Il Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso nella giornata di ieri di porre nel nulla la delibera che aveva penalizzato la dottoressa Gabriella Nuzzi.
La dottoressa Nuzzi aveva già fatto notificare al CSM un ricorso presentato al giudice amministrativo e la delibera adottata in “autotutela“ dal CSM ne dà espressamente conto, così ancorando al contenzioso annunciato l’opportunità, anzi la doverosità, dell’annullamento di un atto difficilmente difendibile in sede giurisdizionale.
Si registrano, tuttavia, voci di singoli esponenti del CSM che si sono espressi in termini dissonanti rispetto alla posizione ufficiale e formale dell'organo collegiale.
Salvo smentite si può leggere (fonte ADN Kronos): “Astenuto il laico Cavanna che ha definito ''singolare'' che si debba deliberare su una pratica alla luce delle ''reazioni in chat e mailing list dei magistrati'' a commento dalla decisione del Csm adottata a dicembre: ''Per motivi di principio non posso accettare che le decisioni del Csm possano essere condizionate da fattori esterni, o che non si possa decidere discostandosi dai propri precedenti''.
Laico significa che si tratta di un componente del CSM che non è un magistrato e che viene eletto dal Parlamento; che non sia un magistrato non esclude affatto che sia un giurista, anzi proprio tra professori ed avvocati dovrebbe avvenire la selezione dei componenti di derivazione politica.
Da un giurista chiamato a comporre un alto organo di rilevanza costituzionale non ci si aspetterebbe che, da solo, egli si arroghi il potere di smentire il consesso che concorre a comporre.
Va infatti notato che il CSM ha intestato la delibera di (auto)annullamento con un oggetto ben preciso dal seguente tenore testuale: “ - 1/GE/2021 - Gabriella NUZZI - Ricorso al Tar del Lazio per l'annullamento della delibera del Consiglio Superiore della Magistratura del 2.12.2020 (magistrati ordinari nominati con dm 12.2.2019 in tirocinio nel distretto di Napoli - nomina magistrati affidatari)
(relatore Consigliere LANZI)”.
Dal che è dato trarre che l’oggetto della discussione e la susseguente delibera di annullamento in autotutela scaturissero dall’esame delle doglianze che la collega Nuzzi aveva mosso al provvedimento del CSM attraverso il proprio avvocato.
Invece, secondo l’Avv. Stefano Cavanna, il “passo indietro” del CSM si dovrebbe alle ''reazioni in chat e mailing list dei magistrati''.
Egli smentisce quindi lo stesso CSM qualificandone l’attività alla stregua di una adolescenziale reazione emotiva al dissenso generato da una sua precedente delibera, per giunta "falsificando" ideologicamente il preambolo dell'atto amministrativo qui in discussione.
Preferiamo, invece, pensare che il CSM abbia rimeditato il proprio orientamento per convinte argomentazioni giuridiche, tutelando l’istituzione e la collega lesa nei suoi valori.
Il commento dell’Avv. Cavanna non finisce qui.
Egli rivendica il diritto di ripensarci.
Cioè di porre nel nulla plurime delibere che avevano già saggiato i meriti della dottoressa Nuzzi nel compito di affidatario dei giovani magistrati sulla base del suo semplice ... capriccio di ripensarci.
Va ricordato all’illustre legale che questo diritto non esiste se non nell’area dei contratti e di solito a fronte del suo riconoscimento si paga un prezzo previamente pattuito.
O forse egli evocava il diritto del consumatore che negli acquisti a distanza ha un certo tempo per pentirsi dell’acquisto appena fatto (chi non conosce il reso Amazon?).
Avrà dimenticato l’avvocato Cavanna di trovarsi inserito in un organo collegiale di alta amministrazione e di rilevanza costituzionale che tocca materia delicatissima e proprio per questo è soggetto alle regole del diritto amministrativo tra le quali campeggia il principio dell’affidamento secondo cui, in assenza di fatti nuovi, un’amministrazione non può rimangiarsi valutazioni già compiute.
Sorprende soltanto, a questo punto , che l'ardimentoso (e solitario) consigliere superiore non abbia offerto il proprio privato portafoglio per sostenere le spese della soccombenza nel contenzioso contro la dottoressa Nuzzi ed anche quelle di un più che probabile risarcimento del danno.
"onorevole? di che... ma mi faccia il piacere". oramai, la tristezza non sono gli onorevoli, bensì l'inclinazione della magistratura a 180°, e non per problemi di scoliosi.
RispondiEliminaAppare difficile che il CSM deliberi alla luce di reazioni in chat e mailing List di magistrati. E' possibile, invece, che attesa l'autorevolezza delle fonti e della sostanza censoria , abbia ritenuto di prestare attenzione alle esigenze di giustizia della COMUNITA' STATO, con una maggiore attenzione al ricorso della dott.ssa Nuzzi, riconoscendone la fondatezza. Soprattutto lodevole e proficua, la decisione sulla spinosa questione: di evitare il procedimento al TAR Lazio. L'avv. Cavanna dice che è possibile decidere discostandosi dai propri precedenti: nel caso in questione è stato accontentato.
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