mercoledì 10 giugno 2020

Antisfascismo a corrente alternata

Pubblichiamo, con il consenso della sua autrice, la mail che una collega ha inviato sulla mailing list dell'Associazione Nazionale Magistrati a commento del comunicato con il quale la corrente di Magistratura democratica ha espresso solidarietà al P.M. della procura di Roma, duramente criticato da Casa Pound  per aver disposto il sequestro di un immobile abusivamente occupato dalla stessa a Roma. 
La mail, nel constatare l'inerzia della magistratura, di fronte all'emersione del nominificio gestito dalle correnti che ne governano i destini, si chiede retoricamente se il vero antifascismo non si manifesti reagendo a tutte le condotte di abuso e sopruso che siano note.   
La riflessione è completata, nella parte finale, da un impietoso, ma ampiamente condivisibile, confronto  con le condizioni dell'amministrazione della giustizia di alcuni paesi totalitari.  

La redazione
--------------------------------------------------------------------

di Anna Maria Torchia - Magistrato


Premessa l'ovvia solidarietà a qualsiasi collega che venga attaccato per l'esercizio della giurisdizione (e il p.m. Albamonte, additato come "antifascista" da esponenti di Casapound, ha anche la mia, per quanto possa contare) e premesso che OVVIAMENTE siamo tutti antifascisti, leggo numerosi messaggi di magistrati che, per esprimere solidarietà al collega, si professano antifascisti...

Nulla da dire, ognuno professa ciò in cui crede anche se è ovvio. Repetita iuvant.

Oggi siamo tutti antifascisti, naturale.

Però è facile urlare al mondo di essere antifascisti in un paese in cui c'è il reato di apologia del fascismo, in cui non si rischia la somministrazione di olio di ricino o spedizioni punitive degli squadristi, in cui i potenziali protettori fascisti sono tutti morti e sepolti e certamente ampiamente decomposti, in un paese in cui l'essere eventualmente fascisti non porta nessun beneficio e l'essere antifascisti non crea alcun problema.

Sarebbe stato un bel segnale per tutti, in primis cittadini e giovani colleghi, se con la stessa forza avessimo gridato in coro che siamo contrari al sistema clientelar-protettivo che è emerso.

Non credete che se non fosse emerso questo sistema forse si sarebbero sentiti meno legittimati ad attaccare il collega Albamonte? Non sto dicendo che l'attacco è legittimo, tutt'altro.

Da semplice - beati i semplici - cittadina, dopo aver letto più o meno "Salvini ha ragione, ma in questo momento va attaccato" e dopo aver visto che i colleghi di quel magistrato che ha pronunciato quella frase non sono insorti, mi sentirei legittimata - sebbene sbagliando - a sospettare che tutte le indagini e le decisioni siano strumentalizzate e/o finalizzate.

Preciso: da magistrato so che non è così, ma non mi sento di giudicare il pensiero del cittadino al quale si sta disvelando QUESTA magistratura. Perché purtroppo quello che sta emergendo non è la condotta del singolo o dei singoli... Non è l'infermiera che uccide i pazienti, una su migliaia, a fronte della quasi totalità di infermieri dediti alla cura delle persone e che denunciano l'eventuale collega assassina...

Penso che, finché non capiremo che siamo tutti danneggiati da certe condotte (e che non siano tutte  penalmente rilevanti non ha importanza, perché non solo il reato provoca danni) e che per nostro tramite sono danneggiati i cittadini tutti, potremo pure urlare al mondo il nostro essere antifascisti, ma non saremo tanto diversi dai milioni di italiani che all'epoca si allinearono, moltissimi dei quali per convenienza. E non faremo che "legittimare" attacchi come quelli di Casapound.

La causa dei nostri mali siamo noi, ma sembriamo non rendercene conto.

All'epoca, in Italia come in Germania, pagarono caro (ma mai abbastanza) prezzo i due dittatori e le persone più esposte e a loro più vicine, mentre gente potente nell'ombra, ma che abbracciò e sostenne il regime, riuscì a riciclarsi e anche ad alti livelli nelle istituzioni repubblicane...

Siamo sicuri sicuri di essere antifascisti nel senso più profondo, rifiutando tutte le logiche che minano la libertà? Ma siamo davvero credibili come antifascisti dalla schiena dritta se serenamente dispensiamo ergastoli agli imputati e poi riteniamo sia più opportuno non reagire a certe condotte dei colleghi?

Se poi per fascismo intendiamo solo quei vent'anni, allora sì, siamo un paese democratico ed è tutto molto molto bello, perché viviamo nel paese più bello del mondo, con la costituzione più bella del mondo e siamo i più belli del mondo.

 Anna Maria Torchia

P.S.

Per i colleghi che si ostinano a negare di essere da tempo a conoscenza di certe logiche. Si può sostenere di esserne all'oscuro pure dopo le ultime elezioni al C.S.M., quando ci furono 4 candidati per 4 posti, uno per ogni corrente? Ma se un vostro imputato o testimone vi dicesse che ha accettato di votare in un'elezione in cui c'erano 4 candidati per 4 posti, uno per ogni partito, e giurasse che però non pensava si fossero messi d'accordo, gli dareste due lire di credibilità?

 P.P.S.

Nel 2014, durante uno scambio tra giudici europei in Germania, ascoltai con orgoglio una collega bulgara, giudice anche sotto il regime comunista, che diceva di guardare alla magistratura italiana come esempio di magistratura indipendente e autonoma, a differenza della loro, ancora oggi a suo dire troppo pericolosamente invischiata con la politica. Ebbene...quella collega qualche giorno fa mi ha mandato un messaggio pieno di delusione per le nostre commendevoli vicende, in cui si definisce "terriblement désolée"... Siamo riusciti a deludere pure i bulgari, chissà cosa ne pensano i poveri colleghi polacchi ai quali pure esprimiamo il nostro sostegno...



1 commenti:

francesco Grasso ha detto...

ORO COLATO ! Ciò che qui oggi si legge lo pensano in moltissimi ! La seria e severissima sorveglianza del cittadino-magistrato è l'unica via per uscire dal tunnel!!!! GRAZIE!!!!!