Ieri si è tenuta, davanti alla sezione
disciplinare del CSM, l’udienza del procedimento a carico di Luca Palamara e
degli altri magistrati coinvolti nelle manovre per la nomina del procuratore di
Roma.
L'esito è stato a dir poco
sorprendente.
Tra i commentatori c'era chi
aveva previsto che, quantomeno il procedimento a carico del p.m. romano, si sarebbe
concluso già alla prima udienza con una condanna esemplare, nonostante egli abbia
presentato una corposissima lista testi, oltre ad una istanza di ricusazione di
uno dei componenti della sezione disciplinare.
Altri avevano invece ipotizzato che
il CSM, avrebbe ammesso solo una minima parte dei testi indicati dal dott.
Palamara e avrebbe fissato delle udienze anche nel periodo estivo, dal momento che
l'incolpato è sottoposto a procedimento cautelare.
Nulla di tutto questo è invece
accaduto.
L'organo di autogoverno ha deciso,
almeno per il momento, di non decidere, rinviando il procedimento al 15
settembre in accoglimento dell'istanza di differimento presentata dal difensore
di Luca Palamara e ha differito a quella data anche la decisione sulla richiesta,
anticipata dalla procura generale, di riunione della posizione del p.m. romano a
quella degli altri incolpati.
Al contempo ha fissato un
calendario delle future udienze fino a dicembre probabilmente per dare adeguato
spazio alle difese di tutti gli incolpati e per esaminare le varie questioni che
gli sono state sollevate, alcune delle quali, come quella posta dall’on. Ferri,
anch’egli incolpato in qualità di magistrato in aspettativa, della incompatibilità
a giudicare della intera sezione disciplinare del Csm, sono degne della massima
considerazione.
E’ però alquanto inusuale che un
procedimento avente carattere di urgenza venga rinviato addirittura di due mesi
senza nemmeno decidere sull’istanza di ricusazione presentata.
Qualche addetto ai lavori
potrebbe osservare che questo rinvio ha tutte le caratteristiche di quelli che
si vedono spesso nei processi penali e che sono finalizzati a concludere un
patteggiamento della pena.
In realtà questo inaspettato iter
del procedimento potrebbe consentire alla procura generale, che ha anticipato
nella persona del procuratore generale Giovanni Salvi l'intenzione di
perseguire altri magistrati coinvolti nel c.d. mercato delle nomine, di esercitare
nel frattempo l'azione disciplinare nei loro confronti.
Se ciò accadesse si potrebbe far
luce sul complessivo contesto di gestione degli incarichi giudiziari da parte
del Csm che lo stesso Luca Palamara ha ripetutamente detto di voler disvelare nei minimi dettagli.
La domanda insistente, come goccia d'acqua nella roccia, è : come è stato possibile che una politica, e ancora più una magistratura, con rappresentanti dalle menti così raffinate, abbiano potuto far allignare le male piante delle sporche mafie... Bho, mistero!
RispondiEliminaIl gatto, dice l'uomo: è un animale furbo, misterioso, del diavolo. In realtà è molto intelligente e sa essere dolce e raffinato, comunque a differenza dell'uomo ci salva dai topi(soprattutto quelli di fogna che danno la leptospirosi, una patologia fulminante), altrimenti impossibili da dominare. In realtà almeno qualche minima cosa la potevano fare.
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