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domenica 14 giugno 2020

Democratici in casa altrui



Forse ai più sarà sfuggito che, tra le mille toghe di tutta Europa, che il 14 gennaio di quest’anno avevano manifestato a Varsavia contro i provvedimenti adottati dal governo di quel paese, per limitare l’indipendenza dei magistrati polacchi, c’era anche il Presidente dell’Anm Luca Poniz.

Intervistato da alcuni quotidiani sulle ragioni di tale sua partecipazione il dott. Poniz aveva dichiarato, perentoriamente: “ In Polonia lo stato di diritto è a rischio. Non siamo venuti qui per promuovere la conservazione del potere da parte dei giudici ma per tutelare i diritti e gli interessi dei cittadini. Il fatto poi che tutto questo stia accadendo in Europa è allarmante”.

Era lecito attendersi analoga caparbia reazione dell’Anm, questa volta a tutela dei dritti dei cittadini italiani, dopo il pubblico disvelamento della prassi ultradecennale della spartizione degli incarichi da parte delle correnti della magistratura, secondo rigorosi criteri di appartenenza, nonché di iniziative di membri del Parlamento o di appartenenti ad altri organi dello Stato volte ad orientare le scelte del Consiglio Superiore.

E’ indubbio infatti che tale fenomeno, che ha suscitato “il grave sconcerto e la riprovazione” del Capo dello Stato, è indicativo di una grave compromissione non solo dell’indipendenza interna ma anche di quella esterna della magistratura.

Ebbene, che cosa ha fatto l’Anm?

Ha organizzato una manifestazione davanti al Csm ? ha chiesto solidarietà ai magistrati di altri paesi europei ? ha preteso le dimissioni dagli incarichi rappresentativi dei numerosi magistrati coinvolti nelle intercettazioni ? 

Nulla di tutto questo.

Dopo qualche comunicato in cui ha blandamente stigmatizzato alcuni dei fatti emersi dalle intercettazioni si è praticamente dissolta, dopo le reciproche accuse scambiatesi dai suoi massimi vertici sulle modalità di reazione al degrado generalizzato.

E’ letteralmente implosa a causa del suo vizio genetico, mai risolto, sebbene fosse stato ripetutamente denunziato da pochi indipendenti, di essere una associazione delle correnti della magistratura, da queste spesso utilizzata come trampolino di lancio ancheper far arrivare i proprio esponenti al Csm.

A questo punto viene da chiedersi quale sia il tasso di democrazia di uno Stato che tollera una magistratura eterodiretta da associazioni private, quali sono le correnti, non senza aver segnalato che, già secondo la relazione della commissione europea al Parlamento, al consiglio e alla banca centrale europea del 28 maggio 2018, la percezione della indipendenza della magistratura da parte dei cittadini era una delle più basse d’Europa.

Peggio di noi in quel report Bulgaria, Slovacchia e Ungheria.

E la graduatoria, da allora, non può che essere peggiorata.

La Redazione


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