giovedì 29 maggio 2008

L’incontro fra l’A.N.M. e il Ministro della Giustizia


Ieri 28 maggio 2008 il Ministro della Giustizia ha incontrato la Giunta Esecutiva Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati.

I vertici dell’A.N.M. hanno consegnato al Ministro Alfano un documento con un articolato elenco di proposte per la soluzione dei principali problemi che affliggono la giustizia.

Il documento può essere letto a questo link.

Il Ministro ha manifestato l'intenzione del Governo di intervenire sui temi del funzionamento della giustizia a partire delle riforme sulle quali vi è ampio consento da parte degli operatori.

Ha altresì negato l'intenzione del Governo di procedere nuovamente ad una riforma dell'ordinamento giudiziario e ha richiamato il contenuto del programma elettorale nel quale si fa
riferimento ad una marcata distinzione delle funzioni e non alla separazione delle carriere.

Ha aggiunto che eventuali modifiche delle competenze del CSM non sono indicate nel programma elettorale, dove vi è solo un generico riferimento in materia di responsabilità civile dei magistrati, questione che al momento non viene considerata prioritaria.

Ha manifestato, inoltre, la sua disponibilità al confronto e al dialogo con gli organismi rappresentativi dell'A.N.M., anche mediante incontri periodici.

Il Ministro ha, infine, accolto la richiesta dell’A.N.M. di istituire un tavolo tecnico sulla questione retributiva, tavolo che sarà attivato già dalla prossima settimana e coordinato dal sottosegretario
Caliendo, con il programma di elaborare proposte concrete da inserire già nella prossima finanziaria, con particolare riferimento alla perequazione economica con le altre magistrature.


20 commenti:

Anonimo ha detto...

il documento è pienamente condivisibile, non so cosa darei per vederlo attuato, anche se sto perdendo quell'innocenza propria dei giovani, quella che negli altri paesi riesce a cambiar qualcosa.
matteo

Anonimo ha detto...

Sei proprio sicuro che siano stati sempre i giovani a "cambiare qualcosa" ?

I giovani sono tendenzialmente conformisti: basta vedere come seguono le mode e come si adeguano ai costumi.

Essere autonomi ed essere pertanto liberi di scegliere non è mai stata propriamente una caratteristica del mondo giovanile.

Con qualche eccezione, sarà sempre così.

E riguardo alla pretesa "innocenza" dei giovani, per il solo fatto di essere giovani, ho dei seri dubbi.

La categoria del "giovane" è anch'essa un frutto del '68: prima si era giovani anagraficamente, ma subito adulti, una volta maggiorenni.

Oggi, invece, si vedono cadenti sessantenni con tanto di orecchini, collane e capelli lunghi ... che pena !

Non ti angustiare, quindi, se non riesci a cambiare qualcosa: fai il tuo dovere e farai quello che la società e/o la tua morale ti richiedono.

Scoprirai che anche far solo questo non è poi tanto facile !

Auguri.

Anonimo ha detto...

Direi che siamo ancora in una fase abbastanza lunga di convenevoli istituzionali, peraltro probabilmente immancabili e comunque utili a creare una proficua atmosfera di collaborazione.
C'è ancora da attendere quindi che dalle parole si passi ai fatti, e che questi ultimi siano realmente positivi per la risoluzione dei tanti problemi della giustizia - primo tra tutti la lungaggine dei tempi di definizione - che restano sul tappeto.

Anonimo ha detto...

E mentre i professori discutono l'ammalato muore, anzi è già morto.
Alessandra

Anonimo ha detto...

I "convenevoli" sono più o meno gli stessi di qualche anno fa: la differenza è che oggi l' A.N.M. è profondamente divisa al suo interno, e di questa situazione ne faranno le spese tutti i Magistrati.

Anonimo ha detto...

Credo che le divisioni in magistratura vi siano sempre state.
Anzi, probabilmente non vi è mai stata nemmeno una vera associazione, ma una "camera di compensazione" tra le diverse correnti.
Si è fatto solo quello che andava bene a tutti, cioè molto meno di quello che sarebbe servito.
Personalmente ritengo sia un bene che le correnti escano allo scoperto e si assumano la responsabilità delle proprie diversità.
La concorrenza, quella vera, è un fattore di progresso.
Il "trust" che si vorrebbe mantenere, no. Questa è la mia opinione.

Anonimo ha detto...

per paolo emilio:

non mi aspetto che un 60-70enne riesca o abbia voglia di cambiare il sistema; sistema che egli ha contribuito a formare ed alimentare.

La maggior parte dei giovani non è conformista, è r-a-s-s-e-g-n-a-t-a, che è cosa ben diversa, comunque una tragedia per questo paese.

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente le osservazioni di Gabriele (Di Maio).

Le "divisioni" dell'A.N.M. non nuocciono alla magistratura. Ciò che nuoce alla magistratura è l'accordo di potere all'interno dell'A.N.M..

Le divisioni, nella misura in cui impongono a chi detiene il "potere interno" di dare conto del loro operato, sono un prezioso e fino a oggi rarissimo elemento di democrazia e trasparenza.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

A Felice Lima e Gabriele Di Maio:

Vero, ma l' A.N.M. non è un "Parlamento" nazionale, dove le divisioni sono fisiologiche ed entro un certo limite utili per il buon andamento della democrazia.

L' A.N.M. non è un'istituzione politica, o almeno non dovrebbe esserlo, ma è soltanto un'associazione di categoria, la cui principale ratio essendi è quella di fare gli interessi dei propri iscritti.

In tal senso, vista l'attuale maggioranza parlamentare, verosimilmente destinata a durare cinque anni, non gioverà certamente agli interessi della categoria presentarsi così divisi. Intelligenti pauca.

Al "giovane" delle 15.27:

E' "rassegnata" proprio perché è conformista ... E poi, in fin dei conti, i sessantenni di oggi erano i sessantottini di ieri !

Cordiali saluti a tutti.

Anonimo ha detto...

Caro Paolo Emilio,
Premetto che non sono assolutamente titolato ad intervenire, ma siccome questo allevia un po della mia rabbia, mi lancio! Non sono assolutamente d'accordo con le Sue parole qui riportate "In tal senso, vista l'attuale maggioranza parlamentare, verosimilmente destinata a durare cinque anni, non gioverà certamente agli interessi della categoria presentarsi così divisi. Intelligenti pauca."
Mi sembra grave affermare questo: L'Ordine Giudiziario è uno dei tre (due) Poteri che costituiscono il nostro Stato, tra loro non devono esistere conflitti ma rispetto dei ruoli!
Intelligenti pauca.
b

Anonimo ha detto...

Alle considerazioni di Bartolo Iamonte sul commento di Paolo Emilio delle 16.39 vorrei aggiungere che io trovo mistificatorio (non da parte di Paolo Emilio, ma da parte di chi "orienta" i mass media) che la questione sia posta come se in discussione fossero gli interessi di una categoria professionale.

Ciò che io auspico è che l'A.N.M. e i magistrati tutti difendano non loro interessi personali o di categoria, ma, come spessissimo finora hanno fatto, interessi comuni ai cittadini in quanto tali.

Non si tratta di contrapporre "i magistrati" ai "politici", ma di indurre tutti a rispettare i loro doveri verso il Paese e ad assicurare ai cittadini ciò a cui hanno diritto: una giustizia decente.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Ringrazio Felice Lima dell'opportuna precisazione (anche riguardo al sottoscritto), ma continuo a domandarmi perché un'associazione di categoria dovrebbe farsi portatrice di interessi diversi da quelli indicati nel suo Statuto, ancorché con nobilissimi intenti, almeno come tali dichiarati.

Mi spiego meglio, riportando l'art. 1 dello Statuto dell'A.N.M.:

"L’Associazione si propone i seguenti scopi:
1) dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali;
2) propugnare l’attuazione di un Ordinamento Giudiziario che realizzi l’organizzazione autonoma della magistratura in conformità delle esigenze dello Stato di diritto in un regime democratico;
3) tutelare gli interessi morali ed economici dei magistrati, il prestigio ed il rispetto della funzione giudiziaria;
4) promuovere il rispetto del principio di parità di genere tra i magistrati in tutte le sedi associative ed in particolare assicurare la presenza equilibrata di donne ed uomini negli organismi dirigenti centrali, distrettuali e sottosezionali dell'Associazione, nonche' in tutte le articolazioni del lavoro associativo e nei casi in cui l'Associazione sia chiamata a designazioni di suoi rappresenanti.
5) dare il contributo della scienza ed esperienza della magistratura nella elaborazione delle riforme legislative, con particolare riguardo all’Ordinamento Giudiziario;
6) curare la pubblicazione di un periodico.
L’Associazione non ha carattere politico".

Questo soltanto per precisare che l'Associazione deve, istituzionalmente, soltanto perseguire i fini tipici di ogni associazione "di categoria".

E' ovvio che far bene il proprio dovere giovi in primo luogo a tutti i consociati, ma questo è altro discorso, e si applica non solo alla Magistratura, ma a tutti i cittadini.

Non avendo, dichiaratamente, carattere "politico", l'Associazione non è quindi titolata istituzionalmente alla tutela e/o al perseguimento di interessi generali o diffusi, essendo altre le sedi competenti, in primo luogo il Parlamento nazionale.

Naturalmente, è speranza di tutti che l'A.N.M. difenda anche gli interessi di tutti i cittadini, ma questo non è propriamente un suo dovere istituzionale, laddove lo è vigilare affinché i suoi iscritti siano e appaiano sempre degni del ruolo loro assegnato, prevedendo apposite e specifiche sanzioni "quando le loro azioni siano contrarie ai fini generali che si propone l’Associazione e quando dalla loro opera possa derivare discredito per l’Ordine Giudiziario" (art. 9).

Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

Per Paolo Emilio.

Gentile Paolo Emilio,

Lei ha riportato l'art. 1 dello Statuto dell'A.N.M..

Ma mi chiedo: lo ha anche letto?

Perché i punti 1, 2 e 5 sono i seguenti (faccio il copia/incolla dal Suo commento):

"1) dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali;

2) propugnare l’attuazione di un Ordinamento Giudiziario che realizzi l’organizzazione autonoma della magistratura in conformità delle esigenze dello Stato di diritto in un regime democratico;

5) dare il contributo della scienza ed esperienza della magistratura nella elaborazione delle riforme legislative, con particolare riguardo all’Ordinamento Giudiziario".


Avrà notato certamente che non si tratta di obiettivi qualificabili come "interessi di categoria", ma come "nobili ideali" di interesse collettivo.

Sarà anche certamente d'accordo sul fatto che l'art. 18 della Costituzione consente a tutti e anche a gruppi di colleghi di lavoro di associarsi per i fini che preferiscano e riconoscerà che nel nostro Paese centinaia di associazioni perseguono il sogno di un servizio alla collettività o anche alla collettività, invece che solo sé stesse o ai loro associati.

Con riferimento alla Sua affermazione secondo la quale
"Non avendo, dichiaratamente, carattere "politico", l'Associazione non è quindi titolata istituzionalmente alla tutela e/o al perseguimento di interessi generali o diffusi, essendo altre le sedi competenti, in primo luogo il Parlamento nazionale", Le segnalo che i diritti di cui all'art. 18 sono riconosciuti a tutti e non solo a coloro che Lei può ritenere "titolati".

Per fortuna in Italia, almeno per il momento, non c'è bisogno dell'autorizzazione del Governo per interessarsi di cose di rilievo pubblico.

L'A.N.M. non è "politica" nel senso che non partecipa all'agone politico, ma ovviamente è, invece, "politica" nel senso che si interessa di ciò che riguarda la vita pubblica con particolare riguardo ai temi della giustizia.

Superfluo sarebbe qui un elenco di associazioni per la pace, per la religione, per la salute collettiva, per il pruomovimento della lingua italiana, per la educazione alla musica, per la difesa degli animali, eccetera, eccetera, eccetera, che ambiscono (fondatamente o velleitariamente) a occuparsi di interessi generali e non loro propri.

A fronte di questa evidenza, mi permetta di osservare che la Sua affermazione secondo la quale Lei "continua a domandarsi perché un'associazione di categoria dovrebbe farsi portatrice di interessi diversi da quelli indicati nel suo Statuto, ancorché con nobilissimi intenti, almeno come tali dichiarati", per un verso è priva di fondamento, perchè, come può constatare Lei stesso, lo Statuto prevede ciò che Lei intende vietarci, e, per altro verso, risulterà pretestuosa se Lei proverà a chiedersi cosa abbia spinto e spinga tanta gente a impegnarsi per il bene comune e non solo per i suoi interessi personali o di categoria.

Ovviamente non ignoro quanto scarto ci sia fra nobili aspirazioni e prassi concrete (questo blog nasce proprio per dare un contributo a ridurre tale scarto), ma Lei qui non ci sta parlando di cosa concretamente accade nell'A.N.M., ma si avventura nella individuazione dello statuto ideale della Associazione.

Ciò posto, protetti (a oggi) dalla Costituzione, io e altri continuiamo a ritenere che l'A.N.M. possa tranquillamente perseguire interessi di categoria, ma, per statuto e non solo, possa e debba anche perseguire interessi pubblici di interesse collettivo, rispetto ai quali le "beghe di corrente", gli "interessi di bottega", le "opportunità sindacali" debbano risultare in sottordine.

Sono certo che, leggendo il blog, ci vorrà riconoscere, infine, che il Suo riferimento all'esigenza di sanzionare chi nell'A.N.M. "si comporta male" trova nel nostro impegno così tanto spazio che è difficile trovarne altrove.

Un cordiale saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Caro Felice Lima,

Prima di tutto voglio ringraziarLa per aver di nuovo interloquito direttamente con il sottoscritto.

Nel merito, La prego di non ritenermi così formale e privo di sostanziale cultura giuridica, come qualcuno potrebbe inferire dalle Sue affermazioni.

Non ho detto, infatti, che l'A.N.M. non "possa" occuparsi anche di interessi diversi da quelli della categoria. Anzi, nella parte finale del mio precedente intervento avevo dato una valenza positiva al perseguimento e alla tutela di questi "altri" interessi.

Lei avrebbe ragione se avessi negato tale ultima possibilità, ma così non è.

Del resto, Lei avrà sicuramente letto centinaia, se non migliaia, di Statuti di associazioni non riconosciute, e ben saprà che quasi ogni associazione "si" assegna anche il perseguimento di interessi generali, oltre a quelli degli associati. Ciò non toglie che la "ratio essendi" tipica di ogni associazione "di categoria", a differenza delle associazioni "non" di categoria, come quelle da Lei citate, sia in primo luogo la tutela dei propri associati.

Tutti possono, infatti, iscriversi ad un'associazione per la pace o per la tutela degli animali. Ma solo i Magistrati possono iscriversi all'A.N.M., che esiste proprio, come tutte le associazioni di categoria, per tutelare in primo luogo gli interessi specifici e particolari degli associati.

Per questo, mi creda, nessuna intenzione da parte mia di "limitare" le iniziative e le facoltà dell' A.N.M., ma soltanto quello di spiegare, a chi non lo sapesse, che l'Associazione Nazionale Magistrati non è un organo politico, né è eletto dal popolo, ma soltanto un'associazione di categoria, "mutatis mutandis" simile agli ordini professionali o ai sindacati, i cui membri non sono eletti dal popolo italiano. Tutto qui.

Infine, non credo fosse necessario, ma giacché lo richiede espressamente voglio assicurarLa che ha la mia piena approvazione per quanto di originale, e credo unico, avete fatto sinora, Lei e i Suoi collaboratori, in difesa della dignità e dell'indipendenza della Magistratura, nel superiore interesse al buon andamento della giustizia in Italia.

Grazie.

Anonimo ha detto...

Gentile Paolo Emilio,
mi pare che Lei sia inciampato in ciò di cui aveva accusato nelle scorse settimane la Redazione: partigianeria per una parte politica. Credo sia una cosa normale, quando si discute in maniera generica delle varie questioni che interessano la vita Pubblica di un Paese. In questo caso, però, si tratta dell'A.N.M. Istituzione che raggruppa la quasi totalità dei Magistrati e che tra le altre funzioni, ha quella della salvaguardia delle prerogative dell'Ordine Giudiziario, per come sancito dalla Costituzione (Ordine, quello Giudiziario, Indipendente ed Autonomo dagli altri Poteri dello Stato). È assurdo che molti degli attuali statisti si permettono la “cafonaggine” di parlare nei confronti di questo Ordine con il linguaggio della strada; quello usato, appunto, tra cafoni e divenuto, oramai, consuetudine tra gli auto-nominatesi nostri rappresentanti parlamentari. Se la Giustizia nel nostro Paese non funziona, la colpa non può essere assolutamente addebitabile ai magistrati. Bensì, ai Poteri Legislativo ed Esecutivo, che anziché chiedere ed esigere dalla stessa A.N.M. il supporto fondamentale per il varo di riforme incisive al passo con l'evoluzione del progresso e delle trasformazione che riguardano la società civile nel suo complesso, hanno cominciato ad impantanarsi nelle sabbie mobili degli interessi delle varie caste e dei singoli personaggi, a discapito del Popolo Sovrano, che tristemente, oggi, ne paga le conseguenze.
Grazie e mi scuso anticipatamente se ho detto cialtronerie.
Saluti.
b

Anonimo ha detto...

Non mi doveva alcuna scusa, gentile "b.", ma Le rispondo, come ho fatto in altro "topic", per negare decisamente che i miei siano interventi "politici" ovvero mossi da una qualsivoglia "fede" politica.

Riservo infatti la Fede a "cose" Superiori alla politica.

Evidentemente non riesco, però, a convincerLa.

Purtroppo, visto che non posso invitarLa a seguirmi nel seggio elettorale, dovrà pur credermi sulla parola.

Mi faccia questo favore, La prego.

Cordialissimi saluti.

Anonimo ha detto...

Non sono ormai da alcuni anni più iscritto all'ANM.
Non ho quindi nessun interesse a difenderla.
Una delle ragioni che hanno determinato la mia attuale posizione è proprio che l'ANM cumula nel suo statuto sia finalità effettivamente "di categoria" (e non c'è nulla di male in questo, tutte le categorie hanno i propri organismi associativi), sia finalità volte al miglior funzionamento del servizio di giustizia.
E tuttavia, persegue poco e male le prime, anche quando i riflessi sulla qualità del servizio sarebbero evidenti (penso alla questione della determinazione dei carichi di lavoro, come già avvenuto per la magistratura amministrativa) e ben poco riesce a fare anche sul secondo versante, risolvendosi la propria azione prevalentemente in una lotta per il conseguimento ed il mantenimento del potere interno e l'occupazione dei posti nei quali esso si esercita.
Tornando "in topic", credo che questa associazione serva per lo più ai suoi maggiorenti e ben poco sia ai magistrati che ai cittadini.
Ben vengano quindi momenti di rottura di questo sistema paralizzante e di vera concorrenza tra le componenti associative.

Anonimo ha detto...

Gentile Paolo Emilio,
non mi deve convincere di nulla! E' solo che, mi piace immaginarLa come me: esente da qualunque fede e/o ideologia (mi "consenta" di rubargli il termine) terrene!
Dopo di che, tra le diverse filosofie politiche, io simpatizzo per quelle di destra. Cerco, sempre, di scappare da quello che mi è impossibile realizzare.
Con Sipatia, b.
p.s.
Mi auguro di essere riuscito ad esternare la mia confusione mentale!

Anonimo ha detto...

Per Paolo Emilio.
Ho riletto il post. Prima di essere ripreso, chiarisco che Lei non ha usato il termine terreno; bensì, riferendosi alla fede, ha asserito di riservarla a "cose" superiori e non alla politica: le "cose" superiori alla politica non necessariamente debbono essere solo quelle "celesti"!
E visto che mi trovo, aggiungo: anche se la seguissi nel seggio elettorale al momento del Suo voto politico, non mi sarebbe sarebbe sufficiente a connotarLa da una parte o dall'altra!
Con Simpatia.
b

Anonimo ha detto...

A "b" (bartolo, immagino ...):

Grazie, di cuore !

Paolo Emilio.