quando questo magistrato partira' per sempre?''. (ANSA)

Anonimo ha detto...

Ma Luca Palamara non e quel magistrato che à partecipato alla trasmissione di SKY dove fu intervistato l'(emerito presidente Cossiga)il quale non fece altro che insultare per tutta la trasmissione il Palamara e tutta la magistratura?. vogliamo pensare che Questo Palamara possa difendere qualcuno contro la casta quando di fronte al potente di turno non à avuto il coraggio di difendere se stesso, fintanto che alla fine sembrava che fosse lui a dovere delle scuse all'emerito presidente. Se non è reverenza e sottomissione nei confronti della casta, questo comportamento come lo si può chiamare. Onore a lei Dott. De Magistris lei è un (BIRICHINO) che può caminare a testa alta.

salvatore d'urso ha detto...

Sono più che sicuro che tutti gli italiani onesti sono onorati di avere al servizio del paese, nel ruolo di magistrato, una persona di meritata stima quale è Luigi De Magistris e sono allo stesso tempo convinto che le stesse persone messe al corrente sulla disastrosa situazione politica ed istituzionale del paese saprà scegliere più coscientemente e con maggior dignità seguendo l'esempio del dott. De Magistris oramai faro della vera Italia onesta, democratica e osservatrice e rispettosa della Costituzione Italiana.

Anonimo ha detto...

Tra qualche mese conseguiro' la laurea in giurisprudenza..Da sempre sono stato "attratto"dalla toga.. figuratevi che all'eta' di 14 anni, in un giorno in cui decidemmo di non entrar a scuola inventando seduta stante uno sciopero non ricordo nemmeno io per cosa, fui colpito da un signore che con borsa toga e un fascicolo stracolmo di fogli entrava nel tribunale accanto al liceo...mi incuriosi' a tal punto che, invece di dedicar il mio tempo alle gentili e carine compagne di scuola, decisi di entrare in quel luogo a me totalmente sconosciuto( qualcuno mi dira'.. CHE FESSO!!!)subito a destra c'era un aula in cui era in corso una discussione.. entrai e ricordo la faccia stupita di un signore, quasi volesse dirmi:" chi diavolo ti porta qua dentro?!!". Eppure era cosi bello vedere quelle toghe.. i giudici, gli avvocati.. vi confesso che tutto mi sembrava fiabesco.. loro erano i cavalieri che combattevano a spada tratta solo per la giustizia..fantasie di un adolescente.. eppure quell'immagine l'ho sempre portata con me anche nelle aule universitarie ove tutti eravamo legati da un unico comune denominatore.. l'amore per la legge...oggi non ci credo piu'.. sono amareggiato,deluso ferito perche' tutto cio' che immaginavo era solo uno stupido sogno di uno stupido ragazzino.. oggi mi sveglio e vedo che coloro che un tempo erano i miei eroi..sono solo uomini che si affannano a scannarsi tra loro invece di rimanere uniti e combattere per un unico ideale.. la giustizia.. persone che vengono trasferite solo perche' svolgono un indagine su personaggi intoccabili e vengono additati come eversivi rivoluzionari.. missionari?? bhe' si e' anche missione quel mestiere.. dovremmo andar fieri se qualcuno lo considera tale non metterlo al rogo... tra qualche tempo avro' una pergamena in mano.. ma non so piu' cosa fare..dicono che la giustizia sia morta..e io non voglio diventare uno di loro come ho desiderato tanto in passato..almeno non con queste premesse..eppure vi confesso che vorrei tanto che qualcuno dicesse:" ehi quell'esercito di cavalieri ancora esiste.. unisciti a noi

Anonimo ha detto...

Ecco, vedete?

Un giudice puo' dimettersi dall'ANM per ribellione, un avvocato si dimette....dall'ordine (visto che di sindacati manco a parlarne!).

Ora sara' piu' facile capire la ragione della mia scelta e lo stato d'animo che la presuppone.

Solo che non potro' scrivere a nessuno la mia indignazione e delusione, come ha fatto il magistrato calabrese e mi tocchera' una stringata formuletta, magari su modello prestampato, come ne diffonde il mio ordine.

Ne' per me interverra' qualche cancelliere o collega (anche se spero che qualcuno che davvero mi ha apprezzato e stimato ci sia) : gli avvocati hanno sempre una collocazione curiosa nell'immaginario altrui...

Ne' potro' dire ad alcuno (anche se un po' e' cosi', credetemi) che la mia e' una scelta di solidarieta' a De Magistris ed alla idea di giustizia che ha ispirato il suo lavoro.

Chissa' che un profluvio di dimissioni non giunga ad indicare lo stato di inaccettabile degenerazione cui e' pervenuta la ANM (ho apprezzato la scelta di caldeggiare l'astensione, ma purtroppo si e' visto come e' andata!).

Chissa' che il terribile degrado di questi giorni (da ultimo, ma non sara' la fine, la sconcia disputa in senato di oggi) non dia slancio alla comune indignazione verso una rinascita di valori autenticamente democratici : il tempo che viviamo non sembra ispirarsene affatto.

Facciamo rete : sara' piu' forte la nostra "buona educazione" contro la villania della illegalita'.

Anonimo ha detto...

Questo Travaglio si merita un post

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/1692/78/

Buona lettura!

( e buona fortuna a tutti noi...)

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Anonimo delle 20.42.

Caro Lettore,

noi Le chiediamo con piacere e convinzione di unirsi a noi.

Sappia, però, che le Sue parole tradiscono un equicovo nel quale Lei si trova e che non riguarda solo la giustizia, ma tutta la vita.

La comunicazione televisiva tende a trasformare la vita in "favola".

Mentre la vita è tutta un'altra cosa.

Le sembrerà strano, ma più bella di una favola.

Ma molto diversa.

Per fare un paragone che tutti - anche chi non indossa una toga - possono capire, pensi al matrimonio.

Nelle telenovelas è raccontato come una cosa del tutto emotiva, come un "cara quando sto con te mi sembra di volare".

In realtà questa è ovviamente solo la parte superficiale e meno duratura della cosa.

Un matrimonio che duri qualche decennio è altro. Non è sempre facile starsi accanto quando si sta male nel corpo e/o nell'anima. Cercare di trovarsi quando non ci si capisce. Accettarsi quando non si è d'accordo.

E poi certo anche ridere e divertirsi quando è il momento.

Non è roseo come in una telenovelas, ma, quando se ne scopre il senso e "si va in profondità" dà una visione ditante cose che, prima e senza, non avrenno neppure immaginato che esistessero.

Così la giustizia.

Non è punire con la spada infuocata i cattivi. Ma passare le notti disperati nella difficoltà di capire cosa è giusto fare in quel caso lì. Cosa vuole la legge. Come debba essere applicata a quel caso non previsto specificamente, frutto di nuove situazioni, di nuovi conflitti sociali e personali.

In sostanza, perchè si potrebbe continuare a lungo, caro Lettore, se vuole i sogni dovrà restare da solo a letto. Se invece vuole la vita, dovrà comunque - qualunque lavoro faccia - uscire per strada, sporcarsi le scarpe, incontrare gente, i buoni e i cattivi, investire energie e speranze, prendersi qualche successo e molte delusioni.

Gioire e piancere. Amare e arrabiarsi.

Ma alla fine si accorgerà di avere vissuto.

E questo è tutto e solo quello che possiamo fare.

La vita "ci succederà" comunque. Non possiamo scegliercela. Quello che possiamo scegliere e se "viverla" o "evitarla".

In bocca al lupo.

I motociclisti dicono - scherzando (e non bisogna prendere sul serio questo consiglio un po' criminale) -: "Nel dubbio, accelera!".

Noi Le diciamo: "Nel dubbio, si butti e viva".

Lei ci chiede di dirLe: "ehi quell'esercito di cavalieri ancora esiste ... unisciti a noi".

Noi Le diciamo: si unisca a noi.

Ma sappia che non siamo "un esercito di cavalieri", ma un pungo di esseri umani, con miserie e grandezze, con slanci nobili e con preoccupazioni terrene.

Non creda a queste biografie nelle quali gli eroi sono "di un altro mondo".

La Chiesa addita tanti come santi e fulgidi esempi di virtù eroiche e molti di noi hanno studiato e appreso dalle loro storie.

Ma Davide, l'Unto del Signore, era uno che si era portato a letto la moglie di uno dei suoi generali più fedeli e, per non farglielo scoprire, l'aveva fatto uccidere.

Pietro, il primo "Papa", era un ignorante che ha rinnegato Cristo tre volte.

San Paolo un assassino.

San Agostino un uomo con una relazione amorosa "irregolare" e un figlio illegittimo.

I santi, gli eroi, non sono persone di titanio, ma esseri umani che affrontano ogni giorno la loro sfida con la vita e prima di tutto con sé stessi.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vengono raccontati in un modo sempre più iconografico.

Chi di noi li ha conosciuti di persona e ha condiviso pezzi di vita con loro sa che erano persone con virtù e difetti. Sa che su tante cose non si era d'accordo. Che illoro lavoro aveva luci, ma anche scelte non sempre condivise.

E' l'"insieme" che conta.

Ed è per quell'"insieme" che abbiamo le loro foto dietro le scrivanie (come nella foto di Luigi che accompagna questo post).

Un quadro non sarebbe bello se ci fosse solo luce. C'è bisogno di luci e ombre, perchè si distinguano le figure.

E per Lei che è giovane, anche tanti campioni dello sport non sono gente che vince soltanto. Sono prima di tutto gente che butta sudore e sangue in palestra, che si allena molte ore al giorno nell'anonimato. Che per qualche mese vince e per anni ha perso e perderà ancora. Che a volte getta il cuore oltre l'ostacolo e dà prova di audacia "innocente" e a volte cede alla tentazione della "scorciatoia", dell'"espediente".

Affronti la vita per ciò che è davvero e non per ciò che vorrebbe che fosse.

Perchè l'unica vita che potrà vivere davvero è quella che realmente ha davanti. Qui e adesso. In questo secolo, in questi anni. Con questa gente che vive con noi adesso.

La Redazione

"Uguale per tutti" ha detto...

"Avvocato delle 17.26", nostro Amico a cui ci sentiamo specialmente vicini con il cuore, in questo momento così doloroso per Lui, come ce lo dice, aprendoci un po' del Suo cuore, dice, fra l'altro:
"Ho apprezzato la scelta di caldeggiare l'astensione, ma purtroppo si e' visto come e' andata!"

Eh no! Su questo ci teniamo moltissimo a dire che i colleghi delle "correnti" dell'A.N.M. l'hanno raccontata a modo loro, secondo noi anche perchè non l'hanno capita.

Ma i numeri sono numeri.

Magistratura Democratica e il Movimento per la Giustizia, nelle quali militavamo quasi tutti, hanno perso il 24% dei loro voti (DICASI UN ELETTORE OGNI QUATTRO).

Certo loro sono liberi di dire, come hanno detto, che è colpa degli elettori che "non capiscono" e "non sono più quelli di una volta".

Ma in un mondo normale, un gruppo che prende una sberla come questa si fa delle domande.

I nostri no.

Speriamo che quando ne perderanno un altro 30% si incomincino a interrogare.

Sulle elezioni del C.D.C. dell'A.N.M. non abbiamo scritto quanto avremmo dovuto (non c'è tempo per arrivare a tutto), ma contiamo di farlo al più presto.

Intanto ci tenevamo a dire che, a nostro parere, quella iniziativa ha dato i suoi frutti e non solo in termini di conta dei voti.

Ma è solo l'inizio.

Insomma, è vero che "le stiamo prendendo alla grande", ma è anche vero che:

1. un po' le stiamo anche "dando";

2. magari qualcuno che ci vede "prenderle" si impietosisce e si butta nella mischia.

In ogni caso, stiamo certamente per il "facciamo rete"!

Un abbraccio fortissimo con tutto l'affetto ad Avvocato.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Al laureando vorrei dire due cose:

1) La prima è che non sei un giovane adolescente. Sei un UOMO adulto, che deve ragionare senza i sogni di un ragazzino. Entrambi i miei nonni avevano fatto sei mesi di fronte nella prima guerra mondiale quando avevano sei - sette anni MENO di te. Mio padre rischiava la vita sulla linea Gotica quando aveva appena 19anni.

2) La seconda è che le cose vanno viste da uomini e non da ragazzini: se ti piace fare il Giudice, fai il concorso e spera. Ma non credere che fare il giudice sia una cosa più "nobile" di fare qualsiasi altra cosa. C'erano Falcone e Borsellino, vilmente assassinati, ma ci sono anche tanti altri ... come in politica, a sua volta, c'era Moro, vilmente assassinato, ma ci sono anche tanti altri ... non guardare alle singole eccezioni, guarda invece alla normalità dell'esistente e fai del tuo meglio per migliorarlo. Basta, a tal fine, far bene il tuo dovere, SAREBBE GIA' ABBASTANZA, credimi.

E ricorda, soprattutto, che se distribuirai bene il tuo tempo non avrai bisogno di star sveglio la notte. Questo è poco, ma sicuro.

Anonimo ha detto...

Apprendo ora che provenite in buona parte da "magistratura ... democratica !"

Questo spiega, a mio modesto avviso, il senso "messianico" e "mistico" di taluni vostri messaggi e della visione del vostro lavoro, considerato quasi come un "sacerdozio laico".

Rispettabilissimo modo di sentire, ma io sono molto più volgare, in quanto non sono cresciuto con Mao e Marcuse, percependo "istintivamente", a suo tempo, la mala fede di entrambi. In questo modo, ho comunque evitato di "voltar gabbana" al momento opportuno e di "riciclarmi" in strane sigle e vaghissimi, transeunti ideali, oggi molto di moda.

Purtroppo voi vi siete accorti tardi di cos'era in realtà quella "democrazia" ... va comunque a vostro merito esservene accorti. Meglio tardi che mai !

Soprattutto, avete avuto la rara coerenza di dare le dimissioni, la qual cosa costituisce già da sola un valido motivo per continuare a seguirvi.

Gennaro Giugliano ha detto...

Dott De Magistris Lei non è solo la cittadinanza onesta da nord a sud è con la Sua trasparenza e la Sua onestà
buon lavoro a tutti

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Anonimo delle 23.09.

Gentilissimo Lettore,

ci dispiace rovinarLe il fervorino su Mao e Marcuse :-) , ma:

1. quando abbiamo scritto: "Magistratura Democratica e il Movimento per la Giustizia, nelle quali militavamo quasi tutti, hanno perso il 24% dei loro voti", il "noi" non era riferito agli autori del blog, ma ai promotori dell'"astensione" alle elezioni del C.D.C., cosa DIVERSA dal blog, tanto da averci messo su "un blog a parte", che trova a questo link

2. forse Le è sfuggito, ma non abbiamo scritto "Magistratura Democratica", ma ""Magistratura Democratica e il Movimento per la Giustizia", dunque, almeno metà di noi (ma in realtà di più) proveniamo dall'esperienza del Movimento, al quale alcuni sono ancora iscritti (su cosa sia il Movimento per la Giustizia scriveremo fra qualche giorno raccontando delle dimissioni di uno dei suoi fondatori, Stefano Racheli, che lo fondò lasciando M.I. a seguito della "vicenda Falcone/Meli");

3. non tutti i colleghi che si sono impegnati e si impegnano in Magistratura Democratica, che tanti importantissimi meriti storici ha avuto nella difesa id valori importanti della giurisdizione e della democrazia, si sono nutriti di Mao e Marcuse;

4. quanto al "senso "messianico" e "mistico" di taluni nostri messaggi", ce ne scusiamo, ma è più probabile che sia frutto della provenienza di altri ancora di noi dalla cultura cattolica (quella di San Tommaso, per intenderci, e non di Giuliano Ferrara :-) ), fra i quali il c.d. webmaster;

5. quanto al senso di "missione", secondo Lei, se Luigi De Magistris non avesse senso di missione, si sarebbe avventurato in questa storia? E Rosario Livatino? E Paolo Borsellino, quando si sapeva che lo avrebbero ammazzato?

Anche a noi piacerebbe essere solo normali impiegati con un bel 8.00/14.00, ma disgraziatamente in questo Paese la giustizia è un'emergenza ed è in emergenza.

Grazie di cuore, comunque, della Sua attenzione e partecipazione.

Continui a stare con noi, per noi sarà un piacere e magari ci arricchiremo gli uni con le esperienze degli altri, che, come vede, qui sono "di tanti colori".

La Redazione

Anonimo ha detto...

Per comprendere fino in fondo le motivazione che hanno portato il dott. De Magistris a dimettersi dall'A.N.M. basterebbe leggere il comunicato pubblicato dalla Sezione dell'Associazione se non ricordo male nel mese di ottobre: semplicemente vergognoso!
Se mi riesce ne faccio una copia e la pubblico.
Vincenzo Agosto - Catanzaro

Anonimo ha detto...

Grazie della risposta, gentile Redazione ! Lo sapevo che avreste risposto subito :-). Del resto, conosco bene la storia dell'A.N.M. e gli orientamenti delle varie correnti... Però vi ricordo che il vostro giuramento non è quello di un sacerdote, "usque ad effusionem sanguinis" ! Basta che facciate come fate ora, che rispettiate e applichiate la legge in modo "uguale per tutti", per avere sempre, pur nella differenza di singole opinioni personali, il mio rispetto e la mia stima. Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

Grande de magistris, hai tutto il mio appoggio...peccato, però, sono sempre i migliori a soccombere alle ingiustizie...

Anonimo ha detto...

"È il momento che ognuno faccia qualcosa – in questa devastante deriva etica e pericoloso decadimento dei valori – divenendo protagonista per contribuire al bene della collettività e del prossimo, non lasciando l’Italia nelle mani di manigoldi, affaristi e faccendieri" ....

Iniziamo con l'adozione del PROTOCOLLO C3!

PROTOCOLLO C3, anche alle elezioni dell'ANM .... WHY NOT?

ASSOCIAZIONE PROTOCOLLO C3

www.protc3.org

Anonimo ha detto...

24 gen ore 23:49 - Berlusconi:

ROMA - "Penso che si possa dare all'Italia una giustizia piu' giusta e farla finita con chi la pensa in modo contrario".

NO COMMENT.. -Adesso la giustizia va male ma con questo signore al governo e' finita..

Anonimo ha detto...

BRAVO!!!!COSI' SI FA!!!!SONO FIERA DI ESSERE ITALIANA QUANDO SO CHE ESISTONO ANCORA UOMINI COME LEI!!TUTTE LE PERSONE ONESTE ERANO,SONO E, SARANNO SEMPRE DALLA SUA PARTE!GRAZIE PER TUTTO CIO' CHE HA FATTO PER NOI DURANTE IL SUO LAVORO DI MAGISTRATO E,GRAZIE PER AVERCI DATO LA GIOIA DI AVER REAGITO ALL'INSULTO e ALL'INGIUSTIZIA CHE LE HANNO FATTO ED INDIRETTAMENTE HANNO FATTO A NOI CHE LA STIMIAMO PROFONDAMENTE!UN ABBRACCIO

Anonimo ha detto...

In tempi così rissosi e pieni di insidie uguali per tutti, ma "più uguali" nel caso dei giudici, mi preoccupa l'incauta professione di fede del webmaster. Anche perché pochi giorni fa ho letto le dichiarazioni di una signora agli arresti domiciliari, che si sente "nel mirino perché cattolica". Un inquietante monito viene dunque da coloro che credono nel Sacro valore della Famiglia, nel senso più ampio e profondo del termine (onora il padre, la madre, il padrino, il consuocero...), come quell'altro campione del motto "io c'entro". Che però dice che non c'entra con la mafia, pare anzi che si adoperasse a fare il Salvatore di altri cristiani perseguitati. Del tipo di quello che si era fatto la cappella privata perché non poteva (per colpa dei soliti magistrati!) andare liberamente in chiesa. Forse quel Salvatore sta ora pregando per la sua salvezza, perché nessuno, in vista di un qualche "governo istituzionale", chieda la sua testa per salvare la faccia.

"Uguale per tutti" ha detto...

.

Per Anonimo delle 3.38.

Gentile Lettore,

abbiamo "messo su" questo blog perchè fosse un luogo di confronto aperto e "franco".

L'idea è che in un tempo in cui la gente "pensa" poco e combatte livorose "guerre fra bande" si potesse provare a dimostrare che si può parlarsi senza pregiudizi e si possono cercare insieme, anche fra chi non la pensa nello stesso modo, percorsi verso il bene comune, senza il quale (bene comune) una società si disfa (come, appunto, è sotto gli occhi di tutti).

Ci scusi se approfittiamo del Suo commento, per dirLe che esso è un esempio lampante di ciò che noi vorremmo aiutare a superare: il "non pensiero", la "guerra fra bande", l'ideologismo ottuso, il "rancore sordo" e non costruttivo.

Ci scusi se Le rispondiamo e se lo facciamo con una certa franchezza.

Comprenderà anche Lei, peraltro, che il fatto che Lei venga qui, dove il webmaster è a casa sua, a pretendere che egli taccia sulle sue idee e a paragonarlo esplicitamente a corrotti e mafiosi non è gesto di particolare cortesia e, dunque, vorrà non dolersi per la sincerità di questa risposta, comunque cortese (diversamente da ciò che fa Lei, noi non la paragoneremo a nessuno e la tratteremo come un "unicum", insomma come una "persona" e non come l'individuo di un branco indistinto).

Dicevamo, c'è bisogno di "pensare", di "fare in maniera razionale".

Il Suo commento è privo di questo.

Lei parla di "incauta professione di fede del webmaster".

Ma, sotto un primo profilo, Lei evidentemente non ha letto ciò che critica.

La frase del webmaster (che sono io che Le scrivo a nome di tutta la Redazione, che su questi temi del "pensiero" e della lotta ai pregiudizi ha idee assolutamente unanimi) non era, però, una professione di fede, ma, testualmente: "è più probabile che sia frutto della provenienza di altri ancora di noi dalla cultura cattolica (quella di San Tommaso, per intenderci, e non di Giuliano Ferrara :-) ), fra i quali il c.d. webmaster".

"Provenire da una cultura cattolica" non è fare "professione di fede cattolica".

Dunque, il Suo primo grave errore è farsi accecare dai pregiudizi e non leggere ciò che c'è scritto.

Questo tipo di faziosità ha il primo difetto di impedirci di "ascoltare" gli altri e di capirli.

Quell'inciso l'avevo inserito in quel commento per dimostrare ad altro lettore - anonimo come Lei - che i suoi pregiudizi ideologici nel leggere il nostro blog erano privi di fondamento.

Ma davvero, com'è che alcuni invece di leggere concentrandosi sui contenuti sanno solo leggere cercando di individuare una "appartenenza"?

Ma non conoscete gente che ha idee, ma "non appartiene"?

Lei dovrebbe apprezzare che il riferimento alla "cultura cattolica" era blando e generico, proprio per rispettare il fatto che nella Redazione e fra i lettori di questo blog ci sono persone di ogni opinione religiosa: credenti e no, cattolici e no.

Il nostro obiettivo è lasciar chiaro (e per tanti lo è con evidenza) che qui non si fa questione di appartenenza e, dunque, qui hanno "cittadinanza" tutti.

D'altra parte, a fronte del Suo intervento, comprenderà che, se c'è spazio per tutti, ci deve essere spazio anche per me, che questo blog lo porto materialmente avanti.

Io pubblico qui le Sue idee. Che dice, posso pubblicare anche le mie?

Oppure, per evitare che Lei "si preoccupi", mi devo censurare?

Vede il pericolo del non pensare?

Quelli di noi che ci conosciamo qui e che facciamo cose insieme non abbiamo questi problemi.

Ci confrontiamo serenamente, ognuno dando ciò che è e che ha.

I codici di comunicazione di una società ottusa ci costringono, invece, in pubblico, a continue precisazioni, "perchè non si pensi che".

Ma "pensare" è una cosa seria.

Tornando a me e a noi, non avevo fatto alcuna professione di fede, ma solo di "provenienza culturale" (spero che Lei abbia almeno un'idea dell'esistenza di una "cultura" cattolica plurimillenaria, che, tanto per dire la cosa più banale, è quella su cui si fonda il "Benigni legge Dante" di questi giorni).

Il Suo intervento, però, pone ora un problema.

Io non avevo preso una posizione sul mio credo.

Non l'avevo fatto per tutti i motivi che ho detto sopra.

Ma Lei viene, mi biasima e mi sfida.

A questo punto io che devo fare?

Se mi fermo qui, Lei ha ottenuto il Suo rozzo obiettivo (che Le illustrerò meglio più sotto) di "censurarmi" e di far passare la Sua idea che il webmaster si deve tenere le Sue idee per sé e che i cattolici sono corrotti e mafiosi.

Dunque, Lei mi costringe a fare ciò che non avevo fatto ieri e dirLe che sono convintamente cattolico.

Ora ha avuto la "professione di fede", che ieri non c'era. La Sua sfida mi ha costretto a questo.

Era una sfida "ragionevole"?

E qui Le devo fare l'altra parte del discorso: dopo quella sul "pensare", quella sul non essere "faziosi", "rancorosi", "livorosi". Perchè tutto questo acceca.

Gentile Anonimo, ma che senso ha classificare la gente per appartenenze?

E' proprio una cosa de tutto insensata e moltissimo pericolosa.

Lei, per disprezzare i cattolici cita alcuni di loro che non fanno fare bella figura alla "categoria", ma guardi che cattolico si dice Totò Riina, ma anche madre Teresa di Calcutta; Buttiglione, ma anche Tommaso Moro, che è santo e martire ed è il patrono dei giudici italiani (ne studi la storia, scoprirà che quella di Tommaso Moro è veramente una lezione attualissima, che ci sarebbe di grandissimo aiuto, nel frangente politico ed etico nel quale ci troviamo, per venirne fuori. Una lezione di tolleranza e di coerenza, di sincerità e di coraggio, di onestà e di dedizione al bene comune).

Cattolico si dice Casini, ma anche padre Alex Zanottelli (studi anche la sua di storia), e tanti altri.

E la cosa è uguale se si prendono altre "categorie".

"Comunista" si dicevano Berlinguer e Pol Pot; socialista Pertini e Lenin. Pacifisti Ghandi e Caruso (il deputato nostro contemporaneo). Democristiani Scelba e La Pira.

Che vogliamo fare?

"Appiattirli tutti" nelle nostre ottuse "categorie" "per bande"?

Così i cattolici si priveranno di Pertini?

E i socialisti di La Pira?

E gli atei di Madre Teresa?

E i protestanti di Tommaso Moro?

Ma che senso ha?

Che senso ha quello che Lei ha scritto?

Perchè lo ha scritto?

Davvero la Sua rabbia sorda è tale da pretendere che chi dà vita a questo blog lo lasci in vita senza di sé (non nel senso di andarsene, che comunque già sarebbe un paradosso, ma restando senza ciò che è e che pensa)?

Non si rende conto che la faziosità, il rancore irragionevole danno luogo ad autentici paradossi?

Non si rende conto che, come diceva Goya, "il sonno della ragione genera mostri"?

Abbia rispetto degli altri, gentile Lettore Anonimo, e vedrà che questo si trasformerà poi in un rispetto di sé che al momento Lei sembra ignorare.

Per esempio, se solo avesse evitato la "scortesia" verso di me di cui il Suo commento è intriso, avrebbe evitato di subire questa risposta.

Non insulti gratuitamente chi non conosce.

Ascolti gli altri.

Cerchi di conoscerli e di capirli.

Non si sfrozi di fare entrare le persone dentro i Suoi schemi e dentro nessuno schema.

Provi a voler bene. Aiuta.

Non lasci che la rabbia Le annebbi la mente e le oscuri la ragione.

Concludo con un appello a tutti i lettori: credeteci, davvero lo sforzo titanico di cercare a tutti i costi fra noi una "appartenenza a prescindere", un "pregiudizio di gruppo", è vana. Siamo persone numerose e diverse - come varia è la vita, se la si sa guardare per ciò che è - che stanno qui per confrontarsi con sincerità di intenti.

Ciascuno, ovviamente, con i suoi difetti e i suoi limiti, ma chi non ne ha. Ma senza infingimenti e imbrogli, senza "retroscena".

Un caro saluto a tutti, di qualunque credo religioso, idea politica, convinzione esistenziale voi siate.

Un caro saluto anche ad Anonimo delle 3.38.

Il webmaster per e con La Redazione

Anonimo ha detto...

Tenendo sempre sveglia l'attenzione sul GRANDE de Magistris, vorrei esprimere il mio Grazie alla redazione.
Be... se si considera che l'anonimo ha scritto alle 3 e 38 lo si può anche ringraziare: dopo tutto ha permesso al webmaster di dare una bellissima lezione di stile, umanità e sapienza.
Grazie, bartolo iamonte

Anonimo ha detto...

Le parole di De Magistris sono molto forti e commoventi, e gli dobbiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Ma vorrei che in questo momento fosse chiaro, molto chiaro, che il sostegno che stiamo cercando di dare a Luigi De Magistris, vuole essere una vicinanza all’uomo e al magistrato, ma non vuole essere l’apologia di una persona, non siamo qui per "fare il tifo" (come molti insinuano, almeno intorno a me!). La nostra lotta non è per una persona soltanto, ma per la giustizia, e anche per tutte le persone che portano avanti le stesse lotte ogni giorno, ma non ne sentiamo parlare. E credo che ce ne siano tante. In questo senso vorrei esprimere la mia solidarietà anche all’avvocato che si è dimesso dall’ordine. Ogni volta che la giustizia viene colpita, imbavagliata, insozzata (anche dalle stesse “toghe” ) le vittime siamo tutti noi, che siamo costretti a convivere con ingiustizie così grosse senza avere via d’uscita.

Avendo capito che ciò che fa più soffrire e che mette più in difficoltà e a rischio in queste situazioni è la solitudine, l’isolamento, e che non possiamo aspettarci la vicinanza delle istituzioni, neanche di quelle che sarebbero preposte a difenderci, allora troviamo un’altra strada. Mettiamoci in rete, ma seriamente, scambiamoci le idee e supportiamoci a vicenda. Noi cittadini e voi toghe (che poi siete anche cittadini) abbiamo bisogno di una giustizia giusta, ne abbiamo bisogno più del pane, ma per realizzare questo, serve che ci sosteniamo a vicenda.
Stiamo andando verso tempi duri, sempre di più. Stanno camminando sulle nostre teste. Berlusconi ha detto che quando tornerà al governo, penserà lui a fare una bella riforma della magistratura, in modo che non possa creare più problemi. Non voglio fare politica, né fare la Cassandra di turno, ma guardate che succederà, e allora che faremo, rimpiangeremo Mastella? (Inquietante!).

Un’ultima cosa. Su Repubblica, la scorsa settimana è uscita una pagina in cui la Senatrice Franca Rame pubblicava la sua lettera di dimissioni, indirizzata al Presidente del Senato Marini. La lettera, se volete, la trovate al link http://www.francarame.it/files/manchette_dimissioniFR.pdf , ma quello che mi ha colpito è che la senatrice dice (riporto testualmente):
“In Aula, quotidianamente, in entrambi gli schieramenti (meno a sinistra per via dei numeri risicati), vedi seggi vuoti con il duplicato della tessera da Senatore inserita nell’apposita fessura, con l’intestatario non presente: così risulti sul posto, anche se non voti e non ti vengono trattenuti 258 euro e 35 centesimi per la tua assenza, dando inoltre la possibilità ai “pianisti” di votare anche per te, falsando i risultati.”
Scusate, ma questo non è un reato?

Saluti.

Anonimo ha detto...

Nell'inaugarazione dell'anno giudiziario 2008, il procuratore generale Delli Priscoli ha rivendicato l'importanza dell'autonomia dell'Ordine Giudiziario e invitato allo stesso tempo i magistrati ad evitare il protagonismo e a non farsi attrarre dalla ribalta dei mass media.
Mi sa che è un ulteriore ammonimento a de Magistris e Forleo: si viaggia spediti verso la normalizzazione. Ci penseranno a breve Berlusconi e Veltroni a far si che essa raggiunga il suo apice.
Auguri italiani.
bartolo iamonte

salvatore d'urso ha detto...

X il webmaster e anonimo delle 3.38...

E' ovvio e naturale che ogni singolo individuo deve essere valutato e considerato per le azioni che compie in vita e non per la fede religiosa o politica in cui crede, poichè io sono convinto che la verità non la si può attribuire a nessuno, ma che possiamo magari percepire secondo la nostra coscienza e intelligenza verso quale strada è indirizzata la verità... e così anche per la giustizia.

Esempio:

Io non so De Magistris in cosa crede... di che fede è... e le sue idiologie politiche non le conosco... ma conosco le sue azioni, ciò che ha fatto... e cosa lo ha spinto a fare tali azioni, il suo credo... la sua missione. So che al primo posto ha messo la Costituzione e il dovere di servire lo Stato italiano, e la conferma di ciò è sotto gli occhi di tutti...
E così penso che lui sia un uomo giusto, un modello da seguire.
E quindi chiedo al webmaster e ad anonimo... per voi è lo stesso? Anche se scoprite che in realtà è di fede musulmana... e politicamente vota Rifondazione o Alleanza Nazionale?

E' interessante e condivido ciò che ha scritto il webmaster quindi...

La verità non è di certo dei cattolici... e tantomeno dei musulmani o dei buddhisti...

Così come non lo è per le stereotipate idiologie comuniste, fasciste o anche democristiane e socialiste.

Valutiamo gli uomini per quello che sono, per quello che fanno... e non per il colore del vestito che portano.

Ma soprattutto impariamo ad imitare le gesta delle persone che secondo la nostra coscienza sono giuste, anche se c'è un prezzo da pagare...

Le ombre sono prima di tutto dentro di noi... nella nostra testa, nel nostro spirito, dobbiamo avere il coraggio e la forza di saperle scacciare... o quanto meno di tenerle sotto controllo.

Il cammino verso la luce sarà possibile solo quando saremmo in grado di illuminarci dentro.

Anonimo ha detto...

Caro De Magistris
Le scrivo di getto avendo volutamente preferito omettere di leggere ogni altro commento prima id farlo (naturalmente subito dopo sarò curioso di sentire ogni altra voce).
Le scrivo di getto perchè ho da farLe una proposta provocatoria ma non troppo.
Venga da noi, si iscriva all'Albo degli Avvocati.
Vedrà che avrà egualmente infinite occasioni (ma in certi casi assai più libertà di movimento) per perseguire l'ideale di Giustizia che ha da sempre uniformato il Suo agire.
Cordialità

Andrea Falcetta

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Annalisa.

Cara Annalisa, mille grazie per il prezioso suggerimento.

Abbiamo pubblicato la bellissima lettera di di missioni di Franca Rame a a questo link.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Sarò il primo cliente qualora de Magistris accetti la proposta dell'avvocato Falcetta. Ma io, considerato che egli ama la Calabria, lo preferirei candidato alla sua presidenza.
bartolo iamonte

Anonimo ha detto...

Caro Salvatore, va bene parlare di cose politiche, ma non tirare in ballo le religioni, per favore ! Che ne sai tu di chi è la verità ? Ognuno sceglie la propria, e non mi sembra che tu sia il Verbo ovvero (da come ti esprimi....) il Grande Architetto dell'Universo !

Anonimo ha detto...

Cara Redazione,cari Tutti

desidero ricordare che martedi' 29 gennaio prossimo il CSM tornera' ad occuparsi della questione di Clementina Forleo, di cui nessuno parla piu'.

Il CSM aveva rinviato in attesa di notizie circa lo stato delle indagini presso la Procura di Potenza, la quale, a cio' che sembra, aveva iscritto almeno uno dei PM di Brindisi che avevano indagato sull'incidente dell'estate 2005 in cui morirono i genitori della Forleo.

Anche il PM potentino incaricato dell'indagine poco prima di Natale ed appena qualche giorno dopo aver ascoltato i testi, ebbe un terribile incidente che lo ha condotto in rianimazione ed ora impone un lungo periodo di cure e convalescenza (la notizia e' comparsa sul Corsera in un articolo del sempre preciso Vulpio).

Tutti i suoi fascicoli sono stati percio' affidati ad latri colleghi, specie per quelli piu' urgenti.

Adesso siamo al redde rationem.

Il monito ( anzi i moniti ) del P.G. della Cassazione, del Primo Presidente e del Presidente della Repubblica oggi in occasione dell'inaugurazione di questo tristissimo anno giudiziario non lasciano spiragli molto illuminanti, specie poi se messi a confronto con il trattamento appena riservato all'altro "cattivone" De Magistris.

Vorrei richiamare l'attenzione di tutti su questo tema, perche' il silenzio non aiuta gli innocenti...

Anonimo ha detto...

ho fatto un video di sdegno sulle scene agghiaccianti del Senato il giorno della caduta di Prodi, fatelo anche voi e caricatelo su Youtube! si devono vergognare!

ps_ ho trovato un articolo mooolto interessante riguardo l'ultima mossa di Mastella prima di dimettersi (ovviamente si tratta di nomine), il link è questo

Anonimo ha detto...

Gentile redazione, segnalo che su www.lucania.ilcannocchiale.it è possibile ascoltare l'intervento che ho tenuto nel corso della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario in quel di Potenza

Spero di poter contare sulla vostra ospitalità.

Grazie

Maurizio Bolognetti

Anonimo ha detto...

Pensavo di mandare un messaggio di solidarietà a De Magistris, se metto sulla busta solo PROCURA DELLA REPUBBLICA di CATANZARO (non conosco l'indirizzo)dite che arriva? Grazie, Anna Maria

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Anna Maria.

L'indirizzo esatto è:

dr Luigi De Magistris
presso Procura della Repubblica
del Tribunale di Catanzaro
via Falcone e Borsellino
88100 Catanzaro

Anonimo ha detto...

Grazie Luigi, sei di esempio a tutti noi magistrati che crediamo nei valori da te indicati e per i quali lavoriamo e ci sacrifichiamo, spesso in condizioni di lavoro inumane ( certo non perchè pensiamo di fare una missione, ma per senso dello Stato e per fedeltà alla Costituzione in nome della quale abbiamo prestato giuramento ). Sei di esempio soprattutto per me, allontanato da Salerno e messo al "confino" lucano per aver fatto e osato fare cose che il potere non tollera, come l' applicazione vera dell' art. 3 Cost. e per avere trattato tutti, forti e deboli, con una unica legge. Nel mio piccolo ho cercato di applicare gli stessi principi che tu hai applicato in cose ben più grandi: ma anche questo il potere non tollera !!!! Seguirò il tuo esempio e continuerò "con la schiena dritta", come sempre, ad esercitare le funzioni. Grazie, grazie, grazie ancora del tuo esempio !!!! Luigi Barrella

Carmelo Pizzino ha detto...

Vi confesso che ho avuto non pochi tentennamenti nell'esporre questo mio pensiero se non altro perche', se mal esposto o mal interpretato, potrebbe suscitar le ire dei sostenitori di De Magistris.Voglio dunque premettere che il mio unico intento e' solo quello di capire non di giudicare ed in questo chiedo la vostra collaborazione.Pur non essendo un "operatore di diritto", ho provato a farmi un'idea della vicenda ascoltando la requisitoria del s. procuratore nonche' l'arringa del difensore di De Magistris. Cercando di districarmi tra quei concetti difficili, ho intuito innanzitutto che gli addebiti sono meramente di natura disciplinare non penale, perche'si sono violate norme deontologiche( vi prego se sono fuori strada correggetemi). Mi avventuro in un esempio che traggo da quello che ho sentito( ho un timore che non vi immaginate)per sostenere quella che sara' la mia domanda finale. A quanto pare un provvedimento di fermo(????)non e' stato convalidato.. se io magistrato non convalido il fermo, chi viene chiuso in cella, anche se fosse il piu' incallito dei furfanti, sconta una misura ingiusta(ho detto bene??)dunque se la convalida e' un atto obbligatorio e io, come magistrato, non la pongo in essere, commetto un illecito sanzionabile disciplinarmente( non lo so se si dice cosi)e cio'anche se il fine del mio provvedimento era giusto ossia mettere al fresco il furfante.Ora mi chiedo.. sono autorizzato a pensare che le regole cui mi devo attenere nell'esercizio delle mie funzioni siano derogabili? Posso dire che il fine giustifica i mezzi per cui anche se il mio atto non e' proprio perfetto da un punto di vista formale.. visto l'obiettivo perseguito, non sono passibile di rimprovero? Oppure devo ritenere che quelle norme siano obbligatorie con la consguenza che se le violo (anche se in buona fede) paghero' lo scotto del mio errore? mi gratifica l'idea che in Italia ci siano magistrati del calibro di De Magistris che lavorino giorno e notte per il solo bene della giustizia( dormo sereno) ma rifiuto l' idea che ci possa essere qualcuno che instauri un processo contro un magistrato al solo fine di allontanarlo dal suo operato. Sono combattuto.. forse tra le due opposte soluzioni preferirei quella che ritiene il nostro magistrato "colpevole" di aver omesso qualcosa di importante piuttosto che quella che suggerisce "imbrogli" molto gravi e che incidono non tanto sul singolo magistrato ma direttamente sul cittadino privandolo della vera giustizia( che ' poi l'idea diffusa tra tanta gente).. certo pero' che la sanzione inflitta mi sembra sproporzionata( ma non so nemmeno quali siano le misure disciplinari e come si applicano) e allora si riaffaccia lo stesso dubbio di prima... Non mi sento di schierarmi dalla parte del magistrato perche' mi rimane quel dubbio che violazione ci sia stata(e che nessuno si scandalizzi gli uomini possono sbagliare.. non sarebbero uomini altrimenti)ma non mi sento nemmeno di condannarlo perche' lui esercita funzioni importanti e difficili e solo per questo ha diritto ad un'ammirazione da parte del cittadino. non so piu' che pensare, non so da dove partire e mi fa paura il pensiero di essere frainteso ma forse e' meglio esser fraintesi e ricevere spiegazioni piuttosto che tacere e rimanere nel dubbio. Vi ringrazio in anticipo e scusate se ho scritto"fesserie"

Anonimo ha detto...

Voglio ringraziare Luigi De Magistris per aver dimostrato a tutti di essere persona di estrma correttezza,di non aver chinato la testa davanti all'arroganza di chi approfittando della posizione che ricopre,vuole poter fare il buono e il cattivo tempo,infischiandosene della legge.
De Magistris ha qundi la mia solidarietà e stima.

Anonimo ha detto...

Ogni volta che leggo De Magistris ne rivedo passione , serenità , lucidità e sofferenza. Conosco da venti anni questa magistratura che mi ha tolto la voglia fortissima e la spinta ideale di seguirne le orme; le avevo al liceo; ho poi dovuto capire che non amministrano la giustizia ma l'hanno solo affossata anche con leggi che fanno loro perchè da sempre siedono negli Uffici legislativi , oltre che in Parlamento ( da poco). Prima di tutto qyesto clamore seguivo De Magis e gli ho espresso la mia solidariewtà avendolo sentito in un convegno a Soverato. Allora ho compreso che lui voleva farsi capire e contribuire all'apertura di ogni singolo cittadino , alle cui domande quella sera ( con tutte le " strane" difficoltà che si sono verificate prima dell'inizio )ha risposto con semplicità e serietà. Virtù preziose e rare che mi hanno convinto che lui era vero.Molto ma molto di più di quello che i mass media fanno apparire . Molto di più agli occhi di una persona consapevole ,che dall'interno sa , come nel mio caso.
Volevo aiutarlo e mi è stato impedito ; poi leggendo alcune cose della sua storia personale ho compreso che lui parte da lontano e che non era maturo come ora, ora che ha passato e passa la delusione, perchè lui credeva ancora , mentre ora sa dii essere solo o per meglio dire che perderà altri per strada di quelli che ora lo sostengono perchè è naturale che si stanchino o dimentichino o sono " monete false".
Nella sua storia - persino l'indecisione con la facoltà di filosofia- rivedo molto di me e ho paura ; so che ad un prezzo altissimo noi non pieghiamo la schiena e per questo loro che lo sanno ci puniscono in modo esemplare e fortemente ingiusto perchè così ci feriscono in modo pseudo-dantesco ( stante l'anti-Stato) proprio nel nostro ideale ( la giustizia) che De NMagi ha esercitato anche quando ha scritto un atto di 128 pagine per tutelare l'indagato e consentirgli la totale difesa...e che hanno invece artatamente rivolto a suo sfavore. Gli parlerò prima o poi; intanto spero che trovi anche in famiglia consolazione di quello che sta soffrendo ( e che è solo l'inizio, poichè ora è ancora in guerra e spera di vincere).Io ho paura per lui e posso solo dire che sarei onorata di lavorare con lui e come me credo che lo sarebbero tanti ( pur profondamente delusi). Questo per lui è un risultato che nessuno potrà mai togliergli.Avere conquistato chi non crede.Non solo lo studente idealista, ma quello che ha già vissuto.Consapevole che così continuando la magistratura imploderà e questa decisione contro di lui è stata e sarà l'inizio della fine della " magistropoli".SPERO questo come cittadino per il quale la giuistizia e la sua emanazione ( Costituzione) sono essenziali e insostituibili valori e sono invece divenuti insopportabile mercimonio.

"Uguale per tutti" ha detto...

Risposta a Pirata.

Caro Lettore,

1. Non si faccia alcun timore a esporre con serenità le Sue idee, i Suoi dubbi, le Sue domande.

Abbiamo già scritto altrove qui che il nostro desiderio è che i Lettori si sentano veramente liberi qui di esprimere le loro opinioni senza timore alcuno, curando solo - come Lei ha fatto benissimo - di usare forme cortesi.

2. I Suoi dubbi sono del tutto legittimi, perchè c'è un grave difetto di informazione sui veri "fatti" della vicenda che ha coinvolto il collega De Magistris.

Nei prossimi giorni cercheremo di colmare - almeno in parte - questa lacuna, pubblicando alcuni atti e alcuni commenti.

Intanto, con riferimento alla vicenda della mancata convalida dei fermi, rinviando agli atti che troverà pubblicati sul blog nei prossimi giorni, la si può riassumere così.

Luigi ha disposto numerosi fermi e ne ha chiesto la convalida a diversi G.I.P. competenti (Luigi è un P.M. e la convalida è un atto del G.I.P.).

La richiesta di convalida era in questo caso un atto molto corposo e in essa sembra siano sfuggite, alla fine, per un refuso, le parole "chiede la convalida ...".

Altri G.I.P. hanno interpretato l'atto nel suo complesso (come è pacifico che si debba fare: perchè gli atti vanno letti nel loro senso complessivo al di là delle singole parole usate o non usate) e hanno ritenuto che la richiesta di convalida vi fosse.

Il G.I.P. di Catanzaro ha ritenuto che la richiesta non vi fosse e non ha convalidato i fermi.

Per giudicare chi formalmente avesse ragione bisognerebbe avere la richiesta inviata al G.I.P. e non l'abbiamo.

Ma la risposta che Lei ci chiede e altra e possiamo darglieLa.

La questione è solo formale, perchè nessuna conseguenza pratica ha avuto sullo stato di custodia degli indagati.

Peraltro, se l'avesse avuta, l'avrebbe avuta in loro favore, nel senso che, mancata la convalida, i detenuti sarebbero stati liberati.

Ciò che è accaduto è che Luigi, mancata la convalida dei fermi a Catanzaro, ha adottato un nuovo provvedimento, del quale ha chiesto la convalida al G.I.P.. Il G.I.P. stavolta ha rigettato la convalida nel merito (e non più per mancata richiesta).

Luigi ha fatto ricorso al Tribunale della Libertà e il Tribunale ha dato ragione a lui e torto al G.I.P..

Rinnovando a tutti l'invito a non avere timore a dire ciò che pensano, un caro saluto.

La Redazione

Anonimo ha detto...

da il sole 24 ore del 27 1 07

Le parole dure di Vicenzo Iannelli, procuratore generale fresco di nomina, sono parse una requisitoria contro De Magistris, mai nominato espressamente. Paralano di Why not Iannelli ha detto che, quando è stato dalla procura generale, il processo si presentava confuso. Rammentando che l’avocazione è uno strumento tecnico per dare trasparenza all’attività investigativa, ha aggiunto: tutta quella confusione non poteva risolverla un solo magistrato e adesso ci sono tre procuratori generali per operare con razionalità e dare completezza all’indagine. Poi l’affondo: Bisogna evitare un a personalizzazione dell’indagine di tipo sessantottino.

Carmelo Pizzino ha detto...

Grazie redazione, non tanto per le risposte( vi ringrazio anche per quelle ovviamente)ma soprattutto per avermi messo "a mio agio". Attendero' altre vostre pubblicazioni e commenti per cercare di farmi un quadro della situazione( per quanto mi e' possibile). Nel frattempo mi riservo( col vostro benestare) di poter intervenire ancora in merito a questo come ad altri argomenti.

Anonimo ha detto...

Anch'io ho sentito Iannelli (in televisione) riferire che "il caso Why not è servito per fare chiarezza" che intendeva dire?
Che l'inchiesta è giusta ma il
metodo sbagliato o che altro?
Alessandra

Vincenzo Scavello ha detto...

Il Dott. Iannelli non ha detto soltanto che l'avocazione dell'inchiesta di De Magistris è servita a fare chiarezza, ma ha ribadito che, data la complessità dell'inchiesta, non era possibile lasciarla in mano ad un solo Magistrato.

Mi chiedo: da quanti Magistrati è composto, adesso, il Pool che indaga sulle vicende Why Not?

Se un solo Magistrato (De Magistris) aveva fatto tutto quel bel po' di casino, il Pool di adesso brucerà sicuramente le tappe per vedere assicurati alla Giustizia tanti illustri personaggi, proprio com'è avvenuto per la Sanità Calabrese. E c'è da considerare che i Fondi Comunitari su cui indagava De Magistris erano altrettanto corposi se non superiori a quelli sottratti alla Sanità!

Siamo impazienti e attendiamo fiduciosi di sapere, speriamo presto, chi e come ha divorato un'altra bella fetta di Fondi Comunitari destinata all'agognato sviluppo della Calabria.

Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Porgo le mie sentite - davvero - scuse per un post di qualche giorno fa (quello "preoccupato per il webmaster ed altri cattolici"), dopo aver letto un'appassionata risposta che mi trova (forse stenterà a crederci) assolutamente d'accordo. L'idea di aver offeso una persona stimata, anche se involontariamente, mi obbliga a fare chiarezza.
Il problema di fondo è che, in tempi difficili, può capitare di voler reagire alle brutte notizie con un po' di ironia (che però anche Lei sa usare, che c'è di male?), ma può anche capitare di prendere per non ironico qualcosa che voleva esserlo, perché troppo presi dalla gravità del momento. O, peggio, perché ci stiamo abituando ad una realtà talmente estrema da superare le sue peggiori caricature! E stiamo, dunque, sempre pronti a difenderci dalle farneticazioni quotidiane. Poco importa se esse siano sentite o simulate, tanto più che chi fa certe dichiarazioni pubbliche non credo che ci creda: recita, come recita chi ne fa la caricatura.
Quale voleva essere il senso del mio messaggio, per quanto in certi aspetti discutibile?
1) gli italiani che difendono la legalità sono esposti a continui attacchi, specialmente voi giudici (questo, sia ben chiaro, lo trovo molto ingiusto e ingrato)
2) mentre quasi nessuno difende i giudici ingiustamente perseguitati, una delle inquisite più altolocate si dichiara spudoratamente, a sua volta, ingiustamente perseguitata (e questo fa parte del copione, fanno spesso così, ma anche in questo solidarizzo con i presunti persecutori, che vorrebbero giusto... applicare la legge)
3) alla ricerca disperata di un fumus persecutionis, la potente di turno si lancia in un rocambolesco "perseguitata perché cattolica" (anche qui preciso che non vedo gli estremi del martirio, mi sa piuttosto che una ventina di secoli fa, al Colosseo, lei sarebbe stata piuttosto dalla parte dei leoni)
4) la trovata, apparentemente surreale, si inserisce in un'aberrante tradizione di chi ha usato tante volte la religione come scudo (v. il famoso scudo crociato..) per ripararsi da gravissime accuse, come se la devozione potesse dare di loro un'immagine pia, impossibile da associare a tanti gravi delitti e malefatte
5) di questi tempi gli stupidi e gli ignoranti sono sempre in agguato, e spesso sono anche considerati autorevoli
6) qualsiasi cosa esprima un giudice (solo in questo senso, ironicamente, "incauto"), i suddetti la useranno contro di lui
7) non gliene potrà fregare di meno del fatto che in nome della cristianità sono state fatte sia ottime che pessime cose: in questo caso il fatto che non sia un cattolico ipocrita, che ci creda davvero, verrà usato paradossalmente come aggravante sospetto di fanatismo
8) viviamo in una pseudo-civiltà che dà molta importanza alle etichette, alle appartenenze, e le gira e rigira a convenienza per "promuovere" o "bocciare" qualcuno.
Aggiungo infine che nell'impietoso quadro della contemporaneità che ho dato, e che volevo in qualche modo rappresentare, temo che non ci sia spazio per la finezza del distinguere una provenienza culturale da una professione di fede.
Spero che ora sia tutto chiaro, e che possa immaginare quanto fossi frastornato nel leggere la Sua replica. Più mi attaccava, sebbene con quel solito garbo poco meritato (visto l'equivoco), e più sfondava una porta aperta. Spero almeno di non aver fatto perdere del tempo inutilmente, in quanto la replica ha dato occasione di ribadire concetti importanti, di rara tolleranza, ed è stata già apprezzata da altri lettori.
Chiedo ad ogni modo di scusarmi ancora, forse per non essere frainteso sarebbe bastato usare le faccine, come questa che Lei usa a volte :-)
O questa, mentre alludevo a chi si atteggia a Santo e martire O:-)
I giudici, manco a dirlo, tutti cattivi >:-(
Cordialissimi saluti, e grazie infinite per ciò che scrivete

"Uguale per tutti" ha detto...

.

Per Anonimo delle 4.11

Gentile Lettore,

ci dispiace, ma non possiamo accettare le Sue scuse, perchè ... non ci sono dovute :-)

La comunicazione solo scritta è difficile, perchè mancano una serie di "segni" che normalmente accompagnano quella orale (la mimica del viso, i gesti, la postura, ecc.).

Dunque, è fatale che sorgano equivoci.

In ogni caso, la nostra idea è fondamentalmente che qui stiamo provando a comunicare, a mettere in atto e in campo un modo di relazionarsi che a noi sembra "naturale", ma che sconta il diffuso degrado degli strumenti di dialogo che caratterizza il nostro tempo: le persone sono ormai "disabituate" a comunicare davvero.

Dunque, è normale che ci sia un tempo di "rodaggio". Un tempo nel quale ognuno deve "abituarsi agli altri", capire i loro "segni", "sintonizzarsi".

In questo senso, questo scambio di mail è stata, con il "senno di poi", una bellissima opportunità.

Davvero grazie di cuore a Lei.

Grazie per l'attenzione. Grazie per la pazienza. Grazie per la disponibilità. Grazie per l'amicizia.

Scusi Lei, a Sua volta, il tono "deciso" della mia risposta dell'altro giorno, ma il tema era di quelli "caldi" e ci tenevo a lasciare ben chiare le cose.

Questa "occasione", peraltro, rende evidente come un approccio attento agli altri (quale Lei ci ha così squisitamente offerto) e non solo a se stessi renda del tutto irrilevanti i torti e le ragioni.

Perchè a ognuno finisce con l'importare di più il "risultato" complessivo finale che l'affermazione del proprio ego.

Grazie davvero e di cuore.

Un caro saluto.

La Redazione

P.S. - Noi speriamo vivamente che Lei, oltre ad accompagnarci in questa esperienza, se ne senta partecipe (perchè l'esperienza di questo confronto dimostra che lo è e grandemente). Quindi, ci permettiamo di chiederLe di non farci mancare i Suoi contributi di pensiero, intervendendo quando e come vuole.