giovedì 14 aprile 2022

Incostituzionalisti



Una categoria di nuovo conio.

Include quelli che se non sono d’accordo con un’idea la bollano di “incostituzionalità”, senza neppure spiegare perché.

Al massimo si arrischiano in una prognosi di non promulgazione, così anticipando il pensiero del Presidente della Repubblica.

Scartato il sorteggio temperato, senza motivi diversi da quello palese di conservare al Sistema il controllo politico dei magistrati, il correntismo esce assai rafforzato dalla finta riforma che il Parlamento si accinge a votare così come licenziata dal Governo. 

Seguirà, stiamone certi, la finta protesta del Sistema.

Gli incostituzionalisti, tuttavia, non disdegnano di avallare ipotesi strampalate quando ciò possa dare l’idea di far qualcosa contro i magistrati (mai contro il Sistema).

E allora ecco sul tappeto quella di penalizzare i giudici che non vedano confermate le loro decisioni nei gradi di impugnazione o i pubblici ministeri le cui richieste non incontrino il favore dei giudici.

Cosicché il giudice non è più soggetto soltanto alla legge (art. 101 Cost.) ma all’ultima sentenza della Cassazione, almeno sino a quando non sarà superata da altra di segno opposto.

La qual cosa si verifica, nella pratica, quotidianamente.

La cd. funzione nomofilattica della corte di legittimità è una chimera poiché su un numero sempre crescente di questioni esprime orientamenti differenziati.

Pertanto è solo questione di sorte se la sentenza di un giudice troverà o meno l’avallo delle corti “superiori”, dipende da quale sezione, addirittura da quale collegio, esaminerà il caso dato che i contrasti interpretativi sono spesso presenti all’interno di una medesima sezione della corte di cassazione.

Non era questo il “sorteggio” buono, vien da chiosare.  

Al giudice, a quello stesso giudice al quale si chiede di dubitare delle leggi quando esse non appaiano conformi a Costituzione, si proibisce di dubitare dei precedenti giurisprudenziali, che legge non sono.

La rozzezza dell’ipotesi risalta sol che si consideri che essa non assicurerà neppure l’obiettivo del “conformismo” giudiziario cui tende. Perché se i contrasti interpretativi si manifestano in sede di giudizio di cassazione viene a mancare lo stesso parametro al quale conformarsi.

Gli incostituzionalisti ignorano che alla Carta fondamentale risultano indigeste le leggi che sragionano e quindi non si pongono neppure, questa volta, il dubbio che una simile trovata possa incontrare ostacoli in sede di promulgazione.

 

2 commenti:

bartolo ha detto...

Incostituzionalisti, direi, giustificati. Vuoi che il “sistema” non sappia o non conosca la Costituzione? Il fatto è che le mafie sono cosa seria! Ci ha dato notizia l’altro giorno il Corriere: il feroce Sandokan, murato vivo in un cubo di cemento, è riuscito con un’azione ad effetto a ordinare la morte di una giornalista; è solo grazie al “sistema”, se ancora oggi, nonostante il popolo rifiuta persino di affittargli un’abitazione, che quella poveretta è viva. E ancora, sempre il Corriere, oggi, ci fa da tramite con uno dei più importanti eroi d’Italia, Gaspare Mutulo, Asparuzzo, per Wikipedia.
Forse, i magistrati di questo Blog non hanno mai fatto antimafia. Se è così, sono invitati a retrocedere: mimare con le dita a forma di pistola in direzione del “sistema” significa scardinarlo, e, non è il caso.

francesco Grasso ha detto...

In questo paese dove tutti sanno tutto, fatta eccezione di ciò che devono sapere, " incostituzionale" è la parola magica che risolve tutte le questioni. Il fior fiore degli imbecilli, analfabeti afflitti da insipiente ignoranza, ne fanno uso con una frequenza e disinvoltura allucinante. FUNZIONE NOMOFILATTICA: vuol dire uniformità del diritto, certezza della giustizia, è la nemica acerrima dell'in-giustizia. Impedisce di poter vare quel che si vuole . Realtà che oggi ha raggiunto livelli impressionanti. Tutti possono fare quello che vogliono, perfino affermare cose impossibile ad esistere. E' da qui che bisogna cominciare . Se si afferma una cosa impossibile ad esistere, si è in presenza palese di corruzione in atti giudiziari(319 tre c.p.), e non è poi tanto difficile provvedere.