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mercoledì 15 luglio 2020

Luca, non è con me che devi scusarti.


Luca Palamara, col quale sono in contatto proprio da quando tutti gli altri lo hanno troncato, vale a dire dalla sua messa in stato d’accusa (eh si, come se fosse il “capo”, del correntismo,  ma il capo),  a differenza di suoi omologhi scoperti con le mani nel sacco non ha scelto la via della negazione né quella del silenzio. 

E’ proprio per questo motivo che voglio ascoltarlo quando tutti si ostinano a volergli tappare la bocca. 

Così ci sentiamo e ci confrontiamo, anche sull'ignominia di colpirne uno per salvarne cento,  che sta per essere messa in scena. 

Ed allora, Luca, ti do atto della meritoria differenziazione rispetto ad altri correntisti, visto che hai ammesso e chiesto  scusa ai magistrati penalizzati dalla non appartenenza al “sistema”, è tuttavia necessario precisare qualche concetto che tu ribadisci nelle interviste ma sui quali non posso dirmi d’accordo. 


Non devi chiedere scusa a me o ad altri come me. I colleghi che fanno la scelta di non “appartenere” lo fanno consapevolmente ed accettano la certezza (non già il rischio) di non partecipare alla “carriera”. Non giocherebbero, manco costretti, ad un gioco truccato perché  di questo si tratta.  

Personalmente non potrei essere giudice sapendo di collaborare ad un sistema sbagliato, che tradisce la fiducia accordata dal Costituente alla magistratura. Ma è un fatto personale,  mio e fortunatamente di molti altri colleghi. 

E’ solo grazie a questi colleghi, Luca, che tu puoi rassicurare i cittadini affermando che la spartizione degli incarichi non incide sull’imparziale esercizio della giurisdizione. Ed affermi una verità,  tuttavia molto parziale. 

Spiego meglio.

Nessun magistrato   sarà condizionato nel decidere cause e questioni che non assumono particolare rilevanza politica o che non tocchino preponderanti interessi economici. 

Quindi stiano sereni i cittadini: il correntismo non incide sulla soluzione della loro causa condominiale, sulla richiesta risarcitoria per i danni arrecati da un professionista o per l’indennità di un’espropriazione. 

Hai, in questo, perfettamente ragione, Luca. 

Tuttavia il “correntismo” presenta tante facce. 

Vi sono correnti la cui unica ragion d’essere è quella di non farsi prevaricare dalle altre nella distribuzione degli onori di carriera; esaurisce in sostanza il suo compito nel piazzare un numero di soldatini proporzionale alla sua forza elettorale.   Ed ha fatto il suo. 

Vi sono correnti che invece rivendicano un’identità politica e che non si distinguono dalle prime nell’abilità al tavolo della lottizzazione al quale  giocano allo stesso modo che prevede strategie, tattiche, accordi. Ma a questo aggiungono un quid pluris: affermano il “modello” di magistrato ideologicamente orientato e per queste correnti la conquista dei posti di direzione degli uffici è uno strumento per portare avanti l’ideologia, nell’esercizio della giurisdizione. Questa tipologia di magistrati, in buona fede dal loro punto di vista, occupano i posti che lo scacchiere del correntismo mette loro a disposizione per fare cose. 

E qui non si può più sostenere che il correntismo non metta in crisi l’imparziale esercizio della giurisdizione. La gerarchia è subdolamente presente in magistratura ed i giovani colleghi possono avvertirne il peso in molte occasioni che tu ed io ben conosciamo e che tralasciamo per non appesantire il discorso.   

I contatti tra certa politica e la magistratura sono,   molto parzialmente,  racchiusi nel segreto svelato del  tuo telefonino e  tu stesso hai adombrato  che il correntismo tratti in modo non proprio neutrale alcuni procedimenti disciplinari “sensibili”. 

Ecco  che le tue rassicurazioni ai cittadini vacillano. 

Va in crisi la fiducia nell’operato disinteressato della magistratura  proprio nei casi più importanti, quelli che coinvolgono rilevanti interessi politici. 

E allora le tue scuse devono essere ben indirizzate: non hai bisogno del mio perdono perché non sono io l’offeso. Diciamo che volontariamente mi privo, come molti altri,  di onori che non possono attirarmi. 

E’ ai cittadini che il correntismo arreca incalcolabile danno perché tradisce i valori di indipendenza e di imparzialità della giurisdizione. 

Né è vero, quindi,  che abbiate scelto i migliori magistrati per i posti più importanti, Luca. Avete scelto i migliori “dei vostri” e nessuno ha mai affermato che i correntisti siano tutti  incapaci.

Ma riconoscerai che un conto  è avere un ottimo magistrato a capo di una procura della repubblica che non abbia debiti di gratitudine o vincoli di appartenenza verso alcuno, altro conto è mettervi un proprio “soldatino”, per quanto bravo possa apparire.  

Nicola Saracino 



4 commenti:

  1. Anche se un moto di misericordia nei confronti di Palamara può apparire difficile, un mondo senza un dott. Nicola Saracino che ascolta il dott. Luca Palamara, sarebbe di gran lunga peggiore di questo! Purtroppo va ribadito che per nulla i cittadini possono stare sereni. Dove passa il " branco" non cresce più nemmeno un filo d'erba, non è possibile portare avanti il più miserabile degli sfratti. Che dire poi de "raggiungere, intimorire e/o blandire" il difensore trasformandolo nel nemico più feroce e più subdolo dello sventurato di turno.

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    1. La penso come lei. Io non sono tranquillo ed anzi sono terrorizzato dal quadro che ormai rappresentato. Credo che ogni cittadino merita risposte che non verranno mai.

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  2. "Un sistema sbagliato che ha tradito la fiducia accordata dal costituente alla magistratura"
    Non solo... Cosa ancora più grave, è stato tradito il popolo. A farne le spese migliaia di innocenti. Che, qualora quelle spese fossero servite per il superamento delle mafie, almeno oggi piangerebbero da un solo occhio. Invece è stato un sistema funzionale alle stesse mafie per poter entrare in ogni istituzione.

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  3. Occorre nel pe ale dare garanzia anche alla parte offesa e quindi dopo l'udienza in camera di consiglio dal Gip, prevedere una sorta di ricorso al Riesame. Infatti se Pm sbaglia e il gip è svogliato, si archivia e basta. Avoglia di sventolare atti e documenti non se ne farà nulla.

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