di Giuseppe Panissidi
(Ricercatore nell’Università della Calabria)
da Il Messaggero.it
“Di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere” (L.Wittgenstein)
Il prossimo 10 gennaio, il Consiglio Superiore della Magistratura, in sessione straordinaria, esaminerà una richiesta urgente, quanto eccezionale, avanzata da uno dei due titolari dell’azione disciplinare, il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, a mente, si suppone, dell’art. 14, c. 2, del codice di disciplina per i magistrati. Concerne il trasferimento, “in via cautelare e provvisoria”, del Procuratore della Repubblica di Salerno, Luigi Apicella, in sospetto di devianze nei confronti di magistrati di Catanzaro, in ordine ai quali, presso il suo ufficio, si è da tempo radicata una specifica competenza a conoscere ed agire.
Tanta tempestività, pur sorprendendoci ammirati, non può esimerci da qualche domanda.
E, per cominciare, un punto dev’essere subito chiaro: l’attività della Procura salernitana, originariamente, si è concentrata sull’ex pm De Magistris, chiamato in causa dagli esposti inoltrati dai vertici giudiziari di Catanzaro.
Ma fino ad allora, nulla quaestio, tutto sembrava regolare e nessuno evocava metafore belliche, in tema di relazioni fra magistrati e uffici giudiziari.
Questo irenico scenario istituzionale muta di colpo dopo l’archiviazione della posizione di De Magistris e si carica di una concitazione quasi palpabile, quando l’attenzione di Salerno, in costanza di specifiche emergenze investigative, s’indirizza verso i suoi accusatori.
Si profila, ex abrupto, come un’eterogenesi dei fini, peraltro polmone classico della storia.
Una tempesta perfetta, che genera un drammatico e complesso corto circuito politico-istituzionale, con rilevanti implicanze giuridiche.
In questo imprevedibile contesto, si registra un primo, significativo passaggio con il trasferimento a Napoli del magistrato, già in precedenza sollevato dall’inchiesta-Mastella, per asserita incompatibilità con il ministro, che ne aveva sollecitato e ottenuto l’allontanamento.
Ed ecco irrompere una prima, inquietante stranezza.
Nell’esercizio della giurisdizione, ogni eventuale situazione di ostilità fra soggetti processuali, idonea a determinare l’incompatibilità di un magistrato rispetto a una specifica res iudicanda, deve tassativamente riguardare epoche e fatti precedenti ed estranei al procedimento de quo. Non mai quel medesimo procedimento. A salvaguardia del principio costituzionale del giudice naturale, per diritto, dottrina e giurisprudenza, uniformi e costanti.
Sicché il CSM, anziché (o, quanto meno, prima di) affrettarsi a trasferire De Magistris, avrebbe dovuto rimuovere gli autori dello scippo.
Dei quali ultimi, invece, ha (molto) misteriosamente omesso di occuparsi anche dopo, ancorché da tempo perfettamente informato. E, comunque, nessuno, in questa fase, evocava ancora il modello simbolico della guerra.
Trascorso, nel silenzio, quasi un anno dalla prima informativa al CSM, la procura campana ha scontato l’impervia necessità d’intervenire direttamente in Calabria, al fine di acquisire le copie di quella documentazione che pervicacemente – tipica forma di obstruction of justice, fattispecie delittuosa fra le più gravi di ogni ordinamento giuridico democratico, come quello USA! – le venivano negate.
Prova ne sia che (soltanto) ora ha potuto conseguirne la disponibilità, previa consegna spontanea da parte dell’AG di Catanzaro. Ad ulteriore, inequivoca conferma – ove mai necessaria – del suo buon diritto.
Una documentazione ritenuta indispensabile, a fini probatori, per l’autotutela costituzionale del processo, di recente richiamata dallo stesso Capo dello Stato, nonché presidente del CSM, e per le “determinazioni inerenti l’esercizio dell’azione penale”.
Obbligatoria. Fino ad abrogazione prossima ventura.
Quanto alle lamentate modalità, pretestuosamente definite “sconcertanti”, della rituale perquisizione di un comune (o no?) cittadino/ magistrato, indiziato – salva la presunzione di non-colpevolezza – di gravi delitti (anche in danno di De Magistris) mette conto osservare che zaini e corpi non godono del beneficio di extraterritorialità,mentre possono ben occultare - logica/fisica! - tracce di reato, come documenti, cellulari o quant’altro. Di sicuro, non armadi. Che, del resto, nessuno cercava.
Come si può agevolmente constatare, nessuna guerra, né prima, né dopo. Per la guerra, si sa, bisogna sempre essere almeno in due, mentre nel caso in esame abbiamo visto soltanto un abuso da una parte sola, scopertamente. Da parte di indagati, che non hanno esitato a bloccare un’operazione legale di sequestro, disposto ed eseguito dall’AG procedente.
Lo Stato costituzionale di diritto – non di rovescio - a quanti e quali altri indagati concede privilegi siffatti? Come quello, se possibile ancora più dirompente ed eversivo, di avviare procedimenti strumentali nei confronti del proprio giudice. Il quale – s’impara persino alla scuola d’infanzia – in caso di illeciti, può e deve essere giudicato esclusivamente da altro giudice terzo, il suo. Non certo dai suoi indagati, nemmeno a carnevale!
Malgrado ciò, di questa vicenda si è blaterato a iosa, quasi sempre a sproposito, anche ai livelli più elevati. Una completa carenza di dinamiche, analitiche e pratiche, oggettivanti, che suggerisce una precisa domanda: esattamente, quale è la posta in gioco? Quali le ragioni sottese a questa nebulosa commistione di responsabilità vere e falsità manifeste, nella hegeliana “notte in cui tutte le vacche sono nere”? Forse “è sempre guerra”? (Tolstoj) perché “finché c’è guerra, c’è speranza” (Sordi) quella confusione, che suole rendere le situazioni eccellenti, sotto il cielo?
Fino al punto di rinunciare a comprendere e/o ostacolare il comprendere, la più nobile attività dello spirito, quel sapersi collocare sulla cerniera fra un prima e un dopo, dentro la relazione che li stringe.
Rinveniamo una limpida traccia di senso in un riferimento puntuale, sufficiente ad inquadrare correttamente il merito, purtroppo assente nel dilagare degli sproloqui, di chiacchiere impotenti o, peggio, in mala fede.
In solenne concomitanza con il Natale, va in scena un evento straordinariamente straordinario, che vagamente somiglia a un miracolo: la moltiplicazione, a Catanzaro, non di pani e pesci, ma di … investigati, anzi, di pre-avvisati d’incriminazione, i quali, come d’incanto, sono passati dai 30 di De Magistris a 106.
Con le conseguenti,immediate e inaudite dimissioni di un senatore della Repubblica, all’avanzare di inchieste liquidate, fino a ieri, come “insostenibili” da legioni di politici e opinionisti, sull’intera gamma dei media. Inchieste, in merito alle quali un altro pm – non il rimosso De Magistris, né il rimovendo Apicella (lui, o l’intero ufficio … fisico?) – nell’abbandonare, sua sponte, la procura di Catanzaro, alla volta di Crotone, dichiarava (a RAI Calabria): “Operano in una prospettiva di stralcio e archiviazione, vado via!”.
E che sarà mai accaduto … dopo?
Sennonché, giunti a tal punto i conti non tornano più.
A causa di un singolare e inesplicabile (concettualizzato in dottrina!) travisamento del fatto: De Magistris è stato rimosso per condotte in eccesso. Non in difetto, notoriamente.
Al contrario – ora è patente – ha tenuto un profilo piuttosto basso, muovendosi, e contenendosi, entro un orizzonte investigativo sottodimensionato! Un equilibrio davvero invidiabile.
Sicché, l’unione nazionale dei penalisti non ha ragione alcuna di preoccuparsi per il suo equilibrio, paventando imprecisati rischi. Forse in connessione con il suo odierno ruolo di giudice del riesame, che deve occuparsi della tangentopoli a Napoli, mentre lo si preferirebbe giudice a … Berlino?!
Certo è che questo magistrato, palesemente non-eccellente, è stato sottratto dallo Stato alle aule di Giustizia della Calabria. Con buona pace di quanti quotidianamente denunciano la sottrazione, da altre aule di legge, di imputati eccellenti.
Una perfida nemesi, sotto mentite spoglie di par condicio. Serviti.
Ora, però, ci sentiamo immersi, in un brutto pasticciaccio. Di Stato.
Un impressionante coacervo di contraddizioni incomponibili, inopinatamente innescate dalla (temeraria e non dominabile) presenza di un giudice a Berlino/Salerno.
Un variopinto caleidoscopio di sussurri e grida. Che esibiscono una palmare evidenza: ne va dello Stato. Del suo incessante, faticoso, eppur costitutivo, bisogno di gabellare come vere e giuste cose che sono e appaiono semplicemente … necessarie.
Perché “lo Stato sa ciò che vuole” – al pari dei suoi gruppi dirigenti – a differenza del migliore dei suoi cittadini, e “persegue i suoi fini con ogni mezzo ritenuto idoneo” (G.W.F.Hegel o M.Weber o …)
Pura negatività etica? No di certo. Semmai, una consapevolezza siffatta, lucida e dolente, disvela qualche arcano, un consolante paradosso.
Non è poco, in un paese dalla verità molto elastica. E dalla coscienza oltremodo indulgente. Oltremodo.
In proposito, e conclusivamente, non sfuggirà che la norma invocata dal procuratore generale della Cassazione, in ragione della sua indole cautelare, statuisce la (improbabile) “provvisorietà” del trasferimento.
Di talché, se in Parlamento, bipartisan, si provvedesse a estendere anche a lui il lodalfano, il dott. Apicella, al suo rientro a Salerno, magari in virtù di una giustizia disciplinare (auspicabilmente) clemente, potrebbe riassumere, scongelata, la sua inchiesta, nelle more sospesa per legge dello Stato. Non sembri un’idea esilarante, non mira al sorriso. C’è forse da ridere in questa storia?
Ho appreso la notizia della morte della mamma di Pino Masciari.
RispondiEliminaA lui e alla sua famiglia il nostro abbraccio sincero e la nostra vicinanza.
Luciana
Ho letto un pò non tutto
RispondiEliminama ciò mi ha posto un dubbio
chi o cosa è il braccio operativo della corte costituzionale,
grazie, antonello pititto
contadino, cittadino, giardiniere, non un suddito.
Semplificherei tutta la discussione del post ( molto curata nei dettagli e di questo ringrazio sentitamente la redazione tutta) con una unica frase. Assolutamente Vergognoso quello a cui stiamo assistendo dal momento in cui è stata sottratta la/e indagini al dott De Magistris. Però desidererei,visto che ci troviamo su un blog di magistrati e di avvocati e cmq di persone che orbitano nel settore,ma dopo tutte le spiegazioni e le vicissitudini più o meno riportate dei vari organi ai quali parte della categoria appartiene ( mi riferisco a tutte le sigle che conoscete della magistratura ANM,CSM ETC ETC) cosa concretamente pensate o meglio è in vs potere legittimo fare sia per la vicenda specifica ma a fronte di essa anche per tutto quello che ne sta causando eventualmente su altri processi con più o meno le stesse modalità comportamentali. grazie e buon lavoro a tutti
RispondiEliminaE' troppo tardi per organizzare un grandissimo, silenzioso, GIROTONDO il 10 gennaio attorno alla sede del CSM? So che non può servire a far sì che la quella decisione possa essere giusta e diversa da quella annunciata con la stessa sollecitazione dell’azione disciplinare. Però potrebbe servire a far sentire meno solo chi si prepara ad esserne la vittima diretta. E potrebbe servire a noi, che ci ostiniamo a credere ancora nella giustizia, che forse qualche speranza ancora c’é.
RispondiEliminaNanni64.ilcannochiale.it
Il quadro di ciò che è accaduto negli ultimi mesi, nonché di ciò che si appresta ancora ad accadere, è chiarissimo, grazie all'opera di informazione svolta da questo blog e da poche altre fonti indipendenti (un sentito grazie, in particolare, tra queste, a quello di Vulpio, a cui va tutta la ns. solidarietà per quanto accadutogli al Corriere).
RispondiEliminaUn sentito grazie va naturalmente anche all'autore di questo ulteriore contributo.
Mi chiedo a questo punto però, condizionato in ciò certo anche dalla mia incallita ingenuità, se davvero non si possa fare qualcosa di concreto, in questa fase, per tentare di impedire che si consumi l'ennesimo scempio: mi riferisco all'imminente trasferimento del procuratore capo di Salerno, cui certo farà seguito quella di altri p.m. dell'ufficio.
Credo che "uscire all'esterno della rete", per così dire, in questa fase sia non solo possibile ma anche utile, anzi necessario.
Almeno ci avremo provato...
Perdonate la frettolosità di questo post, scritto davvero di getto, ma sono davvero costernato dagli ultimi eventi
Saluti fraterni a tutto il blog.
Vs. Avvilito
Il quale – s’impara persino alla scuola d’infanzia – in caso di illeciti, può e deve essere giudicato esclusivamente da altro giudice terzo, il suo. Non certo dai suoi indagati, nemmeno a carnevale!
RispondiEliminaCARNEVALE, why not?
Potremo quindi avere al vertice della magistratura di legittimità un uomo che, dopo l'omicidio di Giovanni Falcone, riusci' a definirlo come "un cretino, indegno di essere rispettato anche da morto".
A Nanni64 e ad Avvilito.
RispondiEliminaCari Amici,
anzitutto, grazie davvero e di cuore per la Vostra presenza qui fra noi. Nulla è scoraggiante come la solitudine.
E grazie anche per la Vostra preziosa solidarietà.
I colleghi di Salerno ne hanno molto bisogno e ogni contributo è unico e prezioso.
Dunque, ognuno faccia ciò che sente nel cuore per dare il suo contributo a una causa che non è quella di singole persone, ma quella più generale della difesa di una democrazia che va davvero a pezzi.
Perchè non sembri che noi non si stia facendo tutto quanto possibile per questa causa, può essere utile sapere che il Procuratore Apicella e i colleghi Gabriella Nuzzi e Dionigi Verasani sono difesi dinanzi al C.S.M. proprio da Stefano Racheli e da Nicola Saracino, che sono tra i principali fondatori e animatori di questo blog.
E' un compito molto difficile e carico di responsabilità.
Non sappiamo cosa accadrà il 10 e poi ancora dopo.
Ciò che ci sembra certo è che siamo davanti a una deriva del nostro Paese che speravamo di non dover mai vedere, anche se ciò che da tanti anni è via via accaduto non poteva che portarci qui.
I beni preziosi non sono mai conquiste definitive. Sono, appunto, beni preziosi e vanno, dunque, difesi con amore a abnegazione.
Troppi nel nostro Paese hanno creduto di poter continuare a vivere in un mondo decente pur se facevano e fanno cose indecenti.
Ciò è una contraddizione che la storia si è sempre incaricata di punire.
Nessuno che abbia una consapevolezza di ciò che accade può tirarsi indietro o girarsi dall'altra parte.
Grazie a tutti e a ciascuno per ciò che siete e per ciò che fate.
E affrontiamo questo nuovo anno con la determinazione e la serenità d'animo di chi sa di non potere fare altro che ciò che deve (come spiega Italo Calvino nello scritto che è stato scelto come primo post dell'anno).
Il nostro obiettivo è poter dire alla fine, quando come accade inevitabilmente a ogni uomo si deve fare un bilancio, ciò che disse San Paolo: "Bonum certamen certavi, cursum currivi, fidem servavi".
Avremo commesso tanti sbagli, dovremo chiedere perdono di tanti peccati, ma sarebbe bello poter dire di avere fatto ciò che potevamo, ciò che, proprio perchè si poteva, si doveva.
La Redazione
La "scientificità" del contributo del Dott. Panissidi ha dato nuovo impulso alla mia ansia di verità sulla vicenda De Magistris-Apicella.
RispondiEliminaHo seguito da subito le "tortuosità" del "caso" presenziando ai sit-in davanti alla sede del CSM a Roma. In seguito ho monitorato i reseconti da "Radioradicale" delle sedute - spiritiche - che analizzate attentamente fornivano "ex-ante" la dimostrazione di dove si andasse a" parare" e sempre "a prescindere" dalle regole in vigore, e dalla pratica del "buon senso".
L'antefatto che mi ha indotto ad intervenire è quanto mi è capitato
nel pomeriggio.
In una conversazione con un mio amico, di professione avvocato in materia penale- essendo al corrente di come la penso sul caso De Magistris e delle mie iniziative a Suo favore - mi ha redarguito "brutalmente" sostenendo che fossi "un marziano", "fuori dal mondo",che non" sapevo stare al mondo" perchè - secondo lui non avevo le competenze "giuste" per promuovere la "causa" e che sopratutto non ne avevo i titoli e non potevo rivendicare alcun diritto.
La cosa mi ha molto amareggiato, al pensiero che le contestazioni mi venivano da un uomo che dovrebbe essere per sua natura "di legge"..............
Se questo è il background culturale,
cosa si deve fare perchè il nostro messaggio di verità si innervi nelle coscienze e nella testa dei più?
Io non mollo perchè la verità è maestra di vita.
Grazie.
Poiché le inchieste Why not sono state sottratte al legittimo procuratore (De Magistris), dunque l’obiettivo che si voleva raggiungere è stato portato a meta: distruggere l’azione investigativa e far conoscere agli indagati quanto più possibile e quindi nascondere o distruggerne le prove; non sarebbe meglio che si rendessero pubbliche così verrebbe meno il sistema mafioso citato nel titolo? “Di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere” (L.Wittgenstein)
RispondiEliminax Nanni:
RispondiEliminaanch'io penso che si dovrebbe andare a manifestare al Csm, non solo per esprimere solidarietà ai magistrati di Salerno, ma per far presente agli inquilini del palazzo che le loro azioni sono sotto gli occhi di tutti.
Io spero di esserci (se riesco a sganciarmi dal lavoro... )
Saluti.
PS Ma il sito di Vulpio che fine ha fatto??
Solo per dire che era mia intenzione esprimere, garbatamente, un punto di vista non perfettamente coincidente con l'articolo e i suoi commenti:
RispondiEliminail timore, però, di non esser compreso -con tutte le conseguenze- mi induce ad astenermi dall'esprimerlo.
In passato, su questo blog, in casi simili non ho avuto esperienze propriamente positive.
Buona sera.
Purtroppo, io sono molto pessimista, credo, anzi sono convinto che non ci sia nulla da fare per impedire che lo scempio delle istituzioni sia portato alle estreme conseguenze.
RispondiEliminaOgni levata di scudi, della quale sono stato partecipe, in difesa di Luigi De Magistris e di Clementina Forleo, non ha nemmeno rallentato l'incedere insorabile della macchina tritacarne della (in)giustizia disciplinare.
"Chi tocca i fili muore" recitava un tempo, oggi non so più, la segnaletica dei pali dell'energia elettrica.
E' raro che qualcuno si sia salvato dopo aver toccato i fili, in questo caso, trattandosi di fili metaforici, mai.
Questo splendido blog si chiama "UGUALE PER TUTTI", ma la mia convinzione è che, oggi più che mai, la legge non è uguale per tutti e che il nostro DNA di popolo mal assortito e 'inquinato' da secoli di dominazione straniera programmi i nostri politici nel modo che è sotto gli occhi di tutti.
Con ciò non voglio arrendermi, ma dico che per ora per strumenti di lotta ci sono solo le idee, che a quanto pare non bastano.
Per concludere, l'articolo di Giuseppe Panissiddi pecca di troppa cultura e linguaggio elitario, io l'ho letto con fatica e non sono sicuro di avere ben compreso il pensiero dell'autore.
Avrei voluto che fosse più chiaro, più esplicito, tutelandosi dietro i condizionali.
Il sito di Carlo Vulpio continua a non essere accessibile.
RispondiEliminaLuciana
PS
Per i gestori del blog.
Vorrei segnalarvi un articolino che parla proprio dei blog e di quanto invidiosi e sciatti siano i loro gestori e chi li frequenta.
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http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=318422
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Una vera perla di saggezza...
Quello che non riesco a capire è l'ostinazione del CSM che difronte a tante contraddizioni che la vicenda ha provocato, comprensibili nei loro esiti, anche a tanti non addetti ai lavori,porta a concludere che proprio dei magistrati sono indifesi difronte a possibili (se pure, è da presumere, eccezionali) violazioni di legge da parte del CSM, lesive dei propri diritti o interessi legittimi.
RispondiEliminaAlessandra
Tutto quello che succede in Calabria ha davvero dell'icredibile.
RispondiEliminaLoiero e Saladino sentiti dal Procuratore Generale Iannelli di cui è stato chiesto il trasferimento. Dico Bene o ad essere trasferito sarà solo Apicella per aver fatto il suo dovere di magistrato?
Il prof. Giuseppe Passinidi, con la sua prosa da ricercatore, ha destato in me la curiosità, e nello stesso tempo il piacere di scoprire termini desueti.
RispondiEliminaSecondo il mio modestissimo parere, il periodo: “ Si profila, ex abrupto, come un’eterogenesi dei fini, peraltro polmone classico della storia”, dal punto di vista linguistico semantico, mi è parso così perfetto da indurmi alla commozione.
Il poeta scrisse:
«La scrittura, l’arte del verbo, è veramente fra tutti i giochi mentali il più compiuto».
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Con il contesto, ciò che segue non c’entra nulla, ma leggendo di seguito i commenti, mi è balzato alla mente un antico ricordo, un episodio della mia vita, di quanto frequentavo la prima elementare.
Il secondo giorno di scuola, la maestra scrisse una nota sul mio quaderno, nella quale chiedeva che il giorno successivo, l’alunno, doveva recarsi a scuola, accompagnato da un genitore o da chi ne fa le veci.
A sera, quando rincasarono, i miei genitori, mi tempestarono di domande (rigorosamente in dialetto), tipo: “Cosa hai combinato? Sei sempre il solito!”. Ma io, non sapevo cosa dire. I rimbrotti fioccarono (rigorosamente in dialetto). A capo chino, con gli occhi affogati nel minestrone, finii la cena. Dal letto, poi, sentivo giungere la voce di mia madre che diceva: ”Cosa mai può aver combinato un bambino di sei anni?”.
Il sonno mi colse improvviso e la motivazione misteriosa di quella convocazione, restò molto misteriosa, soprattutto per me.
Era da poco finita la guerra, ed il pane bianco era ancora una rarità.
Quella mattina la zia Marghe, passò dal forno dove lavorava lo zio e si fece incartare due belle pagnottelle bianche, poi ci avviammo verso la scuola.
La maestra ci accolse in una saletta adiacente alla direzione e dopo che la zia, molto sommessamente, chiese: ”Signora Maestra cosa è successo?”.
La sig.ra Maestra, esordì: “Questo bambino, quando recitiamo in classe le preghiere, resta muto, non conosce nemmeno l’Ave Maria! Mi interessa capire come può accadere ciò, in una città civile e moderna come la nostra”.
La zia Marghe, si illuminò in volto e si chinò verso di me con il suo amabile sorriso e mi disse in dialetto: “ Gigin” (la zia amava chiamarmi così), recita le preghiere alla sig.ra Maestra.
Iniziai subito a recitare il rosario in latino come mi era stato insegnato dalla zia Marghe, la quale era nata alla fine dell’ottocento, sapeva parlare molto correttamente la sua “lingua madre, il genovese antico” e recitava a memoria le preghiere nella lingua usata nelle chiese durante le funzioni religiose.
A questo punto anche la sig.ra Maestra si rasserenò e dopo aver accettato l’omaggio offerto dalla zia, mi posò la mano sul capo e sorridendo (forse a denti stretti) mi accompagnò in classe.
Il sito di Calo Vulpio non e' piu' accessibile da qualche giorno.
RispondiEliminaGli ultimi due articoli, "Guerra Salerno/Catanzaro 3 e 4" (che avrebbero meritato un posto di rilevo anche qui) devono aver gettato sconcerto e provocato l'attacco "azzerante".
Per chi non avesse fatto a tempo a leggerli (io non li ho stampati purtroppo, ma li ricordo bene) ricostruivano, come sempre senza remore contro alcuno, gli interessi della famiglia del Dr. Cascini in Calabria, nel settore della sanita' privata.
E riportavano anche la circostanza curiosa - che nessun giornale ha riferito e che, a quanto pare, nessuno scandalo ha provocato nell'ambiente della magistratura - che alla audizione dei pm salernitani hanno partecipato con ruolo attivo (cioe' facendo domande) anche due membri ormai cessati del CSM, notoriamente legati ad indagati eccellenti delle inchieste scippate a De Magistris.
Per molto, molto meno in America diversi anni fa scoppio' lo scandalo Watergate che ribalto' l'amministrazione dello Stato piu' potente del mondo; ed in altri Paesi si accende un moto di sdegno nella opinione pubblica.
Da noi i giornalisti d'assalto, quelli che vanno alla ricerca dei fatti senza farsi intimorire da alcuno, vengono confinati in spazi ridotti e poi, alla prima occasione, "bannati".
E' ormai ovvio che le notizie non debbono circolare sulle inchieste calabresi che si stanno svelando sempre piu' chiaramente come l'esempio clamoroso di come vanno le cose in Italia. Dell'esistenza di un radicato sistema che trova conferme in altre inchieste che colpiscono esponenti politici di tutti gli schieramenti e che vengono sistematicamente dipinte dalla stampa, all'unisono, come stravaganze di giudici in cerca di notorieta' giornalistica (mentre, a leggere le fonti investigative, i fatti accertati sono assolutamente da brivido e non lasciano spazio ad equivoci....).
Agli amici del blog dico che tutti quelli di noi che, nel proprio piccolo, hanno fatto qualcosa per non voltare la testa dall'altra parte, pur nel quadro sconfortante dei continui attacchi che debbono subire quelli che decidono ossequio solo alla legge, sappiano di aver sostenuto la battaglia mantenendo ferma la fede in un valore che merita d'essere protetto ed affermato anche contro ogni forma di aggressione e per il quale merita d'essere sostenuto qualunque personale pericolo.
Che si possa vincere essendo nel giusto non deve mai essere messo in dubbio.
Al Dr. Racheli e al Dr. Saracino, che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare in questi mesi di "vicinanza", va il nostro incondizionato sostegno e l'augurio che il loro sforzo, sostenuto dal comune nostro sentire che la legge DEVE essere uguale per tutti, possa portare alla affermazione della giustizia.
Buon Anno Nuovo a tutti!
Siamo in un paese vergognoso... ma purtroppo una buona parte della responsabilita' e' dei cittadini che se ne infischiano un po' troppo del futuro del proprio paese.
RispondiEliminaPaolo Marmiroli
www.paolomarmiroli.com
www.informarmy.com
X Francesca: il blog di Vulpio è di nuovo attivo, anch'io ho provato più volte perché temevo... il peggio. Ma gli articoli su Salerno - Catanzaro provvedo a salvarli, non si può mai sapere. Anche sul blog "Toghe Lucane" vi sono materiali interessanti, salverò qualcosa anche da lì...
RispondiEliminaAvvilito
P.S. In bocca al lupo al dott. Racheli ed al dott. Saracino per l'immane compito che li attende ma purtroppo anch'io, come l'utente Jovi, non sono molto ottimista...
Naturalmente tutta la solidarietà possibile al dott. Apicella.
Per concretizzare la solidarietà al
RispondiEliminadott.Apicella, Vi partecipo che su Facebook.com potete trovare un appello al Presidente della Repubblica -
a favore del Dott. Apicella.
Se ne condividete il contenuto sottoscrivetelo e date circolarità.
In attesa di ulteriori iniziative e per superare la "retorica" di comodo
e le "disquiisizioni" metalinguistiche, convergiamo sull'obiettivo che ci unisce:
raggiungere la piena verità dei "fatti" di Catanzaro.
Da PEPPE SEVERGNINI:
"Chi vale vive /chi vive spieghi/Chi spiega ascolti/chi ascolta vale".
Un "in bocca a lupo" - sperando che questa volta crepi .
Se ci sarà una catena umana davanti al CSM io per l'ennesima volta ci sarò.
Il dilemma è:
trasferiteci tutti o lavoriamo per
trasferire "loro" mobilitandoci in
massa.
A dopo, vincenti!!
Anch'io sono dell'idea che sabato mattina dovremmo vederci tutti per un "caffé" a piazza Indipendenza?
RispondiEliminaCredo proprio che sia ora di mostrare la nostra piccola presenza a compenso dell'assenza di tutta quella cittadinanza che a tutt’oggi sembra non voler capire e resta latitante!
Non sarà un girotondo... non sarà una manifestazione... forse non sarà neanche un presidio, solo una testimonianza di presenza.
Ma dobbiamo esserci.
Non possiamo davvero permetterci di continuare a guardare senza prendere una posizione attiva.
Credo che d’ora in poi dovremmo essere sempre presenti ad ogni occasione, come fossimo tutti figli legittimi del “convitato di pietra”.
Come specchi dell’anima delle cattive coscienze, forse non vinceremo, ma non saremo noi ad abbassare lo sguardo.
Per favore riflettiamoci bene...
Non sono un magistrato, non sono un avvocato, ma una cittadina che segue questo blog con grande interesse e con grande speranza.
RispondiEliminaIl momento è cruciale.
I giornalisti (alcuni) hanno fatto il loro dovere di informazione.
Ora ritengo che sia giunto il momento che i magistrati comincino ad agire più concretamente che non scrivendo su un blog che, per quanto ben fatto ed apprezzabile, resta una palestra per pochi intimi.
In questo momento così importante noi cittadini confidiamo molto in una decisa azione dei magistrati.
Grazie Anonimo delle 23.33: provo ad andare su Facebook.
RispondiEliminaSe qualche utente avesse informazioni di altre iniziative, per favore può postarle (non credo che la Redazione sia contraria).
Avvilito
per l'Anonimo 6 gennaio 23.33
RispondiEliminaLe dispiacerebbe postare il link dell'iniziativa su facebook?
Ho cercato da sola ma non sono riuscita a trovare niente.
Grazie.
Un milione di firme contro Lodo Alfano
RispondiEliminaDi Pietro: "Entro 2010 altri referendum"
http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/politica/giustizia-6/referendum-firme-lodo/referendum-firme-lodo.html
E annuncia la raccolta di altre per firme per altri referendum tra cui quello sulle intercettazioni...
buon 2009 a tutti coloro che vogliono riacendere speranza a questo DISASTRATO paese ITALIA ---- www.giannichinellato.it www.controletruffe.com maitruffe@hotmail.it 347 3076527 AUGURANO CHE QUEST ANNO SI COSTRUISCA TUTTI ASSIEME UNA CORAZZATA PER FAR FRONTE A TUTTI GLI ENORMI PROBLEMI DI QUEST ITALIA ---- INIZIANDO A GETTARE LE BASI AL PROSSIMO V DAY di GRILLO ( E GRILLO APRA LE ORECCHIE )per UN GRANDE PROGETTO di 1000 PROGETTI -- PARTENDO DALLA VERA LEGGE CLASS ACTION DURA IN ITALIA , obiettivo 2 000 000 di firme nelle piazze . ----andrea cogo
RispondiEliminaPER CINZIA:
RispondiEliminahttp://www.facebook.com/home.php#/s.php?ref=search&init=q&q=procuratore%20apicella&sid=aabdefaf896d8fdac68c550bb8ce13e5
Csm, i magistrati contro Mancino
RispondiElimina"Stupiti da parole che preoccupano"
http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/politica/giustizia-6/reazioni-mancino/reazioni-mancino.html
Cara Cinzia,
RispondiEliminaregistrati in FB se non lo sei.
Diventa amica di Aldo Pecora e/o Sonia Alfano quindi puoi iscriverti al gruppo Solidarietà al Proc. Apicella e firmare l'appello.
A presto
Forse, senza rendercene conto, in mezzo secolo, abbiamo propiziato la dimostrazione del noto teorema, espresso con un aforisma, da A. Einstein
RispondiEliminaLa teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché.
Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché!
Why Not: ecco cosa ha detto Saladino oggi in Procura
RispondiElimina...quanto pubblicato da Agora Vox sono gli appunti ufficiali di Saladino (il benefattore) che sono stati inviati alle redazioni giornalistiche.
Purtroppo sono già intrappolata su facebook, anche se ormai lo uso solo come un muro dove affiggere le mie proteste e le cause da sostenere.
RispondiEliminaComunque, grazie del link, ho trovato la pagina giusta e mi sono iscritta al gruppo di sostegno per il proc. Apicella.
Sono rassicurata dal fatto che il Dott. Apicella, cui va tutta la mia solidarietà, sarà difeso da due ottimi e valenti magistrati come i Dottori Racheli e Saracino. Complimenti davvero per il Vostro lavoro meritorio di difesa della Verità.
RispondiEliminaIeri sera ho assistito disgustata allo spettacolo dei politici inquisiti che parlavano senza alcun contraddittorio e tessevano il proprio panegirico e autodifesa, facendo apparire i magistrati che indagano su di loro come degli incompetenti e dei persecutori mossi da finalità poco chiare. Bruno Vespa ha superato se stesso in cortigianeria e disonestà intellettuale. E' davvero difficile resistere alla loro assordante propaganda, rassicura sapere che ci siete Voi.
Con rinnovata stima,
Irene
p.s.: invito l'anonimo che ha timore di esprimere il suo dissenso ad esprimersi senza timore. Sarei molto interessata a leggere il suo parere e lo invito a non avere timore del confronto. Sono sicura che verrà ascoltato con attenzione e civiltà, come sempre è avvenuto in questo blog. Il dissenso aiuta a meglio mettere a fuoco i problemi, e a vederne le diverse sfaccettature.
Allora aspetto il tuo commento, caro Anonimo! :-)
Irene
Se le notizie che L'Espresso pubblica si dimostreranno "fondate" all'interno del CSM gli equilibri potrebbero cambiare.
RispondiEliminaForse non sarà trasferito il "predestinato" ma un "insospettabile" - speriamo!!!!
La verità si avvicina ma non molliamo!!!!
Il nostro beneamto ministro "con GROSSO portafoglio", Alfano, ha davvero raggiunto l'apice.
RispondiEliminaNemmeno per De Magistris era arrivato a tanto: chiedere addirittura che Apicella venga sospeso dalle funzioni e dallo stipendio.
Ansa:
Alfano chiede il trasferimento di 7 toghe di Salerno e Catanzaro
Il ministro della Giustizia AlfanoTrasferimento di sede e di funzione per sei magistrati di Salerno e Catanzaro al centro dello scontro senza precedenti tra procure, e come ulteriore misura peggiorativa nei confronti del procuratore di Salerno, Luigi Apicella, di cui il pg della Cassazione ha gia' chiesto il trasferimento cautelare, la sua sospensione dalle funzioni e dallo stipendio.
E' la richiesta, in via d'urgenza, che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha firmato nella tarda serata di ieri e che - secondo quanto appreso dall'ANSA - sara' inviata alla sezione disciplinare del Csm, gia' convocata per domani, sabato 10 gennaio, con all'ordine del giorno la precedente richiesta del pg della Cassazione di trasferire ad altra sede e ad altre funzioni soltanto Apicella.
Luciana
Caro Anonimo (22.54) quali sono queste notizie di cui parli? Io per ora le uniche notizie che ho sentito sono queste... e non sono per niente buone..
RispondiEliminaANSA 2009-01-09 08:32
DE MAGISTRIS, ALFANO: VIA 7 'TOGHE' A SALERNO E CATANZARO
ROMA - Trasferimento di sede e di funzione per sei magistrati di Salerno e Catanzaro al centro dello scontro senza precedenti tra procure, e come ulteriore misura peggiorativa nei confronti del procuratore di Salerno, Luigi Apicella, di cui il pg della Cassazione ha già chiesto il trasferimento cautelare, la sua sospensione dalle funzioni e dallo stipendio. E' la richiesta, in via d'urgenza, che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha firmato nella tarda serata di ieri e che - secondo quanto appreso dall'ANSA - sarà inviata alla sezione disciplinare del Csm, già convocata per domani, sabato 10 gennaio, con all'ordine del giorno la precedente richiesta del pg della Cassazione di trasferire ad altra sede e ad altre funzioni soltanto Apicella.
Oltre all'atto di incolpazione nei confronti di Apicella, gli altri magistrati di Salerno di cui Alfano chiede il trasferimento cautelare d'ufficio in via d'urgenza, sono i sostituti Gabriella Nuzzi e Dionigio Versani, che hanno messo sotto inchiesta i colleghi di Catanzaro e che hanno firmato il sequestro del fascicolo 'Why not' dopo le denunce di Luigi De Magistris (l'ex pm di Catanzaro titolare di quell'inchiesta fintanto che non gli è stata avocata). I magistrati di Catanzaro colpiti dal provvedimento del Guardasigilli sono invece il procuratore generale Enzo Jannelli, i sostituti Alfredo Garbati, Domenico De Lorenzo e Salvatore Curcio: si tratta delle toghe che hanno firmato il provvedimento di controsequestro del fascicolo 'Why not' e che hanno a loro volta messo sotto inchiesta i colleghi salernitani. In questo modo, al termine di un'istruttoria avviata dal suo ispettorato, il ministro Alfano ha esercitato con pugno di ferro l'azione disciplinare, potere che condivide con il procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito. Se però per quest'ultimo l'azione disciplinare è un obbligo di legge, per il Guardasigilli è una facoltà. Che Alfano ha voluto esercitare appieno, andando anche oltre la misura cautelare chiesta dal Pg della Cassazione soltanto per Apicella.
Contr'ordine....mi dovete sopportare fino al 21 aprile!
RispondiEliminaQuindi, le lettere dei tre giorni di assenza:
Gentile De Luca,
alcune immagini si fissano in maniera indelebile nella mente! Una di queste, fissatasi nella mia, è stata quella vista nella trasmissione “Scherzi a Parte” alcuni anni fa, in cui Del Turco invitato a parlare di un noto e famoso pittore si è cimentato in un lusinghiero ritratto dell’artista. Per interromperlo è stato necessario l’intervento del cronista che lo avvisava che il soggetto sul quale si stava esibendo non era mai esistito e la trasmissione a cui stava rilasciando la sua intervista era Scherzi a Parte.
Quando è stato arrestato Ottaviano del Turco mi è ritornato in mente questo episodio, da alcuni giorni si è riacutizzato. È successo grazie alle continue pubblicazioni da parte del Corriere della Sera di lettere di deputati, senatori, storici, nonché editorialisti dello stesso giornale che fanno a gara a chi ne dice di più a garanzia dell’onestà di Del Turco e contro i giudici che lo hanno arrestato. Che dire?!?! Felice del taglio garantista che contraddistingue il maggiore quotidiano italiano. Per chi non crede, basta verificare la fine che il suo direttore ha fatto fare all’inviato Carlo Vulpio che si ostinava a scrivere del caso Catanzaro-Salerno-de Magistris non in termini allineati al garantismo degli inquisiti coinvolti: rimosso!
Il diellino senatore Sergio Tonini, sull’edizione odierna, addirittura, si dice incapace di immaginare Del Turco che si intasca dei soldi. Neanche io credo che Del Turco si sia intascato i soldi, ma sul fatto che l’Italia è amministrata in maniera fraudolenta dal centro alle estreme periferie, salvo poche eccezioni, non v’è alcun dubbio! D’altronde, solo i cieco-sordo-muti potrebbero non accorgersene. Ed il Corriere della Sera, ovviamente!
Con la solita stima bartolo iamonte
Gentile De Luca,
sull'indegnità delle mafie e dell'Italia!
Negli anni scorsi avevo chiesto all'Avvocato Giuliano Pisapia di assumere la difesa nel mio Kafkiano processo, iniziato sulla base del riconoscimento fotografico da parte di uno sconosciuto che mi indicava quale affiliato alla 'ndrangheta ed erroneamente come figlio di un boss. Successivamente, si sono aggiunti altri tre sconosciuti con medesimo riconoscimento fotografico e dichiarazioni che mi accusavano ulteriormente del nulla! Il Professore Pisapia mi ha gentilmente risposto che la mia vicenda processuale era complessa e lui era oberato di lavoro per potersene occupare!
Oggi, intervistato dal Corriere della Sera sul caso di un imputato che recatosi in una caserma dei carabinieri ha ammesso di aver commesso l'omicidio per il quale era stato assolto in via definitiva, Pisapia risponde “...la confessione non è mai stata considerata una prova regina. Non è sufficiente neppure per ottenere una revisione del processo, dove servono riscontri oggettivi tanto fondati da superare i tre gradi di giudizio....”.
Ecco l'indegnità dell'Italia: tra qualche mese andrò a scontare tre anni di carcere per non aver mai commesso alcun reato in vita mia!
Ed ecco ancora l'indegnità delle mafie e degli operatori del diritto: quando si tratta dei “signor nessuno” accusati di mafia, i processi sono complessi e si rifiuta la difesa; quando si tratta di veri mafiosi, con parcelle milionarie, il processo viola tutta una serie di diritti a partire da quelli fondamentali previsti dalla Carta Costituzionale e si può benissimo giungere all'assoluzione!
Se i miei figli e miei familiari verranno a trovarmi in carcere, saranno anche loro degli indegni: meriterei non tre bensì, 30 anni di carcere. Se non mafioso, in un paese di indegni, bisogna diventarlo!
Con la solita stima bartolo iamonte.
Gentile De Luca,
mio nipote, 9 anni, mi ha chiesto: “zio, chi sono i mafiosi?” Per lo stato italiano, io e tuo padre! I veri mafiosi, invece, sono proprio coloro, corrotti, che, in nome dello stato, ci hanno fatto arrestare. Esempio: nella tua classe, mi hai detto che ci sono zingarelli e bambini disabili che altri tuoi compagni prendono in giro. Ecco, da grande, quando farai il magistrato, anziché servire lo Stato, opererai al servizio mio e di tuo padre e farai arrestare i tuoi compagni disabili e zingarelli, “gridando”, forte, che sono dei pericolosi mafiosi! Ma zioooooooooooo.... io da grande non voglio essere un mafioso, voglio essere come te e papà! Saranno i bambini a salvare questo paese, o non lo salverà più nessuno!
Con la solita stima bartolo iamonte.
I magistrati indagati che mettono sotto inchiesta i magistrati che stanno indagando su di loro. Ciò che trovo più sconcertante, a parte l'atteggiamento del CSM, ormai ridotto a mero organo esecutivo del volere dello pseudo-ministro di Grazia e Giustizia ex-segretario personale del Premier indagato (allucinante!), è l'atteggiamento del Presidente della Repubblica, che non è affatto digiuno di diritto e sa perfettamente cosa sta accadendo e non fa nulla per impedire questo scempio.
RispondiEliminaIrene
La mia era naturalmente una speranza dopo aver letto l'articolo
RispondiEliminache indico di seguito ma devo registrare che non ci sono reazioni
di alcuna sorta:
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-2524.htm
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
X Stefano Racheli e Nicola Saracino...
RispondiEliminaVolgo uno speciale in bocca al lupo... sperando che dall'altra parte non sia davvero già tutto deciso...
Fate del vostro meglio... ora + che mai.
L'atto di incolpazione più deciso è quello nei confronti di Apicella, che ha regito con una mossa a sorpresa, decidendo di ricusare la sezione disciplinare del Csm
RispondiEliminaperché - sostiene - diversi suoi componenti hanno partecipato alle sedute nelle quali si è affrontato il caso De Magistris".
Cari giudici dobbiamo cambiare
RispondiEliminadi Peter Gomez
Correnti. Relazioni pericolose. Raccomandazioni. Tocca ai magistrati riformare se stessi. Per frenare le mire della politica. Parla il nuovo vice di Palermo. Colloquio con Antonio Ingroia
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cari-giudici-dobbiamo-cambiare/2056008&ref=hpsp
Sicurezza Bluff
RispondiEliminadi Gianluca di Feo
In aumento stupri, rapine ai negozi e sbarchi di clandestini. La tanto sbandierata lotta al crimine del governo Berlusconi non ha cambiato la situazione. Ma nessuno lo dice. In edicola da venerdì
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Sicurezza-Bluff/2055915&ref=hpsp
Mistero Borsellino
RispondiEliminadi Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Mistero-Borsellino/2056007&ref=hpsp
omertà delle istituzioni o inconfessabile segreto di stato ?
RispondiEliminaPerché questo incontro è importante per le indagini?
Perché, ipotizzano i magistrati, se è vero che Mancino fu avvertito della trattativa in corso, anche Borsellino, erede di Falcone, in quel momento uomo-simbolo della lotta alla mafia in Italia, e candidato in pectore alla Superprocura, potrebbe esserne stato a sua volta informato quel giorno al Viminale. E se davvero Borsellino avesse saputo che lo Stato era sceso a patti con Cosa nostra, è la tesi investigativa, la sua posizione di netta contrapposizione o di presa di distanza potrebbe averne determinato la morte.
dal sito di Salvatore Borsellino
19luglio1992.com
Caso De Magistris, Apicella ricusa sezione disciplinare Csm0
RispondiElimina7.00 09/01/2009, news, La7.it news
Il magistrato salernitano ha inoltrato la richiesta nei confronti del Consiglio Superiore della Magistratura che domani decide sul trasferimento
Luciana
Caro Bartolo,
RispondiEliminabentornato.
Sentivo già la mancanza.
Speriamo che da questa batosta i magistrati si rendano conto che il loro unico padrone è la GIUSTIZIA UGUALE PER TUTTI e rimettano la testa nel diritto e non negli interessi di qualcuno.
Ringraziamo questa Redazione, che se anche non ha avuto un foltissimo seguito fra magistrati qualche risultato lo deve aver giocoforza prodotto.
Alessandra
Grazie Alessandra,
RispondiEliminami è arrivato una email da fb che annuncia per il prossimo 17 o 19 gennaio dalle 09:00 alle 12:00 a Roma un incontro per manifestare a favore di Apicella-de Magistris se ci sei ci possiamo conoscere anche di viso.
Un abbraccio bartolo
Caro Sig. Bartolo,
RispondiEliminanon ho capito nei dettagli la sua dolorosa disavventura umana e giudiziaria, ma nel complesso credo di averne afferrato il contesto ed il senso.
Per quanto può servire (temo poco) Le sono molto vicino, la Sua vicenda fa veramente riflettere tanto. Non credo che La consoli, ovviamente, il fatto che anche i c.d. addetti ai lavori possano essere vittime di eclatanti ingiustizie, come i fatti di questi giorni ci stanno ancora una volta dimostrando. Anzi, a giudicare dalla passione civile che dimostra, oserei anche pensare che ne è ancor più rattristato.
Purtroppo l'errore umano è sempre possibile, in alcuni mestieri e professioni purtroppo è più difficile porvi rimedio... A volte disgraziatamente non di errore si tratta, ma di altro... ed è ancor peggio, ovviamente, e più difficile da accettare.
Spero che possa continuare a frequentare il blog il più a lungo possibile!
Saluti da Avvilito
Caro Avvilito,
RispondiEliminava bene che mia figlia si è ostinata a farmi diventare nonno, da poco, a soli 46 anni, ma mi rattrista un po essere chiamato signore, se ti va dammi del tu e Grazie per le tue parole.
bartolo
Secondo me le vicende di questi ultimi tempi dimostrano che Il merito dei provvedimenti dovrebbe essere sindacato solo dal giudice naturale.
RispondiEliminaE’ illegittimo un sequestro?
riesame!
E’ illegittima un'archiviazione?
richiesta di riapertura indagini o ricorso per cassazione!
E’ illegittima una condanna/assoluzione?
appello!
a un certo punto i mezzi di impugnazione e di verifica della giustezza dei provvedimenti devono però interrompersi.
Chi garantisce che la decisione finale è quella giusta?
NESSUNO!
Ci affidiamo a buon senso spicciolo: presumiamo che, nel contraddittorio delle parti, 18 o 22 occhi (9-11 sono i giudici fino al terzo grado) vedano meglio di 2 ma potremmo anche arrivare a 100o 1000 gradi di giudizio.
Ci fermiamo a tre perché riteniamo che sia l'ottimale punto di equilibrio tra l'esigenza di minimizzare gli errori e quella di arrivare in tempi ragionevoli a una certezza (il cd. giudicato).
Perché se questa certezza non arriva, il diritto non serve e i cittadini si faranno "giustizia" da soli (il che significa che varrà la legge della giungla).
Ma nessuno può garantire che la verità processuale definitiva sia la "vera verità".
Allora mi chiedo, ma lo vorrei chiedere soprattutto dai magistrati e dagli avvocati che frequentano il blog, può condannarsi un magistrato in sede civile o disciplinare per il merito dei suoi provvedimenti?
Per esempio, si parla di ampliare la responsabilità civile oltre i casi di dolo e colpa grave al grido di "anche il magistrato che sbaglia deve pagare!"
Bene.
Ma di quali sbagli parliamo?
Perché, tolta ovviamente la responsabilità penale (chi si fa corrompere, chi non lavora), mi chiedo se davvero si pensa di poter chiamare a rispondere, civilmente e disciplinarmente, i magistrati di ogni loro decisione che non abbia ricevuto la conferma di un giudicato.
Sarebbe palesemente assurdo, sia sul piano pratico che su quello teorico.
Assurdo in pratica, perché nessun magistrato guadagna abbastanza per far fronte a tutti gli "errori" che commette (intesi come occasioni, del tutto fisiologiche, in cui il giudice dà torto al pm o in cui le ordinanze o le sentenze vengono riformate nei gradi superiori).
Assurdo in teoria, perché, come dicevo prima, nessuno garantisce che la decisione definitiva (la verità processuale) sia la vera verità.
E se la Costituzione dice che il processo dev'essere "giusto" vuol dire che prima di trattenere i soldi dallo stipendio del magistrato o pignorargli i beni, o bloccargli la carriera, o "licenziarlo dalla magistratura", questo disgraziato dovrà pur potersi difendere.
Il che significherebbe milioni di processi "ai processi".
E poi, siccome "CHI SBAGLIA PAGA!" è giusto che paghi anche il giudice che condanna ingiustamente l'altro magistrato in sede disciplinare o civile.
il che significherebbe milioni di processi ai "processi ai processi".
E cosi via, ad libitum…
Mi pare che non sia fattibile.
La professionalità dei magistrati deve essere controllata durante la loro carriera mediante controlli della quantità e della qualità di TUTTO QUELLO CHE FANNO.
Non è giusto che il solo processo di interesse mediatico diventi un'ordalia per i magistrati che se ne occupano (basta una cappellata quando gli indagati sono "eccellenti", e si rischia praticamente il posto), e che nel contempo si possa fare il bello e il cattivo tempo sulla pelle dei cittadini comuni.
Perché il risultato che questa situazione produce sarà una magistratura sempre più intimidita, forte coi deboli e debole coi forti, con effetti criminogeni sulla società (se il noto mugnaio penserà che a Berlino non ci sono giudici, verrà travolto dai prepotenti, o se fortunato, passerà in tempo utile dalla loro parte, cominciando a rivalersi su qualcuno più sfigato di lui).
Insomma, se io dovessi finire davanti a un giudice, lo vorrei sereno e quindi del tutto indifferente alla decisione che dovrà prendere.
Mi accontenterei che si passasse una mano sulla coscienza.
Avrei paura, da persona perbene, di un giudice costretto a passarsela anche "sul portafogli", o consapevole che la sua decisione potrebbe avere ripercussioni negative sulla sua vita come dover perdere il lavoro o lasciare la città in cui vive.
Soprattutto se dovessi avere come controparte una persona non solo in grado di "schierare" buoni avvocati, ma anche pronta a far piovere denunce, interviste, articoli a nove colonne, trasmissioni televisive, interrogazioni parlamentari e ispezioni sul giudice che gli darà torto.
Per chi ha letto fin qui, tre domande:
1) Ma che senso ha la previsione, come sanzione disciplinare, del mutamento di funzioni? Perché mai uno che non sa fare il Giudice potrebbe saper fare il PM e viceversa?
2) Ma che senso ha la previsione, come sanzione disciplinare, del trasferimento di sede quando l’illecito disciplinare non ha a che fare con particolari situazioni locali?
3) Se alcuni illeciti disciplinari sono condizionati alla lesione del prestigio della magistratura, non si rischia, ancora una volta, di punire solo chi ha avuto la sfiga di imbattersi in una vicenda mediaticamente appetibile, o, peggio ancora, chi in tale vicenda abbia avuto semplicemente “cattiva stampa”?
ciao
wallander
@ Luciana: guarda che il sito di Carlo Vulpio è accessibile, se tu non ci riesci è problema di p.c., io ho anche linkato i suoi quattro interventi su Catanzaro.
RispondiEliminaCaro Bartolo,
RispondiEliminanon sono mai stata a manifestazioni,ma a questa partecipazione ci vorrei essere.Ma sono impossibilitata e invischiata da doveri che mi impediscono qualunque spostamento.
Comunque credo che questa vicenda nasca da peccato originale commesso dal CSM con l'accanimento nei confronti dei due Magistrati De Magistris e Forleo.
Non a caso l'accusa di "correntizzazione" del CSM:
Quello che non hanno valutato era la loro fragilità del momento in cui hanno operato quelle scellerate scelte.
Hanno peccato di ingenuità quando "favorendo" l'una o l'altra "corrente" si sono accorti poi che nella Riforma che li riguarderà la punizione verrà dall'uno e dall'altro schieramento.
La proposta di Violante di 33,33,33
con le mire presidenzialistiche di qualcuno, sarà un altro boomerang.
Dopodichè invece di essere correntizzato il CSM sarà completamente politicizzato e a servizio di ben altro.
Spero che vinca sulla politicizzazione L'ETICA DEL MAGISTRATO.
Vedremo.
Alessandra