lunedì 8 febbraio 2021

Materiale scolastico




L'associazione nazionale magistrati designa anche i colleghi che vanno nelle scuole a parlare di "legalità".  

Sono oratori affabili quando si occupano dei doveri altrui.

Si ammutoliscono, invece,  se si tratta di scandagliare quanto di disdicevole si verifichi all'interno della magistratura dominata dalle correnti.

Invitiamo i professori di tutta Italia a far leggere ai ragazzi questo resoconto di una assemblea di magistrati che doveva affrontare il problema di come reagire ai tanti misfatti emersi dalle confessioni del dott. Luca Palamara che ne è  colpevole non da solo, ma con moltissimi "complici". 

Siamo sicuri che gli studenti accoglieranno nelle scuole i colleghi mandati dall'ANM con qualche domanda alla quale non vorranno rispondere.

Ecco il resoconto di Massimo Galli di due giornate di assemblea seguite in diretta web.

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 La vera natura delle correnti

Esistono momenti nella storia delle persone e delle istituzioni in cui la loro natura si svela  con maggiore evidenza.

La crisi delle correnti è senz’altro uno di questi momenti.

L’ultima riunione del comitato direttivo centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati costituisce un esempio lampante di come persone e associazioni si conoscano nella tempesta.

Costrette all’angolo dalla pubblicità del loro sistema di potere descritto nelle dichiarazioni di Palamara, le correnti annaspano nel tentativo di mantenere la funzione e la dignità che hanno perso da tempo e si arrabattano, litigando tra loro, attribuendosi reciprocamente demeriti, impuntandosi su  piccole questioni di forma e di termini, tentando di ricompattare il branco contro i cani sciolti ( ossia i 4 dell’ArticoloCentouno) , di censurare le espressioni di chi denuncia la loro inerzia nella mailinglist, definendole espressioni violente, salvo poi scadere utilizzandone  di ben peggiori,  e attribuendo l’etichetta di “squadristi” a chi invoca chiarezza coerenza e verità.


Si urtano e si sovrappongono incapaci anche di seguire una elementare logica procedurale durante le sedute del CDC votando sulle mozioni prima che si possa dibattere sugli  emendamenti.

Seguendo la  logica del negare tutto, le correnti:

negano l’inerzia mantenuta nell’acquisire le Chat Palamara presso la Procura di Perugia o presso il CSM o dalla Procura Generale presso la Corte di Cassazione  nonostante le chat  siano da tempo in  possesso di tutti gli editori; 

negano il diritto degli associati di interloquire con la commissione giustizia singolarmente pur nella evidente paralisi degli organi associativi; 

negano la legittimità per la associazione di censurare, chiedendone la revoca, le rinomate (e per molti versi e da molti media, giudicate scandalose)  linee guida del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione di assoluzione (e probabilmente di autoassoluzione) dai  comportamenti di autopromozione anche se petulanti perché definiti a priori non gravi;

negano che le linee guida possano essere censurate dall’associazione perché manifestazione di attività giurisdizionale;

negano che possano essere censurate anche qualora non le si considerasse attività giurisdizionale perché sarebbero manifestazione di generosità democratica (forse anche di auto-generosità) da parte del Procuratore Generale ;

negano che esista il sistema basato sull’arbitrio discrezionale piegato alle esigenze di distribuzione del potere tra le correnti.

Negando anche l’evidenza le correnti si nascondono dietro la maggioranza della magistratura che – bontà loro – riconoscono  estranea ad ogni sistema di potere ( ossia del loro potere esercitato in danno a tutti i non iscritti alle correnti) e per “ tutelare i  sudditi  innocenti “ le correnti non trovano di meglio  che  negare  ogni iniziativa diretta a sostituire il loro sistema di potere.
Infatti  ciò che risulta certo e  che si staglia con maggiore evidenza ,  in esito a questo periodo di lunghi e confusi dibattiti e contrasti all’interno della associazione e nelle sedute del CDC, è la sostanziale indisponibilità delle correnti a cambiare se stesse ossia la negazione di ogni proposta di cambiamento vero.

Non ci sono smentite verosimili né  denunce del sistema correntizio e delle chat rivelatrici ma neppure ci sono proposte di cambiamento.

Ciò che accomuna e caratterizza le correnti in questa crisi è la volontà di opporsi  a qualsiasi cambiamento   in attesa che passi la nottata e si possa continuare ad abusare come e più di prima.

Le correnti  in altre  parole ,e  nei fatti,  negano la democrazia che impone loro di fare chiarezza e di attivarsi per risanare il governo della magistratura e così svelano la loto vera natura di oligarchia giudiziaria basata sull’abuso tenacemente aggrappata ai propri privilegi feudali.

Massimo Galli - Magistrato 
  

             

3 commenti:

francesco Grasso ha detto...

Après nous le déluge. Il diluvio è arrivato! Uscire fuori e negarlo porta dritto verso l'annegamento, in subordine, ad una polmonite fulminante. Continuare a fare ciò che si faceva prima, senza alcun pudore, alla luce del giorno, IMPERTERRITI , PIU' di prima, mentre Palamara un giorno si e l'altro pure, fornisce a sessanta milioni di italiani, e miliardi nel mondo, la chiave di lettura per comprenderne l'ignominia, non porterà lontano! I frutti sono marci. Mente captus donare non potest; moriontur cum persona.

Giacomo Ebner ha detto...

Gentile redazione di toghe blogspot leggo con amarezza quanto da voi scritto stamane e che qui riporto:



"L'associazione nazionale magistrati designa anche i colleghi che vanno nelle scuole a parlare di "legalità".

Sono oratori affabili quando si occupano dei doveri altrui.

Si ammutoliscono, invece, se si tratta di scandagliare quanto di disdicevole si verifichi all'interno della magistratura dominata dalle correnti.

Invitiamo i professori di tutta Italia a far leggere ai ragazzi questo resoconto di una assemblea di magistrati che doveva affrontare il problema di come reagire ai tanti misfatti emersi dalle confessioni del dott. Luca Palamarache ne è colpevole non da solo, ma con moltissimi "complici".

Siamo sicuri che gli studenti accoglieranno nelle scuole i colleghi mandati dall'ANM con qualche domanda alla quale non vorranno rispondere".



Non posso realmente credere che chi ha scritto queste parole sia davvero convinto che le migliaia di magistrati che in questi anni sono andati nelle scuole a parlare di legalità siano stati designati dall'A.N.M. con un criterio correntizio; e che questisi ammutoliscano quando si tratti di parlare di verità scomode. E' semplicemente falso.

Nella mia non piccola esperienza ho sempre e solo incontrato colleghi appassionati che si lanciavano nell'avventura oppure stalkerizzati per costringerli a lasciare i loro mille impegni. Colleghi, bravi oratori o meno, che non si sono mai tirati indietronell'affrontare tematiche scottanti. E d'altra parte mi sorprenderebbe il contrario.

Per quanto riguarda i nostri giorni , la quindicesima commissione dell'ANM quella sull'educazione alla legalità, ha per la prima volta nella storia dell'ANM inviato nella mailing list nazionale , una richiesta di iscrizione "urbi et orbi". Chiunque può iscriversie chiunque sarà bene accolto. Unico requisito: la commissione non è un oscar alla carriera … bisogna impegnarsi.



Allora debbo pensare che sia stato solo un artificio retorico.

Questo sarebbe ancora peggio. Utilizzare i ragazzi come espediente dialettico è tanto grave quanto miope.

Grave perché verrebbe trasmesso a delle persone in crescita un'idea di magistrato che non corrisponde al vero. Vado anche oltre: anche se fosse vero, io non sarei così sicuro che sarebbe una buona idea "spiattellare" sic et simpliciter questa verità ai ragazzi,così come viene proposto, senza una mediazione educativa.

Miope, perché chi è genitore lo sa, l'educatore aiuta il ragazzo a fare esperienza, ma la sintesi di questa la deve fare il ragazzo e non gliela fa l'adulto. Solo così avremo persone in gamba e libere.



Vi prego quindi col cuore di non utilizzare come terreno di battaglia i ragazzi, non ne hanno bisogno loro e non ne abbiamo bisogno noi.

Vi invito a venire con noi in quindicesima commissione… siamo tutti mele marce :-)

La Redazione ha detto...

E’ un vero piacere essere sollecitati da Giacomo Ebner, uno di quei colleghi che se fossero tutti così, la magistratura non avrebbe i problemi che ha oggi.

Per il pubblico, Ebner è iscritto ad una corrente e la rappresenta proprio nell’organo dell’associazione nazionale magistrati (il temuto Comitato Direttivo Centrale) oggetto di quel resoconto.

Non gliene facciamo una colpa, sia chiaro.

Per giunta è l’unico “correntista” che ha votato una mozione della minoranza, quella con la quale si chiedeva all’ANM di optare per la via breve al fine di ottenere subito ed integralmente le chat al cioccolato (perugine) anziché sottoporsi al viavai verso e di ritorno da Perugia per leggerle una alla volta (sono 60.000!), come imposto dal procuratore di Perugia e accolto come una manna dalla misera maggioranza che ha approvato questo "metodo" (molti si sono astenuti, senza idee, dunque).

Ma non l'amico Giacomo.

Torniamo seri e veniamo al merito.

Come si cresce.

Distinguerei elementari e medie, dove possono tranquillamente andare tutti a fare educazione civica e quindi prospettare ai più piccoli solo le cose belle della giustizia.

Ma i ragazzi che già si confrontano con lo studio della filosofia sono pronti ad un racconto più franco della realtà. Che non è sempre bella.

E’ proprio l’atteggiamento espresso dall’organo di vertice dell’ANM che non vuole conoscere la verità (che di questo si tratta) a rendere inopportuno che ai giovani delle scuole sia trasmesso un simile atteggiamento mentale.

Perché verità e giustizia camminano insieme.

Ed uno che teme la verità non può insegnare la giustizia.

Teniamo, quindi, particolarmente a cuore la formazione delle giovani coscienze del paese che dovranno allenarsi a confrontare le molteplici verità che di uno steso fenomeno possono essere offerte.