Pubblichiamo i testi integrali del ricorso del prof. avv. Gilberto Lozzi, del Foro di Torino, difensore di Luigi De Magistris, alle Sezioni Unite della Corte Suprema di Cassazione avverso la sentenza disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura e la memoria difensiva di Luigi De Magistris indirizzata alla stessa Corte.
Si tratta di documenti molto lunghi e, per questo, li pubblichiamo solo nella più leggibile “Versione stampabile”, alla quale si può accedere cliccando sui link qui appresso:
Ci rendiamo conto che si tratta di documenti tecnici molto complessi e ci scusiamo con i lettori per la fatica che la loro lettura inevitabilmente richiederà (in particolare ai “non addetti ai lavori”), ma riteniamo indispensabile questa pubblicazione perché:
1. Il “cuore” del “caso De Magistris” non è la vicenda personale di un magistrato, ma l’occasione emblematica di verifica di due cose di importanza essenziale: a) la possibilità o no dei singoli magistrati di questo Paese di essere effettivamente indipendenti, come la Costituzione prevede e “la Magistratura” sostiene a parole di volere; b) il modo concreto con cui vengono esercitati dalla Procura Generale della Corte di Cassazione e dal Consiglio Superiore della Magistratura i loro poteri disciplinari, se al servizio dell’efficienza della giustizia e dell’indipendenza dei magistrati o al servizio di altro.
2. L’unico strumento di verifica dei due temi sopra elencati è quello dell’analisi tecnica della sentenza disciplinare del C.S.M. e, dalla prospettiva di quella, dell’azione della Procura Generale della Corte di Cassazione.
3. Il Procuratore Generale che ha sostenuto l’accusa contro Luigi De Magistris dinanzi al C.S.M. (il dr Vito D’Ambrosio) ha affermato di agire per il rispetto delle regole e ha accusato espressamente Luigi De Magistris di avere violato e anche dolosamente delle regole. L’analisi tecnica della sentenza del C.S.M. consente di verificare se sia o no Luigi De Magistris ad avere violato delle regole e se la Procura Generale e il C.S.M. abbiano o no rispettato le regole che assumono di voler difendere.
4. Il Procuratore Generale che ha sostenuto l’accusa contro Luigi De Magistris dinanzi al C.S.M. (il dr Vito D’Ambrosio) ha espresso pesanti giudizi sulle qualità professionali del dr De Magistris e la Vicepresidente della Prima Sezione del C.S.M. Letizia Vacca ha detto espressamente, dinanzi a tantissimi giornalisti, che De Magistris è “un cattivo magistrato” e che per questo “deve essere colpito”. Giudizi “di valore” come questi impongono una verifica tecnica del loro fondamento o no. Non è possibile delegittimare così radicalmente un magistrato senza una verifica tecnica, che si impone per stabilire se i giudizi espressi da D’Ambrosio e Vacca siano la conseguenza di valutazioni tecniche adeguate (ferma restando l’inammissibilità delle esternazioni del consigliere Vacca) o “atti politici” decisamente extra ordinem.
5. Il “caso De Magistris” non è il primo del suo genere. Altre volte prima d’ora erano accadute cose come quelle che si discutono qui. Ma in passato tutto era rimasto coperto dalla complessità tecnica delle vicende e dalla difficoltà di farne acquisire a tutti una conoscenza adeguata a giudicarle. Oggi forse ciò può essere evitato, grazie al fatto che la maggiore diffusione di internet consente a tutti di accedere a documenti che consentano di ricostruire vicende di tanto rilievo per la democrazia del nostro Paese.
A margine di tutto ciò si deve annotare dolorosamente che all’interno della corporazione dei magistrati il “caso De Magistris” è divenuto un vero tabù.
Per quanto possa sembrare assurdo, nessuno dei capicorrente, nessuno dei magistrati più attivi nella Associazione Nazionale Magistrati, nessuno degli iscritti a tutte le correnti della A.N.M., nessuno di coloro che affermano di avere a cuore le sorti della giustizia e si propongono come opinion leader all’interno della corporazione e, all’esterno, a nome di essa, nessuno di coloro che chiede voti ai magistrati per rappresentarli nel C.S.M., nell’A.N.M., nei Consigli Giudiziari e altrove ha ritenuto di prendere una qualunque posizione pubblica o anche solo “privata” all’interno dei circuiti di comunicazione della magistratura associata sul merito della sentenza del C.S.M. e sul merito e il metodo dell’azione della Procura Generale della Corte di Cassazione.
NESSUNO ha il coraggio di dire che la sentenza del C.S.M. è giusta o sbagliata.
TUTTI rifiutano, con una ostinazione che lascia costernati, il confronto sul punto.
Hanno “liquidato” De Magistris dandogli del “cattivo magistrato”, ma ora che le motivazioni della sentenza del C.S.M., non solo non dimostrano tale assunto, ma appaiono sotto troppi profili infondate, si trovano in un empasse dal quale non sanno uscire e nel quale perdono loro e fanno perdere alla magistratura ogni credibilità.
Sul “caso De Magistris” a oggi sono stati pubblicati in questo blog 63 articoli. Essi sono raggiungibili cliccando sui relativi link nell’indice “Visualizzazione per temi”, che si trova nella sidebar di destra del blog.
Gli articoli sono raggruppati in tre elenchi:
De Magistris: tutti gli articoli
De Magistris: la sentenza disciplinare e i commenti tecnici
De Magistris: sull’avocazione dell’inchiesta “Why not”
1) il GIP di Catanzaro ha archiviato per Mastella perchè non c'erano neppure gli estremi per indagarlo
RispondiElimina2) Per Pittelli ed altri vi sarebbe richiesta di archiviazione
Mi sa che la memoria difensiva va rifatta
Della richiesta di archiviazione per Pittelli che, secondo Anonimo delle 8.33, "vi sarebbe" non sappiamo nulla.
RispondiEliminaL'archivizaione relativa al sen. Mastella è stata pubblicata da lui stesso sul suo blog e di essa parleremo nei prossimi giorni in un articolo che spieghi il paradosso della lettura datane da molti giornali e dal nostro lettore delle 8.33.
La Redazione
La notizia della richiesta di archiviazione per Cesa ed altri, compreso Pittelli, (il socio del figliastro dell'ex Procuratore Capo di Catanzaro, per intenderci) mi ha fatto ricordare quel passo del recente libro di Antonio Massari (che certo l'anonimo delle 8.33 non ha letto....), dove si riportano le costernate parole della co-assegnataria di De Magistris del fascicolo Poseidone con la reazione per cosi' dire allarmata dell'Aggiunto Murone nell'apprendere dai giovani colleghi della iscrizione di Cesa ( "vi siete sbagliati!").
RispondiEliminaLa PM, oggi non piu' a Catanzaro, ricorda poi che da quel momento il clima cambio' sensibilmente in Procura e per De Magistris cominciarono i guai.
Solo un'altra sfortunata coincidenza....?
Forse molte altre cose dovranno essere riscritte (e francamente ce lo auguriamo di cuore, per noi, per il sacrosanto principio della uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge, per Luigi e Clementina)
E perché deve essere rifatta?
RispondiEliminaLe indagini che contano sulle circostanze citate da de Magistris, sono quelle ancora in corso alla Procura di Salerno. Quello che succede in Calabria e precisamente nel Tribunale di Catanzaro oramai agli occhi dei cittadini non ha più alcun valore!
bartolo
Ancora una volta la classe "forte" vince sulla giustizia... o sul giustizialismo se vogliamo chiamarci come loro ci chiamano... Ma direi meglio giustizialista che ladro, farabutto e perché no... anche evaso direi!!!
RispondiEliminaPer degli squallidi e mediocri traditori ci vogliamo giocare la nostra civiltà giuridica?
RispondiEliminaAlessandra
Se per questo, ce la siamo già giocata da tempo, cara Alessandra ... lo stesso tempo, infinito, dei processi !
RispondiEliminaPer Francesca:
RispondiEliminacontrolla sul libro di Massari se l'aggiunto Murone aveva detto che si sbagliavano anche sull'iscrizione di Mastella. Perchè se è avvenuto anche questo o Murone ha dimostato di capire un pò di indagini e di iscrizioni, o a Catanzaro tutti i giudici sono corrotti. Scommettiamo che per te vale la seconda ?
Per Anonimo delle 19.59.
RispondiEliminagentile Anonimo, il Suo sillogismo è palesemente errato e dimostra solo che Lei parla di cose che non conosce né sotto il profilo dei fatti né sotto quello del diritto.
Troverà le ragioni di queste affermazioni esposte in maniera ampia e argomentata nel post
“La notte della Repubblica, ma anche della democrazia e della ragione” e nei numerosi commenti a quel post.
Li legga e consideri davvero che ciò di cui discustiamo è cosa seria, che difficilmente può essere capita e spiegata con battute da bar.
La Redazione
Per anonimo delle 19.59.
RispondiEliminaIn un Paese normale, gli individui interessati di ipotesi di reato si preoccupano di chiarire quella ipotesi e ripongono il massimo rispetto verso l'Istituzione Giuridica. A maggior ragione se sono estranei, è loro interesse invitare i magistrati a fare in fretta offrendosi per ogni chiarimento. Se colpevoli, accettano di essere stati colti con le mani nel sacco e aspettano in silenzio le diverse fasi processuali per difendersi. Quindi, se Lei richiama l'estraneità di Cesa, Mastella o chi altro, spieghi anche perchè non si sono comportati di conseguenza, prendendo anche esempio dal Presidente del Cdm, Romano Prodi.
Forse, se lo avessero lasciato lavorare, anche de Magistris avrebbe chiesto l'archiviazione. O forse Lei è convinto del controrario. E se così, come mai?
bartolo iamonte
Per Uguale per Tutti
RispondiEliminail "disprezzo" con cui considerate chi non si omologa alle vostre "deduzioni" è significativo.
Qual'è il vostro sillogismo ? De Magistris ha sempre ragione anche quando i suoi colleghi gli danno torto ? (in sequenza: Procura Generale di Catanzaro, Tribunale di Catanzaro, Corte di Cassazione, Procura Generale di Cassazione, GIP di Catanzaro, CSM).
Scusate se ho osato partecipare al dibattito con un'ulteriore battuta da bar
Per Bartolo Iamonte:
RispondiEliminacon i se e con i forse non si va da nessuna parte.
I fatti sono quelli dell'archiviazione o meglio della non dovuta iscrizione. Se Lei è convinto che il giudice che ha così deciso sia un colluso lo dica apertamente o si rassegni che anche i Pubblici Ministeri a volte sbagliano
Per Anonimo delle 7.24.
RispondiEliminaGentile Anonimo,
noi non disprezziamo nessuno.
Nel post “La notte della Repubblica,ma anche della democrazia e della ragione” abbiamo esposto gli argomenti a sostegno delle nostre tesi.
Fermo restando che Lei può "osare" - come dice Lei - tutto ciò che vuole (e infatti pubblichiamo i Suoi commenti come quelli di tutti), se volesse anche offrirci argomenti a sostegno delle Sue tesi, la conversazione risulterebbe più costruttiva.
Il metodo che stiamo proponendo in questo blog e che sembra essere apprezzato dai lettori è quello di "parlare argomentando". Di evitare, cioè, i discorsi "per slogan", a cui purtroppo sono ridotti ormai tantissimi strumenti di comunicazione, e di esporre le ragioni per cui ciascuno pensa una cosa o l'altra.
Lei rifiuta il metodo e si arrabbia.
Noi rispettiamo pienamente il Suo diritto di fare così. Ci permettiamo solo di dirLe che, però, questo modo di fare non serve a nulla, perchè riduce tutto a "prese di posizione ideologiche" (e, considerato che siamo nell'epoca della morte delle ideologie) a "prese di posizione e basta". Insomma, come abbiamo scrito: chiacchiere da bar.
Più che legittime. Ma inutili.
Un caro saluto.
La Redazione
Per uguale per tutti:
RispondiEliminaNon sono un "cultore del diritto", perciò ragiono come tutti quelli che "osannano" De Magistris, ovvero per i risultati raggiunti, ovvero ancora per quelli che ci hanno fatto intendere si sarebbero raggiunti.
E su tale base mi pare non ci sia da stare molto allegri.
Se questo è il frutto di un complotto contro De Magistris scrivetelo. Altrimenti spiegateci (nè in "politichese" nè in "giudiziarese") se e perchè le sue indagini, se non sbaglio, sin'ora non hanno determinato risultati apprezzabili per i cittadini e per la collettività.
Per Anonimo delle 20.18.
RispondiEliminaGentile Lettore,
sulla vicenda De Magistris abbiamo pubblicato ben 63 articoli.
Può leggerli andando nell'indice "Visualizzazione per temi" che c'è sulla destra e cliccando su "De Magistris: tutti gli articoli", oppure cliccando qui.
Leggendo quel materiale, potrà valutare da sé cosa sia successo.
Quanto alla sua domanda "perchè le sue indagini, se non sbaglio, sin'ora non hanno determinato risultati apprezzabili per i cittadini e per la collettività", una delle tante risposte è: su tre inchieste gliene hanno tolte due, impedendogli di portarle a termine. La terza, l'unica che gli hanno lasciato, procede costruttivamente.
Il vero problema è, però, che noi non intendevamo e non intendiamo "difendere" il collega De Magistris e men che meno "osannarlo", come propone Lei, ma solo discutere in maniera trasparente e approfondita le dinamiche dei rapporti fra giustizia e potere nel nostro Paese.
Non ci proproniamo né come portatori di verità particolari, né come difensori e/o accusatori di questo e di quello. Proponiamo a tutti di riflettere e di discutere costruttivamente.
Non è tanto, ma è quello che riteniamo doveroso e possibile.
Un caro saluto.
La Redazione
Alla faccia, se il Dott. De Magistris ha solo tre indagini (di cui due "scippate") andiamo bene.
RispondiEliminaOvviamente per chi vive in calabria e a catanzaro e legge i giornali sa perfettamente che le indagini sono di più e ne conosce i risultati (chissà perchè si pubblicano solo i sequestri e non le sentenze).
Quanto al fatto che la terza procede costruttivamente, da cosa lo desumete ?
Per Anonimo delle 17.17 che forse è anche lo stesso Anonimo delle 20.18.
RispondiEliminaGentile Lettore,
quelli di noi che scriviamo qui facciamo uno sforzo di onestà intellettuale consistente nello scrivere chiaramente ciò che pensiamo.
Siamo molto democratici e ospitiamo anche le idee di chi non la pensa come noi.
Sarebbe troppo chiederLe un minimo minimo di onestà intellettuale, così da dire ciò che pensa senza ricorrere a questo espediente retorico un po' triste di fare - per giunta anonimamente - domande che non vogliono risposte, ma sottintendono opinioni trancianti e non argomentate?
Detto con altre parole: Le riesce troppo difficile dire direttamente ciò che pensa, invece di ricorrere a espedienti retorici?
Nell'attesa che Lei abbia un rigurgito di cortesia nei nostri confronti, rispondiamo comunque alla sua domanda retorica, con la quale ci chiede (usando il tono di chi sembra credere di avere diritto a delle risposte, ignorando, evidentemente, di non avere diritto neppure alla pubblicazione della domanda): "Quanto al fatto che la terza procede costruttivamente, da cosa lo desumete ?".
La nostra risposta è: dall'avere letto ieri un articolo di stampa che trova a questo link.
Ovviamente, si tratta di una risposta assolutamente superficiale e insoddisfacente. Ma ciò è dovuto al fatto che anche la Sua domanda lo è con evidenza.
Sicchè è difficile dare una risposta sensata a una domanda insensata.
In questo senso, voglia avere la cortesia di leggere la seconda parte della risposta che Le abbiamo dato con il commento di ieri alle 21.06.
Le abbiamo scritto in quella occasione: "Il vero problema è, però, che noi non intendevamo e non intendiamo "difendere" il collega De Magistris e men che meno "osannarlo", come propone Lei, ma solo discutere in maniera trasparente e approfondita le dinamiche dei rapporti fra giustizia e potere nel nostro Paese.
Non ci proproniamo né come portatori di verità particolari, né come difensori e/o accusatori di questo e di quello. Proponiamo a tutti di riflettere e di discutere costruttivamente".
Dunque, non vogliamo né possiamo esprimere giudizi sulla "qualità" delle inchieste del collega De Magistris, ritenendo nostro interesse e dovere civico solo discutere di come il potere - interno ed esterno alla magistratura - ha "reagito" a quelle inchieste.
Come abbiamo già scritto enne volte in questo blog, la fondatezza o meno delle inchieste penali ha una sola sede di giudizio: l'udienza preliminare dinanzi al G.I.P./G.U.P., all'esito naturale delle indagini preliminari condotte dal P.M. competente.
Il resto è fuori da un sistema di regole civili.
Se, prima di farci altre domande retoriche, volesse interloquire su questo tema, la nostra conversazione prenderebbe una piega più costruttiva o almeno sincera. Il che è sempre bello.
La Redazione
ho letto il ricorso di De Magistris alle SS.UU. della Cassazione. Ecco il mio dubbio (solo sotto il profilo processuale): il ricorso (se non erro) non contiene i quesiti di diritto (art.366 bis cpc), con la conseguenza della sua inammissibilità. La norma suddetta si applicherebbe anche alla impugnazione della sanzione disciplinare irrogata a De Magistris (ratione temporis), alla luce delle recenti sentenze delle SS.UU.(sentenze n. 16615/2007 e n. 20603/2007); Cosa ne pensate? sarebbe un vero iattura se l'esito fosse questo. Spero di sbagliare.
RispondiEliminaVincenzo Giancaspro
Anonimo.
RispondiEliminaIn materia di diritto sono di una estrema ignoranza.
Ciò premesso mi sono andato a leggere l'articolo 360 nel quale si citano quattro punti per i quali è esplicitamente scritto che occorrono i detti quesiti, pena la nullità. Per il quinto, che mi pare concerna il ricorso di De Magistris, i quesiti non sono menzionati.
Scusate il linguaggio non giuridico