venerdì 14 maggio 2021

Massoni per caso?



di Nicola Saracino - Magistrato 

Il dott. Sebastiano Ardita ed il dott. Nino Di Matteo sono due consiglieri superiori. 

I soli che hanno preso una posizione netta a favore del sorteggio quale metodo di selezione dei membri dell’organo di autogoverno, proprio per stroncare le consorterie che oggi lo governano con il nome di “correnti” e che agiscono in modo non dissimile dalle massonerie, con accordi segreti non ostensibili ed occulti fino a quando qualche trojan non svergogna un simile “sistema”.
 
La breccia rappresentata dalla presa di posizione di Ardita e Di Matteo risale al mese di luglio dello scorso anno.

Che il sorteggio dei componenti del CSM rappresenti l’antidoto più formidabile contro la conduzione affaristica della magistratura, intesi gli affari come gestione del potere sotto forma di distribuzione dei posti di comando, spesso in accordo con la politica, lo ha affermato più volte uno che di quel sistema conosceva e praticava tutte le forme, Luca Palamara: se il correntismo teme una riforma questa è quella del sorteggio perché taglia le gambe alle consorterie rese incapaci di “prevedere” il futuro e quindi di condizionarlo. 

Insomma l’esatto contrario del modo di operare di una “massoneria”, come abbiamo già altre volte argomentato.    

Orbene proprio il dott. Ardita è stato accusato - a quanto pare in modo piuttosto strampalato per precisione dei dettagli - di far parte di un comitato d’affari, se non di una vera e propria loggia massonica, definita “Ungheria”.
 
Ovviamente sulla fondatezza dell’ipotesi restiamo neutri, spettando alla magistratura il compito di verificare o di falsificare con la massima efficacia e sollecitudine quelle accuse.

Ma sul piano logico risalta, immediatamente, una contraddizione. 

La massoneria seleziona oculatamente i propri adepti, ne studia l’affidabilità e la disponibilità, giammai si affiderebbe al sorteggio  per reclutare i "fratelli", cosa che escluderebbe di per sé ogni gestione, ogni organizzazione preventiva degli assetti di potere. 

Mai il dott. Ardita - indicato come massone dall’avv. Amara - avrebbe sposato la causa del sorteggio sapendo di perdere ogni peso nella gestione del potere interno della magistratura, proprio il settore di sua “competenza”. 

Né è astrusa l'ipotesi che sia stata proprio la “massoneria”, intesa come centro di potere, ad aver concepito prima e diffuso poi, in un segreto illiberale, l’infamante accusa contro il dott. Ardita.  

Esponendolo  ad un’inquisizione peggiore di quella medioevale perché al malcapitato non è data alcuna difesa se l’accusa è “fantasma” e circola nei corridoi del potere anziché, com’è doveroso, nelle aule di giustizia.  

La pena è, infatti, immediata e senza possibilità di appello: sospetto, sfiducia, isolamento.

Non è un caso che ad aver sventato un simile ignobile andazzo sia stato il dott. Antonino Di Matteo, l’unico - tra i tanti consiglieri superiori venuti a conoscenza dell’immondo carteggio - ad averlo pubblicamente denunciato nel plenum del CSM e segnalato all’autorità giudiziaria, ponendo così termine alla gogna ed incanalando la vicenda nelle giuste vie istituzionali. Come egli stesso ha raccontato qualche giorno fa
 
Insomma la sensazione è che il dott. Ardita, più che un massone per caso, sia egli stesso un bersaglio non “casuale” di poteri che si muovono proprio con metodi massonici, vale a dire in “segreto”. 

3 commenti:

francesco Grasso ha detto...

Nessuno può escludere che il dott. Sebastiano Ardita faccia parte di un comitato d’affari, o altra pericolosissima associazione per delinquere che si riunisce sulla LUNA – in Terra per lui cosa difficile, in quanto dopo qualche giorno lo saprebbero anche le pulci - che tanto terrore incute alle donne in stato interessante e ai grandi giuristi di grido. Un’accusa a dir poco inverosimile, necessita di essere presentata con argomentazioni che possono conferirle un minimo di credibilità. Almeno si dovrebbe spiegare come fa per raggiungere la Luna. Se poi si aggiunge che l’accusa proviene da un depistatore con condanna ad anni di reclusione, nei confronti di una persona con lunga storia di altissimo livello etico professionale, che fin dal primo momento entrato in magistratura, è stato oggetto di feroci e ignobili attacchi in quanto colpevole di un comportamento sempre limpido ed ineccipibile, i motivi di accusa devono, ASSOLUTAMENTE – essere di consistenza molto elevata. Nel caso in questione un fantomatico depistatore, per usare un eufemismo, non riesce a dire il v e r o, nemmeno su circostanze(lavoro) a tutti note, e per giunta si definisce un amico con cui svolge l’attività per delinquere. La prova della falsità è in re ipsa ! ! !
Si dice che: Qualunque strada formale avrebbe comportato il disvelamento di tutta la vicenda e quindi….
MMA!!!
A prescindere dal fatto che la violazione formale di procedure giudiziarie può solo seguire, l’abolizione del codice di rito, la chiusura delle aule dei tribunali e di conseguenza l’invio degli atti a travaglio, INVERO la violazione della strada formale può solo peggiorare il disvelamento della vicenda ! Chi procede in tal senso, ossia in modo sotterraneo, può fare ciò che vuole. Soprattutto si può agire, nell’unico modo possibile, nei confronti di una persona INNOCENTE. La quale viene esclusa dalla conoscenza della vicenda in modo che non possa subito smentire Bufale come quella per cui argomentiamo. Bufale che possono girare per anni e andare a finire ovunque. Corre voce che il dott. Storari sia un buon magistrato. Purtroppo però, mal consigliato, a giusta ragione è finito nel registro generale N.R. Gli artt. 684 c.p. e 329 c.p.p. là portano. Altre strade poteva percorrere Storari, come giustamente dice il Dott. Di Matteo. Più che piena ragione aveva Storari a insistere affinchè con la massima urgenza si indagasse sui fatti per cui viene a conoscenza a seguito dell’interrogatorio dell’avv. Amara. Poteva ricorrere al procuratore generale, al procuratore della Repubblica del distretto competente(Brescia), al procuratore generale presso la suprema corte, al comitato di presidenza del c.s.m. Ove scelta una via di estremo rigore, poteva accennare in nota scritta i fatti per sommi capi chiarendo che si trattava di atti coperti da segreto e trascrivere i fatti coperti da segreto chiudendoli in plico sigillato allegato, diffidando il csm ad aprire il plico solo dopo autorizzazione del pm o da altro organo deputato a dirimere la questione. Infatti irrilevante appare la circolare del csm, quando dice che(ovviamente al solo comitato di presidenza, in forma rigorosamente rispettosa delle regole) al csm non è possibile opporre il segreto. In quanto in ossequio al principio di gerarchia delle fonti di diritto, una circolare non può violare una norma di rango superiore, quale è la legge che statuisce il segreto

bartolo ha detto...

è una questione di salvatori della patria, e l'italia è piena di patrioti. storari prima di rivolgersi al più autorevole di questi, magari, ha ricordato cosa era successo ai suoi predecessori nelle medesime condizioni (colpiti dall'infamia mafiosa). li vorrei vedere all'opera quelli che lo criticano. anzi, ne ho visti.

francesco Grasso ha detto...

Ieri sera da Giletti il dott. Sebastiano Ardita ha parlato del suo rapporto con Dio. Lo ha fatto con pochissime parole, qualche monosillabo di efficacia infinita. Un rapporto speciale, straordinario, che spiega l'immutabilità nel tempo del suo limpido comportamento. Ha detto che perdona la Contraffatto, una persona che ha sempre trattato con amorevole gentilezza. Sicuramente nessuno si vorrà trovare nei panni di chi ha ordito la trama di questa tela, che supera per ripugnanza qualsiasi grado possibile. Arriva sempre il giorno di cui si deve rendere conto, e potrebbe arrivare quello del pentimento. Non il pentimento degli esseri inutili e degli scemi del villaggio, che credono che con una preghierina azzerano i peccati passati, e possono incominciare a fare quelli futuri, ma il vero pentimento. Fatto di una sofferenza che supera quella delle vittime e che le induce al perdono. I delinquenti con qualche briciolo di cervello evitano sempre di fare male a persone così vicine a Dio. Intuiscono che queste persone servono a tutti, amici e soprattutto ai nemici. E poi, non si sa mai, meglio farsela alla larga. Sono i grandi idioti che superano sempre i limiti di perfidia, invalicabili.