di Marco Travaglio
(Giornalista)
dal Corriere della Sera del 3 gennaio 2009
Sul Corriere del 29 dicembre 2008 l’ex onorevole Luciano Violante invoca, parlando di me, «la separazione delle carriere tra giornalisti e magistrati» e si propone di «difendere la magistratura da alcuni suoi interessati difensori».
Io non ho alcun interesse nel difendere chicchessia, mentre l’ex onorevole Violante attacca i magistrati ogni qualvolta si occupano di un suo compagno di partito (la gip Clementina Forleo quando spedì al Parlamento le intercettazioni di Fassino, Latorre e D’Alema, i giudici di Pescara quando incarcerano e persino quando scarcerano il sindaco di Pescara).
Quanto alla separazione della mia carriera da quella dei magistrati, non ce n’è bisogno: forse l’ex onorevole Violante è stato troppo impegnato a passare da una carriera all’altra – da professore a magistrato a politico ad aspirante capo dello Stato ad aspirante giudice costituzionale a consulente volontario del ministro Alfano – per accorgersi delle mie polemiche con gli ultimi tre presidenti dell’Associazione nazionale magistrati.
Poco male. Piccole cose.
Se mi è permesso, comunque, penso che l’effettiva separazione delle carriere dovrebbe riguardare quelle dei Violante e degli indagati del suo partito.
Il dr. Travaglio non ha bisogno di palafreniere.
RispondiEliminaMa tanto per non dimenticare....
Violante e l'inciucio nel conflitto d'interesse
Buon Proseguimento
Per non dimenticare 2
RispondiEliminaViolante: Forleo e De Magistris hanno sbagliato
Sulla coerenza tra le parole e le posizioni di Violante ripeto l'invito (già fatto il 23 dicembre in un commento a "Violante e la questione morale: ovvero come nascondere i fatti dietro le chiacchiere") a leggere cosa scriveva in occasione del caso Cirillo.
RispondiEliminaCliccare sul mio link o, nella homepage, cercare: una frase di Luciano Violante del 1988.