da Repubblica.it del 19 maggio 2009
Milano - “Mentì per salvare Berlusconi”. Per questo l’avvocato inglese David Mills è stato condannato a Milano a 4 anni e 6 mesi dai giudici milanesi.
Il legale, condannato per corruzione in atti giudiziari agì “da falso testimone per consentire a Berlusconi e alla Fininvest l’impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati”. E’ questo uno dei passaggi delle motivazioni (il testo completo della sentenza è a questo link), circa 400 pagine, della sentenza con la quale il tribunale di Milano ha motivato la condanna del legale inglese.
Mills, scrivono i giudici nelle motivazioni, “ha agito certamente da falso testimone da un lato per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l’impunità dalle accuse, o, almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso il compimento delle operazioni societarie e finanziarie illecite compiute sino a quella data, dall’altro ha contemporaneamente perseguito il proprio ingente vantaggio economico”.
I giudici milanesi ricordano che oltre ai 600mila dollari ritenuti “il prezzo della corruzione”, Mills nel 1996 percepiva direttamente da Berlusconi almeno 45mila sterline dichiarate al fisco inglese. “Enormi somme di denaro, estranee alle sue parcelle professionali” che il legale riceveva da Berlusconi.
In pratica, scrivono ancora i giudici, “la condotta di Mills era dettata dalla necessità di distanziare la persona di Silvio Berlusconi dalle società off shore, al fine di eludere il fisco e la normativa anticoncentrazione, consentendo anche, in tal modo, il mantenimento della proprietà di ingenti profitti illecitamente conseguiti all’estero, la destinazione di una parte degli stessi a Marina e Piersilvio Berlusconi”.
In sostanza, per i giudici, “il fulcro della reticenza di Mills, in ciascuna delle sue deposizioni, sta nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest, e non alla persona di Silvio Berlusconi la proprietà delle società off shore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti”.
La condanna per l’avvocato inglese era arrivata nel febbraio di quest’anno. A conclusione di un’inchiesta che tirava in ballo il premier e che aveva visto una prima ammissione di colpa di Mills.
Il legale nel luglio del 2004 aveva raccontato ai pm di aver ricevuto 600mila dollari dal gruppo Fininvest per dire il falso nei processi in cui era coinvolto Berlusconi: le tangenti alla Guardia di finanza e All Iberian.
Poi, nel gennaio 2009, la ritrattazione e il tentativo di discolpare il presidente del Consiglio (la cui posizione è stata stralciata in seguito all’approvazione del “Lodo Alfano” che garantisce l’imminutà alle alta cariche dello Stato).
Una svolta che permise al premier di evitare il rinvio a giudizio per corruzione chiesto dia giudici nel 2006.
Anche B ha trovato il suo giudice berlinese: l'incorruttibile sezione del Tribunale di Milano che, finalmente, gli ha reso giustizia!
RispondiEliminaIl momento 'storico' è inquietante se non addirittura terribile perchè sembra prossima (direi 'ad horas') la resa dei conti e il risultato pur non essendo poi così scontato però non è nemmeno foriero di aperture alla speranza del ripristino delle libertà democratiche fondamentali, gravemente violate.
RispondiEliminaLa mia impressione è che i buoi siano già scappati e che sarà illusorio sperare di recuperarli e di blindare le porte delle stalle della democrazia parlamentare.
L'ANALISI
RispondiEliminaUn leader in fuga dalla verità
di GIUSEPPE D'AVANZO
http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/mills-condannato/analisi-d-avanzo/analisi-d-avanzo.html
P.S.: quoto in pieno l'articolo di D'Avanzo...
Franceschini: «Berlusconi non pensi
RispondiEliminadi autoassolversi in Parlamento»
Il leader del Pd: «Non è venuto in Aula neanche a parlare di crisi». Anm: «Inaccettabili invettive contro i giudici»
http://www.corriere.it/politica/09_maggio_20/pd_franceschini_berlusconi_mills_1cac531e-4528-11de-982b-00144f02aabc.shtml
Non è mai troppo tardi....
RispondiEliminaL'ANM ritiene "inaccettabile che da parte di esponenti politici e di rappresentanti del governo vengano rivolte invettive e accuse di carattere personale nei confronti dei componenti del collegio del tribunale di Milano ed in particolare del suo presidente" "è sempre legittima, ma è grave che vengano messi in discussione, e con questi toni denigratori utilizzati nelle ribalte mediatiche, non il merito del provvedimento, ma l'indipendenza e l'imparzialità dei giudici. In questo modo si minano fondamentali principi costituzionali posti a garanzia del corretto equilibrio tra poteri dello Stato""sorprende, ancora una volta, il "garantismo a corrente alternata" utilizzato come chiave di lettura di vicende giudiziarie che riguardano esponenti del mondo politico-imprenditoriale a fronte del disinvolto giustizialismo con cui si commentano fatti di criminalità diffusa". "Ogni giorno i tribunali decidono della libertà e della responsabilità di persone accusate anche di gravi delitti. La credibilità di tali provvedimenti è un pilastro irrinunciabile del sistema democratico e del corretto vivere civile. E dovrebbe stare a cuore in primo luogo a chi ha responsabilità nel governo del paese. Esprimiamo solidarietà e vicinanza ai colleghi Gandus,Caccialanza d Dorigo".
Alessandra
Pian piano inizia a venire a galla la verità. C’era qualcosa sotto e ora sta uscendo fuori. Presto cadrà anche il mito del super partito, poichè la popolarità del premier è in costante calo e un partito che si basa soltanto sulla figura del suo leader, tralasciando le basi, cioè i valori, è destinato a morire. Presto rimarrà soltanto chi davvero in questi anni si è impegnato x i cittadini, nè con promesse vane (vedi PDL), nè con proposte assurde (vedi PD). Presto questi 2 partiti lasceranno lo spazio che l’UDC merita, poichè ha sempre messo al primo piano i valori, e poi le xsone! Presto questo partito ne verrà ripagato.. Intanto aspettiamo questo processo che, spero vivamente, possa esserci il prima possibile.
RispondiEliminaMarta Romano
Quest'oggi ben tre discussioni sull'argomento Mills-Berlusconi con colleghi mi hanno indotto a una riflessione, ma su altro argomento.
RispondiEliminaDue di loro erano "pro-Berlusconi", uno di loro non lo era; discussioni brevi, dal tono scherzose e più per parlare dell'argomento che per entrare nei dettagli (in fondo erano soltanto pause lavorative).
La cosa che mi ha incuriosito è stato il fatto che tutti e tre hanno citato il fatto che questa sentenza cade in piena campagna elettorale, a 15 giorni dal voto, i due commentandolo con un "Si vede che è una mossa politica per distogliere voti" e l'uno con "farlo cadere in questi giorni sembra una cosa voluta, fa cattiva pubblicità".
In realtà io ho letto ieri parte della sentenza depositata, e vi era scritto che era stato fissato il limite di 90 giorni per il deposito, che se non erro è anche il massimo. Basta fare il conto.
La riflessione è: ma la gente comune, va davvero a leggersi le sentenze? Io di legge ne capisco un H, lavoro in tutt'altro settore e il mio impegno politico si esaurisce nel votare e nel criticare quasi tutte le formazioni politiche e quasi tutti gli attori coinvolti.
L'informazione deve essere servita, come un pollo già ben arrostito, e ognuno si fida del proprio fornitore. L'andare a RICERCARE le notizie, non limitarsi a prendere atto ma guardare attraverso, verificare e farsi un'idea personale...a volte anche scorgere le crepe dell'una e dell'altra tendenziosità, mi fanno sentire un'eccezione. Se poi pensate che la TV praticamente non la guardo più, nemmeno per i TG!
Lo capisco, tra le mille cose che un uomo adulto ha da fare, sentire i TG che impacchettano la notizia fa sicuramente risparmiare tempo, e fatica. L'informazione attiva però è selettiva, perché puoi approfondire quello che vuoi: basta una connessione a Internet, e sapere valutare quanta affidabilità ha quel che trovi.
Ora, ai miei colleghi la notizia l'ho data io...magari non mi avranno creduto perché io non l'ho pubblicata su un quotidiano o dichiarata in TV. Agli altri italiani, su questa e sulle mille altre notizie che possono essere state fraintese, omesse o fuorviate, chi la darà mai? Quante false idee si sono fatti gli italiani, bombardati da informazioni contraddittorie, da servizi giornalistici tagliati su misura, da bugie televisive dei politici...E' facile credere, è facile anche NON credere, il difficile è come sempre darsi da fare.
Saluti
*Il commento che segue potrebbe essere considerato di parte*
Mi sa che nel dopocena controllo che fine ha fatto la legge proposta durante questo Governo, che consentiva di oscurare i siti che ospitano commenti diffamatori.
Non vorrei finisse in qualche "Millemilaproroghe".
Mi chiedo come mai l'ANM in questa circostanza leva gli scudi in difesa del Giudice Gandus mentre qualche tempo addietro ha preso le distanze dal Giudice De Magistris e dai Giudici della Procura di Salerno. Ma i Giudici per l'ANM non sono tutti uguali? E se non lo sono, qual'è il fattore di discimine?
RispondiEliminaArianna
Gentile Marta Romano,
RispondiEliminaLei scrive:"...Presto questi 2 partiti lasceranno lo spazio che l’UDC merita..."
A mio avviso, non è l'U.D.C. a occupare lo spazio sinora ricoperto dal pdl e pdmenoelle bensì, merito degli italiani di passare dalle padelle (pd-pdl) alla brace (udc)!!!
In parte, invece, concordo con Giuseppe, dice:"...L'informazione deve essere servita, come un pollo già ben arrostito, e ognuno si fida del proprio fornitore..."
Beh ... la questione non è fidarsi o non fidarsi dei fornitori, bensì il fatto che, questi, sanno benissimo di dover alimentare dei polli!
Sono sospettosa per natura e quello che ho notato è,che nella bagarre esagerata di un attacco a questo deposito di sentenza, già emessa a Febbraio, il cui termine per il deposito era di 90 gg., che riguarda la Condanna del solo Mills,sia Berlusconi che il suo fido avvocato, sempre più esaurito, sono spaventati.
RispondiEliminaNon è servito abbreviare la prescrizione, non è servito il Lodo Alfano, non è servito la ricusazione del giudice.
Ho l'impressione che in questo processo le prove acquisite, la cui sentenza potrà essere utilizzata dopo lo scongelamento, incastrano l'altro coimputato.
Di Pietro ha dichiarato che è pronto un disegno di legge per modificare l'art.238 bis cpp.
Se non ricordo male avevano cercato di inseirlo inosservatamente in altra legge ed è stato eliminato. La Corte Cost. ha recentemente chiarito altro aspetto.
Quante leggi ad personam dovremo consentire noi cittadini che non contiamo più niente?
Alessandra
Alessandra, a me sembra che questa resispiscenza dell'A.N.M. sia ormai inutile.
RispondiEliminaA me sembra sia una foglia di fico per coprire le vergogne in casa.
A me sembra che la voglia, la smania di carriera e quindi soldi e potere abbiano avuto la meglio su qualsiasi esigenza di carattere morale.
"Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me" è roba vecchia, è stata messa in soffitta.
Il concetto di imperativo categorico (un comportamento è da considerare morale in modo categorico "senza possibilità di smentita" quando è universalmente riconosciuto, giusto in ogni momento ed in ogni situazione umana. Questo comportamento diventa allora vincolante per la morale di tutti gli uomini, ed una sua mancata applicazione significherebbe azione immorale) è obosoleto, un arnese arcaico che chissà quanti parlamentari (e non solo loro) ignorano che sia mai esistito.
Mi auguro che non sia troppo tardi, ma sono molto scettico.
Giuseppe, la gente comune, come la chiami tu, non legge quasi per niente, non va oltre i giornali sportivi (mai letti), se legge un quotidiano è il massimo dello sforzo intellettuale di cui è capace e se legge un quotidiano di oprienta verso quelli di casa Berlusconi, che sono come la carta moschicida di una volta, che attirava nugoli di mosche, poi è subentrato il DDT.
RispondiEliminaIl lettore appena acculturato si orienta verso i quotidiani della sinistra moderata (LA REPUBBLICA, L'UNITA') il settimanale L'ESPRESSO e i blog più celebri (Antonio Di Pietro, Beppe Grillo, Voglio Scendere).
Il lettore medio legge IL CORRIERE DELLA SERA, il quotidiano più antico e non da oggi percorso da diverse anime non tutte condivisibili.
Mai, nemmeno il laureato specifico che non fa il magistrato o l'avvocato, va a leggersi le sentenze, spaventato dalla mole di alcune di esse, scoraggiato da un linguaggio forzatamente tecnico, difficile da seguire senza perdere il filo, ancor più difficile da interpretare.
La sentenza del Tribunale di Milano presieduta dal giudice Nicoletta Gandus si compone di circa 400 pagine, pensare che il cittadino e lettore medio se la vada a leggere è direi piuttosto improbabile.
Quindi si fida, quello che legge la stampa quotidiana e settimanale, del suo giornale-settimanale di riferimento.
Quanto all'ultima parte, oggi un blog può essere oscurato, ma non mi sembra che allo stato esista una specifica norma di legge che li possa imbavagliare, in futuro chissà!
leggo sopra:
RispondiElimina"Presto questi 2 partiti lasceranno lo spazio che l’UDC merita, poichè ha sempre messo al primo piano i valori, e poi le xsone! Presto questo partito ne verrà ripagato"
Ma l' UDC non è quel partito che ha fatto elggere tra le sue file al Parlamento una persona condannata (in primo grado ma sempre condannata) per mafia ?
Ammazza che valori !
Complimenti vivissimi !
Albertino - Ancona
Caro Luigi Morsello,
RispondiEliminasono d'accordo anch'io che questa resipiscenza dell'AMN si ormai inutile.
Dopo le nefandezze dei casi Forleo e De Magistris, e Salermo, ormai troppo tardi si stanno rendendo conto che quegli episodi sono seviti a questa maggioranza per intervenire sull'indipendenza della Magistratura.
Quello che non è chiaro è quanto ingenuamente la ANM non se ne sia resa conto e se sì a chi giova?
Alessandra
In Italia il ricatto ha da sempre ricoperto una funzione politica di primaria importanza. Alcuni anni dopo l’omicidio di Enrico Mattei (avvenuto nel 1962), si disse che in seguito a quell’evento delittuoso una parte della politica italiana ricattava l’altra e viceversa. Cosicché le scelte politiche venivano adottate sulla base di ricatti incrociati.
RispondiEliminaGli anni più recenti hanno registrato due omicidi di notevole impatto politico: l’omicidio dei magistrati Falcone e Borsellino. Alcune interpretazioni di atti giudiziari, dichiarazioni di persone più o meno coinvolte nell’accaduto (per es. le affermazioni di Salvatore Borsellino) vedono in quegli omicidi le fondamenta della Seconda repubblica (sottotitolo: il buio profondo della democrazia). Queste fondamenta non sono fatte di cemento armato, ma di ricatti.
Se ne può dunque dedurre che le scelte politiche strategiche, nel nostro paese, vengono definite e quindi adottate sulla base di ricatti incrociati. Alla faccia dei bisogni reali delle persone e della convivenza civile.
Ai giorni nostri le cose non cambiano. Su repubblica on line di oggi, un articolo, che considero interessante, riporta i timori degli ambienti vicini a Berlusconi in ordine ad una possibile “ recrudescenza del conflitto con i giudici”. Fin qui niente di nuovo, naturalmente.
Il giornalista di Repubblica, Claudio Tito, prosegue la sua cronaca politica ed all’ultimo capoverso dell’articolo riporta quanto segue: “Ma se la conflittualità con i magistrati tornerà a toccare i picchi di qualche anno fa, allora il Cavaliere rilancerà. Se mi attaccano, anche io lo farò . Rispolverando la riforma della giustizia.” (in corsivo le parole virgolettate nell’articolo). Anche fin qui nulla di nuovo rileva. Tuttavia le due proposizioni dell’articolo precedentemente riportate ci rimandano alla primaria funzione che il ricatto adempie nella politica italiana.
Se i magistrati continueranno a valutare la rilevanza delle notizie di reato anche in presenza di un coinvolgimento, diretto o indiretto, di Berlusconi, egli, in quanto Presidente del Consiglio, muoverà le sue “pedine” per riformare in pejus l’ordinamento giudiziario repubblicano e le norme che lo disciplinano. Così i magistrati son belli che serviti (e gli italiani pure).
Considerato che “uguale per tutti” si occupa di problematiche legate alla giustizia ed in generale alla legalità (come valore culturale e criterio ordinativo delle condotte dei cittadini), vorrei sommessamente formulare una domanda a tutti i blogger che frequentano questo luogo di dibattito, in modo che ci si possa confrontare su questo nuovo “ricatto” che l’articolo di Tito propone all’attenzione dell’opinione pubblica (intesa nel suo reale significato terminologico): cosa dovrebbe fare l’ANM (o i magistrati in generale, così non si grava di responsabilità l’Associazione) di fronte a tale “minaccia”: considerare irricevibili gli out-out e presidiare l’esercizio rigoroso delle funzioni giudiziarie secondo il dettato costituzionale e la legge (così creando gli spazi politici per la riforma in pejus dell’ordinamento giudiziario) oppure trovare gli opportuni accorgimenti (ovviamente secondo legge) per ridimensionare il conflitto con Berlusconi tentando di salvare quel poco di funzionante che ancora c’è nell’ordinamento giudiziario? Cosa sarebbe meglio per il nostro futuro?
Silvio