di Rosario Russo - Magistrato
Domandare è lecito, rispondere è cortesia
DOTT. LUCA PONIZ
già Presidente dell’A.N.M.
DOTT. GIUSEPPE SANTALUCIA
Presidente dell’A.N.M.
Illustrissimi Magistrati,
nel corso della adunanza del Consiglio Direttivo Centrale, svoltasi
il 6 febbraio 2021, avete ritenuto non condivisibili le critiche da più parti mosse
alla direttiva con cui, in data 22 giugno 2020, il P.G. presso la Suprema Corte
ha ritenuto, in via generale e preventiva, che:
«Applicando
questi principi, ed esemplificando, l'attività di autopromozione, effettuata direttamente
dall'aspirante, anche se petulante, ma senza la denigrazione dei concorrenti o la
prospettazione di vantaggi elettorali, non può essere considerata in violazione
di precetti disciplinari, non essendo 'gravemente scorretta' nei confronti di altri
e in sé inidonea a condizionare l'esercizio delle prerogative consiliari.
Nella valutazione delle comunicazioni vanno applicati innanzitutto
i criteri guida delle libertà costituzionali, che impongono di non sottoporre ad
alcuna censura la libertà di manifestazione del pensiero, anche se espressa in maniere
sgradevoli o moralmente censurabili.
La soglia di rilevanza è costituita dalle condotte che siano
direttamente offensive dei valori tutelati, anche sotto il profilo della loro idoneità
(l'accordo, non mera manifestazione di pensiero, può raggiungere tale livello, con
valutazione operata caso per caso)».
In particolare ella, dott. Poniz, ha ritenuto che la predetta
direttiva si iscriva nell’ambito dell’attività giurisdizionale del P.G. e ha invitato
– certo con intenzioni più che nobili - a «compiere un' operazione individuale:
ognuno può alzarsi in piedi e giurare, su quanto di più caro ha nella propria vita,
che non ha mai fatto niente di quello che leggeremo nelle chats, che non ha fatto le telefonate
che troveremo, che non si è autopromosso o eteropromosso, non ha dileggiato e non
ha brigato per denunciare i colleghi, che non ha atteso l' arrivo del Messia nelle
sale di qualche congresso, non ha accettato i messaggi di quelle adunate oceaniche
nelle quale queste promesse vengono fatte. Io spero che tutti noi trentasei avremo
come dire la coerenza per poter rivendicare questo lavoro».
Intanto, tecnicamente non si può che dissentire. Perché, innanzi
tutto, tanto le Sezioni Unite (sentenze nn. 26809/2009, 14664/2011 e 3271/2013),
quanto il Consiglio Superiore della Magistratura (ordinanza n. 87 del 2010) e la
Dottrina (S. Di Amato, La responsabilità disciplinare dei magistrati, Milano,
2013, pag. 441), hanno ritenuto che l’archiviazione predisciplinare del P.G., in
quanto atto (non giurisdizionale, ma) amministrativo, è addirittura revocabile; a volere tacere che di
per sé i provvedimenti giurisdizionali non si sottraggono al vaglio critico.
In secondo luogo, e au fond, per un verso la sent. 741/
2020 delle Sezioni Unite (sent. Palamara) ha statuito che «non
possono essere considerati mero esercizio della libertà di manifestazione del pensiero,
come sostiene il ricorrente, ma costituiscono violazioni
dei doveri di correttezza ed equilibrio propri del magistrato, rientrando nell'ambito
dei "comportamenti abitualmente o gravemente scorretti nei confronti …. di
altri magistrati" (art. 2, lett. d), cit.), condotte volte a screditare, o
valorizzare, colleghi, anche al fine di tentare di interferire con l'attività del
Consiglio superiore della Magistratura.».
Per altro verso, a conclusione di un percorso motivazionale attento al rilievo dell’art.
10 del Codice etico dei magistrati (del cui rispetto il Presidente dell’A.N.M. è
custode), con la sentenza n. 139 del 2020 la S.D. del C.S.M. (sent. Palamara) ha
saggiamente deciso, a proposito del rapporto tra il cit. art. 10 e l’art. 2, 1°,
lett. d) del D. lgs. n. 109/ 2006, che «Così correttamente impostata la relazione tra precetto giuridico a contenuto
elastico o indeterminato, e parametri sociali di riferimento necessari alla sua
precisa determinazione di contenuto secondo il modello della delega, all'interprete,
del potere di concretizzazione del precetto tenendo conto della realtà sociale che
esso presuppone - sarà agevole comprendere, allora, che a venire in rilievo, nel
caso della illiceità disciplinare considerata, non sarà la violazione del codice
etico ma (appunto) la trasgressione del precetto normativo (nella specie, il canone
di correttezza, inteso come precetto giuridico comportamentale), ancorché la sua
concreta determinazione di contenuto possa o debba avvalersi del ricorso a standards
valutativi o a parametri di riferimento - non direttamente esplicitati nella prescrizione
normativa, ma da essa presupposti o considerati quali indispensabili elementi di
concretizzazione - da ricercare anzitutto nello stesso contesto sociale al quale
la disposizione normativa implicitamente rimanda (nel caso di specie, evidentemente,
proprio gli standards comportamentali raccomandati o prescritti dalla comunità professionale
di riferimento, così come censiti e resi espliciti nel codice etico comportamentale
di categoria)».
Infine, con una delibera del 24 febbraio 2021, il C.S.M. ha annullato
un provvedimento che aveva conferito alla dott.sa Isabella Ginefra l’ufficio direttivo
di P.R. di Larino, ignorando le chats di autopromozioni provenienti dalla
stessa e da un altro candidato, ai quali contestualmente il dott. P., con esecrabile
impudenza, aveva ‘giurato’ immancabile successo.
Nel corso della discussione plenaria, il relatore Cons. dott.
Marra ha coerentemente sostenuto: «questa
condotta - al di là della rilevanza disciplinare che non riguarda il plenum e non
riguarda la commissione - chiaramente bisogna in questo caso dirlo in maniera chiara,
in maniera netta, rappresenta una caduta deontologica. Perché rappresenta una caduta
deontologica? Perché va a violare l’articolo dieci del Codice etico dei magistrati,
che vieta ai magistrati, appunto, di chiedere aiuto ai consiglieri, di interferire
nelle nomine e quindi chiaramente queste condotte sono, rappresentano qualcosa in
senso diciamo lato, qualcosa di negativo che vede essere valutato...»....
«perché come ho detto prima si tratta
di condotte che chiaramente hanno un livello di disvalore tale probabilmente da
diciamo impedire la nomina della dottoressa Ginefra, laddove i componenti del plenum
nel settembre due mila diciotto avessero conosciuto di queste circostanza perché,
come ho detto prima, si tratta di condotte che chiaramente hanno un livello di disvalore
tale probabilmente da diciamo da impedire la nomina».
Tutto ciò premesso, e con lo stesso spirito socratico con cui
il dott. Poniz ha invocato il menzionato giuramento, e dopo averlo prestato, mi
permetto sottoporre alla Vostra attenzione, quale esempio tanto preclaro quanto
scioccante di autopromozione grave, reiterata e continuata, quella diretta dal dott.
Mescolini al dott. P., trascritta nella delibera, adottata dalla Prima Commissione
del C.S.M. ai sensi dell’art. 2 L. Guarentigie e pubblicata sul sito del Consiglio;
il cui plenum all’unanimità, nell’ambito di una vicenda complessa, ha disposto
in data 24 febbraio 2021 il trasferimento d’ufficio dell’interessato.
- 15 febbraio 2018 Mescolini: “Per informazione praticamente
tutti a parte me e il napoletano hanno revocato”.
- 19 febbraio 2018. Mescolini: “Ti ho fatto mail con
alcune idee per il parere plenum. D’ora in poi sto zitto. E aspetto. Grazie”.
- 21 febbraio 2018 Mescolini: “Su Reggio fai di tutto
per chiudere se puoi. È importante per tutto. Marco”. Palamara: “Grande Marco
faremo il possibile ma tutto sotto controllo anche se non votiamo oggi”. Mescolini:
“Dobbiamo votare oggi se riesci.... poi te spiego. Scusa e grazie se riesci.
Non ti romperei se non fosse vitale. Sempre se possibile”
- 28 marzo 2018 Mescolini “Ciao Luca ci sono novità?
Problemi tempi? Grazie. Un abbraccio”.
- 17 aprile 2018 Mescolini “Caro Luca hai qualche idea
sui tempi? Grazie per ogni informazione. Un abbraccio”
- 8 maggio 2018 Palamara “carissimo marco domani si
dovrebbe sbloccare tutto un abbraccio”
- 9 maggio 2018 Mescolini “Quando puoi mi dici? Oggi
ho visto il plenum ma non c’era nulla ovviamente. Sul resto dimmi tu.... sempre
grazie. Senza fretta”
- 10 maggio 2018 Mescolini “Hai novità?”
- 19 maggio 2018 Mescolini “Hai qualche news?”
- 12 giugno 2018 Mescolini: “Grande? Si sblocca qualcosa?
(Scusa assillo)”
- 13 giugno 2018 Mescolini: “News?”
- 15 giugno 2018 Mescolini: “Hai novità? Possiamo sentirci?
Prox sett non ho visto in odg.... senza fretta dimmi come siamo messi... appena
puoi.... ciao”
- 19 giugno 2018 Mescolini: “Hai news?”
- 26 giugno 2018 Mescolini: “Scusami andiamo al plenum
del 4 o si slitta ancora?”
- 1° luglio 2018 Mescolini: “Stiamo tranquilli per
mercoledì? Lo so che se non ti sento è perché non ci stanno novità.... ma sentirti
mi aiuta sempre. Buona domenica”.
- 3 luglio 2018 Mescolini: “Hai news? Il rinvio, come
l’altra volta, comincia in un modo e non si sa bene come finisce. Se possibile fare
qualcosa di sensato per evitarlo ti prego di farlo. Un abbraccio. Marco (quando
hai un attimo libero fammi uno squillo. Grazie in anticipo)” Palamara “Grande
Marco mercoledì sei in plenum” Mescolini “E non si rinvia?” Palamara
“Serve presenza massimo” Mescolini “Che manca...?” Palamara “Nulla
è tutto ok. Speriamo di votarlo in mattinata” Mescolini “Vabbeh... fate voi....
grazie sempre” Palamara “Vedrai che tutto andrà bene”. Mescolini “Ti
vengo a trovare e ti porto la maglietta di PAL RE DE ROMA…”. Palamara “Grande!!”
Mescolini “Parla tu con Galoppi... o Forteleoni.... non cambia nulla se si
sposta uno al mattino... scusa l’invadenza (le magliette raddoppiano: una estiva
e una invernale...)”. Palamara “Grande Marco assolutamente sì”.
- 4 luglio 2018 Palamara “Ci siamo!!!!! Hai vinto!!!!”
Mescolini: “Grazie luca... ti son debitore di mille indecisioni mie e timori...
grazie per la vicinanza e l’affetto. Un abbraccio”.
Com’è agevole osservare, in queste autopromozioni non è dato
riscontrare «alcuna denigrazione dei concorrenti» né alcuna (dichiarata) «prospettazione di vantaggi elettorali».
Ma veramente – mi permetto chiedere - voi ritenete che queste
chats siano espressioni di libera manifestazione del pensiero, sgradevoli,
petulanti e soltanto moralmente riprovevoli?
Ma veramente voi ritenete che tanta pazienza e illegittima accondiscendenza
abbia speso il dott. P. soltanto per ...ottenere due magliette della squadra del
cuore (una estiva e una invernale)?
E, restando sulla metafora calcistica, avete mai visto un arbitro
che dopo avere segnato personalmente un gol decisivo per una squadra, trionfalmente
inneggia con essa al comune successo?
Potrebbe ella, dott. Poniz, giurare che la ricordata condotta
del dott. Mescolini e del dott. P. non pregiudica di norma i concorrenti che si
siano limitati a presentare domanda senza alcun asservimento? Non sa forse che,
anche in ambito giudiziario, la raccomandazione danneggia i non raccomandati, cioè
il dott. Nessuno, stravolgendo il sistema meritocratico?
Potrebbe ella, dott. Poniz, giurare che l’Utente finale della
Giustizia, in nome del quale vengono emesse le decisioni, non diffida fondatamente
di un ordinamento in cui si assuma l’incarico di P.R. in virtù ...di un paio di
magliette?
E non vi chiedete quale ‘mondo di mezzo’ si nasconda dietro ...le
magliette?
Con quale toga o con quale pirandelliana maschera o con quale
grado di amnesia psicogena (personale e professionale), può ancora un qualunque
giudice, colpevole o soltanto consapevole del metodo clientelare-spartitorio all’interno
della Magistratura, condannare i ‘maneggioni’ che si ripartiscono favori, incarichi,
commesse e appalti sulla base di analoghi accordi spartitori stipulati a tavolino?
Ma allora perché, dopo la radiazione del dott. P., l’A.N.M. non
ha ancora neppure intrapreso ad applicare l’art. 10 del Codice deontologico? Perché
non ha ancora neppure la disponibilità formale delle famose chats, ancorché
pubblicate su volumi e giornali? Quousque tandem dovremo vergognarci di essere
– o di essere stati – magistrati ordinari?
Perché, allo stesso scopo, l’A.N.M. non invoca frattanto dal
P.G. la copia delle archiviazioni emesse sulla base della direttiva sopra criticata,
come ammesso dall’ordine di servizio della stessa Procura n. 44/2019?
Se proprio un Magistrato ha addebitato alla Politica la colpa
di «aspettare sempre le sentenze», questa critica non vale anche per l’A.N.M.?
Nella certezza di essere coesi nello sforzo di fare rinascere
la Magistratura, mi auguro di non avervi ...infastiditi.
Ad maiora!
Salvi il soldato Rayan
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