sabato 3 ottobre 2020

Terrore alla buvette

di Nicola Saracino - Magistrato 


Ieri la Sezione Disciplinare del CSM ha depositato l’ordinanza con la quale ha sancito la “piena utilizzabilità” (che quella normale non bastava) delle intercettazioni ambientali eseguite presso l’Hotel Champagne quando a chiacchierare vennero colti, unitamente al dott. Luca Palamara, anche due parlamentari, Luca Lotti e Cosimo Ferri. 

Delle molteplici questioni sollevate dalla difesa ed esaminate dal CSM la meno noiosa è proprio quella relativa alla captazione dei parlamentari in assenza di preventiva autorizzazione della camera di appartenenza. 

Il concetto, espresso papale papale dalla Sezione disciplinare, è il seguente: “In proposito, giova evidenziare che: la circostanza, evidenziata dalla difesa dell'incolpato, della possibile prevedibilità di una partecipazione dell'On. C. Ferri, in ragione delle pregresse frequentazioni rilevate, non esclude, da sé, il carattere fortuito o casuale della intercettazione, evidente essendo che non si può certo predicare l'impossibilità di intercettazione di taluno in ragione della semplice circostanza che egli abbia, tra le sue possibili frequentazioni, amici parlamentari”. 

Questo pensiero, unitamente alla constatazione delle modalità, per così dire, semi-automatiche di funzionamento del trojan che si attiva per alcune ore al giorno per evitare di scaricare la batteria del cellulare “infettato”, hanno condotto ad affermare che gli onorevoli erano stati intercettati per puro caso. 

Sarà, ma …
Ma per condannare (virtualmente, il reato era prescritto ma la Cassazione ci ha tenuto a fare giustizia ed ha stabilito che l’abuso d’ufficio fosse ravvisabile) Luigi De Magistris e Gioacchino Genchi - rei di avere acquisito dei tabulati telefonici senza neppure aver ascoltato il contenuto delle conversazioni di parlamentari - la Cassazione fu molto più garantista verso il rispetto delle prerogative dei parlamentari ed assai poco indulgente verso gli inquirenti, punibili per mera colpa o disattenzione, in buona sostanza.

Tuttavia, siccome, per quanto evidenziato in precedenza, ai fini della violazione di quanto prescrive la L. n. 140 del 2003, art. 4, non è necessario che il magistrato o il suo collaboratore, allorchè dispongono l'acquisizione dei tabulati o elaborano i dati in assenza di autorizzazione dell'Assemblea competente, abbiano la certezza che le utenze siano di pertinenza dei parlamentari, ma più limitatamente che gli stessi, alla luce degli atti di indagine esistenti al momento della condotta, abbiano la consapevolezza di accedere nella sfera di comunicazione di deputati o senatori, a prescindere dal fatto che il procedimento riguardi terzi o che le utenze sottoposte a controllo appartengano a terzi, oggetto della rappresentazione da parte dei soggetti agenti deve essere questa seconda situazione di fatto …  perchè, come si è precedentemente rilevato, non occorreva, per la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, che vi fosse la certezza assoluta in capo agli imputati della specifica riferibilità delle utenze ai parlamentari: era sufficiente che, al momento in cui disponevano l'acquisizione dei tabulati o elaboravano i dati in assenza di autorizzazione dell'Assemblea competente, il D.M. ed il G. avessero la consapevolezza di accedere nella sfera di comunicazione di deputati o senatori, a prescindere dal fatto che il procedimento riguardasse terzi o che le utenze sottoposte a controllo appartenessero a terzi”. 

Che dire. 

Siamo nelle mani del trojan di turno alle prese coi problemi di batteria. 

Ove mai venisse indagato un commesso della Camera per qualche marachella nulla impedirà di piazzare il trojan in piena buvette, “…evidente essendo che non si può certo predicare l'impossibilità di intercettazione di taluno in ragione della semplice circostanza che egli abbia, tra le sue possibili frequentazioni, amici parlamentari". 

3 commenti:

Unknown ha detto...

Penso che quando nella primavera dell'anno scorso divenne di dominio pubblico il caso.. Palamara, con il conseguente successivo rituale appello del Presidente della Repubblica a fare chiarezza,nessuno si fosse fatto illusioni.
Copione gia' scritto in partenza, si va verso una quasi certa condanna del dr Palamara a cui si sta impedendo di difendersi, al di la' delle sue indiscutibili colpe, condivise pero' da una larga parte dei magistrati ai vertici delle Procure e dei vai Uffici Giudiziari che adesso devono essere salvati...
Una riforma seria della Giustizia che continuo a scrivere con iniziale maiuscola cosi' non si fara' mai. E rimarremo l'Italia di sempre.
E se fosse quel (pactum sceleris) di cui parla qualche voce fuori dal coro? Giammauro PASQUALE

francesco Grasso ha detto...

Ma....Intercettazioni indirette "mirate" con interlocutori abituali necessitano dell'autorizzazione preventiva, se casuali o fortuite di quella "successiva"(Casi. 3° Pen. n. 8795/2020). Dopo l'emissione del "Decalogo", questo è davvero il minimo. La difesa Palamara non è certo di seconda qualità. Lo stesso Palamara protesta sempre più debolmente. Appena si spengono le luci, sarà un giuoco da ragazzi impugnare tutto. Dopo che si è strombazzata ai quattro venti la grande severità nei confronti di chi fa il minimo sbaglio.

Unknown ha detto...

Buonasera intervengo non a commento di un articolo della redazione.
Seguo da sempre le vicende politiche.specie tutto quello che riguarda i rapporti politica e magistratura da sempre difficili per usare un eufemismo.
Mi sono ritrovato per intero in quello che ha scritto Pietro Dubolino ( magistrato in pensione) sulla Verita' di oggi 5 Ottobre.Che si sia messo sotto inchiesta l'On. Salvini all'epoca Ministro dell'Interno con l'accusa di sequestro di persona per la vicenda della nave Gregoretti gia' mi ha dall'inizio suscitato piu' di una perplessita'. Anche perche' sulla nave sono stati fatti salire medici e infermieri e contemporaneamente sono stati sbarcati i minori.In ogni caso e' una decisione politica criticabile in sede politica non giudiziaria.Il Gup ha rinviato chiedendo di audire Presidente del Consiglio e Ministro dell'Interno.Ma se le Procure e la Magistratura inquirente tengono sotto schiaffo un Ministro per avere impedito lo sbarco di immigrati irregolari soccorsi in mare da una nave militare non certo in pericolo di vita e comunque soccorsi sulla nave in attesa di stabilirne la destinazione, di che sequestro di persona stiamo parlando?.La conclusione del dr Dubolino e' che procedendo su questa strada si minano le fondamenta dello Stato democratico Personalmente non capisco dove sta il reato, senza considerare che in casi analoghi era stato escluso Giammauro PASQUALE