di Luigi De Magistris
(Deputato del Parlamento Europeo)
da Il Fatto Quotidiano del 23 dicembre 2010.
Venerdì 17 dicembre il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Salerno ha rinviato a giudizio, tra gli altri, per concorso in corruzione in atti giudiziari aggravata il Procuratore generale, il Procuratore della Repubblica e il Procuratore aggiunto, all’epoca tutti in servizio a Catanzaro, due influenti esponenti politici del Pdl e l’allora responsabile per il Sud della Compagnia delle Opere, per avermi, tra i vari fatti contestati, sottratto, quale sostituto procuratore titolare, le inchieste Poseidone e Why Not.
Secondo la Procura di Salerno la revoca di Poseidone e l’avocazione di Why Not furono il prezzo di un accordo corruttivo.
Tutto quello che da oggi diverrà pubblico e che ha fatto pagare prezzi altissimi a talune persone, oltre che un danno irreversibile alla Giustizia, era noto a chi lo doveva sapere per evitare che accadesse quello che è successo: in particolare, al Consiglio Superiore della Magistratura.
Quei magistrati, oggi imputati per gravissimi reati, sono stati lasciati operare al loro posto da quel Csm che ha, invece, buttato fuori da quelle indagini chi aveva scoperto, in breve, la Nuova P2 (diversi nominativi coinvolti appartengono all’ordine giudiziario).
Stesse persone che oggi rinveniamo in indagini tra cui quelle sulla P3 e sulla P4.
Non leggo alcun commento di esponenti dell’Associazione nazionale magistrati, peccato.
Del resto, stanno venendo fuori nelle inchieste sui poteri occulti i nomi di tutti quei magistrati – alcuni ancora in posti chiave strategici – che hanno avuto un ruolo determinante nei procedimenti che hanno portato alla sottrazione delle inchieste e al mio allontanamento da Catanzaro.
Anche su questo non leggo nulla, peccato.
Quanti magistrati, amici e non, ho incontrato in questi anni e mi hanno espresso solidarietà e sconcerto per quello che era accaduto; altri mi hanno guardato quasi fossi un pazzo oppure pensando a che cosa avessi potuto combinare a Catanzaro.
Non voglio rivincite e rivendicazioni, non mi interessano.
Il danno che ho subito è irrimediabile, ho deciso anche di dimettermi dalla magistratura, dalla passione della mia vita, da quel lavoro che il Procuratore generale della Cassazione, durante quel simulacro di processo disciplinare, mi rimproverò di esercitare come una missione.
Non è nemmeno il momento della rabbia, ma quello di sentire qualche parola e non solo osservare l’oblio di un silenzio assordante, quello che ha accompagnato la decisione del giudice di Salerno.
Le parole non servono a me, oggi faccio politica, ho portato la mia passione altrove e lotto anche per l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, anche di quella pavida e conformista, sperando che abbia, un giorno, coraggio di guardarsi allo specchio.
Le vostre parole, se credete, servono per quelle persone – testimoni, polizia giudiziaria, collaboratori – che hanno pagato, per tutti quei cittadini che in terra di Calabria hanno sperato in una giustizia uguale per tutti, per i magistrati dalla schiena dritta, per quelli che avevano osato indagare sul “caso De Magistris” e che sono stati o sospesi dalle funzioni – come il procuratore Apicella reo di non aver fermato i suoi Sostituti e quindi eseguito i desiderata del potere – oppure esiliati –come il dr Verasani (quello che nel passato aveva anche condannato un influente magistrato napoletano per collusioni con la camorra) o la dott.ssa Nuzzi, magistrati che hanno indagato a fondo su di me, verificando che non avevo commesso nulla e che, anzi, ero vittima di gravi reati.
È cambiato il Csm, sono mutati alcuni esponenti delle correnti della magistratura, siamo lontani dalle tensioni che accompagnarono quelle inchieste e quei procedimenti disciplinari, quanto farebbe bene a chi crede ancora nella magistratura ascoltare un po’di onesta riflessione, magari un briciolo di autocritica.
Sarebbe bello aprire Il Fatto Quotidiano nei prossimi giorni e leggere un articolo onesto di chi si assume la responsabilità di dire: sono stati commessi errori.
Farebbe bene al cuore, pensate anche a che forza dareste a molti: ai forti di guardare avanti con maggiore fiducia, ai conformisti di osare quando si trovano il potere con il fiato sul collo.
Ve lo chiedo senza rancore, da chi lotta, comunque, senza calcoli di opportunismo, da chi ha creduto anche nell’associazionismo giudiziario e nella capacità di autogoverno della magistratura.
Temo, caro Luigi, che difficilmente potremo vedere, almeno in tempi brevi, un cenno d'autocritica da parte, ad es., dell'ANM; tanto per fare un piccolo esempio, nella relazione introduttiva di Palamara al recente congresso nazionale c'era un preciso e rivendicato passaggio circa la bontà dell'intervento nel caso Salerno-Catanzaro (e, ahimé, devo dire che tale passaggio è stato anche discretamente applaudito, dalla platea...).
RispondiEliminaQuanto al nuovo CSM, temo ahimé che per certi versi sia anche peggio (se possibile) di quello che l'ha preceduto: intendiamoci, non dico per rapporti strani o compromettenti con questo o quel potente di turno (al momento non sembra emergere nulla in tal senso)ma piuttosto perché mi sembra intenzionatissimo ad interpretare il ruolo tipico da "congresso di vienna": questo csm è probabilmente consapevole che gli si richiede di gestire fino in fondo il processo di restaurazione della magistratura, pertanto il più delle volte credo che non ci sarà neanche bisogno del giro di telefonate stile caso Marra; i consiglieri sceglieranno spontaneamente la soluzione più gradita al potere (vedi anticipazioni caso p.m. Fiorillo) o comunque più comoda, più conformista, più formale e più "legittimista".
Ho la fortuna :-) di lavorare in un tribunale dove da poco è arrivato il correntocratone di turno, pezzo grosso di una nota, maggioritaria e non progressistimissima (ammesso che esistano ancora) corrente; ricordo che all'indomani delle elezioni manifestò tutta la sua gioia (sembrava quasi commesso) per aver notato come i membri del nuovo alto consesso, all'atto dell'insediamento, non si schierassero come d'uso per correnti, bensì manifestassero anche fisicamente una vicinanza ed un trasversalismo "nuovi": ed infatti, anche per le piccolissime grandi manovre (che so, ad esempio una variazione tabellare che va a premiare un'amica di un amico che ha fatto il tirocinio con un pezzo assai grosso dell'associazionismo...ma si fa tanto per fare un esempio...) vi è la certezza che il csm dia la sua benedizione all'unanimità.
E quel che è peggio, nessuno sembra aver voglia di voltare pagina... per prima i colleghi che anche a questo giro, pur potendo per la prima volta votare per qualche indipendente, sono andati ancora una volta a premiare i candidati sostanzialmente nominati dalle correnti.
Un'altra volta, forse, racconterò la mia personale esperienza delle elezioni; ora devo lasciarvi non solo per evitare di tediare oltre chi legge, ma anche perché mi fa ancora troppo male toccare certi argomenti.
Togadelusa
Difficile, ahimé, non farsi venire in mente un terzo condizionale dopo i due che De Magistris, al quale va tutta l'ammirazione, la solidarietà e la simpatia di sempre, mette in fondo al suo articolo: "Sarebbe bello..." e "Farebbe bene al cuore...".
RispondiEliminaSaremmo in un Paese diverso.
Mi pare molto improbabile ciò che auspica Luigi De Magistris: chi ha sbagliato non sarebbe temerario pensare che non l'abbia fatto per errore.
RispondiEliminaSul vostro sito c'è scritto che "la Procura di Catanzaro" fece un "atto di vile aggressione" nei confronti di Ugo Colonna, che ha pagato prezzi altissimi per le sue battaglie antimafia.
RispondiEliminaOra, si da' il caso che Colonna abbia detto che a compiere tale atto fu De Magistris insieme a un altro magistrato; e che De Magistris ricevette "speciali impunità".
Quando ne parlerete? Perchè non lo dite? Adesso che De Magistris si candida a Napoli sarebbe il momento di chiedergli finalmente una spiegazione, no?
Bubba
Ripeto. Sul vostro blog cè scritto:
RispondiElimina"Ha pagato Colonna: nel novembre del 2004 venne arrestato dalla Procura di Catanzaro con un capo d’imputazione inverosimile.
L’ accusa era di avere usato violenza al corpo giudiziario, reato per cui dal 1945 non era mai stato condannato nessuno.
In particolare fu accusato di avere delegittimato con le sue denunzie due giudici, Enzo Macrì e Francesco Mollace.
E come finì?
Scarcerato dopo nove giorni. Si mobilitò l’intero arco istituzionale da Centaro di Forza Italia a Vendola di Rifondazione: lo stesso Carlo Azeglio Ciampi, che già nel 2000 lo aveva definito “l’Ambrosoli del Sud”, si espresse a suo favore.
Alla fine, la Cassazione gli ha dato ragione e i Pm di Catanzaro hanno chiesto finalmente l’archiviazione.
Totalmente estraneo, quindi, Colonna a simili incredibili accuse: questo atto di vile aggressione è stato ricordato anche dalla Pubblica Accusa nel processo di Catania.
Il PM Fanara ha parlato, al riguardo, di un elemento di inquinamento probatorio."
http://toghe.blogspot.com/2008/01/il-volto-mafioso-delle-istituzioni_9033.html
Quello che voi non dite è che uno dei magistrati che condussero quell'inchiesta è De Magistris. Quando ne parlerete? Perchè tacete?
Bubba
Bene, adesso che avete pubblicato i miei commenti (a mesi di distanza), potete anche rispondermi.
RispondiEliminaL'arresto di Ugo Colonna è stato, come si legge sul vostro sito, un "atto di vile aggressione"?
Perchè non dite che il responsabile fu De Magistris?
Perchè non dite che Ugo Colonna ha denunciato le "speciali impunità di cui De Magistris avrebbe beneficiato?
Allora, a mesi di distanza, si può avere finalmente una risposta da voi? (che fatica ragazzi ottenere chiarimenti da voi..).