di Andrea Mirenda - Magistrato
Ampiamente pubblicizzato da Buccini sul Corriere del 3 febbraio 2022, giunge “Potere Assoluto” di Sergio Rizzo.
L’autore, in breve, viviseziona il Consiglio di Stato e i suoi “100 giudici”, definendoli, senza tanti giri di parole, la scheggia più autoreferenziale della magistratura.
Altro che i politici e i pubblici Ministeri, racconta Buccini! Sono loro, i giudici del Consiglio di Stato, quei “dotti mandarini che alla politica sono assai prossimi” , i veri detentori del “nocciolo duro del potere“.
Perché sono quelli “che scrivono le leggi e decretano come applicarle”, quelli “che hanno in mano i ministeri”, quelli che “i ministri gli danno volentieri in gestione chiamandoli a fare i capi di gabinetto grazie ad incarichi fuori ruolo”, quelli “che possono cambiare con una sentenza i destini di interi settori dell’economia nazionale, far decadere un presidente di regione, annullare la nomina di un procuratore...”.
L’analisi rimarca ruvidamente quella che parrebbe essere la principale criticità di quell’organo di giustizia amministrativa, ciò è a dire una terzietà potenzialmente appannata dalla lucrosa e consolidata prassi delle porte scorrevoli con ampi settori della politica.
Né si dubita, insieme al valoroso Rizzo, che il tema meriti attentissima riflessione per i riflessi sulla “percezione” di indipendenza” della giustizia amministrativa.
Tuttavia, all’attento lettore del Corrierone, specie quello bene orientato sui temi generali della Giustizia, non sarà sfuggita la singolare tempistica della pubblicizzazione di un libello che, a conti fatti e a torto o a ragione, delegittima orizzontalmente l’intero Consiglio di Stato… senza fare prigionieri...
Sì perché, a ben vedere, essa giunge a pochi giorni dal clamoroso “annullamento”, diciamo così, dei numeri Uno e Due della Corte di Cassazione e della ancor più clamorosa fulminea loro riconferma (a maggioranza …) ad opera di un Lauto Governo che ha voluto irridere il giudicato amministrativo. Un CSM erettosi a Monarca Assoluto e, dunque, legibus solutus
Ecco, a voler pensare male ( che si fa sicuramente peccato ma si rischia di cogliere nel segno…), verrebbe fatto di dubitare che la pubblicizzazione “urlata” del libello rizziano - subito dopo le simpatiche turbo-riconferme degli “eccellenti annullati” - possa inserirsi anch’essa in quella campagna mediatica scatenata dai noti giornaloni che, in quegli stessi giorni, dando fiato ai più noti testimonial della correntocrazia, ha inteso svillaneggiare ( sovente senza degni argomenti diversi dal bon-ton) i due sonori ceffoni vibrati da Palazzo Spada a quel “Sistema” predatorio impadronitosi del Consiglio Superiore.
Eh già, perché parliamo di quel “Sistema” la cui inalterata vitalità faccendiera, nonostante la defenestrazione “alla Ceausescu” di quello che non ne fu affatto l’unico lirico interprete ( al secolo, Luca Palamara), è stata ancora una volta severamente denunciata persino dal Capo dello Stato pochi giorni or sono.
È sempre quell’attento lettore avrà notato lo sconcertante doppio-pesismo del quotidiano di via Solferino, “prudente” nel dar conto di un potere parallelo che genuflette la magistratura ordinaria e nondimeno disinvolto propagandista del “rizziano “ massacro di quella amministrativa.
Che si tratti, per di più, di studiata “disinformatia” lo rivela già, a volo d’uccello, la perfetta sovrapponibilità dei mali che affliggono entrambe le magistrature.
Tanto per restare a casa nostra, forse che anche per la giustizia ordinaria non si pone il problemuccio di quei “dotti mandarini che alla politica sono assai prossimi” chiamati ad occupare ruoli chiave della vita giudiziaria italiana ( pensiamo all’attuale Presidente dell’ANM, già feluca felpata ministeriale di lungo corso; pensiamo all’attuale Procuratore di Perugia, ex Garante anticorruzione; pensiamo all’attuale Procuratore di Napoli, già Capo di gabinetto del Ministro della Giustizia Orlando, etc etc.)?
E non sono, forse, i magistrati ordinari fuori ruolo comodamente distaccati presso i Ministeri coloro che - in nome del Principe - “…scrivono le leggi” per poi essere chiamati ad applicarle ? e non sono sempre costoro quelli che “che hanno in mano i ministeri”, magari occupando dicasteri strategici ( oltre che lucrosissimi), come ad esempio il Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria e le varie Authority ? E non sono proprio i Procuratori della Repubblica quelli “…che possono cambiare con una sentenza i destini di interi settori dell’economia nazionale, far decadere un presidente di regione…” etc., come oltremodo evidente nella vicenda ILVA?
Ma di questo il lettore del Corrierone poco o nulla ha mai potuto leggere su quelle colonne, sempre pronte, invece, ad ospitare i maestri del pensiero cultural/pluralistico/bla bla bla della correntocrazia, gli stessi raggiunti dal giudizio di modestia etica ( in una con quello di eccellenza affaristica) del Capo dello Stato.
Ed è, quindi, con sorpresa che quel lettore, sin qui pressoché ignaro del resto, scopre oggi - contrariamente al reale - che il Tempio del Male Giudiziario Assoluto non si annidi nella Giustizia Ordinaria, ancorché afflitta dalle medesime malattie, bensì nel Sacro Graal di quella amministrativa.
E lo scopre , guarda caso, subito dopo il
2-0 del CdS sul CSM, poi ribaltato a tavolino dai soliti noti…
Eppure, si chiederà quel lettore, anche a voler pensare al Consiglio di Stato come ad un orologio rotto, perché negargli - al pari dei consimili - il diritto di suonare l’ora giusta due volte al giorno?
E allora, quelle due clamorose “suonate” lo erano? E se lo erano, quanto accaduto dopo cos’è stato?
Ma il Corrierone non ne ha dato conto, concentrato com’era sulla Spada del Male…
Non so: a volte mi sembra che i giornalisti del "Corrierone" non sono liberi di scrivere a favore del lettore, altre volte mi assale lo sconforto perché paiono far parte di una grande "Organizzazione", proprio, contro il lettore.
RispondiEliminaSI E' PROPRIO COSI'!!! La studiata "disinformatia" regna sovrana. Fino a moltissimi anni fa, si diceva, negli ambienti che capiscono le cose, che la giustizia amministrativa doveva essere abolita e assegnare la materia ad una sezione speciale della giustizia ordinaria. Oggi non ne parla più nessuno. E' cosa ovvia che si è trovato un certo accordo. Purtroppo si tratta di argomento che nessuno è in grado di capire. Grazie infinite per questo intervento, sicuramente qualcuno cercherà di capire. L'importante è cominciare.
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