Nella rassegna stampa del CSM del 13 marzo 2021 è stato
inserito un articolo del quotidiano “La Sicilia”, a firma di Francesco Puleio,
procuratore aggiunto della Repubblica di Catania, che contiene una serie di obiezioni alla proposta di introdurre il sorteggio dei componenti
togati del Csm, quale rimedio alla pervasiva influenza delle correnti nella
vita professionale dei magistrati italiani, disvelata all'opinione pubblica dalle
vicende di Magistropoli.
Nell’editoriale, oltre alle solite obiezioni di carattere per
così dire tecnico, già confutate in numerosi occasioni e anche in articoli di questo blog (si veda ad esempio), ve n’è
una assolutamente inedita, ovvero che il sorteggio dei togati del Csm sarebbe
stato incluso nel “famoso piano di rinascita democratica di Licio Gelli”.
In altri termini si tratterebbe di un intervento da sempre gradito
alla massoneria.
Ora una accusa del genere, ad una prima, frettolosa lettura,
potrebbe apparire gravemente offensiva per
quanti, come il sottoscritto, sostengono
da tempi non sospetti la necessità di
questa riforma per ridare credibilità alla magistratura, consentendole di
recuperare l’indipendenza che è stata gravemente compromessa dal controllo delle correnti.
Ad una più ponderata riflessione però il rilievo è così
inverosimile, ancor prima che manifestamente infondato, da risultare solo la
reazione scomposta di chi è terrorizzato dalla prospettiva che una simile proposta
possa tradursi in una norma, viste le sempre più numerose adesioni che sta
ricevendo da parte di giornalisti, commentatori e docenti universitari
(l’ultimo in ordine di tempo M. Ainis su La Repubblica del 12 marzo, nell'editoriale dal titolo "Le correnti senza ideali").
L’affermazione del dott. Puleio infatti non resiste già ad
una semplice verifica di verosimiglianza.
Dovrebbe essere piuttosto evidente come il sorteggio sia
disfunzionale al modus operandi non solo della massoneria ma di qualsiasi
centro di potere poiché oppone loro
l'elemento dell'imprevedibilità quando ogni centro di potere, per poter
gestire al meglio i propri affari, deve esercitare un controllo e, per
farlo, deve necessariamente programmare
e quindi (cercare di) prevedere le
conseguenze delle proprie iniziative.
Luca Palamara, il signore delle nomine, lo racconta nel libro
il Sistema a proposito delle correnti: esse aspirano ad ottenere il maggior
numero possibile di voti nelle elezioni dei componenti togati del Csm per
conquistare il numero maggiore di posti così da garantirsi, anche mediante
accordi con gli altri gruppi, “il potere di nominare, fare e cambiare le cose”.
Il sorteggio, anche nella sua forma temperata (sorteggio
degli eleggibili) rompe questo meccanismo perché, come ben sanno i nostri
lettori (ma lo ricordiamo per il dott. Pulejo), impedisce, innanzitutto, alle
correnti di prevedere quali saranno i candidati, mentre con l’attuale sistema
elettorale esse li stabiliscono con diversi anni di anticipo rispetto ad ogni
tornata elettorale.
Ed allora l'accostamento
tra sorteggio e massoneria suona come un ossimoro, al pari di quello tra il
diavolo e l'acquasanta.
Tutto ciò è talmente
vero che, se si ha la pazienza di andare a leggere il programma della loggia massonica P2, facilmente reperibile on-line, ci si accorge che in esso non vi è
la minima traccia di una simile proposta tra quelle, riguardanti la magistratura,
che il venerabile vagheggiava.
Non si comprende quindi quale possa essere stata la fonte del
dott. Puleio sul punto.
Voglio sperare che non sia uno dei film di Woody Allen, dei quali
sembra appassionato viste le prime righe del suo articolo.
A meno che egli non sia a conoscenza di un’altra versione del
programma di rinascita democratica che non è stata mai pubblicata, ma se fosse
così dovrebbe renderla nota e spiegare come ne è venuto in possesso.
Nel programma noto della P2 troviamo però un dato molto
interessante: vi si indicava nella corrente di Magistratura indipendente, che,
secondo il documento, all’epoca raggruppava il 40 % dei magistrati, il cavallo
di troia che la loggia massonica avrebbe potuto utilizzare per realizzare i
propri obiettivi.
Questo passaggio, invero piuttosto inquietante, costituisce la
migliore conferma del fatto che le correnti della magistratura possono
diventare permeabili ad influenze di soggetti, ad essa estranei, che possono influire
sul funzionamento del Csm trasformando l’autogoverno in etero-governo, un
risultato eversivo.
E la riprova che ciò possa accadere realmente la si è avuta con
la scoperta, e il conseguente risalto mediatico, delle trame tra Luca Palamara,
alcuni consiglieri del Csm e parlamentari dirette a pilotare le nomine di dirigenti di alcuni
uffici giudiziari italiani.
Per ironia del destino, di fronte ad uno scandalo di tale
gravità, un consigliere del Csm, Giuseppe
Cascini, nella seduta straordinaria del plenum del Csm del 4 giugno 2019 affermò
che essa gli ricordava proprio la P2.
Ebbene nell’articolo de “La Sicilia” non vi è il minimo
accenno a tale vicenda, che ben avrebbe giustificato il riferimento alla
massoneria, né qualche riflessione sul sistema correntocratico che
indirettamente l’ha favorita o un briciolo di proposta per porre rimedio a
simili degenerazioni.
Gli unici destinatari della requisitoria del dott. Puleio sono l’idea del sorteggio, definita come “strampalata”, e i suoi sostenitori.
Sarebbe un po’ come se in un processo penale il p.m. si
disinteressasse completamente della posizione dell’imputato e si spendesse per
la condanna della persona offesa.
Ma una accusa così surreale suona in realtà come una
disperata difesa, quella dello status quo.
E se le obiezioni alla proposta del sorteggio per i
componenti togati del Csm continueranno ad essere di questa inconsistenza si
tradurranno automaticamente in formidabili argomenti a conferma della sua validità.
Non mi resta quindi che concludere con un sentito grazie al
dottor Puleio per aver contribuito, anche se involontariamente, alla nostra
causa.
Le argomentazioni sono ben accette; le invenzioni molto meno, perché dimostrano la carenza di serie ragioni
RispondiEliminaA seguito della bomba atomica Sallusti-Palamara, se non vado errato, meno di trecento magistrati su 9500, ritengono che la situazione di gravissima patologia (un cancro ad esito infausto) debba essere curata in modo determinante, ossia risolvere in modo reale e non per lasciare le cose come sono. Qualche altro centinaio non ha idee chiare su come poter risolvere il problema. Il resto pensa che le cose, a tutti i costi, devono rimanere come sono. Pensano che l'esistenza di strapotere in seno al potere, con relativi privilegi, semmai da accrescere, mai minimamente da diminuire, è cosa né buona né cattiva, semplicemente giusta in perfetta linea con l'ordine naturale delle cose. Che non può e non deve essere minimamente toccato. Rimane questo blog: che deve essere considerato un' Altissima istituzione privata che svolge funzioni di pubblico servizio in forza dei poteri conferitegli dalla Costituzione, segnatamente: artt. 1, comma 2 e 118, comma 4.
RispondiElimina«Ahi serva Italia, di dolore ostello,
RispondiEliminanave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!»
Una volta, da adolescente , giovane studente , lavoratore del sociale e imputato e condannato da innocente , mi divertivo a provare meraviglia ... Da un decennio a questa parte, tra esperienze lavorative e strafalcioni in capo ad eminenti rappresentanti del pubblico potere mi è stata tolta anche questa soddisfazione.