Dopo quello che fonti ben informate hanno definito come un profondo
e franco confronto, la quinta commissione, ossia quella che si occupa dei
conferimenti degli incarichi direttivi e semi-direttivi, ha deciso - all’unanimità
– di adottare come protocollo di lavoro quello di acquisire sempre, per ciascun
candidato semidirettivo/direttivo, le eventuali chat con Luca Palamara che lo dovessero
riguardare onde valutarne i c.d. prerequisiti (imparzialità, indipendenza,
equilibrio).
Si tratta, per il vero, di dati già presenti presso il CSM che, peraltro, nella
scorsa consiliatura, sono stati usati, quando lo sono stati, asimmetricamente
(studiatamente contro alcuni, sapientemente ignorati per talaltri…).
La commissione ha anche espresso l’intenzione di avviare al più presto una
discussione generale dell’intero Consiglio sui riflessi deontologici del
“chattismo “, nella prospettiva di proporre una circolare che vieti ai
magistrati di intercedere presso i consiglieri - per sè o per altri - ai fini
dell’ ottenimento di incarichi o vantaggi personali.
Se tale circolare dovesse vedere la luce sarà sicuramente lecito per i magistrati segnalare ai consiglieri i problemi del proprio ufficio onde ricevere
sollecite risposte e ausilio dall’istituzione consiliare; ma vietato darsi
alle “auto/etero petulanze”, in conformità, del resto, al progetto di
codice etico dei vari CSM europei della Rete Encj.
Il risultato peraltro sconfesserebbe la famigerata direttiva
dell’ex procuratore generale Salvi che aveva escluso la rilevanza disciplinare
delle autopromozioni, anche se petulanti.
Sempre più a difesa del dottor Luca Palamara appare necessaria l'apertura di una "pratica a tutela".
RispondiEliminaSicuramente "Il sistema" ha già provveduto!
Sicuramente sarebbe un passo avanti. Qualche segnale positivo si intravede. Ma fin quando non si esamineranno le sentenze gravemente abnormi che passano in giudicato la giustizia non esiste.
RispondiEliminaAUGURI VIVISSIMI
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