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sabato 22 ottobre 2022

La salva correnti.




di Nicola Saracino - Magistrato

Diciannove su venti. 

Il nuovo Consiglio Superiore della Magistratura è stato consegnato, ancora una volta e pressoché totalmente, al correntismo. 

Non è servito aumentare il numero dei consiglieri togati da 16 a 20 per far spazio a candidature non sponsorizzate.

Salva l’anomalia (Mirenda) di cui si dirà    di qui a poco, la riforma Cartabia, introdotta al dichiarato scopo di arginare il correntismo, ne ha alla fine consolidato la forza. 

Tra gli effetti ampiamente prevedibili rientra anche quello della scomparsa della corrente minoritaria di Autonomia e Indipendenza (quella nata su impulso del dott. Piercamillo Davigo, ormai in pensione) che nella precedente consiliatura era rappresentata da più di un consigliere  e che patisce, oggi,  il congegno dei collegi uninominali, solo in minima parte compensato dalla modesta quota proporzionale, insufficiente a fare eleggere anche un solo togato di quella corrente.  

Si diceva del dott. Andrea Mirenda, l’unico magistrato non appartenente alle correnti che, è il caso di dire, l’ironia della sorte ha voluto condurre nella roccaforte del correntismo così fortemente voluta dal Ministro Cartabia. 

La cui riforma, ormai legge promulgata dal Presidente della Repubblica, non oseremmo  mai definire “canaglia”, com’è permesso solo ai magistrati che confidano nella benevolenza loro riservata dalla comune appartenenza correntizia coi titolari dell’azione disciplinare e con i giudici elettivi che su tale  materia decidono (una sezione dello stesso CSM, per l’appunto). 

Era stato ampiamente annunciato che  il risultato della riforma del sistema elettorale del CSM avrebbe tradito i propositi che apparentemente assecondavano  l’aspirazione del Capo dello Stato di sottrarre, almeno in parte, il CSM alla tenaglia delle consorterie di magistrati, tali essendo le correnti quando il loro agire si manifesta nei termini a tutti ormai noti  per effetto del trojan palamariano che ha indotto il Presidente della Repubblica ad evocare “una magistratura china su sé stessa, preoccupata di costruire consensi a uso interno, finalizzati all’attribuzione di incarichi.”.  

Una favola per bimbi.

E’ quindi paradossale che i fautori della irrilevante riforma possano oggi allegare a loro discolpa  l’elezione del dott. Andrea Mirenda, che comunque  non sarebbe avvenuta se un nugolo di magistrati non avesse organizzato, in proprio, la candidatura di togati estratti a sorte  che hanno raccolto un numero di voti sufficienti a far eleggere il dott. Mirenda, in virtù dell’apparentamento che ne ha legato le sorti per la quota proporzionale.

Se fosse dipeso solo dalla legge voluta dal Ministro Cartabia, dunque, anche il ventesimo seggio sarebbe stato appannaggio delle correnti. 

Ed allora non serve ricorrere ad epiteti sguaiati per catalogare una riforma di facciata già colpita dalla condanna della sua irrilevanza. 

S’è trattato, in sostanza, di un malcelato inganno che ha tradito, prima d’ogni altra cosa, la stessa esortazione del Capo dello Stato secondo cui  serviva una riforma che sapesse sradicare accordi e prassi elusive di norme, pratiche che le correnti hanno attuato con la solita maestrìa.  

Per colpa o merito, a seconda dei punti di vista,  di chi ha finto di voler cambiare e che non a caso è oggi indicata come prossimo, graditissimo alle correnti,  vice presidente del CSM.  

sabato 15 ottobre 2022

Un marziano tra noi



di Milena Balsamo - Magistrato


Al seguente link: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/10/14/santalucia-anm-il-nuovo-governo-non-tenti-di-metterci-in-riga-con-le-riforme-cartabia-a-rischio-modello-costituzionale-di-magistrato/6839297/ si può  leggere una sintesi del discorso pronunciato ieri dal Presidente dell’Anm al congresso di tale associazione che si tiene a Roma dal 14 al 16 ottobre.

Ora, è indubbiamente vero che, come sostiene il dott. Santalucia, la riforma Cartabia è un assemblaggio di disposizioni tanto generiche quanto pericolose per il modello costituzionale di magistrato e che la forte spinta verticistica di cui essa è intrisa vulnera in modo nemmeno troppo celato il disposto dell'art. 107 della costituzione, anche se ciò sembra non dispiacere a molti.

Provocano però un misto di sconcerto e turbamento le  dichiarazioni di Santalucia,  secondo le quali ' l’Anm “non è rimasta inerte“ e i magistrati stanno “facendo i conti con gli errori del passato” e gettando le basi per una “più efficace prevenzione delle cadute  etiche e che egli non avrebbe visto fare altrettanto ad altre categorie professionali che hanno conosciuto e conoscono simili cadute”. 

Perchè queste frasi sembrano profferite da un alieno che ha vissuto gli ultimi quattro anni su Marte.

E infatti come può il collega affermare con cotanta sfrontatezza che l'Anm non è rimasta inerte a fronte delle cadute etiche della Magistratura e della sua istituzione?

Dove mai era Santalucia quando il Procuratore Generale della Cassazione ha adottato la direttiva autoassolutoria, quella che ha legittimato tutte le condotte di autopromozione dei magistrati, senza che l'Anm di cui lui è vertice profferisse una sola parola di biasimo?

E dov'era quando l'Anm ha assolto tutti i Magistrati coinvolti nelle chat di Luca Palamara: tra chi denigrava i colleghi per piazzare  i 'nostri' perché ci hanno votato e alla fin fine sono anche bravi, a chi li denigrava per piazzarsi, a chi addirittura chiedeva di condannare disciplinarmente il collega troppo indipendente, a chi si raccomandava per non farsi spostare, benché segnalato dal capo dell'ufficio, “perché tanto qui tutti hanno parenti mafiosi” (si veda il contenuto della chat pubblicate su molti quotidiani, come quelle di cui al seguente link: https://www.ilriformista.it/la-gip-di-reggio-accusa-magistrati-imparentati-con-le-cosche-183927/) ?

E dove ancora si trovava Santalucia quando il Csm - ove si presume egli si trasferirà con altri ora ai vertici dell'Anm alla prossima consiliatura- ha dato loro la benedizione?

Quale altra categoria è strutturata con un organo di autogoverno le cui decisioni non vengono impugnate ( certamente non dall'interessato nè da chi si trova in probabile situazione di conflitto) e che ha potuto sottrarsi alla legge?

Medici e docenti per fatti analoghi sono stati tutti indagati. E’ il caso di ricordarlo a Santalucia che forse non ha neppure letto i quotidiani.

Quale percorso di palingenesi etica ha iniziato la Magistratura rispetto alle altre categorie?

Perché nessuno lo ha visto.

E ancora tocca ricordare al presidente dell’Anm che la riforma Cartabia l'ha voluta l’associazione delle correnti, da lui presieduta, quelle correnti che hanno tuttora i loro uomini nei posti chiave, anche del Ministero della Giustizia, dalle cui nobili file, come è noto, proviene anche il dott. Santalucia.

E a nessuno di quegli uomini né le correnti né l’Anm hanno mai chiesto le dimissioni,  benché - secondo la ricostruzione di Santalucia-  non avrebbero dovuto tollerare - credo - in un percorso di autoriforma etica-  la loro collaborazione a progetti fratricidi.

Quella riforma l'ha voluta l'Anm che ha proclamato un giorno di sciopero cui nessuno avrebbe mai partecipato perché reazione intempestiva e risibile.

La Magistratura non vuole essere messa in riga?

Ma dott. Santalucia, era proprio quello che volevate!

E lo avete già ottenuto. La riforma elettorale del Csm è stata anche il premio che avete ottenuto per la vostra accondiscendenza e che sperate nessuno vi tocchi.

E la riprova che la riforma Cartabia sia quanto mai gradita all’Anm è testimoniato dal fatto che il dott. Santalucia si è ben guardato dal rivolgere un attacco così virulento al governo che quella legge ha partorito.

A questo punto non si comprende nemmeno che cosa mai pretenda ora l’Anm dal nuovo governo: che non metta mano alla controriforma cartabiana palesemente incostituzionale????

Se fosse così, dovremmo capire bene come funziona questa associazione e soprattutto quali sono le sue reali finalità, palesemente contrarie a quelle statutarie.