Mai le cose appaiono uguali a distanza di tempo.
Anche quelle che hanno una identica natura cambiano, nel tempo, gli accidenti e le apparenze.
La maturità di un popolo e di una cultura sta nel riconoscere la sostanza di ciò che gli accade, al di là delle apparenze.
In questa logica, può essere utile rileggere oggi il primo discorso pronunciato da Benito Mussolini come Presidente del Consiglio, il 16 novembre 1922, alla Camera dei Deputati.
L’indomani il suo governo ottenne la fiducia con 316 voti a favore, 116 contrari e 7 astenuti.
di Benito Mussolini
Camera dei Deputati, 16 novembre 1922
Signori, quello che io compio oggi, in questa Aula, è un atto di formale deferenza verso di voi e per il quale non vi chiedo nessun attestato di speciale riconoscenza.
Da molti, anzi da troppi anni, le crisi di Governo erano poste e risolte dalla Camera attraverso più o meno tortuose manovre ed agguati, tanto che una crisi veniva regolarmente qualificata come un assalto, ed il Ministero rappresentato da una traballante diligenza postale.
Ora è accaduto per la seconda volta, nel volgere di un decennio, che il popolo italiano - nella sua parte migliore - ha scavalcato un Ministero e si è dato un Governo al di fuori, al disopra e contro ogni designazione del Parlamento.
Il decennio di cui vi parlo sta fra il maggio del 1915 e l’ottobre del 1922.
Lascio ai melanconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di dissertare più o meno lamentosamente su ciò.
Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Aggiungo, perché ognuno lo sappia, che io sono qui per difendere e potenziare al massimo grado la rivoluzione delle «camicie nere», inserendola intimamente come forza di sviluppo, di progresso e di equilibrio nella storia della Nazione.
Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere.
Mi sono imposto dei limiti.
Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non ci abbandona dopo la vittoria.
Con 300 mila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo.
Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti.
Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.
Gli avversari sono rimasti nei loro rifugi: ne sono tranquillamente usciti, ed hanno ottenuto la libera circolazione: del che approfittano già per risputare veleno e tendere agguati come a Carate, a Bergamo, a Udine, a Muggia.
Ho costituito un Governo di coalizione e non già coll’intento di avere una maggioranza parlamentare, della quale posso oggi fare benissimo a meno, ma per raccogliere in aiuto della Nazione boccheggiante quanti, al di sopra delle sfumature dei partiti, la stessa Nazione vogliono salvare.
Ringrazio dal profondo del cuore i miei collaboratori, ministri e sottosegretari: ringrazio i miei colleghi di Governo, che hanno voluto assumere con me le pesanti responsabilità di questa ora: e non posso non ricordare con simpatia l’atteggiamento delle masse lavoratrici italiane che hanno confortato il moto fascista colla loro attiva o passiva solidarietà.
Credo anche di interpretare il pensiero di tutta questa Assemblea e certamente della maggioranza del popolo italiano, tributando un caldo omaggio al Sovrano, il quale si è rifiutato ai tentativi inutilmente reazionari dell’ultima ora, ha evitato la guerra civile e permesso di immettere nelle stracche arterie dello Stato parlamentare la nuova impetuosa corrente fascista uscita dalla guerra ed esaltata dalla vittoria.
Prima di giungere a questo posto, da ogni parte ci chiedevano un programma.
Non sono ahimè i programmi che difettano in Italia: sibbene gli nomini e la volontà di applicare i programmi.
Tutti i problemi della vita italiana, tutti dico, sono già stati risolti sulla carta: ma è mancata la volontà di tradurli nei fatti.
Il Governo rappresenta, oggi, questa ferma e decisa volontà.
La politica estera è quella che, specie in questo momento, più particolarmente ci occupa e preoccupa.
Ne parlo subito, perché credo, con quello che dirò, di dissipare molte apprensioni. Non tratterò tutti gli argomenti, perché, anche in questo campo, preferisco l’azione alle parole.
Gli orientamenti fondamentali della nostra politica estera sono i seguenti: i trattati di pace, buoni o cattivi che siano, una volta che sono stati firmati e ratificati, vanno eseguiti.
Per ciò che riguarda precisamente l’Italia noi intendiamo di seguire una politica di dignità e di utilità nazionale.
Non possiamo permetterci il lusso di una politica di altruismo insensato o di dedizione completa ai disegni altrui. Do ut des.
L’Italia di oggi conta, e deve adeguatamente contare.
Lo si incomincia a riconoscere anche oltre i confini.
Non abbiamo il cattivo gusto di esagerare la nostra potenza, ma non vogliamo nemmeno, per eccessiva ed inutile modestia, diminuirla. La mia formula è semplice: niente per niente.
Chi vuole avere da noi prove concrete di amicizia, tali prove di concreta amicizia ci dia.
L’Italia fascista, come non intende stracciare i trattati, così per molte ragioni di ordine politico, economico e morale non intende abbandonare gli Alleati di guerra.
Roma sta in linea con Parigi e Londra, ma l’Italia deve imporsi e deve porre agli Alleati quel coraggioso e severo esame di coscienza che essi non hanno affrontato dall’armistizio ad oggi.
Si tratta insomma di uscire dal semplice terreno dell’espediente diplomatico, che si rinnova e si ripete ad ogni conferenza, per entrare in quello dei fatti storici, sul terreno cioè in cui è possibile determinare in un senso o nell’altro un corso degli avvenimenti.
Una politica estera come la nostra, una politica di utilità nazionale, una politica di rispetto ai trattati, una politica di equa chiarificazione della posizione dell’Italia nell’Intesa, non può essere gabellata come una politica avventurosa o imperialista nel senso volgare della parola.
Noi vogliamo seguire una politica di pace: non però una politica di suicidio.
Le direttive di politica interna si riassumono in queste parole economia, lavoro, disciplina.
Il problema finanziario è fondamentale: bisogna arrivare colla maggiore celerità possibile al pareggio del bilancio statale.
Regime della lesina: utilizzazione intelligente delle spese: aiuto a tutte le forze produttive della Nazione.
Chi dice lavoro, dice borghesia produttiva e classi lavoratrici delle città e dei campi.
Non privilegi alla prima, non privilegi alle ultime, ma tutela di tutti gli interessi che si armonizzino con quelli della produzione e della Nazione.
Il proletariato che lavora, e della cui sorte ci preoccupiamo, ma senza colpevoli demagogiche indulgenze non ha nulla da temere e nulla da perdere, ma certamente tutto da guadagnare da una politica finanziaria che salvi il bilancio dello Stato ed eviti quella bancarotta che si farebbe sentire in disastroso modo specialmente sulle classi più umili della popolazione.
La nostra politica emigratoria deve svincolarsi da un eccessivo paternalismo, ma il cittadino italiano che emigra sappia che sarà saldamente tutelato dai rappresentanti della Nazione all’estero.
L’aumento del prestigio di una Nazione nel mondo è proporzionato alla disciplina di cui dà prova all’interno.
Non vi è dubbio che la situazione all’interno è migliorata, ma non ancora come vorrei.
Non intendo cullarmi nei facili ottimismi. Non amo Pangloss. Le grandi città ed in genere tutte le città sono tranquille: gli episodi di violenza sono sporadici e periferici, ma dovranno finire.
I cittadini, a qualunque partito siano iscritti, potranno circolare: tutte le fedi religiose saranno rispettate, con particolare riguardo a quella dominante che è il Cattolicismo: le libertà statutarie non saranno vulnerate: la legge sarà fatta rispettare a qualunque costo.
Lo Stato è forte e dimostrerà la sua forza contro tutti, anche contro l’eventuale illegalismo fascista, poiché sarebbe un illegalismo incosciente ed impuro che non avrebbe più alcuna giustificazione. Debbo però aggiungere che la quasi totalità dei fascisti ha aderito perfettamente al nuovo ordine di cose.
Lo Stato non intende abdicare davanti a chicchessia.
Chiunque si erga contro lo Stato sarà punito.
Questo esplicito richiamo va a tutti i cittadini, ed io so che deve suonare particolarmente gradito alle orecchie dei fascisti, i quali hanno lottato e vinto per avere uno Stato che si imponga a tutti, colla necessaria inesorabile energia.
Non bisogna dimenticare che, al di fuori delle minoranze che fanno della politica militante, ci sono quaranta milioni di ottimi italiani i quali lavorano, si riproducono, perpetuano gli strati profondi della razza, chiedono ed hanno il diritto di non essere gettati nel disordine cronico, preludio sicuro della generale rovina.
Poiché i sermoni - evidentemente - non bastano, lo Stato provvederà a selezionare e a perfezionate le forze armate che lo presidiano: lo Stato fascista costituirà una polizia unica, perfettamente attrezzata, di grande mobilità e di elevato spirito morale; mentre Esercito e Marina gloriosissimi e cari ad ogni italiano - sottratti alle mutazioni della politica parlamentare, riorganizzati e potenziati, rappresentano la riserva suprema della Nazione all’interno ed all’estero.
Signori, da ulteriori comunicazioni apprenderete il programma fascista, nei suoi dettagli e per ogni singolo dicastero.
Chiediamo i pieni poteri perché vogliamo assumere le piene responsabilità.
Senza i pieni poteri voi sapete benissimo che non si farebbe una lira - dico una lira - di economia.
Con ciò non intendiamo escludere la possibilità di volonterose collaborazioni che accetteremo cordialmente, partano esse da deputati, da senatori o da singoli cittadini competenti.
Abbiamo ognuno di noi il senso religioso del nostro difficile compito.
Il paese ci conforta ed attende.
Vogliamo fare una politica estera di pace, ma nel contempo di dignità e di fermezza: e la faremo.
Ci siamo proposti di dare una disciplina alla Nazione, e la daremo.
Nessuno degli avversari di ieri, di oggi, di domani si illuda sulla brevità del nostro passaggio al potere.
Illusione puerile e stolta come quella di ieri. Il nostro Governo ha basi formidabili nella coscienza della Nazione ed è sostenuto dalle migliori, dalle più fresche generazioni italiane.
Non v’è dubbio che in questi ultimi giorni un passo gigantesco verso la unificazione degli spiriti è stato compiuto.
La patria italiana si è ritrovata ancora una volta, dal nord al sud, dal continente alle isole generose, che non saranno più dimenticate, dalle metropoli alle colonie operose del Mediterraneo e dell’Adriatico.
Non gettate, o signori, altre chiacchiere vane alla Nazione.
Cinquantadue iscritti a parlare sulle mie comunicazioni, sono troppi.
Lavoriamo piuttosto con cuore puro e con mente alacre per assicurare la prosperità e la grandezza della Patria.
Così Iddio mi assista nel condurre a termine vittorioso la mia ardua fatica.
...tutto è ripetizione, ripercorso, ritorno. (Pavese)
RispondiEliminaAlessandra
"Non sono ahimè i programmi che difettano in Italia: sibbene gli Uomini e la volontà di applicare i programmi.
RispondiEliminaTutti i problemi della vita italiana, tutti dico, sono già stati risolti sulla carta: ma è mancata la volontà di tradurli nei fatti".
Nessun commento.
"Lascio ai melanconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di dissertare più o meno lamentosamente su ciò".
RispondiEliminaQuesta mi era sfuggita !
E fu così che trascorsero 21 anni di indegno regime! L'Italia, a parte una esigua minoranza, lo ha amato! E anche quelli di oggi sono pronti ad amare chiunque si dimostri ai loro occhi un Uomo Super (c'è l'ho Duro)Dotato!
RispondiEliminaPer fortuna B è un 73enne che ha avuto tutto ed ha tutto dalla vita, la sola frustazione dell'altezza è annullata dal fatto che supera il presidente francese e si eguaglia con quello russo!
b
Per Anonimo delle 17.58.
RispondiEliminaVede quanto è drammaticamente attuale questo discorso?
E quello non è l'unico passaggio di attualità!
La Redazione
Scusate: ma ciò che avete scritto non è diffamatorio? Anche io sono basso e non è discriminatorio e razzista dare del bassotto al B di cui parlate? io e tanti altri della nostra "bassezza" ne siamo fieri!
RispondiEliminaUltimo inciso. Questo Governo starà pure sbagliando (anche se è insediato da solo sei mesi): ma il Governo precedente ha fatto qualcosa per l'Italia? Ah, scusate: ha aumentato i diritti di alcune caste!
M
@ b. Non mi sembra una grande differenza, solo un centimetro !
RispondiEliminaE poi Sarkozy non porta i rialzi nelle scarpe.
@ M. No, esser bassi non vuol dire essere definiti bassotti, infatti il "bassotto" è riferito a B.
Non credo che hessuno fra i suoi amici la appelli allo stesso modo.
Gli altri non la conoscono.
Per il resto, sono sue opinioni, che non condivido.
se il discorso è attuale è forse perché in ottantasei anni non è cambiato nulla?
RispondiEliminaperché sessant'anni di antifascismo non hanno mutato le condizioni che avevano portato il parlamento a votare Mussolini con un rapporto di quasi tre a uno?
perché si pretende comunque di risolvere tutto soltanto sulla carta, senza curarsi se poi le soluzioni sono efficaci, l'importante è vivacchiare senza danni fino alla prossima votazione e soprattutto evitare di pagare le conseguenze dei propri errori?
non voglio far polemica, sia chiaro, sono domande che mi pongo sul serio.
e purtroppo devo riconoscere che Mussolini, per quanto poca stima abbia delle sue idee sinistroidi e massificatrici, aveva delle risposte a queste domande, e cercò di metterle in pratica, con l'appoggio entusiasta di gran parte della nazione (almeno finché le cose andarono in un certo verso).
dando con questo prova di maggior chiarezza politica di moltissimi che hanno governato dopo di lui.
le analogie comunque si fermano qui, alla desolata constatazione dell'incapacità della nostra classe dirigente di affrontare qualsiasi problema che esca dal piccolo cabotaggio immediato. perché il pericolo di ritorno del fascio non esiste: come ha ben detto b., il duce all'epoca era un quarantino tutto pepe, acceso del sacro fuoco della rivoluzione fassista e osannato da folle oceaniche, mentre Silvione è ormai vecchio e bolso, e soprattutto "arrivato" in tutti i sensi (nonché decisamente più fatuo e superficiale)....
Egregio M,
RispondiEliminaTrovo il suo intervento congeniale al testo del discrso di Mussolini.
Vede ,caro M,il Fascismo crebbe come movimento di massa proprio perchè oppose una politica interventista a prevalenza governativa al parlamentarismo incocludente.Molti aderirono perchè l'altro che restava era peggio.
lei fa più o meno lo stesso tipo di ragionamento.
Perciò commette due errori
La politica è strumentale all'individuo,non il contrario
Se io posseggo dei valori e questi sono rispecchiati da un partito lo voto.
Se non sono rispecchiati me ne sto a casa,non vado a votare il "meno peggio" o per "non fare vincere l'altro"
Se si ragionasse così,se fossimo noi a riempire la politica e non noi ad essere riempiti,si farebbe davvero un grande passo in avanti per questo paese
Il secondo errore è stato postare qui questo intervento,dov'è assolutamente fuori contesto.
In questo blog si discute di cose concrete,non di destra o sinistra.
il DDL sulle intercettazioni non è una cattiva legge perchè l'ha fatta questo governo;è una cattiva legge perchè fa danni.
La riforma dell'ordinamento giudiziario non è abnorme perchè l'ha fatta Mastella,è abnorme perchè produce effetti abnormi
La riforma costituzionale del 1999 modificativa dell'art 111 cost.
non è una pessima riforma perchè l'ha fatta D'Alema,ma perchè comporta conseguenze pesanti
E così se domani crollasse il governo e tutti i partiti tradizionali scomparissero ed emergessero partiti nuovi guidati da nuova gente,in questo blog si continuerebbe a guardare ai loro comportamenti sempre senza cedere di un millimetro quanto ad onestà intellettuale.
Quanto al bassotto,non credo integri la diffamazione.Tutt'al più lo trovo stupido.
Cordialmente
Pierluigi Fauzia
X baron litron
RispondiEliminaConsiderazione, questa mia, che lascia il tempo che trova ma mi è sembrato giusto farla.
Che Berlusconi sia più fatuo e superficiale, rispetto a Mussolini, ho dei dubbi.
Ho visto i video dei famosi discorsi "dal balcone" dai quali traspare chiaramente un'ego smisurata e la ricerca spasmodica della posa migliore da mostrare al popolo (e mi chiedo ancora come abbia fatto il popolo a dargli ascolto dopo averlo visto e sentito).
Non c'è dubbio che anche il regime fascista si basasse in buona parte sull'apparire, più che sull'essere.
Ecco così le divise tutte uguali per ogni fascia di età (però gli sono sfuggiti i completini da neonato), gli slogan da uracchiare ad ogni piè sospinto, le grandi parate, le grandi sparate (la virile raccolta del grano a torso nudo).
Oggi lo chiameremmo "packaging".
Mettere una carta lucida e colorata o una scatolona ingombrante e piena di illustrazioni intorno ad un contenuto insipido o scadente.
Non parliamo poi delle parate a cavallo con in testa le cose più strane, purchè adornate da penne e piume.
Ho visto, una sola volta purtroppo, un video dove in testa aveva una COSA assurda, che nemmeno so descrivere (aveva una forma strana ed era piena di penne).
So solo che mi sono rotolata per terra dalle risate e che ancora oggi, a distanza di anni, se ci penso mi viene da ridere.
Tra quello e la bandana di B ci trovo poca differenza. O_o
E poi anche lui correva dietro a qualunque cosa fosse "femmina" e se ne vantava.
Gli piaceva che tutti lo considerassero un grande seduttore, anche se tutti sappiamo bene che a certi livelli il grande seduttore è il potere.
Io credo proprio che tra i due, in quanto a frivolezza, ci potrebbe essere una bella lotta.
Luciana
X Pierluigi Fauzia
RispondiEliminaConcordo quasi su tutto, ma non credo sia un errore rileggere le parole di Mussolini.
E' un passaggio essenziale verso la comprensione dei tempi che stiamo vivendo.
E' ormai quasi impossibile NON riflettere sulla situazione politica in Italia perchè la politica si è infilata ovunque e ovunque ha prodotto danni.
E poi gli ultimi stravolgimenti legislativi, che incideranno in modo negativo sulla vita di tutti noi, vengono dalla politica, senza distinguere tra destra e sinistra perchè entrambe hanno pensato soltanto a farsi gli affari propri.
Luciana
“Ma guardatelo lì, si muove che è una freccia”.
RispondiElimina“Per la prima volta ne ho uno che fila come un orologio: sembra un consiglio d'amministrazione”.
Queste due frasi, riportate dai cronisti ospiti nella nuova residenza di Berlusconi sul lago Maggiore, sono state dette dal Presidente del Consiglio e riferite, rispettivamente, al nipotino di dieci mesi e, appunto, al Governo.
In linea con il nuovo “corso”; il Parlamento, in sei giorni, ha già varato il cosiddetto Lodo Alfano, i Ministri dell'Interno e della difesa, in 6 giorni, hanno assicurato alla giustizia gli esecutori materiali e mandanti della Strage di Castelvolturno, 7 persone uccise; sempre in sei giorni, il presunto killer di un rampollo di una famiglia di 'ndrangheta, è stato giustiziato con un colpo alla nuca!
Non c'è che dire, quando si entra in sinergia, tutto fila liscio che è una meraviglia!!!
@ Luciana: io mi chiedo perché ci si fissi sempre sugli aspetti più pittoreschi del fascismo, le parte, l'olio di ricino, il salto nel cerchio di fuoco, le divise..... forse perché volgiamo farci illudere dalle paillettes, perché cerchiamo nel paragonarci a creduli aborigeni una giustificazione per tutte le fregature VERE che la classe politica ci propina impunemente da circa un secolo?
RispondiEliminaMussolini è stato molto più concreto di Berlusconi (e di tutti i politici che hanno governato tra i due, non voglio limitare il paragone a Silvio perché sarebbe ingeneroso verso molti altri che nel tempo hanno più o meno nascostamente tratto ispirazione dal socialista corpulento) semplicemente perché al di là del "packaging", come lo chiama acutamente Lei, ha riformato l'Italia liberale di fine secolo in uno stato robusto, impiccione e pervasivo, dotandolo di una struttura che ha resistito egrtegiamente fino ai giorni nostri, e non accenna a sfiorire.
il tutto ad esclusivo vantaggio proprio dello Stato, che dalla fine degli anni venti ha preso decisamente il sopravvento sulla Nazione. conseguenza questa diretta della formazione socialista di Mussolini, e anche di un suo forte, se pur distorto, senso di dedizione all'autorità.
dietro alle piume e al cipiglio Benito ha lavorato duramente per creare una struttura di potere che gli è sopravvissuta, mentre dietro agli sberluccichi, le barzellette il cerone Silvio tenta unicamente di salvarsi il posteriore. e la differenza (come le conseguenze per la Nazione) è abissale.
baron litron
Egregia Luciana,
RispondiEliminaDove ho detto esattamente che è un errore parlarne?
Caro Baron Litron,
La sua verve (sanamente) polemica porta degli spunti.
Ha ragione,Mussolini è riuscito suo modo a governare il paese,a mettere lo stato davanti tutto e tutti.
La domanda,allora è :a che prezzo?
Vede,ciò che qualifica la civiltà giuridica di un paese è la quantità di diritti che offre ai cittadini:ciò perchè il diritto soggettivo è quella pretesa che è giusto adempiere,anche quando l'interesse generale dica il contrario.
Quando lei dice la maggior parte dei cittadini aderì al fascismo fin quando andò bene,afferma una cosa non vera.
E ciò non perchè sia vero il contrario,ma perchè non potremo mai saperlo.
Come possiamo dire che la maggior parte dei cittadini abbracciava il fascismo (volontariamente) quando non era data loro la libertà di scegliere altro?
Come possiamo distinguere quanti presero la tessera del partito perchè ci credevano da quanti lo fecero per non avere noie?
Quanti furono insomma i convinti e quanti gli opportunisti ,gliattesisti ecc?
Io credo che alla base della questione,ci sia un mancato processo di defascistizzazione analogo a quello della Germania post-nazista.
Ecco su questo dobbiamo ragionare.
Sul perchè di Mussolini si dica ancora :"ha sbagliato,però.." o peggio "il suo errore furono le leggi razziali" .
Dobbiamo chiederci perchè ancora si esita ad individuare le radici della nostra Costituzione nell'antifascismo.
Tutto ciò preoccupa.
Cordialmente
Pierluigi Fauzia
Scusate il fuori tema e se approfitto di questo spazio..ho letto che il giudice Forleo sta prendendo servizio a Cremona ..volevo farle pervenire solo un mio caro pensiero di solidarietà di cuore a tutto quello che rappresenta per me, alla sua forza , alla sua purezza e alla sua storia..mi è molto "compatibile"..non serve a nulla qualsiasi mio pensiero,lo so',non cambia la storia ,la storia della verità,l'appoggio ai nostri tribunali che scema sempre più ecc ecc.
RispondiEliminama dovevo scrivere questo mio pensiero per lei e cosi come per lei, per il giudice de magistris..la cosa piu terribile di questi anni, è che una storia è piu terribile dell'altra e va a finire che ci si dimentica la vicinanza anche quella piu semplice che molti cittadini hanno uno a uno con le persone di buona volontà,passione e onestà che ci hanno rappresentato piu di altre..compatibili veramente con il senso dello stato
ancora un caro saluto
rosanna
carissimo monsù Fauzia, io non voglio fare un discorso su chi fosse fascista fino al 23 luglio, e antifascista "da sempre" il 24, e nemmeno soffermarmi sulle libertà, i diritti, la volontà popolare più o meno rispettati durante il ventennio.
RispondiEliminail mio era un discorso volto a cercare di vedere cosa stava SOTTO tutto ciò, sotto l'apparenza più o meno feroce e carnevalesca del regime di cartapesta messo su in vent'anni dal duce. e cioè guardare alla profonda riforma della forma e delle strutture sociali ed economiche dello Stato, e all'avere appunto messo lo Stato davanti a tutto. guardando a ciò, noto - anche nella costituzione - che l'antifascismo repubblicano è puramente di facciata, e si rivolge unicamente agli aspetti esteriori, ideologici (parola grossa, nella circostanza) e "folcloristici" del fascismo, ma lasciando immutata la sua sostanza "operativa" se così la si può chiamare.
quasi tutte le istituzioni nuove create dal fascio sono rimaste immutate, cambiando - e non sempre - soltanto il nome.
immutata è rimasta la struttura corporativa dell'economia, pur perdendo la rappresentanza politica.
immutato è rimasto l'atteggiamento di malevola diffidenza verso il profitto, la concorrenza e la libera impresa, considerata unicamente per le sue potenzialità sociali di dispensatrice di salari.
immutato è rimasto il sindacato, che s'è anzi appropriato delle sedi storiche dei sindacati fascisti senza scucire un centesimo.
immutati sono rimasti il sistema delle prefetture, e in molti casi gli stessi prefetti, quasi immutata la magistratura, e i magistrati (uno è perfino diventato presidente della repubblica....), gli ordini professionali, la previdenza sociale, quasi tutti gli enti pubblici, le ferrovie nazionali eccetera eccetera.
perfino le gerarchie del partito sono rimaste tali, migrando in egual misura tra DC e PCI....
se la costituzione vieta la rifondazione del partito fascista sotto qualsiasi forma, fa una cosa meritevole quanto inutile: non c'è infatti nessun bisogno di avere un partito fascista, se la struttura dello stato può farne a meno perché è rimasta fondamentalmente fascista (scremata degli aspetti appunto più appariscenti e meno accettabili dal punto di vista della correttezza democratica).
ha ragione nel puntare il dito contro la mancata "sfascistizzazione" dell'Italia: non c'è stata, forse perché troppo del fascio aveva e continua a far comodo a gran parte della classe politica, e troppi hanno tratto vantaggio dall'essere stati fascisti prima e antifascisti "da sempre" subito dopo.
troppi perché si potesse mai fare un dibattito serio.
ed è proprio la serietà, che ci manca da troppo tempo (abbozzo, a partire da Depretis?).
con stima, baron litron
La cultura del fascismo è fortemente presente nella nostra società.
RispondiEliminaIl fascismo non è stato superato perchè l'Italia non ha fatto ancora i conti con il proprio passato.
Ecco spiegati anche i numerosi attacchi e le gratuite offese alla nostra Carta Costituzionale, nata successivamente a quell'orribile periodo e che, come ha scritto Pierluigi Fauzia, affonda le sue radici nell'antifascismo.
Non condivido assolutamente le parole di Baron Litron che nei suoi commenti dimentica la guerra, i morti, le leggi razziali, la soppressione di ogni libertà e la mortificazione della dignità umana...
La rivalutazione e/o la banalizzazione del fascismo va contrastata in ogni modo (ovviamente lecito e democratico).
E non è affatto detto che il passato non ritorni!
a risposta, però, potrebbe essere più semplice di quanto si possa credere:così come non c'era alcun motivo per cui l?Italia di quel periodo avesse un premier diverso da Benito, l'Italia di oggi non ha alcuna valida ragione per avere un premier diverso da Silvio.
RispondiEliminaEsequie !
Il tema è troppo vasto, ma vorrei segnalare ai "cultori" della Costituzione il senso metagiuridico di quest'ultima, al di là del suo indubbio valore e della sua indiscutibile vigenza come legge fondamentale.
RispondiEliminaIl senso è questo: trattasi di un compromesso "storico", ultradatato, fra comunisti staliniani, democristiani e una piccola parte di liberali.
Redatto in una nazione vinta, schiacciata, arresasi senza condizioni.
E' solo una legge, in ultima analisi, sia pur di "rango" costituzionale. E come ogni legge vedrà prima o poi la sua abrogazione, tacita o esplcita, parziale o totale.
Rispettatela, quindi, modificatela se volete ... ma non idolatratela !
E Adesso variamo "Il Lodo Pasolini"
RispondiEliminaMentre nella classifica annuale dei paesi più corrotti, redatta da Trasparency(l’organizzazione internazionale contro la corruzione), l’Italia si attesta quest’anno al 55esimo posto, il ceto oligarchico partitocratico nazionale è impegnato ad interrogarsi sul cosa fare per garantire impunità alle 4 più alte cariche dello stato(Lodo Alfano) e sul cosa fare per garantire impunità ai Ministri(lodo Consolo). E così, un lodo dopo l’altro, lo schermo dell’impunità si allarga a macchia d’olio, e tutto questo mentre da tempo è in corso un’offensiva contro quella stampa e quei giornalisti che osano parlare di episodi di corruzione. Eppure, a giudicare da quel che accade in questo nostro bel paese, forse non c’è nessuna necessità di varare ”lodi”. Ai soliti invasati, come il sottoscritto, appare evidente che la dilagante corruzione non viene perseguita e quando qualcuno si permette di alzare il tiro, e investigare sull’utilizzo del denaro pubblico, scatta un’offensiva volta alla delegittimazione e alla distruzione del turpe malcreato che tanto ha osato.
Tra l’altro, in Basilicata e nella vicina Calabria, ma non solo, appare evidente che il miglior modo per approdare in Parlamento consista nell’essere invischiati in una qualche inchiesta.
A questo punto bisogna avere il coraggio di ampliare il più possibile il cerchio dell’impunità sancita dalle leggi della Repubblica.
Perché limitarsi ai ministri e non allargare la protezione e l’immunità, pardon l’impunità, anche ai sindaci, ai consiglieri regionali, provinciali, circoscrizionali, agli assessori, ai segretari di partito, ai portaborse, ai galoppini, e magari ai parenti e agli amici degli amici?
Questa soluzione potrebbe alla lunga rivelarsi vantaggiosa. Per esempio, le segreterie di partito potrebbero evitare di candidare Tizio o Caio solo perché oggetto di indagini inerenti gravi episodi di corruzione.
Ecco, il lodo Consolo non pensa in grande, non osa, non ha respiro…è giunto il momento di legalizzare il peculato, la concussione, la corruzione.
E che importa se l’anno prossimo sostituiremo la Somalia nella speciale classifica stilata da Trasparency? Viva Dio, almeno ci saremo liberati da questo velo di ipocrisia, diventando il primo paese al mondo che ha avuto il coraggio di legalizzare la corruzione.
Tutto sommato, se non lo facciamo noi che abbiamo fatto del condono un arte, chi potrà farlo?
A questo punto resta da proporre solo un “Lodo Pasolini” per garantire a quegli sfigati che hanno voglia di raccontare vicende scomode la possibilità di continuare a farlo, ma dubito che a Montecitorio, all’interno del Palazzo, ci sia qualcuno disposto a presentarlo.
Concludo citando proprio Pasolini, ma non prima di aver ringraziato Marcello Cozzi, che ci ha ricordato nella prefazione del suo libro “Quando la Mafia non esiste” uno splendido intervento pasoliniano, pubblicato il 14 novembre 1974 ed intitolato “Cos’è questo golpe? Io so”
Corriere della Sera, 14 novembre 1974
Cos'è questo golpe? Io so
di Pier Paolo Pasolini
….Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero….
A Pierluigi Farzia vorrei rispondere che fanno bene ad "esitare" ad individuare le radici della nostra Costituzione nell'antifascismo, perché gli "antifascisti" quando il fascismo era al potere si contavano sulle dita di una mano, laddove sono sbocciati come funghi soltanto quando il fascismo era caduto, o stava per cadere !
RispondiEliminaNotate la differenza con la Germania: là tutti sono rimasti fedeli al regime, sino alla fine.
Invece da noi vince sempre l'opportunismo. Si parteggia sempre per il vincitore.
E se i partigiani non avessero avuto alle spalle l'VIII armata britannica sull'Adriatico, le divisioni americane sul Tirreno e la totale superiorità aerea e marittima Alleata ... non sarebbero sicuramente neppure mai esistiti ! Della qual cosa avrebbero beneficiato i moltissimi innocenti morti per rappresaglie, che i partigiani lasciarono trucidare dai nazisti senza alcun motivo, visto che la guerra la vincevano e l'avrebbero vinta comunque gli alleati, non certo i partigiani !
In ogni caso, la "vulgata" ufficiale dell'antifascismo come radicato, vero e maggioritario movimento popolare è sempre dura a morire. Ma, prima o poi, finirà.
X baron litron
RispondiEliminaSo bene che le origini e lo spessore di Berlusconi e di Mussolini sono diversi, mi sono limitata all'aspetto frivolo dei due (come detto nella premessa) perchè quello era il tema toccato nell'ultima frase del suo post e perchè trovo tra i due dei punti in comune, proprio su vanità e frivolezza.
Altri aspetti delle loro vicende politiche non li ho toccati volutamente perchè in accordo con quanto già detto.
Luciana
X Pierluigi Fauzia
RispondiElimina"Egregia Luciana,
Dove ho detto esattamente che è un errore parlarne?"
Nel post del 2 ottobre 2008 1.12.
Lei dice
"Il secondo errore è stato postare qui questo intervento,dov'è assolutamente fuori contesto."
E io ho detto la mia. 8)
Luciana
Brava Rossana, vedo che ha iniziato con questo commento a frequentare questo blog.
RispondiEliminaContinui, la prego, so essere lei persona di grande intelligenza e finezza, le sue osservazioni, pur fuori da uno specifico tema giuridico, saranno sempre un arricchimento.
La Forleo ha fatto ricorso al TAR Lombardia, per cui la sua presenza a Cremona potrebb essere temporanea, almeon io lo spero.
Leggo in questo istante una notizia sul sito internet del Corriere della Sera che non ha bisogno di alcun commento!
RispondiElimina"Il Csm interverrà sulle dichiarazioni del pm di Milano Fabio De Pasquale, che ha definito il lodo Alfano «una legge criminogena», e su quelle del presidente del Tribunale dei minori di Genova Adriano Sansa contro il presidente del Consiglio e il ministro della Giustizia. (...) Il comitato di presidenza, precisa ancora Palazzo dei Marescialli, ha deliberato di «rimettere le due pratiche alla Prima Commissione competente a valutare i comportamenti e le dichiarazioni di magistrati». In particolare, se esistono i presupposti per un eventuale trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e/o funzionale di De Pasquale e Sansa".
L'intero articolo si trova a questo collegamento: http://www.corriere.it/politica/08_ottobre_02/lodo_alfano_csm_depasquale_9769ecac-909b-11dd-b050-00144f02aabc.shtml
Vincenzo Agosto
Per Vincenzo Agosto:
RispondiEliminaGentile Vincenzo,
il nostro governo regionale una cosa di buono l'ha fatta: non farci meravigliare più di nulla!
Infatti, no comment!!!
b
Per anonimo delle 17.20:
RispondiEliminabeh... non esageriamo, evitiamo gli stessi errori di chi ha elogiato a dismisura il ruolo della Resistenza! Non vorrei che alla fine fosse già attecchita nella maggioranza degli italiani la convinzione che la nostra Costituzione sia qualcosa di superato, quando, invece, urge una sollevazione popolare per la riaffermazione di quei principi che in essa sono ben posti in evidenza pur se mai realizzati.
b
A "b" vorrei gentilmente replicare che forse ha ragione, ma che ho i miei buoni motivi per dire quello che ho detto, giacché proprio dalle mia parti passava la "linea gotica", che voi, per la maggioranza del Sud Italia, non avete (fortunatamente) conosciuto.
RispondiEliminaPer voi la guerra è finita nel '43, o al massimo nel '44. Da noi è durata molto più a lungo, e con episodi di inaudita ferocia, da una parte come dall'altra ...
La storia si ripete...
RispondiEliminaCara Luciana,
RispondiEliminaLa mia era una risposta ad M.Parlo di intervento,non di post della Redazione.
Caro Anonimo delle 17.20 et similia
Il problema è di serietà.
Quando si parla senza sapere (o sapere bene) quello che si dice,si rischia di fare figure non proprio edificanti.
Affermare la matrice antifascista della Costituzione,non allude a chi la scrisse,ma al contenuto delle sue singole disposizioni.
Esse non sono antifasciste perchè si vieta la ricostituzione del partito fascista.
Esse sono antifasciste perchè lo spirito che tempra ogni lettera di ogni articolo è intriso di pluralismo.
La differenze ultime tra i totalitarismi,variamente declinati nella storia, e i regimi democratici risiedono proprio in ciò,nel pluralismo e nel principio della sovranità popolare.
Nella circostanza che la diversità non sia rischio,ma patrimonio inalienabile dell'individuo che va anzi protetto,in primis,dallo Stato stesso.
Nel principio che sia il corpo sociale ad autolimitarsi attraverso regole riconducibili,in ultima analisi,a se stesso.
E' questo che rende antifascista la nostra Costituzione.
Che lei nè prenda atto o meno,è cosa incontrovertibile.
Cordialmente
Pierluigi Fauzia
Vedete cosa succede a continuare a tirare fuori la storia del fascismo? Che passiamo il nostro tempo a fare i paragoni tra Mussolini e Berlusconi, come il giochino sulla settimana enigmistica “trova le differenze”.
RispondiEliminaContinuare a parlare di fascismo per interpretare il momento attuale è, secondo me, profondamente fuorviante. Il fascismo è stato un periodo della nostra storia ma non è corretto usare questo termine come sinonimo di autoritarismo. I metodi autoritari appartengono a tutti i regimi, siano essi di destra di sinistra, di matrice religiosa.
Continuare a fare eternamente questo paragone, non solo ci priva delle le categorie interpretative più efficaci per comprendere la situazione attuale, ma assolutamente sminuisce la gravità del momento che stiamo vivendo e depotenzia la portata della critica che si fa a Berlusconi. Se dobbiamo volgerci indietro per capire come siamo arrivati a questo punto, basta guardare gli ultimi sessant’anni di storia d’Italia in cui abbiamo avuto governanti smidollati e corrotti, che prendevano soldi e ordini dagli Stati Uniti, che erano in ottimi rapporti con la mafia, che prendevano soldi dall’Urss, che si facevano dettare le priorità dalla P2 .
La nostra società non è fascista, ammesso che questo termine possa avere ancora un significato. La nostra società ha smarrito il senso di comunità (l’ha mai avuto?). L’individualismo ed il materialismo cui siamo costantemente indotti, ci stanno portando a chiuderci e ad occuparci solo dei nostri piccoli e miserevoli interessi. Tanto è vero che la gente si ribella solo quando vengono toccati gli interessi privati ed economici, ma se viene demolita la giustizia poco importa a tutti. La nostra società è lobotomizzata dalla televisione, corrotta a tutti i livelli e disposta sempre a chiudere un occhio su tutto per andare avanti.
L’attacco alla Costituzione che Berlusconi sta portando avanti non c’entra niente col fascismo. Con Berlusconi non si sta affatto tornando al passato, ma siamo davanti ad un fenomeno del tutto nuovo e diverso. E’ il trionfo dell’interesse personale su quello dello Stato, della comunità, dei cittadini. E gli effetti di tale deriva oggi possono essere ancora peggiori di quelli del ventennio.
Sottolineo che il mio discorso non intende minimamente banalizzare o rivalutare il fascismo ma solo proporre un diverso punto di vista per interpretare il presente. Sottolineo anche, a scanso di equivoci, che non sono assolutamente simpatizzante della destra, anzi mi sono sempre impegnata a contrastare una certa mentalità.
Scusate la fretta e i pensieri in libertà, ma il tempo è tiranno.
Saluti a tutti.
E chi ha mai detto che la nostra costituzione non sia "antifascista" ?
RispondiEliminaE' ovvio che lo sia: è stata scritta rispettando gli accordi di Yalta !
Quel che Le sfugge, forse, è il fatto che parlavo non tanto del precetto normativo, sul quale non si discute, quanto di chi l'ha scritta.
E non riesco, come fa Lei, a scindere le persone che hanno scritto il testo da quello in cui "credevano" allora.
Voglia, per favore, rendersi conto che le norme sono prodotti dell'uomo, meglio, di singoli uomini, non di un "Legislatore" astratto e impersonale, come Le hanno insegnato i fautori della "Dottrina Pura" del diritto !
E tra gli uomini che hanno prodotto, loro - non certo il popolo italiano -, la costituzione vi erano tantissimi "devoti" servi di Stalin, come pure tanti "devoti" servi del Papa e del capitale, nonché alcuni devoti servi del "Grande Architetto dell'Universo" !
Le sfugge, ancora, il fatto che le norme, siano esse secondarie, primarie ovvero costituzionali, sono soltanto strumenti.
E che, come non si usano più gli strumenti vecchi, così anche le norme, necessariamente, cambiano, che Le piaccia oppure no.
P.S. - Permetta un consiglio: anche Lei non tranci giudizi personali. Critichi pure le mie opinioni, ma lasci stare le "figure poco edificanti", che rispedisco al mittente, senza interessi :)
La storia si ripete(rà) ...
RispondiElimina"Il 26 Aprile radio Milano emette il 1° bollettino del comitato di liberazione e ripete l'ordine d'insurrezione a tutti i partigiani, il giorno dopo entrano in citta' colonne partigiane ed all'alba del 29 l'ingresso dell'avanguardia americana.
Un autocarro trasporta dal lago di Como a Milano i corpi di 16 gerarchi giustiziati a Dongo incluse le salme di Mussolini e della Petacci che vengono appesi a testa in giu' dalle travi di un distributore di benzina in p.le Loreto."
Amen
X Pierluigi Fauzia
RispondiEliminaOps... O.o
escuse moi
Luciana
"A Pierluigi Farzia vorrei rispondere che fanno bene ad "esitare" ad individuare le radici della nostra Costituzione nell'antifascismo, perché gli "antifascisti" quando il fascismo era al potere si contavano sulle dita di una mano, laddove sono sbocciati come funghi soltanto quando il fascismo era caduto, o stava per cadere !"
RispondiElimina"E chi ha mai detto che la nostra costituzione non sia "antifascista" ?"
Più rileggo più non capisco.
Non comprendo dove voglia arrivare.
Lei dice:"Quel che Le sfugge, forse, è il fatto che parlavo non tanto del precetto normativo, sul quale non si discute, quanto di chi l'ha scritta."
Lei può discutere quanto più le aggrada sulle personalità dei costituenti,il dato finale sarà ,comunque,il complesso dei 139 articoli vigente.
E anche se li avesse scritti satana,il dato comune e costante emergente dalla nostra costituzione, resterebbe pur sempre il pluralismo.
Ciò perchè "Nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse,e dalla intenzione del legislatore" (art 12 disp. prel. c.c.)
Il che significa che tutt'al più,in via residuale e complementare,può rilevare l'intenzione del legislatore (astrattamente inteso,dal momento che la legge viene votata da un organo collegiale)e mai la personalità dei singoli che hanno concorso ad approvarla.
Continua dicendo:
"Le sfugge, ancora, il fatto che le norme, siano esse secondarie, primarie ovvero costituzionali, sono soltanto strumenti.
E che, come non si usano più gli strumenti vecchi, così anche le norme, necessariamente, cambiano, che Le piaccia oppure no."
Davvero a questo punto mi sono perso.
Dunque è verissimo che il diritto è strumentale al raggiungimento di determinati beni,come è verissimo che le norme invecchino.
E dunque?Che c'entra con il preteso o meno antifascimo della Costituzione?
Cordialmente
Pierluigi Fauzia
Forza Anonimo delle 15.59,
RispondiEliminasono veramente curioso di conoscerti, mi piace quello che scrivi.
b
Caro Pierluigi,
RispondiEliminaNessuno vuol toglierLe l'illusione giuspositivistica di credere all'astrazione delle leggi.
Lasci almeno a me l' "illusione" di credere che le leggi le fanno gli uomini. E non tutti gli uomini, ma solo determinati uomini, con nome, cognome, interessi e storia personale alle spalle.
"Ma perché pria del tempo a sé il mortale invidierà l'illusion che spento pur lo sofferma al limitar di Dite" ?
Cordiali saluti.
"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione".
RispondiElimina(da Piero Calamandrei, Discorso sulla Costituzione, Milano, 1955)
Andate anche nei campi dove hanno impiccato, fucilato e bruciate vive centinaia di persone a causa degli attacchi "eroici" di molti partigiani, che lasciavano bruciare, impiccare e fucilare i civili, vecchi, donne e bambini, mentre loro, "eroicamente", non rispondevano all'intimazione di rappresaglia (o vi consegnate, o uccidiamo venti civili per ciascun tedesco ucciso) e restavano sui monti, al sicuro !
RispondiEliminaE, soprattutto, senza cambiare di una virgola l'andamento della guerra, che non dipendeva certo dai loro agguati, ma soltanto dalle divisioni Alleate, che lentamente ma inesorabilmente risalivano la penisola.
Lapide ad ignominia
RispondiEliminaLo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA
Bella retorica ... vallo, però, a dire a quei vecchi, a quelle donne e a quei bambini morti ammazzati in ragione degli attacchi dei partigiani, che, molto "eroicamente", dopo l'attentato scappavano sui monti, lasciando i nazisti e i fascisti a fare le loro rappresaglie !
RispondiElimina"Resistenza" l'avevano in molti, ma nelle gambe, per scappare !!
P.S. - Chi scrive è figlio di un partigiano di "Giustizia e Libertà", che lavorava per l' "O.S.S." sulla Linea Gotica.
Certo che siamo strani.
RispondiEliminaAllora, c'è l'anonimo a cui non sta bene dare radici antifasciste alla Costituzione.
E non si sa lui a chi l'avrebbe fatta scrivere.
Poi c'è l'anonimo a cui dà fastidio che si parli di resistenza, perché secondo lui erano tutti fascisti prima e tutti antifascisti poi.
E anche lui non si sa da che parte stava, se c'era.
Poi c'è l'anonimo che rivendica la morte di coloro uccisi per colpa della resistenza, ma per mano dei fascisti.
E pure lui chissà dov'era e cosa avrebbe fatto al posto loro.
Ancora, c'è l'anonimo, di cui non potremmo proprio fare a meno, che addirittura ci spiega, a noi poveri mortali, il senso metagiuridico della Costituzione.
E chissà qual è per lui la giusta distanza da tenere.
Addirittura c'è l'anonimo che auspica un ripetersi della storia e sogna di rivedere impiccati a Milano i nuovi eroi caduti dal trono.
E chissà forse nei suoi sogni s'è ritagliato pure un ruolo tra i giustizieri.
Dico, cari anonimo, è un gran bel parlare quello del giudizio senza esposizione.
Io non pretendo certo che ci mettiate nome e cognome sotto ciò che scrivete, per carità.
Ma almeno metteteci le vostre idee e non solo i vostri giudizi.
A me sembra un po’ troppo comodo sparare su chi è coinvolto, senza coinvolgersi.
Non ci sono il Male e il Bene al mondo, ma miliardi di sfumature di cui tenere conto.
Ora, stare belli belli seduti nella nostra comoda prospettiva a giudicare i buoni e i cattivi senza essere minimamente in ballo mi sembra un po' troppo facile e scusate se mi permetto.
Diteci cosa avete (o avreste) fatto voi, se c'eravate, sporcatevi le mani con il fango della storia. Non c'eravate come me e credo forse anche Annalisa (il cui commento condivido in pieno)? E allora parlate di ciò che vi accade oggi se non riuscite ad immedesimarvi (fino alle mutande) in ciò che accadde allora.
Scusate il linguaggio, ma credo che tutti dovrebbero riconoscere un limite alle proprie idee nella pratica di autoanalisi. Se questo limite non c'è, allora anche una cretina come me può sentirsi in diritto di uscire dal formalismo e dare pane al pane e vino al vino.
Ascoltare opinioni arricchisce,
ascoltare svarioni no.
Con rispetto per tutti gli anonimi, che però in questo discorso mi fanno un po' l'effetto degli ignoti senza limite (tanto che prima o poi faremo un monumento anche a loro, chissà).
PS Se poi qualche anonimo coincide, non se la prenda troppo, è difficile distinguersi nella massa informe :]
Ci sono anche quelli troppo giovani per essere ex-sessantottini, e che se ne rammaricano ... il mondo è bello perché è vario !
RispondiEliminaAh già, l'anonimo qui sopra rivendica il suo ruolo.
RispondiEliminaDimenticavo gli anonimi che credono di trovare e mettere a nudo le debolezze degli altri senza mai, peraltro, esporre le proprie.
Ma che ci vuoi fare il mondo è bello perché è pieno di anonimi.
La lingua batte dove il dente duole ...
RispondiEliminaPer Anonimo 5.10.08 delle 16.54.
RispondiEliminaGentile Anonimo, si informi. "Lapide ad ignominia" non è retorica; è la risposta, concreta, con cui Piero Calamandrei esaudì la pretesa di Albert Kesserling a che gli italiani gli facessero un monumento.
Piero
@ Piero...
RispondiElimina"Piero ha detto...
Per Anonimo 5.10.08 delle 16.54."
Scusi, ma per caso "Cinzia" è sinonimo di "anonimo" (ci si mette anche il gioco di parole)?! Uno svarione?
Altra lapide (di un probabile emulo di Schumacher): "Conosceva bene la strada ma non i suoi limiti".
Doppio senso, s'intende. Mauro C.
Grande, Mauro C.
RispondiEliminaAspetto con ansia e curiosità l'attrezzata risposta promessa!
Un Saluto i*******o,
b
"Niente birra ai nazisti"
RispondiElimina"Non si serve birra ai nazisti". A Colonia, su tutti i tavolini, c'era questo cartello. C'erano folle di cittadini, in tutte le strade, decisi a non lasciar passare i nazisti. C'era un sindaco con le idee molto chiare: questa città è antinazista e nazisti non ne vuole. Così, pacificamente, senza eccitarsi troppo e ridicolizzando i violenti, i tedeschi hanno mandato a quel paese gli estremisti della "destra europea".
In Italia le cose sarebbero andate (e vanno) ben diversamente. Se invece che a Colonia fossimo stati a Verona, il corteo dei nazisti si sarebbe svolto, le grida di Heil Hitler e Duce Duce si sarebbero sprecate, ci sarebbe stato uno stillicidio di immigrati picchiati e gay mandati all'ospedale. Qualcuno dei cittadini, con "l'aria da sovversivo", magari ci avrebbe lasciato la pelle. E il giorno dopo il governo avrebbe tranquillamente dichiarato "vabbe', cose che succedono, niente di straordinario in fondo", mentre un ministro avrebbe inneggiato alla Gestapo e un altro alle Ss.
Due generazioni dopo Hitler e Mussolini, i tedeschi sono antifascisti e gli italiani no. I tedeschi hanno legge e ordine, gl'italiani camorra e Calderoli. I tedeschi sono civili e democratici, gl'italiani votano a destra e si menano a ogni occasione. I tedeschi, sicuri di sè, lavorano con due milioni di turchi senza problemi. Gli italiani, insicuri e svenevoli, sono il paese più impaurito del mondo e digrignano i denti appena vedono un altro essere di diverso colore. Eppure i fascisti "duri" erano i tedeschi, noi italiani eravamo i "brava gente", gli Alberto Sordi, anche in camicia nera, paciocconi e umani. Come mai tanto tempo dopo loro si sono civilizzati e noi no?
Il fatto è che il tedesco, persona seria, ha saputo fare i conti con se stesso. Ci voleva coraggio per farlo. Le guerre, Auschwitz, le grandi piazze vocianti di Norimberga. I tedeschi hanno guardato in faccia tutto questo, hanno ragionato freddamente sui loro orrori. Ne hanno individuato i meccanismi, le radici, e hanno deciso "mai più". Non hanno avuto un partito neonazista (come da noi il Msi) corteggiato e infine assunto al governo. Non hanno avuto un neonazismo giustificato e coccolato. Lì, se un ministro dicesse "Onore alle Ss!" sarebbe sbattuto a calci un attimo dopo fuori dal governo. Non c'è un sindaco neonazista di Amburgo o Brema. Lì si ricordano ancora del passato. Ne accettano la responsabilità, da uomini. Non lo vogliono più.
Noi, "brava gente", in realtà siamo dei minorenni. "Non siamo stati noi". Siamo stati ingannati da Mussolini, costretti dai tedeschi, imbrogliati. Noi non volevamo. Non volevamo ammazzare i sindacalisti, o impiccare i libici, o bombardare gli etiopi con l'iprite. L'abbiamo fatto senza accorgercene, senza volerlo davvero, senza colpa. E dunque, tranquillamente, ci siamo assolti - è stato un gioco. E adesso siamo pronti a ricominciare.
Qualunque operaio nero, qualunque straniero, dopo quindici giorni d'Italia capisce benissimo la differenza. Fra noi italiani simpatici, brava gente, ma in fondo semifascisti e violenti, e un qualunque europeo noioso e grigio, ma civile."
Domenica, 28 settembre 2008
La Catena di San Libero - 27 settembre 2008 n. 370
www.riccardoorioles.org
Buona giornata
Consuelo
Gentilissimo Mauro C.,
RispondiEliminacredo fose chiaro a tutti che Anonimo era delle 15.14 e non delle 16.54. Comunque, la ringrazio moltissimo per la segnalazione, che mi consente di precisarlo.
Piero
Preferisco sempre gli italiani. A loro, almeno, non sono imputabili:
RispondiElimina1) I campi di sterminio organizzati "scientificamente", dai tedeschi;
2) I gulag sovietici e, prima, ancora gli stermini organizzati di milioni di contadini;
3) I bombardamenti a tappeto della RAF inglese e dell'U.S.A.F. sulle città abitate da civili, con milioni di morti.
Ho detto che preferisco sempre gli italiani, ma dovrei forse aggiungere: ALCUNI.
Altri farebbero meglio ad andare a vivere stabilmente in quei "civili" paesi, dove tutti sono "precisini" e "ordinatini", ma dove molti sono anche, alle 18.00 del pomeriggio, UBRIACHI FRADICI !
Ci sarà un motivo ... :)
per l'Anonimo delle 19.49
RispondiEliminaCome giust'appunto faceva notare Consuelo è un piacere avere conferma in Lei della capacità di assoluzione (minorenne dice Consuelo, minorata dico io) di cui gli italiani sono in grado.
Questo è il paese che è stato costruito, tutti inclusi e tutti responsabili, anche se non in ugual misura.
Quello che si auto assolve e getta responsabilità e discredito solo su gli altri. Quello dove tutti si possono sentire appena un po' migliori del proprio vicino, basta crederci e trovare le parole giuste per dirlo.
Quello che non fa mai auto critica ma campa di auto compiacimento.
Quello che pretende di vivere di stereotipi e luoghi comuni raggiungendo le più alte vette di virtuismo virtuale e mendace.
Grazie, grazie per esserci e non farci mai scordare chi siamo veramente.
Perché chi ha gli occhi aperti non deve mai assolversi e ricordare sempre chi è la maggioranza.
...lungo un facile vento di sazietà,
di impunità...
...coltivando tranquilla l'orribile varietà delle proprie superbie...
...al calar della sera la maggioranza sta:
come una malattia,
come una sfortuna,
come una anestesia,
come una abitudine...
Per Anonimo del 7 ottobre 2008 19.49
RispondiEliminaCome al solito si ritorna alla solita solfa. Per non vedere i nostri difetti sviamo i discorsi con frasi del tipo "si ma gli altri hanno fatto....che e' molto peggio".
Gia' in un altro post era stato affrontato il problema dello sviare il discorso, quindi non voglio ripeterlo di nuovo, immagino che lei l'abbia gia' letto.
I tedeschi come qualsiasi altra popolazione non sono ne' peggiori ne' migliori di noi italiani.
In questo caso pero' loro sono riusciti ad affrontare un argomento, invece noi non l'abbiamo ancora fatto, forse e' giunto il tempo di farlo.
In Germania c'e' ancora chi vede al periodo nazista come un'epoca d'oro, pero' e' una minoranza ed e' deprecata pubblicamente dallo stato, dalla societa' civile, etc....
In Italia siamo nell'epoca del revisionismo storico, ad uso e consumo di chiunque, sono sempre piu' presenti frasi del tipo "ma poi non era cosi' male" oppure "pero' ha fatto anche cose buone".
Be' a me vengono i brividi solo a sentirle!
Sono frasi che solo un idiota (chi non ha adeguate capacità intellettive) puo' pronunciare.
Noi italiani siamo immaturi, siamo ancora alla fase dei tifosi, chi tifa per i partigiani e chi per i fascisti.
Se un giorno e’ stato scritto “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista” ci sara’ stato un motivo?!
Forse i nostri padri costituenti erano piu’ svegli e lungimiranti di quanto si possa pensare. Avevano capito quanto la 'memoria corta' sia uno dei peggiori mali che abbiamo noi italiani.
Fino a quando non cresceremo come societa' civile e affronteremo i nostri scheletri nell’armadio saremo deboli e sbeffeggiati (basta vedere la considerazione che hanno in Europa di noi e quanto peso abbiano le parole dei nostri rappresentanti, direi quasi nullo), in piu’, proprio perche' noi italiani non vogliamo farci mancare mai niente, quando facciamo qualcosa degno di nota siamo noi stessi a tirarci la zappa sui piedi volendolo eliminare (come ad esempio "il rapporto di collaborazione che si è creato tra Pm e polizia giudiziaria che non solo ci viene invidiato da paesi di mezzo mondo, che si ispirano al nostro per creare i loro modelli di lotta al crimine, ma ha contribuito anche a trasformare quella che era ‘concorrenza’ tra polizia e carabinieri in vera ‘collaborazione’" parole di D'Ambrosio sulla proposta di Violante).
Io sono orgogliosa di essere italiana pero’ questo non mi fa essere cieca sui miei e nostri difetti.
Buona giornata
Consuelo
p.s.
Per chi avesse un po' di tempo libero consiglio di leggere "L'amico ritrovato" di Fred Uhlmann.
E' piccolo e molto bello ;)
Ma li avete visti i "globalizzati" europei di oggi ?
RispondiEliminaLi avete visti bene ?
Se vi piacciono, mettetevi il cappellino, fatevi due o tre piercing, quattro o cinque tatuaggi, e sentitevi maturi e soprattutto intelligenti, perché magari non avete letto Hugo, Mann o Proust, ma sicuramente conoscete l'ultimo sconosciuto autore di "best sellers".
I "Padri" costituenti ... Dio mio !
Riguardo all' "idiota" che latamente è pervenuto al pur anonimo sottoscritto, non replico ma preciso soltanto che non accetterò mai più il contraddittorio con simili soggetti. Tanto dovevo.
RispondiEliminaper Consuelo, e non solo.
RispondiEliminanon per essere ripetitivo, ma mi pare che i precorsi italiano e tedesco siano stati assai differenti, e lo siano ancor oggi, per diversi motivi, non ultimo la diversa durata dei due regimi (l'uno quasi doppio dell'altro), la diversa portata ideologica (molto più "politica", aggressiva, "quadrata" ed evidente nel nazismo), e al contempo - al disotto delle apparenze e della cartapesta - molto più profondamente incisiva sul tessuto economico e sociale della nazione l'azione del fascismo.
scrivevo qualche commento fa che la costituzione è antifascista a parole, perché non ha bisogno di esserlo nei fatti. ci si scagliò contro la ricostruzione FORMALE del PNF, in qualsiasi forma, ullallà, e non ci si preoccupò di modificare alcuna delle strutture economiche e sociali messe in piedi dal ventennio.
mi pare che di questi tempi ci sia un acceso dibattito sui possibili aspetti fascisti del codice civile promulgato nel '41, e ancora vigente. si tratta di un dibattito "tecnico", me ne ha infatti parlato un amico avvocato, e non politico, e proprio qui sta l'equivoco di fondo italiano, e repubblicano in particolare.
l'Italia non riesce ad uscire dalla palude del dibattito fascismo/antifascismo proprio perché il fascismo non fu tanto un movimento politico, (anzi, proprio per la sua debolezza ideologica di fondo - una sorta di socialismo nazionalista piccoloborghese e paternalista) quanto una profonda e pervasiva riforma di tutti gli aspetti economici e sociali della vita dello stivale, compresi anche - certamente - quelli che riguardavano i diritti individuali e collettivi, le libertà civili e quant'altro, ma non limitata all'aspetto politico, e soprattutto senza la prevalenza del suddetto, nella sostanza delle cose.
per un esame serio e non limitato alla superficie, occorrerebbe notare per esempio che prima della Grande guerra avevamo un'economia sostanzialmente liberista (pur con pesanti sacche di arretratezza nel meridione, generate soprattutto dalla distribuzione della terra e dall'economia di latifondo), un'importante industria privata, un sistema creditizio, energetico, ferroviario, commerciale, assicurativo e previdenziale anche sostanzialmente privato, in linea più o meno con i coevi sistemi europei.
dopo la seconda guerra, e soprattutto per effetto di vent'anni di "rivoluzione fascista", ci siamo ritrovati con banche, assicurazioni, strade, ferrovie, industrie e previdenza statali, con la più parte dell'industria pesante privata potentemente "collusa" col potere statale (sia partitico che burocratico, nei pochi casi in cui non c'era coincidenza tra i due), con una burocratizzazione eccessiva delle libere professioni, trasformate in vere e proprie caste chiuse, con una trasformazione di un libero mercato (o almeno del tentativo di avere un libero mercato) in un'economia corporativista e stataloide, con un sindacato anch'esso utile principalmente a sé stesso, con una politica protesa a sollevare un polverone il più possibile fitto e turbolento, immagino per mascherare il nulla che nascondeva e nasconde ancora oggi.
e il bellissimo "pluralismo" che decantava uno dei precedenti estimatori della nostra costituzione per me è semplicemente un'esposizione di marchi diversi dello stesso prodotto sul bancone del mercatino: cambia l'etichetta, ma il contenuto (purtroppo maleodorante) no.
e allora, è chiaro che non arriveremo mai a superare il fascismo, pur non avendo (per legge, anzi per costituziona, mi raccomando!) un partito fascista: perché dal fascismo, inteso come organizzazione della cosa pubblica e della pubblica amministrazione, NON SIAMO MAI USCITI, PUR BEANDOCI A PAROLE DI AVERLO FATTO.
chiaro, non abbiamo più il sabato fascista, i Balilla in camicia nera, le adunate, i federali e i podestà (ma forse no, quelli), il confino politico, i tribunali speciali, le leggi razziali....
ma quelle, per quanto odiose e disprezzabili, erano quisquilie, pinzerlacchere, bazzecole, rispetto alla deformazione dell'intera società che è stata eseguita, che nessuno ha mai corretto, e che anzi è stata perfezionata nel sessantennio successivo proprio da coloro i quali l'avevano iniziata.
illusi, siamo, e niente più, talmente trasformati dal fascismo da non accorgercene nemmeno, e da ridurre il ventennio a quattro piume su un cappello, libertà politiche negate e tanta retorica, e la sua fine a una guerra sbagliata e a un disgraziato appeso per i pedi.
baron litron
Caro Anonimo delle 16.04,
RispondiEliminase lei è lo stesso del giorno precedente alle 19.49,
mi lasci dire che Consuelo è stata fin troppo gentile a risponderle come se lei fosse davvero intenzionato a leggere e capire le ragioni degli altri.
A parte il fatto che i suoi interventi sono appesi sul nulla e riempiti con il contenuto del niente, lei si permette anche di offendere alla ceca chi porta il piercing o i tatuaggi come se fosse portatore certo d’ignoranza appaiata alla cafoneria, mentre per me l’unico a poter essere tacciato di tali attributi è solo chi reca l’offesa senza ragione.
Non mi pare che leggere Proust, Mann, Hugo l’abbia resa più colta accompagnando la cultura con l’educazione, per esempio.
Non capisco poi che ha da ridire sui padri costituenti, citando pure dio invano come se dovesse venirle in aiuto.
Cerchi di non preoccuparsi troppo per la nostra vista, sia certo che ci vediamo bene, molto bene, tanto bene da saper riconoscere l’assoluta inutilità d’interventi come il suo.
Lei piuttosto, che è così avvezzo a guardare i piercing e i tatuaggi degli altri, occhi per se stesso gliene rimangono?
Suggerimento piccino piccino... Consuelo: non sprecare fiato (pardon, tasti) con chi non vuole ascoltare.
RispondiEliminaNon vale la pena. Forse qualcosa si può fare solo cambiando la cultura in genere, partendo dalle persone che invece hanno voglia e intenzioni di ascoltare, capire, discutere, crescere... forse solo allora, quando la maggioranza sarà "virtuosa" chi non lo fosse ancora vi anelerebbe, altrimenti si crede sempre di essere nel giusto, perché l'unione fa la forza, non la qualità.
Mi tornano in mente le parole di Scarpinato, anche quelle andrebbero incise a caratteri cubitali ovunque ci sia materiale per incisione: "non è la galera il vero deterrente per il crimine, ma la vergogna". Non vale solo per il crimine.
Silvia.
Concordo con molte delle riflessioni di Baron Litron sul fascismo. Il fatto è che quando quest'ultimo si è imposto la nostra democrazia era agli albori, non essendosi ancora sviluppata come nelle altre nazioni europee. E con tale eredità alle spalle, anche se non solo per questo, il suo sviluppo nel dopoguerra è stato più apparente che reale.
RispondiEliminaUn altro aspetto di un'errata comprensione del fascismo è il porlo, da parte di tanti, in contrapposizione netta con il comunismo. Non che una contrapposizione non vi sia, ma si tratta, in realtà, di una feroce lite ... tra parenti !
Fascismo e nazismo altro non sono, in effetti, se non sottospecie del comunismo.
Tutti dimenticano che Mussolini era stato il direttore dell' "Avanti", non del "Corriere della Sera", e che Hitler chiamò il suo partito "Partito nazional - SOCIALISTA dei LAVORATORI tedeschi" (National-SOZIALISTISCHE Deutsche ARBEITER-Partei).
Del resto, l'odio feroce tra comunisti da una parte e fascisti e nazisti dall'altra risiedeva proprio nella matrice comune e nella parentela stretta, anzi, strettissima, fra queste tre folli e criminali ideologie.
E', come dicevo prima, quanto accade nelle cause tra parenti: avete mai assistito a una causa civile tra fratelli ? Provate a conciliarla e vi accorgerete che è veramente un compito sovrumano ... peggio ancora delle liti condominiali !
Per Anonimo dell’ 8 Ottobre 2008 16.04 e immagino anche 17.03
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, quando vado in giro per il mondo (mi piace un sacco viaggiare) mi capita spesso di indovinare la nazionalita’ delle persone, vuoi per un modo di fare, di gesticolare o no, per come abbinano i colori, etc……, quindi non mi sembra che ci siano tante globalizzazioni, gli europei tra loro sono molto differenti, ed e’ bellissimo che siano cosi’. Non sa quanto mi fa piacere quando mi ritrovo in un bar a ridere e scherzare con gente diversa con trascorsi diversi, ti si apre un mondo davanti, ti fanno notare cose che tu non avresti mai pensato.
Quelli che appaiono piu’ globalizzati sono, a mio parere, invece i ragazzi (perche’ la maggior parte sono giovani) che sentono la nostalgia dei bei regimi andati, tutti vestiti di nero, tutti rasati, con anche tanti bei tatuaggi di cui spesso non conoscono bene il significato. Tra di loro non riusciresti a distinguere un italiano da un tedesco o da un austriaco.
Chi sono allora i globalizzati? Chi si veste nella stessa maniera? Chi invoca gli stessi slogan?
Per quanto riguarda al libro, l’ho letto in prima media, ormai quasi 20 anni fa, quindi non e’ proprio l’ultimo sconosciuto best seller, visto che non sapevo quando era stato pubblicato lo sono andata a cercare in internet, e’ del 1971 e non so se sia mai stato un best seller.
Sui padri costituenti, non e’ un neologismo che romanticamente ho coniato io, e’ un termine comune per indicare chi scrisse la costituzione, e’ gia’ stato usato anche in questo blog e non mi pare abbia suscitato grande scalpore. Si chiamano cosi’, che altro termine avrei dovuto usare?
Last but not least: Non sono solita offendere nessuno, se si e’ sentito offeso dall’idiota me ne scuso, avevo messo la parentesi apposta perche’ non era quello il mio intento, evidentemente non bastava.
Avevo usato quel termine sia perche’ e’ soft (si usa anche tra amici quando qln sta facendo delle cose strane) e poi perche’ mi sembra impensabile, ma so’ benissimo che succede, che qualcuno, ancora oggi, possa rivalutare il fascismo.
Non c’e’ famiglia italiana che non abbia avuto morti e distruzioni a causa del regime, sia di una parte che dell’altra. Allora perche’ non iniziare ad avere piu’ rispetto per i morti e le sofferenze?! Non e’ stata una bella pagina della nostra storia per nessuno. Le assicuro che non lo sto dicendo per retorica, ma mi tornano in mente, sempre quando si parla di questi argomenti, gli occhi lucidi del mio bisnonno quando qualcosa faceva riaffiorare brutti ricordi. Quando c’e’ un regime e una guerra (le due cose sono sempre unite) non c’e’ scampo per nessuno ne’ vincitori ne’ vinti.
Mi piace discutere con le persone, specialmente se non la pensano come me, ma non fare muro contro muro, non serve ne’ a me ne’ a lei.
Che dice facciamo pace? Magari davanti ad una bella tazza di the’ con le madeleine?! ;)
Buona giornata
Consuelo
Per Baron litron
RispondiEliminaSpesso non mi trovo d’accordo con le sue opinioni, pero’ la leggo sempre volentieri perche’ le argomenta.
Strano ma vero su questa sua risposta mi trova per la maggior parte d’accordo ;)
Per quanto riguarda il codice civile, non sono cosi’ ferrata come lei quindi lascio agli altri controbattere, se ce ne e’ bisogno.
Io potrei al massimo intervenire sull’argomento architettonico- propagandistico del regime, quello e’ il mio campo e forse potrei fare commenti piu’ appropriati.
Mi trova d’accordo quando dice ‘non siamo mai usciti, pur beandoci a parole di averlo fatto’ dal fascismo, proprio perche’ come riportavo nel primo post (quello tratto dal blog di Orioles) ‘L'abbiamo fatto senza accorgercene, senza volerlo davvero, senza colpa. E dunque, tranquillamente, ci siamo assolti - è stato un gioco. E adesso siamo pronti a ricominciare.’
Non ci sono conquiste che non comportino fatica e sacrifici, noi non abbiamo fatto ne’ l’una ne’ l’altra cosa.
Pero’, al contrario di lei, io spero che un giorno riusciremo a superarlo, altrimenti rimarremo sempre fermi al palo, non diventeremo mai ‘maggiorenni’.
Su un’altra cosa non la penso come lei, per me l’aspetto propagandistico del regime non va sottovalutato, e’ quello che volente o nolente e’ riuscito a far presa sulla stragrande maggioranza delle persone. La forza, la determinazione, l’organizzazione del regime sono tutte cose che hanno convinto e soprattutto hanno nascosto i veri intenti delle persone che c’erano al comando.
Buona giornata
Consuelo
p.s. Non era certo un disgraziato quello che e’ stato appeso per i piedi, e comunque quell’atto e’ stato deprecato anche da molti partigiani, tant’e’ che i corpi a piazzale Loreto rimasero appesi per poche ore.
Per Silvia e Cinzia
RispondiEliminaGrazie! ;)
vi leggo sempre e volentieri.
Mi sembra pero' giusto ribattere anche a chi a volte lo fa solo per partito preso, chissa' che non si riesca ad aprire una piccola breccia di dialogo. Penso ci sia qualcosa da imparare da tutti.
Ovviamente alla terza volta che mi si risponde con delle frasi fatte poi getto la spugna pure io! Almeno ci ho provato! ;)
Un grosso abbraccio
Consuelo
Ah, va bene, se sono stati appesi solo poche ore non è una gran cosa ... invece alcuni degli assassini di Calabresi e di Moro sono LIBERI.
RispondiEliminaBel senso di "giustizia", complimenti!
Caro Anonimo delle 19.31
RispondiEliminaLi faccia allo Stato i suoi complimenti.
Non penserà mica che anche il caso Moro o Calabresi sia colpa dei partigiani?!
(Magari lo pensa davvero!)
Appesi per i piedi poche o tante ore è stata solo la diretta conseguenza delle scellerate azioni di quello che anch'io non definirei proprio un disgraziato, come se tutto gli fosse accaduto per caso.
Gloria o fango è il destino dei leader.
Almeno fino a quei tempi si sapeva che se eri grande e sbagliavi la tua fine sarebbe stata proporzionata alla gradezza a cui ti eri elevato e all'entità dei tuoi errori e chi voleva rischiare affrontava con dignità (chi più chi meno) anche la morte.
Ora è impossibile cadere dalla sedia, ci si attaccano col mastice, figuriamoci rimanere appesi a testa in giù. Quello che ha fatto la fine peggiore ha passato l'esilio in vacanza, servito e riverito e ad oggi pure riabilitato. L'ennesimo grande statista.
E poi siamo sempre alla solita domanda, ma lei dov'era?
A piazzale Loreto? A Salò? A fare i bagni a Viareggio o ancora nel limbo carmico a scegliersi una nuova vita in cui reincarnarsi?!!!
E poi ci dica, dall'alto della sua saggezza cosa avrebbe fatto per non incorrere nell'errore umano, ma certo indecoroso, della rabbia e della rappresaglia?
a scanso di equivoci, intendevo "disgraziato" come sinonimo di "sciagurato, scellerato".
RispondiEliminadispensatore e non vittima di disgrazie.
purtroppo il termine si presta ad ambiguità, e potrebbe dare l'impressione di una certa mia indulgenza nei confronti del duce, che invece non esiste.
penso però che se Mussolini per qualche motivo si meritò la fine ignominiosa che fece, non è certo per gli ultimi cinque (o tre) anni di governo, ma per i venti precedenti, e per i danni inestimabili che provocò alla società e all'economia del Paese, alle possibilità dei suoi cittadini, alla serenità dei loro ragionamenti, alla serietà dei loro rappresentanti, alla fiducia nei propri e negli altrui mezzi (il tutto senza che le leggi razziali spostassero l'equilibrio - prova ne è l'accesa opposizione che incontrarono, soprattutto negli ambienti intellettuali e accademici).
danni che, come ho già scritto, nessuno ha provveduto a riparare, e che anzi si tende perfino a non vedere, forse perché molto utili a molti.....
baron litron
Cara Cinzia,
RispondiEliminacome per gli animali, anche per gli uomini ci sono alcune metafore azzeccate! Così, se i vermi una volta scoperti muoiono, gli scrafaggi più si avventurano in alto nelle pareti più nelle loro cadute si frantumano; gli uomini più sono vili più muoiono, più sono coraggiosi più sono incoscienti!
b
Sempre due pesi, sempre due misure.
RispondiEliminaMa è il vostro stile, lo conosco bene.
Nient'altro da aggiungere.
La storia si ripete nei suoi aspetti peggiori quando si fa poco o nulla per insegnarla, e ciò può avvenire solo in una buona Scuola. Ma in questa Scuola bisogna credere e considerarla parte integrante del nostro quotidiano, perchè ha formato noi, formerà i nostri figli e nipoti ,e sarà luogo di acquisizione e di crescita di saperi, diritti e forza di attuarli per tutti coloro ai quali proprio quella Scuola avrà garantito il diritto di frequentarla .Quella Scuola sarà ovunque saremo noi, perchè ci avrà insegnato a difenderla sempre e a mogliorarla. Guai abbassare la guardia in questo territorio, l'unico che veramente fa di un mucchio di individui un popolo civile.
RispondiElimina