I sostituti procuratori presso la Procura della Repubblica, iscritti all’Associazione Nazionale Magistrati, propongono all’Assemblea della Sottosezione di Livorno, l’adozione della seguente delibera.
La Sottosezione di Livorno dell’Associazione Nazionale Magistrati, all’esito dell’assemblea del 23/6/2020:
- visto il comunicato del C.D.C. dell’A.N.M. del 5/6/’19 ove si ravvisava la necessità di una vera e propria opera di sensibilizzazione culturale per combattere il carrierismo che, dopo la riforma dell'ordinamento giudiziario, sembra interessare settori sempre più ampi della magistratura, si evidenziava inoltre l’opportunità che tutti i magistrati rispettino la norma del codice etico che fa divieto di adoperarsi impropriamente per ottenere promozioni e soprattutto si chiedeva che i consiglieri del CSM “direttamente coinvolti nella vicenda rassegnino le loro immediate dimissioni dall'incarico istituzionale per il quale, evidentemente, non appaiono degni.»;
- rilevato che oggi, a distanza di un anno, a seguito della conclusione delle indagini di Perugia, gli atti sono stati depositati e sono stati portati a conoscenza della stampa che ha reso pubbliche vicende in cui altri consiglieri risulterebbero aver agito al di fuori delle sedi istituzionali per procurarsi indebiti favori personali ed essersi adoperati impropriamente per ottenere incarichi semi-direttivi;
- preso atto che la Giunta ANM di Firenze con comunicato del 30.5.2020 ha ritenuto “giusto stigmatizzare l’evidente degenerazione della funzione assunta dal correntismo nell’ambito della magistratura associata. Invece di strumenti e luoghi di aggregazione, crescita e propulsione, le correnti in molti casi sono state utilizzate dai singoli come un mezzo per ottenere vantaggi personali o per conseguire incarichi o posti sulla base di criteri diversi dalla dedizione e dalla meritevolezza nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali” e pertanto ha ritenuto “doveroso richiamare il contenuto dell’art. 10 del codice etico“ aggiungendo che i principi in esso contenuti “sono imprescindibili e la condotta di coloro che li abbiano violati non può che essere censurata” limitandosi tuttavia ad auspicare “che tutti i magistrati, e soprattutto coloro che rivestano incarichi rappresentativi all’interno dell’associazione, rispettino sempre la norma sopra richiamata e si adoperino affinché non vengano mai scalfite l’autonomia, l’indipendenza e l’imparzialità di tutta la Magistratura”.
- ritenuto che anche quei nuovi comportamenti descritti come censurabili, se non avessero trovato sponda, quanto meno in alcuni consiglieri, probabilmente non sarebbero esistiti, almeno in quelle proporzioni e con quella diffusività;
- ritenuto altresì che le notizie di stampa per il loro tenore, il loro numero e la loro diffusione, al di là della loro veridicità che, pur in assenza di decise smentite, rimane ancora da accertare, hanno indubbiamente avuto l’effetto di appannare l’immagine dell’intero consiglio e in particolare di alcuni consiglieri, compreso il vice presidente;
- rilevato pertanto che le decisioni del CSM, specie sui procedimenti disciplinari derivanti dalle note vicende e sulla nomina di direttivi, semidirettivi e magistrati della Suprema Corte, rischiano di essere delegittimate dal voto dei consiglieri visti, a torto o a ragione, beneficiari di accordi opachi e interessati;
- ritenuto infine che tale situazione è particolarmente critica per alcune nomine, tra le altre, quella (ormai avvenuta) di procuratore della Repubblica di Perugia che è stato eletto con il voto favorevole e con l’astensione di coloro che sembrano intrattenere, o aver intrattenuto, particolari rapporti con Palamara sottoposto a indagini proprio a Perugia, avendo tenuto condotte che potrebbero essere sottoposte al vaglio del capo di tale Ufficio, il quale si troverà, a sua volta, esposto al rischio di delegittimazione essendo la sua nomina comunque riconducibile a tali persone;
le dimissioni degli ulteriori componenti del Consiglio Superiore della Magistratura che sono risultati protagonisti delle suindicate vicende di richiesta di indebiti favori personali e di indebite pressioni per ottenere incarichi semi-direttivi, in quanto la loro presenza rischia di privare il Consiglio della legittimazione e della serenità per operare e per garantire quanto meno l’immagine di indipendenza e di autonomia dell'Ordine Giudiziario
Sembra proprio di no! Nulla si muove. Poter fare impunemente ciò che si vuole; poter agevolmente scavalcare un collega più anziano, più preparato, quello a cui tocca l'incarico direttivo, piace ai più. Eppure la richiesta, severa, seria, fondata viene da un gruppo di magistrati, non dal singolo esuberante estroverso. Alla richiesta avrebbero dovuto rispondere le alte istituzioni , TUTTE, pubblicamente, dopo seria e puntuale specifica valutazione. Si impiega i due terzi del tempo riservato nei canali principali del telegiornale per parlare della morte del grande musicista Morricone. Bene! Sarebbe stata sufficiente un'ampia e concisa notizia, e la dedica di ampi, tanti servizi, in ambiti culturali. Ci dispiace sentire della morte del novantunenne Morricone, che poi resta vivo con le sue opere. Ma ci dispiace molto di più non aver sentito parlare della richiesta in oggetto.
RispondiElimina