lunedì 21 dicembre 2020

Il bue e l'asino.





No. Non si parla di Presepe.

A Catania è stato chiesto il rinvio a giudizio per reati molto gravi (associazione per delinquere, falso ideologico e materiale, abuso d’ufficio ed altro) di molti soggetti del mondo universitario accusati di aver creato un “sistema” volto alla spartizione delle nomine ad incarichi piuttosto ambiti. A questo link può leggersi la notizia

Chi segue il Blog è a conoscenza che le chat del dott. Luca Palamara (sequestrate a Perugia e quindi non pubblicabili per intero pena la commissione di un reato) hanno mostrato che la magistratura è organizzata come e meglio degli universitari catanesi.  

C’è quindi da aspettarsi che la difesa invochi la scriminante della “somiglianza”: abbiamo le stesse corna! 

4 commenti:

bartolo ha detto...

beh... a vedere certi direttori generali, vice e dirigenti vari della pubblica amm, prefetti, generali, medici, e funzionari in genere (anch'essi reclutati tramite concorsi) sembra proprio che l'italia, oltre la falsa nomea di essere il paese dell'onore, è il paese delle corna. anche se, insieme agli asini, i cornuti sono soltanto coloro che tirano e tengono il paese in piedi.

francesco Grasso ha detto...

UN DILEMMA CORNUTO ? Esistono due sole ipotesi, tertium non datur: o una cosa è vera oppure falsa. Il caso Palamara ha chiarito il dilemma: sono uguali !!!

GiammauroPASQUALE ha detto...

Un famoso giurista del recente passato ha scritto che i magistrati non solo devono essere imparziali, ma devono anche apparirlo. Se questo è vero, e io penso che sia vero, una delle ragioni della crisi del sistema Giustizia va ricercata nell'altissimo grado di sindacalizzazione della categoria. Questo non dovrebbe escludere la possibilità di associarsi avere i propri organismi associativi, dove magari circolino di più' però le idee e meno le nomine...Poi sono indispensabili, essenziali le riforme per cui i promotori del blog lodevolmente si battono.
Volevo fare un accenno a uno zio di mia moglie che negli anni 60 70 e 80 è stato magistrato a Genova e si è sempre tenuto lontano da correnti (giri clientelari) non ricoprendo nessun incarico di rilievo fino al pensionamento a metà anni 80, anzi osteggiato. Si chiamava, tanto per non sembrare generico Carlo Bozzo. grazie per ospitalità

francesco Grasso ha detto...

AUGURI VIVISSIMI alla Redazione e a quanti combattono per la Verità, madre suprema della Libertà.