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venerdì 9 novembre 2018

Appello per la liberazione del CSM dalle correnti

La Redazione

Il blog riprende a funzionare, pubblicando un appello sottoscritto da 106 magistrati italiani, di diversi uffici giudiziari e con differenti funzioni, prima delle ultime elezioni per il rinnovo dei componenti togati del Consiglio Superiore della Magistratura, tenutesi lo scorso mese di luglio.

La denominazione data all'appello - "per la liberazione del CSM dalle correnti" - anticipa chiaramente lo scopo delle proposte in esso contenute, volte a porre fine alla "occupazione" partitica del c.d. "organo di autogoverno dei magistrati", con tutte le possibili conseguenze negative sulla gestione degli uffici giudiziari e sullo stesso esercizio della giurisdizione, ossia, in definitiva, sui diritti delle persone.

Le proposte contenute nell'appello sono state presentate da alcuni dei sottoscrittori al Ministero della Giustizia nel corso di un incontro all'uopo tenutosi lo scorso settembre.

Benché il Ministro non abbia potuto parteciparvi, alcune sue dichiarazioni, rese nei giorni successivi nel corso di incontri istituzionali pubblici, lasciano sperare che le proposte dell'appello siano seriamente considerate come concreto punto di riferimento per una auspicabile riforma della legge elettorale del CSM.

Le reazioni affrettate e scomposte dei vertici dell'ANM, invece, la dicono lunga sulla paura delle correnti, qualora le proposte dell'appello fossero tradotte in realtà normativa, di non potere più governare i magistrati.  



APPELLO PER LA LIBERAZIONE
DEL CSM DALLE CORRENTI


L’8 e il 9 luglio prossimi i magistrati saranno chiamati a eleggere i nuovi membri del Consiglio Superiore della Magistratura, voluto dai Costituenti per assicurare l’indipendenza di ciascun magistrato da ogni altro potere – garanzia delle libertà, dei diritti e dell’uguaglianza di tutti.

Sono diversi anni che da più parti si rileva e lamenta come, specie da quando è entrato in vigore l’ordinamento giudiziario del 2006, il CSM abbia abusato degli ampissimi poteri discrezionali che detta legge gli assegna, e ciò a causa dello strapotere delle correnti dell’ANM all’interno del CSM medesimo.


Il ripetersi degli episodi in cui il conferimento di uffici direttivi e semidirettivi è apparso altamente discutibile e conseguente a scelte di tipo clientelare, frutto della degenerazione correntizia, è talmente frequente che da tempo quasi tutte le correnti ammettono, e addirittura pongono a oggetto dei propri programmi la lotta a tali degenerazioni.

Questi impegni sono rimasti lettera morta, ed il CSM anzi si è distinto anche per l’inottemperanza ai giudicati amministrativi che dichiaravano la nullità di nomine illegittime, spesso reiterate come se nulla fosse.

Il fenomeno delle nomine a pacchetto sterilizza l'opposizione e certifica il consociativismo tra le varie correnti che dominano il CSM.La credibilità del CSM è ormai fortemente compromessa agli occhi degli stessi magistrati.

Il malcontento è diffuso.

La necessità di un cambiamento è fortemente avvertita ed assolutamente indispensabile ad evitare che tale perdita di credibilità si traduca in un pretesto di cui le forze politiche possano approfittarsi per operare  lo svuotamento delle prerogative che la Costituzione e la legge hanno assegnato al CSM a tutela dell’Indipendenza dei singoli magistrati.

È forte la convinzione che anche il prossimo CSM riprodurra’ gli stessi difetti e vizi di quello che lo ha preceduto, atteso che il problema appare essere di sistema; e si diffonde l’opinione che a questo punto sia meglio astenersi dal votare per negare legittimazione a tale sistema.

Il momento è gravissimo e pertanto intendiamo rivolgere ai prossimi Consiglieri un pubblico appello,  non perché confidiamo che venga accolto, ma perché avvertiamo forte il dovere di lanciare un monito e lasciare una testimonianza che non tutta la magistratura è asservita alle logiche correntizie, ma che anzi vi è ancora chi ha ben presente l’importanza della tutela dell’ Indipendenza dei magistrati e la necessità di preservare l’autorevolezza del CSM, che tale Indipendenza deve garantire.

Siano quindi adottate tutte le misure per scongiurare che le decisioni del Consiglio Superiore della Magistratura siano determinate da logiche correntizie, anziché dai criteri oggettivi e trasparenti, ispirati al solo fine di garantire la valorizzazione del merito e del corretto funzionamento dell’organo di autogoverno.

Siano adottate tutte le misure affinché nessuna nomina per organi direttivi o semidirettivi ovvero per ogni altro incarico di responsabilità (es., magistrato di cassazione, dell’ufficio del massimario, dell’ufficio Studi del CSM etc.) possa essere financo solo sospettata di essere stata frutto di accordi tra le correnti, anziché dell’applicazione oggettiva ed imparziale di criteri meritocratici.

Siano rispettate le decisioni esecutive dei Giudici Amministrativi che annullano le nomine illegittime.

Sia superato il testo unico della dirigenza, affinché sia abbandonata l’idea della “dirigenza” della magistratura, che promuove un discutibile modello di subalternità tra capi e sottoposti in contraddizione con il modello costituzionale di giurisdizione diffusa e indipendente, esercitata da magistrati “soggetti soltanto alla legge” e che “si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni”.

Sia invece proposto che i magistrati siano coordinati a rotazione, per periodi contenuti di tempo e non eccedenti i due-tre anni, da un “primus inter pares” al quale affidare a turno semplici compiti organizzativi di carattere amministrativo.

Sia semplificata l’attività paranormativa del C.S.M. ed assicurata la sua piena rispondenza al dettato legislativo, senza indebiti sconfinamenti, nel pieno rispetto della riserva di legge prevista nella materia dell’ordinamento giudiziario.

Siano restituiti, così, il Consiglio ai suoi veri compiti costituzionali e gli Uffici a una gestione minimamente elastica atta a fronteggiare in tempo reale le criticità permanenti in cui versano.

Sia messa al centro dell’attività consiliare la dignità del lavoro dei magistrati.

Ci si occupi, innanzitutto, della primaria esigenza dei cittadini di ottenere giustizia in tempi ragionevoli, e secondo logiche che non siano di mero smaltimento dell’arretrato e svincolate dal valore di ciascun singolo caso sottoposto all'attenzione del magistrato: sia assicurata  una risposta giudiziaria di qualità,  adeguando gli organici alla domanda di giustizia sul territorio e al carico esigibile da ciascun magistrato.

I magistrati siano liberati dalle lusinghe carrieristiche e dalle improprie minacce disciplinari: sia stabilito il carico massimo esigibile da ciascun magistrato, unico e uguale per tutti.

Sia offerto un esempio di coerenza e responsabilità, chiedendo al legislatore di abolire l’immunità dei Consiglieri del CSM. 

Sia attribuito a tutti i magistrati il dovere di partecipare all’autogoverno effettivamente e senza alcun vincolo di mandato, non come uomini di parte ma come magistrati “soggetti soltanto alla legge”, indipendenti ed imparziali, stabilendo la selezione per sorteggio dei candidati alle elezioni del CSM.

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