giovedì 12 febbraio 2009

Così le norme sulle intercettazioni aiuteranno i pedofili a beffare la polizia





di Giuseppe Cascini
(Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Segretario Generale dell’A.N.M.)





da Repubblica.it del 12 febbraio 2009


Lettera del segretario dell’Anm. Il Pm cita l’esempio del rapimento di un bambino per spiegare come la nuova legge legherebbe le mani agli inquirenti. Così le norme sulle intercettazioni aiuteranno i pedofili a beffare la polizia.


Caro direttore, in una cittadina del Nord Italia scompare un bambino di otto anni.

Stava tornando da scuola, ma non è mai arrivato a casa.

La polizia avvia le indagini. Alcuni testimoni riferiscono di aver visto nei giorni precedenti una persona sospetta nei pressi della scuola. Ne forniscono una descrizione. Corrisponde a quella di un soggetto già condannato in passato per detenzione di materiale pedo-pornografico.

La polizia avvia le indagini e scopre che l’uomo non è a casa e non si è presentato al lavoro.

La polizia comunica al magistrato le informazioni acquisite e propone di effettuare indagini tecniche:

a) Acquisizione dei tabulati del telefono intestato al sospetto;

b) Acquisizione dei tabulati del traffico telefonico transitato sulla cella nei pressi della scuola nella settimana precedente al rapimento.
L’acquisizione serve sia per confermare la presenza del sospetto davanti alla scuola sia per individuare altri telefoni nella sua disponibilità;

c) Acquisizione dei tabulati del traffico telefonico della anziana madre del sospetto per individuare altri telefoni nella sua disponibilità;

d) Acquisizione dei tabulati del traffico telefonico sull’utenza della famiglia del bambino e intercettazione delle utenze;

e) Intercettazione del telefono del sospetto;

f) Intercettazione del telefono della madre del sospetto.

Il pubblico ministero ricevuta la comunicazione iscrive il nome del sospetto nel registro degli indagati per il delitto di cui all’art. 605 del codice penale (sequestro di persona: pena massima otto anni) e comincia a studiare le richieste della polizia alla luce delle nuova legge sulle intercettazioni:

a) I tabulati del telefono del sospetto non si possono fare. La legge richiede gravi indizi di colpevolezza che in questo caso mancano. Ci sono indizi, ma non sono gravi.

b) I tabulati del traffico della cella (che potrebbero confermare la presenza del soggetto sul luogo e quindi rendere grave il quadro indiziario) non si possono fare perché la legge consente l’acquisizione dei tabulati solo nei procedimenti contro ignoti e al solo fine di identificare le persone presenti sul luogo del reato o nelle immediate vicinanze di esso. In questo caso perché il procedimento è a carico di una persona identificata; comunque non si potrebbero estrarre i tabulati dei giorni precedenti al rapimento.

c) L’acquisizione dei tabulati della madre è comunque vietata perché sottoposta allo stesso regime delle intercettazioni: si possono fare solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza, requisito che per la madre del sospetto certamente manca.

d) L’acquisizione dei tabulati delle utenze della persona offesa è possibile con il loro consenso, ma solo nei procedimenti contro ignoti, non in quelli, come in questo caso, a carico di persone identificate. Per la stessa ragione non possono essere intercettate le utenze.

e) Il telefono del sospetto non è intercettabile perché mancano i gravi indizi di colpevolezza.

f) Il telefono della madre non è comunque intercettabile.

Il pubblico ministero comunica al commissario di polizia il risultato del suo studio. “Dunque non possiamo fare nulla?”, chiede il commissario.

“Dobbiamo tornare ai vecchi metodi di indagine”. “Bene”, risponde il commissario, “allora convochiamo qui la madre e le chiediamo dove si trova il figlio e se non ci risponde la arrestiamo per favoreggiamento, così vediamo se lui viene fuori”.

“Niente da fare, commissario”, spiega paziente il pubblico ministero, “i prossimi congiunti dell’indagato non sono obbligati a testimoniare e non rispondono di favoreggiamento”.

Una settimana dopo le indagini hanno una svolta. Un testimone ha visto il bambino salire su una macchina, ricorda il modello e i primi numeri di targa.

La polizia verifica che il modello e i numeri di targa corrispondono all’auto del sospetto. Gli indizi di colpevolezza ora sono gravi. Il commissario torna dal pubblico ministero a chiedere tabulati e intercettazioni.

Il pubblico ministero emette subito i decreti di urgenza. Poi fa fare copia integrale degli atti di indagine e dispone che un’auto parta immediatamente per portare il tutto nella sede del capoluogo del distretto, a circa 150 km di distanza, perché il provvedimento deve essere convalidato dal tribunale in composizione collegiale entro 48 ore e al tribunale va trasmesso l’intero fascicolo. L’autista del commissario, un agente di polizia, si offre di portare lui il fascicolo che, per mancanza di fondi e di personale, non arriverebbe mai a destinazione in tempo.

I tabulati del telefono confermano la gravità del quadro indiziario. Il sospetto ha passato molte mattine davanti alla scuola. Le intercettazioni non producono però risultati.

Probabilmente il sospetto ha cambiato telefono.

Il commissario propone di intercettare tutte le persone con le quali il sospetto ha parlato durante gli appostamenti per arrivare al nuovo numero. Il pubblico ministero spiega che la nuova legge non consente l’intercettazione di persone diverse dall’indagato.

Dopo una settimana una nuova svolta. Una impiegata di un negozio di telefonia ha riconosciuto il sospetto dalla foto pubblicata sui giornali e ricorda di avergli venduto un telefono pochi giorni prima del rapimento.

Controllando gli archivi del negozio la polizia individua la nuova utenza.

Il pubblico ministero emette subito un decreto di urgenza poi guarda l’autista del commissario che senza dire una parola prende il voluminoso fascicolo e parte alla volta del capoluogo del distretto.

L’utenza è quella giusta. Il sospetto parla con la madre e le racconta del rapimento. La madre cerca invano di convincerlo a liberare il bambino.

Purtroppo però la zona da cui chiama è piuttosto vasta ed è impossibile individuare il luogo dove si nasconde.

Il sospetto riceve poi telefonate da diverse cabine telefoniche da un uomo che vuole “comprare” il bambino.

La polizia propone di estrarre il tabulato delle cabine. Se poi l’uomo ha usato una scheda prepagata si potrebbe estrarre il traffico di quella scheda come si è fatto nell’indagine per l’omicidio del professore Massimo D’Antona. Le altre chiamate potrebbero consentire di identificare l’uomo.

Niente da fare: l’uomo non è identificato e a suo carico non ci sono gravi indizi di colpevolezza.

Passano i giorni; siamo a due mesi dall’inizio delle intercettazioni.

Il pubblico ministero non ha ancora trovato il coraggio di dire al commissario che a mezzanotte dovranno staccare i telefoni.

Lo vede arrivare trafelato e raggiante: “Dottore, ci siamo!” urla. Gli mostra la trascrizione di una telefonata intercettata quella mattina tra l’uomo sconosciuto e il rapitore.

Mentre legge la trascrizione il volto del pubblico ministero diventa sempre più bianco: il rapitore ha accettato di consegnare all’uomo il bambino, ma la telefonata si conclude così: “Chiamami domani e ti dirò dove venire”.


48 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile De Luca,
Mentre otto milioni di italiani, trepidanti davanti alla TV, godevano delle avventure del Grande Fratello, un cavallo, nominato senatore dal suo padrone, ha lanciato la proposta di riformare la legge elettorale calabrese, privandola della preferenza. Un proverbio barbaro pre-era moderna così recitava: “Fai come ti han fatto che non è peccato”. Considerato l'andamento a ritroso dell'Italia non è sacrilego aspettarsi che, il cavallo senatore, fedele al proverbio, ci riempia l'Assemblea calabrese di tutti i suoi cugini asini e muli.
I calabresi, poveri e onesti, considerate le qualità degli attuali inquilini, confidano in un altro detto: “Non tutti mali vengono per nuocere”.
Con la solita stima bartolo iamonte.

Anonimo ha detto...

Complimenti dottore Cascini!
Come vede, dopo furiose sbandate ecco il deragliamento!
Ma Lei, qualche tempo fa, in una trasmissione TV che trattava del cattivo funzionamento della macchina giudiziaria, non era a fianco e di supporto ad uno dei manovratori?

Anonimo ha detto...

Gent.le dott. Giuseppe Cascini, per quanto si possa essere assolutamente concordi nella chiarissima ed esplicativa dimostrazione che le nuove intercettazioni andrebbero a inibire la lotta al crimine mi viene un dubbio.
Le intercettazioni di cui si è fatto uso nelle indagini Why not, Poseidone e Toghe Lucane appartengono alla disciplina in corso e quindi esenti da inibizioni.
Poiché il risultato è stato quello di mettere a tacere comunque le indagini perché ci si lamenta tanto della impossibilità dell’inquirente di perseguire il crimine?
Forse che per i reati di pedofilia si è più sensibili mentre per quelli di natura finanziario politico si chiudono gli occhi?
Certo fanno più presa sull’opinione pubblica!
L’autorevolezza per affermare certe verità bisogna dimostrarla sempre anche quando si tratta di difendere la giustizia e la totale indipendenza dei giudici dai poteri e dalle contingenti pressioni.
Pertanto anche se è tutto vero quello che afferma non vale a nulla detto da un organo che si è dimostrato asservito e miope.
Cordiali saluti
Eleonora

Anonimo ha detto...

INTERESSANTISSIMO!!!
http://www.carlovulpio.it/Lists/PRIMO%20PIANO/DispForm.aspx?ID=21

Anonimo ha detto...

Ma sono l'unico a pensare che i contenuti di questa lettera siano molto simili a quello che Gian Carlo Caselli(beppegrillo.it), Travaglio ed altri vanno ripetendo da giugno?

Sono rincuorato dal fatto che l'ANM, mi dica che avevano ragione, aspettavo solo lei.

edoardo

Anonimo ha detto...

Da parte del segretario dell'ANM i cittadini si sarebbero aspettati parole di sostegno e solidarietà nei confronti dei colleghi FORLEO, DE MAGISTRIS, NUZZI, VERASANI, ED APICELLA.

Anonimo ha detto...

.... alla fine vennero a prendermi; ma non c'era rimasto nessuno per difendermi.
Chissà perchè mi viene il "magone" scrivendo quanto sopra.

Gennaro Giugliano ha detto...

Anche se l'argomento è differente,ma quando ho letto il post ed il nome del magistrato dott Casini la prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella della Sua infelice uscita nella trasmisione di Santoro Annozero per la oramai stranota vicenda del caso De Magistris e successivamente della interferenza opportuna della procura di Catanzaro su quella di Salerno con fatti che su questo blog sono ampiamente alla portata di tutti i cittadini comuni ( come lo sono io).Per questo motivo nello scusarmi con la redazione ed lo stesso dott Casini che non conosco personalmente mi sento,almeno per quello che mi concede ancora l'art. 21 della costituzione ( semprechè non abbiano sovvertito ancora tale articolo) di avere liberamente un pensiero di non stima (professionalmente parlando) per il dott Cascini che a mio modesto avviso doveva osservare altro tipo di comportamento nel merito della vicenda stessa ( il buon senso come minimo avrebbe portato a delle dimissioni dalla Associazione ANM) Il fatto di non aver espresso il minimo dissenso anche per come sono stati trattati dei suoi colleghi ( Vedi dott Apicella in primis) personalmente mi fanno avere una visione del tutto negativa del soggetto nel massimo rispetto delle regole. Grazie e buon lavoro a tutti

Anonimo ha detto...

Alleluia!!!

Pare che Cascini abbia avuto un momento (non si sa quanto perdurante) di totale resipiscenza!!

Certo è che se la Magistratura affida ancora la sua rappresentanza interna a "personaggi" che hanno dato dimostrazione di perfetta acquiescenza ai diktat governativi, sarà molto difficile avviare un percorso che riporti i "sommersi" ed i delusi ad apprezzare non tanto le istituzioni ma gli uomini che le compongono!

Anonimo ha detto...

Complimenti, ha segnato un punto...
Ha evitato il cappotto!

Bertin

nanni64 ha detto...

La goccia dello Stato di diritto sta per far traboccare il vaso. Ieri è cominciata, in commissione Giustizia alla Camera, la discussione sul nuovo disegno di legge del governo in materia di intercettazioni telefoniche. Dovete sapere che è un attacco allo Stato di diritto, e mi meraviglio che nemmeno i giornali "indipendenti" ne parlino.

Lascio detto oggi, quello che accadrà dello Stato di diritto quando sarà approvato questo provvedimento.

Sarà approvato cosi com’è, perché ieri ho avuto modo di riscontrare in commissione, dove ho cercato di battermi per far capire l'assurdità di certe decisioni, la certezza che non c'è peggior sordo di chi non ti vuole sentire: la maggioranza parlamentare non ti ascoltava nemmeno, non gliene fregava niente a nessuno.

Sono ben sei gli elementi che distruggono lo Stato di diritto in questo disegno di legge:
1) I criminali si scelgono il giudice
2) La beffa dell'intercettazione
3) L'inganno dell'eccezione "criminalità organizzata"
4) Eliminazione delle intercettazioni ambientali
5) La gabbia della burocrazia
6) Bavaglio ai giornalisti e Stato di polizia

1) I criminali si scelgono il giudice

Sapete cosa prevede questo disegno di legge? Il dovere di astensione e il conseguente obbligo di sostituzione del magistrato che riceve l'iscrizione nel registro di reato a seguito della denuncia da parte di una delle persone che sta indagando. Mi spiego: ogni persona che non vuole essere messa sotto indagine da un certo magistrato, può scegliersi il suo giudice, il suo Pubblico ministero. Che cosa fa l’imputato? Quando vede che c'è un Pubblico ministero che sa dove trovare le carte e le prove nei suoi confronti, basta che lo denunci. Infatti, se il magistrato risulta iscritto al registro di reato è costretto a bloccare le indagini che sta portando avanti. Ogni imputato può scegliersi il suo giudice. D'ora in poi, la criminalità organizzata, i terroristi, i mafiosi se vedono un magistrato come De Magistris, Forleo, insomma un magistrato che fa il proprio dovere, lo denunciano. In quel momento, senza guardare in alcun modo la bontà della denuncia, il magistrato si deve dimettere e non può più portare avanti l'indagine. Mi pare che questo sia di una gravità inaudita.

2) La beffa dell'intercettazione

Per poter intercettare una persona ci vogliono “gravi indizi di colpevolezza”. Significa: non puoi più intercettare se hai degli indizi di un reato che si è commesso, non puoi più intercettare se hai degli elementi da chiarire, ma puoi intercettare solo se sai che la persona è colpevole. Ma se sai che la persona è colpevole, perché la devi intercettare? La verità è che se non la intercetti non sai che è colpevole, quindi, non la puoi intercettare e non puoi scoprire il reato. Ancora una volta, sposti il magistrato e intercetti quando è inutile.

3) L'inganno dell'eccezione "criminalità organizzata"

Dicono che si può intercettare anche se non ci sono indizi di colpevolezza nei casi di criminalità organizzata. E’ un'altra truffa, perché la criminalità organizzata è composta da un gruppo di persone che commettono un numero indefinito di reati in un periodo di tempo che può essere anche lungo. Infatti sappiamo che solo alla fine delle indagini, una volta scoperta l’esistenza dell'associazione a delinquere, dell'associazione terroristica, si può scoprire che invece di una, sono coinvolte più persone, invece di uno, sono stati commessi più reati, e si scopre che questi sono legati da un unico filo criminoso. Insomma, non lo puoi scoprire prima, ma alla fine. Ma se puoi indagare solo quando hai la prova dell'esistenza dell'associazione criminale, non riuscirai mai a scoprirlo, perché lo potrai sapere solo alla fine. E’ chiaro: questo disegno di legge è scientifico, luciferino e mefistofelico.

4) Eliminazione delle intercettazioni ambientali

Per poter intercettare in via ambientale, c'è bisogno della contestualità del reato. Mi spiego: che cosa sono le intercettazioni? Sono la captazione di voci, di immagini che possono avvenire sia attraverso il telefono, sia attraverso una microspia che viene messa nel luogo in cui le persone parlano. Possono parlare a casa, al bar, ai giardinetti, ai parlatori delle carceri e in altri posti. L'intercettazione ambientale è la più importante perché al telefono non parla più nessuno, perché si sa che si può essere intercettati. Con questo sistema, con questo disegno di legge si può effettuare l'intercettazione ambientale solo nel momento del fatto, cioè questa è valida solo nel momento in cui viene commesso il reato. Quindi se vuoi intercettare una persona per sapere se farà una rapina, non la puoi intercettare il giorno prima. Insomma, lo puoi fare solo nel momento in cui fa la rapina, dove si fa tutto meno che parlare. Né puoi intercettare il giorno dopo la rapina, dove dicono "cento a me, cento a te, cinquanta alla figlia del Re". Insomma, non puoi intercettare la persone che hanno commesso il reato perché non stanno facendo più la rapina, ma si stanno spartendo il bottino.. Capite che è un'altra presa in giro!

5) La gabbia della burocrazia

Per poter fare un'intercettazione telefonica non bastano più il Pubblico ministero e il giudice, ma bisogna andare al Tribunale presso il distretto della Corte d'Appello. Immaginate quanti atti bisogna spostare. Se si trattasse di un fascicolo composto da dieci carte lo potrei capire, ma immaginate un fascicolo, come quello che avevo fatto io per Mani Pulite, un milione e mezzo di carte, o quello di De Magistris, di duemila pagine. E dove ogni volta che bisogna fare richiesta per un’intercettazione, bisogna portare questi fascicoli dalla procura, dove si sta indagando, fino al tribunale distrettuale con un camioncino, per poi aspettare che un collegio di tre giudici l'approvi.
Inoltre, un giudice basta per condannare all'ergastolo, mentre per intercettare e per acquisire i tabulati delle telefonate, ci vorranno tre giudici. Immaginate che farraginosità. Soprattutto, ogni volta che uno di questi giudici ha deciso sulle intercettazioni, non potrà più decidere sugli altri provvedimenti da prendere, e quanti giudici ci vorranno in tutti i tribunali? Ogni giudice dovrà astenersi dal procedere ogni volta che ha già proceduto una volta nei confronti di qualcuno. Resta il fatto che se c'è un'indagine di una trentina di persone nel giro di un mese, nessun giudice potrà poi giudicarli e bisognerà aspettare che arrivi un nuovo concorso tra qualche anno, o fra qualche prescrizione.

6) Bavaglio ai giornalisti e Stato di polizia

Questa è la gravità con cui si sta procedendo per impedire che si scoprano i reati. Allontanamento dei magistrati che indagano, impossibilità di indagare, ed infine l'ultima perla: l'impossibilità per voi di venire a sapere come stanno i fatti. Questa norma, infatti, non dice solo che non si può intercettare e che il magistrato può essere mandato via dal suo imputato se non gli piace, ma dice anche che i giornalisti e l'informazione non devono dire più niente. Tutto verrà fatto al buio, in uno Stato di polizia, nessuno deve sapere niente: che cosa è successo alla Clinica Santa Rita, perché a Napoli sono successe tutte quelle cose con Romeo, perché in Abruzzo è successo lo scandalo Del Turco. Nessuno deve sapere niente fino a quando non si concludono le indagini, e soltanto con riferimento alle persone direttamente interessate. Ma una cosa è il segreto istruttorio, altra cosa è il diritto dell'opinione pubblica di sapere che un sindaco, un presidente della Provincia, un presidente della Regione, un grande imprenditore italiano, a cui hai affidato i tuoi soldi, è scappato con il malloppo. Una cosa è il segreto istruttorio per non rovinare le indagini mentre si fanno, altra cosa è il venire a conoscenza delle ragioni per cui una persona viene arrestata. Perché un domani può arrivare uno Stato di polizia, uno che ti arresta e non puoi sapere il perché, non devi sapere nulla, e se chiedi qualcosa o se informi di qualcosa qualcuno, vai in galera pure tu, come si usava ai tempi del fascismo.

Conclusioni: Stato di diritto addio ed economia a rotoli

Capite che tutto questo sta prefigurando da una parte uno Stato di polizia, dall'altra uno Stato dell'impunità.

dal blog di Antonio Di Pietro

Cinzia ha detto...

Cascini corre ai ripari.

Se si vuol far carriera bisogna imparare le strategie di mercato e lui le ha assimilate bene.

Cavalcare la tigre con demagogia per volgere il dissenso a proprio favore. Considerando che tutte le forze della magistratura si sono dichiarate contrarie a questa legge era doveroso, vogliamo anche dire un po' scontato e prevedibile, prendere questa posizione.

Non voglio esprimermi sull'argomento scelto per portare avanti questa sporca strategia. Chi persegue il potere mette ad uso e consumo dei fini che vuole raggiungere, anche l'immagine della propria madre e dei propri figli, non c'è confine né vergogna.

Usare l'argomento che suscita più orrore tra la gente è proprio un chiaro atto di quanto il discorso sia strumentale e funzionale. Tutti ricorderanno di aver letto su repubblica che un tal Cascini ha detto parole dure contro il governo sull'argomento intercettazioni portando ad esempio la pedofilia.

Ma quanto senso di giustizia e di pietà.

E bravo Cascini,
ma sa cosa sussurra il contadino all'orecchio dell'asino di cui si è liberato per ovvi motivi di mancata collaborazione, ritrovandolo al mercato del bestiame in vendita?
"Ti può comprare chi non ti conosce!"

[la citazione in italiano non rende come quella in dialetto, ma il senso è salvo e la ragione pure]

Anonimo ha detto...

Il dott Cascini sapeva benissimo a quali critiche si sarebbe esposto scrivendo l'articolo in questione e credo che gli si debba dar atto di aver preso posizione, almeno su questo argomento. Forse in questa situazione le critiche, bene inteso, sono inevitabili; ma forse è meglio incoraggiare chi si suppone, nonostante tutto, sia una persona onesta.

Francesco Pantaleo ha detto...

Dott. Cascini,
e' tardi per cercare di salvare le apparenze di una A.N.M. che ha dato prova di essere soltanto espressione del potere politico.

Se vuole riacquistare un minimo di credibilita', quanto meno a titolo personale, le do un consiglio: si dimetta dall'A.N.M.

Saluti,
Francesco Pantaleo

Anonimo ha detto...

Cara Cinzia,
il tuo "Tutti ricorderanno di aver letto su repubblica che un tal Cascini...". Mi fa divagare con l'immaginazione. Hai presente Luciano Violante che da qualche tempo frequenta la scena pubblica con dei foglietti e stralci di articoli di giornale che legge pubblicamente a riprova del disastro giudiziario odierno che, lui aveva già previsto nei primi anni novanta? Ecco, la stessa cosa farà Cascini, si ritaglierà questo articolo e quando gli italiani “dimentichi” parleranno delle indegnità commesse nell'attuale biennio, egli, con quella faccia identica alla suola delle scarpe, tirerà fuori quest'articolo ingiallito e lo userà a sua discolpa. Chi ricorda, come io ricordo, l'indegna opera, di allora come attuale, di Violante non può fare altro che provare pena. E, tutte le persone oneste, pena proveranno, domani, per il dottor Cascini!

nanni64 ha detto...

Al peggio non c'é mai fine, cari amici del blog. E il peggio arriverà con queste riforme.

Non m'interessa affatto chi ha scritto quest'articolo.

Non m'interessa nemmeno quale sia il suo scopo remoto.

Mi interessa che l'ha fatto. E lo ha fatto nella maniera più efficace possibile, usando cioé colori e suoni che gli italiani meno attenti non possono che essere costretti a cogliere.

Io ho criticato più volte, e ferocemente, le scelte fatte dal dott. Cascini e da tutto il vertice dell'ANM riguardo ai magistrati di Salerno, e continuerò a farlo.

Ciò però non mi impedisce ora di ringraziarlo per avere scritto questo articolo e di complimentarmi con lui per la intelligenza e capacità comunicativa che ha mostrato di avere.

E’ in atto un chiarissimo disegno di smobilitazione della giustizia di fronte al crimine, soprattutto quello dei colletti bianchi. E’ in atto un chiarissimo disegno di smantellamento della democrazia.

Qualunque contributo, da chiunque provenga, é utile.

Quindi io la ringrazio, dott. Cascini.

Ma non posso fare a meno di chiederle:

Dimostrare ai politici che la magistratura era perfettamente capace di bloccare i “virus”, ossia i magistrati indipendenti, ha evitato che si provvedesse con legge a disarmare la magistratura e a privarla della sua indipendenza?

Non pensa che la scelta di mandare al macello quei “virus”, oltre che contraria alla giustizia (eufemismo), sia stata politicamente sbagliata, perché ha mostrato della magistratura la sua faccia peggiore?

Secondo lei adesso, chi si farà avanti per difendere quella magistratura? Quella magistratura rappresentata da quel CSM, da quella ANM, da quegli altri magistrati rimasti in silenzio ad assistere alla carneficina?

Si faccia un esame di coscienza: davvero ritiene di non avere nulla, nulla da rimproverarsi?

Anonimo ha detto...

DA :http://www.carlovulpio.it/Lists/PRIMO%20PIANO/DispForm.aspx?ID=21...La verità è che io dovevo smettere di occuparmi di ciò che avevo seguito per due anni per una ragione molto semplice. Una ragione che trascende i direttori di testata. In Italia, poi, li sopravanza di parecchie lunghezze, non c’è gara. Ed è la ragione della forza.
La forza dei poteri forti, che si sono sentiti in pericolo per le inchieste di magistrati che svolgevano il proprio compito di servitori dello Stato senza accucciarsi sotto l’ala protettiva dei politici e dei magistrati come loro. Ma, al contrario, hanno messo sotto accusa proprio i magistrati, come mai era stato fatto prima, facendo emergere un dato sconvolgente, che nessun procedimento disciplinare e nessun trasferimento potranno mai fiaccare.
Questa storia, che non ha martiri e non ha eroi, è, pensateci bene, anche una storia di trasferimenti decisi da altrettanti poteri forti: la magistratura ha trasferito Forleo da Milano a Cremona e de Magistris da Catanzaro a Napoli, il Vaticano ha fatto cambiare aria al vescovo di Locri, monsignor Giancarlo Bregantini, mandandolo a Campobasso, l’Arma dei carabinieri ha trasferito nelle Marche il capitano Pasquale Zacheo, braccio destro di de Magistris in Basilicata, la procura generale di Catanzaro (quella che secondo i magistrati di Salerno ha avocato illegittimamente l’inchiesta Why Not) ha sollevato dall’incarico il consulente informatico del pm de Magistris, Gioacchino Genchi. Mancava un giornalista. E’ toccato a me.
I poteri forti, dicevamo. Tra questi, vi è senz’altro la magistratura. Ma cosa fa paura davvero in tutta questa storia? Qual è la novità indicibile? Eccola. Partendo dalla Calabria e dalla Lucania, su su per l’Italia intera, stava venendo fuori ciò che in fondo tutti pensavano ma non osavano confessare nemmeno a se stessi. E cioè che non c’è mafia e non c’è tangentopoli e non c’è corruzione e non c’è sistema di malaffare che regga e prosperi, come purtroppo accade in Italia, se non ci sono interi pezzi di magistratura, soprattutto ai livelli direttivi, che garantiscono e coprono questo sistema di nefandezze e in moltissimi casi vi partecipano a pieno titolo.
E’ stata la prima volta che un potere forte come la magistratura si è trovata a doversi confrontare non con il problema di alcune “mele marce” al suo interno, ma con una realtà ben più estesa e radicata, che minacciava, partendo da Toghe Lucane, di provocare uno sconquassante effetto domino per “il sistema”.
....

Anonimo ha detto...

Ecco dunque spiegata la corsa del ceto politico – ma non era l’avversario “storico” della magistratura? – a difendere i magistrati inquisiti per reati gravissimi e a garantirli nei loro posti e nelle loro funzioni. Mentre, insieme con il Csm e l’Anm, preparava il rogo per tutti i magistrati liberi, appassionati al loro lavoro, pronti a fare il proprio dovere, impartendo così una durissima lezione, che fosse d’esempio per tutti gli altri, ai due giudici “senza partito”, le pietre dello scandalo Clementina Forleo e Luigi de Magistris.
Il potere forte “magistratura”, per esempio, prima ancora che il potere forte “politica”, non gradisce che si dica, e infatti non lo dice nessuno, che nel Palazzo di giustizia di Milano è rimasta chiusa nei cassetti per due mesi la risposta della giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato riguardante l’iscrizione del senatore Nicola Latorre sul registro degli indagati (sempre per la vicenda delle scalate bancarie).
Siamo nella primavera-estate 2008. Il caso doveva essere trattato dal giudice competente, che era ancora il gip Clementina Forleo. Invece le carte, regolarmente trasmesse dal Senato il 29 maggio al presidente del tribunale di Milano, Livia Pomodoro, sono state tenute letteralmente nascoste negli uffici del Palazzo di giustizia fino al 29 luglio. Fino a quando cioè la Forleo, per un piccolo incidente domestico, ha dovuto ricorrere a qualche giorno di congedo per malattia. Appena la Forleo va in malattia, con la motivazione della “urgenza a provvedere” (l’urgenza? due mesi dopo?) le carte vengono tirate fuori e assegnate ad altro gip, Pietro Gamacchio. Il quale “in tempo reale” studia un processo complesso, che non conosce, e il primo agosto (il giorno prima del rientro della Forleo) rinnova la richiesta di autorizzazione all’iscrizione del parlamentare nel registro degli indagati.
Dov’è l’inghippo? Nel fatto che a quel punto la procura di Milano poteva tranquillamente iscrivere Latorre nel registro degli indagati (e così D’Alema e gli altri parlamentari, perché la Camera dei deputati aveva già dato il nulla osta, affermando che non era necessaria l’autorizzazione del Parlamento). Ma non lo ha fatto. Grazie al gip Gamacchio. Infatti, in un caso del genere, dice la legge, il giudice “può” (può, non deve) rinnovare la richiesta di autorizzazione.
Se Gamacchio non avesse fatto ciò che con ogni probabilità non avrebbe fatto la Forleo (qualora le avessero trasmesso gli atti che le spettava avere), a quest’ora le cose starebbero diversamente. Non ci sarebbero state tutte le danze inutili tra Roma e Strasburgo, tra parlamento italiano ed europeo, e Latorre, D’Alema e gli altri telefonisti, a loro garanzia si capisce, come per ogni altro cittadino, risulterebbero iscritti nel registro degli indagati.
Ma questo, in Italia, non si può dire. Non si può dire che il “caimano” Berlusconi, bene o male, nelle aule di giustizia ci è entrato (giustamente) affinché alcuni processi a suo carico fossero celebrati. Mentre per il “caimano” D’Alema (e compagni) non ci può essere nemmeno la semplice iscrizione in un registro degli indagati.
Ognuno a questo punto tragga le conclusioni che vuole, anche quelli ancora convinti che la logica del “meno peggio” sia opportuna o necessaria. Per la cronaca, resta l’esito finale: Forleo trasferita e Gamacchio promosso a presidente di sezione.

Anonimo ha detto...

... edopo le dichiarazioni della Corte dei Conti di ieri sulla corruzione della pubblica amministrazione? nessun commento.
Aria fresca. Nessun commento nè di destra nè di sinistra.
Normale amministrazione.
Tanto adesso faranno la loro riforma e non ci saranno più preocupazioni per nessuno.
Si va avanti così.
Noi paghiamo, loro rubano.
amen
Alessandra

Anonimo ha detto...

In quanto privato cittadino digiuno di problemi giuridici sono d'accordo con Nanni64 e per riprendere le sue parole a proposito del dott Cascini:
"Ciò però non mi impedisce ora di ringraziarlo per avere scritto questo articolo e di complimentarmi con lui per la intelligenza e capacità comunicativa che ha mostrato di avere."
Vorrei aggiungere di mio: "dottor Cascini non spenga una speranza che ci portiamo dietro da anni e che temevamo ormai irragionevole"

Anonimo ha detto...

Io credo che il Dott. Cascini delle nostre critiche se ne faccia un baffo.

Lui segue un filo logico ben preciso:quello dell'allineamento.

Quando c'erano da affossare le inchieste scottanti si è presentato in Tv a dare il colpo di grazia di fronte ad una opinione pubblica non informata sui fatti (eh, se lo dice lui che quelli sono cattivi magistrati, allora è vero).

Adesso cerca di rifarsi una verginità denunciando...che cosa?
Cosa ha scoperto questo fulgido esempio di vitalità neuronica?

Ha scoperto l'acqua calda.

Ha scoperto quello che noi, i "sovversivi", sapevamo e gridavamo da almeno tre anni.

Ha scoperto ciò che fino a qualche mese fa negava strenuamente, non senza un qualche imbarazzo di fronte alle telecamere.

Ma in realtà il Dott. Cascini non ha scoperto niente.
Tutte queste cose lui le ha sempre sapute benissimo.
Prova ne è il fatto che ancora in questo suo scritto si tiene prudentemente alla larga dal nocciolo del problema: le intercettazioni verranno impedite esclusivamente per salvare il "sopracoscia" di alcune persone "più uguali di altre".

Se poi in mezzo al minestrone finiranno anche tutti gli altri reati gravissimi, non più intercettabili, beh, questi sono i famigerati "effetti collaterali".

Lui AVREBBE DOVUTO difendere i colleghi che SA essere innocenti, perchè la loro difesa implicava anche la battaglia per fermare lo scempio sulle intercettazioni.

Ma ha preferito allinearsi.

E adesso che cerca?

Per come la mette, sembra che la pedofilia sarà l'unico reato a guadagnare qualcosa dalla riforma delle intercettazioni.

ANCHE IN QUESTA OCCASIONE ha preferito svicolare sul perchè di cotanto legiferare.

Se sta cercando uno dei tantissimi colpevoli per quello che sarà il prossimo stato delle cose, posso suggerirgli di non guardare tanto al di là del proprio specchio.

Per me era meglio se stava zitto, in TV e anche per iscritto.

Luciana

baron litron ha detto...

scusate, è un dettaglio forse trascurabile nel mare di fango , ma:
dice l'ottimo Vulpio: "...l’Arma dei carabinieri ha trasferito nelle Marche il capitano Pasquale Zacheo, braccio destro di de Magistris in Basilicata,..."
e allora io mi chiedo: il capitano Zacheo faceva parte del nucleo di PG della Procura di Catanzaro? se sì, non era forse a disposizione del Procuratore e non del Comando dell'Arma dei Carabinieri?
e se invece no, se non lavorava a Catanzaro o non faceva parte della PG, come poteva essere "il braccio destro di DeMagistris in Basilicata?"

non voglio certo dire che instaurare ottimi rapporti con i carabinieri esterni al proprio nucleo di PG non sia cosa ottima, bisogna però considerare che questi sono rapporti, appunto, personali, e che in ogni caso i CC hanno una loro organizzazione e struttura che non necessariamente collima con quella delle varie procure italiane.
e quindi, il trasferimento del Cap.Zacheo potrebbe anche essere un avvicendamento ordinario, per nulla legato alla vicenda DeMagistris. oppure, uno strumento di salvaguardia dell'operatività del capitano stesso, che potrebbe essere stata limitata proprio dalle conseguenze del caso.

me lo chiedo perché non lo so, mica per sterile polemica.....

Mimma ha detto...

Da MICROMEGA
http://temi.repubblica.it/micromega-online/flores-darcais-il-coraggio-di-beppino-nellitalia-khomeinista-di-berlusconi/
.......Sono decisi ad andare fino in fondo, cioè a trascinare a fondo il paese, distruggendo ogni “balance of powers” dalla carta costituzionale.
Di fronte a questo disegno sovversivo (una replica da manuale del sovversivismo delle classi dirigenti di cui parlava Gramsci, adattato all’epoca postmoderna) resta solo la mobilitazione repubblicana dei cittadini, la loro passione civile, la difesa intransigente di ogni libertà.
Questa opposizione non si è vista in Parlamento. Speriamo che si veda nelle piazze, nelle università, sui luoghi di lavoro. Nelle chiese, anche, perché sono decine i sacerdoti che stanno aderendo alla manifestazione di sabato 21 gennaio a piazza Navona. Non c’è solo la Chiesa di Ratzinger, infatti. C’è anche una Chiesa che prende sul serio il Vangelo.
Paolo Flores d’Arcais

TUTTI INVITATI! ANCHE IL dott. CASCINI!

Anonimo ha detto...

Gentile Baron Litron,
Lei è un ottimo provocatore, a fin di chiarezza, s'intende!
E allora: il capitano in oggetto indagava per conto di de Magistris nell'inchiesta cosiddetta Toghe Lucane. Gliene hanno fatte di tutti i colori! (indagati sono politici, generali, colonnelli ed alti magistrati).

Anonimo ha detto...

Con riferimento alle osservazioni di Baron Litron (commento delle 19.35), vorrei dire che non so nulla delle ragioni del trasferimento del cap. Zacheo, ma condivido pienamente le osservazioni di Baron Litron, nel senso che, ribadendo di non sapere nulla delle dinamiche interne all'Arma che hanno determinato quel trasferimento, è ben possibile - e anzi molto verosimile - che, da parte dell'Arma, esso sia stato dettato dall'intento non già di punire l'Ufficiale, ma, anzi, come appropriatamente scritto da Baron Litron, di "salvaguardarne l'operatività".

Ciò che scrive benissimo Carlo Vulpio resta opportuno e adeguato, perchè, anche nell'ipotesi fatta da Baron Litron, il trasferimento in questione sarebbe stato comunque reso necessario a seguito degli attacchi subiti dal cap. Zacheo ad opera di chi - fuori dall'Arma - si è impegnato a contrastare le indagini che svolgeva.

E' anche possibile l'altra ipotesi, pure fatta da Baron Litron, che si sia trattato di un normale avvicendamento (gli ufficiali dei Carabinieri - ed è cosa ottima - non vengono tenuti troppo a lungo nello stesso posto).

Anche questa, secondo me, è un'ipotesi possibile.

E' infine, ovviamente, pure possibile anche che Zacheo sia stato spostato perché "scomodo".

Resta comunque il fatto assurdo - denunciato da Carlo Vulpio - dell'imputazione di "associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione".


Un caro saluto.

Felice Lima

La Redazione ha detto...

Mi permetto di intervenire sul tema per esprimere un concetto, per noi che collaboriamo a questo blog di fondamentale importanza.
Non conta chi dice una cosa.
Conta solo se quella cosa è condivisibile.
Siamo oggi costretti, dagli eventi, a dover riattivare i congegni cerebrali "basici": non serve ragionare in termini di destra/sinistra, progressista/conservatore, garantista/giustizialista, buono/cattivo e via discorrendo.
Oggi è difficile persino mettersi d'accordo sul vero/falso, test solitamente somministrato per scoprire malattie neurologiche piuttosto gravi.
Quando una cosa ci sembra vera prendiamola per quella che è e cerchiamo di sostenerla contro chi cerca di falsificare.

Nicola Saracino

Anonimo ha detto...

Per Nanni64 (commento 12 febbraio 2009 13.54)
"5) La gabbia della burocrazia
Per poter fare un'intercettazione telefonica non bastano più il Pubblico ministero e il giudice, ma bisogna andare al Tribunale presso il distretto della Corte d'Appello. Immaginate quanti atti bisogna spostare."-------------

Riporto un brano dal commento del dott. Tinti sul tema in discussione: "Dunque, Il pubblico ministero richiede l'autorizzazione a disporre le operazioni previste dall'articolo 266 al tribunale del capoluogo del distretto nel cui ambito ha sede il giudice competente, che decide in composizione collegiale.
Questo vuol dire che tutte le Procure di un Distretto giudiziario (che equivale grosso modo a una Regione, in Piemonte addirittura a due Regioni, Piemonte e Valle d’Aosta), quando debbono intercettare un’utenza telefonica lo debbono chiedere al Tribunale che ha sede nel capoluogo; insomma, in Piemonte e Valle d’Aosta, 19 Procure (tante sono) non possono rivolgersi al loro Tribunale ma debbono far capo al Tribunale di Torino."

Si stava meglio quando si stava peggio?
Nonostante l'alto tasso (disinquinante) di ironia il contenuto del testo resta raccapricciante e d'impatto ambientale: Nel senso che se tutte le ipotesi fatte da Tinti non sono fantapolitica e si avverassero, dato il traffico caotico che ne deriverebbe, oltre al rischio d' "inquinamento" dei faldoni "esposti" ci sarebbe quello dell'aria (mica la auto sono euro 4-5?) già a limiti incontenibili...e magari da far scattare il superamento di polveri (non quelle depositate sui fascicoli) sottili e quindi provvedimenti da parte di sindaci atti a "fermare il traffico"?
La situazione è grave ma non è seria! Ci lavora alacramente la Bongiorno...che s'è “sciroppata” circa 1 milione di pagine nere del processo di Giulio...premiata con lo scranno in parlamento e nella fattispecie in “comm. Giust.” per imbastire qualche leggina su leggina, in fretta e furia... avendo il dono dell'ubiquità, nei ritagli di tempo difende vip o comunque "solo" gente "prncipesca" che si vede in tv!
Non basta informare i lettori ma rederli consapevoli (mi capita spesso accusare qualche capufficio di enti e itituzioni di essere complici consapevoli di fare un pessimo servizio; al ché tutti rispondono, "scriva al politico..." o giù di li; talché gli rispondo se possa almeno dimostrare - solo per avere la sua cosienza a posto - di averlo fatto lui come dovere o sotto forma di suggerimento). l'informazione non crea consapevolezza, giornali e televione, i media in poche parole, non solo è inutile ma fuorviante.
Una volta che il popolo sarà cosapevole non scenderà più in piazza a gridare Veltroni o Berlusconi l***i ma deciderà di non recarsi alle urne.
Oppure sarebbe saggio recarsi alle urne e scrivere la motivazione per la quale non si vota: tutti assieme!
Forse inizieranno a prendere coscienza, i politici, che non hanno più beoti cittadini ai quali dare in pasto veline e
tronisti ma cittadini CONSAPEVOLI e non solo INFORMATI del perchè le cose succedono sempre a loro svantaggio.
Il problema più scottante è che il Presidente è (anche?) a Capo del CSM...in un paese dove la critica da dx viene tollerata - vedi Annozero...Fini - quale? - , Mancuso, "infame" a Scalfaro... - Gasparri (e Bocchino?) che tra-spira sensibilità e umanità (non di stampo “napole(i)tano”) da tutti i pori “con quella bocca (e non è la bella e brava Virna Lisi del Carosello per il dentifricio) può dire tutto quello che vuole”...senza “Fini” e solo per “Quagliare(llo)” lo sciacallaggio cinico, strumentale e speculativo a "cadavere caldo" dopo quello a “vivente” freddo? Mentre per altri scatta il codice penale che punisce il reato di "vilipendio del presidente della Repubblica".
Questo articolo, unico nella legislazione europea su questa materia, è il retaggio del vecchio codice Rocco di epoca fascista che ne prevedeva l'applicazione a sua maestà il Re ma anche al capo del governo che era Mussolini(mio padre si buscò 3 anni di "vacanze", scontando solo 5 mesi grazie all'amnistia per la nascita di V.E., il padre del "pricipe" ballerino del sabato sera, in tv).
Si è voluto nel dopoguerra limitarne l'applicazione sottoponendolo inoltre alla strana autorizzazione da parte del guardasigilli. In sostanza se processo si farà lo decide Alfano?.
Nel resto d' Europa il vilipendio del presidente non esiste. Se del caso si applicano le norme sulle ingiurie e la diffamazione, valide per tutti i cittadini e punibili a querela dell'interessato. (Sì ma lì non esiste il lodo "schif...ani"/alfano).
D' altronde che questo articolo sia fonte di profondo imbarazzo lo dimostra la sua rara (e "sinistra")applicazione!
Quella del dott. Cascini (che Vespa, con la moglie a capo del Dag, ha messo alle corde?) mi pare una sorta di "smentita" di berlusconiana memoria. Recente!
Vedo che Calamandrei ha suscitato risentimenti in qualche giovane da riesumare la parola "rivoluzione", da tempo seppellita da una c.d. sinistra piegata al...come si vede dai giornali di oggi!

Cinzia ha detto...

Perdonami Nicola ma non sono d'accordo.
Una cosa, qualunque sia, conta anche da quale bocca esce, perché secondo la voce che la pronuncia può avere una credibilità e assumere una rilevanza diversa.

A dire le cose giuste sono capaci tutti a crederci e praticarle no.

Qui non stiamo confutando ciò che afferma Cascini, ma la sua personale credibilità.
La gente comune che legge l'articolo non sa neanche chi è Cascini, legge il suo nome e titolo in calce e lo ritiene autorevole per esprimere un giudizio.

E fin qui mi potrebbe stare bene.
Ora dice la cosa giusta e posso anche convenire con te che ci fa comodo che lo faccia.

Sarebbe però una posizione rischiosa quella di non far notare a tutti che ciò che dice è, sì vero, ma la sua posizione personale è chiaramente strumentale.

E non concordo neanche con Nanni quando afferma che non è importante il motivo per cui lo fa.
E' importantissimo invece per definire il disegno completo.
I dettagli sono sempre funzionali alla visione d'insieme e non a se stessi.

In questa sede siamo tutti smaliziati e informati dei fatti. Qui il maquillage di Cascini non basta a nascondere la vera faccia.
Troppo bronzea.

Siamo noi i contadini che, dopo averlo venduto al mercato per carenza di efficienza, non possiamo poi ricomprarlo.
Saremmo proprio degli sprovveduti.

O vogliamo recitare la parte di Charlie Brown che ogni volta crede ai falsi sorrisi di Lucy quando gli porge il pallone da calciare e ogni volta cade con il culo per terra?

Oggi lo sosteniamo perché dice la cosa giusta e domani c'ha bello e fregato.
Eh no, per favore no.
Questa non è gente che si fa usare, ma al contrario che usa, tutto e tutti.
All'occorrenza.
Béh, credo che noi non dovremmo essere l'occorrenza di nessuno, ma pretendere che ci sia riscontro tra dire e fare. Sempre.

E' così che ci siamo suicidati, credendo ottusamente, nonostante l'evidenza, ad una opposizione parlamentare al fronte del polo, non è il mio caso, ma di molti che conosco.
E tanti di questi ancora non mollano, ancora perseguono la linea del ripiego, del meno peggio, del "...però senti che dice, c'ha ragione".

NO. Basta. Io non ci sto.

La Redazione ha detto...

A Cinzia rispondo: è verosimile che nessuno abbia sempre ragione e nessuno sempre torto.
“La Grande Bugia è una bugia così enorme da far credere alla gente che nessuno potrebbe avere l’impudenza di distorcere la verità in modo così infame” - (Adolf Hitler, “Mein Kampf”).
Cos'altro vuol dire questo monito che è riportato in testa ad ogni post, se non che dobbiamo essere vigili, sempre, soprattutto verso chi ha assunto "credibilità" presso la popolazione?
Quindi, dissentire, ragionando, dalle argomentazioni pretestuose, ma cogliere quanto di buono proviene dagli altri.
Che in definitiva vuol dire sostenere le iniziative che lo meritano e combattere quelle inspiegabili, che non comprendiamo.

Anonimo ha detto...

NO. Basta. Io non ci sto.

Anche io sono d’accordo con Cinzia.
Le cose giuste se vengono dette dalla persona sbagliata perdono di significato e anzi ne assumono uno strumentale esattamente contrario.
Se veramente il dott. Cascini ha detto quel che ha detto per difendere l’attività di indagine sarebbe opportuno che disconoscesse il pulpito da cui fa la predica o sarebbe meglio che stesse zitto.
Bisogna avere il coraggio di prendere le distanze da chi fa uso strumentale dei fatti. SEMPRE

Il fine non deve mai essere prevaricazione dei mezzi per ottenerlo. Se no va a monte lo stato di diritto!!!!!!

Eleonora

Anonimo ha detto...

Gentile dottore Saracino, come si fa a non essere d'accordo con il suo commento delle 7.53?
"...ma cogliere quanto di buono proviene dagli altri..." Ovviamente, io sono contro la pena di morte: la accetterei solo nei casi in cui l'uomo diventa buono al solo scopo di manipolare i suoi simili!
Se Cascini è in buona fede, sono d'accordo con Lei.. ben rinsavito!
Ma chi l'ha messo a ricoprire un ruolo così importante e fondamentale per il buon funzionamento della magistratura? Nessuno! E' il sistema ad essere un sistema criminale! Quindi, ancora più d'accordo, chiunque può dare un contributo per assassinare il sistema, sia il ben venuto!
Chiedo perdono per la confusione, ho scritto di getto!
Un Caro Saluto.
Anonimo.

La Redazione ha detto...

Chiudo sul tema ricordando un memorabile sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo che impersonano tre politici i quali litigano animatamente sul nulla perché dicono tutti e tre la stessa cosa.
Se su una cosa si è d'accordo credo sia inutile discuterne.
Contano le idee e gli argomenti, di volta in volta, a prescindere da chi se ne fa portavoce.
Di volta in volta si sposa l'idea, non la persona, nel senso che non si contrae un "vincolo" che impegni ad essere d'accordo con lei sempre e comunque e che ci impedisca di ribadire le critiche per atteggiamenti che non abbiamo condiviso.

Anonimo ha detto...

Quello che emerge dalla reazione di molti lettori a questo articolo, è semplicemente che la posizione (o la non posizione che dir si voglia) assunta da Cascini e dall’ANM nelle ultime vicende (dal caso De Magistris in poi), ha gettato questi nel più totale discredito. Per cui, è normale che i lettori si chiedano quantomeno il perché di certe incoerenze ed incongruenze (ad essere benevoli).

Ma il problema essenziale non è la coerenza di Cascini.

E’ semplicemente che il suo intervento non solo è tardivo, (i tempi nella vita sono sempre fondamentali), ma è inutile, perché se permetti che, anche soltanto una volta, determinati principi vengano calpestati, poi perdi la credibilità di difendere quei principi e non solo quelli.

Secondo voi, “questa magistratura”, è un interlocutore credibile e di peso per questo governo? Secondo voi, chi sta preparando l’orrenda riforma della giustizia, potrebbe fare questo se avesse davanti una magistratura che seriamente cerca di difendere la propria autonomia, sempre e comunque e in maniera non corporativa?
Secondo me no.
I vari paladini di queste riforme, a destra e a sinistra, sanno di poterle fare perché hanno la magistratura in pugno.
La politica prosegue con la riforma della giustizia, e ha davanti a se una magistratura che si è assolutamente piegata a certe logiche, anzi le ha digerite e fatte proprie, che non ha esitato a calpestare le regole per favorire un certo sistema, che ha calpestato se stessa, la sua autonomia, la legge ed i diritti dei cittadini ed ha commesso e permesso cose indicibili semplicemente girandosi dall’altra parte.

La cosa grave è che non soltanto noi cittadini ci siamo accorti che la magistratura non è in grado di difendere l’autonomia della giurisdizione, ma se ne sono accorti i governanti, e proprio in questo brodo stanno sguazzando.

Quindi ben venga l’intervento di Cascini, per carità, ma non serve a nulla, non ha nessun peso, perché viene da qualcuno che fino all’altro ieri ha detto forte e chiaro alla politica : “Fate pure quello che volete, ché noi vi copriamo”.

Per l’Anonimo delle 10.11: Cascini non è rinsavito. Pensare questo è un po’ troppo ingenuo. E’ soltanto che si sta cercando malamente di opporsi a delle riforme che arrecherebbero serio danno all’esercizio della giurisdizione, perché quando è troppo è troppo, perfino per l’ANM, e in qualche modo bisogna salvare la faccia.

Anonimo ha detto...

Entro in questa discussione con qualche timore, perchè il tema è delicato.

Voglio dire anzitutto che davvero questo blog mi sembra un luogo di confronto molto serio.

Non dovrei dirlo, perchè non vorrei che sembrasse una forma di autoelogio di ciò che facciamo. Il mio apprezzamento non è diretto ai "redattori", ma ai nostri lettori/scrittori, che davvero danno sempre prova di grande attenzione critica e profondità di analisi.

Davvero, quando abbiamo pubblicato l'articolo di Cascini non sapevo come sarebbe stato accolto e se e quale dibattito avrebbe suscitato.

I 34 commenti finora pubblicati testimoniano dell'attenzione critica di tanti e della qualità di essa.

Grazie davvero di cuore a tutti Voi, carissimi amici. Il senso e la vita stessa di questo blog sono tutti nella Vostra qualificatissima presenza.

Ciò detto, mi permetto di ipotizzare che forse ci sia del vero in entrambe le posizioni espresse finora.

Quella di Nicola - che sento anche mia - per la quale l'"in sé" delle cose è quello che oggettivamente è. Chiunque le dica.

E' questa la ragione, fra l'altro, per la quale consentiamo qui anche gli interventi anonimi.

Perchè le idee sono quelle che oggettivamente sono, indipendentemente da chi le esprime.

Ma sento mia anche l'opinione di quanti hanno criticato anche duramente il collega Cascini.

Perchè, se è vero che l'"in sé" di una opinione è quello che è, è altrettanto vero che la sua enunciazione a volte è un "atto politico" e tale "atto politico" non può essere esaminato e giudicato solo con riferimento all'"in sé" delle parole usate, senza collegarlo alla complessiva "attività politica" di chi lo compie.

In quest'epoca di trasformismo e opportunismo politico, assistiamo spessissimo a singole prese di posizione opportunistiche di questo o quel politico. Basti pensare al Presidente della Regione Siciliana Cuffaro, che, condannato in primo grado per favoreggiamento di alcuni mafiosi, ha fatto sponsorizzare alla Regione una campagna pubblicitaria contro la mafia.

La cosa in sé non poteva che essere accolta con apprezzamento - dei manifesti che dicevano "la mafia fa schifo" erano oggettivamente una cosa buona -, ma non si poteva ignorare che, nella politica di Cuffaro quello era uno dei tanti espedienti per legittimarsi su un fronte nel quale i "fatti" e le "condotte" erano del tutto diversi dalla propaganda.

In definitiva, io credo che forse ci si possa trovare d'accordo sul fatto che ogni cosa va esaminata e valutata con spirito critico e senza apriorismi.

In quest'ottica, ciò che sembra emergere dal dibattito che si è svolto finora e che spero prosegua con la stessa passione e la stessa profondità è che l'intervento di Cascini consiste di due aspetti: il contenuto intrinseco del suo scritto e il gesto politico complessivo dell'averlo scritto.

I due aspetti sembra debbano essere giudicati secondo criteri e con riferimento a circostanze diverse.

Qualcosa del tipo: ci prendiamo perchè buone le considerazioni svolte sul tema delle intercettazioni, ma non consentiamo che queste considerazioni facciano dimenticare la politica complessiva portata avanti dall'A.N.M. e dal Segretario Cascini in particolare e costituiscano un "alibi" per legittimare strategie "politiche" che non possono essere condivise.

Spero che queste mie parole possano servire non a suscitare polemiche, ma a offrire un modesto contributo al dibattito, che, come ho detto, spero prosegua ancora a lungo.

Un caro saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Per Annalisa e Cinzia.
Il 70% dei miei colleghi cooperatori è di sesso femminile, salvo il Cda formato da 5 cinque membri di cui 3 uomini con il presidente, ovviamente, donna!
Ho imparato a non ribattere alle donne, che dimostrino di avere capacità di analisi che a me sfuggono clamorasamente!
Per cui, mi voglia perdonare il dottor Saracino ma, io mi ritiro, pur rimanendo della mia opinione!

Anonimo ha detto...

"Entro in questa discussione con qualche timore, perchè il tema è delicato.

Voglio dire anzitutto che davvero questo blog mi sembra un luogo di confronto molto serio.

Non dovrei dirlo, perchè non vorrei che sembrasse una forma di autoelogio..."
Ma perché non dovrebbe dirlo, dottor Lima...piuttosto il timore è mio, dopo aver letto di un "Anonimo" che chiede ("noi", chi?) per un "omonimo" la firma, mentre lui si firma "Anonimo"?----

Quello del seg. dell'Anm Cascini, forse diverrà un caso (di cronaca letteraria) con degli sviluppi che riserveranno delle sorprese non certo gradite se si pensa al c.d. “bene comune”.
E per quanto è dato sapere (e vedere, la mimica facciale e gli occhi che “dicono” altro o per altri?) questo caso, nemmeno forzando, non si può annoverare in qualcosa che rientri in quel famigerato e demonizzato (dalla chiesa vaticana...che fa finta di non sapere di Williamson?) “relativismo etico (morale)”, diciamo più flessibile a fronte dell'assolutismo pseudo-clericale di governo.
E non occorre essere un collega o comunque un addetto ai lavori o addirittura un Lombroso per decifrare dalle espressioni mutevoli, cui non mancano maliziosi sorrisetti di compiacimento se non beffardi e/o sarcastici con punte di cinismo, da attore che sa di dominare la scena e di fare il doppio gioco...quando fa vedere di non replicare a Vespa che gli vuol far convenire e dire che spesso le intercettazioni non vengono usate per supporto ma per aprire un'inchiesta: lo spigliato Cascini fa “scena” muta?
Io ho sempre sostenuto che conta il messaggio, l'oggetto e il suo contenuto più che altro e non la forma e il pulpito (penso a Sgarbi che spesso dice delle cose scomode ma vere e sacrosante anche con una certa crudeltà, che può non essere gradito) dal quale pro-viene.
Nel fatto di specie, de visu, non potendo mai capire come stanno esattamente le cose dalla stampa genuflessa al potere di turno, dovrò leggere il volto (manent!) e non lo scritto (volant?); purtroppo, un'eccezione : che come poi si dice, conferma la regola.
[ Circa 3-4 anni fa, a Napoli in un congresso della Anm alcuni giudici si chiedevano:"Riusciamo a farci capire dalla gente?"; pensando come riformare se stessi. Come no! Dentro la procura si consumavano "faide tra bande di... magistrati" (meno rischioso, per alcuni, che combattere la camorra?) che produssero poi alcuni fatti di cronaca, a dir poco anomali.
Condannato per corruzione a più di 2 anni un ex presidente di sezione...; il min. Castelli invia il capo degli ispettori che si diceva stesse per candidarsi, mentre un ex Pm passato in politica insiste per rientrare in procura, pervasa da un dossieraggio interno(?).
Di qui il commento di un penalista ..."in attesa che il Csm ci dica cosa sta accadendo a Napoli..."... "Che immagine offre questa giustizia al cittadino se chi deve controllare la legalità denuncia illegalità"..."Se i magistrati si fanno questo tra loro, cosa faranno a chi non è coperto da un sistema di conoscenze? E sempre li' c'è stato il caso di quel Gip che ha "copiato e incollato" un'informativa di polizia giudiziaria senza un "controllo critico".(un segnale foriero, da trarre spunto in seguito: oggi?)
Un prelato si meravigliava del fatto che le procure sanno tutto sulla criminalità ma che nessuno riesca a smantellarla.] Bisognerebbe chiederlo ai tanti ipocriti Cuffaro.
Meglio eliminare il ladruncolo con la “legittima difesa”: un anno di carcere...e 8 mesi per averlo rincorso, anzi perché la pistola non poteva uscire fuori? Questo il codice Robertino...mentre il codice Rocchino aggiornato dà 8 mesi per una canna di riserva (nel 69 non v'era l'obbligo) di un'arma denunciata e custodita. Fosse capitato ad Alfredo Biondi, avrebbe fatto tramutare il carcere in sanzione pecunaria!

nanni64 ha detto...

Per tutti voi. E anche per me.

Felice Lima ha detto:“ci prendiamo perchè buone le considerazioni svolte sul tema delle intercettazioni, ma non consentiamo che queste considerazioni facciano dimenticare la politica complessiva portata avanti dall'A.N.M. e dal Segretario Cascini in particolare e costituiscano un "alibi" per legittimare strategie "politiche" che non possono essere condivise”.

Credo di avere espresso lo stesso concetto, con parole molto più povere.

Le condivido, ovviamente.

Io credo che bisogna avere in questo momento, oltre al cuore pulito, come molti di noi, anche la mente lucida.

Intendo dire: stiamo parlando di un disegno di legge che, se approvato, disarmerà la magistratura nella lotta contro il crimine e toglierà ad essa ogni indipendenza dal potere politico, praticamente predisponendo il terreno per una dittatura (mi esprimo così, con il termine “predisponendo” solo perché non voglio apparire catastrofica).

Ora, se per caso qualcuno, lasciamo perdere chi, come e perché, tiri una pietra contro questo fronte, che per comodità chiamo avversario, voi, che combattete contro quello stesso fronte, cosa fate? Vi distraete dall’obiettivo, per colpire chi ha lanciato quella pietra, esaminando le sue ragioni recondite, o anche chiarissime e non ammirevoli e gli fate il processo? Oppure restate concentrati sull’obbiettivo, sparando altre cento pietrate all’avversario?

Intendo dire: capisco la vostra rabbia e la vostra indignazione, la capisco perché é anche la mia. Ma la rabbia talvolta acceca. E fa perdere di vista l’obiettivo.

Ha ragione Felice: cosa é questo qui? Un processo a Cascini? Se riabilitarlo o no? No. Credo che ci siano argomenti più importanti da trattare. Non mi interessa l’argomento. Non credo che sia in discussione questo.

Quelle scelte, quelle dell’ANM, espresse e fatte proprie dal dott. Cascini, io non le condivido, anzi, mi sembrano proprio la negazione di quel fine per cui quell’associazione ha deciso di prendere quella posizione. E controllo intenzionalmente il peso delle mie parole.

Ma la partita che si sta giocando é pericolosissima. E persa questa si é oltrepassato il punto di non ritorno.

Distogliere lo sguardo da quello che é in gioco, per perderlo, in questo preciso istante, ossia per processare Cascini, mi sembra una follia.

Mentre i soldati girano lo sguardo per verificare se colui che, fra loro, ha lanciato quella pietra é un eroe o un misero approfittatore, il fronte nemico li mitraglia in un solo istante.

Senza dare il tempo a quei soldati di trovare una risposta a quelle domande, o una giusta decisione per il loro processo.

Così é stato anche per il Presidente Napolitano, nell’attimo in cui si é svegliato dal letargo.

Capisco perfettamente l’indignazione. Ma capisco anche che quelli che stanno facendo a pezzi la nostra Costituzione e la nostra democrazia sono molto, molto più furbi di noi.

Anonimo ha detto...

Grazie a Felice Lima per il suo intervento, particolarmente circostanziato, razionale e profondo, come sempre.
Quando scrive:
"Qualcosa del tipo: ci prendiamo perchè buone le considerazioni svolte sul tema delle intercettazioni, ma non consentiamo che queste considerazioni facciano dimenticare la politica complessiva portata avanti dall'A.N.M. e dal Segretario Cascini in particolare e costituiscano un "alibi" per legittimare strategie "politiche" che non possono essere condivise."
è difficile non essere d'accordo con lui.
Anche se poi, riletto e ripensato il tutto, personalmente continuano a persuadermi soprattutto le considerazioni di Cinzia, semplicemente perchè sovrapponibili in gran parte alle mie.
Grazie comunque, anche da parte mia, e come sempre, a tutti.
siu

Anonimo ha detto...

Gentile Mauro,
sono l'anonimo da Lei citato che si firma Anonimo.
bartolo!
Volevo soltanto conoscere chi aveva scritto quel post che mi era piaciuto tantissimo. Allora, cosa dovrei dire di Lei che mi fa impazzire con tutti quei... (..) ed altro ancora?
Con simpatia
b

Anonimo ha detto...

L'"in sè" mi può star bene quando la posta è molto alta.
Mi sta bene anche "l'in sè" della posizione del CSM.
Ma la frittata ormai è fatta. E' stata mostrata una notevole "debolezza" durante i numerosi "saggi" lanciati per tastare il terreno di questo inaudito attacco agli strumenti essenziali.
Gli scenari che si presentano adesso non so nemmeno immaginare quando queste norme si dovranno firmare.
Comunque penso che chi di dovere dovrebbe alzare il tono della protesta.
Alessandra

Anonimo ha detto...

DAL CORRIERE DELLA SERA DI OGGI:

"...Clementina Forleo, poi, cita Gianfranco Fini e il suo progetto di riforma sulla giustizia, facendo anche i nomi dei giudici contro (Ingroia e Lima) che si battono contro il "pensiero unico"...."

Anonimo ha detto...

Non si può ragionare partendo dal presupposto che Cascini abbia fatto solo due cose nella sua vita: intervenire (male) ad annozero, dimostrando che l'anm è diventata longa manus di non meglio identificati "poteri forti", intervenire (bene) su repubblica dimostrando che il ddl in tema di processo penale e intercettazioni è pericolossisimo per la nostra sicurezza.

Era chiaro che prima o poi il manicheismo derivante da una superficiale conoscenza dei fatti avrebbe portato a divertenti psicodrammi (cascini è "dei nostri"?).

un altro esempio che potrebbe far vacillare parecchie "certezze" sta nel processo d'appello "borsellino bis". tante assoluzioni in primo grado si trasformarono in ergastoli, e fu riconosciuto l'importante contributo alle indagini fornito dal consulente Genchi. Il pm che ottene le condanne davanti alla corte d'assise d'appello era Dolcino Favi (quello dell'avocazione di why not).

Anonimo ha detto...

Per Anonimo delle 17.12.

Gentile Anonimo,

prima di accusare gli altri, rifletta considerando l'ipotesi di essere Lei, magari, "manicheo" e "superficiale" invece che coloro che Lei del tutto gratuitamente giudica tali.

I "vizi" del Suo ragionamento sono i seguenti.

1. Qui non ci sono né "nostri" né "loro". Dunque, non ci può essere nessuno "psicodramma" sulla collocazione da dare a Cascini. Non abbiamo "collocato" neppure noi stessi, figuriamoci lui.

2. Lo sforzo che alcuni stavamo facendo prima del Suo intervento non era dibatterci in un inesistente psicodramma, ma provare a salvare qualcosa di un Segretario Generale dell'A.N.M. del tutto "non credibile".

3. Nessuno nella vita ha fatto solo bene e nessuno nella vita ha fatto solo male. L'errore è questo - tipico dei settari, dei partitocrati, dei correntisti - di volere per forza "catalogare" le persone e le storie.

Mussolini ha fatto anche cose buone.

Sant'Agostino ha commesso grandi peccati.

San Paolo ha assassinato Santo Stefano.

Hitler una volta avrà pure fatto una carezza a un bimbo e magari Stalin voleva bene alla mamma.

L'avocazione di Favi è stato un atto orribile e tale resterà comunque.

Il giudizio che esprimiamo non è su Favi (Dio ce ne scampi da un atto di tale arroganza), ma sulla sua avocazione.

Nessuno ha le "certezze" di cui Lei inappropriatamente parla con riferimento alla storia professionale del dr Favi (e sappia che io conosco benissimo il dr Favi, perchè sono stato giudice istruttore penale in un Tribunale - quello di Siracusa - nel quale egli era pubblico ministero). Sicché nessuna "certezza" sul punto potrà "vacillare", come Lei infondatamente ipotizza.

Le uniche "certezze" che sono state manifestate qui sono sulla avocazione fatta da Favi nei termini che sono noti. E quella avocazione è ciò che è. Sia se Favi fosse il demonio, sia se fosse l'Unto del Signore, sia se fosse un uomo come tanti.

Così come ciò di cui si sta discutendo non è la persona di Giuseppe Cascini (sarà il migliore uomo della terra e andrà nel Paradiso più bello alla fine della storia), ma la sua attività di Segretario dell'A.N.M..

Sotto questo profilo, sembra indubbio che l'articolo che abbiamo pubblicato a firma di Cascini sia un discreto contributo a una buona causa, ma purtroppo si inserisca in una linea politica dell'A.N.M. e del suo Segretario i cui limiti in questo blog sono stati ampiamente illustrati.

E già che ci sono mi permetto di segnalare che Cascini giunge buon ultimo su un tema che tanti hanno e abbiamo già a lungo e con molto impegno affrontato.

In questo blog, c'è addirittura un banner dal titolo "Dossier intercettazioni", che dà accesso a ben 19 articoli, il primo dei quali risale al 10.6.2008.

Bruno Tinti ha scritto sul punto in ogni dove: mi limito a citare fra gli altri diversi articoli di stampa su giornali di molta tiratura come La Stampa e L'Espresso (alcuni degli articoli li abbiamo riportati qui) e un capitolo del suo ultimo libro "La questione immorale".

E' inutile continuare a cercare di capire dove "mettere ciascuno" ed è sbagliato dare giudizi sulle persone.

Quello che ci tocca di fare è stare ai singoli fatti e dinanzi a ciascuno di essi giudicare non le persone (che questo lo farà Dio e solo alla fine) ma le situazioni, per valutare, rispetto alla loro concretezza qui e ora, cosa possa essere più utile fare non per "salvare il mondo" (che è compito troppo al di là delle forze chi ciascuno) ma per assolvere nel modo migliore possibile o, se preferisce, meno peggiore possibile al compito che a tutti è dato di rendere un po' migliore o meno peggiore questo mondo.

Provi a rivedere alla luce di queste modeste considerazioni i superficiali giudizi irridenti che ha espresso nel Suo commento e magari scoprirà un mondo nuovo, la cui esistenza ignorava, e, abbandonati gli schemi ormai decrepiti della partitocrazia e del correntismo, scoprirà impegno dove adesso i Suoi occhi carichi di pregiudizi le fanno vedere inesistenti "psicodrammi".

Un caro saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Gentile Felice, La prego di credere che sto scrivendo in ginocchio sui ceci per espiare i peccati (mi pare che fossero superficialità, irridenza e manicheismo) del mio precedente post.

Ho tuttavia l'ardire di porLe un'ulteriore domanda: quindi secondo Lei l'avocazione why not non è il tassello di un complotto, ma un provvedimento non troppo legittimo (orribile, lo ha definito Lei) adottato in buona fede?

un carissimo saluto.

anonimo delle 17.12

p.s. veramente San Paolo ha assassinato Santo Stefano?

Anonimo ha detto...

Per Anonimo delle 23.44.

Gentile Anonimo,

per potere dialogare è indispensabile il rispetto di alcune regole minime.

Lei, nel Suo ultimo commento, scrive:
"Gentile Felice, La prego di credere che sto scrivendo in ginocchio sui ceci per espiare i peccati (mi pare che fossero superficialità, irridenza e manicheismo) del mio precedente post".

Chi legge penserà che sono stato scortese io ad accusare Lei di superficialità e manicheismo.

Questo perchè Lei ha evidentemente dimenticato cosa ha scritto nel Suo primo intervento.

Glielo ricopio:
"Era chiaro che prima o poi il manicheismo derivante da una superficiale conoscenza dei fatti avrebbe portato a divertenti psicodrammi (cascini è "dei nostri"?)".

Dunque, come vede, è Lei che, restando anonimo, ha esordito dando ai presenti dei "manichei" e dei "superficiali".

Lei, nel Suo ultimo commento, scrive:
"Ho tuttavia l'ardire di porLe un'ulteriore domanda: quindi secondo Lei l'avocazione why not non è il tassello di un complotto, ma un provvedimento non troppo legittimo (orribile, lo ha definito Lei) adottato in buona fede?"

Questa domanda è del tutto insensata.

Se Lei, infatti, avrà la cortesia di rileggere il mio commento al quale ha risposto, scoprirà da solo e senza l'aiuto di nessuno che io non ho detto nulla che possa essere interpretato come Lei propone.

In ogni caso, qualora Lei non voglia fare questa terribile fatica di leggere, Le dico che io non penso affatto che "l'avocazione why not non è il tassello di un complotto, ma un provvedimento non troppo legittimo (orribile, lo ha definito Lei) adottato in buona fede?"

Non compete a me accertare cosa sia accaduto in quella vicenda.

Prima che fossero "spazzati via" lo stavano facendo i pubblici ministeri competenti per materia e territorio, che stavano seguendo l'ipotesi della "corruzione in atti giudiziari".

In ogni caso appare ovvio a chiunque eserciti un minimo di logica nei ragionamenti che l'avocazione in questione fatica a rendersi compatibile con il concetto di "buona fede" come inteso dalla maggior parte dei comuni mortali. Se non altro per il fatto che essa risulta disposta in assenza di una norma di legge che la consentisse, facendo riferimento a una norma che regola una ipotesi diversa.

Quanto al fatto che faccia parte di un complotto o no, ciò è proprio l'oggetto delle indagini di Salerno, fermate nei modi ormai arcinoti.

Lei, però, deve scendere dai ceci e provare a essere meno superficiale (questa volte Le do motivo per lagnarsi) e a non sottovalutare gli argomenti altrui.

Deve sapere che non sempre, quando non capiamo una cosa è perchè chi la sostiene è sciocco. A volte è solo che non abbiamo avuto l'umiltà e la pazienza di considerare i suoi argomenti.

Per aiutarLa a orientarsi negli argomenti che Lei ha trovato "manichei" e "superficiali", Le segnalo che nei fatti della vita le alternative non sono solo due - "buona fede" o "complotto" - ma molte e che spesso invocare il "complotto" è un "trucco" semantico/retorico per fare apparire paradossale l'ipotesi della malafede.

Se ha dimestichezza con vicende giudiziarie, inoltre, saprà che il "concorso" e la "complicità" non hanno sempre e solo la forma del "complotto".

Capita più spesso (quasi sempre) che più persone concorrano a un evento per interessi diversi e senza accordi formali.

In tanti casi basta un gesto di intesa. Una telefonata casuale. Una battuta lasciata cadere lì.

A volte addirittura ci si attiva senza esserne richiesti, in vista di un qualche "ritorno" di gratitudine.

Molti anni fa, nella città dove vivo venne arrestato un importante magistrato.

Fra le accuse che gli si muovevano c'era la seguente.

Un condomino del suo palazzo lasciava spesso l'auto parcheggiata in un modo che dava fastidio.

Un giorno il magistrato aveva ospiti a casa sua dei noti malavitosi.

Gli sarebbe capitato casualmente di dolersi del comportamento di quel condomino.

Pochi giorni dopo l'auto del condomino venne trovata bruciata.

L'accusa non sostenne che si fosse trattato di un "complotto". Parlò solo di "concorso".

Quanto a San Paolo e Santo Stefano, Le riporto i versetti 55-59 del cap. 7 e il versetto 1 del cap. 8 degli Atti degli Apostoli: "[55]Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra [56]e disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio». [57]Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, [58]lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. [59]E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». ... [1]Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione".

Anche in questo caso, non fu un "complotto". Solo una "lapidazione". "In concorso".

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Per Anonimo delle 17.12.
Ricordo sempre un racconto di mio nonno: "Una volta c'era una volpe che si sentiva più furba delle altre. Ogni notte, al ritorno dall'assalto al solito pollaio riferiva alle amiche: anche stamattina, per quante galline mangiate, ho potuto far rientro grazie al percorso, tutto in discesa! Dopo alcuni giorni senza notizie, della volpe furba, una delle amiche preoccupata ha chiesto se qualcuna di loro sapesse qualcosa; la più grande ha risposto: tranquille, avrà assaltato qualche pollaio che si trovava a valle!"
b

Anonimo ha detto...

Intanto, una domanda per tutti quelli che si rivolgono al dott. Cascini. Al di là di quanto stimiate (o no) il dott. Cascini, cosa pensate nel merito di quanto ha scritto? Perché, vedete, Cascini può essere simpatico o meno, lo si può tacciare di coerenza o meno, sarà schierato o meno, ma . . . . . - NEL MERITO - dice delle sciocchezze o delle cose vere e giuste? Nel dibattito sulle intercettazioni qual'è il vero problema? La tutela della privacy del c.d. terzo estraneo? Bene, se questo è il reale problema, non c'è reato che tenga: sia che si tratti di minaccia sia che si tratti di omicidio, il terzo estraneo (ossia una persona terza ed estranea al fatto che si trova a parlare telefonicamente con una persona indagata - classico caso, l'amante dell'indagato-) non può essere tutelato in alcun modo: sicché si deve concludere che le intercettazioni NON VANNO FATTE IN ALCUN CASO (vedi Paesi Scandinavi).
Se, invece, il problema è che alle intercettazioni non deve essere dato spazio sulla stampa per non esporre al pubblico ludibrio mediatico i "presunti" rei che - spesso, poi - vengono assolti, allora il sistema di tutela esiste: inasprire (sino alla chiusura forzosa della testata) le pene nei confronti dei PP.UU. che divulgano le intercettazioni E DEI GIORNALI (E GIORNALISTI) CHE LE PUBBLICANO. O no?

Cinzia ha detto...

Sa che c'è mio caro Anonimo del 15 febbraio ore 18.36,
c'è che in questa bella piazza virtuale del merito di questa questione ne abbiamo discusso parecchio e se ne continua a discutere, mentre Cascini arriva come la bella addormentata che si sveglia nel bosco e scopre che esiste l'acqua calda nel bagno della nonna di cappuccetto rosso, perché i tempi cambiano anche nelle fiabe.

Quindi effettivamente sotto questo post era proprio di Cascini che si stava parlando e mi sembra che di questo se ne era accorto anche lei.

Ma venendo al merito, qui nessuno si sogna di confutare che un problema esiste. Io però escluderei l'ipotesi di paragonarci ai paesi scandinavi, lei che dice? sempre se vogliamo rimanere nella realtà. Se poi intendiamo tornare al mondo delle fiabe di cui sopra, a me non sembra il caso se vogliamo tenere in cosiderazione l'evoluzione di cui non si è accorto Cascini perché dormiva, ma che a lei non sarà certo sfuggita visto che era sveglio.

Possiamo affermare con certezza che il nostro tasso di corruzione e criminalità organizzata non ha paragoni nella vecchia e cara Europa, quindi dirrei che la prima ipotesi, quella di non intercettare affatto, la possiamo escludere.

Prendiamo invece in considerazione la seconda. Questa benedetta tutela della privacy. Un falso problema, secondo me, ma facciamo finta che sia vero.

Non credo che la soluzione sia non pubblicare nessuna intercettazione, semmai si potrebbe proibire la pubblicazione di quelle che non sono rilevanti ai fini dell'informazione sul merito dell'indagine.

Poi anche lì nasceranno questioni su ciò che è e ciò che non è rilevante e, come di regola fra italiani, si finirà in tribunale per stabilire anche quello.

Mi ricordo perfettamente un qualche Anonimo di tempo fa che diceva secondo lui non rilevanti le intercettazioni tra Berlusconi e Saccà. No dico, figuriamoci come stiamo messi in quanto a senso dell'etica e della legalità. Non ce l'abbiamo proprio un senso radicato dell'etica.

Sarà che siamo dei mascalzoni di natura? sarà che siamo i cattolici più falsi nel mondo cattolico? sarà quel che sarà, ma di fatto quello che in altri paesi, che dicasi civili, si risolve semplicemente con il buonsenso qui da noi diventa conflitto a spese dello stato e quindi di tutti.

Immagino poi che per PP.UU. lei intenda pubblici ufficiali. Sono dei pubblici ufficiali gli avvocati secondo lei? Io sono ignorante, ma non credo. Gli avvocati dispongono degli atti però, e poi vogliamo parlare di tutto il contorno che ci lavora, segreterie, assistenti, tirocinanti. Difficile controllare tutta questa gente. Io stessa per ben sei mesi ho lavorato ad archiviare tutte le carte del processo IMI-SIR (un'intera parete di faldoni) per uno degli avvocati del caro mr B, ma non per questo ne sono andata a raccontare in giro i contenuti.

Eppure avrei potuto farlo e qualcuno forse mi avrebbe anche pagato per avere certe informazioni in esclusiva e prima della chiusura del processo. Stralci di quel processo sono ancora in vita, come lei ben saprà.

La verità è che ci vorrebbe coscienza, etica, senso civico e non sono cose che si comprano al mercato, né s'impongono con la forza delle leggi. Roba che manca a molti altrimenti non staremmo neanche a discuterne di queste cose.

Insomma punizioni, inasprimenti, chiusure tutte cose che in mano a gente come i nostri governanti a me personalmente danno i brividi.

La libertà d'espressione non ha prezzo ed io sono disposta a pagarla molto cara, anche se fossi l'amante di un'indagato. Se faccio l'amante a qualche rischio mi espongo e si sa, ma forse è proprio il rischio che mi piace, altrimenti mi sposo e resto fedele. Tutto detto senza alcun giudizio morale, non è il mio stile. L'esempio l'ho preso a lei che me lo ha offerto.

Se poi cortesemente volesse farmi i nomi di tutti questi spesso assolti senza macchia, ma precedentemente esposti al pubblico ludibrio mi piacerebbe proprio farmene una cultura.
Grazie.