di Nicola Saracino
(Magistrato)
La Prima commissione del CSM ha aperto due procedimenti per l’accertamento delle rispettive incompatibilità dei Procuratori di Catanzaro e di Salerno.
La procedura oggi avviata dalla competente commissione del CSM è funzionale all’applicazione dell’art. 2 della l. 511 del 1946
Eccone il testo, nella parte che interessa.
“Inamovibilità della sede.
I magistrati di grado non inferiore a giudice, sostituto procuratore della Repubblica o pretore, non possono essere trasferiti ad altra sede o destinati ad altre funzioni, se non col loro consenso.
Essi tuttavia possono, anche senza il loro consenso, essere trasferiti ad altra sede o destinati ad altre funzioni, previo parere del Consiglio superiore della magistratura, quando si trovino in uno dei casi di incompatibilità previsti dagli artt. 16, 18 e 19 dell’Ordinamento giudiziario approvato con R. decreto 30 gennaio 1941, numero 12 , o quando, per qualsiasi causa indipendente da loro colpa non possono, nella sede occupata, svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità”.
Il trasferimento attuato contro la volontà del magistrato può essere di due tipi, tra loro eventualmente cumulabili: geografico o funzionale.
Il magistrato, cioè, può essere trasferito ad altra sede, con le stesse funzioni esercitate nella sede di provenienza, oppure con funzioni diverse; ovvero può essere costretto a cambiare funzioni, pur senza mutare il luogo del loro esercizio.
La gamma delle ipotesi nelle quali l’ordinamento giustifica il trasferimento d’ufficio di un magistrato, in forza della norma appena richiamata, possono suddividersi in due categorie: nella prima rientrano le incompatibilità determinate da rapporti di parentela o affinità con avvocati o appartenenti alle forze dell’ordine; nella seconda, invece, solitamente l’incompatibilità discende da comportamenti, non colpevoli, che tuttavia screditano il magistrato - e quindi la stessa funzione giudiziaria - agli occhi della collettività, nell’ambiente nel quale egli esercita le funzioni.
Nella vicenda in esame è presa, evidentemente, in considerazione la seconda tipologia di trasferimento d’ufficio.
E’ opportuno precisare che se la condotta ascritta al magistrato “dipendesse da sua colpa”, se integrasse, cioè, un illecito disciplinare, non troverebbe applicazione l’articolo in commento ma la diversa normativa introdotta dal D.lgs. n. 109 del 2006.
Da una lettura appena approfondita dell’art. 2 della l. n. 511 del 1946 possono ricavarsi alcune notazioni.
La prima gamma di ipotesi di incompatibilità, quella relativa ai rapporti di parentela, è solitamente fronteggiata con il trasferimento funzionale (se un magistrato ha un fratello avvocato penalista sarà opportuno che egli svolga funzioni civili); se ciò non fosse sufficiente (ad esempio quel magistrato ha anche una sorella avvocato civilista) si ricorrerà al trasferimento geografico.
Alle altre ipotesi d’incompatibilità, che solitamente dipendono da condotte del magistrato (anche estranee all’esercizio delle sue funzioni) si risponde, invece, con il trasferimento di sede, essendo testualmente previsto che egli non possa, nella sede occupata, svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità.
La giurisprudenza amministrativa ha da tempo spiegato che l’incompatibilità si fonda su una valutazione oggettiva dei comportamenti e della ricaduta degli stessi sull’ambiente esterno, indipendentemente da qualsivoglia giudizio sulla colpa dell’autore del comportamento.
Si richiede, cioè, un vincolo tra il comportamento e le ricadute di esso nel luogo di esercizio delle funzioni, giacché scopo della norma è quello di tutelare la credibilità della funzione giudiziaria nell’ambiente ove il magistrato opera.
Sarebbe del tutto inutile spostare un magistrato dalla sua sede o dalle sue funzioni se la condotta considerata non compromette il rapporto tra il magistrato ed il suo ambiente.
Per tornare all’attualità, può notarsi come il CSM abbia aperto una pratica per l’accertamento dell’incompatibilità ambientale del Procuratore della Repubblica di Salerno per fatti (non addebitabili a sua colpa, questo è il presupposto) che si sono svolti a Catanzaro, e quindi in ambiente diverso da quello ove egli esercita le sue funzioni.
A questo punto diviene agevole argomentare che non servirebbe a nulla trasferirlo perché se si ammette che i fatti di Catanzaro hanno determinato ricadute negative sull’immagine del magistrato, questo effetto riguarderebbe l’intero territorio nazionale e non certo il ristretto ambito di Salerno.
Da un lato, quindi, il trasferimento di sede non servirebbe affatto a rimarginare la ferita creatasi tra la credibilità della funzione giudiziaria ed il suo ordinario ambiente di espletamento; dall’altro lato la procedura aperta dalla prima commissione non è quella che la legge prevede per l’applicazione di una “sanzione”.
Resta oscuro, allora, il motivo per il quale si è deciso di avviare questa sterile pratica contro il Procuratore della Repubblica di Salerno.
Ben fatto ! Occorre insorgere, nel rispetto della legge, e protestare contro questo comportamento.
RispondiEliminaVorrei che venisse indicato a chi indirizzare messaggi di protesta via mail.
Insomma, una replica del popolo dei fax al tempo di Mani Pulite: "un popolo delle e-mail"!
Grazie.
Concordo pienamente con questa proposta.
RispondiEliminaSe ci fornite qualche indirizzo, noi possiamo inoltrare le nostre proteste.
Posterò l'idea anche su altri blog.
Luciana
Tanti comportamenti del CSM possono apparire assurdi, non fondati su un'esatta interpretazione della norma. Comunque hanno inciso sulla vita delle persone. Anche quando non è stato ritenuto opportuno prendere provvedimenti, previsti alcontrario da norme. Se anche il provvedimento che riguarda il procuratore di Salerno appare assurdo.....beh.....il problema da analizzare è un altro, non la santificazione e/o la vittimizzazione di un magistrato. Non si confondano le posizioni. Probabilmente De Magistris e Forleo hanno subito le conseguenze negative di certi comportamenti, per il procuratore di Salerno forse c'è da aspettare un attimo e lasciare che venga fatta un'istruttoria comunque dovuta, allo stato, se non erro, secretata.
RispondiEliminaMathilda
La domanda "perchè avviare una procedura di fatto sterile?" mi sembra esser retorica.
RispondiEliminaE' evidente che l'inchiesta why not deve andare avanti su binari controllabili e facilmente insabbiabili.
L'importante è l'apparenza..
Le mie intenzioni non sono affatto polemiche, anche se tali possono apparire. Lo scambio di opinioni sull'ennesimo misfatto della Casta, alla fine dovrebbe approdare a proposte sul piano operativo. Lancio la mia, forse simile alla nota favola "Cu cià attacca a ciancianedda 'o iattu?"
RispondiElimina-
Se il CSM mostra ancora una volta di essere al servizio della Casta, la magistratura sciopera e manda all'aria una pessima giustizia. Cosa lo impedirebbe? Sullo sdegno, sulla profonda indignazione, come NON essere d'accordo? La stampa quando mai è stata rappresentativa? Non conta, non fa testo: è perfettamente inutile leggerla. C'è il web, e da qui, fiondando sul reale, si vende cara la pelle. Scusate, non intendo sovrappormi ad alcuno; non sono saputello: sono solo incaxxato e senza speranza.
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E non sono neanche anonimo, che spara da dietro una tastiera. Il sito è grestito con denaro privato. Non si contano, specie nel passato, le proposto di banner.
Con questo indirizzo e-mail si può scrivere alla Presidenza della Repubblica italiana:
RispondiEliminahttps://servizi.quirinale.it/webmail/
Altri indirizzi utili:
www.camera.it
www.senato.it
Anche inviare delle lettere per posta forse non sarebbe male.
Muoviamoci e su la testa!
Concordo perfettamente con anonimo delle 12.10. E' chiaro che il provvedimento di trasferimento del Procuratore di Salerno è un ulteriore tentativo di delegittimazione di magistrati non controllabili, per poter porre un freno alle azioni di tale coraggiosa Procura e alle indagini su Why Not. Ma ora è arrivato il momento di dire basta. Troppo stupidi i tentativi di deviare l'attenzione dell'opinione pubblica dai veri problemi, enfatizzando mediaticamente la storiella del denudamento dei magistrati(e quindi delegittimando la Procura di Salerno), invece di porre l'attenzione sui fatti veramente gravi, e cioè il comportamento della Procura di Catanzaro e l'illegittimo controsequesto degli atti giudiziari.
RispondiEliminaE' arrivato il momento per i cittadini di far sentire la loro voce, e ben vengano proposte sulle forme più appropriate.
A me pare che il "popolo dei fax" in tema di giustizia non ci sia. Quelli di Tangentopoli furono altri tempi, un momento forse irripetibile. Se il "popolo" non si muove neanche per questioni quali licenziamenti a catena, recessione, etc. ma preferisce il suicidio, sembra molto improbabile che si possa muovere per una questione "aerea" quale la Giustizia. Purtroppo, a me pare che sia inutile inviare e-email, forse insistendo su questo punto, si potrebbe confermare l'esiguità, della protesta e quindi la loro vittoria, comfermandoli vieppiù nell'arroganza. Sarebbe proprio come scoprire le carte in una partita a poker. Che fare? Non lo so più. Lo sapevo, l'ho sempre saputo, ma si sono registrate solo sparute condivisioni. In ogni caso ora i buoi sono scappati dalla stalla. Lo sciopero dell' ANM? Se non si fa, un motivo ci arà.Quale? Non posso saperlo.
RispondiElimina-
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Scrivo su questo articolo ma ho in mente anche e soprattutto il saggio commento di Stefano Racheli.
RispondiEliminaScontro tra procure, cosa significa?
Che se un magistrato indaga su un cittadino che di professione fa il magistrato ciò vuol dire che è in atto uno scontro tra magistrati "dilaniante" per la collettività?
Niente affatto, vuol dire soltanto che il sistema regge perchè chi indaga sta adempiendo ad un preciso dovere del proprio ufficio a prescindere da qualsiasi implicazione connessa alla "colleganza".
Il problema filosofico, oltre che giuridico, di un sistema come il nostro sta nel famoso ed irrisolto quesito : "chi controlla il controllore?".
In Italia, e credo sia la soluzione migliore, il controllore si controlla da solo, il che certamente significa che tutti ci aspettiamo, anzi legittimamente esigiamo, comportamenti irreprensibili da chi è chiamato a tale altissimo incarico.
Ora mi domando e domando a tutti : se a fronte di una denunzia nei confronti dei magistrati calabresi la procura di Salerno avesse omesso di adempiere al proprio dovere di fare indagini, potremmo considerare credibile un controllore (l'Ordine Giudiziario nel suo insieme) che rifiutasse o omettesse di verificare eventuali illiceità ipoteticamente commesse da propri appartenenti?
Certamente no.
Quel che accade in questi giorni non è la fine della Magistratura, bensì la prova che essa funziona fino al punto di guardare seriamente al proprio interno per eventualmente sanzionare persino magistrati.
Alla faccia di chi le imputa una sostanziale insensibilità al proprio essenziale dovere di autocontrollo.
Lasciamo che chi accusa svolga il proprio compito e riconosciamo a chi è indagato la costituzionale presunzione di non colpevolezza, rispettiamo entrambi e confidiamo nei processi.
Ogni altro discorso è buttarla in caciara come dice Stefano Racheli, ed apre scenari inquietanti di controlli "terzi" sul controllore che in un paese come il nostro sinceramente non sembrano preferibili.
Buttarla in caciara significa aprire il varco a soluzioni che non promettono nulla di migliore.
Perchè come dice il saggio "nel torbido si pesca meglio", e di solito chi pesca meglio nel torbido vi riesce perchè già di suo è abituato a navigare in acque non del tutto limpide.
A buon intenditor poche parole.
Andrea Falcetta
X Andrea Falcetta
RispondiEliminanon sono d'accordo quando dice "Buttarla in caciara", come se a "Buttarla in caciara" fossero le persone che protestano per ciò che succede.
La butta in caciara chi equipara l'indagante all'indagato, omettendo in modo criminale che le due posizioni non si equivalgono.
Noi che siamo fortunati, che possiamo accedere alla Rete (pensate a quei poverini che sentono solo i TG o leggono i giornali, come se la fanno un'idea precisa della situazione?), lo sappiamo cosa sta "davvero" accadendo in quel di Catanzaro.
E soprattutto lo sanno bene i calabresi onesti, che in pochi mesi si sono visti smontare il fronte antimafia che faticosamente si era costituito.
Oh, non si è salvato nessuno, dalla magistratura alla curia, passando per i carabinieri, tutti via, alè, un bel fagottino sulle spalle e pedalare verso la Barbagia.
Non mi sembra che a buttarla in caciara siamo noi.
Sono "loro" che stanno buttando nel ce$$o quel poco di credibilità che gli era rimasta, tanto ormai si sentono come dei padreterni.
Fanno e disfano come più gli pare e piace.
Stiano attenti però, chi semina vento raccoglie tempesta.
Luciana
Sinceramente, anche io trovo difficoltà a comprendere sul piano tecnico come si possa configurare una incompatibilità ambientale del Procuratore di Salerno.
RispondiEliminaE le letture che di questa iniziativa rinvengo in giro mi preoccupano, in quanto si riferiscono ad uno snaturamento dell'Istituto.
Che l'ANM non sia in condizioni di assumere una posizione critica mi sembra ovvio, trattandsi di associazione che non è altro che la sommatoria degli stessi gruppi correntizi che esprimono i componenti togati del CSM.
Concordo pienamente con questo articolo e con gli interrogativi che pone.
RispondiEliminaStanotte, prima che questo articolo apparisse, commentando l'articolo "Non consentiamo che la si butti in caciara" ponevo (da profano, ma capace ancora di ragionare) delle domande; la lettura di questo pezzo mi fa credere che non fossero del tutto infondate.
Aggiungo solo che sul Corriere di oggi (“Il Csm avvia le procedure di trasferimento per i procuratori di Salerno e Catanzaro”) si dà conto de 'LE VERSIONI DIVERGENTI' del procuratore di Salerno e del pg di Catanzaro (secondo me l'aggettivazione corretta sarebbe stata ANTITETICHE e non DIVERGENTI).
Sapere quale delle due versioni è quella vera diventerà l'ennesimo arcanum imperii ?
Francesco Siciliano
RispondiEliminaPosto un commento confindando nelle guarentigie dell'art. 21 della Costituzione e, pertanto, sull'esercizio del diritto di manifestazione del pensiero, anche perchè tengo molto alla uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge ma,scusatemi, tengo di più al natale con i miei bambini in stato di libertà. Nessuno può capire l'apertura della pratica di incompatibilità ambientale del Procuratore della Repubbblica di Salerno poichè nessuna norma di legge sembra fondare tale inziativa, diversa è la posizione del P.G. di Catanzaro il quale su reati eventualmente commessi sul suo territorio ma da Magistrati della Procura di Salerno non ha inteso rivolgersi al giudice naturale. In altri termini se le eventuali e da dimostrare abnornmità dei provvedimenti del PG di Catanzaro ( leggasi controsequestro) giustificano le valutazioni sulla sua imparzialità di giudizio ciò non vale per il Procuratore di Salerno: questi, infatti, o ha commesso un'illecito disciplinare con il suo atto ( per modi o abnormità dello stesso) ovvero non può avere alcuna incompatibilità ambientale posto che ha solo disposto un atto di indagine.
Mi spiace per tutti i togati del blog ma ancora una volta c'è, si direbbe in un ricorso dinanzi al TAR, un utilizzo della funzione ( inteso come potere funzionalizzato al soddisfacimento di uno scopo indicato dalla norma che assegna quella funzione a quell'organo o ufficio) per un fine diverso ( sviamento di potere).
Spero in un buon natale
avv. Francesco Siciliano
x Luciana e forse anche per Di Maio :
RispondiEliminaIl sistema è in emergenza ed è proprio in momenti come questo che ne va testata la tenuta.
Buttarla in caciara significa dare spazio a chi coglie la palla al balzo per poter finalmente "controllare il controllore".
Lo ripeto, la vicenda va trattata solo ed esclusivamente come fisiologica alle regole del sistema e con esse perfettamente coerenti : il PM di Salerno riceve una denuncia e indaga, a prescindere dal fatto che l'indagato sia un magistrato.
In questo caso il sistema si dimostra sano.
La crisi non è interna, non dipende dalla condotte, ma dalle valutazioni e dalla "spettacolarizzazione" che di esse si fa da parte del resto degli osservatori.
E' legittimo protestare, e protesto anche io, ma in questa forma che oggi ritengo preziosa.
Guai a consentire che si diffonda il pensiero che quando un magistrato indaga su un altro collega il sistema è da cambiare, al contrario ciò è legittimo e doveroso perchè previsto dalla legge.
E' come al tempo delle Brigate Rosse, quando tutti invocavano la pena di morte : Pannella ripeteva, ed ebbe ragione contro Cossiga, che la vera forza di un sistema è combattere le emergenze con le regole ordinarie, senza cedere alla tentazione del "rivoluzionare", perchè in emergenza ogni cambiamento è comandato, o quanto meno ispirato, da chi ha più forza, e non sempre chi ha più forza sta nel giusto.
Difendiamo la legalità, che in se stessa comprende anche l'ipotesi di un magistrato che indaga su un suo collega.
Non cediamo il passo a chi vuole, dipingendo come "eversiva" tale situazione, realmente sovvertire nella propria essenza le regole del sistema.
Il sistema può tenere, proviene da duemila anni di stora del diritto.
Non consegnatelo al primo urlatore.
Andrea Falcetta
una volta un giudice che "dava fastidio" era destinato ad essere ammazzato, e gli esempi purtroppo non sono pochi.
RispondiEliminaadesso non è più necessario: il magistrato che non si adagia, che non si piega, che insomma fa soltanto e unicamente il proprio dovere, obbedendo all'unico suo padrone (la legge), viene facilmente e lecitamente trasferito, i pretesti (anche i mano verosimili) sono sempre a portata di mano.
bisogna riconoscere che la mafia ha davvero fatto passi da gigante....
Qualcuno sa dirmi se QUESTA notizia è esatta?
RispondiElimina"Quel che accade in questi giorni non è la fine della Magistratura, bensì la prova che essa funziona fino al punto di guardare seriamente al proprio interno per eventualmente sanzionare persino magistrati".
RispondiEliminaConosco le doti culturali e dialettiche dell'Avv. Falcetta, ma questa affermazione non basta a giustificare lo scandalo che è nato a seguito delle ultime vicende, né a cercare, rovesciando abilmente i termini del problema, di far rientrare il tutto nella "normalità" fisiologica di un sistema.
Difatti, qui la cosa grave non sta tanto nei provvedimenti che sono stati adottati, quanto nel FATTO che ha dato loro origine.
E' poi senz'altro vero che un sistema funziona quando dispone di correttivi al proprio interno, ma è anche maggiormente vero che queste cose NON DOVREBBERO ACCADERE e, di solito, nei paesi dove la giustizia funziona davvero, NON ACCADONO PROPRIO.
Se la magistratura avesse davvero "funzionato", nel senso di aver svolto bene il proprio lavoro, caro Avvocato, ora non staremmo a parlare di queste cose, magari parteggiando per una o per l'altra parte ... di magistrati !
Qui l'unico vero sconfitto è la GIUSTIZIA. Tanto per cambiare.
per Baron Litron
RispondiEliminasi sta argomentando su fatti a noi sconosciuti. Di certo non sono una paladina di questo CSM ma non giudicate dalle apparenze. Il procuratore capo di Salerno non è nè una vittima nè un santo e decisamente è ben noto, come si legge dai giornali, al CSM. Per quanto riguarda la circostanza che la procura di Catanzaro con i suoi atti abbia "sviato" dal giudice naturale.....beh questo è un comportamento comune a molte procure....ed anche il procuratore capo di Salerno ha fatto ricorso in passato a certi "sviamenti". (E questo lo so per certo!).
Io concordo con coloro che vogliono creare il popolo dei fax (per quanto mai possa contar qualcosa) ma finiamola di santificare qualcuno e demonizzare un altro. Dai commenti che leggo appare che anche qui si facciano processi sommari: procura di Catanzaro colpevole, procura di Salerno vittima del sistema. Aspettiamo a vedere gli eventi. E protestiamo fermamente su queste indecenze!
Mathilda
@ Anonimo del 7 dicembre ore 13.44.
RispondiEliminaHo usato la tua informazione e ho inviato al presidente Napolitano una lettera, il cui testo trascrivo:
"Sig. Presidente della Repubblica,
esprimo il mio fermo dissenso per come il C.S.M., Prima Commissione. presieduto da vice presidente Nicola Mancino, ha deliberato di avviare la procedura di trasferimento d’ufficio del Procuratore della Repubblica di Salerno Luigi Apicella, che, a mio avviso, ha esercitato legittimamente i poteri conferitigli dalla legge.
È questo un caso in cui la forma equivale alla sostanza, le regole procedurali esistono per questo scopo.
Ritengo che lei è intervenuto per la prima volta in modo non codificato e a sproposito.
La soluzione salomonica proposta al ‘plenum’ del CSM mi appare come un insulto alla logica e una inaccettabile piegarsi alla ‘ragion di Stato’.
Proporre il trasferimento per incompatibilità ambientale sia del Procuratore della Repubblica di Salerno che del procuratore generale della Repubblica di Catanzaro agli occhi del cittadino comune ma attento appare come una logica di punizione al meritevole e di premio al non meritevole.
Infatti, il primo si è mosso nell’ambito delle regole procedurali penali codificate, l’altro le ha violate, iscrivendo nel registro degli indagati sette P.M. di Salerno, per i quali la sede giudiziaria competente a indagare a loro carico è la procura della Repubblica di Napoli.
Ciò è intollerabile ed il suo comportamento è inspiegabile.
Lei rappresenta tutti gli italiani, quindi anche me ed io disapprovo la Sua condotta in questa come anche nella circostanza dell’approvazione del famigerato Lodo Alfano.
I miei rispetti.
luigi morsello".
Si possono inviare fino a 5.000 caratteri, ma poi non leggono.
Io l'ho fatto, adesso tocca a voi.
"Chi ha da dire qualcosa in contrario parli adesso o taccia per sempre" !
Saluti.
Francesco Siciliano
RispondiEliminaX Mathilda
Per quel che mi riguarda io non esprimo giudizi di colpevolezza - nè potrei. Affermo soltanto che in questa storia ancora una volta si assiste ad un uso distorto delle norme. Mi spiego meglio: nessuno, nè tantomeno io, può affermare che il comportamento della Procura di Catanzaro (PG) non è conforme alle norme ciò può fare esclusivamente il Giudice competente ai sensi dell'art. 11 c.p.p., ciò può fare e ciò deve fare quel Giudice ( a prescindere da chi la butta in politica), se ciò fà con violazioni di norme i Magistrati "indagati" hanno gli strumenti processuali per difendersi e dimostrare l'illegittimità del comportamento del loro Giudice naturale; qualora quel comportamento sia illecito e non illegittimo devono rivolgersi al loro Giudice natura cioè quello competente ai sensi dell'art. 11 c.p.p.. Diversa è, a fini disciplinari, la valutazione del CSM il quale deve valutare l'atto di Salerno e quello di Catanzaro non sotto il profilo "ambientale" ma sotto il profilo di violazioni di norme disciplinari. Nessuno pensa almeno io non penso con quest aposizione di esprimere giudizi di colpevolezza a carico di nessuno non ne ho nè conoscenza nè competenza nè funzione.
avv. francesco Siciliano
Penso solo che purtroppo è finita in caciara qui si dice facimu burdellu
Per Maria Teresa
RispondiEliminaE' vero, il posto è già stato pubblicato, in quanto a breve il Procuratore andrà in pensione.
Questo accresce le perplessità sulla effettiva utilità dell'iniziativa in corso.
non potersi firmare per paura delle ritorsioni.e non trttsi di magalomania. c'è chidice che lIMA E RACHELI siano il contrario di quello che appaiono dai loro rticoli. io so che hanno dato la possibilità di capire anche a chi non è addntro ai termini giuridici. Ecco, il grande merito di De mAgistris è che ora comunque devono correre " coprirsi", che è più palese l'azione e chiare le connivenze all'interno della piovra , nonchè, a suo tempo, di essere chiarissimo e profondo forte della lucidità che lo accompagna come fosse ispirato da un destino ...Ma sarà purtroppo colpito da molta invidia e malevolenza ..per l'effetto che è riuscito a suscitare e non so cosa avvrrà forse il contrario di quello che uspichiamo ..la pulizia per tornare a respirare e firmarci.
RispondiEliminaE' emblematico che si reagisca con il suicidio.Ieri sera sono andato anch'io a vedere gli altri ballare.Locale pieno sino ad oltre la capienza, come un carcere. Un locale e un carcere: due poli della violenta semplificazione sociale in atto da un decennio. I diseredati e una massa informe, nella quale c'è di tutto,
RispondiEliminasoprattutto i nuovi ricchi dell'Euro. Ho comprato un dolce, così per sfizio: cinque Euro.In questi casi ho reazioni isteriche. La maggioranza inceve che fa? Niente: "a che serve?" già a che serve? In questi dieci anni di inutile Internet a tutti ho scritto ed in tutti i toni, anche violenti:l'ultima a Pietruccioli. Embèh? Ora c'è una trovatina telematica, con la quale si imposta la risposta, rigorosamente in inglese: "La tua e.mail non è stata capita e non è sicuro che sia stata letta". Come accidente sarebbe possibile non capire qualcosa che non è stata letta? Se dovessi scrivere a questo Presidente, rischierei il vilipendio. No, sulla vicenda De Magistris & Foleo non scriverò, e per non sbagliare salto a piè pari le pagine dei giornali che ne parlano: bastano i titoli. In altri tempi avrei digitato infiammati peana alla disobbedienza. A chi ? Resta lo sberleffo dissacrante. Un bipede di sacro ha solo l'immagine. No, a Napolitano non scrivo.
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De Magistris trasferito. Forleo trasferita. Apicella trasferito. Altri Pm di Salerno trasferiti. Trasferiteli tutti, continuate così. Alla fine vi incarterete da soli, come sulla vigilanza rai e ci ritroveremo uno di questi magistrati veri proprio a Catanzaro!
RispondiEliminaOppure dite chi deve fare il falò delle carte di Catanzaro che fate prima, tanto la gente ha capito. Non volete che vengano fuori i nomi dei potenti coinvolti nei giri di babà.
de Magistris ha dalla sua parte la gente e quando la gente è così numerosa, non c'è trasferimento che tenga.
Maurizio.
Da non addetta ai lavori quale io sono rimango sconcertata dal provvedimento del CSM e mi preoccupa questo tentativo di deleggittimazione in atto.I cittadini vogliono chiarezze per poter continuare ad avere fiducia nelle istituzioni e i magistrati devono poter liberamente operare per una Giustizia senza condizionamento alcuno.
RispondiElimina"Lo ripeto, la vicenda va trattata solo ed esclusivamente come fisiologica alle regole del sistema e con esse perfettamente coerenti : il PM di Salerno riceve una denuncia e indaga, a prescindere dal fatto che l'indagato sia un magistrato.
RispondiEliminaIn questo caso il sistema si dimostra sano".
"Il sistema può tenere, proviene da duemila anni di storia del diritto".
Con tutto il rispetto, e a mio modesto avviso, queste ultime, retoricissime, affermazioni, non sono degne dell'intelligenza e della cultura dell'Avv. Falcetta.
I) Sul primo punto, ho già detto che in un sistema ben ordinato queste cose, di norma, non accadono. Non accade che tanti, diversi magistrati siano inquisiti da altra Procura e rispondano inquisendo, a loro volta, gli inquisitori ! Non accade, poi, che un organo disciplinare tranci “giudizi salomonici”, sanzionando, peraltro lievemente (come al solito), gli uni e gli altri, senza contribuire, sia pure in minima parte, all’accertamento della verità.
Soprattutto, non accade di leggere sui giornali di tutte le parti che è in atto una “guerra tra Procure”.
Questo non è “fisiologico”, caro Avvocato, ma estremamente patologico !
II) Sul secondo punto, l'Avv. Falcetta sa bene che il diritto di questi ultimi duemila anni, solo guardando all'Italia, è passato dal diritto romano classico alle consuetudini barbariche, dal diritto comune ai rescritti sovrani, dagli statuti alla lex mercatoria, dalla frammentazione in molteplici ordinamenti, diversi tra loro, alla codificazione napoleonica e al diritto unitario, più volte mutato negli ultimi due secoli, sino all'attuale ordinamento, quest'ultimo una recentissima acquisizione, dal punto di vista storico.
Non si venga, quindi, a parlare di "duemila anni" di un sistema, quasi si trattasse della naturale evoluzione storica di un solo, e astratto, sistema !
Si parli, invece, di duemila anni di moltissimi sistemi diversi, per giunta molto disomogenei tra loro, con coesistenti punte di eccellenza e abissi di ignoranza, senza alcuna ordinata evoluzione, ma con tracolli e rinascite, ulteriori tracolli nel tempo e ulteriori novità, succedutesi senza coerenza "evolutiva", spaziale e temporale.
Si resti quindi in argomento, senza espedienti retorici, per favore.
Invero, non stiamo parlando di "giudici itineranti", come al tempo dei commentatori ! Né del guidrigildo, della faida (ancora in vigore, come diritto vigente, in certi ambienti italiani), del giudizio di Dio, o degli altri istituti di diritto personale venuti alla luce e applicati in Italia ben dopo la caduta dell'Impero d'Occidente ... una bella "evoluzione storica" questa, non trova ?
Caro Avvocato, se proprio credesse davvero alla unicità storica e alla “evoluzione” del diritto, forse concorderebbe sul fatto che siamo, comunque, in una fase di decadenza.
Come ai tempi della "lex florentina ... nata la sera, e morta la mattina".
E' possibile impugnare la decisione del csm ? Ed inoltre è possibile denunciare questo organo a livello europeo per negligenze varie viste le ultime vicende a partire proprio dalla scorsa legislazione sul caso de magistris ? Si può intentare o meglio può un pool numeroso di magistrati sovvertire legalmente le decisioni del csm ? chi controlla il csm ? Grazie e buon lavoro
RispondiEliminagennaro
Non ho chiare le competenza della Corte di Giustizia Europea.Domanda:
RispondiEliminaha giurisdizione su quali materie?
Questo prima di spararla grossa :)
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Per favore, qualcuno competente, e qui siete in tanti, volesse trattare il tema?
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Ahu, qui sono in tanti gli anonimi e non ricordo davvero la passaword, con la quale mi ero iscritto NomeCognome (Prospero Pirotti) Basta un carattere e non se ne viene a capo.
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Lo so che basta andare su Google, ma oltre all'impressione che mi suscita, sono pigro.
Condivido pienamente il commento dell’Avvocato Falcetta (del 7 dicembre 2008 h20.23). In effetti, quando è successo tutto questo, la prima domanda che mi sono posta è stata la seguente: ma perché si fa tanto chiasso per il fatto che vengono indagati dei magistrati? Non sono forse loro innanzitutto cittadini, e pertanto soggetti alla legge come tutti i miseri mortali in questo paese? Perché dobbiamo scandalizzarci se delle indagini colpiscono dei magistrati e, perché no, un’intera procura? Che c’è di strano? Se un magistrato, che è un cittadino, compie atti penalmente rilevanti (tra l’altro nell’esercizio delle sue funzioni), perché dovrebbe essere al di sopra della legge? Vogliamo scimmiottare l’impunità dei politici? Vogliamo creare un’altra casta al di sopra della legge?
RispondiEliminaLa seconda domanda che mi sono posta è: ma un magistrato che è indagato, non dovrebbe astenersi dall’istruire inchieste, tanto più se connesse alla sua posizione di indagato?
Ciò che dovrebbe scandalizzarci è che dei magistrati possano anche soltanto essere sospettati di coinvolgimento in situazioni di una tale gravità (mi riferisco alle ipotesi di accusa di Salerno). Ecco cosa dovrebbe attirare la nostra attenzione. Perché qui il vero problema è che si scopra che dei magistrati, che dovrebbero essere appunto i controllori, possano utilizzare la propria funzione, e il potere che ne deriva, per fini diversi dall’applicazione della legge, per fini criminosi. Questa è la vera questione, tutto il resto è davvero caciara.
Senza contare il fatto che, come dice Falcetta, dovremmo essere ben contenti che la magistratura sia ancora capace di indagare su se stessa, altrimenti saremmo fuori dallo stato di diritto, in un ordinamento in cui determinati soggetti, in virtù della funzione pubblica ricoperta non possono essere penalmente perseguibili.
L’altro punto fondamentale è che non la si sta buttando in caciara soltanto per avere un alibi per “controllare il controllore”. Secondo me, il vero motivo per cui la si butta in caciara si trova in quelle carte. Quelle carte che sono o dovevano essere sequestrate da Salerno, non devono uscire da Catanzaro. Il contenuto di quelle carte potrebbe destabilizzare gli attuali equilibri del sistema politico/istituzionale e del sistema giudiziario italiano. Infatti è sulle “carte” che si sta facendo la vera guerra. Il resto è solo rumore.
Piuttosto che chiederci dove stia la ragione e il torto, ciò che utilmente potremmo fare qui è porci le seguenti domande:
- che ne sarà adesso degli atti che Salerno ha sequestrato e Catanzaro ha, a sua volta, “ri-sequestrato”?
- e questo “ri-sequestro” è legittimo?
- che ne sarà adesso delle indagini di Salerno?
- che ne sarà delle inchieste Why Not e Poseidone? (E’ da luglio che si parla della conclusione dell’inchiesta Why Not..)
Rispondere a questi interrogativi significherebbe riportare ordine nella caciara e guardare dritto negli occhi a chi “pesca nel torbido”.
Grazie Annalisa..
RispondiEliminaho assunto una posizione difficile questa volta, come tante altre volte in passato, ma percepisco dal tuo commento che ti è arrivata la sostanza del mio pensiero..
lo ripeto anche agli altri partecipanti al blog (compreso anonimo che teme di vedermi risentito sol perchè la pensa diversamente da me, questa è la democrazia, sono felice di leggere il tuo pensiero e di poteri comunicare il mio anche se non siamo d'accordo) : inutile negare che i fatti di questi giorni siano gravi, ma occorre confidare nella capacità del sistema di autoripulirsi, non c'è alternativa sana....c'è solo un'altra alternativa, e cioè permettere a chi ne ha interesse di modificare le regole dicendo che siccome il "controllore" non è capace di controllare se stesso bisogna assoggettarlo ad altri poteri...
io non lo voglio, so che da un ex Radicale suona strano, ma davvero credo che "buttarla in caciara" equivalga a spianare la strada (stavolta lo dico chiaro così mi capiscono tutti) ad una riforma della giustizia che consenta a chi governa di scegliersi il controllore.
Un pò come gli USA, che hanno sempre rifiutato la proposta dei Radicali di istituire un tribunale internazionale "permanente" per i crimini di guerra, preferendo deferire volta per volta al vincitore (cioè essi stessi) la nomina di un giudice con competenze limitate al singolo conflitto, e possibilmente con buoni e cattivi già divisi sulla lavagna del capoclasse.
Davvero dico cose così incomprensibili?
Vogliamo che certi analfabeti di diritto (parlo con cognizione di cause praticando le aule dal GDP fino alla Cassazione ogni giorno in ogni materia possibile e, oso dire, con risultati gratificanti), dopo avere promulgato leggi che oltre che la Giustizia offendono le più elementari cognizioni giuridiche, riscrivano per intero il codice grazie alla loro abilità di pescare nel torbido?
Vogliamo dare sostegno ai magistrati che farebbero funzionare bene il CSM attuale, oppure modificare il CSM affinchè sia indirizzato dal potere politico?
Il problema è solo interno alla Magistratura, lasciamo che si risolva in quella sede, ho estrema fiducia in persone come Racheli, Lima e gli altri come loro, aiutiamoli a mettere persone adatte in Istituzioni già esistenti, non deleghiamo a Berlusconi la riforma strutturale di tali Istituzioni, se non vogliamo rischiare di vedere al CSM (ad esempio, e qui rischio la querela, ma ho un testimone d'eccezione) l'amante di un avvocato pluricondannato che di diritto sa ben poco, nè qualcuno dei numerosi altri soggetti a costei somiglianti.
Andrea Falcetta
L'ho gia' scritto da un'altra parte.
RispondiEliminaLeggete il blocco 25 del provvedimento di Salerno e sara' chiaro anche come funziona (....) il CSM.
Non ci vuole poi molto, ai tempi di internet, per scovare la verita' e farsi una idea personale.
(Il discorso vale per la vicenda di Luigi ma anche per quella di Clementina)
Caro Avvocato Falcetta,
RispondiEliminaIl problema è sì "interno" alla magistratura, ma creda che se non si avrà maggior riguardo a come certi soggetti possano diventare magistrati il problema non sarà mai risolto.
Sono certo che avrà compreso cosa voglio dire, come sono certo avrà intuito che non desidero certamente magistrati eletti dal popolo (Dio ce ne scampi e liberi !).
Basterebbe soltanto maggiore serietà al "concorso".
E qui sta il difficile, caro Avvocato !
E' pur sempre un concorso pubblico, e noi viviamo in Italia ... tragga Lei le conseguenze.
Cordiali saluti.
Gentile Dott. Saracino,non sono d'accordo però nel considerare inapplicabile in questo caso una incompatibilità territoriale;è vero che in questo caso eventuali fatti,non addebitabili ma comunque accaduti,si sono verificati a Catanzaro e non a Salerno,ma Salerno è competente su Catanzaro degli eventuali reati commessi dai magistrati di quel luogo,non è quindi una sede dove non esercita le sue funzioni,le esercita eccome,seppure solo nei confronti dei magistrati;faccio presente poi che il CSM per entrambi i magistrati si è riservato di decidere anche per una eventuale incompatibilità funzionale (e/o recita il comunicato)
RispondiEliminaDomenico Barone
Caro Avv. Falcetta,
RispondiEliminami sembra di capire il suo turbamento, che è anche il mio. Vedere aprire una sessione di riforma in parlamento sul sistema giudiziario, con una schiacciante maggioranza direttamente dipendente dai desiderata di Berlusconi, è purtroppo un incubo che si avvera. Esistono tanti motivi politici per i quali mi opporrò, nel mio piccolo si intende, ad un progetto finalizzato a impedire di muovere l’azione penale anche contro i vertici politici, ed il suo entourage, della nostra società. Ma un senso, ancora più primordiale, di logicità delle cose mi suggerisce che un soggetto che al momento risulta imputato e non processabile in virtù della funzione pro-tempore ricoperta (ossia la Presidenza del Consiglio dei Ministri) possa non essere in condizione di opportunamente dirigere la riforma della Giustizia. L’attuale Presidente del Consiglio potrà dirigere, secondo i propri desiderata, la riforma della giustizia in virtù del fatto che il Ministero della Giustizia è di fatto gestito dal suo avvocato (On. Niccolò Ghedini), è può contare su molti parlamentari (spesso già avvocati) che rispondono direttamente al Presidente grazie al sistema elettorale attuale ed al potere economico/finanziario di cui gode.
Tuttavia occorre dire che la riforma che il centro destra (per non dire Berlusconi) intende attuare, riguarda in particolare l’azione penale, che ha bisogno di modifiche costituzionali e che quindi necessita del concorso del PD. Allora possiamo stare tranquilli, diremmo. Più o meno il PD dovrebbe aver capito la pericolosità della riforma Berlusconi mentre l’Italia affoga sotto un mare di corruzione diffusa e penetrate.
E invece guardi un po’ che accade: “Nel Pd, però, non solo Massimo D'Alema, che lo ha fatto venerdì, invita a "un patto sulle regole". Pure Luciano Violante chiede di superare l'inerzia. L'ex magistrato, ex presidente della Camera e, nella passata legislatura, della commissione Affari costituzionali, critica: "Ci si è occupati solo dell'efficienza della giustizia ma non della giustizia come potere, al di fuori quindi dell'esercizio giurisdizionale. Questo è il nodo da sciogliere". Così Repubblica 7 dicembre 08 (http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/politica/giustizia-4/alfano-carriere/alfano-carriere.html?ref=search).
Un altro piccolo richiamo all’articolo e concludo: "Violante è convinto che "bisogna lavorare con la maggioranza sulle questioni di fondo". Aveva ironizzato, qualche giorno fa: "Abbiamo messo un magistrato come Tenaglia a fare il ministro-ombra, due magistrati capigruppo Pd nelle commissioni... Un esponente del governo una volta mi disse: quando parlo di giustizia con voi, mi sembra di avere di fronte l'Anm".
Insomma, purtroppo molti non son d’accordo con noi: D’Alema, Violante che mette magistrati in posti di rilevanza politica ed istituzionale; tutti insieme a vedere di …..riformare.
Confidiamo nella pervicacia di Bossi che scalcia per il federalismo.
Un caro saluto
Rispondo volentieri alle acute osservazioni di Domenico Barone.
RispondiEliminaQuella prevista dall'art. 11 cpp è una speciale competenza che il Legislatore volutamente disancora dal territorio.
Questo proprio perché non si vuole che i magistrati siano giudicati da colleghi che operino nel loro stesso "ambiente".
Sarebbe una contraddizione in termini, dunque, pervenire alle conclusioni da Lei suggerite.
Ho cercato di spiegare che la lettura della norma, secondo il significato proprio delle parole, suggerisce che l'incompatibilità funzionale è prevista soltanto per eliminare l'offuscamento dell'imparzialità e dell'indipendeza quando esso discenda dai "rapporti" personali del magistrato con talune categorie di persone, non anche nelle residue ipotesi.
Nicola Saracino
Il giudizio storico-politico su Massimo D'Alema e Luciano Violante farà conoscere ai posteri se sono stati una maledizione e fino a che punto sono stati (se lo sono stati) dannosi per l'Italia.
RispondiEliminaAdesso conta solo il giudizio del corpo elettorale, che equivale a zero, posto che il voto di preferenza è stato abolito e che nessuno, o quasi, lo vuole reintrodurre.
E allora ?
Posso solo pensare "In Deo confitemur", come quando l'ignoto, il futuro sfuggivano ad ogni valutazione razionale e si faceva ricorso alla fede (chi ce l'aveva).
L'uscita di Bossi sembre quasi esclusivamente propagandistica, destinata alla sua gente e in vista delle elezioni al parlamento europeo.
Infatti, il calendario di discussione della riforma federale è ormai stabilito da tempo.
Non solo. Ignazio La Russa (chissà perchè sempre lui) ha detto che si può trattare di riforma della giustizia (ovviamente quella penale in primo piano) ad una Camera e di federalismo fiscale nell'altra.
Quanto alla necessità della maggioranza qualificata per riforme costituzionali, l'unico vero baluardo è questo: il referendum costituzionale confermativo, necessario quando in terza lettura basta la maggioranza assoluta.
A mio avviso però è un falso baluardo, perchè solo l'IdV di Antonio Di Pietro resta assolutamente contraria ("Giù le mani dalla giustizia" recita lo slogan dipietresco), Lorenzo Cesa non vede l'ora che si faccia e anche nel PD, come sappiamo.
Siamo già al "Si salvi chi può" ?
Forse, speriamo di no, ma temo proprio di sì.
Salve, seguo, con molta apprensione e partecipazione, assieme ad altri amici, la vicenda (enorme) che parte da “Poseidone” e non si sa dove va a finire.
RispondiEliminaIn questi giorni sarà discussa dal CSM la richiesta di trasferimento del procuratore di Salerno, dott. Luigi APICELLA, reo di aver eseguito il proprio dovere, risultando evidentemente “scomodo”.
In merito abbiamo deciso di costituire un gruppo su Facebook (”Solidarietà al procuratore di Salerno dott. Luigi APICELLA” - http://it-it.facebook.com/group.php?gid=43315477898) per manifestare solidarietà al procuratore APICELLA e chiedere un intervento del Presidente della Repubblica.
Vi chiediamo di aderire dare il vs contributo.
Tra l’altro, spiegare a qualcuno la faccenda, enorme appunto, è ancora molto difficile e ci vorrà del tempo. Probabilmente sarebbe opportuno iniziare a rendere disponibile al pubblico in rete del materiale, soprattutto dei video.