di Andrea Reale - magistrato
Tutti conoscono il celebre film di guerra diretto da Steven Spielberg.
Nel mondo giudiziario e nella
Palamareide, invece, quello che voglio raccontare è un ennesimo capitolo delle mirabolanti gesta del Luca
nazionale, ma stavolta in compagnia di un magistrato in una posizione direttiva
simbolicamente fondamentale per la lotta alla criminalità organizzata.
Nei due articoli che si possono
leggere a questi link:
qui e
qui, vi sarebbero le prove di interferenze niente poco di meno che di un Ministro
dell’Interno nella nomina del Procuratore nazionale Antimafia.
Quest’ultimo, soccombente nella
nomina a Procuratore di Napoli, in quanto
superato nei voti al plenum dal Dott. Giovanni Melillo, appena reduce
dall’ufficio di capo di gabinetto di altro Ministero (quello della Giustizia),
sarebbe stato “salvato” anche attraverso l’intervento dell’esponente del Governo che si rivolgeva, il 27.7.2017, al
“nostro” Luca con le testuali parole “Cerchiamo
adesso di salvare il soldato de Raho. Il risultato in qualche modo lo consente”.
Palamara confermava: “
Si il mio
intervento in plenum è stato in questo senso”. “
Perfetto. Lavoriamoci",
concludeva Marco Minniti.
Il 5 ottobre 2017 la commissione
incarichi direttivi del Csm proponeva Cafiero de Raho procuratore nazionale
antimafia. Palamara tornava a fornire i
voti a Minniti: “Votato de raho 5 voti
scarpinato 1”. “Eccellente. Grazie”
rispondeva Minniti. Il plenum nominava Cafiero de Raho procuratore nazionale
antimafia l’8 novembre.
Ma è il tenore dei messaggi,
pubblicati su La Verità il 17.5.2020, a destare molte perplessità e ad
insinuare i sospetti di contatti indebiti
tra il consigliere del CSM e l’attuale Procuratore nazionale antimafia.
Ed infatti prima della nomina del
Procuratore di Napoli De Raho avrebbe
contattato Palamara, sollecitandolo (“scusa , Luca, a che punto siete?”), e, manifestandosi preoccupato anche per la
questione logistica, prevalentemente per
la “immagine che due autovetture blindate possono dare in questa piazza
(Esedra)”, in quanto ferme lì da due ore.
Dopo la sconfitta su Napoli, pur
avendo ricevuto solidarietà dall’amico Luca (“ho lottato insieme a te fino
all’ultimo. Persa una battaglia non la guerra”) era lo stesso De Raho a
ringraziare ed a chiedergli ancora aiuto
per “lottare insieme”.
L’articolo del quotidiano
evidenzia, inoltre, che quasi venti giorni prima del voto per la P. N. A.
(il 23.10.2017) De Raho avrebbe
inviato un messaggio a Luca Palamara,
chiamandolo “Grande Capitano”
(verosimilmente alludendo al ruolo assunto dall’interlocutore nella squadra di
calcio dei magistrati), lamentandosi con il “carissimo Luca” per i ritardi nel concerto del Ministro rispetto a quanto
accaduto con la nomina del Procuratore
di Napoli.
Il 26.10.2017, rassicurandolo sul concerto, ormai ottenuto,
l’interlocutore di Palamara rimetteva
alla “saggezza che contraddistingue” il "grande" Luca la scelta sulla data per la delibera del
plenum, facendo valutazioni di convenienza sulle presenze ed assenze di
consiglieri durante la “settimana bianca”.
Dopo la delibera, infine,
chiedeva al nostro Eroe nazionale le modalità di incontro dei vertici della
magistratura e del CSM (“con te o da solo?”).
Ma quel che ancor più preoccupa è
quanto riportato da “Il Fatto
quotidiano” in data 18.5.2020, dove, a
fronte del rapporto personale già evidenziato in precedenza tra i due, si fanno esplicite accuse nei confronti dell’attuale Procuratore
Nazionale Antimafia, che avrebbe assecondato i desiderata del Capitano per
escludere Nino Di Matteo dal pool sulle stragi all’interno della Direzione
Nazionale Antimafia.
Palamara avrebbe
festeggiato l'evento con un altro collega della D. N. A. (e suo fidato
collega di corrente), con il quale circa venti giorni prima, aveva commentato
negativamente la costituzione di quel gruppo di lavoro ("ma c'era
bisogno?"..."ti dico, non è grande mossa").
Alla affermazione successiva
di Cesare (Sirignano) che “Federico rappresenta la nostra forza!”,
Palamara replicava, non si sa a quale titolo, che De Raho non doveva
"sbagliare mosse".
Il giorno successivo Palamara e
Sirignano apostrofavano in malo modo Di Matteo (Sirignano lo avrebbe definito
"un mezzo scemo", rimproverando al Luca nazionale di averlo "portato come se fosse il padreterno in croce"
ed asserendo la necessità "di
parlare di lui con Federico (Cafiero De Raho)”.
Proprio domenica scorsa il
Procuratore nazionale antimafia si sarebbe sentito persino di intervenire ad
una trasmissione televisiva per ribadire che l'allontanamento del Dott. Di
Matteo dal pool sulle stragi sarebbe stato giustificato dalla violazione di un
suo dovere di riservatezza, assertivamente tradito dalle dichiarazioni rese da
Di Matteo in una intervista rilasciata qualche giorno prima.
Peccato che l’attuale Consigliere
del CSM, Nino Di Matteo, abbia più volte ribadito che gli elementi narrati al
giornalista Andrea Purgatori nell'intervista resa il 18.5.2019 fossero già
stati resi pubblici, se non oggetto di sentenze definitive, negando di avere
mai rivelato qualcosa di segreto.
Ancor più strano che il
Procuratore nazionale antimafia non goda di questo potere para-disciplinare,
perché avrebbe potuto e dovuto deferire agli organi competenti il comportamento
deontologicamente o disciplinarmente rilevante del Collega, ove sussistente,
chiedendo le sanzioni previste dalle norme sugli illeciti dei magistrati.
D'altra parte non poteva non comprendere che un suo diretto intervento di quel
tenore ed in quel momento, a distanza di pochissimi giorni dal fatto, non
faceva altro che delegittimare e screditare ulteriormente la persona e
l'operato di un magistrato in prima linea da decenni sul fronte antimafia.
Un boomerang, dunque, questo
ulteriore intervento in tv del Procuratore De Raho nel corso della trasmissione
televisiva.
Unitamente ai fatti riferiti
negli altri articoli che ho indicato, essi sembrerebbero sollevare enormi dubbi
sulla effettiva ragione della decisione del Procuratore De Raho nei confronti
di Di Matteo, avallando quasi quel rapporto
di subordinazione/riconoscenza che sembra prefigurare il titolo del film
di cui a questo post.
Ma è possibile tutto questo?
Insomma davvero una brutta
storia, terribilmente infamante per i suoi protagonisti e per la magistratura
intera.
Speriamo davvero che anche questo
film sia tutta una finzione e che, come spesso appare nei titoli di coda, ogni
riferimento a persone e cose sia
puramente casuale.
Ma non dovrebbero farlo
direttamente i protagonisti intercettati, soprattutto rivestendo ancora taluno
di loro incarichi così importanti nel panorama giudiziario italiano?
Un "mezzo scemo" dicono di N. Di Matteo. Un cretino diceva un presidente della I° Sez. della S.C., di G. Falcone. Uno scemo è uno che non è pieno, non è intero, per cui mezzo scemo significa che gli manca un quarto. Cretino, è una patologia: uno sciocco, un imbecille. Tuttavia poiché oggi si intendono sinonimi, una speranza di completezza per N. Di Matteo, è impossibile. Motivo per cui sorge l'assoluta necessità di intervenire. De Raho, però, si era pentito, dice: di non aver riassegnato il ruolo strappato a Di Matteo per lunghi tempi, e che è stato Di Matteo a non voler ritornare. Prendendo parola alla televisione, non spiegabile perché si era pentito, e che aveva torto nel dire che Di Matteo aveva rivelato atti d'ufficio che non dovevano essere resi pubblici.
RispondiEliminaSono riusciti ad usurpare anche un film così bello e significativo!
EliminaNon mi risulta , da quanto emerge dagli accadimenti svelati,che de Raho e altri magistrati della sua schiatta fossero mai stati stati pronti ad immolarsi sulle falesie della Normandia......che per ironia....scomponendo..otteniamo : NORMA e...DIA...due termini( ...un acronimo) che nulla hanno a che fare con i " Palamariani"
Piuttosto i " Rayan" come tanti di Voi, onesti e giovani magistrati, LORO, li ostacolano, li emarginato, perché disturbano i loro piani strategici.
Non c'è vocazione nel loro cuore, ma sete di potere, bieca e spropositata che scandalizza la gente e i magistrati per bene che vogliono continuare a credere nella giustizia. So che è dura, ma lottate ragazzi! Più che mai abbiamo bisogno di voi. C'è troppa disparità in un mondo senza giustizia ! I corrotti vanno perseguiti, a tutti i livelli e se gli stupratori della giustizia si nascondono nei palazzi del potere giudiziario e del potere politico devono essere stanati e messi nelle condizioni di non nuocere.
Ma cosa avranno capito del meraviglioso film di Spielberg per fare battute così trite e senza nesso? Forza ragazzi, non perdetevi d' animo..a testa alta..