lunedì 1 giugno 2009

Il “doppio stato” e i casi De Magistris, Forleo, Genchi, Salerno


Vi segnaliamo, sul sito di MicroMega, a questo link, l’audio di un intervento di Marco Travaglio alla Fiera del Libro di Torino il 16 maggio 2009, nel quale affronta il tema della teoria c.d. del “doppio stato” e vi inserisce i casi De Magistris, Forleo, Genchi, Salerno.





3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

RELATIVISMO ETICO: CHE BUFFONATA! CHE GRANDE IPOCRISIA!
SI DICA CHE OGNUNO VUOLE FARE I PROPRI PORCI COMODI, E' PIU' CHIARO E TUTTI POSSONO CAPIRE CHE SONO SOLO DEI MASCALZONI.
Leggo:"sul piano etico: se, come affermano i sostenitori del relativismo etico, vale il principio di equivalenza di ogni prescrizione morale, ciò non può non avere effetti esiziali sulla società; se infatti non esiste una Verità assoluta di riferimento in base a cui poter distinguere il bene dal male, allora tutto è lecito, affermazione che si pone come una verità assoluta"(Wikipedia).
E ALLORA? LA VERITA' ASSOLUTA E' CHE OGNUNO DEI POTENTI PUO' FARE IL PROPRIO COMODO GIUSTIFICANDO OGNI SUA ABIEZIONE COL FATTO CHE IL CONCETTO DI MORALE E DI ETICA NON SONO ASSOLUTI, ASSOLUTO ESSENDO SOLO L'ASSIOMA DEL RELATIVISMO ETICO.
Sono disgustato.

Besugo ha detto...

Italo Calvino, ne “La letteratura come proiezione del desiderio”, (1969), in “Una pietra sopra”, Mondadori, osserva che Frye ci dice che la città è la forma umana del mondo minerale, nelle sue immagini apocalittico-paradisiache (città di Dio, Gerusalemme, architettura ascendente, sede del re e della corte) o demonico-infernali (città di Dite, città di Caino, labirinto, metropoli moderna).
Ma resta da dire che nei rapporti tra mondo umano, mondo animal-vegetale e mondo minerale sono avvenuti molti cambiamenti durante gli ultimi duecento anni: cambiamenti sintattici e nell'attribuzione dei valori, che andrebbero verificati a livello dell'immaginario letterario e di quello sociale.
Parafrasando la Divina Commedia, la città di Dite, appare come una città stato.
Al suo interno sono presenti:

1)gli eretici,

2)i violenti ripartiti in tre categorie:

a.violenti contro la persona e gli averi del prossimo,

b.violenti contro sé stessi e le proprie cose,

c. violenti contro Dio, la natura e l’arte

3)i fraudolenti, cioè coloro che hanno esercitato una frode

a.contro chi non si fida,

b.contro chi si fida (gli uni e gli altri ulteriormente distinti in 10 specie di fraudolenti e 4 specie di traditori [tra i quali forse anche alcuni ex komunisti?]).

La "città di Lucifero" (denominato latinamente Dite da Dis-Ditis, cioè "divinità", epiteto attribuito dagli antichi a Plutone, re degli inferi pagani), è circondata dalla palude stigia (Mediterraneo?) e chiusa da una cerchia muraria dall’aspetto ferrigno, provvista di alte torri rosse.

L’ingresso è sorvegliato da gruppi di diavoli, che impediscono a Dante e Virgilio, (assimilabili a due cronisti) appena traghettati dall’una all’altra sponda dello Stige, di entrare nel basso Inferno.

L’intervento di un Messo celeste, invocato da Virgilio, vince l’opposizione diabolica, permettendo ai due poeti di proseguire e quindi di testimoniare il loro viaggio.

La piccola differenza che si coglie nella Commedia di Dante, è che in quella città i reprobi sono puniti, mentre nella nostra città reale, al contrario, sono glorificati. E i buoni sono sbeffeggiati e oppressi.

I pochi cronisti di passaggio, sono indotti al silenzio, o sono castigati duramente.


P.S.
Dimenticavo!
Nessun Messo celeste sembra apparire all’orizzonte.

D’altronde, nessun Virgilio è tra noi in grado di invocarlo.

Cordiali saluti

Raffaele Simonetti ha detto...

Per chi volesse approfondire l'argomento (l'articolo di Pierluigi Battista, l'intervista a Napolitano del 1996 "NON APRIRO' GLI ARMADI DEL VIMINALE", l'intervento di Tranfaglia) può andare nelle mie "Segnalazioni" di maggio alle date dell' 11, 18 e 19.
Ci si arriva cliccando sul link sotto il mio nome.
Tu quoque prof. Tranfaglia ...