Su La Stampa del 6 ottobre u.s., Luciano Violante ha scritto un tristissimo articolo dal titolo “Dove arriva il potere del P.M.”. Chi se la sente può leggerlo a questo link.
Quell’articolo è tristissimo per il suo contenuto intrinseco, per la provenienza da Luciano Violante (è surreale, infatti, che quelle cose le sostenga proprio Violante, che non ignora certamente i fondamenti tecnici delle norme costituzionali che lui fa finta di ignorare) e per il contesto nel quale l’articolo sopraggiunge (si prova una gran pena – si direbbe proprio un segno dei tempi – a vedere Violante sforzarsi in un maniera così umiliante – per lui – di compiacere la sua controparte politica proprio mentre si discute nell’opinione pubblica di un possibile posto per lui nella Corte Costituzionale).
Riportiamo qui un commento tecnico di Bruni Tinti.
di Bruno Tinti
(Procuratore Aggiunto della Repubblica di Torino)
da La Stampa del 13 ottobre 2008
Il commento di Luciano Violante («Dove arriva il potere del pm», su La Stampa di qualche giorno fa) sui due pm che hanno avuto l’ardire di «cercare» autonomamente una notizia di reato e che per questo sono sottoposti a procedimento disciplinare mi preoccupa molto: cerco di spiegare le ragioni di questa preoccupazione.
Non senza ragione la Costituzione prevede (art. 109) che la magistratura dispone direttamente della polizia giudiziaria.
Se non fosse possibile per il pm ordinarle di fare le indagini, tutte le indagini che egli ritiene opportune, la sua attività sarebbe condizionata da possibili inerzie o rifiuti.
Naturalmente, perché il pm possa dare ordini alla polizia, è necessario che esista un procedimento penale; se questo non c’è, manca il presupposto per indagare e dunque per dare ordini alla polizia.
Ora, non è affatto detto che la polizia (nel termine sono compresi polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza ecc.) sia sempre attenta e sollecita nel trasmettere notizie di reato alla procura, che poi potrà assumere la direzione delle indagini e cominciare a dare ordini; in molti casi potrebbe non farlo.
E non perché la polizia non sia piena di bravissime e onestissime persone; ma perché, a differenza dei magistrati, la polizia non è autonoma né indipendente.
Ha superiori gerarchici. E, alla fine della catena di comando, ci sono i ministri, e quindi il governo.
E se il ministro dell’Interno ordina al prefetto che ordina al questore che ordina al dirigente che ordina al maresciallo e via così, allora c’è poco da fare.
E il ministro dell’Interno, in certi casi, ordina, ordina molto.
Ne 1980 Torino fu occupata dai lavoratori della Fiat scesi in sciopero, incitati da Enrico Berlinguer, allora leader del Pci, a occupare la fabbrica.
C’erano picchetti ai cancelli degli stabilimenti e agli operai e impiegati che volevano entrare veniva impedito di farlo.
Spesso gli scioperanti minacciavano e picchiavano.
Di tutto questo polizia, carabinieri, vigili urbani parevano non rendersi conto: nessuna denuncia arrivava in Procura; nessun reato veniva commesso.
Insomma, nessuno ci diceva niente.
In Procura però arrivavano i referti medici degli operai pestati ai posti di blocco; c’era virtuosamente scritto che erano caduti da un muro di cinta oppure che erano inciampati mentre entravano in fabbrica.
Riferimenti allo sciopero, ai picchetti, ai cortei: nessuno.
Così ci attivammo noi e fui io a essere delegato dal capo (che era Bruno Caccia) a fare questa indagine.
Mi misi a interrogare i sorveglianti di tutti gli stabilimenti bloccati (che però secondo polizia e carabinieri bloccati non erano) e identificai un po’ di gente che venne imputata per violenza privata, lesioni, minacce ecc.
Feci anche qualche altra indagine, ma il succo è questo.
Problema: noi «prendemmo» notizia di questi reati «cercandoli» o «constatandoli»?
E, soprattutto, perché la polizia, che ha il compito istituzionale di «cercare» i reati, non ci aveva detto nulla?
E se noi non avessimo a nostra volta «cercato»?
Beh, è ovvio che noi «cercammo».
È ovvio che polizia e carabinieri non ci trasmettevano denunce perché questi erano gli ordini del governo di allora (ricordo ancora una telefonata che sorpresi tra un capitano e un colonnello; il povero capitano, facendo la faccia imbarazzata a causa della mia presenza - mi guardai bene dall’allontanarmi - diceva: ho capito signor colonnello, olio tra le parti signor colonnello, non esacerbiamo gli animi signor colonnello, non è il momento delle denunce signor colonnello).
Infine, è ovvio che, se non avessimo «cercato», la storia di quei fatti (che furono importanti nel panorama complessivo dei rapporti sindacato-impresa) sarebbe stata diversa e comunque non conforme a legalità.
Fin dai primi Anni 90, Raffaele Guariniello ha creato l’Osservatorio per i tumori derivanti da malattie professionali; lo gestisce lui, delegando la polizia alle dipendenze della procura; raccolgono notizie, incrociano dati, dividono le patologie per settori di lavoro, per fabbriche, per zone.
E poi aprono processi per omicidi sul lavoro plurimi. Ne hanno aperti tantissimi.
Cosa fa allora questo (eccezionale) pm? «Cerca» o «constata»?
E come mai è necessario (e lo è da 20 anni) che gli omicidi colposi sul lavoro siano «cercati» dalla Procura?
Dove stanno gli organi istituzionalmente incaricati di «cercare»?
Ecco a cosa serve l’art. 330 del Codice di procedura penale: a consentire alla magistratura (prima alle procure e poi ai tribunali) di conoscere e giudicare tutte le illegalità: tutte, non solo quelle che la classe dirigente del Paese accetta che vengano perseguite.
Alla fine la domanda è sempre la stessa: che prezzo si è disposti a pagare per assicurare l’impunità a questa classe?
Presupposto necessario perchè possano essere iniziate le indagini preliminari è l'esistenza di una "notitia criminis" la quale per essere tale, deve avere per oggetto un fatto specifico idoneo ad integrare estremi di reato e deve essere dotata, per la fonte da cui proviene, di adeguata credibilità. Pertanto è da escludere che possano essere promosse indagini preliminari non già sulla base di una notizia di reato ma al fine di eventualmente acquisirla, come nel caso di indagini a tappeto ed in forma indiscriminata, dirette ad accertare se eventualmente ipotetici reati siano stati commessi, essendo una tale attività consentita soltanto agli organi di polizia nell'esercizio della propria attività amministrativa di prevenzione e repressione dei reati; attività che, in quanto svolta al di fuori delle norme del codice di rito, va effettuata nel pieno rispetto delle altrui libertà, fatti salvi, ovviamente, gli specifici poteri di accertamento attribuiti da specifiche disposizioni di legge.
RispondiEliminaCass. pen., Sez. III, 02/12/1998, n.3261
Già stiamo pagando un prezzo altissimo, a tutti i livelli.
Mathilda
posso comprendere che ultimamente Violante abbia fatto alcune dichiarazioni che si pongono in contrasto con il suo passato politico e, quindi, suscita perplessità in quanti condividevano le sue dichiarazioni (io non sono mai stato fra costoro); tuttavia credo che abbia detto una cosa esatta, confermata anche dall'esperienza narrata dal dr. Tinti, in base alla quale indagava sui blocchi
RispondiEliminaFiat negli anni '80: c'era una notizia di reato,comunque appresa dai Pm (anche a mezzo notizie di giornali)-
Diverso sarebbe stato il caso se il dr. Tinti, o altro PM, avesse interpellato i signoli operai per chiedere loro se fossero stati oggetti di violenza in assenza persino di notizie di stampa.
Ritengo, quindi, che Violante non abbia detto nulla di cui scandalizzarsi, anzi. Bisogna prendere atto che si può cambiare idea: forse Vioante alcuni anni fa non avrebbe detto cose simili.
Non ricordo quel proverbio che definisce le persone che non cambiano mai idea...
Buona giornata.
Franco C.
Per me non c'è alcun baratto possibile.
RispondiEliminaPer istinto non ho mai avuto simpatia alcuna per Luciano Violante, una specie di "dottor Sottile" della sinistra.
Adesso che è fuori dal Parlamento (nel cui ambito non c'era più storia per lui)e alla caccia di una poltrona di giudice costituzionale, la mancanza di simpatia verso il personaggio si è trasformata in aperta avversione.
Analogamente devo dire di Massimo D'Alema, dell'ultimo Massimo D'Alema, che certamente non è in contraddizione con sè stesso, ma la naturale evoluzione di ciò che è sempre stato.
Fa molta tristezza constatare questo piegarsi ai voleri del potere politico-economico, che si sta instaurando anche nell'ambito del CSM e non solo.
Quanto a Violante, è venuto fuori un formidabile candidato, Gaetano Pecorella.
Una bella lotta fra i due.
Parzialmente O.T.
RispondiEliminala lettera:
...
la politica, nel Sud, bisogna saperla fare! Per quelli che hanno voglia e risorse adeguate gli esempi da seguire sono Loiero, Lombardo, Scopelliti. Attenzione, invece, ai casi Campanella e Torrione. Dei tre esempi positivi, Loiero ha evitato di nominare magistrati e generali nella sua Giunta in primis perché obbligato dalla legge che ne limita il numero ed in secondo perché ha come sponsor Bova e Minniti (entrambi “Alti Magistrati”). Comunque ha appena recuperato captando l'Aggiunto della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Salvatore Boemi, nella S.U.A., dopo un vano tentativo mal riuscito di blindarsi con il Super Procuratore dell'Antimafia Nazionale, Vincenzo Macrì. Lombardo, Presidente della Giunta Regionale Siciliana ha immediatamente provveduto a nominare, componenti della stessa, Russo e Ilarda, entrambi valorosi magistrati. Scopelliti, Sindaco di Reggio Calabria ha inaugurato la stagione già nella sua prima sindacatura con un assessore esterno pubblico ministero ed un Generale della Finanza. Dei due negativi, Campanella, Presidente del Consiglio Comunale di Villabate, oltre a non avere il potere di nomina degli assessori, ha fatto affidamento sui suoi contatti antimafiosi con la Matranga, deputata antimafia di Forza Italia e dei leader politici nazionali Mastella e Casini. Risultato: arrestato per 416 bis! Dal Torrione, sindaco di Gioia Tauro, anche lui presuntuoso come Campanella, ha fatto affidamento sulla sua amicizia con due componenti della Commissione Parlamentare Antimafia Tassone e Laganà. E ancora, sempre come Campanella, che organizzava cortei antimafia, alla sua assidua presenza al fianco dei magistrati che lottavano il cancro 'ndranghetistico. Risultato: arrestato per 416 bis!
Fin qui tutto chiaro! Non chiara, invece, la molla che fa catapultare importanti Uffici dell'Ordine Pubblico, atti al controllo della politica, ad accettare di vogare a favore di quest'ultima, che nel Meridione è stata sempre “collusa” col malaffare.
b
Considerato che Mathilda qui sopra si rifà ad una normativa dell'azione penale genericamente condivisibile ,occorrerebbe essere meno astratti e generici ed esemplificare ,per chi lo ignora ,il preciso e specifico contesto in cui si situano le osservazioni critiche del procuratore Tinti a Violante e a quale episodio concreto si riferiscono.Così risulterà più chiaro a tutti il punto di rottura tra le idee di Violante e gli altri che dissentono.
RispondiEliminaCredo che il punto di rottura tra il Prof. Violante già uomo di punta delle c.d. toghe rosse e L'ecc.mo dott. Tinti sia l'affermazione generale e di princio dell'obbligatorietà dell'azione penale e il principio dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge ( legenda: dicasi cittadini anche quelli che svolgono una quasiasi funzione rappresentativa in consessi nazionali o locali). Mi spiego meglio. La querelle sembra investire il potere del PM di esercitare l'azione penale anche avendola appresa aliunde posto che, evidentemente, in questo caso, l'apprensione della notizia di reato non proviene dalla polizia o da denuncia di un cittadino. Questo e solo questo può essere il senso della precisazione posta dal Prof. Violante e quello della "risposta" del dott. Tinti poichè opinando in altro modo dovrebbe intendersi che Violante abbia voluto specificare che il PM non può al mattino entrare in ufficio e cercare un reato delegando attività d'indagine alla P.G.; questo perchè se il senso della precisazione sui poteri del Pm dovesse intendersi come negazione del potere del PM di pensare un reato e delegare la P.G. a verificare se sussista ovviamente ci troveremmo di fornte ad aria fritta ( esame di Diritto Romano) e tutta la discussione non avrebbe senso. Penso che detta in maniera meno nascosta la posizione di Violante sia quella di aprire la strada a precise scelte sul fronte della repressione dei reati che vengono fatte dal potere esecutivo e quindi dalla Polizia amministrativa cui il PM dovrebbe offrire la mera direzione tecnica, mentre dall'altro nelle parole del dott. Tinti c'è la strenua difesa della costituzione Repubblicana in cui il Pm viene indicato non come poliziotto ma come espressione del potere di indagare e perseguire la commissione dei reati.
RispondiEliminaIn tempi di sub deo sed maior homine non c'è molto da stupirsi, tuttavia, è veramente tristissimo che cia "siano lingue allenate a battere il tamburo" (De Andrè: La domenica delle salme) di contanto livello riconosciuto che sostengono il progetto e che, tra l'altro, hanno fatto della difesa dell'indipendenza e dell'autonomia della funzione giurisdizionale la battaglia fondamentale della loro esperienza politica all'interno del PCDSPD.
Avv. Francesco Siciliano
Sulla credibilità delle nostre Istituzioni:
RispondiEliminaDopo la nota del Quirinale alle forze di polizia perché rafforzino la scorta armata allo scrittore Roberto Saviano, sul cui capo pende una condanna a morte emessa dalla camorra, lo stesso Saviano ha annunciato che lascerà per sempre l'Italia! Il Presidente Loiero terrorizzato dall'idea che i calabresi possano seguire l'esempio dello scrittore, ha immediatamente rigettato la proposta dell'onorevole forzista Jole Santelli di chiedere l'invio dell'Esercito Italiano a protezione degli stessi calabresi, minacciati a sua volta dalla 'ndrangheta!
b
Per Franco C. (commento delle 7.41)
RispondiEliminaGentile Franco,
sono l’autore della presentazione dell’articolo di Bruno Tinti e sono io che ho trovato tristissime le cose scritte da Violante.
Mi permetta di dissentire rispettosamente dalle Sue osservazioni che mi pare possano spiegarsi solo con il fatto che Lei, diversamente da Violante, evidentemente non conosce la materia di cui parliamo.
Il discorso è lungo (e me ne scuso), ma temo sia necessario.
Le indagini del P.M. si fondano sempre su “ipotesi d’accusa”.
Le indagini servono proprio a verificare ipotesi.
La pretesa odierna è, invece, impedire le indagini.
Fino a qualche anno fa i potenti si accontentavano di difendersi dalle condanne.
Dunque, hanno messo su un sistema che chiamano “garantista”, ma che invece è semplicemente “assurdo”. Perché il garantismo – del quale sono convinto assertore – è un sistema di vere, sane e intelligenti garanzie, non un sistema, come il nostro, di cavilli e arzigogolìi funzionali solo a fare in modo che chi ha soldi e potere la faccia sempre franca.
Questo sistema demenziale produce l’impunità dei ricchi e potenti e, ogni tanto, accidentalmente, anche l’impunità dei delinquenti qualunque.
Allora urla e strepiti: “Com’è possibile – titolano i giornali dei vari padroni – che quel tossicodipendente sia già tornato in libertà?”.
La risposta è semplice: i cavilli che vi siete inventati per lasciare in Parlamento, nei Comuni, nelle Province, nelle Regioni e nei consigli di amministrazione alcune centinaia di delinquenti vostri amici a volte funzionano anche per i tossicodipendenti o gli extracomunitari.
Di solito no, perché questi ultimi non sono difesi da avvocati che sono contemporaneamente deputati e aspiranti giudici della Corte Costituzionale. Ma a volte capita di si.
Ora, non contenti di un sistema che gli assicura impunità nei processi, si vogliono difendere anche dalle indagini.
Non solo non vogliono più essere condannati. Non vogliono più neppure essere indagati.
Da qui nascono le assurdità scritte da Violante facendo eco a uguali assurdità sostenute da Ghedini.
E torno alle ipotesi d’accusa.
Lei, Franco, scrive che Bruno aveva una notitia criminis tratta dai giornali.
Ma Le ripeto che non è così.
Non ci sono “notitiae criminis cercate” e “notitiae criminis trovate” dai P.M.. Ma solo ipotesi di reato.
Se viene trovata una donna strangolata nella sua casa e nient’altro, se vogliamo cercare l’assassino – e credo che anche Lei sia d’accordo che qualcosa per trovarlo dobbiamo fare – c’è un solo modo: fare ipotesi.
Dunque, ipotizzeremo che l’assassino possa essere il marito della signora. Ipotizzeremo anche che la signora potesse avere un amante. Ipotizzeremo, infine, che possa essersi trattato di una rapina finita male.
Dopo di che ci metteremo a cercare riscontri pro o contro l’una e l’altra ipotesi.
Se per indagare sul marito dovessimo aspettare di avere delle prove a suo carico, nella maggior parte dei casi le indagini neppure comincerebbero.
In realtà, indaghiamo sul marito per cercare prove – che NON abbiamo – della sua colpevolezza o della sua innocenza.
Potrei esporre lungamente i diversi profili teoretici, logici e giuridici della questione.
Ma forse tutto si capisce meglio con un esempio.
Immaginiamo che io sia il Procuratore della Repubblica di Poggio Belsito e che sia l’unico magistrato del mio ufficio (capita in diverse Procure che, per le note carenze di organico, tanto più ora che Castelli e Mastella hanno vietato di mandare in Procura i giovani magistrati, ci sia un solo magistrato).
E immaginiamo che Poggio Belsito sia una piccola cittadina che ha solo due vigili urbani (anche questo capita spesso). Uno dei quali, il più alto in grado, cugino del Sindaco.
E immaginiamo che io domenica me ne vada a mare con mia moglie e i miei figli e, mentre mi prendo il sole, noti una costruzione in corso d’opera di una villetta.
Immaginiamo che resti stupito del fatto che la villetta mi sembra troppo vicina al mare per essere edificata legalmente.
Immaginiamo che sul cancello della villetta ci sia il cartello prescritto dalla legge che indica gli estremi della concessione edilizia.
Immaginiamo, infine, che io sia una persona che pensa sempre male e mi resti il dubbio che forse o la casa non ha la concessione edilizia e il cartello è falso o la casa ha la concessione edilizia, ma essa è stata concessa mediante corruzione o per fare un favore a un amico, perché, FORSE, la casa occupa un po’ di demanio marittimo (in Sicilia di case così ce ne sono a mille).
Che posso fare?
Se fossi un Vigile Urbano, potrei bussare e chiedere ai proprietari di rispondere a delle domande sull’esistenza o no della concessione edilizia.
E, sempre se fossi un vigile urbano, potrei recarmi al Comune e prendere visione della eventuale concessione e dei documenti sui quali si fonda per verificare se tutto è in regola o no.
Dopo di che, se fossi un vigile urbano, potrei fare rapporto della cosa al Procuratore della Repubblica.
Invece, purtroppo, non sono un vigile urbano, ma sono SOLO :-( … il Procuratore della Repubblica.
Dunque, secondo Violante e il suo amico Ghedini, non potrei fare nulla di tutto questo e dovrei tornare a casa sperando che uno dei due vigili urbani in servizio nel Comune (magari quello non cugino del Sindaco, quello, per intenderci, subordinato a quello cugino del Sindaco) vada a mare prima o poi nello stesso posto e si faccia venire i miei stessi dubbi.
Oppure – e qui c’è la prova della insensatezza del ragionamento del duo Violante/Ghedini – potrei fare un’altra cosa.
Essendo anche un cittadino qualunque, potrei fare una denuncia ai vigili urbani.
I vigili urbani in questo caso avrebbero l’obbligo di trasmettere la denuncia al Procuratore della Repubblica. Essendo io il Procuratore della Repubblica, riceverei la mia denuncia tramite i vigili urbani e allora potrei procedere. Perché ora, secondo Violante, avrei una notitia criminis.
A meno che il duo Violante/Ghedini, per evitare questo paradosso, non proponga che i magistrati che sono pubblici ministeri non possano fare denunce. Così. Perché “non vale”.
A proposito: e se i vigili urbani ai quali ho fatto la denuncia non me la trasmettessero, io potrei procedere contro di loro per omissione di atti d’ufficio? Certo che no, perché non avrei la notitia criminis.
Allora potrei andare dai Carabinieri e denunciare i vigili urbani, dicendo che ho fatto a loro una denuncia e loro non me l’hanno trasmessa, e sperare che i Carabinieri mi trasmettano questa seconda denuncia sull’insuccesso della prima denuncia.
A mio modesto parere, un vero delirio.
Sembrandomi ovvio che, se la polizia giudiziaria ha l’obbligo di trasmettere le notizie al Procuratore della Repubblica, il Procuratore della Repubblica, naturale destinatario di esse, può anche prescinderne.
Si tratta di una necessità logica e giuridica.
Tutto ciò posto, caro Franco, la mia modesta opinione è che Violante non può avere cambiato opinione, perché quella che ha esposto non è un’opinione, ma un atto insincero di inciucio.
Aggiungo una cosa.
Violante specula su un equivoco, consistente nel mischiare l’ipotesi del pubblico ministero che fa il suo dovere con quella del pubblico ministero che abusa.
E’ ovvio, infatti, che costituisce illecito disciplinare e a volte anche reato la condotta del pubblico ministero che “indagasse” qualcuno non per nobili fini di giustizia, ma con intenti persecutori.
Ma questo sarebbe appunto un abuso.
E per di più un abuso non tipico dei pubblici ministeri, ma di tutti i pubblici ufficiali.
Innumerevoli, infatti, sono i casi di pubblici ufficiali che abusano dei propri poteri, ma la cosa non produce proposte di modifica della Costituzione da parte di Violante e del suo amico Ghedini.
Qualche hanno fa è venuta sui giornali la notizia di un vigile urbano che ha fatto trenta multe all’avvocato della moglie separata.
Un’altra volta, molto tempo fa, nella nostra città si è saputo di un funzionario di polizia che è andato a fare una perquisizione, armi in pugno, a casa dell’amministratore del condominio della sua fidanzata per vendicare quest’ultima da un affronto (poi questo funzionario di polizia ha fatto carriera politica: non sto scherzando).
Un’altra volta un senatore si è fatto portare in televisione con l’ambulanza, nei modi che tutti conosciamo.
Un’altra volta ancora un senatore a vita si è fatta comprare la cocaina dai poliziotti della scorta.
Ma sono abusi. Punto.
Dunque, se un pubblico ministero “si inventa” un’indagine per perseguitare l’amante di sua moglie, che sia punito come merita.
Ma se io, nell’adempimento dei miei doveri d’ufficio, apro un fascicolo di indagine perché trovo strano che ci sia tutta questa puzza vicino l’edicola dove compro il giornale e penso sia opportuno verificare che non ci siano scarichi fognari abusivi, non mi sembra che debba sentirmi dare lezioni dal Violante di turno.
Ho conosciuto Violante in un’altra vita. Un’altra vita mia e un’altra vita sua.
Ci si dava del tu e sembrava si condividessero gli stessi ideali di giustizia.
Quello che vedo ora di Violante, sembra un sosia impostore che si sia sostituito a lui.
Penso, però, che l’intelligenza, quando ce l’hai, non la perdi (è come il famoso sapere andare in bicicletta).
Dunque, temo che anche il Violante impostore sia intelligente come quello che ho conosciuto io tanti anni fa.
E se è così, sa benissimo che quello che dice e che scrive non ha alcun senso.
Per questo ho scritto che mi sembra veramente tristissimo.
Felice Lima
Gentile dott. Lima,
RispondiEliminapur nella complessità della sua replica, devo confermare la mia opinione, affatto modificata dalle sue osservazioni.
In tutti gli esempi che lei ha fatto comunque una notizia di reato esisteva (lo strangolamento, la villa troppo vicina ecc. ecc). Posso pure comprendere che mi sembra, eufemisticamente, una cosa di pessimo gusto quella di nominare giudice costituzionale un avvocato del premier oppure far fare il Ministro della Giistizia ad un suo avvocato, però Violante nell'articolo incriminato non ha detto cose inesatte. I due PM, secondo lui, si muovevano senza che vi fosse la donna strangolata ovvero la villa a due metri dal mare.
Se permette, nella procura di Poggio Belsito (che da anni frequento come avvocato) un valentissimo PM la mattina, prima di ogni altra cosa, sfogliava il giornale locale e se vi era qualche articolo particolare (dal quale emergeva una credibile notizia di reato) non aspettava certo che l'unico vigile gli facesse rapporto: lo chiamava e ordinava le indagini.
Non credo, al contrario, che ciò possa farlo il PM solo dopo una notizia di reato (magari dopo che è stata annotata sul mod.21: magari queste cose le diciamo a chi non è tecnico; ma fra chi capisce qualche cosa forse è bene dire che un PM, per come faceva il dr. TRinti negli anni 80, se leggeva sul giornale che blocavano e picchiavano chi non voleva scioperare, subito ordinava le indgaini, senza commettere alcuna violazione disciplinare.
Non ho mai condiviso un aparola di Violante, specie quando negli anni 90 da parlamentare cercava di influenzare la magistratura, soprattutto quella inquirente; men che meno lo condivido ora che aspira a divenatre Giudice Costituzionale e quindi propone delle letture orientate di alcuni problemi; tuttavia un PM che agisce in totale assenza di notizia di reato è giusto che sia disciplinarmente sanzionato.
Non è che forse si vuole riconoscere al PM la illimitata possibilità di indagare su tutto e da qualunque momento?
Un ultima cosa, che forse non è molto pertinente con il tema: se Mastella ha stabilito il principio che i magistrati di prima nomina non possono andare a svolgere funzioni di Pm titolare nelle procure, perchè la magistratura ad ogni piè sospinto invoca la soppressione dei Tribunali come quelli di Poggio Belsito?
le chiedo scusa della disgressione, ma mi occupo da un punto di vista professionale e di politica forense della problematica.
la saluto e le auguro una felice notte.
Suo Franco C.
A Franco C. (commento delle 22.54).
RispondiEliminaGentile Franco,
Castelli e Mastella non hanno vietato ai giovani magistrati di andare nelle Procure come "titolari".
Gli hanno vietato di andarci e basta.
Non ci possono andare neppure come sguatteri.
Così che oggi ci sono 19 Procure - ovviamente tutte siciliane, calabresi e sarde, nelle quali non vuole andare nessuno.
Perchè certo non si può pensare che a fare il Sostituto Procuratore a Nuoro possa ambire di andarci - con tutto il rispetto per Nuoro - qualcuno che abbia una anzianità che gli consenta di andare a Roma o a Cagliari.
Quanto ai piccoli uffici giudiziari, ci sono infinite ragioni - ampiamente documentate e che nessuno contesta perchè sono oggettivamente incontestabili - perchè li si sopprima.
E ce n'è una sola per lasciarli: meschine ragioni di bottega politica degli eletti (oggi "designati") di questo o quel collegio elettorale.
Né c'è alcuna contraddizione fra il chiedere la soppressione degli uffici piccoli e prendere atto che, finché non verranno soppressi, è impensabile vietare che a "buttarci il sangue" vadano i giovani, che sono i più naturali destinatari di quei posti: solo dei giovani possono avere la voglia, l'entusiasmo, il coraggio e la generosità di spendersi a Poggio Belsito.
D'altra parte è quello che succede in tutte le altre amministrazioni.
Avrà notato sicuramente, infatti, che anche la sanità tendere a chiudere gli ospedali piccoli e periferici; anche i Carabinieri chiudono le caserme non più necessarie dopo la fine del brigantaggio; e così via.
Come anche nei Carabinieri nella compagnia disagiata di montagna vanno i capitani più giovani; nei pronto soccorso più sperduti vanno i medici neo assunti; nelle scuole di periferia vanno le professoresse con meno punteggio.
In magistratura, invece, no.
E' ancora in funzione il Tribunale di Mistretta, nato quando Mistretta era una importante città e rimasto anche ora che molti non sanno neppure dov'è e il carico di lavoro è bassissimo.
E in magistratura, secondo Castelli e Mastella, negli uffici sperduti e disagiati dovrebbero andare i magistrati più anziani.
Insomma, secondo il mio modesto parere, il nonsenso assoluto.
Quanto alle Sue obiezioni alle mie considerazioni, mi scusi, ma davvero non capisco, dal punto di vista logico e giuridico, come la differenza verrebbe fatta dalla circostanza che la notizia sia o no sul giornale e quale logica questo possa avere in un sistema giudiziario.
Se non ho capito male, infatti, secondo Lei Bruno Tinti avrebbe agito bene se dei picchetti della Fiat si parlava sui giornali e avrebbe abusato se, in assenza della notizia sul giornale, si fosse fatto prendere dal sospetto che ci potessero essere dei picchetti e fosse andato sua sponte a vedere che aria tirava ai cancelli.
Questo mi pare darebbe luogo a un paradosso ancora più assurdo. Io Procuratore di Poggio Belsito non dovrei sperare nel vigile urbano zelante, ma nel giornalista che riporti la notizia.
Con i tempi che corrono e con ciò su cui la stampa ostinatamente tace, staremo freschi (ho scritto volutamente "staremo" e non "staremmo").
Un cordiale saluto.
Felice Lima
P.S. - Scusi il taglio "arrogante" dei miei due commenti, ma davvero temo che la giustizia sia una cosa troppo delicata per farne strame a fini biecamente politicanti.
E' una gioia leggere Felice Lima!
RispondiEliminaMa un peccato ce l'ha anch'Egli: aver conosciuto da vicino Violante!
b
c.a. Dott. Lima
RispondiEliminae p.c. Sig. Franco C.
Gent.mo Dott. Lima,
mi permetto di intervenire nella sua discussione su Violante - che personalmente non stimo, ma si tratta appunto di un’opinione personale e senza rilevanza alcuna – per porre all’attenzione dei lettori quello che mi sembra un problema ancor più triste (per usare il suo stesso aggettivo). E gradirei un suo sincero parere in merito.
Credo che il problema principale non sia tanto il modo in cui le informazioni arrivano ai P.M., ma a quali P.M. arrivano ed il perché!
Cerco di spiegarmi meglio. Facciamo un esempio (mi permetta di seguire il suo stile anche se non con la sua eleganza); supponiamo che la sottoscritta sia stata vittima di un gruppo di mafiosi dediti allo spaccio di droga, al traffico di armi ed al riciclaggio di denaro sporco (il tutto a livello internazionale). Per vittima intendo semplicemente l’essere venuta a conoscenza di tali attività illegali e di averle giustamente denunciate con conseguenti ritorsioni (minacce, atti vandalici e quant’altro si possa immaginare). Chiedo scusa fin d’ora se i termini che utilizzerò non saranno i più appropriati, ma non sono né un avvocato né un giudice, ma una semplice impiegata.
Supponiamo (e sottolineo supponiamo) che coinvolti in questo illecito ci siano importanti
imprenditori ed uomini politici di spicco (destra, sinistra, centro… senza distinzione alcuna). Supponiamo anche che la sottoscritta dovesse fungere da capro espiatorio per queste operazioni illecite (esempio non poi così lontano da tante realtà odierne!).
Supponiamo anche che la sottoscritta sia una persona corretta ed integerrima (il tribunale
naturalmente dovrebbe verificarlo e non darlo per scontato!) e, come qualsiasi onesto cittadino, si rivolga alle autorità – ad esempio ai carabinieri locali - per informarle dei fatti.
Da questo momento iniziano i veri problemi:
1) Il maresciallo di turno si rifiuta di “prendere la denuncia” perché ha moglie e figli e vuole rimanere “fuori da questa storia” (incredibile, ma possibile!); già qui mi chiedo perché abbia fatto la carriera militare e non lo spazzino (senza voler denigrare gli spazzini, ma solo per fare un esempio) visto che il suo mestiere non lo vuole fare, nonostante sia pagato da tutti noi per farlo! Ma questo non è ancora nulla!
2) La sottoscritta, che ingenuamente crede nella giustizia, si rivolge direttamente alla D.I.G.O.S. locale per spiegare l’accaduto ed il comportamento del Maresciallo. Il giorno dopo viene richiamata dallo stesso e minacciata di stare zitta e di non permettersi mai più di dire certe cose in giro!
3) Allibita e sconcertata dai fatti, supponiamo che la sottoscritta si rechi a Roma per denunciare una volta per tutte l’accaduto! Anche in questo caso si trova davanti ad “un muro di gomma”; ma non desiste e finalmente qualcuno “si prende la briga” di ascoltarla, verbalizzare e trasmettere al tribunale penale di Roma la denuncia, il quale provvede alla nomina di un G.I.P.
4) Supponiamo anche che l’antimafia si decida ad aprire un’inchiesta e fornisca alla sottoscritta un avvocato esperto che possa “guidarla” (o guidare qualcun altro!) in questo percorso!
5) A questo punto immagino che dovrebbero iniziare le indagini.
6) Stranamente il G.I.P. non crede minimamente a quanto denunciato, nonostante vi siano prove sufficienti a far “drizzare i capelli” anche al più ignorante degli ignoranti, ma decide (perché????) di trasferire il procedimento al Tribunale competente (ma quando si tratta di reati internazionali, il tribunale competente non è quello di Roma????).
7) Supponiamo anche che la sottoscritta abbia conoscenza dell’appartenenza di alcuni Giudici del Tribunale della propria città, ad una loggia massonica e chieda gentilmente che il processo avvenga in una procura qualsiasi tranne quella di Reggio Emilia (si tratta solo di un esempio, visto che abito lì)
8) Pur fortuna il procedimento viene trasferito ad una procura diversa e titolare delle indagini è un G.I.P. di indubbia integrità morale.
9) Stranamente, dopo un certo lasso di tempo, il giudice viene trasferito a Bari ed il procedimento a Brescia (perché Brescia visto che la sottoscritta è di Reggio Emilia???) e poi archiviato.
La storia potrebbe continuare fino a raggiungere le proporzioni di un libro, ma non è questo il mio intento. Ciò che vorrei spiegare è che il problema (come penso volesse dimostrare il Dott. Lima con i suoi esempi) nasce molto prima di arrivare all’accertamento della notizia di reato. Non solo! Ormai la complicità delle associazioni a delinquere è a tutti i livelli e più si sale peggio è!
Non ha alcuna importanza il reato (ho sempre pensato fosse il contrario!!!!), ma chi lo commette!!!! Se poi si tratta di personalità importanti tanto meglio; sapete quanti soldi nelle tasche di certa gente????? L’importante è che certi nomi non escano! Chi se ne importa se a pagare sono persone innocenti e non abbastanza ricche da potersi permettere di ricorrere agli avvocati per difendersi (ma da cosa????). Forse è per questo che spesso gli innocenti finiscono in prigione ed i colpevoli no!!!!
Purtroppo questo è il sistema. I giudici come Lima, De Magistris, Forleo… sono pochi granelli di sappia in un deserto immenso. Spesso “condannati” a vivere ogni giorno combattendo una lotta per la sopravvivenza, sacrificando la propria famiglia ed i propri affetti, per il mondo migliore che tutti desideriamo.
Cordiali saluti.
Stefania Tirelli – Reggio Emilia
La lettera.
RispondiElimina...
La notizia che un pentito ha riferito che i “casalesi” stanno preparando un attentato contro lo scrittore Roberto Saviano, ha indotto l'onorevole calabrese del PD Franco Laratta, a raccogliere firme tra i parlamentari in modo da sottoporre al Presidente Fini la richiesta di sentire lo stesso scrittore in Parlamento! Questo ieri (ne aveva raccolte già 50), oggi, invece, si apprende che lo stesso pentito ha smentito di aver mai dato quella notizia! Gli italiani hanno diritto di sapere cosa sta succedendo nel loro paese tra pentiti, mafie e antimafie e Laratta, l'obbligo, anziché di raccogliere firme senza senso, di dar conto di cosa avviene nella sua Regione, in merito. Per esempio, spieghi perché tanti onorevoli regionali (Presidente incluso) e nazionali risultino essere stati o essere indagati e/o coinvolti a vario titolo in indagini antimafia. Infine, spieghi ancora, il suo programma atto a far si che la legge sia veramente Uguale per Tutti! Specie con riferimento al reato previsto dall'art. 416 bis del c.p..
Sarebbe questa la migliore solidarietà e risposta gradita da Saviano e dall'Italia intera!
b
Pur essendo completamente inesperta in materia direi che la differenza tra quanto sostiene Franco C. e quanto sostiene il giudice Lima stia tra queste due parole: "sospetto" e "notizia di reato".
RispondiEliminaCioè un conto è partire con indagini a sproposito e un conto è partire da una notizia di reato o da un sospetto, che sono due cose ben diverse. Entrambi sembrano d'accordo sul concetto ma si dividono sul fatto che per Franco C. Violante ha detto "notizia di reato" intendendo anche i sospetti, mentre per il giudice Lima ha detto "notizie di reato" sapendo perfettamente che i "sospetti di reato" sono giuridicamente un'altra cosa, per cui mira (o si presta) a limitare il potere d'iniziativa d'indagine (se esiste) fingendo che si tratti di un legittimo limite già esistente per evitare persecuzioni ingiuste.
Correggetemi se sbaglio.
Umilmente, Silvia.
Ho cercato di seguire il discorso ma vi confesso che un po' mi sono perso.
RispondiEliminaNessuna difficolta' nel capire che un PM, innanzi alla scoperta di un cadavere, inizi le sue indagini
Nessuna difficolta'di comprensione anche quando il PM, ricevuta una denuncia o magari una "soffiata" ritenuta attendibile, inizia la sua attivita' investigativa.
Oltre queste ipotesi, il PM come si attiva? spero non leggendo il giornale a caccia di notizie che possano far sorgere il sospetto che si stia perpetrando un crimine perche' mi sembra riduttivo ma non voglio nemmeno pensare che al mattino, pur di riempire la giornata il PM si metta ad indagar su questo o quel tizio nella speranza di trovar qualcosa di interessante perche se fosse cosi' sarebbe una persecuzione.allora vi chiedo come fa tecnicamente un PM a trovar notizie di reato se non ci sono denuncie, soffiate o cadaveri?
L'opinione di Violante io la definirei una questione di "lana caprina". E' notorio che la lana di capra non serve a nulla e ostinarsi a volerla filare per poi farne un tessuto è tempo perso.
RispondiEliminaIn questo caso, se davvero passasse la riforma dei poteri del P.M., che Violante sembra sposare, non sarebbe temerario ipotizzare un ritorno al passato, non mediante la sottoposione del P.M. al potere politico, ma mediante una diversa soluzione del problema di spuntargli gli artigli, limitarne il potere di indagine condizionandolo alla ricezione di una notizia di reato compiutamente acquisita e formalmente presentata dalla polizia amministrativa e dai cittadini.
A nulla rileva la base culturale specifica del magistrato in funzione di Pubblico Accusatore, di cui non sempre sono dotati gli uomimi della polizia investigativa.
A nulla rileva la circostanza che la formulazione dell'art 330 c.p.p. ("1. Il pubblico ministero e la polizia giudiziaria prendono notizia dei reati di propria iniziativa e ricevono le notizie di reato presentate o trasmesse a norma degli articoli seguenti." usa una la congiunzione "e" piuttosto che la disgiunzione "o".
Non sarebbe temeraro dedurne che entrambi possono acquisire la notizia di reato autonomanente e quindi "aliunde".
Però Violante sostiene che solo la polizia investigativa può effettuare attività di investigazione, anche in base ad una debole traccia di cui venga a conoscenza.
Se così fosse, che tale attività è inibita del tutto al P.M., verrebbe fatto di chiedersi qual'è il motivo per cui sono state create sezioni di polizia giudiziaria a disposizione del P.M.
Non solo.
C'è da chiedersi perchè il P.M. non può indagare, cioè effettuare indagini preliminari al fine di acquisire la notizia di reato per individuarla nella sua interezza.
In questo modo una marea di reati resterebbero fuori portata della repressione penale semplicemente perchè la notizia di reata non viene portata a conoscenza del P.M. o con molto ritardo.
Il dr. Bruno Tinti ha ragione da vendere e Violante dovrebbe trovare argomentazioni più convincenti, perchè egli sa benissimo che il P.M. non ha un potere illimitato nei confronti del cittadino, in quanto temperato questo potere da una serie di garanzie processuali ben note, prima fra tutte l'organo del G.I.P.
Gli esempi narrati dal dottor Lima, come sempre, sono provocatori nel senso di provocare e stimolare intelligenza/e nel/negli interlocutori.
RispondiEliminaE quello sui vigili "urbani" è forte, e mi dà lo spunto per dire che il 50% (se si va nei minimi particolari si arriva al 90%)delle costruzioni abusive o comunque difformi dalle concessioni, dipendono dal mancato controllo dei vigili.
Ma anche di tanti magistrati che non hanno quel senso del dovere ( di sensibilità e di senso della giustizia) istituzionale che traspare dal giudice Lima, senza limiti di tempo e di luogo.
Per non dire di tanti comuni cittadini che con un minimo di cognizione di causa, alla portata di tutti, possono addirittura segnalare...come ha fatto a Matera il confinante del figlio di un magistrato che ha denunciato l'obbrobrio eseguito nei Sassi (patrimonio dell'Unesco).
Sarà un po' più difficile per una delle tante case/ville disseminate in campagna (dove tutti sanno però che le concessioni sono tutte fittizie e la destinazione d'uso poi è ben altra) ma il mostro di Punta Perotti era macroscopico; la prima volta che ci sono passato mi ha subito colpito l'altezza, poi mi sono fermato e senza essere del tutto a conoscenza della legge Galasso ho capito che il tutto era irregolare...anche dopo aver letto il cartellone con su immortalato, fra i tanti, Renzo Piano.
Che poi ebbe a replicare quando fu chiamato in causa da Guido Vergani sul Corriere della sera (4 articoli in 5 giorni) che titolava "Abbattete quei mostri".
Ora quanti vigili e quanti Carofiglio, quanti Marzano, quanti Emiliano...(non) "Zapata" sono passati di lì? eppure la "notizia criminis" non c'era bisogno di "cercarla".
S'immagini che nemmeno nel centro abitato rilevano e segnala(va)no costruzioni fuori allineamento o che superano l'altezza consentita, anche se in parte giustificati da una legislazione schizofrenica, al punto che in un isolato di 6 proprietà, si vedono: 6 altezze diverse (di cui una che supera di molto il massimo consentito), sei quote di solette balconi diverse, 6 stili d'inferriate e porte, 6 prospetti diversi...
E il tutto paradossalmente sotto normative sempre più severe e rigorose e con rincari sanzionatori!
L'unica costruzione che ho visto abbattere, riguardava un locale ad uso non abitativo edificato sul percorso della futura variante, che si ridusse a una sfida tra il "don Camillo" (il proprietario, un agricoltore arrogante della Dc) e il "Peppone",l'esponente locale del Pci, che volle dimostrare che la sana politica finalizzata all'interesse collettivo (e di giustizia sociale),quando vuole, può vincere il potere (e il ricco e potente) arrogante e ingiusto.
Che Lei racchiude nelle frasi...
" Perché il garantismo – del quale sono convinto assertore – è un sistema di vere, sane e intelligenti garanzie, non un sistema, come il nostro, di cavilli e arzigogolìi funzionali solo a fare in modo che chi ha soldi e potere la faccia sempre franca."
"Questo sistema demenziale produce l’impunità dei ricchi e potenti..." Cordialmente Mauro C.
Non sono in grado di sviluppare comenti competenti con la materia trattata. Ma pongo alla Vostra cortese attenzione questo articolo che si trova all'indirizzo (molto lungo) di seguito indicato.
RispondiEliminaL’avvocato Fabio Repici, l'Anm e il "rito peloritano": cosa accade a Messina, nella periferia della democrazia
http://www.fainotizia.it/
2008/10/13/l-avvocato-fabio-repici
-lanm-e-il-rito-peloritano
-cosa-accade-a-messina
-nella-periferia-della-democrazia
I fatti riportati, sono molto noti. Ma i particolari poco divulgati.
Stefano
@ Anonimo delle 18.26:
RispondiEliminail mio ultimo intervento serviva proprio per fare un po' d'ordine, spero di esserle utile spiegandolo meglio:
quando il PM trova un cadavere o riceve una soffiata o una denuncia si attiva.
Ovviamente non credo che i PM abbiano tanto tempo libero e tanto interesse ad indagare su chiunque gli passi davanti, o su qualunque articolo di giornale che spulciano attentamente alla ricerca di "qualcosa", ma potrei anche sbagliarmi.
Quel che è certo è che esiste anche il caso in cui si imbattono in sospetti di reati, anziché reati conclamati (come la denuncia o il ritrovamento di un morto ammazzato):
ad esempio vedono un compaesano, il quale è appena stato assolto dal mancato pagamento delle tasse perché ha documentato di essere sotto il reddito minimo, venire a prendere il pane con una mercedes nuova fiammante. E' ovvio che potrebbe anche avere semplicemente vinto il superenalotto, ma se la vincita maggiore di cui si è sentito al telegiornale negli ultimi mesi non ha mai superato i 5000 euro, quanto meno viene il sospetto che -di riffa o di raffa- il Tizio abbia preso i soldi altrove. Può essere che abbia semplicemente ricevuto un regalo (anche se lo accetta solo chi è in grado poi di mantenerlo, sennò uno lo vende e compra un'auto che costi meno in assicurazione, manutenzione e benzina), oppure che abbia rubato l'auto, o i soldi, o che commerci droga, o che semplicemente evada le tasse (cosa per cui è appena stato assolto, ma come sappiamo la verità processuale non è sempre corrispondente a quella reale)
Naturalmente una qualsiasi di queste ipotesi può corrispondere a realtà ed alcune di queste (tutte plausibili) costituiscono reato.
Ora, come vede, non si tratta di girare il paese alla ricerca di chi ha macchine costose e indagare su tutti coloro che ne posseggono una, e nemmeno indagare su un proprio conoscente che si è appena comprato la macchina di lusso se non c'è altro motivo.
Ma se per caso incappo in uno che agisce in contrasto con quanto dichiara e in questo contrasto potrebbe trovare posto un reato è o non è un sospetto valido?
La differenza tra quanto si dichiara e le proprie azioni non presuppone sempre un reato: se io ad esempio mi vanto di avere una laurea con gli amici ma non produco mai documenti falsi né esercito alcuna professione legata al possesso di quella laurea (ad esempio faccio la commessa) la differenza tra ciò che faccio e ciò che racconto non presuppone reato, sono solo una bugiarda, cafona, ecc. Il PM che mi sente vantarmi di avere la laurea -se non ha altro motivo- mica perde tempo ad indagare se ce l'ho davvero o no, al massimo sorride e va per la sua strada. L'avessi o non l'avessi una laurea in medicina se faccio la commessa che differenza fa?
Se invece io esercito -per dire- la professione di medico e al PM viene il sospetto che io non abbia la laurea necessaria perché non mi vede mai un documento relativo e sente illazioni su di me, oppure gli sembro impreparata o ancora intuisce che mento, ha tutto il diritto (e dovere) di indagare.
Violante propone di no, propone che se ci sono denunce, soffiate o reati conclamati bene, ma il semplice sospetto di reato può essere preso a pretesto per iniziare le indagini solo dalla polizia, non dal PM. Questo sapendo che la polizia è sotto il potere dell'esecutivo, quindi del governo, e può essere indirizzata ad occuparsi di certi sospetti di reato e di altri no obbedendo agli ordini che provengono dall'alto, mentre il PM che è indipendente e potrebbe occuparsi anche dei sospetti di reato "scomodi" occorre fermarlo.
Spero di essere stata più chiara e reinvoco correzione in caso di errori.
Silvia.
ps: sono d'accordo con Morsello sull'interpretazione dell'articolo riportato: letto così (senza confronti con altri articoli) tanto al PM quanto alla polizia giudiziaria è fatto permesso di "prendere notizia di reato di propria iniziativa" e di "ricevere le notizie di reato presentate o trasmesse". Infatti: PM e polizia = soggetto, prendono = verbo, e= congiunzione (che accosta le due frasi, ma non presuppone per forza l'obbligo di tenerle unite), ricevono= verbo. Siccome ogni verbo presuppone un soggetto, espresso o sottinteso che sia, e costituisce di per sè discrimante per individuare una frase, in italiano tale periodo è equivalente a: "PM e polizia giudiziaria prendono notizia di reato di propria iniziativa ./e PM e polizia giudiziaria riceono notizie di reato ecc.".
Se la congiunzione "e" fosse usata per presupporre per forza entrambe le ipotesi sarebbe una contraddizione in termini, in quanto non si può agire di propria iniziativa "a patto di" ricevere le notizie di reato da altri, perché a quel punto (anche per la polizia giudiziaria) non è più "propria iniziativa".
La lettera, questa volta al Corriere d.s....
RispondiElimina...Claudio Magris attraverso una splendida lettera pubblicata sulla prima pagina del Corriere della Sera di ieri, invita e ricorda che è dovere del Presidente Berlusconi tutelare l'onore dell'Italia e dei suoi cittadini. Quindi, a suo dire, è necessario che lo stesso esiga le scuse dal Presidente francese Sarkozy, per aver egli reso pubbliche le motivazioni che lo hanno indotto a negare l'estradizione dalla Francia verso l'Italia di Marina Petrella: “versa in gravi condizioni di salute”. Facendo così intendere che l'Italia non è in grado di tutelare i diritti dei detenuti che versano in condizioni simili a quelli della Petrella! Se mi è consentito, in tema di giustizia italiana, vorrei testimoniare a favore del Presidente francese! Sono stato arrestato nel 1993 grazie al riconoscimento fotografico di uno sconosciuto che mi indicava prima figlio di un boss mafioso e successivamente, riferiva, che se anche non parente, comunque appartenete alla mafia. Ebbene, ancora, sono in attesa di scontare la irrisoria pena di tre anni di reclusione. Quella più dura la sto già scontando da 15 anni e non so per quanto ancora. Eppure, ho sempre odiato e continuo a provare ogni tipo di avversità verso questa indegna organizzazione criminale! Come Claudio Magris non ho votato Berlusconi, per la precisione mi sono astenuto, e diversamente dai tanti indagati come me di 416 bis ed assolti mi sento disuguale davanti alla legge italiana! Con tutto il rispetto per Claudio Magris e tutti gli italiani più Uguali degli altri, da parte mia un plauso al Presidente Sarkozy!
b
Due considerazioni.
RispondiEliminaPrimo:
Vorrei invitare i lettori del blog non addetti ai lavori (come me) a non soffermarsi solo sul dato tecnico, rispetto al quale siamo facilmente manipolabili. Occorre leggere il dato politico della questione, ovvero l’obiettivo al quale l’azione politica di Violante tende. Se si mettono insieme tutte le dichiarazioni e le azioni di Violante negli ultimi anni, emergono chiaramente le reali intenzioni sue e dei suoi amici (o forse dovrei dire “compagni”). E’ come comporre un puzzle. Bisogna proprio essere ciechi per non capirlo o in malafede per negarlo.
Secondo:
Io vorrei che una volta ogni tanto si potesse discutere usando un certo rigore logico. Vorrei che Violante, e chi la pensa come lui, discutessero onestamente su questi temi evitando di imbrogliarci con discorsi poco chiari, e sofismi.
Allora: la questione è che si vuole impedire ai Pm di cercare notizie di reato. Sostanzialmente il pm “deve solo indagare su una notizia di reato che gli pervenga da altri”, “i poteri del pm devono essere esercitati in base a un presupposto preciso e controllabile”, “bisogna delimitare senza equivoci l’ambito dei poteri del pm”. Chiaro! Chiarissimo!!
Quello che non è chiaro è cosa si vuole perseguire con questa riforma. Qual è l’obiettivo?
Il miglior funzionamento della magistratura? L’indipendenza? La separazione dei poteri ?
Allora, visto che Violante e “compagni” sentono tutta questa urgenza di mettere mano alla Costituzione, di riformare la magistratura, dovrebbero almeno spiegarci che nesso c’è tra le riforme che propongono e gli obiettivi che ufficialmente perseguono. Altrimenti non ci capiamo.
Perché questa riforma dovrebbe portare a un miglior funzionamento della magistratura?
Perché bisogna controllare l’attività dei pm, delimitarne l’ambito dei poteri? Il pm non è già sottoposto alla legge e alla Costituzione? Questo non basta? E se non basta, perché?
L’articolo di Violante è volutamente ambiguo, sfugge a ogni regola della logica e non risponde a nessuna di queste domande.
Allora mi viene il dubbio che una risposta non ci sia. Queste riforme che vengono continuamente proposte e attuate, non servono evidentemente a migliorare il funzionamento della giustizia, né a far funzionare la separazione dei poteri (Montesquieu si rivolterebbe nella tomba se sapesse!). Ma servono a salvare dai guai questa pletora di corrotti che sono i nostri politici. La stessa pletora di corrotti che si troverà in parlamento ad eleggere i membri della Consulta.
Riporto un passo di un articolo di Cordero uscito un mese fa:
“Nel pensatoio forzaitaliota qualcuno, non ricordo chi, fabulava d’un pubblico ministero imbeccato dalla polizia, cieco e monco: ridotto a pura ugola o mano scrivente, non ha cognizioni dirette: opera su quel che raccontano investigatori eventualmente manovrati dal vertice politico; e il governo stabilisce chi perseguire. Ecco quadrato il circolo. Idea grottesca ma Sua Maestà, la corte e relative platee hanno bocca buona. L’attuale guardasigilli l’ha esumata: i truccatori le stanno intorno; la pettinano e imbellettano; cosmesi lunga, passerà un mese prima che venga alla ribalta. Il colpo geniale corre voce che sia un filtro alle notitiae criminis: pubblico ministero inerte come l’automa al quale manca la corrente; gliela inietta il rapporto poliziesco (parola ignota all’attuale codice, pour cause: vi ha sostituito “denuncia”); e attendibili congetture prospettano un art. 347, c. 1, da cui cada l’inciso “senza ritardo” (così ora bisogna informarlo).”
Caro dottor Lima,
RispondiEliminaNonostante la questione sia tecnica, credo che Silvia, pur professandosi profana, abbia inquadrato esattamente i termini della questione, distinguendo tra notizia di reato e sospetto. Come credo che i commenti di Franco C. siano tecnicamente inappuntabili.
Sia lei che Bruno Tinti, almeno questa volta, avete torto. Fraintendete i concetti di notizia di reato, di ricerca e di acquisizione, per poi metterli in un unico calderone con il problema dei rapporti tra PM e PG. E fraintendete, soprattutto, il senso dell’articolo di Violante, persona che io non sopporto ma che, almeno questa volta, ha ragione da vendere. Senza che il suo ragionamento serva a mettere la mordacchia al potere investigativo del PM.
Partirei dall’esempio di Tinti. C’era l’occupazione della Fiat, picchettaggi, violenze fisiche, etc. La polizia, eseguendo ordini dall’alto, non faceva rapporti, e i medici stilavano referti rassicuranti. D’altra parte, la TV e i giornali davano resoconti diversi.
Tinti dice che loro, i PM, “cercarono” la notizia di reato. Ma dire ciò è tecnicamente sbagliato. Ciò che fecero fu semplicemente acquisire di propria iniziativa una notizia di reato che emergeva pacificamente dai giornali e dalla TV. Fecero il loro dovere di PM. Come fa il suo dovere quel PM che “cerca” la notizia di reato leggendo il giornale la mattina.
Se io, PM, leggo una inchiesta su un giornale e ravviso fatti di reato (ad esempio, una possibile corruzione), ho tutto il diritto di iscrivere la notizia e investigare. Non importa che non abbia un rapporto della PG o una denuncia di un privato cittadino. Vado dal procuratore capo (mi pare sia l’art. 75 dell’ordinamento giudiziario) ed espongo quanto ho appreso.
Violante non mette in discussione questo, nel momento in cui precisa: “Occorre scrivere con chiarezza che il pm non può ricercare la notizia di reato e può attivarsi solo dopo averla acquisita dalla polizia giudiziaria O IN QUALUNQUE ALTRO MODO”.
Cosa significa tecnicamente, allora, “cercare” la notizia di reato? Significa investigare (cioè usare gli strumenti del codice di procedura penale) non avendo nulla in mano, se non sospetti (che si distinguono dalle notizie di reato perché sprovvisti della benché minima base fattuale).
Faccio un esempio. Lei dottor Lima, poniamo il caso PM, è a zonzo con la sua moto e si ferma ad un benzinaio. Lì vede un tipo con una brutta faccia che sta facendo benzina. In cuor suo penserà: “Mamma mia, che faccia da rapinatore! Quello sicuro qualcosa avrà fatto”.
In mano non ha nulla, se non una impressione. Probabilmente avrà ragione, probabilmente investigando su quella persona qualcosa uscirebbe. Bisognerebbe, appunto, “cercare” la notizia di reato (una brutta faccia non è una notizia di reato). Ma non mi dica che come PM ha il diritto di farlo.
Chi può farlo, allora? Sicuramente le forze di pubblica sicurezza, la c.d. prevenzione. Loro agiscono sulla base di meri sospetti, quando controllano il territorio. Fermano e controllano sulla base di impressioni: quello è troppo giovane per guidare una Maserati, quell’altro ha una cicatrice in faccia che non depone bene, quella signorina sul ciglio della strada ha una minigonna troppo corta, etc.
Ma, non a caso, la prevenzione non gode dei poteri coercitivi dell’indagine penale. Se una notizia di reato può giustificare l’invasione nella sfera privata del cittadino, lo stesso non può dirsi per il sospetto. Altrimenti la dittatura è dietro l’angolo.
Qualche anno fa, la procura della repubblica di Bolzano, partendo da una denuncia sul servizio (mi pare) scuolabus dell’amministrazione provinciale, si era messa ad indagare sull’intero servizio dell’ente, acquisendo documentazione, ordinando ispezioni, etc. La Corte Costituzionale, chiamata a dirimere il conflitto di attribuzioni, diede ragione alla Provincia: un tale tipo di controlli non spetta alla procura, ma alla pubblica amministrazione.
Nel medioevo esisteva l’inquisitio generalis, che funzionava più o meno come la nostra prevenzione. Poi, durante Mani Pulite, Di Pietro aveva l’abitudine di effettuare le c.d. inchieste preparatorie, investigando senza notizia di reato.
Secondo me, se si sfonda questo argine, si corre il rischio di mettere l’intera nazione sotto indagine. Come in Unione Sovietica.
Violante, dunque, non mette in discussione il potere del PM di acquisire la notizia di reato anche di propria iniziativa. Se poi questo è l’obiettivo di alcuni (e purtroppo credo sia così), è un altro discorso. Ma Tinti ha torto a dire che l’articolo di Violante è “tristissimo”. In realtà, è tecnicamente perfetto.
Mi scuso, come al solito, per la lunghezza.
Non vedo come si possa da un lato evitare di entrare nel merito dei provvedimenti e dall'altro criticarli "politicamente".
RispondiEliminaSi può criticare soltanto quello che si conosce.
Triste, tristissimo l'articolo di Bruno Tinti, e altrettanto tristi i relativi supplementi di Felice Lima. E' un'opinione tutta mia, evidentemente.
RispondiEliminaTristi anche gli interventi dei lettori e dei "dietrologi" raffinati (per i quali bisogna guardare sempre quel che c'e' dietro: il "merito" e' sempre un pretesto per gli allocchi), che fanno del tema una questione di simpatia o di "visione politica". Non si riesce a discutere in Italia su un ben delimitato tema, senza fare mostra di personale scaltrezza politica e/o di acume dietrologico.
Bruno Tinti ci dice che tutte le notizie propalate dai giornali e dalle radiotrasmissioni circa i criminosi incidenti "anti-sciovinisti" causati durante gli scioperi alla FIAT non erano (sic!) notizie di reato, e che (secondo la sua interpretazione del c.p.p.) occorreva che l'informazione alla Procura fosse data da un poliziotto o da un carabiniere. Ma allora che significa il passo dell'art. 330 del c.p.p. che recita "il PM e la polizia giudiziaria prendono notizia di reato di propria iniziativa e ricevono le notizie di reato presentate ecc... "? Se un PM legge il giornale o vede in TV che accadono fatti criminosi puo' prendere l'iniziativa, o no? Da parte sua Felice Lima ci dice che il PM non agisce sulla base di "notizie di reato", ma sulla base di "sue ipotesi di reato", e che cosi' andrebbe inteso (anzi, mi par di capire, corretto) il codice di procedura penale. Stiamo davvero freschi! Quelli della Cassazione - ci dicono in sostanza Tinti e Lima - sono proprio degli incompetenti, come me e come altri 50 milioni di poveracci che possono aspettarsi di esser coinvolti in "ipotesi di reato" formulate ex nihilo da qualche PM piu' furbo di tutti.
Il bello e' che, davanti ad un morto ammazzato, dice Lima, il PM non ha "notizia di reato", ma si trova davanti ad "un'ipotesi di reato". E, mi domando, di fronte a delitti che vede in notiziari TV o che legge nelle cronache dei giornali, ha "notizia di reato"? o si tratta di una mera e personale "ipotesi di reato"? Io vedo uno in TV che da' colpi di spranga in testa ad un altro, vedo compiere un reato o "ipotizzo" un reato? Un documentario televisivo e' meno credibile di una registrazione di intercettazione telefonica?
Dove andremo a finire con queste sottigliezze davvero sconcertanti? A parte quanto sopra, e a scanso di materia per furbi e per dietrologi in s.p.e., Violante mi e' poco simpatico, come persona e come politico; ma poco simpatici mi sono tutti o quasi i poiliticanti di mestiere. Questo tuttavia non c'entra proprio niente con la questione discussa.
Mario Ludovico
Mi sorprende che nessuno abbia colto la sottile capacità ermeneutica di Silvia che in poche righe a espresso ironicamente ma molto chiaramente la vera posta in gioco dell'attuale pseudo-dibattito sul potere del PM e la "rettifica" dello "spazio" concesso all'esercizio reale della giustizia da parte dell'esecutivo in carica.
RispondiEliminaInnanzitutto mi si consenta una prima considerazione: anche "una notizia di reato" è solo un "sospetto di reato "prima che il reato venga provato attraverso le indagini di P.G.ordinate dal PM.
I veri problemi per il cittadino e per "la società civile" sorgono in riferimento all'affidabilità dei PM (scusate la franchezza)e all'affidabilità della PG che deve svolgere le indagini.
Se vivessimo in un paese in cui la Carta Costituzionale fosse presa a modello per la risoluzione dei temi e problemi riferibili in senso generale alla Giustizia ,la questione dell'affidabilità dei soggetti istituzionali preposti si porrebbe in termini ben diversi da come oggettivamente si pone oggi.
Nel cupo orrizzonte italiano vediamo rispuntare i giudici come Carnevale e sono all'ordine del giorno casi di corruzione riguardanti finanzieri ,poliziotti e carabinieri e magistrati che ,come scriveva De Magistris ," asservono la loro funzione" a interessi di cupole affaristico- mafiose con legami istituzionali.
Roberto Scarpinato ha ben evidenziato l'esistenza nel nostro paese della consolidata abitudine di una parte della classe dirigente di utilizzare il crimine(direttamente o appaltandolo a criminali abituali) come strumento per risolvere a proprio favore i conflitti ,specialmente quelli di natura economica ,finanziaria e patrimoniale(soldi e affari).
Nell'attuale contesto Italiano a me sembra che i PM che non promuovono indagini ,nonostante le continue "notizie di reato" (archiviando i procedimenti di indagine)superino di gran lunga quei pochissimi che ,indipendentemente dalle motivazioni ,si spingono fino all'estremo gesto di coraggio (o temerarietà)di indagare sull'operato dei loro colleghi (che è poi esattamente quello che ha fatto De Magistris).
Un simile contesto spinge inevitabilmente a radicalizzare la propria ignominia e servilismo ,traendone benefici materiali e onori di casta da un lato e dall'altro la volontà di chiudere un'epoca di infelicità pubblica - privata e di infamia civile ,durante la quale gli italiani e la società civile italiana non ha potuto trarre gli stessi vantaggi degli altri stati europei ,sia in termini di giustizia che di democratizzazione dell'economia.
Credo che Violante abbia letto la lettera del prof. Parmaliana "suicidato" dalla collusione mafia -politica -stato.
La" zona grigia" in cui inevitabilmente si muove Violante è la stessa in si è incagliato il sistema della rappresentatività dei partiti politici, in cui troviamo segretari all'economia come Cosentino che rappresentano (secondo quanto dichiarato dagli stessi pentiti)gli interessi della mafia anzichè quelli degli italiani.
Purtoppo la speranza può venire solo dalla società civile e dai singoli individui che dovrebbero trovare in se stessi la capacità di scardinare il" malaffare" ,in primo luogo della politica e dei politici.
La vera posta in gioco ,come apertamente dichiara e fa ben comprendere Felice Lima,c'è la difesa di una Giustizia per tutti i cittadini o il ritorno di una giustizia "di classe" dove per "classe" intendiamo oggi i signorotti delle cupole ,la loro corte e i loro servitori professionali. Scusate se non mi sono sempre attenuta al "merito" dei post e dell'articolo .
Maria Cristina
Per Annalisa.
RispondiEliminaCredo che una manipolazione dei lettori che commentano un questo blog non sarebbe cosentita dalla redazione.
Per il resto, sono totalmente d'accordo e preciso: sono almeno 20 anni che il funzionamento della Giustizia è oggetto di sistematico smantellamento, pezzo dopo pezzo, diminuzione dietro diminuzione delle risorse, perchè la classe politica, corrotta marcia, rifutava e rifiuta ancor più oggi di essere processata e per raggiungere questo risultato ha sfasciato il funzionamento della giustizia nel suo complesso.
Si voleva che non funzionasse la giustizia penale e si facevano mancare le risorse, a detrimento del funzionamento della giustizia nella sua interezza, penale civile amministrativa e contabile.
Adesso qualcuno ha avuto il colpo di genio, appoggiandosi alla formulazione dell'art. 330 c.p.p., la cui interpretazione non appare essere così come la intende Violante.
Si vuole eliminare un inciso ("senza ritardo") che rende arbitraria la comunicazione della 'notizia di reato' al P.M. in quanto non più vincolata a limiti di tempo (sia pure elastici, com'è oggi) e, quindi, amche impedire al P.M. di andarsi a cercare la notizia di reato dov'è, 'aliunde' oltre che dalla polizia giudiziaria e dal cittadino denunciante.
E' stato detto bene: non si vuole solo essere processati, si vuole addirittura che i processi non inizino nemmeno.
Di questi risultati ritengo responsabili gli ometti della sinistra e del centro, oggi fuori dal parlamento o ivi presenti in misura ininfluente, ed anche una classe dirigente palesemente non all'altezza delle aspettative pre-elettorali.
Infine, per soprammercato, è sparita anche la pubblica opinione, nessuno legge, pensa, si informa, si indigna.
Tutti trangugiano le balle televisive ammannite anche con spudoratezza.
Più spudorate sono e più piacciono.
Che fare ? Credo che sia difficile risalire una china così inclinata senza fatti epocali, che però non si intravvedono nemmeno all'orizzonte.
(ANSA)- CATANZARO,18 OTT -'Una parte rilevante della magistratura calabrese non e' affatto estranea al sistema criminale che gestisce affari in Calabria'. Lo ha detto Luigi De Magistris, giudice del Riesame di Napoli, in un'intervista a Sky Tg24. E ha continuato: 'Senza una parte della magistratura collusa, la criminalita' organizzata sarebbe stata sconfitta. E il collante in questo sistema sono i poteri occulti che gestiscono le istituzioni'.
RispondiEliminaViolante anziché commentare queste notizie si spertica a tessere gli elogi del Ministro Maroni,(oggi sul Corriere della Sera).
Lintervista di sky tg24 al Giudice Luigi De Magistris si trova all'URL sotto indicato
RispondiEliminahttp://tg24.sky.it/tg24/
cronaca/2008/10/18/
De_Magistris_in_Calabria_parte_
della_magistratura_e_collusa.html
Stefano
Gentile De Luca,
RispondiEliminail responsabile del Movimento “Diritti Civili”, Franco Corbelli, ha chiesto a de Magistris di fare i nomi dei magistrati calabresi che, a suo dire, sarebbero collusi con i poteri forti e con quelli criminali che hanno determinato il mancato sviluppo della nostra Regione. Non credo all'omertà di Luigi de Magistris e quindi sono certo che i nomi lo stesso li abbia fatti a chi di competenza, C.S.M. e Procure delle repubbliche. Ora, siccome tra gli altri destinatari delle pubbliche denunce fatte da de Magistris, il principale è proprio il C.S.M. ci si sarebbe aspettato da parte di Corbelli anziché la richiesta dei nomi dei collusi, piuttosto, una “pratica a tutela” dello stesso de Magistris. Ma!!! ...Viste le condizioni correnti d'inciviltà cui versa la Calabria, pretendere il buon funzionamento del Movimento dei “Diritti Civili” è come sperare nella salvezza di un diabetico attraverso un'abbuffata di dolci!
Con la solita stima bartolo iamonte.
Sono stata impegnata e non ho letto gli aggiornamenti del blog in questi giorni, quindi non ho commentato tempestivamente, ma mi preme rispondere al commento di Pietro Gatto.
RispondiEliminaSenza offesa mi sembra che lei pur dandomi ragione abbia travisato completamente il senso del mio commento, molto probabilmente in buona fede, e la cosa non mi piace per niente.
Sembra infatti aver capito che secondo me la differenza di posizioni di Violante e Lima si riferisce al tipo di notizia di reato da cui dovrebbero partire le indagini, differenziando tra sospetti e notizie vere e proprie, conclamate. Però poi rovescia il significato di una delle due (esattamente quella che a Violante fa comodo far cambiare di significato per limitare il potere di indagine di una giustizia che non guarda in faccia a nessuno, fingendo che sia un limite già esistente mentre non solo non lo è, ma non sarebbe nemmeno giusto ci fosse).
Infatti lei fa l'esempio del PM che vede "una brutta faccia" e che la ritiene un sospetto di reato, dicendo che se potesse iniziare le indagini per un semplice sospetto torneremmo in dittatura dove tutti sono controllati e sono quindi limitate le libertà.
Mi scusi la franchezza, e le riconosco che scrivo tanto e probabilmente male, ma questo significa che ha saltato a piè pari il mio intervento, forse ne ha letto solo le prime poche righe! Per quanto imbranata non credo di aver dato una sensazione così lontana dalle mie intenzioni!
Io ho fatto due esempi -anche piuttosto lunghi- su come il sospetto (che legittimamente deve portare a indagini, secondo me) debba essere appunto "sospetto" e non "fantasia". Un sospetto presuppone degli indizi, altrimenti si chiama "pregiudizio", in italiano.
Se uno vede una brutta faccia che indizi ha? Può uno vedere -che so- un marocchino e sospettarlo di clandestinità (pur non essendo reato), o di lavorare in nero, o di spacciare droga? Può iniziare indagini sulla base del suo colore di pelle? E che differenza c'è tra un uomo di colore e un bianco con una brutta faccia?
Se uno invece vede la brutta faccia aggirarsi intorno alla cassa con fare sospetto, un rigonfiamento sotto la giacca e il giorno dopo sente che proprio lì due minuti dopo essersene andato è stata fatta una rapina ha tutto il diritto (e gli indizi sufficienti) per iniziare un'indagine e "cercare" la notizia di reato (a carico del tipo in questione). Poi magari, indagando, vien fuori che quello aveva solo un marsupio sotto la giacca, era indeciso se pagare con contanti o bancomat e -pur magari essendo malavitoso- in quella rapina non c'entra proprio nulla. Ma a questo servono le indagini! Se sapessimo già di dover perseguire solo i colpevoli effettivi chi è il medium in grado di scovarli? E se ne indicasse qualcuno non sarebbe forse -anche qui- un pregiudizio più che un sospetto? Senza indizi utili (attenzione, non certi, utili)?
Si rilegga l'esempio che avevo fatto della macchina di lusso in mano al nullatente, in rapporto a tutte le macchine di lusso in possesso del resto della cittadinanza, se le va, e vedrà (mi auguro) che capisce la differenza che ho sottolineato tra "sospetto" e "pregiudizio".
Cordialmente, Silvia.
Gentile De Luca,
RispondiEliminal'altro giorno pensavo: “quando fra tre anni uscirò dal carcere con la mia bella laurea di dottore di 'ndrangheta su quale branca delle sue scuole di specializzazione sceglierò di concentrarmi? Il traffico internazionale di droga non è il mio forte; le estorsioni mi ripugnano; il sequestro di persona è stato chiuso per mancanza di persone ricche, unici rimasti sono i titolari dell'università carceraria. Senza dilungarmi, alla fine, scartate tutte le altre ramificazioni, mi sono concentrato su quella mediatica: scriverò sui giornali!” Stamani rafforzo la mia decisione. Infatti leggo che Confindustria calabrese ha organizzato per oggi a Catanzaro un convegno dal titolo “Sviluppo e Sicurezza nel Mezzogiorno”. Ospiti d'Onore il Ministro Maroni ed Emma Marcegaglia circondati dai responsabili nazionali della Triplice e con un parterre ricco di Illustri e Grandi personalità a partire dal Presidente Loiero con tutta la sua Corte, i vertici degli industriali calabresi e nazionali. Infine sopra a tutti troneggia sua Santità il Prucuratore Nazionale Antimafia, Alberto Cisterna! Moderatore dell'evento sarà il giornalista d'Eccellenza, Paolo Pollipieni! Ancora, leggo l'intervista dell'ex capo della Procura di Crotone ed attuale “garante” del “Gruppo Vrenna” (su cui sono in corso indagini antimafia) che tra le altre cose, come quella di voler clonare la sua segretaria, dice: “il mio maestro, professore Vassalli, diceva che il processo penale è come l'incidente stradale, può capitare a chiunque”. Facendo così intendere che il Signor Vrenna, (marito della segretaria da clonare) come ha fatto tante altre volte, anche in questo caso, dimostrerà la propria innocenza. Se non fosse per tutto il rispetto che m'impongo per un Uomo come de Magistris, mi verrebbe da dire che questa terra non merita i suoi elogi! E comunque a me va bene così: io la laurea di 'ndranghetista ce l'ho! Non tocca a me ridare dignità a due milioni di calabresi poveri e onesti!
Con la solita stima bartolo iamonte.
Ho letto con attenzione l'articolo di Violante sulla Stampa "DOVE ARRIVA IL POTERE DEL PM". Violante esordisce citando una sentenza della Corte di Cassazione che annullava l'assoluzione di due PM che avevano sottoposto ad indagini preliminari un terzo magistrato.
RispondiEliminaViolante non ci dice nulla nel merito della vicenda che ha indotto questi magistrati ad "indagare" il terzo magistrato; ci dice solo che "avrebbero agito non sulla base di una notizia di reato ,ma per ricercare un auna notizia di reato".
Anche De Magistris ha indagato altri magistrati ma, questo almeno è certo, nel suo caso le notizie di reato c'erano ,eccome!
Io credo che Violante sarebbe stato più esaustivo se avesse fatto qualche cenno in merito alla concreta vicenda che ha indotto quei magistrati temerari ad indagare sul loro collega.
Molti dei commenti presenti nel blog mostrano di capire che la vera posta in gioco non è la "correttezza procedurale"del PM,ma il rischio di una restrizione della diretta possibilità per il PM di svolgere indagini sulla base di "notizie di reato".
Il vero problema ,quello della affidabilità e della lealtà alla Costituzione e alla Repubblica Italiana delle forze di P.G. preposte alle indagini ,viene lasciato nell'ombra . Ma la realtà è che mentre in linea generale non possiamo dubitare della fedeltà dei magistrati alle istituzioni,altrettanto non si può dire per coloro che sono "incaricati delle indagini".
Io conosco ,non personalmente, un magistrato che delega tutte le indagini solo ed esclusivamente alla P.G. della guardia di finanza e basa le sue conclusioni solo su quello che i finanzieri gli riferiscono. Che sia un esempio all'avanguardia del futuro rimodellamento della funzione e dei poteri di indagine concessi al PM dall'esecutivo?
Ma il punto in cui Violante nel suo articolo scopre -si fa per dire- le carte è un'altro:"Il progetto di federalismo fiscale fissa nuovi rapporti tra Stato regioni ed enti locali".
In Italia se non vado errata abbiamo 181 comuni sciolti per mafia , infiltrazioni mafiose nelle "regioni " del centro -nord ,la mafia ufficialmente presente come "lobby"in parlamento.
Come è possibile credere di poter attuare seri"progetti di riforma costituzionale e di riforma dei regolamenti delle Camere"senza prima annientare il potere mafioso ?
Spero di aver dato un piccolo contributo a questo importante tema di confronto. Maria Cristina
Gentile Maria Cristina,
RispondiEliminacos'è la mafia? Ce lo potrebbe dire Luciano Violante! Ma purtroppo egli tace, quindi ci tocca premere le meninge (lasciando stare le mie che proteggono il vuoto) per cercare di risalire in autonomia alla risposta che, nei secoli, nessuno è mai riuscito a dare! Forse se B, D'Alema, Veltroni e pochi altri avessero deciso di scegliere tra gli attuali componenti della XVI° legislatura, anziché inquisiti per collusione con le mafie; generali, magistrati e colonnelli antimafia sarebbe un segnale per il suo superamento? Fino a quando Grillo e il resto degli italiani rispondono di si, le “mafie” saranno sempre più forti e agguerrite, con buona pace degli anti-mafiosi di tutto il mondo!
b
Per Silvia
RispondiEliminaCara Silvia, per la verità ho preso spunto dal suo post delle 16,25, che accennava semplicemente alla distinzione tra notizia di reato e sospetto.
Ho anche riletto il suo secondo post, quello dove lei porta alcuni esempi (che possono essere molto utili ai nostri fini).
Dico subito sul punto non possiamo dire e fare "come ci pare", ponendo alla base una nostra, arbitraria definizione di sospetto e notizia di reato, per poi imbastire sopra un discorso. I due concetti hanno una loro definizione giuridica alquanto sedimentata, che va rispettata.
Il sospetto, in termini processuali, ha un significato parzialmente diverso rispetto a quello ricavabile dal linguaggio ordinario. Si può anzi dire che il sospetto, nel primo caso, coincide con il pregiudizio. Il che autorizza la pubblica sicurezza (che non è, si badi, la polizia giudiziaria) ad azionare i controlli di prevenzione, ma non il pubblico ministero ad indagare.
Il problema non è quanti indizi (meglio, elementi di prova) il sospetto o la notizia di reato abbiano a supporto, perché il compito di scovarli è attribuito proprio all’investigazione. Il punto è che, per iniziare una indagine, il pm deve basarsi su un fatto (non importa se acqisito tramite la pg o anche personalmente) che, almeno in termini di verosimiglianza, ricada in una fattispecie di reato. Poi quel fatto può risultare anche infondato.
Riprendo il suo esempio del nullatenente con la fuoriserie. D’accordo, la situazione può generare sospetti. Ma dato che il pubblico ministero, per poter indagare, deve iscrivere il fatto in un apposito registro (il registro delle notizie di reato), e il fatto deve contenere sufficienti elementi che riconducano ad una fattispecie di reato; e dato che, fino a prova contraria, avere nella propria disponibilità una macchina non è reato (perché potrebbe essere stata prestata da un amico, per fare un esempio); ebbene, quella non è una notizia di reato. Il pm non può iscriverla: cosa scriverebbe nel registro?
A volte dimentichiamo che il controllo di legalità del pm non è l’unico possibile, nel nostro ordinamento. Esistono anche quelli della pubblica amministrazione (le verifiche periodiche della guardia di finanza; il controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, etc.; l’attività degli ispettorati del lavoro, etc.). Questi ultimi avvengono senza l’input di una notizia di reato. È ovvio, ce ne dimentichiamo perché spesso non funzionano (intasamento degli uffici, connivenza dei funzionari deputati al controllo, etc.). Ma ciò non autorizza a ritenere che il pm possa supplire a questo deficit, perché il pm, nel nostro ordinamento costituzionale, ha funzioni di REPRESSIONE, non di prevenzione.
Riprendo l’altro suo esempio, quello del tipo con la giacca rigonfia che si aggira intorno alla cassa. In quel caso c’è il diritto di indagare, ma – si badi – non per il suddetto rigonfiamento, bensì per il fatto che sul luogo c’è stata una rapina. In altre parole, è la rapina la notizia di reato, non il rigonfiamento sotto la giacca.
Concludo. La repressione dei reati deve essere salvaguardata, ci mancherebbe. Ma tale attività, comportando una limitazione dei diritti individuali (il pm può ordinare perquisizioni, sequestri, può richiedere intercettazioni e disporle di propria iniziativa fino a quando il giudice non le convalida, etc.), deve essere ben inquadrata. Altrimenti si conferisce ad un soggetto il potere di entrare nelle nostre vite sulla base di quello che gli passa per la testa.
Questa si chiamerebbe Repubblica giudiziaria. Il Processo di Kafka, per intenderci.
x B...
RispondiEliminaMa guardi che il problema sta proprio nel fatto che le persone presenti nella XVI legislatura dovevano essere scelte dai cittadini italiani e non da B, Veltroni ecc... poichè secondo la teoria che il pesce puzza dalla testa... il fatto che questi abbiano portato in parlamento pregiudicati o persone con processi penali in corso... significa proprio che chi li ha nominati puzza molto più di loro...
Ho letto l'articolo e i vari commenti nel presenti nel blog...
RispondiEliminaInteressantissimo il dibattito...
Ma prima di entrare nel merito voglio provare a sottoporre i lettori prima ad un altro tipo di ragionamento...
Si parla di un articolo di Violante... che propone di voler migliorare e rendere più sicuro il sistema della giustizia... rendendolo ancora più garantista... di quello che è...
Si potrebbe prima di tutto parlare di garantismo... cosa significhi realmente quel termine e di quanto se ne sia abusato in questo paese negli ultimi 30 anni per invece smantellare proprio il sistema giudiziario... ma al momento lascio a voi lettori le riflessioni a riguardo poichè ci sarebbe molto da dire e ridire a proposito... ed ora ho altri ragionamenti più semplicistici a cui voglio sottoporvi...
E quindi... non capisco come si possa ancora oggi... dopo tutti i fatti che ben conosciamo o che comunque ci han dato modo di comprendere che tra cittadini e direttorio politico e non solo c'è una voragine abissale che ci separa... che detti politici hanno dato modo in più occasioni di essere poco credibili... in molte occasioni di aver perseguito interessi di pochi a scapito dell'interesse nazionale... con fatti sempre accertati... (lo stesso Violante in un intervento parlamentare sosteneva che il suo partito... ma non solo... avevano non solo permesso l'ascesa in campo del principale esponente dello scieramento avverso, ma che avevano anche tutelato i suoi interessi privati dimostrando che i fatturati delle sue aziende si erano moltiplicati nel corso del mandato governativo... ma non solo che le leggi in materia di giustizia... una buona parte di queste... è stato appurato che non hanno portato alcun beneficio al sistema... ma che al contrario addirittura hanno favorito la classe criminale di questo paese... che altri personaggi politici di spicco... hanno più volte spudoratamente mentito... e dove alcuni di questi sono stati spesso coinvolti in scandali di vario tipo... da quelli economici a quelli per mafia, da reati di corruzione a quelli legati all'ambiente... ecc...
Ora come nulla fosse accaduto ce li ritroviamo in tv a dire cosa è meglio per noi... come si risomve questo o quel problema... o che un non problema è un problema da risolvere... ecc... e come in questo blog ci troviamo a dare importanza ai commenti di un personaggio che a parer mio dovrebbe trovarsi quantomeno rinchiuso in casa sua per il resto della sua vita per la vergogna di mostrare il suo volto ancora in giro... ci troviamo costretti a discutere a proposito di tali amenità poichè c'è chi ha dato a questa persona l'importanza di poter dire tali determinate cose... e soprattutto dargli un certo peso... dove addirittura si rischia che possano diventare legge...
A parte il suo articolo... io ho ascoltato un convegno in merito di questa persona proprio su tali modifiche dell'ordinamento giudiziario... e credo che se cerchiate su radioradicale potrete trovare tale dibattito che mi pare si sia svolto nella prima settimana di settembre...
Quindi in definitiva se tutti sappiamo già chi sono e di che pasta sono fatti... come si fa ancora a dar loro credito e sostenere le loro insulse tesi se non si è in mala fede?... Sappiamo bene chi sono e cosa fanno... e una volta accertato che una persona è un traditore e un bugiardo... io non potrei più concedergli la mia fiducia... perchè per rivestire tali ruoli e fare determinate scelte c'è bisogno di persone oneste, serie e credibili... loro non lo sono da un pezzo... e quindi qualsiasi cosa decidano deve essere minuziosamente esaminata... e valutata...
Roberto Scarpinato con il suo "Il ritorno del Principe" ha chiaramente esposto i mali del nostro paese... mali che bene o male tutti noi conosciamo o pensiamo di captare... ma che leggendo tali pagine riusciamo meglio a comprendere cosa è accaduto... cosa sta ancora accadendo... e cosa magari si può fare per evitare la catastrofe...
Quoto il ragionamento del Dott. Tinti e del Dott. Lima... ai quali rivolgo i miei più sinceri auguri per il loro costante impegno...
Per Salvatore D'Urso!
RispondiEliminaGRAZIE... la cosa mi era sfuggita!!!
Saluti
b
Per B. Che cosa sia la mafia ce l'hanno già spiegato bene Falcone e Borsellino. Quanto al che fare ,non tanto per "contrastarla ",ma per "annientarla" questo dovrebbe essere la vera "emergenza" del nostro paese ,di cui dovrebbero farsi carico i singoli individui e la società civile, perchè sui partiti e sui politici credo dobbiamo farci ben poche illusioni. In linea generale credo che l'ultimo commento di Salvatore D'Urso sia da condividere. Maria Cristina
RispondiEliminaCAMORRA:MOZIONE PD SENATO PER DIMISSIONI COSENTINO,FIRMA UDC
RispondiEliminahttp://www.articolo21.info/257/news/camorramozione-pd-senato-per-dimissioni.html
A questo aggiungo delle mie considerazioni...
Primo... strana la firma dell'UDC quando al Senato ha portato Cuffaro...
Secondo... grazie Saviano... l'atto è dovuto per merito solo tuo... in quanto ora i riflettori li hanno puntati addosso anche gli altri paesi... ed oltre che su Casal di Principe ora stanno fissi anche sul nostro Parlamento...
Abu Omar, il tribunale chiede chiarezza
RispondiElimina"Sul segreto di Stato spieghi Berlusconi"
http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/politica/abu-omar-processo/giudice-chiede-chiarimenti/giudice-chiede-chiarimenti.html
Gentile Maria Cristina,
RispondiEliminaFalcone e Borsellino erano due uomini delle istituzioni con funzioni di repressione dei reati nei territori di loro competenza, non hanno piegato la schiena al "potere perverso" mantenendo integra la propria dignità. Sono stati assassinati!
I singoli individui e la società civile, nulla possono contro le istituzioni deviate dalle loro rette funzioni. La verità, soltanto essa, può ripagare, in parte, il sacrificio di tutti gli uomini caduti per causa di eccessiva onestà e corretteza, ponendo finalmente fine al fantasma che è servito da alibi al potere di cui sopra! Fino ad adesso, da Fini a B, da D'Alema a Veltroni, da Bossi a Violante... l'unica verità che li rende concordi è: "uniti contro la mafia". Nell'immaginario collettivo degli italiani esiste una mafia che ha il volto di Riina e Provenzano. In quelli che vogliono la verità ha il volto dei politici menzionati, oltre che di tanti altri! Anche se, in maniera assoluta, gli stessi (si ritiene) non sono mafiosi!
La Scuola in Diretta
RispondiEliminahttp://www.beppegrillo.it/index.html
Interessante l'articolo postato sul blog di Grillo...
per Salvatore D'Urso
RispondiEliminaULTIM’ORA:
Giuseppe Scandone, ex capo di gabinetto del SISMI, sentito lo scorso 15 ottobre come testimone nel processo sul sequestro dell’ex imam di Milano Abu Omar, ad una domanda della difesa dell’ex direttore del servizio segreto militare, Nicolò Pollari, ha opposto il segreto di Stato.
Il giudice, Oscar Maggi, deciderà domani se il funzionario - capo di gabinetto del SISMI proprio quando Pollari era il direttore - debba rispondere o meno. Uno dei legali di Pollari ha chiesto se questi avesse impartito ordini o direttive in relazione ad operazioni illegali per combattere il terrorismo, le extraordinary renditions, come quella di cui è stato vittima Abu Omar. A quel punto il funzionario ha opposto il segreto di Stato.
I difensori degli imputati hanno depositato una lettera del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ai ministri della Difesa, dell’Interno ed ai vertici dei servizi segreti, in cui si ricorda ai funzionari pubblici il dovere di apporre il segreto di Stato sui rapporti tra servizi segreti italiani e stranieri. Ricordando quanto scritto dal suo predecessore, Romano Prodi, nella lettera Berlusconi sosterrebbe che il segreto di Stato non riguarda il fatto in sé del sequestro, ma i rapporti in funzione della lotta al terrorismo tra gli apparati di intelligence. Sempre nella lettera, si invitano i funzionari pubblici citati come testimoni ad avvertire qualora ci fosse l’eventualità che le domande riguardino, per l’appunto, i rapporti tra i servizi segreti italiani e stranieri.
Fonte: byebyeunclesam.files.wordpress
Gentile Cinzia, non me ne voglia ma come ben sa questo è un blog di magistrati avente/i lo scopo (penso, credo) di recuperare quella credibilità e autorevolezza (semmai c'è stata, magari in astratto, come la Costituzione vorrebbe; azzardo qualche nome: Santiapichi, Vassalli come costituzionalista e ancor più in veste di ministro della Giustizia..."ministro la Giustizia in Italia c'è..."..."Un po', sì", rispose) perdutasi - come per la Chiesa - nei meandri burocratici/oligarchici siglati...distanti dalla vita terrena. Ora lei chiede di enigmi tenebrosi marcatamente "cossigani" (la Gladio...per dire che se ne è parlato ma non del tutto...) che riguardano i capi di governo e le devianze dei servizi segreti o al contrario l'uso deviato che se ne fa, "ad personam". Le posso solo dire che il caso Abu Omar è molto intrigante nella sua complessità, che rientra nel fisiologico, ma per quanto mi riguarda (e qui siamo in tema col blog, dal quale si potrebbe avere anche qualche spiegazione) interesserebbe sapere sulla posizione del c.d. "tonnaro", Spataro e nel qualcaso di quella sorta di "conflitto di attribuzioni" nel poter chiedere l'estradizione e quindi poter interrogare i 25 (così tanti?) 007 della Cia, nonché appunto il gen. Pollari. E ancor più sulla prima udienza, per cui si presentò solo uno degli agenti Cia che sollevò quella, a di poco sconcertate, obiezione di illegittimità del processo, rifiutando l'avvocato d'ufficio (certo, negli Usa li chiamano avv.ti "morte"...) e affermando che il caso non è da tribunale ma è politico. Appunto, direbbe lei. Ma a me invece ( e penso a molti altri) interesserebbe sapere se l'affermazione dell'agente è compatibile, lecita, legittima secondo il n/s ordinamento. Al quale qualcuno "più uguale" pare possa sottrarsi? Cordialmente, Mauro C.
RispondiEliminaIeri sera mi è toccato sentire Sgarbi urlare sguaiatamente che la connivenza della politica con la mafia non esiste, che si tratta di pessima pubblicità resa alla Sicilia, di teroremi e fantasie di magistrati (EXIT, LA7). Oggi mi tocca il martirio vedere celebrato Calogero Mannino come eroe nazionale e vittima della "congiura" del solito pool di Caselli ( "La sconfitta del pool di Caselli", intitolava La Repubblica. Andiamo bene).Come se certi fatti, frequentazioni e comportamenti non fossero gravemente censurabili - se non giuridicamente - almeno dal punto di vista etico e politico. Non sono riuscita a capire se si tratti di assoluzione per insufficienza di prove o perché il fatto non sussiste. L'assenza di informazione (anche perché immagino che la sentenza non sia ancora stata depositata) regna sovrana. Nel frattempo, godiamo di quest'orgia di telefonate di felicitazioni di Berlusconi, Totò Cuffari in lacrime per la commozione, Casini (genero di quel Caltagirone che sta cementificando l'Italia, ma va beh, sono dettagli privi di importanza). La Sicilia è bella, non bisogna spaventare gli investitori sempre con questa storia della mafia e di Saviano minacciato ( "Berlusconi non possiede alcuna villa in Sicilia -nota l'acuto Sgarbi - per paura", non è vero che il nostro presidente del senato era in affari con un boss mafioso a Villabate, non è vero che Mangano è un boss mafioso ("Mangano uomo coraggioso", dice il valente avvocato berlusconiano -uno dei mille- ex aspirante giudice costituzionale Pecorella - nomen omen), "nessun mafioso influenza le decisioni degli amministratori pubblici in Sicilia" (sic dixit Sgarbi, mentre Leoluca Orlando, l'infame e cinico professionista dell'antimafia- lui sì!- che presentò l'esposto contro Giovanni Falcone al CSM, invece di ribattere con sdegno sorrideva per osservare sommessamente che sotto la sua amministrazione il Comune di Palermo era stato classificato AA+ dall'impresa di rating Standard and Poor's). Dulcis in fundo, la visione apocalittica dell'ex sindaco di Catania Scapagnini, medico personale di Berlusconi ( il ministro dell Giustizia Alfano invece era solo il suo segretario personale, invece, sono un bel gruppo di amici), colui che ha scavato la voragine nelle casse del Comune di Catania, sorridente, inossidabile e impunito nel suo nuovo ruolo - premio di deputato del PDL ( la malversazione è criterio elettivo per essere chiamati ad amministrare la cosa pubblica, nel nostro disgraziato paese).
RispondiEliminaMa si tratta anche in questo caso solamente di fantasie malsane e perverse del pool di Caselli, ovvio...e dover pensare, poi, che le pene previste per tutti i reati di cui si macchiano simili amministratori sono state dimezzate e sono ridicole.
C'è qualcosa di marcio in Italia, direbbe Amleto. O forse direbbe di peggio.
Perdonate lo sfogo.
Irene
Ve lo dico io che c'è di marcio ... c'è che almeno 10milioni di italiani sono collusi, in un modo o in un altro, chi più e chi meno, chi ad alti livelli e chi a bassi, con mafia, camorra, 'ndrangheta e chi più ne ha più ne metta.
RispondiEliminaEcco cosa c'è di "marcio" in Italia: buona parte degli italiani !
Salve,
RispondiEliminacosì per curiosità chiedo a chi ne sa più di me: è legale fare certe dichiarazioni?
http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=32976406
Copio da un'intervista a Cossiga:
"«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».
Ossia? «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece? «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che? «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Anche i docenti? «Soprattutto i docenti».
Presidente, il suo è un paradosso, no? «Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì.»"
E' legale dire cose del genere pubblicamente?
Ale
Le lettere:
RispondiEliminaGentile De Luca,
oggi leggiamo una splendida pagina di giornalismo, il quotidiano che la pubblica è quello diretto da Pollipieni, Autrice è la Redazione! Lo spunto è una lettera che “Pakistan” scrive allo stesso giornale e nella quale si rilevano larvate minacce al direttore. Che dire!?! Se non fossimo ormai assuefatti alle nudità del re, ci sarebbe da chiedersi: come mai lo Stato che ha reso stabile la tortura del 41 bis (Pakistan) e del 14 bis (Sandokan) nei confronti di detenuti appartenenti alla criminalità mafiosa, poi consente loro di scrivere e minacciare indiscriminatamente chiunque, compresi i due massimi simboli dell'antimafia, Saviano e Pollipieni? In attesa che il re si vesta, io, 'ndranghetista “folgorato sulla via della locride”, mi pento! A fulminarmi non sono stati i punti di domanda posti dal giornale, per i quali chiunque saprebbe rispondere adeguatamente; bensì, l'invito ad amare i pentiti come noi stessi! Non erano le parole di Matteo?(omonimo Vangelo 19,16-19): “Ama il prossimo tuo come te stesso”! Ecco, ho ritrovato in questo principio me stesso: mi pento e vado incontro gli umili, li abbraccio, li amo, li aiuto, ma soprattutto gli insegno a diffidare dei tanti falsi profeti! Ed ancora, spero d'incontrare, nella mia nuova veste coloro che da sconosciuti, già 20 anni fa, sapevano che io ero uno 'ndranghetista! Anche se, credo, quest'ultima speranza sarà vana: il mio accusatore non sa stare tra gli umili, bensì si trova a suo agio solo tra i veri criminali!
Con la solita stima bartolo iamonte.
Gentile De Luca,
leggo con sommo piacere che il senatore Mannino è stato assolto dalla Corte d'Appello di Palermo dall'accusa di concorrere al mantenimento in vita della mafia! Ad accusarlo erano stati una decina di pentiti! Per il senatore Andreotti, invece, sotto processo per lo stesso reato sono stati circa trenta. Assolto anche lui, nonostante Caselli affermi il contrario: asserisce che fino al 1980 è stato ritenuto colpevole e prescritto, assolto per le accuse successive al 1980 (cioè per quelle in cui riferiva il maggior numero dei trenta pentiti). Ora, siccome il pentito che ha consentito il mio arresto è stato uno soltanto e lo stesso non ha parlato di sua iniziativa bensì attraverso l'esibizione da parte della DIA di una mia foto, sbagliando anche nell'indicarmi, sarei curioso di sapere se il trattamento speciale è riservato esclusivamente ai senatori della Repubblica! In questo caso non comprendo a cosa serva il Lodo Alfano. Ed ancor più, il motivo per il quale ci sia stato nel paese una levata di scudi a reclamare che con il suo varo si violava uno dei principi cardine della Costituzione: “la parità di tutti i cittadini davanti alla legge”. Non si preoccupi, cestini pure, capisco di essere uno 'ndranghetista e in questo paese possono parlare soltanto gli sciacalli!
Con la solita stima bartolo iamonte.
Amedeo Laboccetta, parlamentare del PDL, ha presentato un'interpellanza parlamentare, sottoscritta da 50 colleghi, al ministro Alfano per chiedere “quali provvedimenti sanzionatori intenda adottare rispetto alle condotte del dottor de Magistris che appaiono incompatibile con l'Ordine giudiziario”.
RispondiEliminaQuesta volta, l'ex pm catanzarese l'ha fatta grossa: ha attaccato i colletti bianchi della magistratura calabrese, definendola affatto estranea al sistema criminale tanto che senza la sua collusione la criminalità sarebbe stata sconfitta.
Considerata la trasversalità che accomuna i colletti bianchi dei tre poteri dello Stato, temo che per de Magistris questa volta le cose si son messe proprio male: infatti, se i magistrati collusi non ci fossero in Calabria non ci sarebbe neanche la criminalità mafiosa e quindi di conseguenza neanche gli attuali parlamentari!
Gherardo Colombo ha scritto un libro dicendo le stesse cose di de Magistris: tipo, la Procura di Reggio Calabria in venti anni ha trattato soltanto due denunce per corruzione. Dico, come è possibile in questa città, dove ogni giorno vengono arrestati decine di 'ndranghetisti, che nessun amministratore sia corrotto? Appare evidente che la magistratura flirta con il potere politico ed il potere politico con la 'ndrangheta e la massoneria. Alla fine il “sistema” per reggersi ha bisogno del proliferare delle varie “mamme”, pakistan”, “supremi”, e quant'altro esista di stupidi soprannomi. Pretendere che una “mamma” un “pakistan” o un “supremo” abbiano la stessa finezza di un colletto bianco è veramente da sciocchi!
Diceva (ha scritto anche un libro con lo stesso titolo) Salvatore Martino, un mio carissimo amico, morto la scorsa settima: SVEGLIA POPOLO!!!
...anch'io, insieme ad Ale (commento del 23 ott. 18:40), vi chiedo: ma è legale? qualcuno sa se ci sono state repliche a queste parole di Cossiga?
RispondiEliminaAnna
Studenti e docenti andrebbero picchiati a sangue. Parola di Francesco Cossiga
RispondiEliminahttp://www.articolo21.info/7553/notizia/studenti-e-docenti-andrebbero-picchiati-a-sangue.html
Da questa sua dichiarazione Cossiga ha ammesso di aver istigato e provocato il clima di violenza che si respirò negli anni 70...
Ha ammesso spontaneamente ciò che egli ha fatto come ministro degli interni dell'epoca, e cioè spingere i manifestanti a comportamenti eversivi... con la scusa poi di domare tali rivolte con l'uso della violenza da parte delle forze dell'ordine.
Ora, se possibile, chiedo al direttivo del blog se è possibile aprire una discussione su queste spontanee dichiarazioni ed ammissioni di Cossiga per poter capire anche se c'è ipotesi di reato e se quel tipo di reato ad oggi è ancora perseguibile. E se magari sia giusto alla luce di tali ammissioni chiedere le dimissioni di questo ambiguo personaggio.
Stimatissimo Mauro C.
RispondiEliminaho semplicemente riportato un articolo proveniente dal web, di cui peraltro cito anche la fonte, ma visto che subito dopo di me Ale ha postato l'intervista di Cossiga che mi ha rovinato la giornata di ieri, allora, ne vogliamo parlare?
Ne vogliamo parlare di un uomo senza, forse considerata l'età sarà pure giustificato, vergogna?!
Qualcuno, anonimo come sempre, tra le pagine di questo blog tempo fa mi prendeva in giro perché secondo il suo parere quello della strategia della tensione era un disco trito e rigato che non girerebbe più.
Bé, forse il caro Cossiga questo non lo sa, bisognerebbe informarlo, perché da quanto emerge dalla sua intervista, secondo lui il disco funziona eccome, anzi mi sembra che sia proprio un evergreen, buono per tutte le stagioni (politiche) e per tutte le situazioni, dalla protesta giovanile alla politica internazionale.
In quanto alla domanda che pone Ale, mi piacerebbe che qualche uomo di legge, visto che questo è un blog di magistrati che come dice Lei vorrebbero recuperare credibilità e autorevolezza, gli rispondesse. Io posso solo dire, ripetendomi, che questa è la stagione politica della demenza senile, sapete quella che ti fa abbandonare i freni inibitori e così da vecchio anche se rimbambito, accecato dall'egocentrismo del potere, ti puoi permettere di dire e fare ciò che vuoi, senza remore e soprattutto con la considerazione sociale che spetterebbe alla saggezza.
Mi sembra una vita che aspetto, sono molto più giovane di tutta questa classe politica che mi ha visto nascere e mi aspetterei, appunto, di vederli morire, piano piano, uno ad uno, di morte naturale, senza spargimenti di sangue ma semplicemente come natura vorrebbe. Ma questi sono alieni, non appartengono alla specie umana, non più e così agiscono e sottostanno a regole che non sono del mondo comune.
Ho paura che ci seppelliranno tutti e pur se incartapecoriti tra vent'anni o trenta saranno ancora qui, per la rovina nostra, dei nostri figli, nipoti e pronipoti.
In quanto a noi, inteso come popolo, concordo pienamente con l'anonimo delle 17.43 e aggiungerei ai dieci milioni anche la stima di coloro che pur non essendo collusi vivono, respirano, masticano le stesse regole di connivenza non avendo altra scelta se non quella di ribellarsi, ma questa è un'eventualità che con tutta evidenza non viene praticata se non in modo strumentale. Sarà come dice Paolo Barnard nel suo ultimo articolo, che già la scuola fin da piccolissimi educa la nostra autostima ad essere atrofizzata, producendo così un mondo di frustrati senza speranza.
Una società funzionale solo al mantenimento di chi sta al potere.
Il resto è sopravvivenza.
Un saluto a tutti
ECCO... Un altro specchietto per le allodole: il senatore Cossiga!!!
RispondiEliminab
Qualche giorno fa ho scritto un commento lunghissimo in risposta a Pietro Gatto, ma per problemi di connettività non vi ha mai raggiunto... naturalmente il discorso si è evoluto e ora apparirei fuori luogo se lo riscrivessi.
RispondiEliminaMi preme solo dire -sulla questione- che lo ringrazio per avermi spiegato la differenza tra la parola "italiana" sospetto e la sua valenza "giuridica". Era di questo che parlavo quando imploravo di correggermi, del fatto che tecnicamente sono profana.
Tuttavia sostituendo nel mio commento la parola "sospetto" in luogo di "pregiudizio" e sostituendo la parola "notizia di reato" o "prova indiziaria" in luogo di "sospetto" credo che tutto sia più chiaro. Il concetto c'era comunque: in presenza di un'indizio di reato il PM (secondo me) DEVE indagare anche se non ha ricevuto alcuna denuncia. Violante dice il contrario.
ps: in effetti avrò sbagliato esempio perché poco avvezza all'ambiente ma quello dell'auto era il classico caso di chi vive al di sopra delle sue possibilità legali, cosa che spesso fa insospettire i PM e li porta a scovare traffici illeciti. Avevo infatti sottolineato la differenza tra il mero possesso dell'auto (i compaesani, ricorda?) -che non può configurare da solo ipotesi di reato- e il possesso laddove legalmente sia quasi impossibile che ciò avvenga. E' ovvio -proprio per questo- che l'esempio del rapinatore si configura come ipotesi di reato PERCHE' c'è stata una rapina e non per il rigonfiamento sotto la giacca (altrimenti sarebbe uguale al pregiudizio che vede "sospettato" di reato chi ha una brutta faccia, o chi è di colore, clandestino, ecc.)
Per tornare a noi poi: mi chiedo anch'io come sia possibile che un ex presidente della Repubblica e quindi senatore a vita possa permettersi certe frasi impunemente. E mi riferisco anche all'istigazione alla violenza, che vale per la situazione odierna. Ed è troppo comodo invocare la senilità, che con quella scusa si fanno danni.
Se ha problemi di senilità che lo si metta in casa di riposo e non gli si facciano più interviste, altrimenti deve essere responsabile per ciò che fa e dice.
E poi mi chiedo -come gli altri qui sopra- se non sia possibile che un'intervista (confessione) costituisca "notizia di reato" per un PM qualsiasi che ne viene a conoscenza, per quanto riguarda i giorni in cui era ministro dell'interno e le affermazioni fatte. Ditemelo perché se occorre una denuncia per far muovere qualche indagine posso benissimo farla io, ditemi dove e a chi devo scrivere!
E, ultima cosa... è possibile aprire un post ad hoc sull'argomento, per favore? Perché sennò qui il discorso dilaga e non si capisce più niente!
Grazie, Silvia.
Le parole del sen. Cossiga le lascerei come perla della sua lunga carriera di uomo di stato; carriera, va detto, ohimè, caratterizzata da un caso assolutamente rarissimo nella classe dirigente le dimissioni all'indomani dell'omicidio Moro, ma caratterizzata anche, anzi per di più, dall'incarnazione di una figura non prevista dall'ordinamento costituzionale: uomo di stato con poteri di veggenza forse dovuti al fatto di rappresentare la congiunzione tra il mondo dei servizi e dei poteri paralleli e quello dei poteri legali. Ciò che invece conta è che a distanza di 38 anni una generazione figlia di nulla sotto il profilo delle lotte ideologiche si sia di nuovo appassionata ad un tema politico e, finalmente, senza che questo sia espressione di comunismo. Rispetto a questo che è il reale problema della classe dirigente è evidente l'inconsistenza del Presidente del Consiglio il quale ha statura di venditore di sogni e di imprenditore ma ha davvero poca dimistichezza con politica, sociologia, interpretazione di fenomeni di massa; ecco quindi emergere dal passato persone ben più dotate di capacità strategiche rispetto a fenomeni sociali che, probabilmente, rimescolano nel torbido al fine di stimolare fenomeni utili a risopire le giovani generazioni. Altra notazione finalmente si comincia a discutere di redistribuzione delle risorse e di sperequazioni sociali senza che questo voglia dire comunismo: mi spiace le vallette e Vespa non ci hanno completamente inebetito e sono felice
RispondiEliminaAnonimo per necessità transeunte
dal blog di Grillo:...“Convocherò oggi il ministro degli Interni, darò a lui istruzioni dettagliate” per l’utilizzo della Polizia nelle scuole occupate.
RispondiEliminaMaroni-prendi-istruzioni è lo stesso condannato a 4 mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio (addentamento di polpaccio) a pubblico ufficiale.
Io, più civilmente, vorrei dare un consiglio, non un avviso, al Navigante: di tagliare la corda. Non è l’unico responsabile dello sfascio, anche se il più in vista. Pagare per tutti non gli conviene. Meglio fare alla romana e filarsela all’inglese.
Parlando di Cossiga….
RispondiEliminaCari lettori,
contrariamente a quanto si dice di solito, cioè che il silenzio è d’oro, in questo blog cerchiamo di analizzare gli eventi che si susseguono nel tempo cercando di darne interpretazioni imparziali ed obbiettive. Spesso però siamo costretti a discutere di argomenti di cui in realtà non conosciamo i retroscena e questo rende involontariamente i commenti parziali e personali. Il che non è di per sé un male, perché il confronto è sempre costruttivo, ma non ci permette comunque di conoscere “le verità nascoste” che tutti cerchiamo.
Mi permetto pertanto di dire al Sen. Cossiga, se mai dovesse leggere questo blog, che invece di commentare l’operato di questo o quel governo, le dichiarazioni di questo o quel politico, sarebbe meglio rivelasse ciò di lui cui è a conoscenza sui vari “misteri d’Italia” visto che è tra i pochi sopravvissuti detentori della verità, anche se continua a travisarla e/o negarla.
Quante volte ancora ritratterà la versione sul rapimento di Moro o sulle varie stragi di quel periodo? Perché non rivela che “Gladio” è una struttura realmente esistita, composta da militari e non, pagati dallo Stato per compiere questa o quella missione? Forse perché permetterebbe a tutti noi di comprendere troppe cose e la conoscenza rende il popolo più forte che l’ignoranza! Potremmo capire ad esempio ciò che è successo in realtà ad Abu Omar: nulla che non sia già accaduto in passato; la storia è, come l’economia, ciclica e si ripete nel tempo.
Svelare i misteri del passato, significherebbe poter prevedere il futuro e questo non può essere concesso a chiunque!
Speriamo che prima di morire si decida a dire la verità!
Cordialmente.
Stefania Tirelli – Reggio Emilia
E ridaje... c'hanno la fissa...
RispondiEliminaInternet: Napolitano, urgente bisogno di regole Per garantire uno sviluppo equilibrato (ANSA) - CAGLIARI, 24 OTT - 'L'avvento della societa' dell'informazione, con la rivoluzione della Rete, richiede forme nuove e condivise d'azione', dice Napolitano. In un messaggio al seminario internazionale sui diritti della Rete in corso a Cagliari, il Capo dello Stato sollecita un 'adeguamento delle regole al nuovo scenario di opportunita' e rischi'. 'La persistente assenza di regole per Internet -dice- non si traduce in maggiore liberta' ma puo' significare la prevaricazione del piu' forte sul piu' debole'.
Caro anonimo delle 15.58.
RispondiEliminaIl nome, subito!!!
b
Gentile De Luca,
RispondiEliminaIl Governatore Loiero sulla riforma del federalismo di Calderoli: “Un modo per fare fuori il Sud”
I “sudisti” ai Governatori del Sud: “Ci avete fatto fuori!”
Il mio avvocato prima di presentare il ricorso per Cassazione mi ha chiesto se ero ancora fermo su tale decisione! Dopo tutto, la Corte è stata clemente! Nonostante ciò, l'unico punto su cui ha basato il ricorso è quello di chiedere di volermi riconoscere in virtù di alcuni articoli del c.p. un ulteriormente abbuono di 4 mesi di carcere. Per far ciò, la Cassazione dovrà ordinare un nuovo processo ad altra sezione di Corte di Assise d'Appello (passerebbero altri due anni, circa). In questo periodo sto ancora lavorando ho risposto, tu rifiuti l'onorario, e se anche la pena dell'attesa è peggiore di quella del carcere, per adesso preferisco questa. Perché, mi ha chiesto? Secondo le mie previsioni, tra un paio d'anni, in Calabria, ma non solo, chi si trova dentro il carcere sarà un privilegiato: anche se scadente, ti passano, gratis, un “rancio”! Poi, ridendo, abbiamo ripercorso i 15 del kafkiano processo! Tornandomene a casa, ho riflettuto sulla salvatrice, verso la quale, proverò riconoscenza per il resto della mia vita: l'Ironia!!!
Con la solita stima bartolo iamonte.
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/10196/48/
RispondiEliminaMastella chiede al CSM di "triturare" ancora e meglio De Magistris, cattivo magistrato.
Non bastava quello che gli hanno gia' fatto?
Evidentemente no.
Ed evidentemente bisogna dare un bel segnale a chi lo ha sostituito nell'unica grande inchiesta che gli e' riuscito di chiudere.
Ma adesso facciamo un po' il punto.
Toghe Lucane e' stata chiusa ad inizio agosto, ma De Magistris e' stato trasferito con decreto urgente una manciata di giorni prima che scadesse il termine del deposito di memorie er gli indagati, scaduto il quale potevano essere depositate le richieste di rinvio a giudizio, con la conseguente ovvia diffusione del materiale trovato in gran copia documentale a conferma delle gravissime ipotesi accusatorie, di stampo associativo e con condotte tutt'ora in atto.
Insomma, dal 6 ottobre in poi ogni giorno avrebbe potuto essere utile per il deposito della richiesta di rinvio a giudizio per i 33 indagati - 8 dei quali magistrati ai vertici di uffici giudiziari lucani, 2 sindaci dei capoluoghi di provincia, un manipolo di politici ed ufficiali dell'Arma di rango elevato ed ancora in carica.
Ed invece no; il PM subentrante, specie se molto scrupoloso, dovra' leggersi le molte carte (tonnellate) della indagine e delle memorie successive, prima di procedere in qualunque modo.
E siamo giunti al 25 ottobre.
C'e' tutto il tempo allora per assestare un altro colpo al magistrato che giorni fa ha detto chiaro e tondo che la malavita organizzata in Calabria sarebbe stata sconfitta se tutta la mnagistratura calabrese avesse remato nella stessa direzione di legalita'.
L'affermazione ha suscitato le ire del P.G. di Catanzaro, catapultato in loco un anno fa dopo la "mitica" avocazione di Why Not da parte del facente funzioni perche' era stata fatta sfuggire - non da De Magistris, come ha accertato la Procura di Salerno - la notizia della implicazione di Mastella, chiamato in causa da tale Tursi Prato e poi subitaneamente uscito di scena col provvedimento ora in mano al CSM.
Quel provvedimento di archiviazione oggi serve a creare le condizioni per una nuova incolpazione a De Magistris, vedo.
E si' che Mastella sostenne all'epoca di essersi dimesso per via delle inchieste calabresi (e non era vero, perche' accadde giusto un attimo dopo - anzi prima della notifica all'interessata - dell'arresto della moglie ad opera della Procura di S. Maria Capua Vetere, che pero' non aveva sbagliato segno, visto quanto ha affermato la Cassazione di recente).
Sostenne l'allora ministro anche, in un noto lapsus di avvertimento ai naviganti, di essere stato lasciato solo a "fare il lavoro sporco" : che tale opera non sia ancora terminata....?
P.S. - Vedo che il blog non e' aggiornato dal 14/10/2008.
Immagino che il lavoro dei curatori, che pure rispondono ai commenti anche in orari sacrificati, sia frenetico ormai.
Mi fa tuttavia un po' preoccupazione, specie se collego questo fatto ad un allarmante "se il blog deve chiudere..." scritto in un commento di fine estate dell'Avv. Falcetta (che ancora non sono riuscita a sentire personalmente, nonostante svariati tentativi).
Vorrei essere rassicurata, perche' la voce di questo blog e' stata preziosa in un momento particolarmente grave per la giurisdizione; e perche' credo che il momentaccio non sia affatto passato, ma che sia viceversa passato l'allarme, cosi' da consentire manovre silenziose, ma piu' insidiose.
Saviano l'ha detto chiaro qualche giorno fa : i malandrini hanno paura delle parole, hanno paura che si scriva, che si sappia, che si ragioni e che infine si scelga.
Non permettiamo che cada il silenzio.
http://www.strill.it/index.php?option=com_content&task=view&id=25042
RispondiEliminaE poi, sullo stesso tema, anche questo articolo.
Lo chiamano il silenzio degli incoscienti.
Io direi piuttosto degli indecenti....
Notiamo: ci sono due magistrati sconosciuti (Andrigo e Colamonici)della procura reggina che indagando sulla gestione degli appalti (acquisti di attrezzature sanitarie mai utilizzate e per un'importo in alcuni casi che supera il 1.000% il loro costo reale) nell'A.S.L. di Locri hanno individuato l'ombra della massoneria; silenzio da parte di quasi tutti gli organi d'informazione!
RispondiEliminaMi associo al timore espresso da Francesca (25 ottobre 2008 12.58) avendo constatato anch'io che -commenti a parte- il blog è fermo già da undici giorni. La preoccupazione è grande: viene semplicemente da piangere anche solo all'idea che una delle poche voci sane, in questo Paese ormai profondamente malato, sia destinata a spegnersi.
RispondiEliminasiu
In questo primo decennio di inizio "millennio" molti dei "nodi storici" che riguardano l'Italia e le crepe sotterranee nella sua evoluzione stanno giungendo "al pettine".Viviamo in un paese che pur possedendo risorse enormi e strategiche in europa e nel mondo,non riesce ad emergere dalla palude in cui, dal fascismo prima e dalla guerra fredda dopo ,è stato depresso. Scarpinato indica nella figure manzoniane seicentesche di Don Rodrigo ,dei bravi e degli altri personaggi del romanzo i prototipi dei soggetti che ancora oggi infestano la scena sociale politica ed economica di questo paese.Ho sempre pensato che Andreotti e Cossiga fossero i simboli delle "colonne d'ercole" della palude Italiana ,i Don Rodrigo a capo dell'Ovra post-fascista che impedisce a questo paese di uscire dal suo sottosviluppo etico ,giuridico ed economico. Giustamente Cossiga a chi sosteneva che Andreotti fosse uno statista rispondeva ironicamente che Andreotti è un Giobertiano ,fautore dell'unità italiana sotto l'egida del papa.
RispondiEliminaMentre di recente Cossiga sul futuro dell'italia si è espresso così : meglio Wasghinthon che Parigi o Berlino. Per ora saluto tutti.
A Francesca, Siu e tutti.
RispondiEliminaCarissimi Amici,
è vero che, purtroppo, il blog è "fermo".
Mi dispiace davvero tantissimo.
La colpa è mia, che sono davvero molto molto oberato di lavoro e di altri impegni.
Da diverso tempo cerco le parole (e il coraggio) per esporre il problema, ma finora non le ho trovate.
Spero di riuscirci domattina.
Intanto, grazie davvero di cuore a tutti per la pazienza e l'amicizia.
Un saluto affettuoso.
Felice Lima
Anch'io ero piuttosto preoccupata come Francesca e finalmente ho letto poco fa il commento del Dott. Lima. Tutti i giorni leggo il blog ed i commenti, non scrivo spesso perche' in molti casi (quasi tutti) non sono all'altezza di dare opinioni ma sono sempre d'accordo con il Dott. Lima, un po' meno con il Dott. Tinti anche se lo ringrazio per aver scritto il libro "Toghe Rotte". Ma io sto dalla parte di "Abele" e penso che "Caino" debba sempre scontare la sua pena.
RispondiEliminaRingrazio di cuore la Redazione, mi fate sentire meno sola!
Maria L.- Roma
Di Cossiga cosa non è stato detto, e cosa non ha detto che non abbia sfiorato il penale (o il ridicolo?)...come non fa una grinza l'ultima boutade o, più consona considerando l'età, pochade.
RispondiEliminaE proprio in tema di terrorismo ebbe a dire che "se questa è la democrazia, le Br sono un punto di equilibrio". Di sparate oggetto già di consulenze psichiatriche persino oltre confine ce ne sono a decine, c'è l'imbarazzo di scelta, col rischio di perdersi e lasciar correre come è capitato a me; per chi vuol divertirsi ci sono 3-4 siti che le hanno assemblate (io per la ricerca ho scritto: Cossiga, "il p...."...c' è Blondet,... e un lungo articolo de "Il Foglio"), e così messe assieme si resta a dir poco basiti. Riporto solo quanto ripreso...da "Il pazzo del villaggio" (del 3/12/07) di Giulietto Chiesa.
["Che Francesco Cossiga non creda nella versione ufficiale dell'11 settembre è un dato acclarato da tempo. Ma ieri 20 novembre 2007, lui ha fatto molto di più. Annuncia all'Ansa – che riporta fedelmente – che l'ultima esternazione di Osama bin Laden sarebbe un falso. E precisa che gli autori del falso sarebbero dentro Mediaset.
Più precisamente, dice Cossiga, si tratterebbe di un “videomontaggio realizzato negli studi di Mediaset a Milano e fatto giungere alla rete televisiva islamista Al Jazeera che lo ha ampiamente diffuso”.
Le prove devono ancora venire, ma Cossiga annuncia anche chi le ha e le dovrebbe mostrare “domani o dopodomani”.
Trattasi nientepopodimeno che della “più potente catena quotidiani-periodici del nostro Paese”.
Sarà il Corriere della Sera? Cossiga comunica che qualcuno gli ha spifferato “lo scoop”. Non ci resta che aspettare"....
"Ma c'è un altro passaggio criptico che Francesco Cossiga si è peritato di inviare, nel fiume di parole che ha speso: laddove dice, testualmente, che “da ambienti vicini a Palazzo Chigi, centro nevralgico di direzione dell' intelligence italiana, si fa notare che la non autenticità del video è testimoniata dal fatto che Osama bin Laden in esso confessà che Al Qaeda sarebbe stato l'autore dell'attentato dell'11 settembre alle due torri in New York, mentre tutti gli ambienti democratici d'America e d'Europa, con in prima linea quelli del centrosinistra italiano, sanno ormai bene che il disastroso attentato è stato pianificato e realizzato dalla Cia americana e dal Mossad con l'aiuto del mondo sionista per mettere sotto accusa i paesi arabi e per indurre le potenze occidentali ad intervenire sia in Iraq sia in Afghanistan”.
Qui c'è più di una imprecisione, per parlare eufemisticamente. Perché quanto descrive Cossiga contraddice palesemente ciò che ufficialmente dichiarano di pensare “tutti gli ambienti democratici d'America e d'Europa” e più di tutti “il centro sinistra italiano”. "...."... rispetto al pazzo della tradizione shaekspiriana, questo ex presidente della Repubblica italiana, dice mezze
verità, quando le dice, mescolate a mezze falsità. Le une e le altre avvinghiate da cordoni velenosi che è impossibile districare, perché solo chi li usa ne conosce tutti i segreti. Il pazzo del villaggio parlava al popolo del villaggio. Questo lancia messaggi che possono capire soltanto i cortigiani e, da lontano, anche l'Imperatore. "]
E altri 30 mesi passati non è che possono apportare migliorie, semmai il contrario. E poi sono cose che si sanno...chi non ricorda il filmato che mostra il poliziotto che dopo aver aizzato i "rivoltosi" poi lo si vede tra i poliziotti...e che spara ad altezza d'uomo...stessa tecnica (d'infiltraggio) con qualche variante adottata per i "black bloch" al G 8...con l'aggravante che quando non era possibile innescare quegli elementi di provocazione, consigliati cinicamente da Cossiga, si è ricorso a produrre prove false (mazze, "picconi", spranghe e molotov...) per poter massacrare persone inermi nella Diaz.
La notizia "criminis" (come per le "fucilate" di Bossi) è di dominio "pubblico...ministero", non bisogna "cercarla" (non so dell' "arma", del "piccone", se è solo una metafora) e tantomeno solo "ipotizzarla"; il personaggio, la senilità, la malattia sono elementi da peritare e poi valutare. Se "ci sarà un giudice a ....Roma". Altroché rovinarsi la giornata, Cinzia! Buona..."tensione". Mauro C.
I gestori del blog non devono scusarsi con noi.
RispondiEliminaIo credo.
Un blog è qualcosa di molto personale, raccoglie i pensieri di chi lo pubblica e di solito certe cose si fanno perchè piace farle, perchè si possiedono le nozioni necessarie e soprattutto perchè si ha del tempo da dedicare al progetto.
Però la vita di tutti noi non è fissa e immobile.
La vita cambia e cambiano anche i parametri che la regolano, così può succedere che si abbia più o meno tempo da dedicare ad una certa cosa piuttosto che ad un'altra.
E' successo a tutti quelli che hanno aperto un sito o un blog.
Dopo l'iniziale ubriacatura (benevola, sia chiaro) durante la quale si vorrebbe far tutto e scrivere tutto subito, ci si rende conto che anche la nostra vita "virtuale" deve seguire i ritmi di quella reale.
Perchè solo chi pubblica notizie per mestiere, ha il dovere di farlo ogni giorno (eh, è il suo mestiere!).
Tutti gli altri, tutti noi che leggiamo o scriviamo liberamente i nostri pensieri in Rete, lo facciamo quando possiamo o quando crediamo di avere qualcosa di interessante da dire. 8)
E credo sia giusto così.
Luciana
Ricambio il Saluto ad un Uomo tanto elevato nella Sua umiltà e sapienza quanto sfortunato di vivere in un paese che non merita i suoi servigi!
RispondiEliminaper Dott. Lima
RispondiEliminae per tutta la redazione di “UGUALE PER TUTTI”
Egregio Dottor Lima,
vorrei unirmi al coro in sostegno di questo blog, dicendole innanzitutto che lei non deve chiedere scusa a nessuno,anzi… per come sta andando il nostro Paese, sono altre le persone che dovrebbero scusarsi.
Noi dobbiamo ringraziare lei ed i suoi collaboratori per il semplice fatto di aver ridato, con le vostre parole, speranza alle persone… speranza in un domani migliore… speranza nell’esistenza, seppur rara, di persone oneste ed integerrime come lei!
Se il vostro scopo era riabilitare la giustizia italiana dimostrando che non tutti i magistrati sono corrotti e disonesti, ci siete riusciti. Non è un vostro dovere “occuparvi” di noi lettori…
Voi l’avete già fatto dandoci l’opportunità di incontrarci! Adesso tocca a noi contribuire alla sopravvivenza del blog. Non importa che ogni settimana escano articoli nuovi e relativi commenti. E’ sufficiente che lasciate spazio ai lettori per esprimere le proprie idee.. Gli argomenti usciranno da soli… L’importante è che continuiate a “vegliare” su di noi, per quanto vi sia possibile, affinché il blog non venga strumentalizzato con commenti denigratori o offensivi della dignità umana!
Grazie per tutto quello che fate e per l’impegno con cui lo fate! E’ un onore ed una gioia per la sottoscritta, seppur tecnicamente non competente, poter partecipare alle vostre discussioni.
Avete tutta la mia ammirazione.
Cordialmente.
Stefania Tirelli – Reggio Emilia
Riavutami dal precedente e forse un po' infantile scoramento, mi associo alle parole sagge e meditate di Luciana e di Stefania Tirelli, con le quali concordo pienamente.
RispondiEliminaVorrei sottolineare una volta di più che chi ha gestito questo blog -con capacità e dedizione assolutamente fuori dal comune- tutto ha da fare, meno che scusarsi; mentre ribadisco, con tutto il calore possibile, che da parte di noi fruitori non sarà mai ringraziato abbastanza.
Per la sua altissima qualità (dovuta appunto anche all'intensità e all'articolazione dell'impegno che vi è stato profuso) ho sempre considerato questo blog raro e prezioso. Per lo stesso motivo, probabilmente, anche la sua durata fino ad oggi è da ritenersi, tutto sommato, eccezionale.
Certamente non sarebbe male poter frequentare ancora questo spazio, "sorvegliati" un po' da lontano, per scambiare pensieri e dibattere opinioni, continuando ad imparare, ad ampliare i propri orizzonti e a crescere, in ambito giuridico e, più in generale, di civiltà.
Se però non fosse possibile (del resto niente dura per sempre, a questo mondo, e probabilmente non è neanche un male) il nostro debito, per tutto ciò che è stato capace di regalarci, resta comunque inestinguibile.
Più ci penso, e più quella portata avanti fin qui mi appare come un'impresa
1) immane, e
2) d'inestimabile valore civile e democratico.
Dunque ancora grazie, e ogni possibile augurio, di tutto cuore, al carissimo dott. Lima (e a chi ha collaborato con lui), da parte di
siu