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sabato 16 febbraio 2008

Il C.S.M. fra bizantinismi e doppiopesismi


di Uguale per Tutti

Nella seduta del 13 febbraio 2008, il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura si è occupato, fra l’altro, della avocazione della indagine denominata “Why not?” da parte del Procuratore Generale facente funzioni di Catanzaro dr Dolcino Favi.

Si è trattato di una avocazione autorevolmente definita “impensabile” (così Antonio Ingroia), fondata su argomenti tecnici del tutto errati e pretestuosi e intervenuta in uno snodo cruciale dell’indagine, pochi giorni prima che la nomina e l’insediamento del nuovo Procuratore Generale di Catanzaro togliessero al dr Favi il potere di disporla.

La seduta del C.S.M. è stata interamente registrata da Radio Radicale e può essere riascoltata a questo link.

L’ascolto è molto interessante e aiuta a comprendere tante cose su come “funziona” il C.S.M. (la parte qui in discussione è quella che inizia alle ore 17.51).

Nel corso della seduta il consigliere togato Livio Pepino ha chiesto che gli atti venissero trasmessi alla Prima Commissione dello stesso C.S.M., perché quella potesse valutare la condotta del dr Favi.

La Prima Commissione del C.S.M. è quella che, com’è noto, si occupa fra l'altro delle eventuali incompatibilità funzionali o d'ufficio.

Il consigliere Dino Petralia ha chiesto la trasmissione anche alla Quarta Commissione, che si occupa delle valutazioni di professionalità dei magistrati.

Il consigliere Pepino ha illustrato come l'ulteriore trattazione in commissione del provvedimento del dr Favi sarebbe stato doveroso per dare prova che il C.S.M. utilizza le sue prerogative “a tutto tondo” e non “in una sola direzione”.

A favore della proposta del consigliere Pepino hanno votato i consiglieri togati Cesqui, Maccora, Pilato, Petralia, Riviezzo e Fresa (tutti aderenti a Magistratura Democratica e al Movimento per la Giustizia) e i consiglieri non togati Siniscalchi e Tinelli.

Il consigliere Patrono si è astenuto.

Tutti gli altri consiglieri hanno votato contro.

La proposta è stata respinta.

Riportiamo qui sotto la trascrizione della parte centrale dell’intervento del consigliere Livio Pepino e, per comodità dei nostri lettori, l’intero audio degli interventi del consigliere Pepino, del consigliere non togato Vincenzo Siniscalchi e del Vicepresidente Mancino (tratti tutti dal sito di Radio Radicale sopra citato). Si tratta di interventi di pochi minuti ciascuno, che vale davvero la pena di ascoltare, per capire.

L’intervento del Vicepresidente Mancino è particolarmente illuminante.

In esso Mancino – non si sa se per difetto di competenze tecniche o per scelta intenzionale – fa sorprendente confusione in due decisive questioni:

1. fra impugnabilità del provvedimento di avocazione nell’ambito del procedimento in cui è stato adottato e rilievo della sua adozione nelle valutazioni relative alla eventuale incompatibilità e alla professionalità del magistrato che lo ha adottato;

2. fra inammissibilità del ricorso del collega De Magistris avverso l’avocazione – tale è stata la decisione della Procura Generale della Cassazione – e rigetto della stessa: Mancino ha parlato, infatti, di rigetto del ricorso di De Magistris, dando l’impressione di non trarre le dovute conseguenze (ben illustrate, invece, dal cons. Siniscalchi) dal fatto che non di rigetto nel merito si è trattato, ma appunto di inammissibilità per le note ragioni.

In ogni caso tutto l’intervento di Mancino aiuta a comprendere tante cose e ne consigliamo davvero l’audizione.

Il nuovo "bilancio" della vicenda della giustizia in Calabria, diventata e non a caso il "caso De Magistris", è, dunque, al momento:

1. che il Ministro della Giustizia ha disposto e fatto eseguire "contro" il dr De Magistris ispezioni numerose e ripetute, durate complessivamente circa tre anni;

2. che da queste ispezioni non è uscito nulla a carico di De Magistris, fatto processare, infatti, poi, per fatti che non richiedevano tre anni di ispezioni;

3. che a De Magistris sono stati contestati addebiti numerosi e particolarmente "fiscali", sostenendo che ciò si faceva perchè il rigore formale della legge si deve imporre a tutti;

4. che nel frattempo lo stesso rigore non colpiva numerosi altri, coinvolti a vari e gravi titoli nelle vicende in questione;

5. che frattanto il Procuratore Generale facente funzioni di Catanzaro, poche settimane prima di cessare dall'incarico di "facente funzioni" disponeva una avocazione tecnicamente indifendibile;

6. che dinanzi allo stupore e alle proteste di tanti nei confronti di questa avocazione definita autorevolmente come "impensabile", in alto loco si diceva: "Beh, ma ci sono i rimedi processuali";

7. che il dr De Magistris "attivava" i rimedi processuali, ma questi venivano dichiarati inammissibili;

8. che allora in alto loco si diceva: "Beh, certo, perché i rimedi avrebbe dovuto attivarli il Procuratore Capo";

9. che si faceva notare che il Procuratore Capo era propriamente "controinteressato" ai rimedi, perchè "interessato" all'avocazione;

10. che in alto loco si rispondeva: "Beh, ma ci sono comunque le sedi competenti a valutare le cose dal punto di vista amministrativo e disciplinare";

11. che il Procuratore di Catanzaro chiedeva e otteneva un comodo trasferimento a domanda;

12. che il C.S.M. finiva con il dovere esaminare la condotta del Procuratore Generale facente funzioni;

13. che, nel farlo, la pratica andava alla Settima Commissione che diceva: «Non siamo noi competenti. La mandiamo al Plenum, "salva la competenza di altre Commissioni"»;

14. che il plenum, però, decideva di "prendere atto" del tutto archiviando la cosa, senza mandarla alle "altre Commissioni" di cui si parla nel provvedimento della Settima;

15. che alcuni Consiglieri dicevano: "Beh, no, la cosa va ancora esaminata dalle Commissioni competenti";

16. che il Vicepresidente del C.S.M. diceva (il virgolettato non è testuale): "Beh, ma io non sono d'accordo, perchè ... NON CAPISCO PER QUALE RAGIONE SI DOVREBBE ESAMINARE ANCORA QUESTA COSA!";

17. che il relatore della pratica diceva (il virgolettato non è testuale): "Eh, ma il rinvio alle Commissioni competenti non è possibile. Infatti, le Commissioni la potrebbero esaminare solo se si potesse ipotizzare che l'eventuale abuso è incompevole, ma qui, invece, sarebbe colpevole";

18. che ancora è incomprensibile perchè, se la cosa non si può esaminare in Commissione solo perchè "colpevole", non venga allora promossa da chi di competenza una incolpazione e, se non c'è l'incolpazione, perchè si debba ritenere la cosa "colpevole", con ciò impedendone l'esame sotto il profilo dell'eventuale abuso incolpevole;

19. che neppure si capisce perchè al dr De Magistris siano stati contestati addebiti fondati su presunte (e molto molto opinabili) improprietà nell'uso di strumenti processuali e al dr Favi non si contesti nulla per un provvedimento che il consigliere Pepino descrive come si può leggere qui sotto.

In conclusione, dinanzi allo scandalo creato dalla avocazione in questione, per diversi mesi si è rinviato il mondo intero ai "rimedi di legge", prima endoprocessuali e poi amministrativo/disciplinari, e quando, infine, la pratica è arrivata al C.S.M., questo, poichè, in effetti, ma d'altra parte, considerando che, sebbene, quand'anche, tenuto anche conto, purtuttavia, benvero e d'altro canto, si è limitato a "prendere atto" della avocazione in questione e a mandare il tutto in archivio.

Così che non c'è alcun "caso Calabria", ma solo un "caso De Magistris".

Frattanto, Piercamillo Davigo e Grazia Mannozzi hanno scritto un libro dal titolo "La corruzione in Italia, percezione sociale e controllo penale" (Laterza).

A pag. 74 c'è una tabella dalla quale si apprende che le condanne definitive per concussione intervenute nel distretto della Corte di Appello di Reggio Calabria tra il 1983 e il 2002 (ben 19 anni!!) sono UNA e quelle per corruzione sono DUE.

Essendo noto a tutti che la Calabria è una delle regioni italiane con il più alto grado di efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione, se ne deve dedurre che davvero, come hanno detto tanti documenti dell'A.N.M. calabrese che hanno giustamente stigmatizzato le condotte del "cattivo magistrato" e come ha giustamente detto a nome di tutta la Prima Commissione del C.S.M. la prof. Vacca, in Calabria c'è un serio problema: un magistrato "cattivo".

Ci permettiamo di "prendere a prestito" parole scritte da altri a proposito di tutt'altro, ma che tornano utili per descrivere la situazione in cui ci troviamo.

E' stato scritto altrove e discutendo di altro che è necessario che chi si impegna nell'autogoverno della magistratura e nell'associazionismo giudiziario deve avere energia e coraggio per evitare "la procurata sordità, la cecità deliberatamente scelta, il rifugio nel tepore malsano della comunità impiegatizia", dettati dalla "speranza di guadagnare qualche consenso, o magari molti consensi interni, ma anche con l'effetto di portare 'tutti' i magistrati più in basso nella considerazione e nella stima della collettività".

Questo a noi pare il problema.

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Per consentire un rapido reperimento degli articoli del nostro blog sul "Caso De Magistris" e sulla "Avocazione dell'inchiesta di De Magistris", abbiamo segnato i relativi post con delle "etichette" che si trovano elencate nell'indice di "Visualizzazione per temi", nella sidebar di destra del blog. Inoltre, basta cliccare sulle parole fra virgolette sottolineate qui sopra.

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Il testo dell’intervento del consigliere Livio Pepino:

«Il Consiglio, e questo secondo me è un passaggio fondamentale, il Consiglio, questo Consiglio ha iniziato in diverse e note pratiche di diverse Commissioni, non di una Commissione soltanto, una sorta di intervento – leggo, perché sono andato a prendere dei passaggi in altre Commissioni – “esteso al controllo e alla valutazione di profili comportamentali e di professionalità opinabili, evidenziati tra l’altro da provvedimenti abnormi o prossimi all’abnormità”.

E’ un intervento molto problematico, sottolineo problematico e molto delicato, perché quando si entra in quelli che sono i confini dell’attività giurisprudenziale credo che ci voglia estrema prudenza.

Detto questo, credo che un intervento di questo genere del Consiglio è credibile se è a tutto tondo. Non se è fatto in una sola direzione, perché in questo caso diventa un intervento che allora non è più di tentativo di dare delle risposte adeguate a dei problemi assai delicati che pongono alcuni interventi giurisprudenziali.


Premesso questo, osservo che nel caso specifico il provvedimento di avocazione di cui discutiamo è sorretto da una motivazione del tutto impropria e con riferimento a un orientamento giurisprudenziale che è del tutto inconferente e del tutto diverso da quello a cui si fa riferimento.

La sentenza della Cassazione citata per dimostrare come in quel caso ci poteva essere un dovere di astensione a cui non si è ottemperato riguardava la coincidenza tra i fatti di rilievo disciplinare e il merito del processo.

Qui si fa riferimento a tutt’altra ipotesi, che non c’entra nulla, che è un possibile conflitto di interessi.

Allora, il citare tra l’altro una giurisprudenza del tutto incongrua per sostenere una tesi del tutto discutibile mi sembra un metodo che sotto il profilo delle valutazioni necessarie sia quanto meno assai discutibile.


Orbene, voglio essere rapido, se si considera cosa ha significato la pratica delle avocazioni nella storia giudiziaria del nostro Paese, da un lato, e il contesto in cui questa specifica avocazione è intervenuta, io credo che un controllo pacato, attento e senza prevenzioni, ma da parte della Prima Commissione, che è quella che abitualmente si occupa di vicende di questo tipo, sia necessario».


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L'audio dell'intervento del consigliere Livio Pepino:




L'audio dell'intervento del consigliere Vincenzo Siniscalchi:




L'audio dell'intervento del vicepresidente Nicola Mancino:




17 commenti:

  1. E che vuoi commentare...?

    Senza parole!

    ( come l'afasia di Mancino : io mica ho capito bene che cosa ha detto! Ho solo capito che la richiesta del Dr. Pepino gli ha messo una fifa blu!)

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  2. possibile che non si trova un post a favore dei collaboratori di giustizia

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  3. Che sarebbero, i cancellieri!?

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  4. Il Vice Presidente Mancino definisce inappropriato e illegittimo il ricorso del PM De Magistris, per difetto di competenza, dal momento che doveva essere la Procura di Catanzaro, nella persona del Procuratore Generale, a produrre quel ricorso.

    Ma chi era in quel momento il titolare di legittimità per contestare l'avocazione? Accidenti e poi accidenti! Perchè Mancino non si chiede come mai non si interviene contro il provvedimento d'avocazione, dal momento che la stessa appare "abnorme"?.

    Cosa doveva fare De Magistris se i suoi superiori d'Ufficio non intervenivano? Doveva accettare supinamente quel provvedimento, senza difendere le Sue indagini e tutto quello che Gli sono costate?

    Sarei anche disposto ad accettare che il CSM o la Procura Generale rigettassero, per soli vizi formali, il ricorso di De Magistris, se, accidenti, qualcuno si preoccupasse di capire cosa c'è dietro il provvedimento d'avocazione!

    Doveva, forse, andare così?
    Per quale ragione?

    SOLIDARIETA', SENZA IL MINIMO DUBBIO, CON UN'AFFETTUOSITA' CHE PRESCINDE DAI "VIZI FORMALI" DEL DOTT. DE MAGISTRIS E DALLE "PERSONALIZZAZIONI" DELLA DOTT.SSA FORLEO.

    Cca' nisciùno è fesso!

    Un Abbraccio

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  5. Se potete spiegare a un profano...questa volta non sono riuscito a capire.
    grazie (di tutto)

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  6. Per Alessandro Cuboni.

    Gentile Alessandro,

    grazie infinite per la Sua segnalazione, che ci ha consentito di constatare che il contentuo di questo post non era chiaro.

    Abbiamo modificato il post, sperando che adesso sia più chiaro.

    Grazie e un caro saluto.

    La Redazione

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  7. dunque, par di capire, la avocazione dell'inchiesta "why not" a de magistris sarebbe "abnorme". come "abnorme" stato giudicato il decreto di perquisizione, disposto dallo stesso de magistris, nell'ambito dell'inchiesta "toghe lucane".
    entrambe le "abnormità" - seguendo percorsi differenti - approdano al Csm e al vaglio del vicepresidente Mancino. con una piccola differenza: la "abnormità" attribuita all'atto di de magistris viene sanzionata con i trasferimento - di sede e di funzione - del pm. la "abnormità" dell'atto firmato da dolcino favi, parliamo della avocazione di "why not" non merita - a detta dello stesso Mancino - di essere neanche discussa.
    la motivazione? cerco di interpretare, perchè le argomentazioni di mancino non mi paiono molto chiare (sembra, in verità, che non siano chiare neanche a lui).
    la motivazione sarebbe, quindi, che la cassazione ha rigettato il "reclamo" opposto da de magistris, perchè il pm non sarebbe stato "competente". insomma, la vicenda chiusa in partenza: se non se n'è occupata la cassazione, che ha rigettato il reclamo di de magistris, perchè dovrebbe farlo il csm?
    infatti, per prassi e norma, competente a reclamare contro la avocazione è il procuratore della repubblica.
    ma il procuratore della repubblica - questo mancino non lo sa, o non lo dice, o lo dimentica, o forse non nlo ritiene rilevante - il procuratore della repubblica dicevamo, ha "vistato" la avocazione: come avrebbe mai potuto, dopo averla egli stesso firmata, reclamare contro la avocazione stessa? e a chi, dunque, poteva rivogersi de magistris per reclamare contro la avocazione? l'unica possibilità: che reclamasse egli stesso. L'ha fatto. e la cassazione gli ha risposto (in soldoni): caro de magistris, non sei competente a reclamare alcunché, quindi rigettiamo la tua proposta. ma soprattutto, essendo tu incompetente a presentare il reclamo, non leggiamo neanche cosa ci scrivi (volgarmente: non entriamo nel merito).
    bene.
    sarebbe stato molto interessante, però, leggere il reclamo opposto da de magistris.
    per almeno un paio di motivi.
    ne citiamo solo uno: il procuratore capo - sostiene de magistris - in qualche modo interessato dalla vicenda poichè il suo nomitativo compare in una intercettazione telefonica. sarebbe insomma in una situazione di "conflitto di interessi".
    vi pare un particolare di poco conto?
    mikrouip

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  8. Scusate, ma gli interventi di Siniscalchi e Mancino non sono più disponibili. Si potrebbero conoscere le motivazioni di tale indisponibilità?
    Grazie

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  9. Per Mikrouip ore 11,20
    Non credo che sia così semplice.
    Certe cose le sanno fare bene.
    Mi ricordo, che l'avocazione di De Magistris, non fu firmata da Lombardi in quel momento assente molto opportunamente, ma dal Procuratore facente funzioni Dolcino Favi, proprio per evitare il "conflitto d'inreresse".
    Per favore, correggetemi, se ricordo male.
    Alessandra

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  10. cara Alessandra, concordo con te, per quanto io ricordi, e credo di ricordare bene. l'avocazione fu firmata dal "reggente" dolcino favi. ma fu anche vistata dal procuratore capo. e proprio quella firma - diciamo così: in via del tutto ipotetica - "blindava" l'avocazione stessa. avendola vistata il procuratore capo, con la sua firma, a chi poteva spettare il diritto di "impugnare" l'avocazione? solo a de magistris, almeno in teoria, perchè nella pratica la cassazione gli nega quel diritto, rigettando il suo "reclamo", obiettando che avrebbe dovuto presentarlo il suo procuratore capo. lo stesso procuratore capo che, però, l'aveva controfirmata (per questo dico che si tratta di un atto "blindato"). lo stesso procuratore capo che, dice de magistris nel suo reclamo, versa in conflitto d'interessi per i motivi che ho esposto sopra.
    potremmo aggiungere - se possibile si esprimano i giuristi, ai quali affido il quesito - che nei giorni che intercorrono tra la avocazione e la comunicazione della stessa al pm (circa tre, se non erro), gli atti dell'inchiesta "why not" vengono prelevati dalla cassaforte di de magistris senza che egli ne sappia nulla. è una notizia abbondantemente diffusa su tutti i giornali nazionali. e ora il quesito: data la "larga" accezione di "abnormità", non si può configurare come "abnorme" lo stesso atto con il quale si preleva il fascicolo dalla cassaforte senza la previa comunicazione al pm?
    mikrouip

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  11. Per Caesare delle 11.38.

    Gentile Lettore,

    riprovi, perchè a noi funziona tutto e dovrebbe trattarsi solo di una temporanea indisponibilità della Sua connessione.

    Un caro saluto.

    La Redazione

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  12. Questa frase, che Paolo Borsellino scrisse a proposito della crescente informazione sulle cose di mafia, va benissimo anche per le indagini "scottanti" che oggi hanno portato alla ribalta i "cattivi" magistrati e sono tremendamente attuali, in grado di farci capire perche' per taluno - anche per il CSM- e' fondamentale che le notizie non circolino....

    "Oggi al di la' di quello che sara' lo sbocco giudiziario delle indagini, al di la' delle eventuali condanne, le inchieste hanno avuto di riflesso una valenza culturale perche' sono state diffuse, rese pubbliche. Perche' la gente se ne e' interessata".

    Signori, nulla sara' piu' come prima!

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  13. No, nulla sarà più come prima.
    Tutti i "rigori formali" richiamati a carico del solo De Magistris, non prevedono che un Ministro della Giustizia titolare dell'azione disciplinare sia indagato e "in conflitto di interesse", non prevedono che il Procuratore Capo titolare del ricorso contro l'avocazione sia "lambito" nell'inchiesta e quindi in "conflitto di interessi".
    Tutti hanno diritto ad un giusto processo e a De Magistris, Magistrato, questo diritto viene negato proprio dal suo Organo di appartenenza:
    Queste contraddizioni per la tutela di valori di rilievo costituzionale impongono una disciplina che garantisca i diritti di tutti.
    Alessandra

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  14. Bari, arrestato giudice tribunale per tangenti.
    Un giudice del tribunale civile di Bari è stato posto agli arresti domiciliari dalla polizia con l'accusa di concorso in diversi episodi di concussione.
    Insieme a lui arrestato un perito del tribunale.
    Più in particolare, si indaga su una mazzetta di 15.000 euro chiesta ad una impresa barese perché fosse dichiarato esecutivo un decreto ingiuntivo di pagamento verso il quale era stata fatta opposizione.
    Il provvedimento cautelare è stato emesso dalla magistratura salentina, che ha competenza ad indagare su magistrati in servizio nel distretto della corte d'appello di Bari.
    Il giudice era stato recentemente rinviato a giudizio dal gip del tribunale di Lecce per un presunto episodio di tentativo di concussione ai danni del consorzio che studia l'uomo di Altamura.
    Il processo e' stato fissato per il prossimo 18 giugno.
    Per lo stesso caso, un altro magistrato barese venne condannato nell'ottobre scorso a 4 anni di reclusione.
    Aveva chiesto nel 2003, tramite un complice, una mazzetta da 75.000 euro per emettere una sentenza favorevole al ‘Consorzio Digamma' che studia l'uomo di Altamura, uno scheletro risalente a 250.000 anni fa.

    19/02/08 11:47:37 redtno@telenorba.it

    ....E questi, come li chiamiamo?
    Cattivi o buoni?

    Questo qui ha lavorato nello stesso ufficio del Giudice Lisa, quello della cravatta dell'avv. Saracino.
    L'altro, quello condannato a 4 anni per concussione, e' ancora al lavoro a Bari : diteglielo, al CSM!

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  15. http://bari.repubblica.it/dettaglio/Sentenze-pronte-il-giudice-firmava/1424636

    E prima dei togati, anche i Giudici di Pace : dove siamo finiti?

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  16. Da comunissima cittadina, dopo aver sentito la relazione del Presidente della Commissione Antimafia Forgione che fra l'altro:"Il segreto della "ndrangheta sta nella capacità di far coesistere la dimensione FAMILIARE del nucleo di base, che la mette al riparo da denunce e pentiti", "con la diffusione globale della rete operativa, che la rende la mafia più potente su scala internazionale e la più credibile agli occhi degli altri cartelli criminali mondiali" "coinvolgendo da Nord a Sud la grande questione dell'economia legale".
    Dopo aver letto dal Vostro articolo:
    "nel distretto Corte Appello Reggio Calabria tra gli anni 83 -2002 - condanne definitive per concussione 1 per corruzione 2 -
    mi viene da considerare l'inadeguatezza e la superficialità del CSM e della Cassazione di considerare preminenti "i rigori formali" frutto di farraginose interpretazioni di innumerevoli norme più volte modificate intorno al principio che comunque "ogni sostituto RAPPRESENTA L'UFFICIO su delega espressa o TACITA del titolare" e che inoltre,l'organizzazione dell'ufficio del pubblico ministero è governata senz'altro dal principio dell'art. 97 cost., in virtù del quale la predisposizione dei criteri organizzativi è diretta ad "assicurare LA TRASPARENZA nell'organizzazione dell'ufficio e a PREVENIRE il sospetto che le assegnazioni dei processi siano affidate alla pura discrezionalità, esposta - in quanto tale a valutazioni parziali o strumentali":
    siamo ancora qui a chiederci chi è IL CATTIVO MAGISTATO in questa situazione di emergenza nazionale?
    Alessandra

    RispondiElimina
  17. "A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l'esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato" (Paolo Borsellino)

    RispondiElimina

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