domenica 22 novembre 2020

Fuori luogo



di Milena Balsamo - Magistrato 


Il 15 marzo 2018, il consigliere di Area, Valerio Fracassi scriveva a Palamara: “Ricordati che ti ho votato Pasca a patto che mi sistemassi Orlando, non mi mollare. E Palamara rispondeva: “Tu ordini, io eseguo.

In effetti, Annarita Pasca era stata nominata presidente di sezione del Tribunale di Lecce e nell’aprile del 2018 anche Massimo Antonio Orlando troverà il suo posto come presidente del Tribunale di Livorno.

Sentito dal CSM, Orlando risponde di non sapere nulla di quelle conversazioni.

Accade però che Orlando viene scelto dal Ministro Bonafede quale direttore generale del DOG (Dipartimento di organizzazione giudiziaria); in questo caso, il Ministro non ha ritenuto di nominare un dirigente amministrativo, come ha deciso recentemente per il DAP, ma vuole proprio Orlando (che da poco più di due anni presiede il tribunale labronico).

Ed allora il consigliere Antonino Di Matteo chiede una istruttoria sulla nomina di Orlando al posto di vertice del Tribunale di Livorno, non ritenendo sufficienti a chiarire la condotta del collega le risultanze della sua audizione al CSM, in cui questi dichiarava di non sapere nulla di questi accordi e che avrebbero dovuto “chiedere a Fracassi e Palamara.

 

Tuttavia, il CSM non ha ritenuto di approfondire la questione, rinunciando quindi all’istruttoria; eppure era sufficiente chiedere agli ex consiglieri Fracassi e Palamara se ed in che modo Orlando avesse perorato la propria causa.

Nonostante l’accusa mossa da Di Matteo, secondo il quale la conversazione tra Fracassi e Palamara rivela un chiaro patto di scambio tra i due capi-corrente,  giocato sulle nomine di direttivi - e quindi anche sulle vite dei cittadini - senza alcuna considerazione né dei curricula dei due candidati né di quelli degli altri concorrenti, il CSM autorizza il fuori ruolo di Orlando e il Ministro Bonafede “se lo prende” senza batter ciglio.

Eppure, con tutti i problemi che il Ministro ha avuto nel recente passato, forse qualche domanda dovrebbe porsela, visto che il capo gabinetto Fulvio Baldi, il direttore del DAP Francesco Basentini, il capo dell’ispettorato Andrea Nocera ed il direttore generale detenuti Giulio Romano si sono dovuti dimettere: il primo perché, richiesto da Palamara di parlare con una collega della stessa corrente che era al Ministero di Giustizia quale Direttore Generale, al fine di sistemare una collega fuori ruolo, rispondeva: “se no che cazzo li piazziamo a fare i nostri?”; Basentini dopo lo scandalo per la concessione degli arresti domiciliari a diverse centinaia di detenuti, alcuni dei quali anche al regime di cui all’art. 41 bis O.P., a seguito di circolare del DAP emessa in piena pandemia da coronavirus; Romano, in quanto autore della circolare in base alla quale pericolosi detenuti sarebbero usciti dal carcere.

Ma le curiosità non terminano qui.

A fonte della richiesta di approfondimento istruttorio proposto dal cons. Di Matteo, è intervenuto – secondo quanto riferiscono i giornalisti accreditati presso il CSM - il P. G. Giovanni Salvi per affermare il principio che, se la Procura Generale ha deciso di escludere dall’iniziativa disciplinare coloro che si sono autopromossi, anche il CSM dovrebbe fare altrettanto in virtù della omogeneità dei criteri di selezione tra condotte illegittime e legittime.

In altri termini, il CSM - se seguisse questa regola” innovativa” - perderebbe il potere di valutare in autonomia - anche se solo ai fini del trasferimento per incompatibilità - le chat tratte dal cellulare di Palamara, solo perché la Procura generale ha deciso di adottare a monte un “criterio generale”, senza valutare singolarmente le condotte dei colleghi coinvolti nelle nomine e nelle spartizioni.

E, soprattutto, l’intervento del P. G. Salvi fa ipotizzare che Orlando si sia “solo” autopromosso, mentre in realtà – in assenza di istruttoria – nulla si conosce delle circostanze in cui è sorto questo interessamento di Fracassi proprio per Orlando.

Ma il bello deve ancora arrivare.

Il cons. Giuseppe Cascini - favorevole al fuori ruolo di Orlando - chiede (sempre per quanto emerge dai quotidiani): “A che titolo decidiamo un’indagine per un fuori ruolo? La chat specifica mille significati, scambio illecito o accordi non bellissimi ma tra due componenti del Consiglio. Voi pensate possa avere ricaduta? A me non sembra, anzi, per paradosso, così va via da Livorno. Dobbiamo fare approfondimenti sempre attinenti allo scopo”.

Da quel che si evince sembrerebbe che, secondo Cascini, per la concessione di un fuori ruolo sia del tutto irrilevante l’approfondimento istruttorio, l’accertamento della sconvenienza e dell’indegnità delle condotte tenute dai magistrati. Perché tanto, con la concessione del fuori ruolo, il magistrato non esercita più la giurisdizione e le “eventuali ricadute” delle conversazioni e delle indagini cadrebbero nel nulla.

E quando tornerà ad indossare la toga? Eserciterà le funzioni di magistrato senza che nessuno abbia disposto accertamenti sul punto?  

Secondo il ragionamento del cons. Cascini, i colleghi che dovessero tenere condotte sconvenienti potrebbero evitarne le conseguenze con un bel fuori ruolo.

L’altra considerazione del consigliere, che davvero pare illogica, è quella secondo cui, se si ipotizza che la chat possa avere ricadute, allora meglio concederlo questo fuori ruolo, così Orlando va via da Livorno e non macchia l’immagine della Magistratura.

Si tratterebbe di una implicita sanzione di trasferimento per incompatibilità? O come ha detto qualcuno “rimozione per promozione”?

Come si vede, non siamo tutti uguali: non è detto che chi infrange la legge debba essere sanzionato o trasferito in altra regione o altro ufficio. Se ha porte aperte tra quei politici che vanno a braccetto con le correnti, può sperare di salvarsi con il fuori ruolo.

Infine, alquanto inconcludente l’interpretazione proposta della chat tra Fracassi e Palamara (mille significati, scambio illecito o accordi non bellissimi), che di spiegazioni non ha davvero bisogno, trattandosi di scambi di posti apicali tra due esponenti di Area e Unicost (una vera e propria applicazione del manuale Cencelli), frutti di accordi di natura prettamente politica, dove la carriera, l’esperienza, la coerenza del magistrato candidato è assolutamente irrilevante per il CSM.

 

1 commenti:

francesco Grasso ha detto...

UN GRAZIE INFINITO CON I SEGNI DELLA PIU' ALTA RICONOSCENZA alla dott.ssa Milena Balsamo per il suo prezioso intervento e a questo Blog che lo ha reso pubblico. Un documento oltremodo rilevante che ci consente di valutare e soprattutto interpretare correttamente molteplici rilevantissime circostanze che altrimenti sarebbero passate, come di consueto, quasi inosservate. Soprattutto ci consente di ben comprendere il reale ruolo del ministro della giustizia. Si ribadisce: un grazie infinito per lì importante servizio reso alla Nazione che ne ha tanto bisogno.