di Antonio Massari
(Giornalista)
da La Stampa del 27 luglio 2008
Che dica il vero, oppure no, adesso Giuliano Tavaroli potrebbe raccontare la sua versione, su certi fatti, alla procura di Salerno, che indaga sul “caso de Magistris”.
E l’ex addetto alla security di Telecom potrebbe persino gradire l’invito, per spiegare cos’intende con “network eversivo” - vero o falso che sia - ed elencare ruoli, nomi e cognomi.
Esistono infatti alcuni punti di contatto tra alcune dichiarazioni di Tavaroli e dei nomi che spuntano dalle inchieste condotte da Luigi de Magistris, il pm napoletano, punito e trasferito dal Csm, che indagava su “Why Not” e “Poseidone”, ovvero sull’utilizzo dei fondi europei e sugl’intrecci fra massoneria e istituzioni.
Un’inchiesta che gli viene avocata in un preciso momento storico: quando inizia a indagare su un presunto network, di matrice spionistica, legato ai servizi segreti e alla massoneria.
Ma torniamo ai punti di contatto tra la vicenda Tavaroli e il “caso de Magistris”.
Intanto, il pm napoletano, nell’inverno 2007, mentre sta indagando sul generale della Guardia di Finanza, Walter Cretella Lombardo, e su una presunta rete spionistica, chiede a Milano di acquisire atti dell’inchiesta Telecom.
Dagli atti spunta Renato d’Andria, uomo già al centro di un’inchiesta su massoneria, spioni, dossier illegali, che nel 2001 aveva portato all’arresto – proprio su richiesta di de Magistris – dello stesso d’Andria, del colonnello dei carabinieri Pietro Sica e di alcuni faccendieri.
De Magistris lo iscrive nel registro degli indagati – poche settimane prima di perdere l’inchiesta Why Not – perché ritiene che stia trafficando, in maniera illecita, sulle autorizzazioni per l’eolico in Calabria. La pista investigativa porta alle istituzioni regionali e a politici nazionali.
Tavaroli dichiara che l’origine dei suoi guai è legata a Salvatore Di Gangi.
È lo stesso Di Gangi perquisito da de Magistris nell’inchiesta “Poseidone”, sulle truffe legate ai depuratori d’acqua, e ai rifiuti, in Calabria.
Un uomo che compare nelle vicissitudini finanziarie di alcune società, legate al segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa (oggetto di un dossier illegale ordinato da Tavaroli, su richiesta di un generale della GdF, e che portò alla scoperta di presunti fondi esteri).
Società che portano alla Global Media, descritta, dai consulenti di de Magistris, come il “polmone finanziario” dell’Udc.
Anche Di Gangi si occupa di sicurezza, con diverse società, nelle quali spunta persino il leader storico della banda della Magliana.
Nel “network eversivo” evocato da Tavaroli, spunta anche Luigi Bisignani, ex piduista, condannato per la maxi tangente Enimont.
È lo stesso Bisignani indagato e perquisito da de Magistris in Why Not, inchiesta legata ad Antonio Saladino, ex presidente calabrese della Compagnia delle Opere, considerato, anche da chi ha ereditato l’inchiesta Why Not, in grado di spostare voti e determinare le sorti politiche della regione.
Ma il “cuore” di “Why not” e “Poseidone” pulsa molto più in profondità: la pista investigativa ipotizza una lobby in grado di condizionare tutti i settori, dall’economia alla finanza, inclusa la magistratura.
E questo cuore batte a Salerno.
Dove s’indaga, tra gli altri, su Giancarlo Pittelli (indagato in Why not e Poseidone, coordinatore regionale di Forza Italia, avvocato penalista, e difensore proprio di Di Gangi).
E inoltre: s’indaga su Mariano Lombardi (ex procuratore capo di Catanzaro), Salvatore Murone (procuratore reggente di Catanzaro), Adalgisa Rinardo (presidente del tribunale del riesame di Catanzaro), Dolcino Favi (ex reggente della procura generale di Catanzaro). Reato ipotizzato: corruzione in atti giudiziari (per Favi l’ipotesi è abuso d’ufficio).
Lombardi revocò Poseidone a De Magistris. Favi avocò Why Not, dopo l’iscrizione dell’ex ministro Mastella nel registro degli indagati.
La procura di Salerno suppone un’opera di delegittimazione, nei confronti di De Magistris, finalizzata a ostacolare le sue inchieste.
De Magistris avrebbe ipotizzato una rete occulta, in grado di condizionare settori rilevanti delle istituzioni, nella quale, anche Bisignani, peraltro amico di Mastella, avrebbe un ruolo di primo piano, quale punto di riferimento di uomini politici, membri delle forze dell’ordine, faccendieri e uomini dei servizi.
E su questo punto, la versione oggi fornita da Tavaroli, incredibilmente, sembra riscontrare le inchieste di de Magistris.
Avevo percepito, pur non conoscendo gli atti, che l'inchiesta di De Magistris si stesse muovendo con una "trasversalità" tale da infastidire tutti.
RispondiEliminaQuesto è ciò io, non solo come Avvocato ma anche e soprattutto come Cittadino, mi attendo da un Pubblico Ministero, ed è questo il motivo principale del mio immediato allinearmi a difesa di Luigi De Magistris.
Leggo ora che tra i vari "terminali" che De Magistris ha investito delle proprie inchieste c'è anche Renato D'Andria, quello che alcuni potrebbero definire una specie di piccolo Francesco Pazienza dei giorni nostri. Mi precipito alla mia piccola ma saggiamente selezionata biblioteca e leggo sul libro di Andrea Pamparana "Gli impuniti" che D'Andria in momenti di "crisi giudiziaria" ha riferito anche in ordine a movimenti di denaro inerente le famose Cooperative Rosse.
La storia d'Italia degli ultimi anni mi insegna che in ogni questione in cui vi sono intrecci profondi e apparentemente indecifrabili continua a restare vigente la regola di quello che Pannella chiamava il "Partito di Yalta", quel patto inverosimile (ma per molti versi dimostrabile e dimostrato) ad effetto del quale Russi ed Americani si facevano la guerra fredda nel reso d'Europa lasciando che l'Italia rimanesse invece "città aperta", come tale oggetto di scontri feroci e violenti (leggi Stragi) ma anche di strane e reciprocamente convenienti convergenze di interessi (leggi attentato a Giovanni Paolo II), quando tutti sapevano cosa si stava per fare e tuttavia chi poteva impedire (la CIA) si girò dall'altra parte il tempo necessario e sufficiente a che quel colpo di pistola potesse partire, sia pure senza fare i conti con l'oste che nella specie (per me che sono Credente) fu davvero la Madonna che deviò il colpo quanto bastava per salvare il Santo Padre, come lui stesso ha pervicacemente e (per me) in modo convincente ripetuto fino alla fine dei suoi giorni terreni.
Ora se questo è il quadro, se davvero un Pubblico MInistero che osa lambire personaggi come D'Andria finisce per avere tutti i guai che ben conosciamo, allora è il caso di fermarci tutti un attimo a riflettere : cosa vogliamo che sia l'Italia dei nostri figli, la stessa che abbiamo avuto noi o qualcosa di meglio?
Se a decenni di distanza esiste ancora questa capacità di saldatura tra parti politiche contrapposte e faccendieri che rubano e distribuiscono in modo così trasversale, se davvero la politica nel suo insieme ha ancora bisogno di queste "figure professionali" e se le grandi delusioni del mio pensiero civile (lo dico senza mezzi termini : Servizi Segreti capaci solo di burocrazia ma incapaci di "auroripulirsi", un Avvocatura divisa ed incapace di rivendicare il proprio ruolo di controllore del controllore, ed una Magistratura a sua volta sfaccettata in mille rivoli ideologici spesso troppo lontani dal senso della legge) sono e rimangono delle delusioni, io credo davvero che un cambiamento, se ci sarà,dipenda dalle mani e dalle menti di gente come Luigi De Magistris e gli altri "pazzi" come lui che, nei rispettivi ruoli di magistrati, avvocati, poliziotti o agenti segreti, pagano ogni giorno il prezzo altissimo della libertà confidando che dopo il presente debba per forza esserci un futuro.
Magari un pochino, un pochino soltanto, migliore di oggi.
Andrea Falcetta
???Incredibilmente???
RispondiEliminaNon capisco se la frase di chiusura di questo articolo sia una battuta di spirito oppure se maschera solo un finto stupore.
Capisco non fosse scontato che le dichiarazioni di Tavaroli dessero riscontro alle inchieste di De Magistris, ma “incredibile” mi sembra un’espressione un po’ fuori luogo.
Comunque era ora che qualcuno scrivesse di nuovo sulla stampa nazionale una sintesi tale da racchiudere un po' tutta la storia, che a leggerla di fila con nomi e cognomi che corrono e ricorrono in diversi ruoli d'apparizione fa un certo effetto, non si può negarlo. Anche se il pubblico sembra ormai abituato a qualsiasi genere di losco scenario e gli effetti sortiti sembrano impercettibili, fa sempre bene rinfrescargli e rinsaldargli una memoria che diventa ogni giorno più labile.
Chissà che poi, a conti fatti, "incredibilmente" il CSM non si trovi a dover tornare sulle sue decisioni?
A quanto pare, è a uno come Tavaroli che in questo momento dobbiamo una flebile speranza che a De Magistris venga restituito l'onore che si è guadagnato, e questo Paese un vago barlume di legalità; esattamente come, non molto tempo fa, ci eravamo attaccati alle bottiglie molotov introdotte da due poliziotti nel quadro della macelleria sudamericana genovese, per sperare che il processo non fosse vanificato dal decreto blocca processi.
RispondiEliminaCe n'è già d'avanzo, mi sembra, per capire come siamo ridotti.
siu
......ed è il motivo per cui questi intrecci restano intrecciati e non ci sono mai mandanti nè colpevoli. Ma tutti pronti indistintamente ad addurre a questo misterioso impalpabile intreccio la responsabilità.
RispondiElimina....e, per rimanere nel vago, De Magistris viene trasferito.
Alessandra
@Adduso delle 20,26.
RispondiEliminaIl link da Lei segnalato riporta delle notizie potenzialmente offensive verso terzi che la Redazione non è in gado di verificare nella sostanza, non conoscendo la realtà locale alla quale i fatti si riferiscono.
Per questo motivo il Suo commento verrà eliminato.
Ad Andrea, che ho imparato ad apprezzare e stimare frequentando questo blog, dico grazie per i suoi spunti e per il desiderio, condiviso, di voler lasciare un'Italia migliore ai nostri figli.
RispondiEliminaSono troppe e troppo insopportabili le commistioni e connivenze di chi strepita di onore da restituire e di toni da ammorbidire....
Quando tutto sara' disvelato ( non c'e' segreto di Stato che tenga in eterno) sara' chiaro cosa e' successo sulle nostre teste per tanti anni e cosa ancora accade ai coraggiosi che non si fermano.
Bisogna decidere di non perdersi, pur essendo pronti a perdere.
Falcone e Borsellino ieri, e con loro molti altri, Luigi e Clementina (e spero tanti altri con loro) oggi ce lo ricordano.
In fondo, come ha detto Luigi a Palermo, il malaffare si puo' vincere, se lo vogliamo tutti, e se la Magistratura tutta insieme decide di volerlo.
Grazie Francesca
RispondiEliminavolutamente parlo spesso dei nostri figli qui perchè tutti siamo stati figli e quasi tutti siamo oggi genitori...sogno un Italia simile al mio quartiere romano di periferia, dove ogni bambino era figlio di tutti ed ogni adulto era genitore di tutti, e se mamma ti cercava chiunque sapeva dirle dov'eri o se tu cercavi mamma o papà chiunque ti sapeva indicare dove fossero e proteggerti fino al loro arrivo..valori semplici, cose piccole ma gigantesche se paragonate all'Italia violenta e bugiarda che viviamo da troppi anni ormai...sogno un Italia in cui esista il senso della comunità, della solidarietà, del rispetto e dell'aiuto per il più debole, non voglio nè un Italia Americana (dove un uomo vale in funzione del numero di carte di credito che possiede) nè un Italia Sovietica (dove un uomo vale solo fintanto che non turba l'ordine costituito)...sogno un Italia piena di papà come me, come Felice e tutti gli altri, e di mamme come te e le altre che qui leggono e scrivono..e per realizzarla abbiamo bisogno, ci sono indispensabili persone come De Magistris, trasversali, scomodi, insomma ci servono questi "rompipalle" tra i quali, perdonate la presunzione, nel mio piccolo desidero annoverarmi anche io....fosse anche solo per questo vale la pena combattere...se non per noi, almeno per i nostri figli..commento troppo filosofico..frutto di pensieri da serata tarda ed un mese di lontananza dai bambini che si godono il mare della Sicilia con al mamma in attesa che tra poco arrivi anche io (dalle tue partI Felice, aspettati una telefonata)....
Andrea Falcetta
@ Andrea e Francesca.
RispondiEliminaCondivido fino in fondo le vostre considerazioni, il vostro desiderio e la voglia di combattere. Anch'io da mamma, da ex-figlia, e soprattutto da cittadina che non ne può più di scontrarsi ogni giorno con un nuovo motivo per aver voglia di sprofondare o di scappare da questo Paese, che non riconosco più. Forse con più disincanto di voi, ma assolutamente con tutto il cuore e la testa che ho, o che mi restano.
siu
Certamente molti magistrati fanno il loro dovere e pagano prezzi molto alti.
RispondiEliminaMa l'Italia, è fatta anche di falsi eroi e di chi approfitta di questa situazione.
Ho letto un post su:
http://www.lavalledeitempli.net/
che crea ben più di una perplessità in tal senso, ma forse, ancor più incisivo è un commento lasciato.
Quanti sono i falsi eroi e quante le vittime di un sistema nel nostro paese?
Grazie comunque per il Vostro impegno.