di Francesco Ponzetta
(Dottore di ricerca presso l'Università di Pavia, magistrato onorario)
Con riferimento alla contestazione che il Procuratore Generale della Cassazione muove alla dottoressa Forleo in ordine alle ordinanze con le quali ha chiesto al Parlamento di autorizzare l’uso di alcune intercettazioni telefoniche nelle quali sono coinvolti noti parlamentari, dal punto di vista squisitamente processuale il nodo di fondo a mio avviso si riduce essenzialmente alla questione di diritto se la notitia criminis possa desumersi da atti inutilizzabili, nel caso di specie intercettazioni indirette di parlamentari rispetto alle quali non è ancora intervenuta la prescritta autorizzazione a procedere.
Secondo le ordinanze de quibus, la risposta è no, per cui il gip ha chiesto l'autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni anche per i parlamentari ancora non indagati, proprio perché, desumendosi da tali colloqui la notizia di reato, senza tale autorizzazione non possono neanche iniziare le indagini nei confronti dei noti parlamentari.
Secondo altre voci dottrinali, invece, la notizia di reato può ben essere desunta da tali captazioni di comunicazioni, per cui il fatto che la Procura non avesse richiesto l'autorizzazione anche nei confronti dei parlamentari vorrebbe dire che l'organo inquirente non vi ha ravvisato alcunché di penalmente rilevante a carico dei parlamentari medesimi.
A questo punto il gip non avrebbe potuto agire di propria iniziativa estendendo soggettivamente la richiesta di autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni, ma avrebbe dovuto limitarsi a trasmettere gli atti alla Procura segnalando la sussistenza di elementi a carico di altri soggetti nei confronti dei quali non si stava procedendo.
Questioni di diritto, che trovano la loro composizione nelle regole processuali e negli organi preposti alla nomofilachìa e alla risoluzione dei conflitti di competenza anomali, e in ultimo, dei conflitti fra poteri dello Stato.
Che la parte della motivazione di un provvedimento giurisdizionale, nella quale si spiega la rilevanza di una intercettazione, possa essere posta a fondamento di un rilievo disciplinare è fatto che può definirsi, con la limpida immagine utilizzata dal dott. Ingroia per l’avocazione di Catanzaro, IMPENSABILE.
E grossa meraviglia mi desta il fatto che sul punto non vi sia stata una forte presa di posizione dell'Associazione Nazionale Magistrati.
Forse non valeva la pena morire per la Forleo, quella della sentenza sui guerriglieri, quella che si mette in mezzo negli arresti, quella che litiga con carabinieri e colleghi che indagano sulla morte dei genitori.
Come non valeva la pena morire per De Magistris, che si erge ad unico fortino contro la criminalità come se tutti gli altri fossero collusi.
Ma chi si chiedeva se valesse la pena morire per Danzica è stato costretto a combattere per liberare Auschwitz.
Domani, quando sarà normale finire sotto procedimento disciplinare per un aspetto della motivazione, o per una interpretazione di legge poi smentita dalla cassazione, o quando capiterà ancora che il ministro possa far togliere le indagini a un P.M. richiedendo un trasferimento di urgenza, dopo che lo stesso Consiglio Superiore della Magistratura aveva escluso quanto meno l'urgenza, beh allora a qualcuno forse verrà il dubbio che dire una parola forte e chiara oggi non significava solo mettersi a difendere quell'isterica inaffidabile della Forleo o quel presuntuosetto di De Magistris.
Ma temo che sarà troppo tardi.
P.S.: Ovviamente ho usato espressioni sprezzanti nei confronti dei dottori Forleo e De Magistris in maniera paradossale, solo per rendere più efficaci i miei concetti.
Sono tre giorni, caro Dottore, che ha scritto il suo brillante commento e ancora nessuno le risponde. Mi viene un retorico dubbio: non sarà, per caso, perché lei è un magistrato...onorario ?
RispondiEliminaN.B.: Sarebbe bene che spiegasse a tutti, incidenter tantum in altre discussioni, cosa è e cosa fa un magistrato onorario di tribunale, e anche quanto viene "pagato" !
Egregio e competente dott. Ponzetta, non se la prenda per i pochi commenti, sicuramente non addebitabili al fatto che Lei sia un Magistrato onorario; i motivi possono essere i più vari, compreso quello che l'articolo fosse così completo da non necessitare di commenti; in ogni caso, dopo aver letto quasi tutti i posts, fin dall'apertura del blog, mi sembra di poter dire che, quando ci sono molti commenti, è perché gli intervenuti dibattono tra di loro, o con la Redazione. più che con l'autore dell'articolo.
RispondiEliminaNon sono in grado di dare giudizi ponderati sui Magistrati onorari (e quindi non li darò), però mi sembra che l'anonimo che ha sollevato la questione abbia i nervi leggermente scoperti sul punto.
Approfitto di questo mio post per venire incontro ad una richiesta della Redazione, che mi ha gentilmente chiesto di firmare con il mio nome o, quantomeno, se possibile, di chiarire il perché del mio acronimo nicK.
Innanzitutto dichiaro di essere anch'io del parere che sarebbe bene firmare i propri interventi ma, nel mio caso, vi sono ragioni gravi (non di carriera) che mi consigliano, temporaneamente, di ricorrere ad uno pseudonimo; poiché ritengo queste ragioni prevalenti sulla generica opportunità di non nascondersi, mi sono autoconcesso un periodo in incognito; spero, prometto e giuro che in un futuro, non infinito, firmerò con il mio nome; la prognosi dei miei gravi malanni è di un mese, s.c.; poiché ho incominciato a scrivere sul blog il 25 dicembre, l'anonimato dovrebbe cessare il 24 gennaio.
Staremo a vedere.
Gentile A.A.P.P.,
RispondiEliminal'avevamo già scritto e ci teniamo a ribadirlo: Lei è un interlocutore prezioso al quale teniamo moltissimo, anche anonimo.
Peraltro, comprendiamo benissimo che ciascuno può avere molte ottime e rispettabilissime ragioni per intervenire qui senza rivelare la propria identità e proprio per questo abbiamo deciso fin dall'inizio di accettare anche i commenti anonimi.
Dunque, anche se il termine che si è dato scadesse invano, resti con noi, per favore e grazie per la Sua presenza.
Quanto all'ipotesi, fatta da Anonimo del 31 dicembre, di una "discriminazione" del dr Ponzetta in quanto magistrato onorario, condividiamo le Sue (di A.A.P.P.) considerazioni e aggiungiamo che il nostro blog si ispira convintamente al rifiuto di qualsiasi forma di "classismo".
Pensiamo che chiunque svolga coscienziosamente un ruolo nella società sia prezioso per essa e pensiamo anche che la dignità, l'autorevolezza, la credibilità delle persone così come le loro qualità non dipendano dal lavoro che svolgono.
Peraltro, poi, la stima per il dr Ponzetta è dimostrata all'evidenza dall'avergli chiesto noi il permesso di pubblicare i due suoi scritti che compaiono nel blog e che erano inizialmente mail inviate a una mailing list di magistrati.
La Redazione
Gentile a.a.p.p.,
RispondiEliminaLa scadenza del suo anonimato inviterebbe alle scommesse, se fossimo in Inghilterra !
Provo a fare alcune ipotesi:
1) Lei sta ancora partecipando ad un concorso, ovvero l'ha appena superato ed è in attesa di assegnazione;
2) Lei ha chiesto un trasferimento, e ancora non si sono pronunciati;
3) Lei ha un ricorso amministrativo pendente ovvero un procedimento disciplinare in corso;
4) Lei è un avvocato in attesa dell'udienza finale;
5) Lei è ... un detenuto in attesa di scarcerazione (non si sa mai)!
Suvvia, Signor a.a.p.p., non ci tenga sulle spine !
Egregio dott. Ponzetta,
RispondiEliminacome vede è stato confermato che l'aumento del numero dei commenti è abbastanza indipendente da quanto scritto dall'autore dell'articolo; per farmi perdonare, comunque, dell'invasione del Suo spazio, pubblicherò un commento all'altro Suo articolo, quello sulla proposta di legge popolare.
Spero Le piacerà.
aapp(anonimo ancora per poco)