giovedì 6 gennaio 2022

Statisticamente mente.




Nel discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario del 2020 il Procuratore Generale della Cassazione, dr. Giovanni Salvi, affermò che percentualmente le assoluzioni dalle accuse penali non superassero il 20%.

L’informazione era di per sé autorevole ed il confronto con le statistiche disponibili, relative ad anni piuttosto risalenti, fece quindi pensare ad un eccezionale recupero di efficienza del sistema penale. 

Sopravviene, oggi, un studio molto accurato di Cristiana Valentini, ordinario di procedura penale, che dimostra, “dati alla mano”, quanto mal riposto fosse l’ottimismo del Procuratore Generale. 


L’articolo, pubblicato sulla rivista Archivio Penale e dal titolo “Riforme, statistiche e altri demoni”, evidenzia - senza neppure considerare le prescrizioni (la morte del reato e del processo che lascia, comunque, sopravvivere la presunzione d’innocenza) - che nel 36% dei casi le tesi dell’accusa vengono sconfessate nel merito (art. 530 cpp), percentuale che con le prescrizioni approssimerebbe al 50% del totale i casi di mancata condanna.

Cosa pensare, allora? 

E’ col bavaglio alla stampa che vive la “presunzione d’innocenza”? 

Non sarebbe meglio, invece, informare i cittadini che vi è un’elevatissima probabilità - scientificamente appurata - che la notizia dell’ennesima indagine che stanno leggendo sul giornale sia un “fake” e  che anche l'accusa può mentire? 

Non sapendo di farlo, ovviamente. 

Ecco, come si fa con l’alcool o col tabacco, le notizie sulle indagini penali dovrebbero essere precedute da una dicitura tipo “è concreta la possibilità, prossima al 50%, che il PM non dimostrerà la colpevolezza dell’indagato”.

Avvertenze prima dell'uso. 

Ne uscirebbe indenne la libertà d’informazione e la presunzione d’innocenza non sarebbe più soltanto un principio costituzionale da difendere a detrimento di altri valori di pari rango, ma diverrebbe cultura comune, elemento di civiltà capace di frenare ogni edonismo accusatorio, una volta filtrato dalla pubblicizzazione dei suoi insuccessi. 

4 commenti:

bartolo ha detto...

numeri straordinari. ma chi se ne frega, viviamo nel paese che si appassiona alle cose impossibili che straordinariamente si avverano, forse è anche per questo che persino gli assolti si considerano fortunati.

francesco Grasso ha detto...

Il nostro ordinamento vuole che il procedimento penale cammini su gambe diverse a secondo della fase in cui si trova. Nella prima(preliminare) domina il principio dell'obbligarietà dell'azione penale(112 cost.), nella seconda(dibattimentale) vige il principio del "favor reo". Intervengono altri fattori: elemento strutturale del reato, soggettivo, e soprattutto, il fatto che la prova si forma in dibattimento. Sono tutti elementi fondamentali in uno Stato di Diritto che comportano, che necessariamente una percentuale consistente di indagati/processati possano essere assolti. Ciò dovrebbe essere ben spiegato al Popolo sovrano, al fine di evitare scatenamenti della stampa dominata da una ignoranza in materia giudiziaria, a dir poco stratosferica, oscena. Tanto premesso, va poi detto, che purtroppo nel nostro sventurato paese, accadono altre cose(Palamara docet), che devono essere ben studiate e adeguatamente risolte. Al punto in cui siamo non è più possibile che istituzioni pubbliche possano risolvere un problema così grave. Spetta al Popolo italiano sovrano, ai sensi dell'art. 118 della Costituzione(principio di sussidiarietà) affrontare e risolvere il problema. In sostanza ampliare in modo adeguato ciò che noi oggi facciamo.

bartolo ha detto...

Del 50% dei condannati in via definitiva non c'è statistica, ma di questi almeno il 10% sono errori giudiziari e/o depistaggi. Magari, questa percentuale, in una giurisdizione uguale per tutti, si annullerebbe a discapito di altra identica di colpevoli assolti. Se è vero, come è vero, che solo casualmente, nonostante l'impossibilità, ogni tanto si revisiona.

GiammauroPASQUALE ha detto...

Dopo diversi mesi, invio questo commento.
Ma come è possibile che non si capisca che questa Giustizia e veramente allo sfascio e che i problemi più gravi siano nelle Procure, completamente fuori controllo?
L'ultimo episodio della perdita dei cellulari del Dr Greco e del Dr Salvi, è macchiettistico,
disgustoso, offensivo.
Ci vorrebbe e forse non basterebbe nemmeno una Assemblea Costituente con magistrati politici e accademici.
Che non si farà mai Giammauro PASQUALE